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venerdì 31 gennaio 2014

Imu-Bankitalia: se il governo e le banche diventano soci in affari. - Loretta Napoleoni


Questa settimana l’Italia ha regalato al mondo un bellissimo esempio di economia occulta. Il decreto approvato su Bankitalia ed Imu sembra uscito da un manuale di dietrologia economico-finanziaria. Gli elementi ci sono tutti: un accordo tra classi politiche e banche, che viene fatto passare per una manovra per evitare che i cittadini paghino una tassa odiosa, imposta da Bruxelles: la tassa sulla casa; un sistema di informazione al servizio di questi stessi politici, che ha sapientemente insabbiato la verità e divulgato informazioni false; un Parlamento, fatta eccezione per il Movimento 5 Stelle e dei Fratelli d’Italia, che ha fatto gli interessi propri, corporativi e di casta, invece che quelli della popolazione che dovrebbe rappresentare; individui preposti ad istituzioni democratiche che le rendono strumenti di potere nelle proprie mani ed in quelle del governo.
Vediamo di analizzare per una volta tanto i fatti.
Non c’è stata alcuna privatizzazione di Bankitalia per il semplice motivo che questa banca è già stata privatizzata nel 1992 quando Mario Draghi ha venduto gran parte dei nostri gioielli di famiglia. E’ stato allora le banche di diritto pubblico azioniste di Bankitalia sono passate in mano privata senza che gli acquirenti contribuissero un solo centesimo al capitale della Banca d’Italia.
La proposta approvata del governo Letta era quella di aumentare il valore dei pacchetti azionari attraverso la ricapitalizzazione di Bankitalia il cui capitale era ancora fermo ai valori del 1936, e cioè circa 156 mila euro, pari a 300 milioni di vecchie lire. Gli aumenti di capitale ortodossi si fanno chiedendo ai soci di aumentare il capitale investito nell’impresa, quelli non ortodossi e truffaldini si fanno con giochetti contabili.
Il governo Letta ha concesso alla Banca d’Italia di usare 7,5 miliardi di euro delle riserve statutarie per aumentare il proprio capitale. Le riserve statutarie sono in monete estere ed appartengono al patrimonio dello Stato, non al capitale della banca centrale. Bankitalia gestisce questo patrimonio come una qualsiasi banca gestisce quello dei propri correntisti. A sua volta le riserve statutarie appartengono alla nazione Italia, sono soldi accumulati per noi, è una parte della nostra ricchezza monetaria.
Quindi, va bene che una parte sia servita a non farci pagare l’Imu, sono soldi nostri, i nostri risparmi e ci possiamo fare ciò che vogliamo. Il problema si pone quando 4 di questi miliardi vengono usati esclusivamente per aumentare il capitale di Bankitalia e, quindi, per far salire il valore delle azioni degli azionisti, e cioè banche private. Adesso immaginate che la vostra banca faccia una cosa del genere e voi vi ritroviate con i risparmi dimezzati mentre gli azionisti della banca si ritrovano con azioni maggiorate di valore che vanno subito a vendere realizzando un profitto pari alla vostra perdita. Sarebbe uno scandalo epocale. Ebbene questo hanno fatto il governo e il Parlamento e questo l’opposizione voleva evitare.
Vi chiederete ma perché il governo fa questo regalo alle banche? E la risposta è semplice: chi pensate che dal 2010 ad oggi acquista ogni mese i titoli di Stato necessari per ripagare l’interesse sul debito? Sempre loro, anche e soprattutto con i nostri soldi. Le banche hanno troppi pochi capitali ed il 2014 è l’anno dei controlli e delle nuove regole imposte da Bruxelles sulla capitalizzazione del sistema bancario. Insomma, il debito richiede che governo e banche siano soci in affari, anche quando questo business va contro gli interessi del paese.
Il sistema di contabilità bancarie e finanziaria offre ampie possibilità per imbrogliare il prossimo, è per questo che esiste l’informazione e l’opposizione, ma se la prima è complice e la seconda viene stoppata, o meglio ghigliottinata, allora le cose si fanno serie.
Oggi ogni italiano è più povero di 7,5 miliardi di riserve statutarie, 3,5 miliardi gli hanno evitato di pagare l’Imu, gli altri sono stati fagocitati dalle banche. Se agli italiani questo do ut des sta bene, allora gli editoriali usciti sulla carta stampata ed anche in digitale in difesa del governo, del Parlamento, delle istituzioni e così via hanno ragione, se invece agli italiani questo scambio non piace allora è arrivato il momento di smettere di frignare e di lamentarsi della crisi, della disoccupazione perché mai come oggi il detto ‘Governo Ladro’ è stato più vero.  E’ ora di spegnere il televisore, chiudere l’iPad, staccarsi da Facebook e Twitter, basta con le parole, gli insulti, le bugie e le illusioni, basta anche con la vita virtuale, è ora di fare qualcosa di concreto, di mobilitarsi per cambiare un sistema politico che qualcuno prima di me ha giustamente definito di stampo mafioso.