Il pacco bomba alla sindaca di Torino è solo l’ultima intimidazione di una serie infinita per i sindaci M5S. A Roma non c’erano mai stati tanti incendi e sabotaggi. Così verrebbe da dire che l’onestà e il cambiamento presentano il conto. Il sistema che si è nutrito per decenni nell’illegalità sta alzando il tiro, e non ci vuole certo un detective per capire che quello che sta succedendo da Nord a Sud è una rivolta, e non solo della criminalità organizzata, ma anche di imprenditori senza scrupoli e di quel malaffare che vede in bilico i suoi interessi. Un sistema marcio fino al midollo che non intende arrendersi al nuovo, alla rivalsa popolare, alla promessa di pulizia che un manipolo di consiglieri comunali e alcuni sindaci – con la Raggi e l’Appendino a fare da parafulmine su tutti – stanno provando a mantenere. Una partita non facile.
A Roma basti vedere la questione rifiuti con le sue pesanti carenze infrastrutturali. Naturale che qualcuno pensasse di risolvere il problema con i soliti modelli: discariche e inceneritori. tutto l’opposto della sindaca Virginia Raggi che mira al riciclo e all’economia circolare. Un nuovo modo di guardare al futuro che si è schiantato sullo strano incendio di entrambi gli impianti dell’azienda pubblica Ama, quello di via Salaria e quello di Rocca Cencia, sicuramente di origine dolosa, come accertato dalla Procura. E per rendere il messaggio più chiaro, anche 600 cassonetti dell’immondizia sono stati dati alle fiamme.
Numeri troppo grandi per credere nella casualità. Così mentre la vecchia politica risolveva ogni problema con gli affidamenti diretti, ossia senza passare per una gara pubblica, M5S ha scelto di fare l’esatto opposto mirando a togliere i privilegi acquisiti da pochi e in modo opaco, aprendo alla concorrenza e al benessere. Un discorso logico che fatica ad imporsi nella realtà. E non per incapacità delle amministrazioni, come qualcuno imputa ai grillini, quanto perché si vanno a toccare interessi privati. E questi fanno in modo che le gare vengano disertate così da creare una situazione emergenziale che fa tornare agli affidamenti diretti. Ma tutto ciò non può e non deve succedere.
Parliamo di sistemi di potere incancreniti che pur di opporre resistenza al cambiamento, manipolano l’informazione e gli stessi cittadini. Basti pensare alle manifestazioni pro Tav che, in barba ad un’analisi costi benefici che giudica il progetto disastroso, sembrano convocate per perseguire interessi di pochi anziché quello generale della nazione. Miliardi di euro che il Movimento Cinque Stelle vorrebbe spendere per cose concrete come l’edilizia scolastica o la lotta al dissesto idrogeologico. E invece no, qualcuno, tanto in Italia quanto nell’Unione europea, vuole che la pioggia di denaro si riversi sulla Torino-Lione. Forse non si può parlare di una regia unica dietro ai tanti sabotaggi subiti da M5S ma siamo in presenza di un sistema di potere che sta reagendo.
Fenomeni che non risparmiano neanche la politica dove capita che qualche manina spunti dal nulla per alterare una legge e favorire specifici interessi. Senza dimenticare le minacce ricevute da Virginia Raggi, specie nel periodo degli sgomberi dei Casamonica, o, peggio, i pacchi bomba indirizzati alla sindaca di Torino Chiara Appendino. Insomma basta unire i punti per rendersi conto che M5S è sotto assedio per il suo voler imporre una rivoluzione culturale che a qualcuno non va giù. Un cambiamento epocale che solo tenendo la barra dritta, nonostante il mare in tempesta, potrà portare, anzi porterà, ai risultati sperati.