martedì 10 settembre 2013

Coercizioni governative.


Ci vogliono pecore, ma non lo siamo


Visco: Stretta conti ok, instabilità pesa su ripresa. (ansa)

Ancora frasi subliminali.

Vogliono farci accettare coercitivamente la continuità di un governo anomalo dalla nascita.
Visco pare che non capisca che l'instabilità l'ha provocata l'attuale governo delle "larghe intese", fortemente sponsorizzato da Napolitano, alleandosi con un "partito non partito" nato con l'unico scopo: quello di salvaguardare un essere indegno che non ha alcuna morale e ama aggirare le leggi avvalendosi del parlamento per costruirsene altre pro domo sua.

Coerenza innanzi tutto!



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lunedì 9 settembre 2013

CHI HA UTILIZZATO ARMI CHIMICHE IN SIRIA ? UNA POSSIBILE, INQUIETANTE “ALTRA VERITA’



Mentre il presidente americano Obama cerca di ottenere un voto dal Congresso che giustifichi politicamente dinanzi al popolo americano ed all'opinione pubblica mondiale l'azione militare contro la Siria, spunta un'ennesima "soffiata" in rete che, se confermata, aprirebbe scenari davvero singolari su chi potrebbe avere utilizzato armi chimiche lo scorso 21 agosto in Siria.
Tutto parte da una serie di e-mail che un hacker avrebbe intercettato e rese pubbliche on-line, secondo la nuova moda resa celebre da Wikileaks. Si tratta dello scambio di comunicazioni fra un ex-ufficiale americano, il col. Anthony J. MacDonald, da pochissime settimane ritiratosi dal servizio attivo, ed un funzionario civile del Ministero della Difesa statunitense. 

Proprio nelle ore immediatamente successive al tragico affaire che in Siria ha portato alla morte di molti civili innocenti, il funzionario Usa, Eugene Furst, il 22 agosto scorso si congratula con il colonnello del suo "più recente successo", allegando per l'appunto il link all'articolo del Washington Post del 21 agosto che dà notizia appunto del terribile episodio che rischia oggi di provocare una nuova guerra in Medio Oriente.
Un'altro scambio di e-mail, forse ancora più inquietante, è poi quello tra la moglie del colonnello Usa, Jennifer, ed un'amica, Mary Shapiro, alla cui preoccupazione per quanto accaduto in Siria, la sig.ra MacDonald risponde così:


"Ciao Mary,
ho visto e mi sono spaventata molto. Ma Tony mi ha rassicurato. Mi ha detto che i ragazzi non sono stati colpiti, è stato fatto per le telecamere. Quindi non ti preoccupare, mia cara".

Il colonnello MacDonald è un ufficiale americano con una vasta esperienza operativa nel settore dell'intelligence militare, come si ricava dai brani del suo curriculum militare pubblicati in rete, avendo operato fra l'altro in Iraq con compiti di human intelligence, lo spionaggio classico, anche presso la base di Abu Graib, relazionandosi anche con servizi stranieri e supportando, sempre per compiti di intelligence, come vice-comandante di brigata, il comando del V Corpo americano, operativo sia nella guerra contro Saddam Hussein del 2003 che nell'occupazione successiva del paese mediorientale, nonché nel conflitto afghano, dal 2012 fino allo scorso giugno 2013. Poche settimane dopo, lo scorso luglio, MacDonald si sarebbe dimesso, per essere poi assunto nel giro di pochi giorni dalla TechWise, una società di contractors, costituita nel 1994 da Shawnee Huckstep, dalla quale sarebbe stato reclutato con compiti di consulente per l'addestramento, specializzato ovviamente nel settore dell'intelligence, nell'ambito di un progetto di addestramento per un "cliente militare" collocato negli Emirati Arabi Uniti, progetto approvato dal governo americano nell'ambito della sua politica mediorientale: si tratta, con ogni probabilità, dell'addestramento che gli Usa stanno fornendo al Consiglio di Cooperazione del Golfo, una mini-Nato che riunisce i regimi conservatori arabi di orientamento sunnita del Golfo Persico, che gli Stati Uniti armano da anni in funzione anti-iraniana. Il Consiglio di Cooperazione del Golfo, infatti, viene indicato nel sito della TechWise come uno delle sue principali referenze, vale a dire come un primario cliente della società.
Tutto questo sarebbe quindi parte di un contesto che merita approfondire: vi è infatti nella e-mail di Eugene Furst al col. MacDonald un riferimento che difficilmente potrebbe essere stato fabbricato ad hoc. Il funzionario scrive:
 
"Dobbiamo lavorare sia con il teatro per le sue esigenze sia con l'organizzazione che detiene il contratto per garantire di non avere né troppo pochi né troppi contractors".
 
Seguono le indicazioni, apparentemente criptiche:

"CITP - Rock Island Contract
CIAT - DIA Contract".
 
Proviamo a cercare di capire di cosa stanno parlando qui i due personaggi, in modo da poter collocare nel suo contesto i "complimenti" per il "successo" che il col. MacDonald avrebbe ottenuto il 21 agosto scorso in Siria in una non meglio precisata operazione.
Come ormai è ben noto, gli Usa da decenni utilizzano contractors (vale a dire personale esterno a contratto) per svolgere una serie di attività militari che vanno dal supporto logistico fino all'impiego in combattimento, al punto che questo settore è da tempo divenuto un business molto redditivo per una serie di aziende, in genere fondate da ex-militari, che acquisiscono contratti milionari, reclutando personale sia di nazionalità americana che estera.
I dati forniti ad aprile 2013 dal solo U.S. Centcom, il comando operativo statunitense responsabile per il teatro mediorientale, indicano un totale di oltre 133.000 contractors, dei quali oltre 107.000 impiegati in Afghanistan, 7.900 in Iraq e oltre 17.000 in non meglio specificate "altre collocazioni": sul totale, ben 42.000 sono cittadini Usa.
Fatta questa premessa, si comprendono facilmente i riferimenti citati: infatti il Rock Island Contract è lo Army Contracting Command di Rock Island (ACC-RI), che, come spiega il suo sito web, dispone di 550 dipendenti che gestiscono oltre 80 miliardi di contratti della difesa Usa, pari all'11% dei compiti annuali dell'esercito americano. Fra le attività cui sono destinati questi veri e propri "mercenari" del governo Usa, troviamo: "Enterprise Contracting (Ammunition, Chemical Demilitarization, Installations, and Information Technology); Field Support Contracting (Logistics Civil Augmentation Program (LOGCAP), Army Prepositioned Stocks (APS), Global Reachback Contracting, the Enhanced Army Global Logistics Enterprise Program (EAGLE), and Sustainment) and Contract Operations (Business Operations, Contracting Support, and Contract Pricing)".
La sigla CITP sta poi per Counter Insurgency Targeting Programme: si tratta di una delle componenti fondamentali dei programmi di contro-insurrezione, come vengono chiamate da anni le operazioni che gli Usa e le altre forze internazionali svolgono in Afghanistan per contrastare la guerriglia di quelle forze irregolari islamiste genericamente conosciute in Occidente come "talebani". Così un'altra società di contractors spiega cosa fanno gli esperti di CITP: "gli analisti CITP conducono ricerche e analisi, raccolgono, valutano, addestrano e integrano ogni tipo di fonte di intelligence, concentrandosi su aree riferibili alle priorità nazionali e di teatro statunitensi: analisi e individuazione di reti di contro-insurrezione, individuazione di IED (ordigni esplosivi improvvisati) e attacchi alle reti (Attack the Network, AtN)". Infine, l'altra sigla, CIAT, sta per "Counter Insurgency/IED Analytical Team", vale a dire un'altra branca delle stesse attività di contro-insurrezione, messe a contratto in questo caso dal servizio di spionaggio militare Usa, appunto la Defense Intelligence Agency (DIA).
Sembra quindi del tutto plausibile che il funzionario del ministero della difesa Usa discuta con il col. MacDonald della situazione dei contractors assegnati allo US CentCom per le specifiche attività legate in particolare all'intelligence nell'ambito delle operazioni di contro-insurrezione: in entrambe i casi sono infatti attività del tutto coerenti con il curriculum militare del col. MacDonald, quale esperto di spionaggio militare, da parecchi anni operanti nel contesto mediorientale.
Si tratta ora di capire se, tra le attività che questo tipo di specialisti stanno svolgendo in Medio Oriente per conto del governo Usa, anche se formalmente con contratti presso agenzie private, non ci siano anche attività di destabilizzazione dei paesi considerati nemici, come nel caso della Siria. Un'ipotesi che abbiamo spesso avanzato nelle pagine di clarissa.it e che sarebbe ora davvero confermata nella maniera più drammatica, se queste e-mail si dimostrassero autentiche.
L'insolita durezza con cui il governo russo, questa volta, ha duramente stigmatizzato le informazioni fornite dal ministro della difesa Usa John Kerry ("mente sapendo di mentire") avrebbe dovuto far riflettere quei governi, tra cui quello italiano, che sono servilmente corsi a sottoscrivere un documento di sostegno agli Usa contro l'uso di armi chimiche da parte del regime siriano.
Ancora una volta, come nel caso dell'11 settembre 2011 e dell'attacco all'Iraq è quindi del tutto legittimo il sospetto che la verità che viene raccontata all'opinione pubblica mondiale dai mass-media sia stata anche questa volta spregiudicatamente fabbricata e manipolata: basare su questa non-verità l'ennesimo impiego della forza in Medio Oriente contro un paese arabo come la Siria, laico multiconfessionale e multietnico, sarebbe veramente un ennesimo errore, di incalcolabile portata per l'Occidente. 

sabato 7 settembre 2013

Osho Rajneesh.....pericolosi per la società. Ogni tipo di società ha paura dell' uomo libero.



« Io non ho nessun insegnamento. Non sono un insegnante. Non do nessuna filosofia della vita, né alcuna disciplina, né programmi da seguire. Ho un approccio alla vita ben preciso, che condivido con i miei amici. E il mio approccio inizia con una deprogrammazione. Per quanto mi riguarda questa è la parola chiave. Essere iniziati alla mia amicizia significa essere iniziati a un processo di de-programmazione. Ogni essere umano viene programmato dalla nascita a essere cristiano, hindu, ebreo, mussulmano. Il bambino nasce innocente, ma immediatamente viene appesantito da migliaia di concetti, coi quali vive poi tutta la vita. In questo modo si vive una vita fasulla; non è autentica, non è onesta perché non ti appartiene.[…] Il mio lavoro fondamentale è questo: renderti un individuo, non un semplice ingranaggio dei sistema, non una particella della massa. Voglio darti un'integrità, una libertà dell'anima, in modo tale che tu non sia più vittima di alcuna schiavitù, detta cristianesimo, induismo, ebraismo: per la prima volta sarai semplicemente te stesso. A quel punto entrerà in gioco la tua ricerca della verità, la tua indagine nella verità. E ricorda, tutte le risposte che ti sono state date da altri non potranno mai salvarti. Solo la tua risposta, quella che troverai con le tue mani, con la tua ricerca, potrà liberarti dall'ignoranza, dall'infelicità, dall'angoscia. Io non ho insegnamenti. Offro solo espedienti, stratagemmi. Non sono un insegnante, sono un Maestro. Gli insegnanti offrono insegnamenti, i Maestri possiedono espedienti, stratagemmi, metodologie per trasformare la gente. »

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Mah!



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venerdì 6 settembre 2013

Fukushima. Disastro ambientale, l’acqua ribolle: è strage di balene.

fukushima
Peggiorano le conseguenze al disastro di Fukushima. Il sito web cosmostv.org ha pubblicato i risultati di uno studio del governo giapponese.
" Gravi ripercussioni stanno investendo l'Oceano Pacifico dove si sono immersi migliaia di tonnellate di rifiuti radioattivi che sta causando una vera e propria tragedia ambientale. Il 'ribollire dell'acqua' ha provocato la morte di centinaia di balene, le cui carcasse si stanno continuamente arenando sulle coste nipponiche davanti alla centrale nucleare.
 Una vera e propria strage di balene e delfini si sta consumando giorno dopo giorno. Difficile valutare un intervento di salvataggio che al momento sembra "impossibile", anche perchè questi rifiuti viaggeranno per tutto l’Oceanoseminando morte e dolore, anche tra gli abitanti delle Isole che sopravvivono con la pesca.

LA GUERRA DEI BUGIARDI AL CUBO. - Giulietto Chiesa



Con tutta probabilità il 2013 finirà in guerra. Il colpo contro Damasco viene presentato come "limitato", "breve", come un "avvertimento". In realtà è solo un trucco (questa è una storia di trucchi) per cominciare una guerra lunga. Quanto lunga? Infinita. Cioè fino alla fine. La nostra fine, quella di coloro che leggono queste righe. 

In realtà è la prosecuzione di una guerra che cominciò l'11 settembre 2001, ma furono in pochi ad accorgersene. E non se ne accorsero perché non avevano capito che l'Impero era entrato in una crisi ormai irreversibile, e che stava cercando di predisporre gli strumenti politici, militari, psicologici per cambiare il corso della storia, e prolungare a tutti i costi (nostri) il suo potere.

Siamo dunque in guerra da dodici anni, ma facciamo fatica a capire come mai le cose vanno sempre peggio e come mai gli eventi accelerano la loro caduta verso il basso.
È perché, di nuovo, non abbiamo capito bene quello che sta succedendo. 

Kosovo, Afghanistan, Iraq, "primavere arabe", Libia, colpo di stato in Egitto, erano e sono mosse della stessa partita.
Quella siriana è l'ultima in ordine di tempo, ma non è l'ultima affatto. 
Come sa ogni discreto giocatore di scacchi, non si può vincere nessuna partita se non si sa prevedere le mosse successive. Quella dopo sarà l'Iran. E ogni passo in avanti delle pedine sarà più grave del precedente, poiché l'Impero ha perso il controllo e la sua "cura" della crisi è peggio della malattia. Non funziona. E sapete perché? Perché Impero vuole dire crescita infinita. E la crescita infinita è invece "finita"

È finita "l'era dell'abbondanza" ed è cominciata "l'era dell' insufficienza". E, se si poteva convincere, costringere a comprare tutto il comprabile, con il fascino della bellezza e, appunto, dell'abbondanza, è molto difficile convincere la gente a tirare la cinghia. Ci vuole la violenza per ottenere questo risultato. Diciamo dunque che ci stanno facendo entrare nella fase pedagogica in cui dobbiamo imparare a subire la violenza. 

Ma c'è grande confusione sotto il cielo. Questo nuovo avvitamento ha un che di stralunato. Anche i Padroni Universali pare siano sotto l'urgenza del tempo. Dunque pasticciano. Le guerre precedenti erano state preparate decisamente meglio. Questa sembra avviarsi nel mezzo di convulsioni gravi. Il Parlamento britannico si ribella e mette alle corde Cameron.
Obama è costretto a fare marcia indietro e a chiedere il parere del Congresso. Lo avrà, io penso, ma sarà utile ricordare che Obama prende una tale decisione contro la volontà di tutto lo staff del proprio Consiglio di Sicurezza. E sapete con quale argomento? Questo, in sintesi: potremmo attaccare senza l'avallo del Congresso, ma dobbiamo sapere che, dopo (la "mossa successiva" di cui ho parlato prima, ndr) quando dovremo andare contro l'Iran, cioè quando dovremo lanciare una nuova guerra di grandi proporzioni non limitata nel tempo e negli obiettivi, allora avremo bisogno di un'autorizzazione formale. Dunque è meglio chiederla anche ora. L'ha riferito il New York Times e io ho una grande fiducia nel New York Times quando annuncia la guerra.
Questa è stata la ragione del rinvio dell'attacco. Che sarà solo di qualche giorno. Le lobbies filoisraeliana e filosaudita che manovrano a Washington avranno facilmente ragione di ogni titubanza.
L'America, quando sono in gioco le sorti dell'Impero, non si divide.
Per ora.
i sondaggi dicono tutti che il 60% degli americani è pronto a sostenere un attacco contro l'Iran. Dunque si proceda. Singolare, e curioso (ma poiché siamo in pieno delirio possiamo anche ridere un po'), gl'ispiratori principali di questa guerra, e della prossima, sono i fondamentalisti religiosi: i capi sionisti di Israele e i capi wahhabiti dell'Arabia Saudita. Entrambi decisi a stroncare la serpe sciita di Teheran. 

Dunque la guerra imperiale è ora sotto l'egida di una specie di, congiunta, guerra di religione. Suggerisco di non sottovalutarne il significato, specie agli ottimisti (che abbondano sempre): quando Dio entra in questa sindrome, la legge di Murphy ("se le cose possono andare peggio, vuol dire che finiranno peggio") diventa inesorabile. 
Il fatto è che gli Stati Uniti non hanno più una linea che sia la loro. Dell'Impero rappresentavano il braccio statuale armato. Ma come stato dovrebbero anche sottostare a certe regole. Almeno ad alcune. E qui viene il problema perché anche in Occidente cominciano a manifestarsi incrinature, che prima non c'erano. I Masters of The Universe vogliono andare allo scontro con il resto del mondo, perché sono consapevoli che ogni alternativa di pace e di cooperazione dev'essere esclusa, in quanto sancisce la fine dell'Impero. 
Ma il resto del mondo non è virtuale: c'è la Cina, e anche la Russia. Ci sono sei miliardi d'individui che vogliono vivere e non solo sopravvivere
E' qui che frana l'America, che non è più in grado di gestire le convulsioni. 
Diciamo che stiamo osservando una crisi di egemonia. C'è una gran confusione. Ci sono diversi attori, ormai potenti, che parlano. Perfino la Bonino, ministro degli esteri di un paese inesistente, osa fare dei distinguo. Non s'era mai vista una cosa del genere. 
Il Papa di Roma (lunga vita a Papa Luciani!) sembra un pezzo anomalo di una macchina che cammina a stento. Vede la terza guerra mondiale e, per giunta, lo dice senza neanche chiedere l'autorizzazione di Washington. A differenza del Beato Giovanni Paolo II, non ha da rendere conto del miliarduccio di dollari che ricevette per versarlo a Solidarność. E dunque parla. E digiuna: che disastro d'immagine per Obama. Che andrà in guerra, ma con l'Occidente spaccato, con al seguito solo il burattino Hollande, che è stato eletto con i voti di sinistra. Si procederà a vista, o la va o la spacca. Poi ci si affaccerà sui confini dell'Iran. 

Ma bisogna guardarsi dai sempliciotti che sognano una reazione militare immediata di Mosca, tanto meno di PechinoNon ci sarà nessuna reazione militare. Mosca e Pechino rispondono e risponderanno asimmetricamente. Non sono sciocchi e vogliono aspettare seduti sulla riva del fiume. Lo scontro vero - che nessuno oggi può sapere quali dimensioni e forme assumerà, anche perché nessuno sa con precisione quali armi saranno messe in funzione - è ancora in preparazione e richiederà un certo periodo di tempo, molte verifiche sul campo, molto studio di mosse e contromosse reciproche. 

Ma l'accelerazione si vede e si sente. Avete presente come si muove una valanga? Avete presente che tra il 1929 e il 1939 (inizio della seconda guerra mondiale) ci furono dieci anni? Avete presente che l'esplosione della finanza mondiale cominciò nel 2008? Aggiungete dieci anni e farà 2018
Lo so che la storia non si ripete mai. Ma la stupidità umana (specie quella delle élites dirigenti) è una costante universale
E, se osserviamo l'impazzimento generale che contraddistingue perfino i mentitori, i gatekeepers, dovremmo essere molto preoccupati. Perché si può mentire in modo credibile, raccattando argomenti dai rigattieri del buon senso. Ma qui siamo di fronte a portavoce che non solo si contraddicono, ma mentono senza argomenti. Bugiardi senza idee, che ripetono a pappagallo ciò che viene detto loro di comunicare. 
Tutto il mainstream, dai Ferrara, ai Cazzullo, agli Zucconi, ai De Bortoli, ai Lerner, alle Botteri , danno per acquisito (cioè che Assad ha usato armi chimiche) senza nemmeno soffermarsi un istante sulle prove: che mancano inesorabilmente. E mancheranno anche dopo, sicché la menzogna è già lì, tutta nuda. Eppure non la vedono e la ripetono con sguardi ebeti, incuranti di ogni vergogna, forti dell'impunità che viene loro garantita, insieme agli stipendi che prendono a fine mese. Preoccupante perché già ci annuncia come strilleranno al primo bombardamento sull'Iran. Titolano già ora affibbiando a Bashar frasi che non ha detto, minacce che non ha proferito. Figuriamoci cosa diranno contro gli ayatollah! 

Siamo in un acquitrino miasmatico pieno di flatulenze insopportabili che dimostrano lesioni cerebrali e intestinali ormai irrimediabili.Attenzione che questi ci stanno preparando la guerra in casa. E lo faranno fino a che non andremo a stanarli nei loro studi elettronici e non li costringeremo - com'è nostro diritto - a dirci perché hanno mentito sapendo di mentire. E poi li licenzieremo, perché fanno il mestiere senza autorizzazione deontologica. 

Infatti abbiamo le prove - noi le abbiamo, le prove - che mentono. Perché basterebbe che andassero a leggere le notizie che pullulano nel web, verificabili, provate, certe, per scoprire che la guerra si fa per cause completamente diverse da quelle, presuntamente umanitarie, che loro invocano. 
Ci sono, tra loro, quelli - come Giuliano Ferrara, ex agente informatore della CIA - che, con simpatica e totale improntitudine, ci comunicano perfino che le ragioni umanitarie sono un inutile orpello per indorare la brutalità degl'interessi dell'Impero. Meglio lui, nella sua tracotanza, che i giornalisti e direttori televisivi vigliacchi che, con le loro unte parole, svitano le spolette che uccideranno i civili siriani. 

Dunque non ci resta che prepararci. Questo significa dire, chiaro e tondo, che la pace è l'unico modo per sopravvivere. Il che significa che dobbiamo costruire di nuovo un immenso movimento pacifista, italiano, europeo, mondiale. Dobbiamo preparare ogni forma di resistenza alla guerra. Questa è una parola d'ordine che raccoglie il consenso della stragrande maggioranza. Lo sappiamo. Qui si va con la corrente, non contro la corrente. Solo che bisogna remare in tanti

E ancora una piccola notazione. L'avvitamento della crisi ha messo in ombra l'Europa e anche tante chiacchiere sull'euro e sulla sovranità monetaria. Si vede che l'accento è altrove. L'Europa, questa penosa Europa, non è il centro della crisi. La crisi - vista nella sua accezione immediata, quella che si sta bruciando nel panico di questi mesi - è finanziaria e mondiale, ma è anche energetica e mondiale, ma anche climatica e mondiale. È questo il contesto dentro cui, volenti o nolenti, saremo chiamati a batterci. È evidente che crisi finanziaria e militare non si elideranno vicendevolmente, ma si sommeranno in modo devastante, straripando in crisi politiche, in governi che cadranno, in fantocci che risorgeranno come zombie. Le Costituzioni saranno stracciate. Tutto ciò nell'arco di una manciata di mesi. È questione di attualità. Lo richiamo perché, ancora una volta, dobbiamo ricordare, anche a noi stessi, che avevamo ragione noi, che venivamo definiti catastrofisti. Ancora oggi mi sento ripetere, talvolta, che il nostro compito è "dare speranze". Certo la speranza è bella, ma penso sempre di più che, se lo facessimo, faremmo un errore grave. È più che mai il momento della verità, visto che siamo nell'era della menzogna


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