Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
domenica 8 giugno 2014
DI COSA E' CAPACE UN SINDACO 5 STELLE
Mentre il PD ruba, il sindaco 5 Stelle investe fondi UE per i cittadini. Le persone oneste amministrano per il bene comune. Questa è la storia di questo ragazzo:
Ogni elettore cerca un riferimento, tolto il pregiudizio rimane solo l'informazione nuda e cruda che può piacere o non piacere. Ieri la magistratura ha smascherato l'ennesima tangentopoli che coinvolge il sindaco di Venezia del PD, un Ex Ministro e un ex Europarlamentare di FI, un ex generale della GDF e altre centro persone.
Succede a Venezia per l'appalto del MOSE e dei fondi illeciti ai partiti. Ma a pochi passi da Venezia c'è MIRA, un comune dove il sindaco è a 5 Stelle; si chiama Alvise Maniero ed ha 26 anni. Visto il buco di bilancio lasciato dall'amministrazione precedente (PD), senza aspettare soldi della Regione, ottiene dalla UE 550 mila euro di fondi che sono stati reinvestiti per il Comune e i cittadini.
Poi ha avuto un'idea: Perché non mettere a disposizione il comune ed i suoi locali inutilizzati a disposizione di studenti che possano poi aiutare con le loro competenze il comune stesso? Come in tante università anche un Master in turismo dell'Università di Venezia si tiene in aule inadeguate. Ha così offerto gratuitamente dei locali inutilizzati del Comune di Mira e in cambio, gli studenti trai vari progetti si occuperanno anche di accesso ai bandi per fondi europei che potranno poi essere condivisi con tutti i comuni. Questo è solo un'esempio delle migliaia di buone idee che sindaci, consiglieri e parlamentari M5S hanno fatto negli ultimi anni. La differenza è a pochi metri da noi, basta volerla guardare per #tornarearespirare.
(Sorial Girgis Giorgio, deputato 5 Stelle, Facebook)
http://www.tzetze.it/redazione/2014/06/mentre_il_pd_ruba_il_sindaco_5_stelle_investe_fondi_ue_per_i_cittadini/?fb_action_ids=10152654957753814&fb_action_types=og.likes
Tangenti Mose: Sequestrati 200 mila euro sotterrati da Spaziante. - Giorgio Cecchetti
Alessandro Mazzi
Emilio Spaziante
Banconote in possesso del generale della Finanza. «Elevatissimo tenore di vita» Sigilli a tre Canaletto e a un Tintoretto dell’imprenditore veronese Mazzi.
VENEZIA - Tre Canaletto e un Tintoretto, pittori veneziani, del 18° secolo il primo e del 1500 il secondo. Sono quattro dipinti che i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Venezia hanno sequestrato nella casa, di viale Cortina d’Ampezzo a Roma, di Alessandro Mazzi.
L’imprenditore, veronese d’origine ma da anni trapiantato nella capitale, presidente della «Grandi Lavori Fincosit spa» e vicepresidente del Consorzio Venezia Nuova, è finito in manette per corruzione e altri reati. Le «fiamme gialle», che hanno suonato alla porta del lussuoso alloggio dell’imprenditore all’alba di mercoledì per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, hanno anche compiuto una perquisizione e hanno scovato quattro quadri di notevoli dimensioni, ai quali mancava del tutto la certificazione da parte della Soprintendenza ai Beni artistici e storici: proprio per questo i finanzieri se li sono portati via. Il loro valore si aggira sui trenta-quaranta milioni di euro; il sospetto è che non abbiano alcuna certificazione perché acquistati al mercato nero degli oggetti d’arte.
All’ex numero due della Guardia di Finanza, il generale Emilio Spaziante, anche lui finito dietro le sbarre e come Mazzi residente a Roma, le «fiamme gialle» veneziane hanno sequestrato ben 200 mila euro in contanti, che evidentemente l’alto ufficiale solo da qualche mese in pensione, a causa delle indagini veneziane aveva dissotterrato dal suo giardino da poco perché le banconote erano ancora umide e sporche di terra.
Mentre il veronese Mazzi è accusato di averle consegnate, assieme agli altri imprenditori del Consorzio, Spaziante deve rispondere di averle percepite: per la sua attività di copertura e di controinformazione, Baita gli aveva promesso poco più di due milioni di euro.
Ne aveva già versati 500 mila e non è escluso che quei 200 mila fossero una parte della mazzetta ricevuta. Per alcuni indagati (uno di questi è il generale) i pm Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini hanno chiesto agli investigatori di compiere accertamenti patrimoniali. Nei documenti si legge che «il nucleo familiare di Spaziante si riduce alla giovane convivente Carmela Clima; hanno complessivamente dichiarato dal 2000 al 2011 entrate per euro 2.029.473,70 e sono state rilevate uscite per 3.791.886,37 euro, manifestando una sproporzione di 1.762.412,67 1. Appare significativo come allo Spaziante non siano ricondotte, anche per evidenti incompatibilità d’istituto, altre situazioni societarie e partecipative. In tale contesto emerge inequivocabile l’elevatissimo tenore di vita rilevabile sia dalla scheda patrimoniale (auto sportive, barche di lusso, villa con piscina, altri prestigiosi immobili) che dalle attività tecniche.
In tale ultimo contesto emergono il possesso di orologi, quadri e arredi di prestigio, nonché la frequentazione di costosissimi alberghi per i suoi spostamenti in Italia (viaggi a Milano con costi del pernotto di circa 1.000 euro a notte) e all’estero (nella fattispecie Dubai, con volo in business class e trasferimento in limousine da e per l’aeroporto)». Intanto, sono arrivati i primi ricorsi al Tribunale del riesame, quelli di Andrea Rismondo (avvocato Andrea Franco), Luciano Neri (Tommaso Bortoluzzi), Stefano Tomarelli (Angelo Andreatta), Federico Sutto (Paolo De Girolami). L’udienza probabilmente sarà fissata dal Tribunale tra una decina di giorni.
sabato 7 giugno 2014
La Luna è nata da uno scontro spaziale: nuovi dati lo confermano. - Emanuela Di Pasqua
Le differenze isotopiche rafforzano lo scenario secondo il quale la Luna sarebbe nata dall’impatto di un altro corpo di dimensioni planetarie contro la Terra.
Circa 4,5 miliardi di anni fa un corpo spaziale che è stato denominato Theia si scontrò contro la Terra e dall’urto nacque la Luna. Dagli studi sulle rocce lunari, a distanza di oltre 40 anni grazie alle nuove tecnologie di analisi, si sta facendo chiarezza sulle origini del nostro satellite naturale, anche se il cammino della conoscenza è ancora lungo. Una minima differenza nella composizione degli isotopi dell’ossigeno tra rocce lunari e terrestri accerta infatti definitivamente la natura «non terrestre» di parte della superficie lunare.
Impatto
Sono stati resi noti su Sciencei risultati delle analisi eseguite dal gruppo dell’Università di Colonia guidato da Daniel Herwartz, che verranno presentati l’11 giugno in California nel corso della conferenza Goldschmidt (la più importante al mondo per la geochimica). La Nasa ha infatti permesso agli studiosi di analizzare i campioni lunari provenienti dalle missioni Apollo 11, 12 e 16 e la misurazione del rapporto tra isotopi di ossigeno, silicio, titanio, calcio, tungsteno e altri elementi conferma una volta per tutte la tesi della collisione chiamando in causa un corpo astronomico di dimensioni planetarie di nome Theia, che nella mitologia greca è la madre di Selene (la dea della Luna). La Luna dunque sarebbe un miscuglio di Theia e della Terra primordiale, anche se ancora non è dato sapere in quali proporzioni.
Teorie precedenti
In realtà nel 2007 nuovi esami dei materiali lunari avevano ipotizzato una tesi molto più soft, sostenendo che la Luna si fosse formata insieme alla Terra. Ma quest’ultima scoperta del team di Colonia riporta in auge la teoria più accreditata dell’impatto, con l’entrata in scena di questo pianeta dal nome mitologico. Un gruppo francese dell’Osservatorio della Costa Azzurra a Nizza stimava recentemente la nascita di Selene 95 milioni di anni dopo la formazione del Sistema Solare e sosteneva appunto che lo scontro con un pianeta grande come Marte sulla Terra avesse originato il nostro satellite, mentre gli studiosi spiegano che le due facce del nostro satellite sarebbero addebitabili a uno scontro tra le due lune che aveva originariamente la Terra, che si sarebbero poi fuse insieme. Ora le carte vengono ulteriormente rimescolate, suggerendo la necessità di molti altri studi sui reperti lunari in profondità (quelli non esposti a tempeste solari o all’urto di meteoriti), che continuano e continueranno a regalarci preziose informazioni da molto lontano.
Potenza: peculato, falso e millantato credito. Arrestato il colonnello della Finanza Zarrillo. - Leo Amato
Dagli atti viene fuori una fitta rete di rapporti con figure di primo piano per spingere con un aiutino le richieste che il colonnello riceveva in cambio di denaro.
POTENZA - La «diva» infermiera, l’«ingegnere» in minigonna offerto dall’amico imprenditore, e poi soldi, tanti soldi, per «consulenze» di vario tipo: dall’aiutino per il concorso da maresciallo, a quello per il trasferimento da una struttura sanitaria a un’altra, passando dalle pratiche per i fondi alle imprese. Merito del rango di alto ufficiale della Finanza e dei contatti, veri o presunti, negli uffici che contano: dalla Regione al Ministero.
E’ ai domiciliari da ieri mattina Mario Zarrillo, colonnello 60enne ed ex capo di stato maggiore della Fiamme gialle in Basilicata.
Per lui le accuse parlano di traffico di influenza, millantato credito, falso, peculato e accesso abusivo al sistema informatico.
L’inchiesta è la seconda tranche di quella soprannominata “Vento del Sud” che a febbraio ha portato ad altri 3 arresti, appena confermati dal Tribunale del Riesame, e agli avvisi di garanzia per 20 persone tra cui sindaci, assessori e funzionari di comuni come Avigliano, Brienza, Potenza e Pietragalla. Oltre a diversi imprenditori tra cui il potentino Leonardo Mecca, che da ieri è sottoposto all’obbligo di firma in Questura.
E’ proprio grazie a lui che gli investigatori della Squadra mobile di Potenza sono arrivati a Zarrillo. O meglio grazie al figlio che a dicembre del 2012 si era accorto di essere pedinato da un auto civetta della polizia e ha avvisato il padre.
Negli atti dell’inchiesta coordinata dal pm Francesco Basentini c’è la trascrizione della telefonata partita un attimo dopo verso «il comandante», in cui Mecca gli detta la targa del mezzo sospetto chiedendogli di verificare a chi appartenesse.
Ma i rapporti tra loro due stando al gip Rosa Larocca sarebbero stati «particolamente “intimi”, al punto che Mecca più volte si prodigava (e verosimilmente lo aveva fatto altre volte in passato) a reperire donne che fossero eventualmente “disponibili” ad intrattenere Zarrillo».
Di più secondo il magistrato «la contestualità della richiesta lascia desumere che le eventuali prestazioni sessuali» della ragazza di turno, che loro chiamano in codice l’«ingegnere», potessero costituire «una sorta di riconoscenza per le informazioni riservate che Zarrillo gli stava dando».
Al riguardo gli inquirenti non parlano di corruzione in senso stretto, ma è chiaro che proprio da questo episodio le indagini nei confronti del colonnello hanno avuto un grosso slancio, con la collaborazione anche dei colleghi del colonnello. Così è venuto fuori che quello di raccogliere informazioni dalle banche dati della Finanza era un vero e proprio vizietto.
Il suo «bersaglio» di solito erano belle signore. Si segnava il numero di targa e poi chiedeva al 117 generalità e indirizzo della proprietaria.
Prima del piacere, però, venivano gli «affari», e in particolare gli amici che avvalevano delle sue «consulenze». Per loro il colonnello si sarebbe mosso anche all’Agenzia delle entrate e su questioni giudiziarie. Poi si dà il caso, sempre in assenza di una contestazione specifica, che in tanti di loro avrebbero contribuito alla sua nuova villa di Policoro. «Una raccolta di beni e servizi - la definisce il gip - ottenuti da Zarrillo grazie alla “disponibilità” di vari imprenditori».
Per esempio «la caldaia» che gli avrebbe offerto Leonardo Mecca. O «il divano» che gli doveva dare «Basile», identificato nel negozio di arredamento di Potenza per cui lavora una dei «clienti» del colonnello, Rossella Capobianco, molto preoccupata per un «controllo» subito. Poi c’è Vito Zaccagnino, per cui il gip ha respinto la richiesta di misure cautelari avanzata dal pm.
Ma è per un’infermiera di Tito Scalo che il colonnello avrebbe mosso mari e monti: Veronica Vasapollo, 26 anni più giovane di lui, e molto bella. Al punto da spacciarsi per suo padre per provare farle cancellare una multa per la Ztl dai vigili di Potenza. O da usare il telefono di servizio per prenotarle il parrucchiere. O ancora da esplodere in accessi di folle gelosia come quando ha scoperto che lo tradiva con un altro, grazie sempre a un repentino controllo sulla targa della Mercedes parcheggiata sotto la sua abitazione.
Al telefono con la cugina lui la chiama la «diva», e per ottenere il suo trasferimento da Lagonegro a Potenza è intervenuto personalmente sul direttore della Asp Mario Marra e quello del San Carlo Giampiero Maruggi, soprannominato «il grande capo». C’è anche la loro voce nei nastri delle intercettazioni. Come l’accordo tra Zarrillo e la sua amante per provare a farsi dare da un’ostetrica 20mila euro per assicurarle il trasferimento a Matera «tramite amicizie a Potenza, al San Carlo». In particolare «tale Maglietta» che non viene identificato ma con ogni probabilità va inteso come l’attuale direttore dell’Asm: Rocco Maglietta.
Per il gip senza «l’indicazione della persona corrotta, del pubblico funzionario “avvicinabile” o perlomeno la concreta disponibilità di quest’ultimo a farsi corrompere» è soltanto soltanto «vendita di fumo». Millantato credito. Manco traffico d’influenze.
Altra storia l’intervento al Ministero dello sviluppo economico a favore di Zaccagnino. O i buoni benzina intascati da un’imprenditrice del Lazio per aiutare il figlio al concorso per entrare nella scuola sottufficiali della Finanza, che avrebbe ricevuto del «materiale» per prepararsi e «le prime cinque righe» della prova scritta da ricopiare per «consentire ai commissari eventualmente contattati di individuare il compito del candidato».
Visto che gli esami si sono svolti a Palese il gip spiega che della questione «sarà opportunamente informata la Procura della Repubblica di Bari». Un episodio sintomatico «dell’indiscussa sensibilità di Zarrillo per ogni vicenda che si potesse tradurre in un “affare”».
BILDERBERG 2014: GEORGE OSBORNE E L’UOMO AL CENTRO DI TUTTO. - CHARLIE SKELTON
Nella foto: George Osborne e Sir John Kerr. Foto di Hannah Borno
Nel patio inondato dal sole del Marriott Hotel di Copenhagen è seduto il Cancelliere dello Scacchiere. E’ lì seduto tranquillo e ascolta con attenzione quella che sembra un’intensa conversazione ininterrotta di ben 25 minuti da parte di un anziano signore seduto davanti a lui. George Osborne è seduto e ascolta, e noi ci siamo fermati ad osservarlo.
Il linguaggio del corpo è affascinante. George appare teso, proteso, devoto. L’uomo di fronte a lui è fisicamente rilassato ma ricco di gestualità e di spiegazioni. George è lì che ascolta e cerca di restare al passo. A parte qualche parola che ha detto alla fine, le sue labbra si sono schiuse solo una decina di volte durante tutta la conversazione, e metà di queste volte era per sorseggiare un aperitivo alla frutta.
Il signore che ci dà le spalle, sprofondato comodamente nella sedia, è una persona importante e influente ma ancora poco conosciuta: è Sir John Kerr. Meglio conosciuto con il nome di Baron Kerr di Kinlochard. L’attuale vice presidente di Scottish Power.
Al Bilderberg, Sir John sembra essere al centro di ogni cosa: quando la Principessa Beatrice di Olanda appare nel patio, è lui che le va incontro. Quando nessuno beve con Richard Perle, è Sir John che gli si avvicina.
Pacche sulle spalle, abbracci, presentazioni: il Bilderberg è il suo ambiente preferito. Sir John è membro del comitato ristretto di Bilderberg e probabilmente è anche il suo fumatore più accanito. L’unica cosa che sembra più impregnata di catrame dei polmoni di John Kerr sono i capelli di Peter Thiel.
Ecco un bel cameo di Sir John, che si appresta alla sua fumatina prima di cena sulla terrazza che dà sul fiume. Probabilmente gli piace da morire vedere tutti quei fotografi fuori dal recinto.
Sir John è stato uno dei più alti funzionari pubblici inglesi: è stato a capo del servizio diplomatico e ambasciatore negli Stati Uniti e in Unione Europea.
Tra gli architetti dell’integrazione europea, è stato responsabile del segretariato che ha stilato la prima costituzione europea, e si è nascosto sotto il tavolo durante i negoziati di Maastricht, passando preziosi appunti a John Major. Nell’ombra, ma sempre al centro del potere.
Major, nelle sue memorie, ha paragonato Sir John a Machiavelli, ed era visibilmente intimorito dall’uomo. Memorabili furono queste sue parole: “Quando Kerr ti viene incontro e ti chiede l’ora, non puoi fare a meno di chiederti: perché a me e perché ora?”
Dopo aver concluso la sua carriera di funzionario pubblico, Kerr si è subito fatto un giretto nella City e fino a poco fa è stato vice presidente della società più bilderberghiana in assoluto: la Shell Oil. E’ anche consigliere di amministrazione della Rio Tinto, multinazionale mineraria.
Una creatura per metà diplomatico e per metà imprenditore, Sir John è l’estrema figura del mediatore di potere da dietro le quinte – un risolutore invisibile, in cui si fondono alla perfezione le sfere pubblica e privata. Kerr è l’incarnazione stessa di Bilderberg.
E nelle dinamiche di potere tra Sir John e il Cancelliere, Sir John vince sicuramente. E’ impossibile sapere esattamente cosa stesse dicendo in questa confabulazione, ma credo che stesse indicando quanto doveva saltare Osborne quando Kerr gli avesse detto “Salta!”
Dopo un po', un paio di organizzatori della conferenza si sono avvicinati alla coppia seduta e li hanno avvisati delle telecamere puntate su di loro. Allora Sir John ha invitato George a continuare la loro conversazione all’interno, mentre fuori nel patio proseguivano altre conversazioni.
Da un lato della terrazza, il ministro degli esteri svedese, Carl Bildt (a sinistra) riceveva preziosi consigli di finanza internazionale da parte di un membro del comitato consultivo della Goldman Sachs, il Professor Victor Halberstadt.
Mentre, in un altro angolo, il capo del FMI, Christine Lagarde, discuteva di politica finanziaria con l’economista Kevin Warsh, che siede nel consiglio di amministrazione del gigante della logistica
L’uomo al centro della foto, nascosto dalla mano gesticolante di Warsh, è Paul Achleitner, presidente della Deutsche Bank e consigliere di amministrazione della Bayer. E’ qui a Bilderberg per assicurarsi che qualsiasi cosa faccia la Lagarde al FMI, la faccia per il meglio. E che sia per il meglio della Deutsche Bank e della Bayer.
E’ qui il potere di Bilderberg: oltre alle varie sessioni, ci sono tutte queste comode e tranquille occasioni per politici e politicanti di ricevere precise istruzioni e indicazioni da parte delle grandi banche e delle grandi aziende.
Circa 10 minuti dopo aver scortato Osborne nella beata serenità degli ambienti interni. Sir John Kerry è riemerso e ha scambiato due parole con uno degli organizzatori riguardo alle telecamere puntate.
Quello sguardo verso di noi… ora capiamo perchè a Major faceva quell’effetto. Tagliente come un rasoio. Ci scommetterei un braccio che non gli piacciamo affatto. Peccato, sarebbe molto comodo averlo come amico, ci rimedierebbe i biglietti gratis per la festa di Natale di Rio Tinto, o un invito a Bilderberg – ma dobbiamo fare i bravi però.
Resta da vedere ora se Osborne parlerà pubblicamente del suo faccia a faccia di mezz’ora con Sir John nella sua dichiarazione ministeriale trimestrale sugli esiti dei suoi incontri con le organizzazioni esterne. Perchè quello era proprio uno di questi incontri, e Sir John è registrato a Bilderberg come “Vice Presidente di Scottish Power” – un’organizzazione esterna, quindi.
Quello a cui abbiamo assistito non era affatto un incontro casuale nei corridoi, era una conversazione serissima. E a noi è parsa piuttosto trasparente: rientrerà quindi tra le informazioni trasparenti di Osborne? Lo sapremo fra quattro mesi. E se sarà così, allora dovrà dirci anche degli altri incontri che ha avuto qui a Copenhagen, e di quelli che ha avuto a Watford…
Non può cavarsela con “E’ la regola di Chatham House”. Sarebbe come stabilire una regola in un campo da gioco che consente ad un giocatore di diventare invisibile. “Quando dico: “Regola di Chatham House” voi non mi potete vedere”. Mi dispiace, George, ma noi ti vediamo perfettamente. Avresti fatto meglio ad incontrare Sir John Kerry nella sauna dell’Hotel. O era completamente prenotata dalla Principessa Beatrice?
Oh, e se stai leggendo queste parole sulla via di ritorno a Westminster, Justine Greening, lo stesso vale anche per lei. Vediamo se il termine trasparenza delle dichiarazioni ministeriali significa davvero qualcosa. Nella sua dichiarazione per il periodo che copriva la conferenza Bilderberg dello scorso anno, Osborne ha definito il meeting di tre giorni con i capi delle banche e delle multinazionali con le parole “Giugno 2013 - Conferenza Bilderberg – discussioni generali”.
Niente di più inconsistente, prossimo al nulla. Il termine vago “discussioni generali” non descrive in alcun modo quello che accade a Bilderberg.
Quello che succede a Bilderberg sono questioni governative ufficiali, e le riunioni che hanno luogo qui non possono essere descritte in modo diverso da qualsiasi altra riunione ministeriale. E se non si tratta di riunioni ufficiali per quale motivo tutti i ministri presenti sono accompagnati da così tanti loro assistenti? Perché mai Bildt dovrebbe portare con sé il vice direttore generale del Ministero degli Affari Esteri svedese, Jessica Olausson?
Oh, e se stai leggendo queste parole sulla via di ritorno a Westminster, Justine Greening, lo stesso vale anche per lei. Vediamo se il termine trasparenza delle dichiarazioni ministeriali significa davvero qualcosa. Nella sua dichiarazione per il periodo che copriva la conferenza Bilderberg dello scorso anno, Osborne ha definito il meeting di tre giorni con i capi delle banche e delle multinazionali con le parole “Giugno 2013 - Conferenza Bilderberg – discussioni generali”.
Niente di più inconsistente, prossimo al nulla. Il termine vago “discussioni generali” non descrive in alcun modo quello che accade a Bilderberg.
Quello che succede a Bilderberg sono questioni governative ufficiali, e le riunioni che hanno luogo qui non possono essere descritte in modo diverso da qualsiasi altra riunione ministeriale. E se non si tratta di riunioni ufficiali per quale motivo tutti i ministri presenti sono accompagnati da così tanti loro assistenti? Perché mai Bildt dovrebbe portare con sé il vice direttore generale del Ministero degli Affari Esteri svedese, Jessica Olausson?
E se il vice direttore generale del ministero degli affari esteri deve partecipare, perchè il suo nome non è nella lista dei partecipanti? E’ venuta qui a Copenhagen solo per portare la borsa di Carl? Non è forse lei quella che passeggia nel patio del Marriott, o sono io che me lo sto sognando? Può anche essere che io stia perdendo il senno, sono tre notti che non dormo: troppo preso a guardare le foto di Sir John Kerr che istruisce i suoi accoliti. E’ qualcosa che fa diventare matti.
Per non parlare dell’effetto sullo stomaco. Anche se potrebbe essere l’effetto del barattolo di filetti di aringhe che mi sono mangiato; tuttavia non posso escluderla come causa. Tutto qui.
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=13457
Indovina chi non viene a cena. - Sergio Di Cori Modigliani
"L'altra mattina si è verificato un episodio sintomatico a Bruxelles.
E' avvenuto un episodio simile al famigerato sorrisetto di Sarkozy su Berlusconi, ma molto molto peggio e ben più grave.
Dopo le riunioni ufficiali del G7, Barack Obama ha organizzato una riunione strategica "con i partner europei" (quindi niente Cina, niente Giappone) per stabilire alcuni "punti fermi nella strategia politica globale dei prossimi mesi".
L'ora era le 17. Il nostro premier si è accodato, tutto contento. Peccato che l'Italia non sia stata invitata.
Ci sono andati la Germania, la Francia, l'Inghilterra. Lui no. Quindi, nessuno di noi. L'Italia è stata tenuta fuori.
Lo capisco.
Grazie alla nostra overclass, il nostro Paese è ritenuto non affidabile, non attendibile, non adulto a sufficienza per ascoltare ciò che devono dirsi i grandi che contano.
La cupola mediatica -a differenza che per il sorrisetto di Sarkozy- ha provveduto a non comunicare la notizia, non sottolinearla, non darle enfasi. Ecco perchè serve qualche atto comportamentale immediato di grande spessore.
Gli investitori internazionali stanno scappando via: è il danno collaterale provocato da persone come Berneschi, Bazoli, Pesenti, Penati, Ligresti, Greganti, Zaia, Cota, ecc.
Chi li paga, questi danni? Quanto ci costa la nuova immagine di un nostro premier che viene tenuto fuori della stanza che conta? Quanto ci costa il fatto che nessun telegiornale abbia dibattuto sulla vicenda?
L'Italia va a guidare il semestre europeo non per merito, ma per burocrazia, dato che c'è il turnover, quindi tocca a noi.
Ci arriva schiaffeggiata e umiliata, avvilita e denigrata.
Non si otterrà, dunque, un bel nulla. Ciò che ci prospettano è pura piatta retorica.
Per i partiti verticali è l'ultima spiaggia. E' la loro, non degli italiani. Per noi è la prima spiaggia.
Per i cittadini, per gli intellettuali liberi e pensanti, per i soggetti autonomi e indipendenti, per gli appassionati civili per bene, si tratta di equipaggiarsi per lo sbarco nel "Paese normale".
Non si otterrà, dunque, un bel nulla. Ciò che ci prospettano è pura piatta retorica.
Per i partiti verticali è l'ultima spiaggia. E' la loro, non degli italiani. Per noi è la prima spiaggia.
Per i cittadini, per gli intellettuali liberi e pensanti, per i soggetti autonomi e indipendenti, per gli appassionati civili per bene, si tratta di equipaggiarsi per lo sbarco nel "Paese normale".
Dal D-day del 6 Giugno 1944 che oggi si celebra, al O-day di domani. Dove O sta per zero. Tolleranza zero. Mafia zero. Criminalità organizzata zero. Nominati zero. Parassiti zero. Come le bibite senza zucchero, fa anche bene alla salute. Rimbocchiamoci le maniche e chiamiamo a raccolta la parte nobile del paese che esiste, eccome se c'è. Lavoriamo per il nostro sbarco.
Perchè vinciamo noi: questo è poco ma sicuro." Sergio Di Cori Modigliani
Perchè vinciamo noi: questo è poco ma sicuro." Sergio Di Cori Modigliani
PS: Ha partecipato Napolitano agli incontri ai quali Renzie non è stato invitato.
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