giovedì 4 giugno 2015

È tempo di recuperare un’idea: fratellanza. - Alain Goussot

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Tanti anni fa padre Ernesto Balducci in un testo importante che bisognerebbe rileggere, “La terra del tramonto. Saggio sulla transizione” (edito da Giunti), scriveva:
“Il tempo nuovo ci pone dinanzi una via mai tentata (…). È la via dell’uguaglianza nella diversità e della diversità nell’uguaglianza. È, appunto, l’epifania dell’altro, che comporta la struttura relazionale che costituisce il soggetto, una modificazione delle soggettività lungo i traumi esperienziali che conducono il principio di identità simultaneamente al massimo di centrazione su di sé e al massimo dell’apertura all’alterità”.
Oggi di fronte alla l’immensa tragedia degli sbarchi dei poveri del mondo sulle coste italiane (sulle responsabilità di quanto accade nel mare che separa Europa e Africa leggi anche La grande ipocrisia) bisogna riprendere queste considerazioni di Balducci, riflessioni che, alcuni anni prima, aveva sviluppato nel suo libro “L’Uomo planetario” (Giunti), mettendo in evidenza quello che ci unisce agli altri esseri umani al di là delle nostre specificità. Il mondo ha bisogno di giustizia e dove c’è solo ingiustizia non ci può essere che intolleranza, guerra e odio.
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Lo avevano capito molto bene, tra gli altri e la altre, Victor Hugo e Lev Tolstoj che parlavano di eguaglianza come base per il riconoscimento della fratellanza, dell’amore e della solidarietà tra i popoli. Victor Hugo notava nei suoi diari personali:
“Oh Dio mio! Quand’è che smetteremmo di odiarci e di lacerarci a vicenda? Eppure abbiamo tante da cose da fare insieme! Ci sono i lavoratori che ovunque chiedono lavoro e dignità, abbiamo i bambini che chiedono scuole e amore, abbiamo degli anziani che chiedono un riparo, abbiamo dei popoli che chiedono pane e giustizia!”.
Per Tolstoj l’umanità è una e comprende una grande varietà di modo di essere, di pensare e di credere e si chiedeva chi ci dà il diritto di giudicare l’altro diverso da noi quando quest’altro è anche simile a noi e non ce ne rendiamo neanche conto: l’umanità è una e comprende tutte le differenze possibili eppure la struttura d’ingiustizia basata sulle diseguaglianze è la regola dei rapporti tra i popoli. Scrive Lev Tolstoj nel suo Diario:
“È sulla menzogna dell’ineguaglianza degli uomini e sull’ebbrezza del potere e della servitù che ne risulta, che si basa soprattutto la facoltà degli uomini formati in organizzazione sociale, di commettere senza rimorsi degli atti contrari all’umanità e alla coscienza umana”.
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Victor Hugo, Lev Tolstoj e Ernesto Balducci credevano profondamente nell’utopia di una società giusta basata sulla fratellanza e l’incontro, sull’eguaglianza favorendo il riconoscimento delle differenze, una utopia umana che può essere praticata nelle nostre vite di ogni giorno, se vogliamo rispettare la nostra stessa dignità e umanità. 

Immigrazione. - Patricia Vitorique



No lo conseguí mamá,
Pero no se lo digas a los hermanos,
Ni a papá. 
Diles que llegue a ese lugar 
del que tanto nos hablaba el abuelo
donde los tanques echan agua
y las balas son de caramelo
que aquí no me falta el pan
ni el dinero para pagar.
Que sigan luchando
Por un mundo mejor.
Diles que vivo en Italia
Y que mi barco no se hundió.




Non ce l'ho fatta mamma,
Ma non dirlo ai fratelli,
Né a papà.
Digli che arrivai in quel posto
Del quale tanto ci parlava il nonno
Dove i serbatoi sono pieni d'acqua
E le pallottole sono di caramello
Che qui non mi manca il pane
Né i soldi per pagare.
Che continuate a lottare
Per un mondo migliore.
Digli che vivo in italia
E che la mia barca non è affondata.


Patricia Vitorique

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Ennesima riprova che delinquenza comune e politica vanno a braccetto. 
Mi sono sempre domandata come mai chi viene eletto esulta mentre dovrebbe preoccuparsi per le grosse responsabilità affidategli; poi ho capito che per questi loschi individui essere eletti non vuol dire assumersi responsabilità, ma avere tutte le opportunità di arricchirsi illecitamente approfittando del potere e delle conoscenze acquisite e della quasi intoccabilità che si sono attribuiti legiferando illecitamente ed abusivamente.

Cetta.

Mafia Capitale: affari sugli immigrati, 44 arresti.

I carabinieri del Ros durante le perquisizioni nella sede della cooperativa 'La Cascina' nell'ambito  dell'inchiesta su Mafia Capitale © ANSA
I carabinieri del Ros durante le perquisizioni nella sede della cooperativa 'La Cascina' nell'ambito dell'inchiesta su Mafia Capitale


Blitz Ros in Sicilia, Lazio e Abruzzo. Anche 21 indagati.


Secondo capitolo dell'inchiesta "Mondo di Mezzo", su Mafia Capitale, della procura di Roma e dei carabinieri del Ros: 44 gli arresti in Sicilia, Lazio e Abruzzo per associazione per delinquere ed altri reati. Ventuno gli indagati a piede libero. Sullo sfondo il business legato ai flussi migratori e alla gestione dei campi di accoglienza per migranti. Tra gli arrestati ci sono anche l'ex presidente del Consiglio comunale di Roma, Mirko Coratti (PD), e Luca Gramazio, accusato di partecipazione all'associazione mafiosa capeggiata da Carminati, che avrebbe favorito sfruttando la sua carica politica: prima di capogruppo Pdl al Consiglio di Roma Capitale ed in seguito quale capogruppo Pdl (poi FI) presso il Consiglio Regionale del Lazio. In manette anche l'ex assessore alla Casa del Campidoglio, Daniele Ozzimo (PD) Angelo Scozzafava, ex assessore comunale a Roma alle Politiche Sociali. I Ros hanno arrestarto anche i consiglieri comunali Giordano Tredicine, Massimo Caprari e l'ex presidente del X Municipio (Ostia), Andrea Tassone. I provvedimenti hanno riguardato anche alti dirigenti della Regione Lazio come Daniele Magrini nella veste di responsabile del dipartimento Politiche Sociali. Arrestati anche Mario Cola, dipendente del dipartimento Patrimonio del Campidoglio e Franco Figurelli che lavorava presso la segreteria di Mirko Coratti. Infine posto ai domiciliari il costruttore Daniele Pulcini.
Secondo l'accusa, Luca Gramazio avrebbe partecipato all'associazione mafiosa "in qualità di esponente della parte politica che interagiva, secondo uno schema tripartito, con la componente imprenditoriale e quella propriamente criminale". In particolare, sfruttando la sua carica politica all'interno del consiglio comunale e, poi, regionale, e "la conseguente capacità di influenza nell'ambiente istituzionale, poneva in essere - sostengono gli inquirenti - condotte strumentali al conseguimento degli scopi del sodalizio" capeggiato da Massimo Carminati. Quello che emerge dall'inchiesta, sottolineano gli investigatori, è dunque "la diffusa attività di condizionamento" attuata dall'associazione mafiosa: tutto ciò grazie alla "rete di rapporti e al ramificato sistema tangentizio intessuti dal gruppo mafioso" con il coinvolgimento di "pubblici amministratori e pubblici ufficiali".
Il blitz dei carabinieri è scattato all'alba nelle province di Roma, Rieti, Frosinone, L'Aquila, Catania ed Enna. Nell'ordinanza di custodia cautelare, emessa su richiesta della procura distrettuale antimafia di Roma, vengono ipotizzati a vario titolo i reati di associazione di tipo mafioso, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori ed altro. Contestualmente agli arresti, sono in corso perquisizioni a carico di altre 21 persone indagate per gli stessi reati. 
I provvedimenti riguardano gli sviluppi delle indagini condotte dal Ros nei confronti di "Mafia Capitale", il gruppo mafioso riconducibile a Massimo Carminati, ora in carcere. I 44 arresti di oggi scaturiscono dalla prosecuzione delle indagini avviate nel 2012 dal Ros e dalla procura di Roma che il 2 dicembre scorso avevano consentito di disarticolare l'organizzazione mafiosa capeggiata da Massimo Carminati. In quella occasione vennero arrestate 37 persone accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, estorsione, usura, corruzione, turbativa d'asta, false fatturazioni, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio ed altri reati, con l'aggravante delle modalità mafiose e per essere l'associazione armata.
Secondo gli investigatori, gli accertamenti successivi a quella tornata di arresti hanno confermato "l'esistenza di una struttura mafiosa operante nella Capitale, cerniera tra ambiti criminali ed esponenti degli ambienti politici, amministrativi ed imprenditoriali locali".
In particolare le indagini hanno documentato quello che gli inquirenti definiscono un "ramificato sistema corruttivo finalizzato a favorire un cartello d'imprese, non solo riconducibili al sodalizio, interessato alla gestione dei centri di accoglienza e ai consistenti finanziamenti pubblici connessi ai flussi migratori".
Salvini: 'Ecco chi guadagna, stop sbarchi e appalti'
"Mafia Capitale, altri 44 arresti per il business degli immigrati. Fermare subito le partenze e gli sbarchi, bloccare subito tutti gli appalti! Altro che buoni, accoglienti e solidali... sono ladri! Renzi e Alfano spargono clandestini negli alberghi di mezza Italia, capito chi ci guadagna?". Così su Fb il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini.
Marino: Oggi in Campidoglio persone perbene
"Credo che la politica nel passato abbia dato un cattivo esempio ma oggi sia in Campidoglio che in alcune aree come Ostia abbiamo persone perbene che vogliono ridare la qualità di vita e tutti i diritti e la dignità che la Capitale merita". Così il sindaco di Roma Ignazio Marino sulla nuova ondata di arresti per l'inchiesta su Mafia Capitale.

Ennesima riprova che delinquenza comune e politica vanno a braccetto. 
Mi sono sempre domandata come mai chi viene eletto esulta mentre dovrebbe preoccuparsi per le grosse responsabilità affidategli; poi ho capito che per questi loschi individui essere eletti non vuol dire assumersi responsabilità, ma avere tutte le opportunità di arricchirsi illecitamente approfittando del potere e delle conoscenze acquisite e della quasi intoccabilità che si sono attribuiti legiferando illecitamente ed abusivamente.
Cetta.

venerdì 29 maggio 2015

Scoperto un nuovo 'nonno' dell'uomo.


Era un ominide contemporaneo di Lucy.


La piu' celebre antenata dell'uomo, Lucy, era tutt'altro che sola: dopo la recente scoperta dell'australopiteco chiamato Little foot, il 'ritratto di famiglia' dei nostri progenitori si arricchisce con una nuova specie chiamata Australopithecus deyiremeda. Lo ha scoperto Yohannes Haile-Selassie, del Museo di Storia naturale di Cleveland, che lo ha descritto su Nature. L'ominide viveva, come Lucy, nell'attuale regione degli Afar, in Etiopia, all'incirca 3,5 milioni di anni fa, ossia nello stesso periodo nel quale e' vissuta Lucy.

''E' una nuova conferma che la specie di Lucy, Australopithecus afarensis, non e' l'unica potenziale antenata dell'uomo, tra le molte che popolavano la regione di Afar nel Pliocene'', ha spiegato Haile-Selassie. ''Prove fossili dal sito di Woranso-Mille mostrano chiaramente - ha aggiunto - che ci sono stati almeno due, se non tre, possibili progenitori umani che vivevano nello stesso momento e tutti vicini tra loro''.

Scoperta nel 1974, Lucy e' stata considerata a lungo l'ominide da cui si sarebbe evoluta la specie Homo, ma i recenti ritrovamenti di nuove specie di Austrolopitechi mettono ormai in discussione questa teoria. La famiglia dei possibili 'nonni' dell'uomo continua infatti ad allargarsi.

La nuova specie, di cui sono stati individuati i fossili di denti e mandibola, e' stata chiamata Australopithecus deyiremeda, dal linguaggio utilizzato in questa regione e sta a significare 'il parente piu' vicino'. Il nuovo ominide 'abitava'infatti a soli 35 chilometri da sito in cui viveva Lucy.

giovedì 28 maggio 2015

LA TRAGEDIA GRECA: SENZA ANAGNORISIS NON C'E' CATARSIS. - Charlie Brown




Nessuno può negare che la situazione greca sia una tragedia vera. Quale sia l’entità delle sofferenze del paese lo si intuisce leggendo "The Lost Continent" di Gavin Hewitt, editore della BBC per l’Europa.

Parlo di questo. 

Secondo Aristotele, la sfortuna dell’eroe tragico è da ricondurre alla sua hamartia, ossia ad un suo errore di fondo che lo precipita in una serie di eventi negativi provocandone la rovina. Dalla sua disgrazia l’eroe tragico attiene però una illuminazione circa la realtà vera, l’anagnorisis. Esito del tutto è la catarsi, una purificazione ed un rinnovamento. 
Insomma: vederci chiaro dopo il proprio fondamentale errore, purificandosi e rinnovandosi.

Nulla di ciò è presente nella attuale tragedia greca, che assume quindi i connotati di una sordida disavventura.
L’hamartia, il tragico errore di fondo c’è, eccome. Alberto ha più volte sottolineato che tale errore consiste nell’aver consegnato al mercantilismo ed agli appetiti della finanzia internazionale il “sogno europeo”. L’incarnazione di tale errore, di tale ripugnante e mostruoso accoppiamento tra ideali ed egoistiche mire è l’euro, vincolo assurdo e strumento di sopraffazione. 

L’attuale crisi greca, come le precedenti, non è che la manifestazione pratica di tale voluta ottusità. È una crisi che non ammette soluzione razionale perché è il sintomo di una irrazionalità di fondo.

Tecnicamente si possono confrontare le “ipotesi” e le pie intenzioni dell’ultima lista di "riforme" con l'andamento reale   dell’economia greca la quale, sulla base dei propri flussi finanziari interni, ha già fatto default sull'ultima rata dovuta al FMI .
Chi poi sia responsabile dell’insostenibile debito greco e come l'imbroglio e l'avidità dei grandi interessi economici e finanziari abbiano peggiorato una situazione già in partenza assurda è noto a tutti coloro che si informano un minimo.
È l’anagnorisis, l’apertura degli occhi alla realtà, che manca del tutto.

Edipo che continua pervicace nell’incesto perché non vuole capire. Vederci chiaro sulla Grecia è l’ultima cosa che gli Euro geni vogliono. Un po’ per superbia un po’ per paura e per terrore .
Raggiungiamo noi l’anagnorisis dunque: apriamo gli occhi alla fondamentale verità di questa lunghissima crisi:

1) Se la crisi si “risolve” (con un commissariamento ed con nuovi “aiuti” – si mormora ad alta voce di un nuovo bail out se il paese capitola alle condizioni dei creditori) l’euro è fallito politicamente poiché è fallito l’ideale di mettere in comune le proprie istituzioni per progredire insieme ed in pace.
Emerge in tale scenario che, soprattutto a causa dell’Euro, nel continente vale la regola del più forte e del più furbo. “Might is right”.

2) Se la crisi non si risolve (e la Grecia esce dall’eurozona o fa la fine di Cipro) l’euro è fallito tecnicamente. Ma è fallito anche politicamente poiché esso è stato dichiarato chiave d'arco dell’intera costruzione europea.
Il risultato non cambia: l’euro è già ampiamente fallito.
Quale la catarsi?
Molto semplice: la purificazione dalla velenosa menzogna che indentifica l’euro con la convivenza ed il progresso in Europa.
Una menzogna alla quale si vuole continuare a credere e per la quale si vuole continuare a “combattere” ma che resta sempre e solo questo: una bugia.

Fonte: http://goofynomics.blogspot.it
Link: http://goofynomics.blogspot.it/2015/05/la-tragedia-greca-senza-anagnorisis-non.html
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=article&sid=4114

L'ITALIA E' IL SECONDO PAESE CAVIA DELL'ESPERIMENTO LIBERISTA DOPO LA GRECIA. - Giorgio Cremaschi



Non votare Pd, unico antidoto al potere assoluto renziano.

Nel 1953 quella che fu allora chiamata legge elettorale truffa non scattò perché la Democrazia Cristiana ed i suoi alleati non raggiunsero il quorum richiesto del 50%+1 dei voti validi. Quella che doveva essere un'alleanza al centro in grado di acchiappare consenso in tutte le direzioni perse invece voti ad ampio raggio, alla sua sinistra prima di tutto, ma anche alla sua destra. Il progetto autoritario allora aveva respinto, invece che attrarre.

Oggi l'Italicum è molto più pericoloso della legge truffa del '53, che comunque assegnava un premio parlamentare consistente a chi già avesse conseguito la maggioranza assoluta dei voti. 

Oggi grazie al trucco del ballottaggio, che aggira la sentenza della Corte Costituzionale, un partito come il PD che, aldilà dell'exploit delle europee si attesta normalmente attorno al 30% dei voti validi, potrà conseguire una maggioranza assoluta priva di contrappesi e controlli. 

Ho detto il PD ma in realtà avrei più correttamente dovuto dire il suo segretario presidente Renzi, che si è costruito un sistema di governo che gli darà un potere praticamente assoluto.

Come ha notato eufemisticamente Eugenio Scalfari siamo a una democrazia che affida il potere all'esecutivo. Che è ciò che normalmente avviene in ogni dittatura. Renzi sarà eletto direttamente dal ballottaggio come un sindaco e godrà di un parlamento esautorato, composto da una netta maggioranza di nominati o fedelissimi. 
Ci sarà una sola camera che decide su tutto sulla base degli ordini del capo del governo. Camera che nominerà gli organismi di controllo senza, scusate il bisticcio, controlli. E se pensiamo che la recente sentenza della Corte Costituzionale sulle pensioni sembra sia stata decisa sei contro sei, con il voto determinante del presidente, possiamo tranquillamente concludere che al nuovo parlamento renziano basterà nominare un solo nuovo giudice costituzionale per cambiare gli orientamenti di tutta la corte.

Un potere pressoché assoluto, dunque, per fare che?

Quello che sta costruendo Renzi in realtà è un sistema autoritario che non è in proprio, ma è fondato su una sorta di fideiussione bancaria. Il programma fondamentale del governo è sempre quello della lettera del 5 agosto 2011 firmata da Trichet e da Draghi. Che come presidente della BCE continua a vigilare meticolosamente che quel programma stilato assieme al suo predecessore sia scrupolosamente attuato.

Il 28 maggio 2013 la Banca Morgan ha presentato un documento politico che metteva sotto accusa la Costituzione italiana assieme a quelle di tutti i paesi europei "periferici" e in crisi.

Queste costituzioni, secondo quel documento, nate dopo la vittoria sul fascismo, sono segnate dal peso eccessivo della sinistra e del pensiero socialista, e per questo ostacolano le riforme liberali che servono a salvare l'euro.

Con toni più brutali un editoriale de Il Sole 24 Ore, pochi giorni fa, polemizzava con la sentenza della Corte Costituzionale, affermando che con il pareggio di bilancio come vincolo costituzionale, gli obblighi del fiscal compact e il primato dei mercati globali, non ha più senso parlare di diritti indisponibili. Non crediate di avere dei diritti si diceva una volta.

I poteri forti, le grandi multinazionali, la finanza e le banche hanno da tempo deciso che il sistema di diritti sociali europeo è, per i loro concreti interessi, insostenibile. La crisi è stata un grande occasione per realizzare compiutamente un obiettivo cui si lavora da oltre trenta anni, e le riforme politiche autoritarie ne sono lo strumento.

Renzi si è quindi trovato al posto giusto nel momento giusto. Guai a fare nei suoi confronti lo stesso errore di sottovalutazione compiuto dalla sinistra democratica verso Berlusconi; e non solo per il compatto sostegno che riceve dai poteri forti italiani ed europei e da tutto il sistema dei mass media. Anche Monti aveva questo stesso sostegno, per fare sostanzialmente la stessa politica, ma non ce l'ha fatta.

La forza di Renzi sta proprio nella posizione e nella rappresentanza politica assunta. È un errore credere che egli sia un democristiano. No, la sua formazione politica non è tanto rilevante quanto il ruolo che ha deciso di interpretare. È questo ruolo è tutto all'interno della sconfitta e della rassegnazione della sinistra tradizionale. Matteo Renzi ha scalato il PD, che è bene ricordare inizialmente lo aveva respinto, dopo che il vecchio e inconcludente riformismo era stato sconfitto. Egli ha usato spregiudicatezza e populismo con una classe politica disposta a tutto pur di non perdere il potere. Per capire quello che è successo dobbiamo pensare ad altri fenomeni di trasformismo di massa nella storia della sinistra del nostro paese. Crispi alla fine dell'800, Mussolini, Craxi e naturalmente Berlusconi sono tutti predecessori non casuali di Matteo Renzi.

Il nostro è diventato il secondo paese cavia dell'esperimento liberista dopo la Grecia. In quel paese la Troika ha esagerato e ne è consapevole, per questo in Italia il progetto è diverso. Non negli obiettivi, che sono gli stessi, dal lavoro, alla scuola, alla sanità, alle pensioni, a tutti i diritti sociali. Si vuole arrivare alla stessa società di mercato brutalmente imposta alla Grecia, ma evitando la stessa reazione politica. Quindi più furbizia e anche tempo nelle misure da adottare e soprattutto lavoro per costruire un blocco di consenso politico attorno ad esse. A questo serve la mutazione genetica del PD in partito della nazione. Che in realtà è un partito collaborazionista con la Troika e con tutti i poteri economici finanziari internazionali.

Il partito della nazione che collabora costruisce così le sue cordate di consenso, da Marchionne ai sindacati complici, da Farinetti alla nuova Milano da bere, dai presidi a tutto quel mondo politico e sociale proveniente dalla sinistra il cui sentire di fondo può essere così riassunto: abbiamo speso tanto senza risultati, ora si guadagna. Non è vero che Renzi voglia liquidare i corpi intermedi, non è così sciocco sa che sarebbe impossibile. Quello che vuole il segretario del PD è un corpo di organizzazioni addomesticate e funzionali e a questo sta concretamente lavorando, come dopo il Jobs Act e la “Buona scuola”, mostra il progetto di legge Civil Act sul terzo settore.

Renzi è l'espressione di un progetto politico reazionario di adattamento dell'Italia ai più duri vincoli della peggiore globalizzazione, per questo battere lui ed il suo partito della nazione non sarà opera breve, né facile, ma è la condizione perché il paese possa riprendere davvero a progredire. Oggi contro Renzi sta un destra disfatta, nella quale lo stesso sistema mediatico renziano fa emergere il nazista dell'Illinois Matteo Salvini come avversario di comodo. Poi c'è il Movimento 5 stelle che conduce lotte importanti, ma in evidente difficoltà di fronte al populismo anticasta fatto proprio dal renzismo. E infine c'è l'arcipelago delle forze della sinistra politica e sociale. La forza di Renzi è la debolezza di questo fronte, il che permette alla sua politica di destra di contare su un vasto consenso elettorale nel popolo della sinistra.

Gli insegnanti che sfilavano in corteo il 5 maggio gridavano di non votare più PD. È un segnale importante, ma insufficiente. Occorre un rottura più profonda. Occorre che tutto il corpo sociale e politico della sinistra consideri il renzismo non come un gruppo di compagni che sbagliano, ma come il primo e principale avversario. Le ambiguità ed i compromessi di chi si dichiara contro Renzi ma poi si allea con il PD nelle elezioni locali, o dei dirigenti sindacali che lo criticano ma poi lo votano, o degli ambientalisti che sostengono Expo, tutto questo opportunismo porta solo fieno nella cascina del partito della nazione.

Ci vogliono scelte nette per costruire l'alternativa a Renzi e al suo progetto, la prima e in fondo più semplice è non votare in ogni caso ed in ogni situazione per il PD ed i suoi alleati.


Fonte: http://temi.repubblica.it/
Link: http://temi.repubblica.it/micromega-online/non-votare-pd-unico-antidoto-al-potere-assoluto-renziano/?h=0

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=15094