mercoledì 5 luglio 2017

Pensioni di garanzia per i giovani, riparte la «fase due». - Giorgio Pogliotti

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Una pensione di garanzia con parziale fiscalizzazione dei contributi per i “giovani”. 
Nuovi incentivi per favorire le adesioni alla previdenza complementare Insieme al riscatto gratuito degli anni di studi universitari e la messa a punto di un sistema per la copertura contributiva dei periodi passati, soprattutto dalle donne, a prendersi cura di familiari anziani o disabili.

Questo il pacchetto di misure della “fase due” sulle pensioni definito ieri nel confronto tra governo e sindacati; l’idea è di fissare una road map di avvicinamento alla prossima legge di Bilancio. Un percorso per stabilire le soluzioni di policy che possono essere adottate seguendo i punti della cosiddetta “fase due” del Verbale di intesa sindacale dell’anno scorso sulle pensioni. 
Con un convitato di pietra che nel frattempo s’è imposto e che i sindacati vogliono rimuovere: l’innalzamento automatico a 67 anni (cinque mesi in più del requisito attuale), che scatterebbe dal 2019 per adeguare l’età pensionabile alla speranza di vita. I sindacati vorrebbero che una decisione sull’adeguamento alla speranza di vita tornasse nell’alveo del confronto tra le parti, e non lasciata agli automatismi amministrativi, proposta peraltro osteggiata dall’Inps il cui presidente proprio ieri ha spiegato che togliere questo adeguamento automatico significa aumentare la spesa pensionistica e metterla sulle spalle delle generazioni future. Per i sindacati sarebbe anche ora di differenziare l’età di uscita, oggi a 66 anni e 7 mesi, magari in base alla tipologia di lavoro (più o meno gravosa). 

E così anche per quando riguarda quella che era l’anzianità, ovvero gli anni di lavoro richiesti prima di uscire. Dal 2019 si passerebbe a 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne (anche in questo caso 5 mesi in più rispetto ai limiti attuali se le proiezioni Istat attese per l’autunno lo confermeranno). Su queste richieste Cgil, Cisl e Uil, insieme alle categorie dei pensionati, hanno organizzato un’iniziativa unitaria il prossimo 13 luglio. «Il governo procede troppo lentamente - sostiene Domenico Proietti (Uil) - bisogna accelerare, servono risposte subito». Il sindacato, aggiunge Maurizio Petriccioli (Cisl) «attende che il Governo dia continuità al confronto, convocando i tavoli tecnici per definire le priorità da affrontare in legge di bilancio», superando «l’adeguamento automatico dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, a cominciare per chi svolge attività di lavoro più gravose».

Dalla riunione tecnica di ieri sono anche emersi chiarimenti su alcune “code” dell’accesso all’Ape sociale: tra i criteri d’accesso un disoccupato, oltre a possedere i requisiti contributivi e pensionistici, deve aver terminato da almeno 3 mesi di percepire la Naspi (o un altro ammortizzatore sociale). C’era incertezza sulla sorte dei disoccupati che hanno interrotto la Naspi (o un altro ammortizzatore sociale) per un contratto a termine che si è concluso, e sono rimasti senza strumenti di sostegno al reddito per oltre tre mesi, ma il governo ha fornito l’interpretazione che include anche questa categoria. 

Un altro chiarimento riguarda l’edilizia: i lavoratori in procinto di chiedere l’accesso all’Ape sociale o l’uscita anticipata per i lavoratori precoci, che hanno difficoltà a reperire la documentazione dalle aziende, potranno far riferimento alle casse edili. Infine gli operatori socio sanitari del pubblico saranno equiparati a quelli del privato, tra i lavori gravosi che hanno diritto all’Ape social.
Intanto oggi i tecnici di palazzo Chigi e del ministero dell’Economia riprendono in mano il dossier Ape volontaria. Il Dpcm, che da una decina di giorni è al vaglio del Consiglio di Stato (oggi si riunisce la commissione speciale istituita per questi provvedimenti pensionistici) dovrebbe tornare al governo entro pochi giorni con i pareri e poi passare alla Corte dei conti. Se non si renderanno necessarie ulteriori correzioni il Dpcm approderebbe in Gazzetta Ufficiale entro l’estate. Il confronto finale al Mef è per chiudere gli accordi quadro da siglare con Abi e Ania per regolare i rapporti con le banche e le assicurazioni che decideranno di aderire al prestito-ponte per l’anticipo fino a 43 mesi del ritiro per il pensionamento dei lavoratori con almeno 63 anni di età e 20 di contributi. Il costo del finanziamento dovrebbe restare entro un Taeg del 3,2% annuo su un tasso fisso da applicare a un rateo ventennale di rimborso.

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-07-05/pensioni-garanzia-i-giovani-riparte-fase-due-063732.shtml?uuid=AEdX0trB&refresh_ce=1

Mps, dopo il salvataggio arrivano i tagli: 5500 esuberi e chiusura del 30% delle filiali.

Mps, dopo il salvataggio arrivano i tagli: 5500 esuberi e chiusura del 30% delle filiali

MILANO - Il Monte dei Paschi dovrà avviare una profonda cura dimagrante per dipendenti e sportelli, in cambio dell'intervento patrimoniale da 8,1 miliardi con un intervento pubblico da 5,4 miliardi, per il quale è arrivato ieri il via libera della Commissione Ue.

Il nuovo piano industriale 2017-2021 del Monte dei Paschi di Siena prevede "una revisione del dimensionamento di tutte le strutture organizzative del gruppo" che porterà a una riduzione di circa 5.500 unità entro il 2021 (di cui 4.800 uscite attraverso l'attivazione del Fondo di solidarietà, 450 uscite legate alla cessione/chiusura di attività, 750 uscite derivanti da turnover fisiologico) e la chiusura di 600 filiali su 2000: un taglio del 30%. L'utile netto di Mps al 2021 sarà superiore a 1,2 miliardi di euro, con un Roe pari al 10,7%. La banca, ha spiegato l'ad Marco Morelli, prevede anche di effettuare 500 assunzioni.

Il piano (che "non peggiorerà il livello del servizio" si legge) arriva a meno di 24 ore dal via libera della Ue al salvataggio dell'istituto da parte dello Stato italiano, che diventerà il primo azionista con il 70%. Dopo sei mesi di trattative l'Unione europea ha dato il via libera all'ingresso pubblico nel capitale della banca più antica del mondo che sarà quindi oggetto di una ricapitalizzazione precauzionale da 8,1 miliardi: 5,4 miliardi dei quali in capo al Tesoro, il resto dalla conversione dei bond subordinati nel rispetto del burden sharing.

Per gli obbligazionisti subordinati retail coinvolti nella conversione forzosa in azioni è previsto un meccanismo di ristoro che la banca - ha spiegato il management in una conference call mattutina - aspetta si collochi a 1,5 miliardi di valore. Ai risparmiatori vittime di "misseling" (vendita di prodotti troppo rischiosi per il loro profilo) verranno offerti titoli senior in cambio della consegna delle azioni frutto della conversione dei loro vecchi titoli. I ristori - si legge nelle slide di presentazione - andranno a coloro che abbiano acquistato i titoli prima del 1 gennaio 2016 attraverso la rete di Mps. Il rimborso non potrà eccedere il valore di carico.

Nella conference con gli analisti, il management ha posto l'accento sullo smaltimento di 26,1 miliardi di crediti deteriorati attraverso l'intervento di Atlante, in quello che è stato descritto come il risultato più significativo per la banca in questa operazione. La vendita avverrà a un prezzo del 21% del valore nominale (5,5 miliardi) a fronte di un valore netto contabile al 31 dicembre 2016 di circa 9,4 miliardi di euro. Lo schema di cessione, viene spiegato, prevede che entro dicembre 2017 le sofferenze vengano trasferite a una società veicolo, che emetterà titoli Senior A1 per 3,256 miliardi di euro (12,5% del valore contabile), Senior A2 per 500 milioni di euro (1,9%), Mezzanine per 1,029 miliardi (4,0%) e Junior per 686 milioni (2,6%). Il 95% dei titoli Mezzanine sarà ceduto ad Atlante II. Poi, entro giugno 2018, con l'ottenimento delle garanzie di Stato (Gacs), verranno collocati sul mercato i titoli Senior e verrà ceduto ad Atlante II il 95% dei titoli Junior. A Quaestio, la società di gestione di Atlante, è stata data anche un'esclusiva per l'acquisto della piattaforma di servicing del Monte.

Quella del Monte è una operazione che segna "la svolta" per l'intero sistema bancario italiano ha detto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, rivendicando la bontà di un intervento che minimizza l'esborso per lo Stato e quindi "non scarica il costo dei salvataggi sui contribuenti". Morelli - che ha riconosciuto la fuga di depositi dei mesi scorsi ma sottolineato che nel primo trimestre del 2017 la banca ne ha recuperati ben 5,5 miliardi - ha parlato del piano come di una "pietra miliare" per la banca.


http://www.repubblica.it/economia/2017/07/05/news/mps_dopo_il_salvataggio_arrivano_i_tagli_5500_esuberi_e_chiusura_del_30_delle_filiali-169999618/

Un guazzabuglio di interventi non meglio identificati che ricadranno sulle tasche dei contribuenti, non serviranno a salvaguardare i posti di lavoro e andranno ad aumentare gli utili dei soliti ignoti con l'emissione di titoli più tossici dei precedenti.

martedì 4 luglio 2017

Sulle Alpi svizzere il fossile di un rettile corazzato.

Ricostruzione artistica del rettile delle Alpi Eusaurosphargis dalsassoi (fonte: Beat Scheffold, Paleontological Institute and Museum, University of Zurich) © Ansa
Ricostruzione artistica del rettile delle Alpi Eusaurosphargis dalsassoi (fonte: Beat Scheffold, Paleontological Institute and Museum, University of Zurich)

Straordinariamente ben conservato, ha 241 milioni di anni.

Un fossile straordinariamente ben conservato scoperto sulle Alpi svizzere ha rivelato lo scheletro completo di un antico rettile corazzato, vissuto circa 241 milioni di anni fa. Descritto sulla rivista Scientific Reports, è un esemplare estremamente raro chiamato Eusaurosphargis dalsassoi e ha permesso al gruppo di ricerca coordinato dall'università svizzera di Zurigo e da quella britannica di Oxford di farsi un'idea molto chiara dell'anatomia e dello stile di vita.

Lungo circa 20 centimetri, il rettile aveva la maggior parte del corpo ricoperta da placche corazzate, con file spinose lungo i fianchi che lo proteggevano dai predatori. Questa struttura lo rende molto simile a una bizzarra specie di lucertola africana, chiamata Ouroborus cataphractus, che con il rettile delle Alpi non ha alcuna parentela e che ha evoluto in modo indipendente corazza e spine, probabilmente ispirando con il suo aspetto alcune leggende sui mitici draghi.

Il fossile delle Alpi è stato trovato a 2.740 metri di altitudine, nella località di Ducanfurgga, ed è il secondo di questa specie ad essere descritto: il primo risale al 2003, scoperto in Italia sul Monte San Giorgio, ma si trattava di un esemplare incompleto. L'animale era venuto alla luce insieme a molti fossili di pesci e rettili marini, portando gli scopritori a credere che anche il rettile corazzato rinvenuto potesse essere un animale acquatico, ipotesi smentita dallo studio più recente, che ha potuto avere a disposizione uno scheletro perfettamente integro.

Un governo come il nostro, che governo è?

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zanzara/governo

Ho preso spunto da un post letto per una riflessione: 
un governo che vuole farci credere di voler incrementare il lavoro approvando la legge Biagi, i voucher lavoro, contratto a progetto (poi abolito), ed altri similari, che governo è?

Un governo che obbliga un cittadino a corrispondergli la metà del proprio guadagno senza ottenere nulla in cambio, che governo è?

Un governo che ci costringe ad accettare che la loro corruzione dilaghi senza operare alcun provvedimento per frenarla ed eliminarla, che governo è?

Un governo che, con i nostri soldi, ci costringe a salvare le banche asserendo che, salvando le banche, si salva anche l'economia traballante del paese, che governo è?

Un governo che legifera per aumentare i propri benefit mentre aumenta le nostra tasse, che governo è?

Un governo che non ci permette di curarci operando continui tagli alla sanità, ma ci costringe ad iniettarci ben 12 vaccini, che governo è?

Non abbiamo bisogno di un governo che ci maltratti, abbiamo bisogno di un governo che ci rispetti ed agisca per il bene comune!

Taglio ai vitalizi dei parlamentari, la porcata alla Camera: salta tutto.

Taglio ai vitalizi dei parlamentari, la porcata alla Camera: salta tutto

Toh, che strano: alla Camera i deputati non hanno voglia di affrontare, subito, la riforma che taglia i loro vitalizi. Il testo di legge proposto dal dem Matteo Richetti, dopo aver avuto l'ok con modifiche in Commissione Affari costituzionali, è atteso in aula a Montecitorio per l'11 luglio, ma come spiega Il Messaggero la data più probabile visto il fitto calendario dei lavori è la settimana successiva. In realtà, molti dei diretti interessati ritengono che alla fine si troverà un modo per far slittare il tutto a dopo le vacanze, a settembre, con fortissimi timori che la legge finisca insabbiata, ancora una volta.
Manca la relazione tecnica sulla fattibilità del nuovo sistema, richiesta dalla commissione Bilancio al Ministero del Tesoro. Dall'Inps si dicono disponibili a fornire le stime necessarie, ma non subito: serve tempo. Di tempo però ce n'è poco, perché la data cruciale è il 14 settembre, quella in cui i deputati in carica alla loro prima legislatura maturano il diritto al vitalizio. La verità è che le maggiori resistenze, per ora, arrivano proprio dal Pd: i deputati meno renziani (o anti-renziani, direttamente) rifiutano di inseguire il Movimento 5 Stelle su una battaglia che non giudicano, ovviamente, prioritaria. I dubbi sono però trasversali e soprattutto arrivano fino a Palazzo Madama, dove i numeri per la maggioranza sono ancora più risicati e basta che qualche senatore si metta di traverso per far saltare tutto.
Il terrore di molti ex deputati diventati senatori, a sentire la grillina Laura Bottici, uno dei questori di Palazzo Madama, è di "perdere tutto" quanto acquisito negli anni precedenti. E poi ci sono la legge elettorale e la finanziaria, che già in estate prenderanno il sopravvento su tutto il resto. Un ottimo alibi.

Primo sguardo sull'abbraccio di due buchi neri.

Rappresentazione artistica di una coppia di buchi neri (fonte: Joshua Valenzuela/UNM) © Ansa
Rappresentazione artistica di una coppia di buchi neri (fonte: Joshua Valenzuela/UNM)

Stretti in una danza fatale, che li porterà a collidere.


Osservata per la prima volta direttamente una coppia di buchi neri giganteschi stretti in un abbraccio mortale che li porterà a collidere. Il fenomeno è analogo a quello che ha generato il segnale legato alla scoperta delle onde gravitazionali e finora si riteneva impossibile poter osservare così in dettaglio un evento simile. Pubblicata sull' Astrophysical Journal, la scoperta si deve al gruppo coordinato da Karishma Bansal, dell'università americana del Nuovo Messico.

"E' il primo sistema di buchi neri mai osservato direttamente", ha rilevato uno degli autori, Greg Taylor. E' la prima coppia di buchi neri, ha aggiunto, nella quale è possibile distinguere i due corpi celesti, che si muovono l'uno rispetto all'altro. I due buchi neri si trovano al centro di una galassia distante circa 750 milioni di anni luce, complessivamente hanno una massa paragonabile a 15 miliardi di volte quella del Sole e sono separati fra loro da 'appena' 24 anni luce.BR>

''Una distanza di due dozzine di anni luce può sembrare grande, ma non per questo genere di oggetti celesti. È come se i due buchi neri fossero abbracciati in un valzer fatale'', ha osservato Gabriele Ghisellini, dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), sul sito Media Inaf. ''Tra qualche milione di anni - ha proseguito - si fonderanno in un fuoco d'artificio di onde gravitazionali''. Il risultato arriva dopo 20 anni di osservazioni con il sistema di radiotelescopi americano Vlba (Very Long Baseline Array), che ha catturato i segnali radio emessi, su diverse frequenze, dai due corpi celesti. Le misure raccolte negli anni hanno permesso di calcolare le orbite dei buchi neri e di confermare che si tratta di un sistema binario. Secondo gli astrofisici, la ricerca aiuterà a comprendere il meccanismo all'origine di un evento catastrofico come la fusione di due buchi neri.

domenica 2 luglio 2017

Leggetelo.......Questa è la Sicilia che Amo

L'immagine può contenere: cielo e spazio all'aperto


Leggetelo.......Questa è la Sicilia che Amo.

"È martedì 27 giugno e siamo in Sicilia, sull'autostrada A29 che collega Mazara del Vallo a Palermo, nel beve tratto tra le cittadine di Carini e Capaci.
Alle ore 18:30 si verifica un grave incidente, nel quale purtroppo perde la vita una giovane donna. Il traffico si paralizza, inspiegabilmente.
Nessun veicolo riesce più a muoversi.
L'autostrada si trasforma in un lungo serpente di metallo rovente ed inizia un terribile calvario per centinaia di persone che, loro malgrado, rimangono intrappolate in un vero e proprio inferno. Con una temperatura di quasi 40° e nessuna via di fuga, i malcapitati non possono che sperare in un miracolo. L'autostrada è un luogo dal quale non si può fuggire. Non si può lasciare la macchina lì ed andarsene a piedi, e non si può andare nè avanti nè indietro perché davanti e dietro ci sono centinaia di altri automobilisti intrappolati anche loro. Il calvario inizia alle 19:00 circa e durerà ben cinque ore. Una sofferenza immane, praticamente immobili, con le scorte d'acqua (per chi ne ha) che si svuotano vorticosamente e il terrore di non sapere cosa fare. Per ore interminabili, il serpente di metallo non avanza, rimanendo lì, come un rettile al sole. Dopo quattro ore la situazione diventa insostenibile. I bambini iniziano ad avere fame e sete, i più piccoli piangono. I genitori sono disperati. È il panico. Un panico diffuso che toglie il fiato.
Ci guardiamo attorno disperati, non sappiamo che fare.
Ma siamo in Sicilia, terra di grandi tragedie ma anche di grandi miracoli.
E il miracolo, accade.
Un drappello di temerari, composto da alcune persone che vivono nelle case di villeggiatura poste nei pressi dell'autostrada, si avvicina alle reti di protezione che delimitano la carreggiata.
I volenterosi, capeggiati da una donna che ha uno sguardo fiero e gentile, iniziano a chiedere se ci sono bambini e se qualcuno può avere bisogno di acqua o generi di conforto. Dalle vetture si alzano delle disperate richieste d'aiuto. Un padre implora un po' d'acqua "per il mio bambino, vi prego...".
Come naufraghi che, risucchiati dalle onde, cercano disperatamente di aggrapparsi ad un legno galleggiante, anche altre famiglie in coda da ore sotto il sole cocente chiedono dell'acqua per i propri bambini.
Parte una straordinaria gara di solidarietà. La donna chiama a rapporto i giovani del gruppo, impartisce precise direttive e, all'unisono, un nugolo di "picciotti" t verso le rispettive case. I ragazzotti compiono la missione con determinazione e destrezza. Si precipitano, non esitano un solo attimo. In pochi istanti i frigoriferi e le dispense vengono saccheggiati e una staffetta perfettamente improvvisata fa arrivare sul posto ogni ben di Dio. Le mani dei naufraghi si protendono oltre le barriere di protezione che dovrebbero impedire ai cani randagi di accedere in autostrada, le mani dei soccorritori si protendono verso i bisognosi, porgendo agli automobilisti esausti quello che sembra arrivare dal Cielo. Acqua, prima di tutto, ma anche merendine e gelati "pi li picciriddi" (per i bambini). Addirittura degli omogeneizzati. Quel papà che aveva chiesto l'acqua per il figlio si commuove, non sa come manifestare la sua gratitudine. Imbarazzato, prende il portafogli... cerca di dire qualcosa che non sia troppo fuori luogo, poi esordisce con un "almeno un caffè vorrei potervelo offrire".
Non l'avesse mai fatto. Dal popolo di soccorritori improvvisati ma efficentissimi si alza un coro unanime. Non accetteranno nulla per quel cibo che stanno offrendo. "U beni si fa senza addumannari nenti n'canciu" (il bene si fa senza chiedere nulla in cambio) dice sorridendo la direttrice dei soccorsi. "Si propriu voli, c"addumannu sulu na priera picchì i me figghi truvassiru travagghiu" (se proprio vuole, le domando solo di fare una preghiera per i miei figli, perché trovino un lavoro). L'uomo è imbarazzato, risponde solo "che Dio la benedica, signora ". Poi prende in braccio quel cibo, come fosse un bambino appena nato, da mostrare a tutti, ed inizia a girare per le macchine, distribuendolo anche agli altri automobilisti. Di macchina in macchina chiede se ci sono bambini e se qualcuno vuole dei gelati e delle merendine. Accanto a lui, il tizio che guidava la macchina che lo precedeva si occupa di distribuire l'acqua. In pochi minuti, decine di persone possono dissetarsi e i bambini possono mangiare qualcosa. Anche un signore anziano si avvicina timidamente... "potrei avere un gelato per favore...", anche lui trova un po' di ristoro.
Una piccola bimba indiana riceve un ghiacciolo e la madre ringrazia inbarazzata. Un ragazzino si avvicina incredulo, c'è un gelato anche per lui. Un giovane uomo di colore riceve l'offerta di un gelato, che rifiuta con grande cortesia, sorride dicendo "grazie ho già mangiato". Una frase che, pronunciata come un automatismo, avrà già ripetuto molte volte, anche quando i morsi della fame gli facevano attorcigliare le budella.
Poi qualcosa si muove.
Il serpente di metallo fa un balzo avanti, si riparte.
I soccorritori ci salutano con la mano, come si saluta un amico su un treno in partenza.
Bene.
Questa è la Sicilia.
Questa è la Terra che amo.
Vivendo questa esperienza ai limiti dell'assurdo, non ho potuto fare a meno di pensare che proprio lì, a poche centinaia di metri dal luogo dove il Giudice Falcone era stato orribilmente assassinato insieme alla moglie e alla sua scorta, per mano di alcuni siciliani, altri siciliani stavano spontameamente attuando una vera e propria gara di solidarietà verso il prossimo, verso dei perfetti estranei, offrendo loro tutto quello che avevano in casa. Privandosene, senza alcuna esitazione. Così, solo per altruismo. Tutto questo, senza chiedere nulla in cambio e senza chiedersi se chi avrebbe ricevuto quel cibo era italiano o straniero, se era un uomo o una donna, se era amico oppure nemico.
Perché non è questo, forse, il senso più profondo e vero dell'aiutare il prossimo?
Tendere una mano a chi ne ha bisogno, nel momento in cui ne ha bisogno, senza chiedere nulla in cambio.
Come quella donna siciliana che martedì sera, senza saperlo, ai miei occhi ha onorato la memoria di Giovanni Falcone e di tutti gli altri caduti per mano mafiosa, nel miglior modo in cui questo poteva essere fatto.
Io dono tutto quello che ho, me ne privo per darlo a te, che neanche ti conosco, solo perché tu ne hai bisogno.
Onore".
Daniele Ammoscato.


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