sabato 29 luglio 2017

Perchè protestiamo.

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Il problema della nostra continua protesta nei confronti di chi ci governa sta nei paradossi che compiono regolarmente legiferando.

Sta nel fatto che ci impongono cure che non vorremmo fare, ci impongono di tenere in vita ammalati senza speranza (accanimento terapeutico) e, nello stesso tempo, permettono alle fabbriche di veleni di continuare ad avvelenare l'aria che respiriamo, la terra che coltiviamo, l'acqua che beviamo; 
oltretutto, non fanno nulla per salvare la terra dal surriscaldamento globale, il mare dall'inquinamento e tanto ancora.
Il problema sta nel fatto che sono poco credibili, ed è per questo che ci sentiamo in diritto di dubitare di ciò che dicono quando legiferano volendoci far credere che lo facciano per il nostro bene.
Quando si legifera per il bene comune la cittadinanza vive bene, è soddisfatta.
Non non viviamo bene, non siamo soddisfatti e ci sentiamo oppressi dalle tasse che paghiamo senza ricevere nulla in cambio; 

se ne deduce, pertanto, che chi ci governa non legifera per soddisfare i nostri interessi, ma per agevolare chi gli permette di mantenere potere e prestigio.

Non ci sono alternative.

Primum Vivendi, deinde philosophari. - Marco Travaglio



Flavio Cattaneo non mi è mai stato particolarmente simpatico. L’ho attaccato duramente nel 2004, quand’era Dg della Rai berlusconiana che chiuse Raiot di Sabina Guzzanti (Rai3) dopo una sola puntata dedicata ai conflitti d’interessi di B., anche se poi si scoprì che il programma stava quasi più sulle palle alla sinistra che alla destra (il direttore di Rai3 Ruffini e la presidente Annunziata non mossero un dito). Ma confesso che il dibattito sulla sua buonuscita milionaria mi appassiona fino a un certo punto. È un bravo manager Cattaneo? Pare di sì, a giudicare dai risultati: ha fatto bene a Terna, ha fatto bene a Ntv (la società dei treni Italo), ha fatto bene a Telecom-Tim. Il mese scorso bastarono le prime indiscrezioni sulla sua cacciata dalla compagnia telefonica italo- francese (la controlla Vivendi di Vincent Bolloré), perché il titolo in Borsa perdesse 4 punti in un giorno: gli azionisti, soprattutto i fondi d’investimento internazionali, si fidano di lui. Poi quelle voci si rivelarono fondate e allora, per tranquillizzare i soci, Vivendi si affrettò a far circolare la leggenda che l’addio dell’Ad è concordato e consensuale: invece lo sanno tutti che un manager di quel livello non se ne va d’amore e d’accordo con la proprietà dopo appena un anno e mezzo. In caso di divorzio spontaneo, il suo contratto – ovviamente analogo a quello lasciato a Ntv – prevedeva una “penale” di 40 milioni: troppo alta? Può darsi, ma chi l’ha concessa doveva pensarci prima, quando firmò il contratto che, come per ogni top manager, anche per Cattaneo contemplava la possibilità del licenziamento senza giusta causa – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano nell’editoriale di oggi 28 luglio 2017, dal titolo “Primum Vivendi, deinde philosophari”.
In ogni caso, pare che Cattaneo uscirà con meno: circa 25 milioni lordi, inclusi i compensi legati ai risultati ottenuti. Per capire se la cosa deve impensierire noi comuni mortali, che quelle cifre non le vedremo mai neppure in cartolina, o se invece possiamo allegramente infischiarcene, dobbiamo porci una domanda: chi paga il conto? Se la Telecom fosse di Stato, il conto lo pagheremmo noi, dunque dovremmo preoccuparcene eccome. Ma dal 1999 la Telecom è privata: il governo D’Alema la vendette ai “capitani coraggiosi” Colaninno, Gnutti, Consorte & C., che poi la vendettero alla Pirelli di Tronchetti Provera, che poi la vendette alla spagnola Telefonica e ad alcune banche italiane, che poi la vendettero a Vivendi (che è pure azionista di Mediaset). Quindi la buonuscita a Cattaneo la pagano gli stessi privati che ne hanno decretato l’uscita: monsieur Bolloré&C.
I quali sborseranno un bel po’ di milioni di euro, in gran parte stranieri, su cui oltretutto il manager italiano pagherà le tasse in Italia. C’è però un aspetto che ci riguarda, come cittadini e consumatori italiani: quel che è accaduto, sta accedendo e accadrà nella principale compagnia telefonica italiana. Cioè esattamente ciò di cui i nostri giornaloni e giornalini, così appassionati al chissenefrega della liquidazione, non si occupano. E perché non se ne occupano, continuando a guardare il dito anziché la luna? Perché dovrebbero rispondere a qualche domandina semplice semplice. Perché Cattaneo lascia Telecom dopo meno di un anno e mezzo da quando arrivò lasciando Ntv, di cui è pure azionista? Nessuno lo ha spiegato. C’entra qualcosa l’ansia di compiacere Matteo Renzi che, dopo aver ostacolato la nomina di Cattaneo a Telecom tramite la Cassa depositi e prestiti dei soliti Costamagna &C, ha sabotato in ogni modo il piano di banda larga targato Tim per sponsorizzare anche con bandi di gara compiacenti quello molto più costoso (per le nostre tasche) targato Enel (società amica del Giglio Magico, ma totalmente neofita nel ramo telefonico), col risultato che, più che larga, la banda è lentissima? È vero, come ha scritto La Stampa, che Renzi detesta a tal punto Cattaneo da arrivare a protestare con Bollorè per le critiche della sua compagna, l’attrice Sabrina Ferilli, al Pd, al governo e alla controriforma costituzionale? È vero che le perquisizioni disposte nei giorni scorsi dalla Consob con 60 militari della Guardia di Finanza per sequestrare computer e caselle di posta elettronica nelle sedi dirigenziali Tim di Milano e Roma erano finalizzate a verificare il sospetto – affacciato da varie fonti interne al Gruppo – che i francesi tentassero di usare risorse di Telecom per sistemare i conti delle proprie società, proponendo acquisti di fiction e nuovi fornitori parigini “amici” e caldeggiando joint venture con il pericolante Canal Plus (alleanza guarda caso ufficializzata in contemporanea con l’annuncio dell’uscita di Cattaneo)?
E ancora: le Procure di Milano e di Roma si stanno interessando al caso per gli eventuali profili penali?
E il governo italiano non ha nulla da dire su un’azienda non più pubblica, ma comunque fra le più strategiche rimaste nel nostro Paese (65mila dipendenti), fra l’altro proprio mentre il presidente Emmanuel Macron interviene a gamba tesa nel libero mercato per bloccare i legittimi interessi di Fincantieri oltralpe? Possibile che i nostri politici, da sempre aggreppiati a Telecom per i loro giochetti, improvvisamente se ne freghino, anziché domandare una volta per tutte a monsieur Bollorè che ci è venuto a fare in Italia? Ha investito contemporaneamente sia in Mediaset (socio di minoranza) sia in Telecom (azionista di controllo): ora, a parte le supercazzole sulle “sinergie” fra i due gruppi rimaste nel libro dei sogni, che progetti ha, se ne ha? E, visto che se lo chiede persino la Consob: i francesi vogliono gestire Telecom nell’interesse della Telecom oppure di Vivendi? Non è affatto detto che le due cose coincidano.

giovedì 27 luglio 2017

Uguaglianza.

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Vuoi il vitalizio?
Concedilo a tutti, così non si potrà dire che esistono disparità di trattamento.
Vuoi una congrua buonuscita? Concedila anche agli impiegati comuni, affinché non si dica che esiste una disparità di trattamento.
Ricorda, inoltre, che la disparità di trattamento potrebbe anche essere dichiarata anticostituzionale....
Art. 3 della Costituzione:
"E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."

Tratta, una vittima su quattro è minorenne.

 © ANSA

In Italia nel 2016 censite 1.172 vittime, quasi tutte di sesso femminile.

Il fenomeno della tratta e dello sfruttamento di minori nel mondo è largamente sommerso, ma i dati disponibili in 106 Paesi sono allarmanti. Su 63.251 casi rilevati, ben 17.710 (uno su 4) riguardano bimbi o adolescenti, con una larga prevalenza femminile (12.650). E' quanto emerge dal dossier "Piccoli Schiavi Invisibili 2017" di Save the Children. Il fenomeno è radicato anche nell'Ue, dove risultano almeno 15.846 vittime, di cui le donne sono il 76% e i minori il 15%.
Le principali forme di sfruttamento sono la prostituzione (67%) e il lavoro (21%) soprattutto in ambito agricolo, manifatturiero, edile, domestico e nella ristorazione. In Italia, nel 2016, le vittime di tratta censite e inserite in programmi di protezione sono state 1.172, di cui 954 donne e 111 bambini e adolescenti, in gran parte femmine (84%). Le vittime under 18 sono soprattutto nigeriane (67%) e lo sfruttamento sessuale rappresenta la maggioranza dei casi, con un andamento crescente.

Latina, scoperta enorme discarica di rifiuti tossici: 20 arresti.

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Nei pressi del sito decine di camion e macchinari utilizzati per il trasporto e lʼinterramento immediato delle sostanze pericolose.


La polizia ha scoperto una cava dismessa in provincia di Latina, trasformata in un'enorme discarica per rifiuti tossici. Nei pressi del sito decine di camion e macchinari utilizzati per il trasporto e l'interramento immediato delle sostanze pericolose. Una ventina di persone arrestate, accusate a vario titolo di far parte di un'associazione dedita al traffico illecito di rifiuti pericolosi.

I provvedimenti sono stati emessi dal giudice del tribunale di Roma su richiesta della Dda. In mesi di accertamenti, con intercettazioni e sistemi di videosorveglianza, i poliziotti hanno scoperto che a partire da marzo del 2016 l'organizzazione aveva trasformato una cava di pozzolana dismessa da anni in una enorme discarica dove far sparire le sostanze pericolose. I rifiuti arrivavano a bordo di decine di veicoli pesanti, anche di notte, e venivano immediatamente interrati con delle pale meccaniche, in modo da far sparire ogni traccia.

Al vertice dell'organizzazione che si occupava del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti pericolosi, sostengono gli investigatori, c'era un romano di 53 anni e suo figlio 22enne. Risultano indagati numerosi imprenditori di Roma e Latina operanti nel settore dei rifiuti. Effettuati sequestri di società, quote societarie, abitazioni, fabbricati industriali e terreni per diversi milioni.


Chi pagherà per questo?
Se un'associazione dedita al traffico illecito di sostanze nocive non è mafia, che cosa è?

mercoledì 26 luglio 2017

Sky, da ottobre costa di più e si paga ogni 4 settimane.

Sky, da ottobre costa di più e si paga ogni 4 settimane


Cambia la periodicità di fatturazione per Sky, che sarà di ogni 4 settimane. Un cambiamento - in vigore dal primo ottobre 2017 - che comporta la ricezione di 13 fatture in un anno e non più 12, con un conseguente incremento del costo dell’abbonamento pari all’8,6% su base annua. E' quanto si legge sul sito della società stessa.

"Se benefici di una o più promozioni attive, il costo dell’abbonamento sarà calcolato e fatturato ogni 4 settimane ma ti sarà garantito il mantenimento delle condizioni contrattuali sottoscritte per tutta la durata della promozione - sottolinea Sky - Alla fine del periodo promozionato l’offerta passerà al listino in vigore con il costo dell’abbonamento fatturato ogni 4 settimane".

Fondazione – Caduta dell’Impero Galattico Americano. (1^ parte) - Jim Quinn



“La caduta dell’impero, signori, per quanto sia una cosa dalla portata enorme, non è contrastabile con facilità. È dettata dalla una burocrazia emergente, dall’iniziativa sfuggente, dalla conservazione di prestigio, dal contenimento del desiderio di conoscenza e da un centinaio di altri fattori. Si protrae, come ho detto, da secoli, ed è un movimento troppo maestoso e imponente per arrestarsi.”– Isaac Asimov, Fondazione
“Qualsiasi sciocco può dire, quando sopraggiunge, che si tratta di una crisi. Il vero e proprio atto utile allo stato delle cose è rilevarla in embrione.”– Isaac Asimov, Fondazione
Ho letto la rinomata e premiata trilogia di fantascienza di Isaac Asimov una quarantina di anni fa, quando ero adolescente. L’ho letta perché mi piacevano i romanzi di fantascienza, non perché stavo cercando di capire la correlazione con la caduta dell’Impero Romano. I libri che sono poi stati intitolati Foundation Trilogy (n.d.T. Trilogia della Fondazione) (Foundation, Foundation and Empire, Second Foundation) non sono stati scritti come romanzi; sono i racconti relativi alla Fondazione, raccolti in volume, che Asimov ha scritto tra il 1941 e il 1950. Ha scritto queste storie durante le fasi finali della crisi della nostra ultima Quarta Svolta e le fasi iniziali del picco successivo. Questo è avvenuto nello stesso arco di tempo in cui Tolkien scriveva la Trilogia de Il Signore degli Anelli e Orwell scriveva 1984. Non è stata una coincidenza.
Il tono di presagio, pericolo, paura, e imminente castigo, che si accompagna alla guerra senza fine, dà propellente a tutti questi romanzi perché sono stati tutti scritti durante la parte più sanguinosa e pericolosa dell’ultima attuale Quarta Svolta. Mentre l’istituzione del pensiero lineare continua a essere accecata dal continuo deterioramento delle condizioni economiche, politiche, sociali e culturali in tutto il mondo, siamo entrati nella fase più insidiosa dell’attuale Quarta Svolta.
Questo stato d’animo infausto che inghiotte il mondo non è una nuova dinamica, ma un evento ciclico che sopraggiunge ogni 80 anni o giù di lì. Otto decenni fa il mondo era sul punto di una guerra mondiale, che avrebbe ucciso 65 milioni di persone. Otto decenni prima del 1937 il Paese era sul punto di una guerra civile che avrebbe ucciso quasi il 5% della popolazione maschile. Otto decenni prima del 1857 la Rivoluzione Americana era appena iniziata e sarebbe durata sei anni sanguinosi in più. Niente di tutto questo è coincidenza. La configurazione generazionale si ripete ogni ottanta anni, guidando il cambiamento di umore che porta a un cambiamento rivoluzionario e alla distruzione dell’ordine sociale esistente.
Isaac Asimov certamente non prevedeva che le sue storie sulla Fondazione rappresentassero il declino di un Impero Americano che ancora non esisteva. L’opera che ha ispirato Asimov era la serie a più volumi di Edward Gibbon, The Decline and Fall of the Roman Empire, pubblicata tra il 1776 e il 1789. Gibbon considerava la caduta di Roma non come conseguenza di particolari eventi drammatici, ma come risultato del graduale declino della virtù civica, della svalutazione monetaria e dell’affermarsi del Cristianesimo, che ha reso i Romani meno propensi alle faccende terrene.
Il tomo di Gibbon riflette la stessa teoria generazionale sposata da Strauss e Howe in  The Fourth Turning. La conclusione di Gibbon è che la natura umana non cambia mai, e la propensione del genere umano a dividersi, amplificata dalle differenze ambientali e culturali, è ciò che governa la natura ciclica della storia. Gibbon costruisce una narrazione che attraversa i secoli, mentre gli eventi si svolgono e i successi e i fallimenti degli imperatori si verificano nel contesto del declino inesorabile dell’Impero. Gli eventi e i comportamenti dei singoli imperatori, in particolare, erano irrilevanti in un quadro più ampio e nel modello di declino storico. La storia progredisce inesorabilmente con l’impulso della legge dei grandi numeri.
Asimov ha descritto la sua ispirazione per i romanzi:
“Ho voluto considerare essenzialmente la scienza della psicostoria, una cosa di mia invenzione. È stata, in un certo senso, la lotta tra libero arbitrio e determinismo. Ho voluto creare, d’altra parte, una storia in analogia con l’opera The Decline and Fall of the Roman Empire, ma sulla scala molto più grande della galassia. Per fare ciò, ho assunto l’atmosfera dell’Impero Romano e l’ho tracciata molto più in grande. Il sistema sociale, poi, è molto simile al sistema dell’Impero Romano, ma ciò era solo un abbozzo.
Mi sembrava che, se avessimo veramente un impero galattico, ci sarebbero così tanti esseri umani – a quintilioni -, da poter forse essere in grado di prevedere con grande precisione il comportamento delle società, anche se il comportamento degli individui che compongono queste società non sarebbe prevedibile. Così, sullo sfondo dell’Impero Romano tracciato in grande, ho inventato la scienza della psicostoria. Per tutta l’intera trilogia, poi, ci sono forze opposte del desiderio individuale e della manomorta dell’inevitabilità sociale.”
La storia è predeterminata?
“Non capite? È una cosa che abbraccia tutta la galassia. Si tratta di un culto del passato. Di un aggravamento, di una stagnazione!” – Isaac Asimov, Fondazione
“È stata la mia filosofia di vita che, se affrontate con coraggio, le difficoltà svaniscono.” – Isaac Asimov, Fondazione
La trilogia della Fondazione si apre su Trantor, la capitale dell’Impero Galattico da ormai 12.000 anni. Anche se l’impero appare stabile e potente, sta lentamente decadendo in modi che possono essere messi in parallelo con il declino dell’Impero Romano d’Occidente. Hari Seldon, matematico e psicologo, ha sviluppato la psicostoria, un nuovo campo della scienza che mette alla pari della matematica tutte le possibilità che si presentano nelle grandi società, il che permette la previsione di eventi futuri.
La psicostoria è una miscela di psicologia delle masse e matematica di alto livello. Un abile psicostorico è in grado di prevedere il comportamento globale, a lungo termine, di miliardi di persone per molti anni nel futuro. Tuttavia, funziona solo con i grandi gruppi. La psicostoria è quasi inutile per prevedere il comportamento di un individuo. Inoltre, non va bene se il gruppo oggetto di analisi è consapevole che è sotto analisi – perché se ne è a conoscenza, il gruppo cambia il suo comportamento.
Utilizzando la psicostoria, Seldon ha scoperto la natura del declino dell’Impero, facendone arrabbiare i governanti aristocratici. I governanti, considerando il punto di vista e le dichiarazioni di Seldon come quelli di un sovversivo, lo arrestano. Seldon, messo alla prova dallo Stato, difende le sue convinzioni, spiegando la sua teoria che l’impero crollerà in 300 anni e che si entrerà in un’età buia della durata di 30.000 anni.
Egli informa i governanti che un’alternativa a questo futuro è ottenibile, e spiega a loro che generando un’antologia di tutta la conoscenza umana, l’Enciclopedia Galattica, non eviterebbe la caduta ineluttabile dell’Impero, ma ridurrebbe l’età buia a “soli” 1.000 anni.
I burocrati, nel loro stato di paura, gli offrono esilio in un mondo remoto, Terminus, con altri intellettuali accademici che potrebbero aiutarlo a creare l’Enciclopedia. Egli accetta la loro offerta, e mette in moto il suo piano di istituire due Fondazioni, una a ogni estremità della galassia, per preservare la conoscenza accumulata dell’umanità e quindi accorciare l’Età buia, una volta avvenuto il crollo dell’Impero. Seldon ha creato la Fondazione, sapendo che sarebbe poi stata considerata una minaccia per i governanti dell’Impero, provocando l’attacco finale. È per questo che ha creato una Seconda Fondazione, sconosciuta alla classe dominante.
Il concetto di psicostoria di Asimov, sulla base della prevedibilità delle azioni umane secondo la teoria dei grandi numeri, ha delle somiglianze con la teoria generazionale di Strauss &Howe. La sua teoria non ha la pretesa di prevedere le azioni degli individui, ma ha formulato leggi precise, sviluppate con l’analisi matematica per prevedere l’azione di massa dei gruppi umani. Il suo romanzo esplora il dibattito secolare se la storia umana procede in modo prevedibile, con persone incapaci di cambiarne il suo corso, o se gli individui possono alterarne la progressione.
La natura ciclica della storia, guidata da coorti generazionali che assommano a decine di milioni di individui, è stata documentata nel corso dei secoli da parte di Strauss &Howe nella opera del 1997, The Fourth Turning. Gli esseri umani, in gran numero, reagiscono in modo prevedibile come una mandria. So che è una delusione per tutti gli individualisti del pensiero lineare che credono erroneamente che una persona possa cambiare il mondo e il corso della storia.
Le crisi cicliche che si verificano ogni ottant’anni corrispondono a quanto verte ogni racconto della Fondazione, ciò che viene chiamato “crisi Seldon”, la congiunzione di apparentemente insolubili difficoltà esterne e interne. Le crisi sono state tutte predette da Seldon, che appare verso la fine di ogni storia come ologramma per confermare che la Fondazione ha attraversato la precedente in modo corretto.
Le “crisi Seldon” assumono due forme. O gli eventi si svolgono in modo che vi sia un solo percorso chiaro da intraprendere, o le forze della storia cospirano per determinarne il risultato. Ma caratteristica comune è che il libero arbitrio non ha importanza. Gli eroi e gli avversari credono che le loro scelte possano fare la differenza quando, in realtà, il futuro è già scritto. Questo è un punto di vista controverso, che fa arrabbiare molte persone, perché percepiscono di essere privati della loro individualità.
La maggior parte delle persone non vuole essere ammassata in un accorpamento di altri esseri umani, perché credono che, ammettendo ciò, li denuderebbe del loro senso di libero arbitrio. Le loro sensibilità delicate sono ferite dal fatto inequivocabile che le loro azioni individuali sono praticamente prive di significato per la direzione della storia. Ma la follia delle masse può influire in modo sensazionale sui costumi del passato.
“Leggendo The History of Nations si riscontra che, come individui, le persone hanno i loro ghiribizzi e le loro peculiarità, i loro periodi di eccitazione e sregolatezza, quando non si preoccupano di ciò che fanno. Riscontriamo che intere comunità improvvisamente fissano la loro mente su un oggetto e impazziscono nel suo perseguimento; che milioni di persone sono contemporaneamente colpite da un’illusione, e la rincorrono, fino a quando la loro attenzione è catturata da qualche nuova assurdità più accattivante della prima.”– Charles Mackay, Extraordinary Popular Delusions and the Madness of Crowds.
Molte persone sostengono che i progressi dinamici della tecnologia e della scienza hanno cambiato il mondo in modo tale da alterare la natura umana in modo positivo, da ciò derivano esseri umani che agiscono in modo più razionale. Questa alterazione si tradurrebbe in un livello di progresso umano non sperimentato in precedenza. La falsità di questa teoria della tecnologia è avvalorata dalla persistenza della guerra, dalla corruzione del governo, dall’avidità, dalla fede in falsi ragionamenti economici, dal decadimento civile, dal degrado culturale, e dal disordine globale che si diffonde tutto il mondo. L’umanità è incapace di cambiamento. Le stesse debolezze e tratti auto-distruttivi che l’hanno afflitta nel corso della storia sono oggi di gran lunga più diffusi, rispetto al passato.
La soluzione di Asimov al fallimento dell’umanità ad attuare il cambiamento era la creazione di una benevola classe dirigente accademica che avrebbe potuto salvare la razza umana dalla sua distruzione. Egli sembra aver precorso i tempi per quanto riguarda la creazione di Governi Ombra e funzionari dello Stato Profondo. Sembra che fosse d’accordo con il suo contemporaneo Edward Bernays. Non ci si poteva fidare delle masse per prendere buone decisioni, quindi avevano bisogno di uomini intellettualmente più progrediti per guidare le loro azioni.
“La manipolazione consapevole e intelligente delle abitudini organizzate e delle opinioni delle masse è un elemento importante della società democratica. Coloro che manipolano questo occulto meccanismo della società costituiscono un governo invisibile, vero potere dominante del nostro Paese. …Siamo governati, le nostre menti modellate, i nostri gusti costruiti, le nostre idee suggerite, in gran parte da uomini dei quali non abbiamo mai sentito parlare. Si tratta di una logica conseguenza del modo in cui è organizzata la nostra società democratica.
Un gran numero di esseri umani, in questo modo, deve cooperare se si deve vivere insieme come una società che funziona senza problemi. … In quasi ogni azione della nostra vita quotidiana, sia nella sfera della politica o dell’attività economica, nella nostra condotta sociale o nel nostro pensiero etico, siamo dominati da un numero relativamente esiguo di persone … che sono a conoscenza dei processi mentali e di modelli sociali delle masse. Sono loro che tirano i fili e controllano la mente del pubblico.” – Edward Bernays – Propaganda
Nella seconda parte di questo articolo comparerò e contrapporrò l’ascesa al potere di Donald Trump all’affermarsi del Mulo del capolavoro di Asimov. Individui dotati in modo insolito appaiono una volta nella vita a disturbare i piani dell’ordine sociale esistente.