venerdì 21 giugno 2019

Conte: «Stime Ue fuori dalla realtà. Ogni sforzo per evitare la procedura».

Ue, fumata nera su nomine commissione. Conte sulla procedura: “Situazione difficile”. E tratta con Macron e Merkel
Scontro totale tra Italia e Unione europea sui conti pubblici. La trattativa con l’Europa parte in salita, con il governo molto preoccupato per i futuri passi sulla procedura e fermo nel contestare le stime della Commissione che ritiene lontane dalla realtà. L’Italia non arriva a Bruxelles «a mani vuote», precisa il premier Giuseppe Conte appena atterrato nella capitale belga per il vertice europeo.
Ma poi, dopo i colloqui avuti a margine del Consiglio, esprime il timore sull’esito del negoziato e cerca un ultimo contatto con Merkel per cercare una via d’uscita dall’impasse.
«La situazione è molto difficile», ha detto il premier italiano nella notte tra giovedì e venerdì 21 giugno, «ma farò ogni sforzo, fino all’ultimo per evitare la procedura di infrazione». E a chi gli chiede se sia necessario fare un intervento ulteriore all’assestamento di bilancio, come una manovra correttiva, per venire incontro all’Ue, Conte risponde: «sarebbe una richiesta ingiusta, e inaccettabile». Ne ha anche per le nomine il primo ministro del primo esecutivo gialloverde: «C’è stallo, è stato dato mandato a Tusk di parlare con i rappresentanti in Parlamento Ue per vedere di superare il criterio degli Spitzenkandidaten». Nel corso della notte c’è stato un lungo colloquio tra Conte e il presidente francese Emmanuel Macron nell’albergo di Bruxelles dove entrambi alloggiano. Assieme ai due, seduti al tavolo nel bar dell’hotel, il premier lussemburghese Xavier Bettel mentre nella stessa stanza, in fondo, era seduta a un tavolo diverso la cancelliera tedesca Angela Merkel. L’incontro si è tenuto dopo la cena dei leader Ue sulle nomine per i top jobs europei.
Sul tavolo i leader Ue non hanno solo il complicato risiko di nomine delle nuove istituzioni, ma anche la lettera con cui Conte assicura che l’Italia non intende «sottrarsi ai vincoli europei», e con cui annuncia che grazie a più entrate e meno spese raggiungerà gli obiettivi di deficit. Il premier porta alla Ue un tesoretto di almeno cinque miliardi, capace di frenare la corsa del deficit 2019 al 2,1%, invece del 2,5% previsto dalla Commissione Ue. Senza un compromesso politico, però, potrebbero non bastare perché Bruxelles chiede un aggiustamento più ampio. Conte gioca anche su un altro terreno, più politico, mettendo in discussione le regole che considera sbagliate e controproducenti, «come dimostra il caso della Grecia».
Ma Bruxelles non è disposta a seguire l’Italia in questa partita: «Lavoriamo per evitare la procedura, ma non lo si fa attraverso commenti sulle regole», ha avvertito il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici. Il premier spiega che nella trattativa con l’Ue c’è «un binario tecnico» e un «binario politico». Ed è su questo secondo punto che critica «un patto di stabilità e crescita che è molta stabilità e poca crescita», proponendo di «invertire» la situazione. La sua lettera «contiene un messaggio politico chiaro. Non vuole dire che non rispettiamo le regole, finché non cambiano sono queste». Ma chiede di rivederle, tanto che per l’Italia il «candidato ideale» alla presidenza della Commissione è «quello che si predispone» a rivedere un sistema «controproducente», che ha contribuito ad «allontanare le istituzioni europee dalle tante periferie».
Per ora però, chiarisce Moscovici, «non bisogna perdere tempo a parlare di modifiche a norme concordate da tutti, ma occorre lavorare per evitare la procedura per debito eccessivo». L’iter è partito, e va interrotto prima del 2 luglio possibilmente, giorno in cui la Commissione potrebbe adottare la raccomandazione di apertura della procedura che poi l’Ecofin dell’8-9 luglio dovrà approvare. I commissari e i tecnici sono al lavoro sulla lettera, e aspettano che mercoledì il Cdm approvi l’assestamento di bilancio. Non conterrà tagli di nuove risorse, assicura Conte, ma certifica «in un documento ufficiale» risparmi e maggiori entrate, rendendo «definitivo» il congelamento già programmato dei 2 miliardi che facevano già parte dell’accordo di dicembre. Ma questo tesoretto potrebbe non bastare: i due miliardi congelati dall’accordo di dicembre sono già stati incorporati nelle previsioni Ue, quindi vanno esclusi. Ne restano solo tre e, sulla carta, Bruxelles chiede un aggiustamento dello 0,4% del Pil per il 2018 e dello 0,5% per il 2019. Solo per sanare il 2018, quindi, servirebbero oltre sei miliardi. Impegnandosi a fare risparmi anche sul 2019 e assicurando l’aumento dell’Iva o misure alternative per il 2020.
https://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2019-06-20/conte-deficit-21percento-e-non-25percento-come-prevede-ue-153724.shtml?uuid=ACEng7S



Divergenze Italia-Ue sui conti, negoziato in salita.

Colloqui informali di Conte con i leader, Roma preoccupata.

Al termine della prima giornata del Consiglio europeo restano le divergenze tra Italia e la Commissione Ue sulle stime sui conti pubblici. La trattativa del premier Giuseppe Conte, che nel corso della giornata ha avuto diversi colloqui informali con i leader Ue, resta in salita e a tarda sera resta nel governo italiano la preoccupazione per la riuscita del negoziato. Con la convinzione che le stime della Commissione sui conti e sul deficit italiano siano lontane da quelle reali sui cui si basa la posizione italiana.

Il premier Giuseppe Conte è a Bruxelles per il Consiglio Europeo. Ieri l'invio della lettera sui conti pubblici italiani all'Europa. "La Commissione Ue ha ricevuto la lettera del premier Conte, e la sta ora analizzando", fa sapere un portavoce della Commissione Ue.
"Prenderemo anche in considerazione la risposta di Conte ieri - ha detto agli Affari economici Pierre Moscovici rispondendo ai giornalisti entrando al summit del Pse - ma in questo momento una procedura per debito è giustificata, quindi andiamo a lavorare, in maniera costruttiva, per evitarla. Ma non lo si fa attraverso scambi, commenti sulle regole: lo si fa sul rispetto delle regole che sono intelligenti e favoriscono la crescita".
"La lettera - ha detto il premier prima del Consiglio conmmentando le parole di Moscovici - contiene un messaggio politico chiaro. Non vuole dire che non rispettiamo le regole, finché non cambiano le regole sono queste". 
"Il nostro candidato ideale alla presidenza della Commissione Ue è quello che si predispone a cambiare le regole" europee, ha detto replicando a un'altra domanda.
"Se siamo in un sistema integrato - ha evidenziato - dobbiamo competere con le sfide globali ma all'interno dell'Ue le regole devono essere uguali per tutti. Io voglio competere, ma a parità di armi".
 "Mercoledì in Cdm - ha fatto sapere Conte - faremo definitivamente l'assestamento di bilancio per certificare che i conti vanno meglio del previsto". Mercoledì in Cdm, "noi potremo certificare che siamo attorno al 2,1% del deficit e non al 2,5 come prevede la commissione Ue", ha detto ancora sottolineando come, nella trattativa con l'Ue c'è "un binario tecnico" e un "binario politico". Su quest'ultimo punto Conte ribadisce che l'Ue ha "un patto di stabilità e crescita che è molta stabilità e poca crescita, dobbiamo invertire un attimo queste regole".
"Qualche giornalista - è andato all'attacco Conte - scrive che sarei venuto a Bruxelles con le mani vuote: io rappresento un Paese del G7, il terzo Paese dell'Eurozona, la seconda Azienda manifatturiera d'Europa: come si può pensare che io venga a mani vuote? Io rappresento tutte le migliaia di realtà imprenditoriali italiani che esportano in tutto il mondo con punte di assoluta eccellenza".
Prima del Consiglio il premier italiano ha avuto un colloquio con la Cancelliera Angela Merkel.

Un "tesoretto" stimato all'incirca sui 5 miliardi, composti da maggiori entrate rispetto alle previsioni, risparmi da reddito di cittadinanza e quota 100 e i due miliardi congelati nella legge di bilancio. E' questa la cifra a cui, spiegano fonti governative, l'esecutivo giallo-verde è al lavoro in queste ore di trattativa con l'Ue e in vista del Consiglio dei ministri di mercoledì chiamato a varare l'assestamento di bilancio. Non c'è alcuna manovra correttiva, l'assestamento certifica come procedono i conti, spiegano le stesse fonti.


Ue, fumata nera su nomine commissione. Conte sulla procedura: “Situazione difficile”. E tratta con Macron e Merkel.

I leader europei non hanno trovato l'accordo sui posti chiave a Bruxelles: sarà necessario un nuovo vertice convocato per il 30 giugno. E' stata una notte di trattative anche per il premier: "La situazione è molto difficile ma farò ogni sforzo, fino all’ultimo", ha detto. "Non vorrei che prevalesse un'interpretazione irragionevole" delle regole.

L’Europa non trova l’accordo sulle nomine per i posti chiave a Bruxelles. Dopo una notte di trattative il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha annunciato un nuovo summit per il 30 giugno: “Nessun candidato ha ottenuto la maggioranza”. Ma è stata una notte complicata anche sul fronte italiano, con Giuseppe Conte impegnato a sondare il terreno e le posizioni degli altri leader europei sulla possibile procedura d’infrazione per debito eccessivo. “La situazione è molto difficile ma farò ogni sforzo, fino all’ultimo“, ha detto il premier nell’albergo di Bruxelles dove alloggia parlando con i cronisti che lo hanno descritto “infuriato“. Conte ha poi incontrato il presidente francese Emmanuel Macron: un lungo faccia a faccia tra le 2 e le 3 della notte, a cui si è aggiunto il premier lussemburghese Xavier Bettel e poi anche la cancelliera tedesca Angela Merkel.

“Serve un pacchetto che rispecchi la diversità dell’Unione europea e serve tempo per trovarlo. Ci incontreremo di nuovo il 30 giugno”, ha annunciato Tusk. Il vertice dei 28 leader è stato un flop: si dovranno rivedere appena due giorni prima dell’elezione del presidente del Parlamento Ue. Le discussioni nel frattempo andranno avanti anche in occasione della loro partecipazione al G20 di Osaka. Decisamente destinata a tramontare anche l’ipotesi degli Spitzenkandidat: Tusk ha ricevuto il mandato dei leader a convincere il Parlamento a mettere da parte il sostegno ai candidati di punta scelte dalle varie formazioni su cui comunque non è stata trovata una maggioranza parlamentare. Sembrano essere usciti di scena il capo negoziatore della Ue sulla Brexit Michel Barnier, che non godrebbe del gradimento della cancelliera Merkel, ed il premier e la presidente croati Andrej Plenkovic e Kolinda Grabar Kitarovic, dato anche il contenzioso della Croazia con la Slovenia. Altrettanto fuori dai giochi appare la presidente della Banca mondiale, la bulgaraKristalina Georgieva.

A dare il senso delle difficoltà era stato sempre Tusk che poco prima dell’inizio del vertice aveva twittato: “Più cauto che ottimista”. Una sintesi dell’incontro con Merkel e Macron che non hanno allentato di un centimetro la morsa del loro braccio di ferro. Merkel, col Ppe, è tornata a fare quadrato sul candidato di punta Manfred Weber, rivendicando ancora una volta la presidenza della Commissione europea per il bavarese. Macron – col sostegno di Liberali e Socialisti – ha ribadito, dal canto suo, un netto no all’opzione, avvertendo. Mentre il premier Conte ha indicato quale candidato ideale dell’Italia per la presidenza della Commissione Ue, chi sarà pronto “a cambiare le regole” europee.
Conte nella notte di Bruxelles si è impegnato però soprattutto sulla partita per evitare l’apertura della procedura di infrazione per debito eccessivo. In teoria deve discutere di nomine, del futuro commissario italiano, in pratica sonda gli umori degli altri leader sull’argomento. Secondo il Corriere della Sera, ha già ottenuto una promessa da Malta, Spagna, Portogallo e Francia: nel colloquio al tavolo del bar dell’albergo con Macron si è aggiunta poi anche la cancelliera Merkel. Si sono visti sorrisi e un clima cordiale. Il premier però avverte: “È una situazione davvero molto complicata”. È infastidito dalle parole dette giovedì dal commissario agli Affari economici Pierre Moscovici e teme che possano prevalere “interpretazioni troppo rigide” delle regole, come spiega in un’intervista a Repubblica. “Le regole si interpretano e non vorrei che prevalesse un’interpretazione irragionevole“, spiega Conte, o peggio “punitiva“: “Sarebbe molto grave”.

Il premier continua a ribadire di voler “contestare i numeri” e non i vincoli nella trattativa sulla procedura. “Riteniamo di avere i conti in ordine, siamo sicuri delle nostre ragioni e non siamo disponibili a inseguire delle stime che non rispondono alla realtà“, spiega ancora a Repubblica. E a chi gli chiede se per venire incontro all’Ue sia necessario fare un intervento ulteriore sui conti, dopo l’assestamento di bilancio, come una manovra correttiva, Conte risponde: “Sarebbe una richiesta ingiusta e inaccettabile“.

Pedofilia: diffusione video on line, 51 indagati.


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Trenta sono minorenni, perquisizioni in tutta Italia.

                                                                                                                                            Cinquantuno persone, tra le quali 30 minorenni, sono indagate in diverse regioni italiane dalla Procura Distrettuale e quella per i Minorenni di Catania per detenzione e divulgazione di pornografia minorile online in un'operazione condotta dal Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni di Catania sotto la direzione del Centro nazionale contrasto pedopornografia on line (Cncpo) che sta effettuando perquisizioni in tutta Italia.
Le indagini hanno preso avvio dopo la denuncia della madre di un adolescente che si era accorta della presenza nello smartphone del figlio di immagini erotiche di minori pubblicate su due gruppi WhatsApp, ai quali il figlio aveva aderito, chiamati "Tana della Luna" - da cui il nome dell'operazione - e "scoobyDank", che inizialmente condividevano immagini e video di torture, suicidi e simili.
La Polizia Postale ha acquisito il contenuto dello smartphone, che la donna ha consegnato spontaneamente, e quello dei gruppi Whatsapp, individuando così circa 300 persone che vi avevano aderito e riuscendo ad identificare quelle che avevano divulgato o richiesto video e immagini di pornografia minorile, con vittime anche in età infantile.
L'operazione - sottolineano gli investigatori - ha messo in luce la gravita' di un fenomeno, quello della diffusione di materiale pedopornografico da parte di adolescenti, che cercano e si scambiano tra loro il materiale. Perquisizioni della Polizia Postale sono state compiute in Sicilia, Puglia, Lazio, Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto, Calabria, Campania, Sardegna, Friuli-Venezia-Giulia, Basilicata, Emilia Romagna ed Abruzzo. Le province interessate Catania, Ragusa, Bari, Brindisi, Foggia, Taranto, Roma, Torino, Alessandria, Asti, Novara, Milano, Brescia, Pavia, Firenze, Livorno, Prato, Venezia, Treviso, Verona, Reggio Calabria, Catanzaro, Napoli, Oristano, Gorizia, Terni, Genova, Matera, Forlì e L' Aquila. Numeroso il materiale informatico sequestrati, che sarà sottoposto ad approfondite analisi informatiche.
http://www.ansa.it/sicilia/notizie/2019/06/21/pedofilia-diffusione-video-on-line-51-indagati_0b6ba550-f3fd-4b9d-bab4-5bea33339aeb.html


Mi domando quanto tempo dovremmo impiegare per ripristinare etica e buon costume. Lungi da me criticare i diversi, le cui tendenze rispetto, ma la pedofilia mi risulta insopportabile a pelle. Cetta.

Fisco: scoperti 13.000 evasori totali, evasi 3,4 mld Iva.

Foto d'archivio di una indagine della guardia di finanza © ANSA

Gdf, danni allo Stato per 6 miliardi. Oltre un milione e mezzo di verifiche per quasi 100mila indagini.


Nel periodo compreso tra il 1 gennaio del 2018 e il 31 maggio del 2019 la Guardia di Finanza ha scoperto 13.285 evasori totali, soggetti completamente sconosciuti al Fisco che non hanno mai pagato un euro di tasse e che hanno evaso complessivamente 3,4 miliardi di Iva.
Un numero leggermente superiore a quello dello stesso periodo precedente, quando ne furono scoperti 12.824.
Sono inoltre scoperti 42.048 lavoratori in nero o irregolari - anche questi in aumento (erano 30.818) - e sono stati denunciati 8.032 datori di lavoro.
I comportamenti illeciti da parte di poco più di 8mila tra funzionari e dipendenti dello Stato (8.047) hanno prodotto un danno all'erario per circa 6 miliardi mentre sono stati eseguiti sequestri per 107 milioni. E' questa la cifra segnalata dalla Guardia di finanza alla magistratura contabile nell'ambito delle verifiche per il contrasto agli illeciti nel settore della spesa pubblica.
I finanzieri hanno anche scoperto frodi al bilancio nazionale e comunitario per un valore complessivo di 1,7 miliardi.
Gli interventi svolti sul fronte della spesa pubblica, degli appalti, degli incentivi alle imprese, della spesa sanitarie e delle erogazioni dei fondi europei sono stati complessivamente 34.625, ai quali vanno aggiunte 8.636 deleghe d'indagine concluse in collaborazione con la magistratura ordinaria e 1.880 con la Corte dei Conti. Un'azione, dice la Gdf, "finalizzata ad individuare quelle condotte che, pregiudicando la legalità e la correttezza nella pubblica amministrazione, minano il puntuale utilizzo delle risorse, favorendo sprechi e malversazioni" Sul fronte della spesa previdenziale, assistenziale e sanitaria, le frodi scoperte ammontano a 157 milioni e hanno portato alla denuncia di 13.570 persone. I finanzieri hanno anche accertato che il 34,1% delle prestazioni sociali agevolate e ben 88,9% delle esenzioni dal pagamento dei ticket sanitari sono risultate irregolari
In poco meno di un anno e mezzo la Guardia di Finanza ha individuato 15.976 reati fiscali, soprattutto emissione di fatture false, dichiarazioni fraudolente e occultamento di scritture contabili, denunciando 18.148 persone, 525 delle quali arrestate. Il dato è stato reso noto in occasione del 245/esimo anniversario della festa del Corpo che si celebra oggi a Villa Spada, a Roma.
Sul fronte della lotta all'evasione fiscale sono stati eseguiti, nell'ambito di una serie di piani d'intervento con l'Agenzia delle entrate, 128.497 interventi ispettivi. Da gennaio 2018 a maggio 2019 la Gdf ha anche avanzato richieste di sequestri per 9,3 miliardi mentre le misure patrimoniali eseguite sono state invece pari a 1,5 miliardi. Sono, infine, 3.003 i casi scoperti di società cartiere o fantasma utilizzate per realizzare le frodi carosello (frodi all'Iva) o per indebite compensazioni.
Oltre un milione e mezzo (1.519.033) di ispezioni portare a termine e quasi centomila (97.247) indagini delegate dalla magistratura ordinaria e contabile. E' il bilancio di 17 mesi di attività della Guardia di Finanza - dal 1 gennaio 2018 al 31 maggio 2019 - resi noti in occasione della festa del Corpo. Si tratta di "interventi mirati" afferma il comando generale, "indirizzati nei confronti di target accuratamente selezionati grazie all'attività d'intelligence, al controllo economico del territorio e ad analisi di rischio" ulteriormente potenziata e migliorata grazie all'integrazione tra le banche dati e all'introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria.

giovedì 20 giugno 2019

Accuse pretestuose sulla Raggi. Dopo tre anni i poteri forti rivogliono il Campidoglio. - Gaetano Pedullà



Il biglietto d’auguri più affettuoso gliel’ha recapitato Il Messaggero, il giornale di Roma che non l’ha mai amata, ma che da ieri è ufficialmente un organo d’informazione nemico della sindaca Virginia Raggi. A ricordarsi dei tre anni di amministrazione della sindaca più odiata dalla criminalità e dai comitati d’affari, sono stati però anche altri, a cominciare da Matteo Salvini ormai “sparatissimo” nella campagna elettorale per prendersi il Campidoglio, fino all’ex ministra di Forza Italia Mara Carfagna, primo proponente di un commissario di Governo per sfrattare topi e gabbiani, malgrado siano residenti fissi dai tempi di Romolo e Remo.

Accusata di inerzia e incapacità, la prima cittadina ha risposto su Facebook, squarciando il velo d’ipocrisia di chi se c’era dormiva quando la città affondava nel degrado, e per di più si creava un immenso debito senza nemmeno affrontare i problemi. Ora, come i nostri lettori sanno bene, La Notizia è un quotidiano che non ha editori con le mani in pasta nei business della città o che sono ancora offesi per il no alle Olimpiadi, e non deve sostenere scalate politiche. Per questo possiamo guardare senza preconcetti al lavoro di questi tre anni, e senza negare alcuni importanti errori non arriviamo affatto alle conclusioni del giornale di via del Tritone, forse non a caso ieri letteralmente sommerso dagli insulti sui social network. Sui rifiuti, i trasporti e il ripristino della legalità questi tre anni sono stati rivoluzionari.

Per chi non ha trovato traccia sull’edizione di ieri del Messaggero ricordiamo che prima avevamo un re incontrastato del trattamento dei rifiuti, il signor Manlio Cerroni, padrone di Malagrotta, la più grande discarica d’Europa, al quale proprio l’editore del giornale che attacca la Raggi, l’ingegner Franco Caltagirone, voleva contendere lo scandaloso monopolio, tanto da voler spingere verso il business dei rifiuti l’Acea di cui era diventato grande azionista. Poi Cerroni è finito in mezzo alle inchieste giudiziarie e Caltagirone ha dato via le sue azioni dell’utility capitolina, dove da qualche tempo – guarda la coincidenza! – ha cominciato a ricomprare titoli, evidentemente nella prospettiva di affari futuri.

La Raggi intanto che ha fatto? Ha imposto a Cerroni un contratto per la raccolta dei rifiuti e oggi – ma guarda che altra coincidenza! – dobbiamo tenere l’esercito a guardia dell’impianto di trattamento di Rocca Cencia, dopo due stranissimi incendi che hanno pregiudicato lo smaltimento della spazzatura, per non parlare di oltre 600 cassonetti bruciati.

UNA FORESTA CHE CRESCE. Sul piano dei trasporti, l’azienda degli autobus, l’Atac, si portava dietro un debito superiore all’Alitalia. Si è avviato per la prima volta nella sua storia un concordato, cioè l’ultima e più faticosa azione per impedire all’azienda di non fallire, lasciando tutti a piedi, romani e turisti. Persino più compromessa era la legalità all’interno della gigantesca macchina comunale, dove ai fornitori servivano più che altro amici buoni, visto che gli affidamenti diretti andavano di moda, in attesa delle gare. Così la corruzione era diventata lo stile della casa, come ci ha fatto vedere chiaramente l’inchiesta su Mafia Capitale.

Le cose su cui si è agito, dunque, sono state profonde, alla base dei problemi che si trascinano da decenni. I romani possono essere contenti? No, perché gli effetti in superficie non si vedono, ma un’analisi priva di condizionamenti editoriali e politici non può ignorare che un albero che cade fa più rumore di una foresta che cresce, e mentre è facile fermarsi ad osservare quello che non funziona si perdono di vista i cambiamenti strutturali, quelli più ingrati ma senza i quali tra dieci anni saremo ancora qui a dirci che le strade hanno le buche e al Comune rubano tutti.

https://infosannio.wordpress.com/2019/06/20/accuse-pretestuose-sulla-raggi-dopo-tre-anni-i-poteri-forti-rivogliono-il-campidoglio/?fbclid=IwAR25njBGWUntulkqlXiINUcy_F8C3h3uKCrweroB22592WAUJ11VvFiVbuA

Roma, arrestato imprenditore grazie all’infiltrato sotto copertura: ha cercato di corrompere un funzionario delle dogane. - Vincenzo Bisbiglia

Risultati immagini per corruzione

Ciro Laurenza, 58 anni della provincia di Napoli, e Enzo Cesarini, 47 anni, speravano di comprare la complicità del pubblico ufficiale per iniziare una esportazione di beni fittizia, tabacchi ed alcolici in particolare, per la successiva rivendita in nero sul mercato estero. L'uomo ha denunciato e ha fatto arrestare i corruttori.

Per la prima volta dall’entrata in vigore della legge Spazzacorrotti, approvata dal Parlamento alla fine del 2018, una operazione sotto copertura contribuisce in maniera determinante a un arresto. A Roma, un tentativo di corruzione a un funzionario delle dogane undercover ha permesso alla Squadra Mobile di arrestare un imprenditore e il suo intermediario. Ciro Laurenza, 58 anni della provincia di Napoli, e Enzo Cesarini, 47 anni, speravano di comprare la complicità del pubblico ufficiale per iniziare una esportazione di beni fittizia, tabacchi ed alcolici in particolare, per la successiva rivendita in nero sul mercato estero.
Nel corso di una cena in un noto ristorante del litorale romano, i due hanno offerto al funzionario 5 milioni di euro per ottenere il via libera e la collaborazione necessaria a permettere che tutto filasse liscio. La prima denuncia del funzionario doganale ha consentito l’avvio degli accertamenti, che hanno consegnato ai pm di Roma, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, indizi chiari sulla effettiva serietà e concretezza della proposta corruttiva, figlia di una ben collaudata modalità d’azione e di un sistema illecito di frode sulle accise strutturato e molto redditizio. A quel punto, grazie alla nuova normativa, è stato possibile organizzare la “trappola”. Durante la cena, una volta perfezionata l’istigazione, il personale di polizia presente ha potuto immediatamente intervenire, arrestando i due corruttori.
Le successive perquisizioni effettuate presso abitazioni e uffici, hanno permesso di ottenere altri indizi importati, specie grazie alle chat e alle telefonate memorizzate negli smartphone sequestrati. Inoltre sono state rinvenute schede telefoniche che, tra l’altro, dovevano essere consegnate al funzionario di dogana. 
Nei giorni scorsi, la prima sezione penale della Corte di Cassazione ha sollevato questione di legittimità costituzionale sulla legge spazzacorrotti, inviando gli atti alla Corte Costituzionale. In realtà, il punto messo in discussione non riguarda il funzionamento in se, ma la possibile non retroattività della legge, che dal 31 gennaio manda obbligatoriamente in carcere i condannati definitivi per reati contro la pubblica amministrazione, senza poter chiedere, in stato di libertà, una misura alternativa.

Governo, nella lettera di Conte all’Ue attacchi ai partner che fanno concorrenza fiscale e alla Germania per il surplus.

Governo, nella lettera di Conte all’Ue attacchi ai partner che fanno concorrenza fiscale e alla Germania per il surplus

La missiva è stata inviata agli altri 27, al presidente della commissione Juncker e al presidente del Consiglio Ue Tusk: è la prima risposta politica nel percorso per evitare la procedura d'infrazione. Il presidente del Consiglio promette il rispetto dei vincoli ma aggiunge: "Necessità di ridefinire la governance economica dell'Eurozona". E critica la gestione della crisi greca, i Paesi che "si adoperano per attrarre base fiscale" (leggi Olanda e Irlanda) e quelli le cui "politiche macroeconomiche sono dirette a conseguire ampi surplus di parte corrente e di bilancio": riferimento diretto a Berlino.


La promessa di Giuseppe Conte era quella di un Consiglio dei ministri “interessante”. E al termine della riunione di governo fonti di Palazzo Chigi hanno annunciato che è stata inviata la lettera del premier indirizzata agli altri 27 Paesi membri Ue, al presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker e al presidente del Consiglio Ue Donald Tusk. Un testo dai contenuti politici, come aveva anticipato Conte, che nel piano del governo è il primo passo per cercare di evitare la procedura d’infrazione per debito eccessivo. Il premier sottolinea ai leader europei la necessità di aprire “una ‘fase costituente‘ per ridisegnare le regole delle nostre società e delle nostre economie”. Tradotto: l’Italia contrariamente alle rivendicazioni del vicepremier Matteo Salvini si impegnerà a rispettare i vincoli attuali, ma ora vanno cambiati.
Conte in premessa spiega che l’Italia “non intende sottrarsi” alle regole del Patto di stabilità e crescita “né intende reclamare deroghe o concessioni rispetto a prescrizioni che, finché non saranno modificate, sono in vigore ed è giusto che siano tenuto in conto dai Governi di tutti gli Stati membri”. Allo stesso tempo però il governo italiano “con la medesima determinazione” avverte “l’urgenza e la necessità di stimolare una discussione che miri a ridefinire la governance economica dell’Eurozona e dell’Unione, che non si è dimostrata adeguata ad assolvere i compiti per i quali era stata pensata”, si legge ancora nella lettera del premier.
E per evidenziarne le pecche non mancano un riferimento polemico alla gestione della crisi greca e accuse ai partner europei che fanno una “accentuata concorrenza fiscale” e “si adoperano per attrarre base fiscale” (leggi Olanda e Irlanda) oltre che a quelli le cui “politiche macroeconomiche sono prevalentemente dirette a conseguire ampi surplus di parte corrente e di bilancio, piuttosto che ad attivare politiche di investimento, di innovazione, di protezione sociale e di tutela ambientale”. E’ l’identikit della Germania. “L’Italia e l’Europa sono tanto più danneggiate se questi surplus istigano reazioni protezionistiche da parte dei nostri più importanti partner commerciali“. Come gli Usa.
“L’Italia in quanto Paese fondatore della casa comune” europea, “avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la commissione Ue“, scrive il premier all’Ue. “Lo ha dimostrato anche nel dicembre 2018, allorché un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra“, si legge. “Ritengo nostro dovere aprire adesso, senza ulteriore indugio una fase costituente per ridisegnare le regole di governo delle nostre società e delle nostre economie riconsiderando modelli di sviluppo e crescita che si sono rivelati inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite, attraversate da sfiducia, rancore e delusione“. “Prima che l’Ue si trovi a dover affrontare nuove crisi finanziarie sistemiche e globali occorre una riflessione approfondita su come assicurare un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita, tra riduzione e condivisione dei rischi. Come l’esperienza ha dimostrato se per assicurare la piena realizzazione dell’uno si sacrifica l’altro si rischia di pagare un prezzo molto alto per la coesione sociale ed economica dei Paesi membri e per la credibilità stessa del progetto europeo“, sottolinea il premier in un altro passaggio della lettera.



Conte ha voluto accelerare i tempi, non solo inviando la lettera, ma anche portando al Consiglio dei ministri insieme al ministro dell’Economia, Giovanni Tria, una prima bozza del ddl di assestamento di bilancio, “in modo da certificare il monitoraggio positivo dei conti pubblici, del quadro di finanza e in modo da avere un ulteriore documento ufficiale da portare ai nostri interlocutori”. L’intenzione di Conte è quella di preparare anche in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 giugno un’ulteriore risposta più concreta all’Europa e certificare che l’indebitamento netto del 2019 sarà quantomeno intorno al 2,1/2,2% del Pil, sotto il 2,5% stimato dalla Commissione Ue. Il testo è stato discusso ma non approvato, perché prima serve il giudizio di parificazione della Corte dei Conti atteso per mercoledì prossimo. Nel comunicato si legge solamente che Tria “ha informato il Consiglio dei ministri degli andamenti tendenziali di finanza pubblica in conformità a quanto previsto dall’art. 1, commi 1119 e 1120, della legge di bilancio per il 2019. Il Consiglio ha deliberato in merito”.
Lo scontro M5s-Lega sul decreto Crescita. Il Cdm è iniziato con un’ora di ritardo. Il premier non aveva fatto i conti con il nuovo scontro tra M5s e Lega che si è consumato alla Camera. Il Carroccio voleva inserire nel decreto Crescita un emendamento sui fondi europei per il Sud. Il M5s si è messo di traverso con la ministra Barbara Lezzi. La discussione a Montecitorio è rinviata a giovedì su richiesta del relatore pentastellato Raphael Raduzzi. Al termine del Cdm, fonti della Lega hanno annunciato che un accordo è stato trovato e che il testo tornerà in commissione per modifiche meramente tecniche. E le stessi fonti del Carroccio sottolineano che “la prossima settimana” il testo sulle Autonomie approderà in Consiglio dei ministri,  oltre a essere stilato un impegno a tutelare i 15mila lavoratori Ilva. Fonti del Movimento 5 stelle precisano che l’emendamento della Lega al dl Crescita verrà “stralciato” e che il testo sulle Autonomie approderà in Cdm solo dopo la discussione della riforma in un tavolo politico ad hoc, dove bisognerà sciogliere i nodi ancora presenti.
Approvato il ddl Cantierambiente voluto da Costa. Intanto questo Cdm, terminato poco dopo le 22.15, ha approvato anche il ddl Cantierambiente, ovvero le disposizioni per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi su dissesto idrogeologico e sulla salvaguardia del territorio. Il provvedimento, voluto fortemente dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, realizza gli obiettivi indicati nel Piano ‘Proteggi Italia’, consentendo di spendere i 6,5 miliardi di euro che costituiscono il Piano Marshall contro il dissesto. L’obiettivo del provvedimento, si legge in una nota del ministero dell’Ambiente, è quello “di ridurre la burocrazia, semplificare i passaggi amministrativi, anticipare i fondi per la progettazione, affiancare le regioni, programmare cicli di interventi per la messa in sicurezza del territorio”.
Approvata riorganizzazione di cinque ministeri. Via libera del Cdm anche alla nomina, su proposta del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone come nuovo capo di stato maggiore della Marina e di Franco Bettoni a presidente dell’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro. Inoltre la riunione di governo,  su proposta di Conte e dei rispettivi ministri, ha approvato cinque regolamenti, da adottarsi con altrettanti decreti del presidente del Consiglio dei ministri, “che introducono norme di modifica all’organizzazione del ministero per i Beni e le attività culturali, del ministero della Giustizia, del ministero dell’Ambiente e del ministero dello Sviluppo economico, compresi gli Uffici di diretta collaborazione dei Ministri e gli Organismi indipendenti di valutazione della performance”. Lo riferisce il comunicato di Palazzo Chigi. “Le riorganizzazioni approvate – si spiega – mirano a potenziare l’efficienza, contenere la spesa e razionalizzare la governance dei ministeri coinvolti, eliminando alcune distribuzioni di competenze, il frazionamento di funzioni, la sovrapposizione e la duplicazione di attività e calibrando le dotazioni in termini di uffici e personale sull’entità dei compiti assegnati”.
Il vertice sulla Giustizia con Bonafede e Buongiorno. Tempi dei processi dimezzati e sanzioni per i magistrati che non li rispettano, ma anche interventi sul Consiglio superiore della magistratura, con una stretta sulla meritocrazia come criterio per le nomine e per gli avanzamenti di carriera e un tetto al compenso dei togati. Questi i principali argomenti sul tavolo del vertice sulla giustizia, iniziato in tarda serata a Palazzo Chigi e a cui partecipa il premier, i vice Salvini e Di Maio, assieme ai ministri Bonafede e Buongiorno. Oltre alla riforma dei processi civile e penale, su cui da tempo lavora il Guardasigilli, entrano nel dossier dunque anche i temi legati allo scandalo che ha coinvolto il Consiglio superiore della magistratura, con gli incontri tra toghe e politici per distribuire i posti ai vertici delle principali procure italiane, emersi dall’inchiesta di Perugia.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/06/20/governo-nella-lettera-di-conte-allue-attacchi-ai-partner-che-fanno-concorrenza-fiscale-e-alla-germania-per-il-surplus/5267936/

Sono orgogliosa del nostro premier e ugualmente orgogliosa di quanto sta facendo l'attuale governo. Siamo solo all'inizio, ma se l'Italia darà spazio e fiducia ai ragazzi del m5s, con il tempo, riuscirà a riconquistare il prestigio che aveva e che le spetta di diritto.

Altro che voto anticipato: è l’estate dell’incubo trojan. - Antonio Padellaro

Altro che voto anticipato: è l’estate dell’incubo trojan

La lotta alla corruzione - Il Guardasigilli Bonafade ha introdotto il trojan con la Spazzacorrotti - Ansa

Giorni fa, un deputato di un partito che non dico a cui chiedevo novità sulla durata del governo, mostrandosi scarsamente interessato all’argomento mi ha interrotto citando un articolo sull’uso investigativo del trojan pubblicato sul Fatto (penso si riferisse all’intervista di Vincenzo Iurillo all’esperto informatico Gioacchino Genchi). Voleva conferme che il virus che trasforma i telefonini in microspie ambientali surriscalda l’apparecchio e scarica rapidamente la batteria. “È vero che esiste un congegno che misura la temperatura dei cellulari?”, ha chiesto con voce speranzosa.
Ho risposto che non lo sapevo ma ho capito che mentre noi giornalisti ci affanniamo a vaticinare su elezioni anticipate a settembre, o nella primavera prossima o chissà quando, non teniamo conto delle conseguenze imprevedibili che il subdolo bacillo elettronico potrebbe scatenare nel mondo politico, e in quello del potere diffuso, dopo aver devastato la magistratura con il caso Palamara-Csm. Sarà l’estate del trojan? Neanche a farlo apposta proprio ieri, il ministro grillino della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha pronunciato tre frasi davvero poco tranquillizzanti per il nostro deputato, e per tutti coloro interessati al riscaldamento indotto dei loro cellulari. 
La prima: “La legge Spazzacorrotti ha introdotto il trojan e da cinque mesi stiamo scoprendo tantissimi casi che non avremmo scoperto”. 
La seconda: “Noi non possiamo riportare le lancette indietro nel tempo, a quando la politica pensava che fosse giusto che il popolo italiano non doveva sapere cosa accadeva in certi contesti. La lotta alla corruzione non deve arretrare di un millimetro”. 
La terza: “Sulla pubblicazione delle intercettazioni il governo seguirà il principio della Cassazione: si possono diffondere i dialoghi che hanno ‘preminente interesse pubblico’”.
Alla luce della dottrina Bonafede, non è difficile immaginare i pensieri che frulleranno nella testa di coloro che agiscono “in certi contesti”. Per esempio: cinque mesi sono un’eternità e se sono nel mirino di qualche pm vai a sapere cosa ha registrato nel frattempo quel cz di telefonino che tengo sempre in tasca. Oppure: non mi ricordo se quella volta che… lo avevo spento o era rimasto acceso? Il problema però potrebbe allargarsi a dismisura poiché, come dimostra l’inchiesta Csm, grazie all’implacabile trojan le intercettazioni ambientali sono come la pesca a strascico: chi piglia piglia, e soltanto dopo si vede se ci sono o no reati. Come ha sperimentato a sue spese il consigliere Corrado Cartoni che, malgrado si fosse assopito sul divano durante una riunione notturna sulle nomine, è stato lo stesso individuato da una innocente frase di Cosimo Ferri: “Si è svegliato Corrado”. 
E patatrac. Naturalmente, diamo per scontato che la stragrande maggioranza, anzi la totalità di coloro che ricoprono incarichi pubblici siano persone perbene che nulla hanno da temere dal trojan. E che, dunque il futuro del governo sarà influenzato dalle consuete dinamiche di maggioranza, giammai dalla lotta alla corruzione, “che non arretrerà di un millimetro”.
Un deputato mi ha interrotto citando un articolo sull’uso investigativo del telefonino
Senza contare che il ministro Bonafede ha precisato che si agirà sulla “fuga di notizie che riguardano terzi citati nelle intercettazioni da parte di indagati, o fatti della vita privata che vanno tutelati”. Subito ho cercato di rassicurare la mia fonte: vedi, se non hai fatto nulla di male non hai nulla da temere, e poi sicuramente Bonafede vigilerà. 
Mi sono informato, ha replicato lui pimpante: il trojan smette di funzionare se stacchi la batteria o se ficchi il telefonino nel frigorifero.