venerdì 1 novembre 2019

Samhain, la vera storia di Halloween -

Samhain, la vera storia di Halloween

Scopriamo insieme le origini celtiche della festa di Halloween, meglio conosciuta con il nome di Samhain dalle origini antichissime rintracciabili proprio in Irlanda.

Forse non tutti sanno che la festa di Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime rintracciabili in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti. Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia dell’800, si diressero numerosi nella nuova terra. Ma affrontiamo insieme nel dettaglio il viaggio dall’Irlanda dei Celti fino ai giorni nostri, osservando cosa è successo e come, attraverso i secoli, sono cambiate le cose. 

Halloween: etimologia del nome Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en), deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows’ Day. L’importanza che, tuttavia, viene data alla vigilia si deduce dal valore della cosmologia celtica: questa concezione del tempo, seppur soltanto formalmente e linguisticamente parlando, è molto presente nei paesi anglofoni, in cui diverse feste sono accompagnate dalla parole “Eve”, tra cui la stessa notte di Capodanno, “New Year’s Eve”, o la notte di Natale “Christmas Eve”. I Celti e i festeggiamenti di Samhain I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei campi. Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso. In quel periodo dell’anno i frutti dei campi (che pur non essendo la principale attività dei celti, venivano comunque coltivati) erano assicurati, il bestiame era stato ben nutrito dell’aria fresca e dei pascoli dei monti e le scorte per l’inverno erano state preparate. La comunità, quindi, poteva riposarsi e ringraziare gli Dei per la loro generosità. Ciò avveniva tramite lo Samhain, che, inoltre, serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza delle divinità. L’importanza che la popolazione celta attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre, appunto) si festeggiavano Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre). L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi. 

L’avvento del Cristianesimo. Attraverso le conquiste romane, Cristiani e Celti vennero a contatto. L’evangelizzazione delle Isole Britanniche portò con sé un nuovo concetto della vita, molto distante da quello celtico e durante tale periodo la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Halloween non fu completamente cancellata, ma fu in qualche modo cristianizzata, tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre e, in seguito, della commemorazione dei defunti il 2 Novembre. Fu Odilone di Cluny, nel 998 d.C., a dare l’avvio a quella che sarebbe stata una nuova e longeva tradizione delle società occidentali. Allora egli diede disposizione affinché i monasteri dipendenti dall’abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° Novembre. Il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato con un’Eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un’usanza che si diffuse ben presto in tutta l’Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi. La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 609 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV. Fanno eccezione i cristiani Ortodossi, che coerentemente con le prime celebrazioni, ancora oggi festeggiano Ognissanti in primavera, la Domenica successiva alla Pentecoste. L’influenza del culto di Samhain non fu, tuttavia, sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, Giorno dei Morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi. Dall’Irlanda agli Stati Uniti Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia, ancor oggi ricordata con grande partecipazione dagli irlandesi. In quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono, come molte altre nazionalità, una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria, e tra di essi il 31 Ottobre veniva celebrato Halloween. Ben presto, questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale. Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appaiono la famosa zucca ed i bambini mascherati che bussano alle porte. E molti, infine, sono i libri ed i racconti horror che prendono Halloween come sfondo o come spunto delle loro trame. Negli Stati Uniti Halloween ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un’occasione per divertirsi e organizzare costosi e allegri festeggiamenti. Pare che ogni anno gli Americani spendano due milioni e mezzo di dollari in costumi, addobbi e feste per il 31 ottobre!  

https://www.irlandando.it/halloween/storia/?fbclid=IwAR1rOBqiO9B3dzTijQdHGtt_Ek9pRsHvaSPUxqFYC3cS138y6K36wf5PpgY

giovedì 31 ottobre 2019

Brexit

Premio Attila - di Marco Travaglio

L'immagine può contenere: 4 persone

Mentre Salvini cerca un bel sindaco per prendersi anche Roma (pare che la prescelta sia Giulia Bongiorno, santa patrona dei prescritti), il Pd gli presta i suoi cannoncini per bombardare Virginia Raggi in ottima compagnia: Lega, FdI, FI, microsinistre assortite, schegge dello stesso M5S, CasaPound, CasaMonica, CasaCaltagirone e terrazze romane al completo.

Si dice che aspiri al Campidoglio Roberto Morassut, già assessore all’Urbanistica delle giunte Veltroni, già candidato trombato alle primarie romane 2016, ora deputato e sottosegretario all’Ambiente. Il quale, sul Foglio per non dare troppo nell’occhio, ha pubblicato un torrenziale documento programmatico dal titolo “Come archiviare la Raggi”, per un’“Agenda 2030” all’insegna di un non meglio precisato “riformismo civico”. Lì distribuisce patenti di “fallimento” a destra e a manca, fuorché a se stesso.


Purtroppo, a descrivere il suo, provvide il 4 maggio 2008 Report di Milena Gabanelli, con un servizio di Paolo Mondani sul nuovo Piano regolatore della Capitale. Morassut, intervistato, tentò di rispondere ai rilievi sulle politiche urbanistiche dell’èra Veltroni. Poi, insoddisfatto, querelò Gabanelli e Mondani per diffamazione. E mal gliene incolse, perché i pm Delia Cardia e Sergio Colaiocco indagarono e diedero torto a lui e ragione a Report in una corposa richiesta di archiviazione subito accolta dal gip Roberto Saulino.


Chi volesse farsi un’idea di come, in quegli anni (Veltroni fu sindaco e Morassut assessore dal 2001 al 2008), Roma sia stata genuflessa ai palazzinari non ha che da leggere quel prezioso documento (da oggi consultabile sul sito del Fatto). Che esamina le principali “centralità” urbanistiche “individuate su terreni del privato, per lo più noti costruttori romani” e le conseguenti modifiche al Prg con “un uso disinvolto dell’accordo di programma che avrebbe consentito al privato di ottenere incrementi di cubature residenziali a scapito delle altre destinazioni, con aumento dei profitti, in cambio di finanziamenti di modesta entità per le infrastrutture”. Le famose opere di urbanizzazione sempre promesse e quasi mai realizzate dai palazzinari nell’indifferenza del Comune: “in tal modo lasciando al privato la decisione sulla programmazione e trasformazione di quelle aree, a differenza di altri Paesi europei dove l’amministrazione pubblica gestisce in prima persona, attraverso società miste, l’esecuzione di opere edilizie dalla cui commerciabilità acquisisce risorse per le urbanizzazioni”. Insomma, per la Procura “quasi tutti gli aspetti denunciati dall’inchiesta corrispondono a verità”


E lì parte un rosario di esempi imbarazzanti. Tipo il complesso “Terrazze del Presidente in Acilia” (300 mila metri quadri) “iniziato con concessione edilizia annullata dai giudici e terminato col rilascio di centinaia di concessioni edilizie in sanatoria in modo del tutto illegittimo” col corollario della consueta “mancata realizzazione di gran parte delle infrastrutture che l’impresa costruttrice avrebbe dovuto eseguire, previo scomputo dei contributi di costruzione e oneri concessori.


L’affermazione del Morassut per cui il rilascio delle concessioni in sanatoria fosse una tappa obbligata e il Comune non avrebbe avuto altra scelta appare non vera”. Bastava che il Comune facesse “un controllo scrupoloso di quell’enorme complesso immobiliare” per “impedire il rilascio delle concessioni, il completamento quasi totale dell’insediamento e applicare le previste sanzioni”. Ragion per cui l’“allora assessore non può poi dolersi se la lettura critica di tali dati di fatto induca alla riflessione secondo cui il Comune avrebbe ritenuto preferibile ‘regalare’ concessioni in sanatoria ai costruttori in cambio di versamenti in denaro e consentire così una cementificazione indiscriminata”.


Le conclusioni dei pm sono impietose: “La questione fondamentale che si ripropone per tutti gli interventi urbanistici di grosse dimensioni riguarda la mancata o parziale realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria che dovrebbero precedere o procedere congiuntamente all’esecuzione delle costruzioni residenziali secondo le previsioni programmatiche, quasi mai però rispettate dai costruttori – che evidentemente privilegiano l’intervento più redditizio – o fatte rispettare a causa della carenza dei controlli… dell’amministrazione comunale che dovrebbe pretenderne l’osservanza”. Con gravi danni anche alla “qualità della vita di chi va ad abitare in quei nuovi quartieri” privi di servizi.


Il copione si ripete da Ponte di Nona a Bufalotta (regno di Toti e Caltagirone), dal Parco delle Sabine ad Acilia Madonnetta (passata da Telecom a Toti e Ligresti), da Anagnina-Romanina (di Scarpellini) a Fiumicino e Magliana (di Toti): al centro “l’incapacità del Comune di resistere alle pressioni del privato, anche laddove stravolgano le previsioni originarie… fornendo materiale per le censure fondate di chi, come i curatori della trasmissione, sottolinea una certa ‘sudditanza’ alle esigenze di profitto dei costruttori”. Idem per “gli interventi nella zona di Tor Pagnotta, la lottizzazione di Grottaperfetta, tutti facenti capo alla famiglia Caltagirone”.


Per non parlare dei “numerosissimi abusi nel Parco dell’Appia Antica, sottoposto a molteplici vincoli per la rilevanza storica, archeologica e paesistica… non demoliti ancorché realizzati in prossimità di monumenti importantissimi come il mausoleo di Cecilia Metella e anzi spesso oggetto di sanatoria… rilasciata illegittimamente… anche per incuria delle amministrazioni preposte ai vincoli”.


Con tutto il rispetto per Morassut, questo biglietto da visita dovrebbe indurlo a riporre nel cassetto i sogni di fare il sindaco. Anche perché, se insistesse, qualcuno potrebbe domandargli che ci faccia al ministero dell’Ambiente.


https://www.facebook.com/TutticonMarcoTravaglioForever/photos/a.438282739515247/2864526660224164/?type=3&theater

TORNANO FASCISMO E NAZISMO - Viviana Vivarelli.

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In questo momento si discute in Parlamento sulla riproposizione chiesta dal Pd di un finanziamento pubblico di 24 milioni a Radio Radicale ma non vedo nessun giornalista e nessun talk show porre la discussione sulle due destre che dominano l'Europa: Neoliberismo da una parte e Neonazismo dall'altra..
Il rilancio della Lega attraverso il web con metodi illegali è sotto gli occhi di tutti. Basti vedere l’enorme aumento sul blog a 5 stelle, su Facebook e su Twitter di molestatori a raffica, che si insinuano dappertutto ripetendo concetti pressocché simili, molti dei quali totalmente fasulli e annientati troppo volte, con attacchi a Di Maio e al M5S e applausi alla Lega, che vengono amplificati a dimisura con like fasulli e falsi follower per far credere che il consenso alla Lega e le critiche al Movimento siano molto più che nella realtà. Occorre prendere misure drastiche per frenare questa nera marea dilagante a cui gli elettori italiani stanno dando consenso in modo inconsapevole.
Qualcosa si sta muovendo contro questa invasione di fascismo e nazismo di ritorno, ma è poco.
In Parlamento la senatrice Segre (una delle vittime dei lager ancora vivente) ha lanciato la proposta di una Commissione parlamentare che tuteli la Repubblica contro il fascismo e il nazismo risorgenti, che ormai contagiano tutti i discorsi della Lega, telecomandati fin nei minimi particolari da una cricca barbarica di oligarchi russi e americani, che copiosi finanziamenti, fa analisi di mercato sui social e dirige i discorsi di Salvini e Meloni, che ormai agiscono come burattini recitanti copioni scritti da altri.
Ovviamente tutti e tre i partiti del cdx si sono astenuti alla proposta di una Commissione di vigilanza. Ma le commissioni di vigilanza parlamentari non sono servite mai a niente, mentre l'Europa ha bisogno di leggi vincolanti che contengano il fenomeno in corso.
Qualcosa si deve fare per frenare l’opera di questi guastatori della verità e deve essere fatto anche su Facebook. Il dilagare di commentatori neri è la prova evidente che per leghisti e soci fascismo e nazismo devono risorgere e che i mezzi messi in campo sono grandi. Non possiamo permettere che questa gente continui la sua distruzione indisturbata e che si preparino le basi per un nuovo fascismo in Italia o, peggio, per un neonazismo con tutto il suo tetro bagaglio di razzismo, misoginia, omofobia, richiesta di pieni poteri, uso indebito della religione, dittatura....
Radio radicale presenta la faccia di una destra che contiene alcuni principi liberali (che approvo) ma che purtroppo ha sempre perseguito anche molto di quello sporco liberismo, che si impone con la Bce, i tassi usurai sul debito, il predominio delle banche, il governo dei più ricchi, lo spread, le leggi che assassinano i diritti dei lavoratori come stuprano la Costituzione democratica per la centralizzazione del potere e la cancellazione di diritti elettorali, le leggi che vogliono annullare lo stato sociale, l'adesione alle mire del Bilderberg, la riduzione dei lavoratori a schiavi con l'aumento degli schiavi importati coi flussi migratori e la lotta tra poveri ecc.. (tutte cose a cui finora il Pd ha dato il suo consenso rinnegando le proprie radici).
Lega e camerati vari presentano la faccia di un’altra destra, populista in senso negativo, feroce in maniera diversa, che vuole distruggere anche quei principi liberali (divorzio, controllo delle nascite, parità femminile, rispetto per i gay, liberalizzazione delle droghe leggere..) che sono basi del progresso dell'occidente, mentre non ostacola i principi liberisti e continua a proteggere i più ricchi, in più sventola i simboli cristiani strumentalizzati come fa il Ku Klux Klan o come fanno i peggiori e più barbari fanatici religiosi americani e russi.
Ma davvero il popolo italiano vuole che tutto l’orrore di un nero passato ritorni?
Il razzismo di oggi è la continuazione del neonazismo di ieri e vedere svenduti i nostri principi liberali in nome di teorie farneticanti sulla supremazia della razza bianca o sulla lotta alla sostituzione etnica (Salvini e Meloni) con folle di inconsapevoli deliranti è francamente raccapricciante.

DEL PERCHÉ VINCE LA DESTRA (COMUNQUE SI CHIAMI) E DEL PERCHÉ È SCOMPARSA LA SINISTRA (COMUNQUE SI CHIAMI) - Turi Comito

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Per quasi due secoli (faccio riferimento, tanto per dare una data di inizio, alla Congiura degli eguali di Babeuf e Buonarroti e, per la data di fine, all'insediamento in Gran Bretagna della Thatcher) in Europa è circolata una idea politica potentissima: che le diseguaglianze sociali avessero fondamento nella diseguale distribuzione della ricchezza e nella conseguente difesa degli interessi di alcuni gruppi sociali rispetto alla concentrazione della ricchezza. Per cui da un lato ci stava chi quella ricchezza, e il potere che ne deriva, la controllava e dall'altro chi il potere derivante da quella ricchezza lo subiva. Queste parti erano considerate da quella idea di politica, naturalmente, tra loro in conflitto.
Se volete usare un linguaggio marxista, anche se non è necessario, potete dire che da un lato ci stavano i capitalisti e dall'altro i proletari. Per pura comodità di esposizione possiamo chiamare "classe" da un lato l'insieme di individui che possedevano capitale, ricchezza e potere e dall'altro chi possedeva poco o punto di tutto questo ma possedeva la forza lavoro.
I movimenti politici del XIX secolo più o meno rivoluzionari più o meno riformisti (non solo marxisti, non solo anarchici, non solo "utopisti") hanno tutti condiviso questa impostazione di base e si sono incaricati, ciascuno a modo suo, di trovare una maniera per ridurre o addirittura liquidare le enormi differenze di ricchezza che esistevano nelle società europee moderne giustamente chiamate società capitaliste.
Dal conflitto tra capitalisti e proletari - non risolto dal fascismo o dalla rivoluzione leninista - sono nate le società cosidette di Welfare. Prima (anni 20/30 del 900 nei paesi scandinavi), poi, nel secondo dopoguerra, in tutti i paesi dell'Europa occidentale.
Ad un certo punto della storia (fine anni 70) questa idea (cioè l'idea del conflitto tra classi) si logora, si indebolisce e, infine, muore. Perché? Perché viene sostituita da un'altra idea potentissima (e vecchissima allo stesso tempo).
E cioè che non esiste il conflitto tra classi, che non è vero che la diseguale distribuzione di ricchezza produce malessere sociale, sfruttamento, marginalità, ecc. Anzi, la diseguale distribuzione della ricchezza produce più ricchezza per tutti: per chi ne ha già e per chi non ne ha. Il conflitto tra capitale e lavoro è una assurdità. Poiché senza il capitalista (imprenditore creativo) il proletario (un fessacchiotto solo buono ad avvitare bulloni nella catena di montaggio) non ha lavoro e dunque neppure quel minimo di ricchezza che gli consentirà di vivere. La società perfetta è perciò quella in cui le classi collaborano, in cui ciascuno fa del suo meglio per accrescere la ricchezza complessiva della società, sapendo che più cresce la ricchezza complessiva più ciascuno starà meglio.
Questa idea è ormai radicatissima, praticamente inespugnabile, malgrado i fatti la contraddicano in continuazione. Un esempio per tutti: in questi anni di crisi (ormai dieci) la concentrazione di ricchezza in tutti i paesi europei è aumentata a dismisura mentre la povertà non si è affatto ridotta e anzi si è allargata a fasce sociali prima non contigue con quelle più marginali (non ho tempo né voglia di darvi qui le fonti: cercatevele se non ci credete, le troverete facilissimamente).
Ora, la domanda è: come è possibile che l'idea politica del conflitto tra classi - che ha generato, dentro le istituzioni democratiche, livelli di benessere sociale mai visti prima - sia morta mentre quella della collaborazione tra classi (malgrado sia falsa) sopravviva e domini senza alcun contrasto?
Viene in mente di applicare a questa situazione una felice frase, attribuita a Steinbeck, che parlando degli Stati uniti diceva: "in america non esiste il movimento socialista perché i poveri si considerano ricchi momentaneamente in difficoltà".
L'americanizzazione dell'Europa sta in questo: nell'avere espugnato dalla società e dalla politica l'idea del conflitto di classe e di averla sostituita con l'idea della felice collaborazione tra classi.
Si è passati dunque, nel giro di qualche decennio, dal considerare il capitalista un avversario di classe (addirittura un "nemico" per i più rivoluzionari) al considerarlo il benefattore che ti dà reddito, lavoro e soldini per comprare - a rate - l'iPhone.
Come si sia arrivati a questo credo non sia difficile da spiegare. Il capitalismo del secondo dopoguerra è un capitalismo dal volto umano. Ha due caratteristiche principali: è regolato dallo Stato in maniera pesante e produce, al massimo grado e più di quanto non abbia mai fatto prima, consumismo. Nazionalizzazioni, regolamentazione statalista delle industrie considerate "strategiche", costituzionalizzazione del sindacalismo e dei diritti sociali, regole che modificano fortemente le logiche classiche del mercato (si pensi allo Statuto dei lavoratori), pesante tassazione dei redditi elevati (redistribuzione della ricchezza) sono tutti elementi che si intrecciano fortemente con un capitalismo che offre sempre più beni di consumo a poco prezzo e sempre più "truccati" da status symbol. Tutto questo produce un effetto sociale, e quindi politico, non trascurabile: il proletario, lo sfruttato dal capitale, comincia seriamente a pensare non solo di non essere sfruttato ma di essere al centro degli interessi del capitale stesso. Non si sente manco più proletario (perde, secondo il linguaggio marxista, la "coscienza di classe") e si considera un'altra cosa. Non sa bene cosa ma non più uno sfruttato dal capitale visto che gode di una serie di diritti fino a pochi anni prima inimmaginabili (sciopero, assegni familiari, pensione, ferie e malattia pagate, bonus extra contratto collettivo, ecc. ecc.). Velocemente il proletario abbastanza ben pasciuto acquisisce una collateralità e poi una piena identificazione con quel ceto medio piccolo borghese che storicamente mai è stato di sinistra, mai ha creduto nel conflitto tra classi, mai ha pensato, non dico di rivoluzionare il capitalismo, ma neppure di riformarlo.

Se così stanno le cose - e per me non ci sono santi: stanno così - mi pare del tutto ovvio che non ci sia spazio, in politica, per chi ripete la vecchia storia del conflitto tra classi. C'è spazio invece per tutto il resto: per il liberismo, per il social-liberismo (liberismo + qualche ammortizzatore sociale), per il corporativismo (fascista e non), per il sovranismo (nazionalismo liberista/corporativista), per il qualunquismo (1) e per ogni altra cosa vi possa passare per la mente. Tutto tranne qualunque cosa che, anche timidamente, cerchi di ricordare che il conflitto tra classi esiste e che la collaborazione tra classi ha solo un effetto: rafforzare all'infinito la classe dominante.
Se questo è vero - e per me, anche stavolta, non ci sono santi: è vero - è inutile ripetere la tiritera (che tanti in questi anni, mesi, giorni, raccontano come pappagallini ammaestrati) che in Italia la "sinistra" non ha progetti, non ha idee, non ha programmi, non ha partiti in grado di opporsi alle destre.
E' semplicemente falso.
Ci sono millemila partiti di sinistra (dai marx-leninisti puri e duri che impugnano falce e martello pure al cesso, agli utopisti di PaP, ai tiepidissimi socialdemocratici di LeU) che continuano ad offrire piattaforme che si rifanno alla idea del conflitto sociale. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Il fatto è che non li vota nessuno, non li segue nessuno, non li ascolta nessuno.
Perché? Perché nessuno crede più all'idea di conflitto di classe. E non perché quei partiti dicano scemenze (o solo scemenze) ma perché la società nella quale viviamo si è trasformata radicalmente (antropologicamente, diceva Pasolini) e domina un sentimento universale di opportunismo qualunquista che io, per mia comodità personale, chiamo piccolo-borghesismo. Un sentimento che fa ritenere, per esempio, al sottoproletario urbano di essere un benestante borghese perché ha in mano (non importa come lo ha ottenuto) un iphone e siede accanto al suo tavolo in un pub a bere una birretta.
Dalla parte opposta, a destra, invece viene votata - con una tranquillità che fa impressione - qualunque cosa a seconda degli umori del momento. Berlusconi, il Pd, la Lega, il M5S, qualunque cosa, insomma, non faccia più, manco per scherzo, riferimento all'idea del conflitto di classe. E dire che di cazzate immani, di stronzate intellettualmente infime e ridicole e razziste e pericolose e delinquenziali ed eversive, questi partiti ne dicono e ne fanno ben più di qualunque partitello di sinistra radicalissima.

A me la situazione pare questa. E me ne convinco sempre più che sia questa perché altrimenti non mi spiego il continuo successo delle destre comunque si chiamino e chiunque ne sia leader da un trentennio a questa parte (e non solo in Italia).
E fino a che non resuscita, per un qualche miracolo, l'idea del conflitto tra classi è inutile perdere tempo a schiamazzare sul fatto che in Umbria (in Sardegna, in Basilicata e ovunque) vinca la Lega e perda il Pd perché corrotto. E' una cazzata inaudita.
Il Pd perde perché non interpreta bene la voglia di destra radicale che circola nel paese. La corruzione non c'entra una minchia. Altrimenti non si voterebbe un partito che ha fatto sparire 49 milioni di euro di finanziamento pubblico. E non c'entra manco la questione dell'immigrazione: ché non mi pare che il PD abbia abolito, ora che è al governo, i decreti salvini. C'entra molto di più, invece, la questione della Flat Tax ad esempio, che tutti vogliono e desiderano come la panacea di tutti i mali. O l'altra questione pompata ad arte dai media: quella di ripristinare l'ordine sociale manomesso e sovvertito dalla crescente (altra stupidaggine) criminalità e microcriminalità.
Il fatto è che questa crisi, questo capitalismo libero dalla zavorra ideologica del conflitto di classe, ha prodotto milionate di incertezze ancora prima che milionate di disoccupati, sotto occupati ed emigrati. C'è una società in cui ogni cosa che sembrava eterna (il posto fisso, la casa di proprietà e quella di villeggiatura, la pensione, l'ascensore sociale dei titoli di studio, ecc.) si è sfarinata.
E alle incertezze si risponde con le certezze. In una politica fatta di spettacolo e di talk show vince chi ne offre di più. La Lega offre certezze, l'altra destra, quella social-liberista, offre dubbi, tentennamenti, distinguo (anche se poi fa le stesse cose della destra liberista: chi ha snaturato lo Statuto dei lavoratori? Berlusconi o Salvini? No, Renzi e il PD).
Il piccolo borghese in difficoltà non ama i dubbi e non ama chi li propone, ama le certezze e i capi.
Questo piccolo borghese adesso tutto patria e sovranità, tutto trumpista anti mondializzazione è lo stesso piccolo borghese intellettualmente mefitico e qualunquista che quando a Genova la polizia pestava a sangue e torturava i no-global non stava dalla parte di questi: stava dalla parte di chi le cariche di polizia le ordinava. A quei tempi, il sovranista nazionalista di oggi, era mondialista.
Fa schifo questa cosa, vero?
Eppure è così, ne conoscete tanti di questi qua. Ci lavorate accanto, ci andate a passeggio, ci parlate ogni giorno al bar.
Forse siete così anche voi.
Nulla di grave se è così.
Anzi, rallegratevene: siete ormai la maggioranza.
Vincerete voi.
Da noi, che crediamo ancora qualcosa che assomigli all'idea di conflitto di classe, non avete nulla più da temere.
Noi da voi sì.

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(1) per capirci: liberismo=forza italia, social-liberismo=PD/Renzi, corporativismo=fratelli d'Italia, sovranismo=Lega, qualunquismo=M5S.


https://www.facebook.com/turi.comito/posts/10217607687217948

LE DUE DESTRE. Viviana Vivarelli.

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Ci sono due destre in Italia come in Europa e da noi il Pd purtroppo ha dato il suo appoggio ad entrambe.
La richiesta da parte del Pd in questi giorni in Parlamento di un finanziamentoi pubblico di 24 milioni a favore della sola Radio radicale e la svolta brusca della Lega verso concetti neonazisti e un uso illegale del web dovrebbe riaprire la discussione su queste due destre che si stanno facendo strada con modi bruschi, illegali o incostituzionali, oggi, nel nostro Paese, ma io questa discussione non la vedo da nessuna parte, come vedo una pericolosa confusione tra Liberismo e Liberalismo, concetti che per il 99% degli italiano sono privi di significato. Del resto il livello culturale di massa degli italiani, soprattutto nei fanatici della Lega, è così basso che questo tipo di discussione non sarebbe nemmeno ipotizzabile, ma questa discussione non la vedo nemmeno in persone come Gad Lerner o Telese, Paragone o Cacciari, Travaglio o Di Maio, o altri che per la loro formazione e preparazione potrebbero farla.
Il Liberalismo è un movimento filosofico universale a favore delle libertà personali dell'uomo, è cosmopolita e appartiene in teoria ad ogni uomo della Terra. Nasce con l'illuminismo ma si propaga e cresce per forza della civiltà.
Il Liberismo è una ideologia di guerra di tipo economico che usa armi finanziarie per il predominio del mercato sullo Stato e l'arricchimento di una cricca di troppo ricchi con l'impoverimento dei più poveri e la riduzione per loro di libertà diritti e tutele.
I radicali sono stati insieme liberali e liberisti. Quasi tutti i loro referendum sono stati vinti perché difendevano alcune libertà umane. Ma tutta la loro posizione economica sta dalla parte dei più ricchi ed è quindi liberista.
Il Pd è stato per decenni liberista e democratico; con gli ultimi governi, da Bersani in poi si è lasciato contagiare dal liberismo che ha raggiunto il suo sprofondo con Renzi, che voleva addirittura annullare progressivamente lo stato sociale, che è sempre stato a favore delle banche e che, se ha svenduto i nostri porti all'Ue, non lo ha fatto per principi umanitari ma per un bieco calcolo di convenienza di potere.
La Lega è in gran parte liberista e, se ha fatto delle leggi a difesa delle classi povere, è stato per la spinta dei 5 stelle. Ma è enormemente nemica di tutto ciò che è liberale.
Inutile chiedersi da che parte stia la Chiesa. Ma anche la Chiesa è divisa tra una parte fondamentalmente attratta dal potere e una chiesa periferica, spesso emarginata, che cerca di aiutare evangelicamente poveri ed emarginati.
Era liberale Don Gallo. Non lo era certo Marcinkus. E' stato sempre emintemente liberista lo IOR o quella parte della Chiesa che non paga l'ICI o investe nelle armi o nella Coca Cola. E' addirittura dalla parte della Lega quella Chiesa di destra, nera, estremista e reazionaria come la chiesa lefevriana, che odia Papa Bergoglio e non accetterà mai aperture nella Chiesa alle donne o a preti sposati.
Ci sono due destre in Italia come in Europa e da noi il Pd purtroppo ha dato il suo appoggio ad entrambe.
La richiesta da parte del Pd in questi giorni in Parlamento di un finanziamentoi pubblico di 24 milioni a favore della sola Radio radicale e la svolta brusca della Lega verso concetti neonazisti e un uso illegale del web dovrebbe riaprire la discussione su queste due destre che si stanno facendo strada con modi bruschi, illegali o incostituzionali, oggi, nel nostro Paese ma io questa discussione non la vedo da nessuna parte, come vedo una pericolosa confusione tra Liberismo e Liberalismo, concetti che per il 99% degli italiano sono privi di significato. Del resto il livello culturale di massa degli italiani, soprattutto nei fanatici della Lega, è così basso che questo tipo di discussione non sarebbe nemmeno ipotizzabile, ma questa discussione non la vedo nemmeno in persone come Gad Lerner o Telese, Paragone o Cacciari, Travaglio o Di Maio, o altri che per la loro formazione e preparazione potrebbero farla.
Il Liberalismo è un movimento filosofico universale a favore delle libertà personali dell'uomo, è cosmopolita e appartiene in teoria ad ogni uomo della Terra. Nasce con l'illuminismo ma si propaga e cresce per forza della civiltà.
Il Liberismo è una ideologia di guerra di tipo economico che usa armi finanziarie per il predominio del mercato sullo Stato e l'arricchimento di una cricca di troppo ricchi con l'impoverimento dei più poveri e la riduzione per loro di libertà diritti e tutele.
I radicali sono stati insieme liberali e liberisti. Quasi tutti i loro referendum sono stati vinti perché difendevano alcune libertà umane. Ma tutta la loro posizione economica sta dalla parte dei più ricchi ed è quindi liberista.
Il Pd è stato per decenni liberista e democratico; con gli ultimi governi, da Bersani in poi si è lasciato contagiare dal liberismo che ha raggiunto il suo sprofondo con Renzi, che voleva addirittura annullare progressivamente lo stato sociale, che è sempre stato a favore delle banche e che, se ha svenduto i nostri porti all'Ue, non lo ha fatto per principi umanitari ma per un bieco calcolo di convenienza di potere.
La Lega è in gran parte liberista e, se ha fatto delle leggi a difesa delle classi povere, è stato per la spinta dei 5 stelle. Ma è enormemente nemica di tutto ciò che è liberale.
Inutile chiedersi da che parte stia la Chiesa. Ma anche la Chiesa è divisa tra una parte fondamentalmente attratta dal potere e una chiesa periferica, spesso emarginata, che cerca di aiutare evangelicamente poveri ed emarginati.
Era liberale Don Gallo. Non lo era certo Marcinkus. E' stato sempre eminentemente liberista lo IOR o quella parte della Chiesa che non paga l'ICI o investe nelle armi o nella Coca Cola. E' addirittura dalla parte della Lega quella Chiesa di destra, nera, estremista e reazionaria come la chiesa lefevriana, che odia Papa Bergoglio e non accetterà mai aperture nella Chiesa alle donne o a preti sposati.


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mercoledì 30 ottobre 2019

Tutto è andato come avevano previsto. - Maurizio Zaccone

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Nazionalizziamo il partito e convinciamo tutti che il problema dell’Italia non sono i meridionali, ma i “negri”. Fatto.
Facciamo alleanza con il M5S così intanto ci prendiamo le poltrone. Fatto.
Spariamo cazzate sui social, tipo pane e nutella, zingaracce, brutti neri e lavori forzati per i detenuti, tanto chi va a controllare se c’è corrispondenza con l’attività parlamentare. Fatto.
Scaliamo percentuali nei sondaggi e poi facciamo cadere il Governo, magari prima di essere costretti a trovare le coperture per le manovre fatte e prima di altre leggi che non ci piacciono proprio. Fatto.
Ora andiamo ad elezioni e prendiamoci il paese, e diamo la colpa agli altri che ci hanno costretto a questo.
Uno di quei disegnini così semplici da apparire impossibili da realizzare. Chi vuoi che ci caschi?
Ma Salvini, va dato atto, ci conosce meglio di quanto ci conosciamo noi.
Chi lo contrastava ha usato le peggiori armi per farlo; l’ha messa su un piano ideologico, su temi divisori. Ha parlato di umanità, di morti in mare, di autonomie deleterie per il Sud, dei 49 milioni.
Non fregava niente a nessuno.
Basti pensare che si è riusciti a convincere parte del Sud, costretta a convivere con piaghe come la criminalità organizzata e la mancanza di servizi minima, che il problema sono gli extracomunitari; i barconi.
Sarebbe bastato ragionare con la loro testa, fingendo di comprenderli.
Li vogliamo cacciare questi brutti neri? Vogliamo castrare chimicamente i pedofili? Vogliamo mandare i criminali ai lavori forzati? Vogliamo censire i Rom? Vogliamo una giustizia certa che quando arresta i criminali non li fa uscire dopo 5 minuti?
Bene, sappiate che Salvini non ha dedicato un solo minuto a tutto questo.
Non sono diminuiti gli immigrati, non è cambiato nulla sulle possibilità di rimpatriarli.
Perché mica vi dice che dalle Ong arriva solo l’8% dei clandestini e che il restante 92% trova i porti aperti? Perché mica vi dice che per rimpatriare i clandestini servono accordi bilaterali con i paesi di provenienza? Questo Governo che accordi in più ha fatto con i paesi di provenienza? Quanti con i paesi dell’Africa subsahariana, da dove ne provengono la maggioranza?
Scopritelo, se vi interessa.
Vi piaceva l’idea del censimento dei Rom, vero? Schediamoli tutti, dai. Soltanto che i Rom non sono extracomunitari. E il censimento già esiste, per i cittadini italiani. E molti di questi sono italiani. Poi ci sono i rumeni. E quando per assurdo li censisci e scopri quanti di loro sono rumeni, che fai? Sono cittadini comunitari, dell’Europa, e non possono essere espulsi.
E pure questi 2 assassini americani. Mandiamoli ai lavori forzati, scrisse Salvini. E tutti a godere alla grande. Solo che i lavori forzati in Italia sono stati aboliti 153 anni fa. Forse la Lega ha proposto di reinserirli? Vi siete informati? No, non lo ha fatto.
Ah, dimenticavo: una volta arrestati bisogna “buttare via le chiavi”. Quindi questo Governo ha fatto qualcosa per la certezza della pena? Informatevi, scoprirete cose fantastiche. Che l’unica cosa buona (la Spazzacorrotti) l’ha firmata Bonafede, M5S. Che alla Lega sta sulle palle la prescrizione bloccata dopo il primo grado di giudizio. Ed è proprio prima della riforma sulla giustizia che fa saltare il Governo.
Però che bello tagliare la palle ai pedofili. Eh sì, Salvini propone anche la castrazione chimica per i reati sessuali. Un grande. Peccato che chi lo vota non sa cos’è la castrazione chimica e cosa proponeva il disegno di legge della Lega.
Perché la maggior parte di loro crede essere un taglio alle palle dei pedofili. Mentre è un semplice farmaco che riduce la libido e il desiderio sessuale. Non è una soluzione “definitiva”, ma temporanea. Se smetti di prenderlo, non funziona più. Non è di sicura riuscita. Per renderlo obbligatorio bisogna modificare la Costituzione. Ma la Lega per non modificarla propone che la somministrazione non sia obbligatoria ma volontaria. Quindi è il criminale a doverlo volere. E perché lo dovrebbe volere? In cambio di una sospensione condizionale della pena. Chiaro? SOSPENSIONE DELLA PENA. Li mettono fuori, non dentro. Ma mica ve lo facevano capire,eh?
Non era sulla mancanza di valori e di etica che andava condotta la battaglia. Ma solo sulle balle rifilate. Ma ormai il peggio è fatto. Ora che ha capito più che mai che per avere il consenso non serve governare ma bastano i tweet, cercherà di andarselo a prendere tutto per lui il governo.
Come disse qualcuno, un tempo (la frase è stata attribuita sia a Giolitti che a Mussolini): “Governare gli italiani non è difficile, è inutile”.
Lui l'ha capito.
Quando si dovranno raccogliere i cocci però, non giustificatevi dicendo "non sapevo".
La legge non ammette l'ignoranza.
Quella che invece Salvini adora.