Il terzo tragico Fantozzi. “Sono contento di tornare a lavorare con Sallusti che mi riportò a Libero proprio dal Giornale e ringrazio l’editore per la voglia di continuare a scommettere su Libero“ (Pietro Senaldi, appena retrocesso da direttore a condirettore di Libero, Adnkronos, 14.5). Com’è umano, lei.
Bruciante attualità. “Le telefonate segrete del Duce. Dalle conversazioni con Hitler alle chiacchierate con Claretta: oggi iniziamo la pubblicazione delle carte riservate di Mussolini” (Libero, 16.5). Seguiranno i dialoghi di Cesare e Cleopatra e i barriti degli elefanti di Annibale.
L’insuccesso dà alla testa. “I sondaggi ci danno sempre per morti. Però nel 2018 abbiamo impedito il governo Di Maio, nel 2019 il governo Salvini, nel 2021 il governo Conte ter. Lasciamo pure che gli amanti dei reality si trastullino coi sondaggi, noi facciamo politica. E i risultati arrivano” (Matteo Renzi, segretario Iv, Corriere della sera, 10.5). Ultimo sondaggio di Repubblica: 2 per cento. E i risultati arrivano.
Fonti purissime. “Sull’incontro dell’autogrill (tra Renzi e lo 007 Mancini, ndr) abbiamo consultato fonti parlamentari di alto livello, a cominciare da quelle di Italia Viva” (Tommaso Ciriaco, Repubblica, 15.5). Ah beh allora.
Chi l’avrebbe mai detto. “Cade il velo sulla sfida di Salvini a Draghi. Il leader della Lega precipita il governo in un limbo pericoloso. La vicenda del Papeete non gli ha portato consiglio” (Stefano Capellini, Repubblica, 16.5). Viva costernazione a Repubblica: puntavano tutto sull’affidabilità di Salvini.
Il Ponte del Merlo. “(Il Ponte sullo Stretto, ndr) questo vecchio sogno della sinistra meridionalista…” (Francesco
Merlo, Repubblica, 16.5). Uahahahahahah.
Le mele con le patate. “Che D’Alema, dopo aver dato del principe dei corrotti a Craxi, e avere detto, sempre parlando di Craxi, che la politica non è un mestiere con cui arricchirsi, ecco, sarebbe un finale troppo perfetto anche per lui, se D’Alema chiudesse siffatta carriera fischiandosi i soldi dei socialisti” (Mattia Feltri, Stampa, 14.5). Qualcuno prima o poi spiegherà a questo genio la differenza tra una tangente e uno stipendio.
Prescrizione brutta. “Vergogna Bergamin. Il killer terrorista mai stato in cella ora l’ha fatta franca. Il leader dei Pac salvato dalla prescrizione” (Giornale, 12.5). Vi ricorda mica qualcuno?
Foglio d’ordini. “Per SuperMario la ‘luna di miele’ con gli italiani si sta consumando… Su Draghi si erano concentrate aspettative smisurate: compatibili forse con la statura del personaggio, ma non con la natura anomala del suo governo e la struttura fragile del Paese… I nostalgici che si ostinano a osservare il presente con gli occhiali del passato, e a ripetere ogni volta ‘quando c’era Conte’, dovrebbero mettersi l’anima in pace. L’era gialloverde è morta, quella giallorossa è moribonda e anche l’Avvocato del Popolo non si sente più tanto bene (vedi il collasso dei 5Stelle)… Draghi ascolta tutti, poi decide da solo… La scelta di Elisabetta Belloni è stata esemplare: un Consiglio dei Ministri convocato 15 minuti prima, senza ordine del giorno, e poi il blitzkrieg che ha liquidato Vecchione in un amen. Draghi è ‘metodo’… È ‘totus politicus’… Per il modo in cui mette il sub-governo dei partiti di fronte al fatto compiuto… Ha dato una chiara assertività al riposizionamento atlantico del Paese e ai rapporti con l’America di Biden… Questi sono fatti, non opinioni. E anche in questo caso, gli orfani di Conte se ne dovrebbero compiacere, invece che rammaricarsene… Sabotare la Pax Draghiana è peggio che un delitto” (Massimo Giannini, Stampa, 16.5). “Belloni cambia il volto dei Servizi”, “Dai rapporti con Erdogan all’omicidio Regeni: le sfide dell’ambasciatrice”, “C’è il via libera ai test salivari” (Stampa, 16.5). Ah ecco cos’erano: i test salivari alla Stampa.
Metodi. “Renzi: col metodo Davigo addio Csm” (Riformista, 14.5). Lui preferiva il metodo Lotti-Ferri-Palamara.
Il titolo della settimana/1. “Si chiude il lodo su via Solferino. Il palazzo valeva 33 milioni in più. Gli arbitri: non c’è stata lite temeraria da parte di Rcs. Ma non ci sarà un risarcimento” (Corriere della sera, 15.5). È il modo del giornale di Cairo di comunicarci che Cairo ha perso il contenzioso con Blackstone. Cari colleghi, vi siamo vicini nel momento della prova.
Il titolo della settimana/2. “Di Matteo ‘gela’ Davigo: ‘Chiunque avrebbe capito che le accuse ad Ardita in quei verbali erano false’” (Dubbio, 15.5). Ottimo sistema per sveltire i processi: anziché fare le indagini, si chiama il primo che passa a dare un’occhiata.
Il titolo della settimana/3. “Assegno unico per tutti dal 2022. Draghi: ‘Riforma epocale’” (Sole 24 ore, 15.5). È il modo del giornale confindustriale di comunicarci che l’assegno per le famiglie con figli, promesso per il 2021, slitta al 2022.
Il titolo della settimana/4. “Se Travaglio ti bacia sei già bell’e morto” (Paolo Guzzanti, Riformista, 13.5). Strano: eppure non ricordavo di aver baciato Paolo Guzzanti.
IlFQ