mercoledì 6 ottobre 2021

Decreto fisco, da riforma catasto a riscossione: ecco la delega.

 

Aliquote Iva, Irap e Irpef: tutte le novità.

Il taglio delle microtasse e la semplificazione delle norme, ma anche progressività del sistema e lotta all'evasione: sono quattro i principi cardine della delega fiscale approvata dal Consiglio dei ministri.

In primis, nelle intenzioni del governo la futura riforma punta a stimolare la crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione; secondo, la razionalizzazione e semplificazione del sistema anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi; terzo, la progressività del sistema, che va preservata, seguendo i dettami della Costituzione che richiamano un principio generale di giustizia e di equità. Infine, quarta linea guida: il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

IRPEF - Il disegno di legge, secondo quanto si legge nella nota di Palazzo Chigi, interviene sul sistema duale e sull'Irpef, poggiando su due pilastri: il completamento del sistema duale e quindi la distinzione tra redditi da capitale e redditi da lavoro e la riduzione delle aliquote effettive che si applicano ai redditi da lavoro. Per i redditi da capitale è prevista la tassazione proporzionale, tendenzialmente con un’aliquota uguale per tutti i redditi da capitale, ma con gradualità, con l'obiettivo di razionalizzare l’attuale sistema e rendere più efficiente il mercato dei capitali.

Per i redditi da lavoro è prevista la riduzione delle aliquote effettive medie e marginali dell’Irpef incentivando così l’offerta di lavoro, in particolare nelle classi di reddito dove si concentrano i secondi percettori di reddito e i giovani. Ripensamento poi della giungla delle deduzioni-detrazioni fiscali sulla base di una valutazione attenta dell’equità e dell’efficienza. Infine, si prevede il riordino della tassazione del risparmio, facendo attenzione alla necessità di non generare spazi per l’elusione dell’imposta.

IRES - In materia di tassazione del reddito d’impresa, il testo intende rendere coerente il futuro sistema con l’approccio duale. Quindi nel processo di attuazione della delega si potrà modificare la struttura delle imposte (aliquote e basi imponibili) a carico delle imprese in modo da allinearla a quella tendenzialmente e gradualmente omogenea prevista per la tassazione di tutti i redditi da capitale. All’interno di questo contesto, in ogni caso gli interventi potranno anche favorire la semplificazione dell’Ires con l’obiettivo di ridurre gli adempimenti a carico delle imprese.

IVA - Per quanto riguarda l’Iva, si stabilisce l’obiettivo di razionalizzare l’imposta, con riguardo anche ai livelli delle aliquote e alla distribuzione delle basi imponibili tra le aliquote stesse. Si mira a semplificare la gestione del tributo e a ridurre i livelli di evasione e di erosione dell’imposta.

IRAP ADDIO - La delega prevede il superamento in maniera graduale dell’Irap.

REVISIONE CATASTO A IMPATTO ZERO SU TRIBUTI - E’ prevista l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Si prevede, inoltre, l’avvio di una procedura che conduca a integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel Catasto, attraverso la rilevazione per ciascuna unità immobiliare del relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo intervento non ha tuttavia alcun impatto tributario.

IMU TUTTA AI COMUNI - Il disegno di legge prevede la sostituzione delle addizionali regionali e comunali all’Irpef con delle rispettive sovraimposte. Il nuovo sistema potrà essere disegnato al fine di garantire comunque che nel loro complesso Regioni e Comuni abbiano un gettito equivalente. Si prevede la revisione dell’attuale riparto tra Stato e comuni del gettito dei tributi sugli immobili destinati a uso produttivo, al fine, tra l’altro, di rendere l’Imu un’imposta pienamente comunale.

RISCOSSIONE - Riforma del sistema della riscossione superando l’attuale sistema che vede una separazione tra il titolare della funzione di riscossione (Agenzia delle Entrate) e il soggetto incaricato dello svolgimento dell’attività (Agenzia delle Entrate-Riscossione). Il potenziamento dell’attività potrà derivare dall’adozione di nuovi modelli organizzativi e forme di integrazione nell’uso delle banche dati che andranno valutati e definiti in sede di decreti delegati.

CODICI - Si prevede la codificazione delle norme tributarie e si mira ad avviare un percorso per giungere a un riordino di tutte le norme all’interno di Codici.

AdnKronos

Lobby nera: indagati Fidanza e Jonghi Lavarini.


Inchiesta a Milano su finanziamento illecito e riciclaggio.


L'europarlamentare di Fdi Carlo Fidanza e Roberto Jonghi Lavarini, anche detto il 'barone nero', sono indagati per le ipotesi di finanziamento illecito e riciclaggio nell'indagine milanese scaturita dall'inchiesta giornalistica di Fanpage sulla campagna elettorale di Fratelli d'Italia. Oggi la Gdf ha anche effettuato delle perquisizioni.

In particolare, Fidanza e Jonghi Lavarini, che fu candidato per Fdi alla Camera nel 2018, sono indagati per le due ipotesi di reato contestate nell'inchiesta - coordinata dall'aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Piero Basilone e Giovanni Polizzi - sulla base, a quanto si è saputo, di frasi che sono state da loro pronunciate nel primo video dell'inchiesta di Fanpage.

I pm ieri hanno acquisito il filmato integrale con le registrazioni (oltre 100 ore) dei dialoghi tra un cronista 'infiltrato', Jonghi Lavarini (condannato a due anni per apologia del fascismo), Fidanza (europarlamentare Fdi che intanto si è dimesso da tutti gli incarichi di partito) e la neoconsigliera del Comune di Milano, e all'epoca candidata di Fdi, l'avvocato Chiara Valcepina (che non risulta allo stato indagata). Dialoghi da cui è venuto a galla un presunto sistema di "lavanderia", di cui parla proprio Jonghi Lavarini, per pulire soldi versati in nero destinati alla campagna elettorale e usati anche per altre elezioni.

E' stato il 'barone nero', come emerge dal filmato di Fanpage, a presentare Carlo Fidanza al giornalista e l'eurodeputato gli avrebbe spiegato, come risulta dal video, che poteva contribuire alla campagna elettorale versando sul conto corrente o "se è più comodo fare del black", del 'nero', tanto, come ha detto Jonghi Lavarini, ci sono una "serie di lavatrici" per il finanziamento.

Frasi che hanno portato, appunto, all'iscrizione dei due nel registro degli indagati e oggi ad una perquisizione del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano nella casa di Jonghi Lavarini. Un attività finalizzata a cercare eventuali riscontri, tra documenti e dispositivi informatici, sui presunti finanziamenti 'opachi' e sul riciclaggio di denaro di cui si parla nelle registrazioni di Fanpage.

"Ho appreso dagli organi di stampa di essere stato iscritto sul registro degli indagati a seguito dell'inchiesta di Fanpage" ha commentato Fidanza. "Al momento non ho ricevuto alcuna comunicazione ufficiale. Sono sereno e ovviamente a disposizione della Procura per chiarire quanto prima ogni aspetto di questa vicenda". 

ANSA

martedì 5 ottobre 2021

Oms aggiorna lista farmaci essenziali, attenzione a diabete.

 

Insulina umana,4 antitumorali e antibiotico contro super batteri.

Quattro farmaci oncologici, incluso uno specifico per pazienti pediatrici, un antibiotico di nuova generazione contro le infezioni multiresistenti e diverse nuovi farmaci per il diabete come gi analoghi dell'insulina. Sono queste alcune delle novità apportate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità alla lista dei farmaci essenziale, appena rivista.

Tra le preoccupazioni principali dell'Agenzia delle nazioni Unite, quella di aumentare l'accesso alle cure del diabete, malattia "in aumento a livello globale".

"Troppe persone che hanno bisogno di insulina - spiega Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale Oms - hanno difficoltà finanziarie nell'accedervi o ne fanno a meno e muoiono". Includere gli analoghi dell'insulina, che hanno una più lunga durata d'azione (degludec, detemir e glargine) nell'Elenco dei farmaci essenziale e ampliare l'uso di biosimilari "è un passo fondamentale per garantire che tutti coloro che hanno bisogno di questa terapia salvavita possano accedervi".

Attenzione particolare viene data ai tumori, che hanno provocato quasi 10 milioni di decessi nel 2020, di cui 7 su 10 nei Paesi a basso e medio reddito". Per promuovere l'utilizzo di nuovi farmaci che mirano a specifiche caratteristiche molecolari del tumore, con risultati migliori rispetto alla chemioterapia, l'Oms ha aggiunto alla lista: enzalutamide per il cancro alla prostata; everolimus, per un tipo di tumore cerebrale nei bambini; ibrutinib per la leucemia linfatica cronica e Rasburicase, per la sindrome da lisi tumorale, grave complicanza di alcuni trattamenti oncologici. Inoltre sono state aggiunte nuove indicazioni per i tumori infantili per 16 farmaci già in elenco, incluso il glioma di basso grado, la forma più comune di tumore al cervello nei bambini. Tra i nuovi antibiotici, sono stati inclusi nell'elenco Oms cefiderocol, un antibiotico efficace contro batteri multiresistenti.

ANSA

Ateneo Firenze, 9 a giudizio per il concorso di Medicina: c’è anche l’ex rettore Luigi Dei. - Antonio Massari

 

Lo “scandalo Careggi” va a giudizio e il processo inizierà il 1º febbraio 2022. Tra gli imputati si contano nomi eccellenti. Tra i nove imputati c’è anche l’ex rettore dell’Ateneo di Firenze, Luigi Dei. Il processo riguarda una serie di presunte irregolarità che, secondo l’accusa, sarebbero state realizzate durante la procedura universitaria per selezionare, all’interno del dipartimento di medicina sperimentale dell’Università di Firenze, un professore associato di Cardiochirurgia. Tra gli imputati anche Monica Calamai che all’epoca dei fatti era la direttrice generale dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi. E poi ben sette professori universitari, tra i quali Pierluigi Stefano, ovvero il candidato che si vide assegnare la cattedra con la procedura contestata dalla Procura.

L’accusa per Dei e Calamai è quella di abuso d’ufficio. Un abuso che, sempre secondo le accuse, si sarebbe realizzato attraverso le loro pressioni affinché la commissione affidasse a Stefano il posto di professore associato. Stefano era già direttore della Sod complessa di cardiochirurgia dell’Aou di Careggi (parliamo di equipe mediche specialistiche – come spiega sul suo sito proprio l’azienda universitaria ospedaliera fiorentina – che prendono in carico il cittadino e lo seguono nel percorso assistenziale). In questo modo Stefano avrebbe seguito sia la cardiochirurgia universitaria sia quella ospedaliera.

L’inchiesta condotta dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, nel 2019 ha avuto un impulso anche grazie all’arrivo in Procura di una lettera anonima: “So che l’anonimato non rappresenta il massimo – scriveva il denunciante –, ma non tutti hanno la forza e la possibilità di seguire strade giudiziarie”. L’anonimo “accademico di Medicina di Careggi” allegò alla sua lettera un elenco di 11 nominativi per altrettanti concorsi e aggiunse: “Per dimostrarle che non mi sbaglio Le indicherò i vincitori dei concorsi accademici in atto prima ancora che molte commissioni presiedute dai baroni di Careggi si siano ancora insediate”. Un anno e mezzo fa si scopre che l’anonimo ci aveva visto giusto in 7 casi su 11. E il Gip ieri ha disposto il rinvio a giudizio, in alcuni casi anche con l’accusa di corruzione (slegata a una utilità in denaro: in sostanza uno scambio di favori), con il processo che partirà tra 4 mesi. Prima udienza del processo l’1 febbraio 2022.

ILFQ

Cosa dicono quei numeri. - Marco Travaglio

 

“È la somma che fa il totale”, diceva Totò. Quindi non c’è nulla di originale nell’osservare che il nuovo centrosinistra giallorosa vince solo se è unito: a Napoli con Manfredi è un po’ più contiano e dimaiano, a Bologna con Lepore è molto più pidino. A Milano i 5Stelle sono irrilevanti, come sempre, e quello di Sala (mai iscritto al Pd e proveniente dal centrodestra morattiano) è un trionfo personale e trasversale. Il vecchio centrodestra a tre punte, a trazione meloniana e non più salviniana, va male dappertutto: per ora porta a casa solo la Calabria, e più per i demeriti del centrosinistra (ben tre candidati) che per meriti propri. È secondo persino a Torino, dove il moderato Damilano era strafavorito sul pd Lo Russo. Il quale però ora deve sperare nella scarsa memoria dei 5Stelle, dopo gli insulti alla buona esperienza Appendino e il rifiuto tracotante di qualsiasi dialogo col M5S. Roma fa storia a sé. La Raggi s’è rivelata un osso molto più duro di quel che diceva la black propaganda, ma non abbastanza per qualificarsi alla finale. Lì però può succedere di tutto: la Meloni farà pesare tutto il suo consenso personale e, anche se Conte facesse l’endorsement a Gualtieri e molti elettori raggiani lo seguissero, Michetti avrebbe un ottimo serbatoio di riserva tra gli elettori di Calenda, l’altro candidato di destra (l’altra destra: quella borghese, confindustriale e tecnocratica), allergico ai giallorosa.

Tutto ciò premesso, sarebbe ridicolo confondere questa tornata amministrativa con le prossime Politiche. Chi lo fa, seguendo i soliti esperti del nulla, si condanna al suicidio. Il centrosinistra che ha appena stravinto il primo turno delle Comunali, su scala nazionale resta 10 punti sotto il pur malconcio centrodestra. Il che rende semplicemente comico il pressing dei giornaloni perché il Pd molli l’asse col M5S contiano per allearsi con non si sa bene chi. Se il Pd vince è proprio grazie alla linea Zinga-Letta sull’alleanza col M5S: la linea Renzi, alle Comunali del 2016, portò il partito alla débâcle. Anche chi vaneggia di “sconfitta dei populisti”, con Lega e FdI al 40% e gli astenuti al 46%, racconta barzellette. I non votanti – il primo partito d’Italia – sono soprattutto ex elettori 5Stelle in attesa di un’offerta credibile. È un monito soprattutto per Conte, che dovrà trovare linguaggi e contenuti di populismo gentile e competente per recuperare almeno una parte delle periferie sociali ed elettorali che non si sentono rappresentate da nessuno. Specie nel deserto del Nord. Dalla sua, ha la fortuna di essere la soluzione migliore alla penuria generale di classe dirigente: fra i vari ex premier in circolazione, è di gran lunga il più apprezzato dal “popolo”. Ma quel ricordo non dura in eterno.

ILFQ

domenica 3 ottobre 2021

Il grado d’improvvisazione a destra. - Antonio Padellaro

 

“Io su queste cose divento pazza, ma come si fa a frequentare certa gente per prendere 30-40 preferenze in più?”

Giorgia Meloni. “Corriere della Sera”

Al tempo dello scandalo Lewinsky universale indignazione suscitarono le bugie di Bill Clinton sui rapporti intrattenuti con la stagista Monica. E altrettanta universale ilarità suscitarono le battute su ciò che avveniva sotto la scrivania dello Studio Ovale. Giocare sull’aspetto ridicolo di un evento drammatico ha fatto sempre la fortuna della satira. Anche se forse quando la satira contemporanea si occupa dei politici non ha più bisogno di un Aristofane o di un Giovenale visto che i testi migliori sono quelli autoprodotti dagli stessi bersagli della derisione. Paradigmatico il triplice scandalo che ha investito Fratelli d’Italia dopo il clamoroso video di Fanpage rilanciato giovedì sera da Piazzapulita. Che si articola sull’ipotesi fondi neri e sulle affermazioni di stampo fasciorazzista espettorate dalla cameratesca combriccola guidata da Carlo Fidanza. Il tutto reso ancora più grave e imbarazzante dalla posta in palio: un pugnetto di preferenze riconducibili alla figura minore di una candidata sconosciuta ai più. C’è uno schema che si ripete. Abbiamo il caso del temutissimo superguru Luca Morisi, che mette nei guai se stesso, il suo adorato principale e la Lega in blocco per un diverbio su millecinquecento euro forse dovuti o forse no al prestatore d’opera rumeno. E osserviamo il turbo europarlamentare dicono dal futuro radioso che incasina se stesso e la vigilia elettorale di FdI. Entrambi mossi da superficialità e delirio di onnipotenza. La miscela, o se vogliamo la droga Ghb dei comportamenti dissennati, che comporta l’abbassamento delle difese immunitarie di ogni elementare buon senso. Per cui tutto si può dire, tutto si può fare, tanto a noi non ci tocca nessuno. Comportamenti già abbastanza a rischio per i comuni mortali ma dalle possibili conseguenze catastrofiche quando ne siano protagonisti personaggi politici di rilievo pubblico. Casi nei quali l’errore individuale comporta, come nel gioco del domino, un effetto a catena dalle conseguenze imprevedibili. Ecco dunque che deflagra il problema di una classe dirigente populista e sovranista spesso selezionata come capita e senza le opportune verifiche (e di cui i candidati sindaci a Roma e Milano, Michetti e Bernardo costituiscono un esempio) Se e in che misura i partiti di Salvini e Meloni pagheranno le dissennatezze dei loro sottoposti lo valuteremo tra poche ore. Ma se pure i leader dovessero limitare i danni, o anche cantare vittoria qui o là, indelebile resterebbe la sensazione di due destre che si candidano a governare l’Italia con una notevole improvvisazione. E con sommo sprezzo del ridicolo.

ILFQ

L’altra Bestia. - Marco Travaglio

 

Morta prematuramente la Bestia salviniana in un festino con coca e romeni nella cascina di Morisi, consoliamoci con l’altra formidabile macchina spara-merda, attiva da cinque anni a edicole e reti unificate contro una sola persona: Virginia Raggi. Il celebre titolo di Libero “Patata bollente”, stigmatizzato con raccapriccio dall’intero tartufismo nazionale, è solo l’apice di un’ignobile campagna iniziata il giorno dell’elezione di una sindaca “rea” di essere donna, grillina e per giunta onesta. Le ridicole accuse penali, tutte cadute in tribunale e in appello, non bastavano: bisognava dimostrare che era pure corrotta (Corriere, Repubblica e Messaggero, per una storiella di nomine e polizze, evocarono Tangentopoli e il Giornale annunciò il suo arresto) e mignotta (Rep e l’assessore Berdini su La Stampa le inventarono una liaison col dirigente Romeo). Qualunque cosa accadesse a Roma (ma anche fuori) era colpa sua. Lei però restò in piedi, allora si cominciò a dire che aveva i giorni contati, prossima al ritiro per un posto da sottosegretario, scaricata da Grillo, Conte&C. Infatti. Così si disse che non la rivotava nessuno: poi arrivarono i sondaggi e si capì che se la poteva giocare. Panico.

Così si ricominciò a inventare. Il disastro dell’Atac (ereditata in fallimento e risanata), gl’impianti per i rifiuti (competenza regionale), i cinghiali (idem), la “discarica fuorilegge” ad Albano (legittima per il Tar), lo stadio della Roma (da quando c’è lei, farlo è il male assoluto, ma anche non farlo), la grande occasione persa delle Olimpiadi (cioè del default della capitale indebitata per 15 miliardi da quelli bravi di prima), i “no a tutto” (ha candidato Roma a Expo2030 e Draghi ha appena firmato), la strage di pesci nel Tevere (li ammazza lei uno per uno), la città inondata dalle bombe d’acqua (a Roma sono colpa sua, a Milano della pioggia), le piste ciclabili “elettorali” (bandi di due anni fa), il museo della Shoah “elettorale” (progetto del ‘97, lavori iniziati con Veltroni nel 2005), i fuochi d’artificio pagati dal Municipio di Ostia per la sua cena elettorale (si fanno ogni anno e dal ristorante manco si vedono), la cena “fuorilegge perché senza Green Pass” (in una terrazza all’aperto dove la legge lo esclude), il mancato vaccino perché “No Vax” o “Ni Vax” (è guarita dal Covid e ha gli anticorpi ancora alti). Ignazio Marino ricorda che la Raggi si è scusata mentre il Pd ricandida i suoi pugnalatori? Rep risponde per Gualtieri che lei candida il cameriere che testimoniò sulle cene a sbafo: come se andare in tribunale per fare il proprio dovere fosse uguale ad andare dal notaio per cacciare Marino. E ora tutti in coro: viva i buoni, abbasso la Bestia! Anzi, morta una Bestia ne resta un’altra.

ILFQ (30.9.2021)