mercoledì 13 settembre 2023

Mimmo. - Marco Travaglio


A luglio eravamo a Ravello, Mimmo De Masi, Cinzia Monteverdi e io, per presentare il mio libro. A Ravello sono vietate le auto. Cinzia e io arrancavamo come zombi sotto la canicola del mezzogiorno. Lui trotterellava e saltellava come un capriolo. Nulla era più lontano di lui dalla morte, che invece se l’è portato via in pochi giorni.
E non bastano tutte le parole del vocabolario per descrivere chi era, cosa ha rappresentato per il nostro giornale con i suoi articoli e il progetto Scuola, e quanto ci mancherà. Era il nostro amico geniale. Il nostro nonno acquisito, arrivato troppo tardi e andato via troppo presto. Più giovane di tutti noi messi insieme: dovevate vederlo alle riunioni sulla Scuola del Fatto, l’ultima impresa in cui si gettò a capofitto con l’entusiasmo e l’energia di un ragazzino, occupandosi persino dell’erba del prato davanti alla sede prefabbricata nel giardino della nostra redazione.
Di solito gli intellettuali di sinistra sono noiosi, verbosi, seriosi, faziosi, retorici, supponenti, tromboni: lui era tutto l’opposto. Brillante, sintetico, asciutto, spiritoso, ironico e dunque autoironico, mai settario e talmente colto da permettersi il lusso di dissimularlo.
Il libro che ci lascia con i testi degli incontri al cinema romano Farnese su Destra e Sinistra ne sono un piccolo esempio: quando alzava il telefono per chiamare intellettuali e professori di idee antitetiche alle sue, quelli correvano perché li aveva convocati “Mimì”, ed era una garanzia di rispetto e imparzialità. Il che, quando prendeva la parola, non gli impediva di inquadrare i problemi con soave nettezza e poi di recidere i nodi col bisturi del suo sulfureo sense of humour. Era atipico anche come scienziato: i sociologi sono famosi per sforzarsi di non farsi mai capire e di riuscirci perfettamente. Lui invece riusciva a sminuzzare i problemi più complicati e i concetti più complessi con una semplicità e un candore di linguaggio che disarmavano.
I giornaloni e l’establishment tutto lo detestavano o perché osava denunciare la morte della Sinistra in nome del turboliberismo “riformista” e “blairiano”, dell’afrore dei banchieri e dei tecnici alla Monti e alla Draghi, e dare invece credito ai 5Stelle che avevano riempito quel vuoto. Persino la Meloni, in anni passati, gli aveva chiesto una mano per addentrarsi nei temi dell’economia e della sociologia in qualche serata privata.
E lui non si era sottratto, perché restava comunque un professore nel vero senso della parola, e sentiva il dovere di insegnare a tutti un poco del molto che sapeva.
Uno dei tanti cretini di successo che scrivono in prima pagina l’aveva definito “il teorico del fancazzismo” perché aveva capito fra i primi gli spazi di “ozio creativo” e le voragini occupazionali in arrivo nel mondo del lavoro della società post-industriale (oggetto primario dei suoi studi) con l’intelligenza artificiale, il digitale e l’automazione. I suoi consigli a Grillo e Casaleggio e poi a Di Maio e a Conte hanno aiutato il movimento a diventare adulto e a riempire di contenuti i vuoti dovuti all’ingenuità e all’inesperienza (i milioni di poveri che per tre anni si sono sentiti protagonisti grazie al Reddito di cittadinanza lo devono anche a lui, così come i lavoratori che beneficiano del lavoro agile e in futuro, magari, otterranno anche un salario minimo e una riduzione dell’orario di lavoro).
Il che non gli fruttò alcun incarico o sinecura, nel Paese dei raccomandati, e non gli impedì di criticare i 5Stelle quando sbagliavano, come fece per esempio con Grillo e Di Maio per la loro sbornia draghiana e con Conte per la sua renitenza a integrarsi con le altre opposizioni.
Poi c’era il Mimmo privato, il Mimmo delle cene in trattoria con l’adorata moglie Susi, il Mimmo che zompetta curioso nei corridoi del Fatto, il Mimmo dal calore umano trascinante, il Mimmo delle battute, dei sorrisi e delle risate tutte napoletane (anche se era nato in Molise). Il Mimmo che squaderna le sue mille vite e i suoi mille aneddoti sui suoi amici che solo a nominarli vengono i brividi: da Adriano Olivetti a Luiz Inácio Lula da Silva, il presidente brasiliano che lo chiamava per chiedergli consigli (Mimmo in Brasile è conosciutissimo e popolarissimo), dall’erede del patròn di Rede Globo Roberto Marinho (che se lo portava in barca nelle isole greche in vacanza a volte pure con Zuckerberg) a Lina Wertmüller e Pier Paolo Pasolini (che una sera, a cena con lui al ristorante, toccò il sedere a un cameriere e Mimmo raccontava che quella fu l’unica volta in cui gli toccò fare a botte e prenderle).
Ascoltando quell’omino piccolo piccolo, con quella vocetta di falsetto e ruggine tipica di molti napoletani, mi stupivo sempre delle mille cose che era riuscito e continuava a fare. Ma i vini migliori stanno nelle botti piccole. Lui non lo sapeva, perché non credeva: ma per noi del Fatto era un regalo del Cielo. E, come tutte le cose belle, è durato troppo poco.

martedì 12 settembre 2023

Sul campo (minato). La controffensiva ucraina sta fallendo, ma i falchi negano (di Alessandro Orsini – ilfattoquotidiano.it)

 

La controffensiva ucraina è un fallimento totale. La proposta di trattare con la Russia all’inizio della guerra, avanzata da questa rubrica, era giusta. Sempre più italiani se ne rendono conto. La scelta della guerra a oltranza – propugnata da Corriere della Sera, Repubblica e Stampa – si è dimostrata sbagliata. Con il passare dei mesi, la condizione dell’Ucraina è peggiorata a dismisura. Questa rubrica aveva detto: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. Così è stato.
Il numero dei soldati ucraini massacrati è da videogame; il numero di bambini ucraini uccisi è da capogiro. Elencare le devastazioni che l’Ucraina ha subito finora è ormai impossibile: la lista completa richiederebbe un tomo enciclopedico. Le previsioni ottimistiche dei falchi italiani si sono dimostrate false. Il Pil della Russia cresce; l’esercito russo è organizzatissimo e armato fino ai denti; la Cina si è stretta alla Russia; il Brics si è allargato intorno all’asse Mosca-Pechino; Putin attira nella propria orbita governi africani un tempo legati all’Europa; il regime di Putin è più saldo che mai e i suoi consensi interni sono alle stelle. Queste previsioni sbagliate conducono dritto a una conclusione: la classe dirigente italiana è, nel complesso, fallita. Una classe dirigente che sbagli tutte le previsioni contro gli interessi nazionali dell’Italia dovrebbe essere condannata per incapacità manifesta. Il fallimento è anche degli istituti di ricerca di politica internazionale. Si pensi allo Iai. Anziché fare analisi scientifiche, i suoi vertici hanno diffuso propaganda, insulti e infamanti insinuazioni. Il caso Iai fa riflettere sull’intreccio nefasto tra potere politico e ricerca scientifica nelle società libere.
Nel marzo 2022, Zelensky e Putin avevano chiuso un accordo che Biden e Johnson fecero naufragare. Quell’accordo avrebbe salvato l’Ucraina. Perché saltò? Le ragioni sono almeno tre. La prima è che Biden aveva bisogno di tempo per consentire a Svezia e Finlandia di entrare nella Nato. Un accordo all’inizio della guerra avrebbe rischiato di compromettere un simile allargamento al confine della Russia. Gli interessi di Biden richiedevano che la guerra proseguisse scaricando l’allargamento della Nato sui bambini ucraini e i soldati di Kiev. La seconda ragione è che Biden interpreta la guerra in Ucraina come il primo tempo della guerra per Taiwan. Gli accordi con la Russia avrebbero mostrato debolezza, mentre Biden vuole impressionare la Cina con la forza. La terza ragione è che Biden aveva bisogno di tempo per assicurare la separazione dell’Europa dalla Russia. L’alleanza energetica tra Russia e Germania avrebbe messo a repentaglio l’egemonia degli Stati Uniti sull’Europa. North Stream 2 doveva terminare.
Rimane un’ultima domanda: perché l’Unione europea ha deciso di suicidarsi alimentando una guerra che è la sua tomba? La risposta è legata, in larga parte, ai meccanismi che riproducono il potere in quel consesso. Ursula von der Leyen non diventerà segretario della Nato difendendo gli interessi dell’Europa, bensì degli Stati Uniti. Quell’incarico è stabilito da Biden che decide anche il ministro della Difesa dell’Italia e della Germania, tale era Ursula prima di diventare presidente della Commissione europea. Tuttavia, Biden non decide i ministri della Francia. È per questo che Macron, ridotto a nullità politica internazionale, impressiona. I comportamenti di Ursula sono prevedibili come quelli di un bambino in cerca dell’applauso del papà. Macron è il rompicapo.

Professor X - Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov.

 

Li convinceremo che saranno liberi soltanto quando rinunceranno alla loro libertà in nostro favore e si sottometteranno a noi. Li faremo lavorare, sì, ma nelle ore libere dalla fatica organizzeremo la loro vita come un gioco infantile, con canti in coro e danze innocenti.[...] Daremo loro l’umile, quieta felicità degli esseri deboli. Dimostreremo loro che sono soltanto dei poveri bambini, ma che la felicità dei bambini è più dolce di ogni altra.

Diventeranno timidi, avranno timore della nostra collera, la loro intelligenza perderà ogni audacia, i loro occhi diventeranno facili al pianto. Oh, concederemo loro anche il peccato, e così ci ameranno come bambini perché permetteremo loro di peccare! Noi diremo che ogni colpa sarà riscattata, purché la commettano col nostro permesso.
E non avranno segreti con noi. Noi permetteremo o proibiremo loro di vivere con le mogli e con le amanti, di avere o di non avere figli, giudicando sempre in base alla loro obbedienza; e loro si sottometteranno a noi, tutti felici e contenti. I segreti più tormentosi della loro coscienza li porteranno a noi; noi risolveremo tutto, e loro accetteranno la nostra decisione con gioia, perché essa li libererà da una grande fatica e dal terribile supplizio attuale di dover decidere da sé, liberamente.

Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov. (Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx

Messico - Essere alato con borsa.

 

lunedì 11 settembre 2023

Mie elucubrazioni: l'Universo.

 

Visto che la politica ha preso una bruttissima piega, per non farmi venire uno scoppolone, mi dedicherò ad altro, almeno per oggi.


L'Universo, volgiamo parlarne?

"L'universo è comunemente definito come il complesso che racchiude tutto lo spazio e ciò che contiene, cioè la materia e l'energia, i pianeti, le stelle, ..." Wiki

Ricordo che, da piccola, pensando all'Universo, provavo un senso di angoscia.
lo immaginavo immenso, pieno di formule matematiche impossibili da decifrare e, pensando che nell'Universo, anche il più piccolo elemento esistente, è un insieme di formule matematiche, andavo in tilt; 
era un ammasso incontrollabile di oggetti che ruotavano nello sfondo nero, che per noi è un vuoto, ma altro non è che materia anch'essa.
Anche noi umani siamo un insieme di formule matematiche, unite insieme a formare ciò che siamo, come solo la natura con la sua impeccabile logica sa fare, anche se con qualche anomalia, ma tutto ciò che è naturale è anche soggetto ad anomalie dovute a tanti fattori incontrollabili.
Pensandoci mi veniva il mal di testa, immaginavo questo insieme immenso composto da tanti elementi distinti tra loro che ruotavano nel vuoto.
Poi, finalmente, la scintilla: "l'Universo è in continua espansione", quindi, mi sono resa conto del fatto che è pur sempre delimitato, circoscritto...
E dove si espande? Nel vuoto assoluto, nel nulla, nel vuoto immenso che non ha confini. Quindi, se l'Universo, oggetto, composto da tanti altri oggetti incute timore, il vuoto che lo avvolge non essendo un oggetto, non fa paura.
Questo pensiero mi ha tranquillizzata facendomi capire che l'Universo fa parte anch'esso di un qualcosa che ancora non conosciamo.
Basandomi su questa teoria, ho pensato anche che, probabilmente, altri Universi potrebbero esistere nel vuoto assoluto. 

Vuoto che, diversamente dall'Universo o dagli Universi, è innocuo.

cetta

Foto scaricata da Pixabay



 immagini gratis - 



Ringraziamenti: Image by geralt























Marrakech prima e dopo. - Anno 2023 - Cetty Pillitteri

 




"la bellezza salverà il mondo" ci avevano promesso
e invece proprio la bellezza - quelle case di sabbia che affascinavano i turisti - ha portato la morte.

Cetty Pillitteri

Italia vs Cina: siamo sudditi di Washington - Giuseppe Salamone

 

Washington ordina e coloro che si spacciano per sovranisti eseguono come dei bravi scolaretti. Anzi, sudditi! La Meloni ha appena fatto capire senza giri di parole che l'Italia uscirà dalla Via della Seta. E ci ha tenuto a dire che in questa scelta gli Usa non c'entrano nulla. Ahahahahahahahahahahha...
È da pazzi tranciare la cooperazione con la Cina in questo modo. È da pazzi mettere a rischio le relazioni, soprattutto quelle commerciali con un paese enorme la cui economia cresce ormai a un ritmo impressionante e ne abbiamo avuta dimostrazione negli ultimi dieci anni. Perché parliamoci chiaro: uscire dalla via della Seta è un affronto diretto a Pechino.
Per quanto la propaganda occidentale soprattutto quella italiana cerca di nasconderlo, in Cina viene visto esattamente così. Tra qualche anno, secondo i dati del fondo monetario la Cina sarà la prima economia mondiale e questa evidenza, prima di stracciare un accordo, obbliga a delle serie riflessioni che devono tenere conto in primis dell'interesse nazionale. Ad oggi, per l'Italia, l'interesse nazionale è quello di rafforzare la cooperazione con la Cina, non di allontanarsi.
Basta vedere ciò che ha fatto la Russia per eludere le sanzioni occidentali: ha stretto i legami economici e commerciali anche e soprattutto con la Cina che le hanno permesso di resistere. Questo a dimostrazione di quanto sia importante cooperare con una potenza economica come la Cina.
Invece l'Italia della Meloni ha deciso di perseguire un'altra strada, quella di consegnarsi definitivamente agli USA mettendo sul piatto l'ultimo briciolo di sovranità che ci era rimasta. Inutile che ci dica che l'America non c'entri niente perché non ci crede nemmeno topolino. Pagheremo tutto e anche a caro prezzo. È solo questione di tempo...