martedì 28 giugno 2016

Condannati per mafia e piromani sospesi dalla forestale. Diversi i monrealesi I NOMI. - Giusi Madonia



Tra i nomi sono presenti anche lavoratori monrealesi ai quali sono state contestate differenti tipologie di reato.

Monreale, 28 giugno 2016 – Resi pubblici i nomi dei lavoratori espulsi: tra loro diversi monrealesi. Sono i lavoratori con questa tipologia di reato, ad essere stati sospesi dagli elenchi dei Forestali avviabili al lavoro lo scorso Marzo, a seguito di un provvedimento di licenziamento a firma del presidente della regione Crocetta.
Gli elenchi sono due.
La prima lista contiene i 62 nomi dei forestali sui quali pendono condanne penali per i reati di associazione di tipo mafioso e interdizione perpetua dai pubblici uffici.
I condannati per associazione di tipo mafioso con l’aggravante dell’art. 416 bis, sono 21.
Per i restanti 41 le pene sono di interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Nel secondo elenco invece sono presenti i nomi dei 26 lavoratori esclusi dalla forestale per incendi di natura dolosa e colposa, danneggiamenti seguiti da incendi o in concorso, e piromani.
Tra i nomi sono presenti anche lavoratori monrealesi ai quali sono state contestate differenti tipologie di reato.
I nomi:
– Bellino Paolo – Pioppo – Incendio in concorso
– Buongusto Benedetto – Monreale – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Campanella Giuseppe – Pioppo – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
Di seguito i nomi dei lavoratori dei comuni in provincia di Palermo
– Cefalù Eustachio – Altavilla Milicia – Danneggiamento seguito da incendio
– Raccuglia Salvatore – Altofonte – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Casella Giuseppe – Belmonte Mezzagno – Associazione di tipo mafioso art 416 bis
– Bacarella Giuseppe – Borgetto – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Secondo Pietro – Borgetto – Incendio doloso
– Fusco Giuseppe – Caccamo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Nicosia Antonino – Collesano – Incendio colposo
– Scardina Lorenzo – Collesano – Incendio colposo
– Billeri Giuseppe – Corleone – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Signorelli Vito – Marineo – Associazione di tipo mafioso art.416 bis
– Basile Isidoro – Palermo – Interdizione perpetua di pubblici uffici
– Biondo Carmelo – Palermo – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Brandi Matteo – Palermo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Brusca Giovanni – Palermo – Associazione di tipo mafioso art. 416 bis
– Capizzi Michele – Palermo – Incendio in concorso
– Di Pietra Gianfranco – Palermo – Incendio in concorso
– Marchese Mario – Palermo – Incendio colposo
– Piazzese Nicolò – Palermo – Associazione di tipo mafioso art.416 bis
– Sciurba Antonino – Palermo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Tumminia Salvatore Francesco – Palermo – Associazione di tipo mafioso art.416 bis
– Vitrano Francesco Paolo – Palermo – Interdizione perpetua dai pubblici uffici
– Galletto Marcello – Petralia Sottana – Incendio colposo
– Di Martino Antonino Francesco – Polizzi Generosa – Incendio doloso

lunedì 27 giugno 2016

MR BROWDER, IL NEMICO NUMERO UNO DI PUTIN. - ISRAEL SHAMIR

William F. Browder, Chief Executive Officer Hermitage Capital Management. Copyright by World Economic Forum swiss-image.ch/Photo by Michael Wuertenberg. Credit: Wikimedia Commons.

Chapeau, Mr. Browder!  
Tanto di cappello per questo uomo incredibile. Il mese scorso, è riuscito a bloccare la proiezione di un film al Parlamento europeo e ha fatto oscurare un paio di articoli da siti web americani. Questa settimana, ha scatenato un putiferio  per l'unica proiezione negli Stati Uniti di un film critico verso la sua versione dei fatti. Nessuna libertà di parola per i suoi nemici! I suoi avvocati svolazzano intorno a chiunque provi a rilasciare qualsiasi osservazione che scavi nei suoi sordidi affari.  I suoi hacker hanno ri-scritto la voce che lo riguarda su Wikipedia, cancellando qualsiasi accenno sul tema: ma nonostante le centinaia di modifiche, su Wikipedia è rimasta la versione ufficiale. Solo pochi potenti riescono a ripulire completamente la loro immagine, fino a quel punto.
Comunque, buona Fortuna. Ma la Fortuna è molto volubile e sta per abbandonare questo Mr. Browder.  

Ma chi è quest'uomo tanto influente? 
Chi è quest'uomo tanto influente? Un uomo d'affari, un politico, una spia? William Browder è un magnate ebreo nato in America - dice The Jewish Chronicle - che si considera come il nemico numero uno di Putin. Per lui, Putin è "un non-amico degli ebrei",  è "un assassino a sangue freddo" e perfino "un dittatore criminale, non è troppo diverso da Hitler, Mussolini o Gheddafi". Per molti versi, Browder è l'uomo che ha maggiormante contribuito alla nuova guerra fredda tra l'Occidente e la Russia. Le radici erano già sottoterra ma lui le ha fatte fiorire. Se USA e  Russia non si sono ancora scambiate delle salve nucleari, non è colpa di Browder: LUI ci ha provato. Ed anche per un motivo (personale) molto valido: è stato colpito da quel crudele Hitler-come-Putin nel suo punto più sensibile, cioè direttamente nelle tasche. O ci sarà stata qualche ragione ancora più importante?
Browder, nipote di un leader comunista USA, andò in Russia nel suo momento peggiore dopo il crollo sovietico, e mise le mani su una enorme fortuna, che accumulò con transazioni finanziarie opache. Qurste fortune non le ha fatte in virtù della purezza dello spirito, è un uomo senza scrupoli che ha fatto tutto quanto qualsiasi altro oligarca potrebbe immaginare di fare pur di arricchirsi.
Alla fine arrivò a riconciliarsi con Putin, che era (ed è) molto tollerante con gli oligarchi, purché giochino rispettando le regole del gioco. Gli oligarchi però non diverrebbero oligarchi se, rispettare le regole del gioco, fosse una condizione facile. Alcuni hanno cercato di reagire: Khodorkovsky è andato a finire in carcere, Berezovsky e Gusinsky sono finiti in esilio. 
Browder aveva una posizione speciale: era l'unico oligarca ebreo in Russia che non si è mai preso la briga di chiedere la cittadinanza russa. Gli hanno impedito di tornare in Russia, hanno fatto una Audit alle sue aziende e hanno trovato parecchie irregolarità. 
Come ci si poteva aspettare, hanno trovato una enorme evasione fiscale. Browder aveva pensato che finché si fosse tenuto buono Putin, avrebbe potuto farla franca e scappare con il bottino, lasciando Putin con tutta la sua evasione fiscale. Ma si era sbagliato. Putin non è il burattino di nessuno. Gli adulatori non possono andarsene a passeggio liberi nella Russia di Putin. E Browder così è diventato troppo grande per i suoi stivali.

Si è scoperto che aveva fatto due cose imperdonabili. I Russi hanno sempre avuto paura che gli stranieri si comprassero tutti i loro beni con quattro bruscolini, grazie a tassi di cambio favorevoli e alla scarsità di capitali in loco, come era già successo nei paesi baltici e in altri paesi ex comunisti dell'Europa orientale. Per evitare questo fatto, le azioni delle società blue chip russe (Gazprom e simili) possono essere scambiate solo tra i cittadini russi. Gli stranieri devono pagare molto di più. Browder si è comprato molte di queste azioni per mezzo di prestanomi russi, ed era quasi arrivato ad ottenere il controllo del petrolio e del gas russo. Putin ha ha avuto il sospetto  che stesse agendo nell'interesse delle grandi compagnie petrolifere straniere, cercando di ripetere la stessa impresa che aveva tentato Khodorkovsky.

Il suo secondo errore è stato essere troppo avido. 
La tassazione in Russia è molto bassa; ma Browder non voleva pagare neanche queste basse tasse. Ha assunto un revisore esperto, un certo Magnitsky che ha messo le mani nel codice fiscale russo, per cercare di evitare di pagare qualsiasi tassa. Magnitsky ha creato una società di comodo con sede in una zona-franca della Russia, la bucolica Kalmykia, una piccola regione buddista e autonoma, dove era stato concesso uno status esentasse per migliorare l'economia locale e per ridurre la disoccupazione; ma le aziende di Browder non hanno contribuito né a risollevare l'economia né ad assumere personale; erano solo dei facsimile di imprese di carta mandati, che il proprietario ha subito mandato in bancarotta.
Un altro trucco di Magnitsky fu quello di creare delle imprese assumendo delle persone handicappate in modo da essere liberati dall'obbligo di pagare le tasse. Nel film, alcune di queste persone, spesso ignoranti e di scarsa intelligenza, avevano detto al regista di aver firmato delle carte senza saperle leggere e che avevano avuto dei soldi (per aver permesso che tutti quei milioni passassero sui loro conti).

(Browder non nega assolutamente queste accuse e dice che non c'è nulla di criminale ne uno vuole evitare di pagare le tasse. Si può leggere qualcosa sui trucchi inventati da Browder e da Magnitsky  QUI  e QUI, ma è interessante anche conoscere come attaccavano delle imprese russe mettendo insieme la forza delle azioni di minoranza e facendo qualche altro allegro giochetto.)
Alla fine, i giochetti sono stati scoperti e Magnitsky è stato arrestato. Dieci mesi più tardi, nel 2009, morì in carcere. A quel punto, il suo protettore, Browder era all'estero, e di lì cominciò la sua campagna contro la Russia nella speranza di recuperare i suoi beni perduti. Diceva che Magnitsky era stato il suo avvocato, che aveva scoperto i misfatti e il furto perpetrato a titolo definitivo dai funzionari del governo, e che per questo era stato imprigionato e torturato a morte.

Il Congresso degli Stati Uniti si precipitò ad approvare una legge Magnitsky, la prima avvisaglia della seconda guerra fredda. Con questo atto, qualsiasi russo poteva essere ritenuto responsabile della morte prematura di Magnitsky e di appropriazione indebita dei beni di Browder. Le sue proprietà avrebbero potuto essere sequestrate, i suoi conti congelati in banca - senza nessun processo legale e senza nessuna comunicazione. Questo atto fece infuriare tutti i russi, che presumibilmente avevano ancora almeno 500 miliardi di dollari nelle banche occidentali, così i russi resero pan per focaccia e così va avanti ancora oggi.

L'effetto reale della legge Magnitsky fu minimo: circa venti milioni di dollari congelati nelle banche e qualche decina di persone, nemmeno troppo importanti,  a cui fu preclusa l'entrata negli Stati Uniti. Il suo effetto psicologico fu però molto più pesante: l'élite russa si rese conto che avrebbe potuto perdere i suoi soldi e le case in qualsiasi momento - non in quella Russa senza Dio di Putin - ma nel libero Occidente, dove aveva preferito cercare un rifugio per i suoi beni. La legge Magnitsky fu quella che servì a spianare la strada per la confisca dei depositi russi a Cipro, alle sanzioni post-Crimea e ad una guerra fredda a tutti gli effetti.
Questo fu tanto penoso per la Russia, quanto la prima disillusione adolescenziale di una storia d'amore con l'Occidente, e quella disillusione le fece piuttosto bene, a mio avviso. Un po 'di guerra fredda (molto fredda, con tanto ghiaccio per favore) è un bene per la gente della strada, mentre al contrario, un'alleanza russo-americana, fa bene solo alle élite. I momenti peggiori per i russi furono tra il 1988 e il 2001, quando si innamorarono degli USA. Gli oligarchi rubarono tutto quello che c'era da rubare e se lo vendettero all' Occidente per pochi centesimi. 
Gli oligarchi compravano ville in Florida mentre in Russia stava crollando tutto. Fu un brutto momento per tutti: gli Stati Uniti invadevano l'Afghanistan e Panama senza nessuna opposizione, l'Iraq fu condannato a morte e la Jugoslavia fu bombardata e fatta a pezzettini.
Da quando è ricominciata la guerra fredda, è ritornata una certa normalità: i russi hanno fermato gli Stati Uniti che stavano distruggendo la Siria, e la nomenclatura russa ha imparato ad amare più Sochi che Miami. Solo per questo motivo, Browder può essere considerato come quella parte del potere che pur volendo il suo male eterno, lo fa funzionare eternamente bene
Al governo russo, tuttavia, non è piaciuta la doccia fredda.
I russi hanno rigettato qualsiasi addebito e qualsiasi ragione politica per trattare con Browder. Si dice che Magnitsky non fosse un avvocato ma solo un revisore dei conti, esperto di codice fiscale. Dicono che sia stato arrestato e processato per i suoi meccanismi di elusione fiscale, e che sia morto per cause naturali mentre era in prigione. Nessuno gli diede retta, fin quando fu chiesto a Browder di testimoniare sotto giuramento. E lui  rifiutò. Per due anni gli avvocati lo inseguirono nel tentativo di consegnargli una citazione, ma era uno che correva molto veloce.
Ci sono dei  video molto divertenti che mostrano Browder che sta scappando  per evitare la citazione.

Ma un barlume di buon senso ha cominciato a entrare nella testa degli americani. The New Republic si è chiesta se Browder sia veramente stato una vittima di persecuzioni in Russia o se, invece, abbia arruolato il sistema giuridico U.S.A. per riequilibrare la sua bilancia e  .... perché è stato così riluttante a offrire la sua testimonianza giurata in un tribunale americano?
Mettiamoci ora  Andrey Nekrasov, un regista russo dissidente. Ha fatto qualche film ritenuto molto critico del governo russo. Ha detto che sia stato il FSB  a  far saltare le case a Mosca, in modo da giustificare la guerra in Cecenia. Ha condannato la guerra russa contro la Georgia nel 2008, e ha preso una medaglia delle autorità georgiane. Non ha mai dubitato della versione ufficiale data in occidente sull'affair Browder-Magnitsky e ha deciso di fare un film sul nobile uomo d'affari americano e sul suo coraggioso avvocato russo che lotta per i diritti umani. Le organizzazioni e i parlamentari europei hanno messo i soldi per il budget del film e, per questo, si aspettavano che il film denunciasse Putin e glorificasse Magnitsky, il martire.
Comunque, mentre girava il film, Nekrasov ha avuto la sua visione sulla via per la Damasco e si è reso conto che tutta questa storia era imperniata su parole insostenibili di Browder. così dopo accurate ricerche è arrivato a conclusioni totalmente diverse e, nella sua versione, Browder è un imbroglione in conflitto con la legge, mentre Magnitsky è il suo braccio destro nei suoi crimini.

Nekrasov ha trovato un'intervista rilasciata da Magnitsky in prigione. In questa intervista, il ragioniere dichiarava di aver paura che Browder lo avrebbe ucciso per impedirgli di denunciarlo, e che lui sarebbe stato solo un capro espiatorio. 

E si è scoperto anche che Browder ha tentato di corrompere il giornalista che fece l'intervista per cancellare queste parole. Browder fu il principale beneficiario di questa morte - convenne Nekrasov - mentre i suoi investigatori furono soddisfatti per la collaborazione di Magnitsky.

Nekrasov non riuscì a trovare nessuna prova che Magnitsky cercò di indagare sulle malefatte dei funzionari del governo, era troppo occupato a coprire la sua evasione fiscale. E invece di montare nel film le sue idee preconcette, Nekrasov ha fatto il suo film su quello che aveva scoperto. (QUI ci sono alcuni particolari del film di Nekrasov)

Mentre la proiezione nel film, nel Parlamento Europeo, fu bloccata dal potente Browder, gli uomini di Washington DC - che sono fatti di stoffa più robusta - nonostante le minacce di Browder hanno visto il film che è stato proiettato con l'introduzione del miglior giornalista di inchiesta americano contemporaneo Seymour Hersh che, anche se ha 80 anni, va ancora forte.

Si deve riconoscere che gli Stati Uniti non sono secondi a nessuno per la libertà di parola a questo mondo.
Ma come fa questo Browder ad essere tanto potente?  E' uno che investe nei politici. Questa è probabilmente una qualità unica degli Ebrei: gli Ebrei sono quelli che spendono di più per donazioni alle figure politiche. Gli Arabi spendono di più per i cavalli e per gli aerei, i Russi preferiscono comprare le case, gli Ebrei preferiscono i politici. Il canale della NTV russa ha riferito che Browder ha generosamente finanziato i legislatori degli Stati Uniti. QUI  vengono presentate le presunte prove dei trasferimenti di denaro: alcune centinaia di migliaia di dollari dati ufficialmente dalle strutture di Browder a senatori e membri del Congresso per promuovere la legge Magnitsky.

Somme di denaro molto più grandi sono state trasferite per mezzo dei Fratelli Ziff, uomini d'affari americani ebrei mega-ricchi, come è stato documentato in due articoli pubblicati su Veteran News Network  e su The Huffington Post.
Questi due articoli sono stati immediatamente rimossi dai vari siti per le pressioni ricevute dai legali di Browder, ma sono disponibili nella memoria remota e forniscono l'identità del principale beneficiario della generosità di Browder. E' il senatore Ben Cardin, un democratico del Maryland che fu il promotore del Magnitsky Act, tanto che la legge è stata spesso chiamata  Cardin List. Cardin è un fervente sostenitore di Hillary Clinton, oltre che un sostenitore della Guerra fredda di buona reputazione. Per parlare chiaro, Cardin è un membro di spicco della lobby israeliana.
Tutto l' affare Browder  è un inebriante cocktail shakerato dalla Upper Class ebraica in cui si mischiano denaro, spie, politici e criminalità internazionale. Quasi tutte le figure coinvolte sembrano essere ebree, non solo Browder, i Fratelli Ziff e Ben Cardin. Anche il nemico di Browder, quello che ha tratto i maggiori vantaggi dalla truffa con cui (secondo Browder) si è impadronito dei suoi asset russi, è un altro uomo d'affari ebreo  Dennis Katsiv (in parte scagionato da un tribunale di New York come è ben descritto in questo pezzo).

Browder iniziò il suo cammino verso la ricchezza con il patrocinio di Robert Maxwell, un uomo d'affari ebreo, molto ricco e molto spregiudicato, di origine ceca, uno che assunse un nome scozzese. Maxwell rubò qualche milione di dollari dal fondo pensioni della sua azienda, prima di morire in circostanze misteriose a bordo del suo yacht, nell'Atlantico. Si disse che  fosse stato nei servizi israeliani della Military Intelligence, Ari Ben Menashe, si dise che Maxwell fosse stato un agente del Mossad per anni, e che Maxwell avesse scoperto la spia israeliana Mordecai Vanunu che poi fu rapito e che trascorse molti anni nelle prigioni israeliane.

Geoffrey Goodman ha scritto che Maxwell "fu quasi certamente usato come intermediario di intelligence nei due sensi [tra Oriente e Occidente]. Questa sua disponibilità includeva anche il passaggio di intelligence alle forze segrete israeliane con le quali fu sempre più coinvolto verso la fine della sua vita. "
Dopo Maxwell, Browder pronunciò la sua fedeltà a Edmond Safra, un ricco banchiere ebreo di origine libanese, che anche lui giocò un ruolo tra l'Oriente e l'Occidente. Safra gli fornì il capitale circolante per il suo fondo di investimenti. La banca di Safra fu il luogo improbabile dove transitò il prestito di quattro miliardi di dollari del FMI per la Russia e che scomparve. Le autorità russe affermano che Browder fu coinvolto in questo "crimine del secolo," insieme a Safra. Il nome del banchiere è stato collegato al Mossad: Safra, per paura di essere ammazzato si circondò di uomini armati, addestrati dal Mossad, ma questo non fu sufficiente: morì di una morte orribile nel bagno, quando la sua villa fu incendiata da una delle guardie.
Il terzo oligarca ebreo che apparve sul cammino di Browder fu Boris Berezovsky, il Re-fondatore della Russia di Eltsin. Anche lui morì nel suo bagno (sembra che questa sia una costante) e - a quanto pare  - suicida. Berezovsky fu un uomo politicamente attivo e appoggiò ogni forza che si opponeva a Putin in Russia. Tuttavia, pochi mesi prima della sua morte, chiese il permesso di tornare in Russia, e ci furono delle  trattative con le autorità russe.
Il capo della sua sicurezza Sergey Sokolov andò in a Russia e molto probabilmente portò con sé alcuni documenti che il suo defunto padrone aveva preparato per il suo ritorno. Questi documenti affermano che Browder era stato un agente dei servizi segreti occidentali, della CIA per cominciare, e del MI6 negli anni successivi. Il suo nome in codice era  Solomon, quando lavorava per la Salomon Brothers, ma allora la sua attività finanziaria era solo una copertura, per poter raccogliere dati politici ed economici sulla Russia, e per alimentare la guerra economica contro la Russia. Questa rivelazione fu fatta in Russia - sul 1° canale televisivo dal documentario Browder Effect  (del 13 aprile scorso) - e vi si afferma che Browder all'inizio era interessato più alle sue attività contro la Russia che ai soldi, poi, visto quanto queste altre attività erano redditizie, la sua visione politica passò in secondo piano.

La veridicità dei documenti è stata messa in dubbio, per alcuni motivi linguistici, da Gilbert Doctorow che è arrivato ad una conclusione ragionevole: " ... l'intensità e il tempo che Bill Browder stava dedicando alla promulgazione delle sanzioni che l' Europa ha messo alla Russia, non possono essere in alcun modo paragonabili al comportamento che dovrebbe tenere un uomo d'affari internazionale a così alto livello. Per me è risultato chiaro che in gioco c'era qualche altra cosa. Ma, in quel momento, nessuno si sarebbe potuto alzare in piedi e dire che l'uomo era un fasullo, che era un agente dei servizi segreti. Qualunque potrà essere il verdetto finale sui documenti presentati dal film "L'effetto Browder" le domande che solleverà su Browder sono le stesse che avrebbero dovuto sollevare i media occidentali tradizionali, molto prima, se i giornalisti avessero seguito gli eventi. A Yevgeny Popov va il merito di avere evidenziato queste domande, anche se i suoi documenti richiederanno altre indagini prima di arrivare a risposte definitive".
Noi non sappiamo se Browder è, o se sia stato, una spia, ma questo non dovrebbe sorprenderci, visti i suoi stretti collegamenti con Maxwell, Safra e Berezovsky, tutti finanzieri con forti legami nella comunità di intelligence.
Forse Browder è un sopravvissuto alla propria utilità. E' stato quello che ha fatto cominciare la guerra fredda, ma ora è il momento di tenerla dentro in suoi giusti limiti ed evitare la corsa verso un disastro nucleare o verso una accelerazione degli armamenti.
Questo è il compito di cui - possiamo sperare - si occuperà il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

autore della traduzione Bosque Primario  

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=16601

domenica 26 giugno 2016

Brexit, Varoufakis: “È la rivolta dei deboli contro l’establishment. Anche l’Italia vicina al collasso”. - Roberta Zunini

Brexit, Varoufakis: “È la rivolta dei deboli contro l’establishment. Anche l’Italia vicina al collasso”

Per l’ex ministro delle Finanze della Grecia, che ha fatto campagna per Remain, "non bisogna distruggere ma cambiare l'Europa perché uniti si è più forti e si pesa di più. La sua ricetta? Per contrastare "Eurocrazia", populismi e razzismo la Ue "deve diventare una federazione".


“Sono preoccupato. La situazione mi pare ormai fuori controllo. I populismi e il razzismo stanno aumentando esponenzialmente mentre le maggiori economie dell’Unione, Italia per prima, stanno collassando, nonostante ciò che dice il vostro primo ministro Renzi”. L’economista Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze greco oggi leader del movimento paneuropeo DiEm da lui fondato, nonché consulente dei laburisti inglesi da quando è segretario Jeremy Corbyn, è a Roma in questa giornata che passerà alla storia e ha scelto di commentare la Brexit con Il Fatto.
Lei conosce bene il Regno Unito, ha insegnato all’Università dell’Essex: come legge questo risultato?
È una reazione contro l’establishment britannico più che europeo. Il ceto medio e la classe lavoratrice sono andati a votare contro l’ormai ex premier Cameron perché sono i più danneggiati dal progressivo taglio dello stato sociale e dall’aumento delle tasse, in linea con i diktat di Bruxelles. Non hanno rigettato l’Europa ma le modalità dell’eurocrazia. Se le cose non cambiano, vedremo il trionfo dei nazionalismi. Per questo un populista come Donald Trump festeggia.
La sinistra non ha colpe?
Non ho detto questo. La sinistra inglese ha commesso errori madornali, ma Corbyn ha cercato di far capire ai più disagiati che i loro problemi non sono causati dall’appartenere all’Unione bensì dalla politica non democratica di Bruxelles. Non è un caso che i banchieri e la City tifassero per il Remain.
E allora perché Corbyn, lei e tutti gli intellettuali come Noam Chomsky, persino il regista portavoce della classe operaia Ken Loach, peraltro tutti firmatari del manifesto del suo movimento, eravate a favore del Remain? Non è una contraddizione?
Non lo è. Se nella sua famiglia ci fossero dei problemi, sarebbe un buon motivo perché ognuno dei suoi membri se ne andasse per i fatti propri? In questi mesi sono stato spesso nel Regno Unito a fare campagna a favore del Remain nelle zone più disagiate e ho faticato molto a convincere gli abitanti che non bisogna distruggere ma cambiare l’Europa perché uniti si è più forti e si pesa di più.
E perché dunque non è riuscito a convincerli?
Perché i conservatori come Cameron e tutti i responsabili della politica sciagurata che sta rovinando l’Unione – cioè la troika, la Bce, il Fmi – erano dalla nostra parte, cioè erano contrari all’uscita del Paese dall’Unione. Se Cameron fosse andato in vacanza per un anno, oggi il risultato sarebbe probabilmente l’opposto.
Il 5 luglio di un anno fa, quando lei era ancora il ministro delle Finanze, il referendum greco sull’Ue l’ha costretta alle dimissioni. Non sarebbe meglio evitare referendum su questioni così delicate?
No. Io sono a favore dei referendum. Le ragioni di chi lo ha voluto in Gran Bretagna erano sbagliate, noi invece l’avevamo indetto non per uscire dall’Europa, bensì per renderla più giusta e coesa. Chi voleva la nostra uscita dall’Eurozona era il ministro delle Finanze tedesco Schäuble. L’unico che ha un’agenda per l’Europa. Schäuble ha fatto di tutto per fomentare i britannici a lasciare l’Unione. Vuole creare una piccola Europa basata su una permanente austerity.
La Brexit aiuterà Podemos a vincere in Spagna?
Non necessariamente. Anche se Podemos propone un modello contro l’austerity non ha un’agenda europea. Così come non ce l’hanno i suoi avversari. Questo è il cuore del problema europeo.
Non gli immigrati?
Sono diventati il capro espiatorio della crisi europea, economica e politica.
Il Leave ha prevalso, ma dalle urne emerge una Gran Bretagna divisa in due.
Tutta l’Europa è polarizzata: tutti hanno capito che, pur vivendo in paesi democratici, i loro governi non decidono più nulla.
DiEM cosa propone?
Di fortificare l’Europa, facendola diventare una federazione e indebolendo l’establishment.

Ma a noi italiani non è concesso il diritto di decidere.
Hanno creato una poltiglia informe che ha debilitato economicamente i paese più deboli ai quali non è stato lanciato un canotto di salvataggio nei momenti più critici, vedi la Grecia; da quando è entrato in vigore l'euro noi italiani abbiamo visto dimezzato il potere d'acquisto del nostro denaro, siamo stati costretti a cedere la dignità di lavoratori perchè lo imponeva la UE...se questa è l'unione che vogliono che ce lo dicano e ci diano la possibilità di decidere se accettare o meno.

venerdì 24 giugno 2016

PIDDINI IN LUTTO. - Alceste


Fonte foto - http://gazzellanera.altervista.org/gli-orgasmi-dei-piddini-vengo-dopo-il-piddi/

Di una cosa sono debitore verso le elezioni di Roma: vedere i cari compagni del PD tutti in gramaglie, silenziosi e ideologicamente tumefatti, mi ha risollevato il morale.
Si campa anche di tali esili soddisfazioni.
Ieri sera, con cinico tempismo, mi sono recato in uno dei quartierini piu sciccosetti della Capitale Immorale (il diminutivo si attaglia perfettamente al piddino): una fetta di territorio che, tre anni prima, aveva regalato percentuali bulgare al partito Quisling italiano (l’unico Municipio in cui il rappresentante sinistro era stato eletto al primo turno). Più un paesello che un quartierino: si respira un’arietta bohemienne, di rilassata nullafacenza. È abitato in maggioranza da quella parte della sinistra che amo definire high casual (attori, funzionari RAI, giornalisti, operatori del sociale, ereditieri): un generone con rassicuranti conti bancari, proprietà e rendite di varia natura. Se la passano bene, senza sudare una stilla, e la loro way of life ostenta, come detto, una sobrietà (di vestimenti, di modi, di fattezze) che è anche un indelebile marchio antropologico: jeans, magliettine, scarpe piane, foulard, pagliacciate etniche. Quarantenni e cinquantenni, di modi gentili, pacati, pur se feroci nella loro sotterranea rivendicazione di classe che, alla fin fine, viene sempre fuori.
Anche i volti e i lineamenti (il fenotipo sinistro) si sono adeguati a tale way of life: i maschi recano barbette curate (nulla di troppo), parlano a bassa voce, non hanno mai fretta, sono discretamente mingherlini (la palestra è destropopulista), e dividono con le femmine le cure dei pargoli (il maschio solitario col passeggino è panorama frequente). Le femmine, pallide e magroline anch’esse, sono struccate, avendo in orrore l’esaltazione dei loro caratteri sessuali tramite tacchi a spillo, wonderbra, minigonne: tale sfacciata volgarità la lasciano, con un sorriso storto di gentile disprezzo, alle zoccole (leggi: quelle di destra, ovvero, sino a poco tempo fa, le berlusconiane d’ordinanza). Apparentemente dimesse, vantano un nocciolo duro di esaltato femminismo.
Il quartierino è ecumenico: accogliente verso il diverso, qualunque esso sia. 

Antirazzista.
Il quartierino, sempre lui, è infatti un porto di mare: americani, finlandesi, tedeschi, danesi, francesi, ne affollano le palazzine inizio Novecento assicurando un alto tasso di cosmopolitismo. Cosmopolitismo bianco, high class. Ma questo non sorprenda. Il sinistro, infatti, quando predica l’antirazzismo lo fa solo per dare del razzista a chi non la pensa come lui. Quando, dalla teoria, il sinistro viene precipitato nella prassi quotidiana ha comportamenti un tantino diversi. Non a caso nel quartierino non si vede un negro a pagarlo oro. Forse sì, qualcuno, ma come frutto esotico da gustare in solitario per soddisfare (e sfogare in pubblico) la propria traboccante generosità. Perché il sinistro, stampatevelo bene in testa, è buono, sommamente buono: siete voi i cattivi e lui ama ricordarvelo, sempre. Martin Luther King, Malcom X, Obama, Sidney Poitier … viva il negher … seppur con cautela. Viva il negher, ma quello bello, televisivo o cinematografico … il negher ordinario, invece, l’immigrato zozzo che non spiccica una parola, ragiona il piddaruolo, è tanto folcloristico, certo e lo aiutiamo … a parole … sì, abbasso il razzismo … maledetti negrieri, i barconi che affondano, i bimbi siriani, però a casa loro,  insomma, che adesso ho da andare dal parrucchiere, ho da stilare una tesi, devo tradurre le poesie di Parva Suleimani, femminista del Bangladesh … e, da ultimo, mi tocca controllare la lettiera del gatto che, da un po’ di tempo in qua, ha il colon irritabile, povera bestia … e comunque abbasso Salvini!
Questa sequela di pensieri, apparentemente lambiccata, attraversa il cervello dei sinistri in pochi microsecondi … è la sua natura vera, inconfessata …

Antirazzista 2.
Conoscevo una tipa del quartierino che impartiva lezioni di lingua italiana a un’eritrea (o era un’etiope?). L’eritrea si alzava presto dal suo lettuccio alla periferia di Roma (una casa famiglia gestita da una coop, ça va sans dire), e, assieme al ragazzino, si recava faticosamente a questi convegni settimanali … la poverina non ci capiva un’acca di condizionali e gerundi, ma la sinistrata, in quei sessanta minuti, oltre a rinvigorire il proprio Ego e percepire un adeguato guiderdone, colmava voluttuosa il proprio aspersorio spirituale di rinnovato amore, empatia e brama d’accoglienza – aspersorio con cui, in seguito, avrebbe esorcizzato, come un Padre Merrin del politically correct, i reprobi e i malvagi (come me).
Infatti, terminata l’oretta didattico-boldriniana, l’eritrea riprendeva i suoi cenci e si dileguava nei decentrati e luridissimi suburbi romani, laddove è pianto e stridor di denti; e dove eritrei, calmucchi,  romeni e andini si contendono, a fine giornata, i pochi, sgangherati autobus con i razzisti (come me). I compagni, invece, assolto il dovere, si fanno l’happy hour fianco a fianco con la sorella dell’ambasciatore del Liechtenstein.
Un vero esercizio di doppia verità!
Hypocrite gauchiste - mon dissemblable – mon ennemi!
Ed è lo stesso in altri campi.

L’intellettuale.
Questa figura così sinistra … l’Italia non produce nulla di rilevante da quarant’anni eppure non è mai stata tanto ricca di maestri del pensiero. L’enclave bene di cui stiamo discorrendo rappresenta le Galapagos del genio sinistro: vi si incontra l’Intellettuale Postmoderno Cosmopolita della Sinistra Capitalista: allo stato puro; nella sua purezza platonica, verrebbe da dire; eccolo accanto a voi, come una tartaruga verde, un pinguino o un’iguana marina. Potete quasi toccarlo, è un figlio del popolo … discorre, ciancia, profetizza … anzi no, non potete toccarlo, è permaloso … seppur vanesio. Anche qui doppia morale: il sinistro gode di tale eletta posizione (egli legge libri! mica è un leghista, un populista, un berlusconiano!) che lo rende superiore: egli è vero democratico, vero impegnato, vero europeo, vero cittadino del mondo … ma anche qui, grattata la porporina dell’engagement, rimane poco … in tutto il quartiere, infatti, non c’è una biblioteca, una libreria, un centro culturale … solo un teatro con una programmazione di sfiancante idiozia politicamente corretta … come sopra: si predica bene e si razzola male. La forza intellettuale di questo crogiolo di geniacci ha il suo apice creativo nella celebrazione di Pasolini, che abitò nel quartiere negli anni Cinquanta e Sessanta … una celebrazione superficiale, pappagallesca, rituale, derivativa … la solita tiritera parecchio restia a entrare nel merito per timore di scoprire la propria falsa coscienza, o la coscienza che Pasolini, negli ultimi anni di vita, era il contrario di ciò che loro sono adesso: un populista sfrenato, disperatamente retrivo e conservatore … uno che se uscisse dalla tomba li prenderebbe a calci nei denti.
E però il sinistro si dà arie, va in TV, occupa posizioni culturali chiave, case editoriali, giornali, centri di italianistica, università, licei … tutto ciò che produce però è aria fritta, le sue menate hanno successo poiché operano in regime di monopolio, la rilevanza delle sue sparate a salve è pari a zero, i risultati delle sue velleitarie e vetuste battaglie culturali sottozero … eppure parla, parla, parla … mentre si ingozza di tartine e spritz esternando la sua desolazione per la fresca sconfitta … Roma è finita, dicono … i cavalli dei barbari si abbeverano alle fontanelle del quartiere … in realtà ciò di cui hanno paura è che si interrompano i comodi finanziamenti pubblici per le loro iniziative da quattro soldi, le liberatorie per spettacoli e spettacolini, i bandi col trucco … alla fine sono i danari di Pantalone l’oggetto segreto delle angosce … sono gli euro il cruccio, altro che la cultura … il che è intollerabile per questi Èmile Zola della mutua, questi Che Guevara con la paghetta e domestiche del libero pensiero.
Da questo punto di vista sono più attivi, e onesti, quelli di Casapound, che amano il duce e si satollano per qualche iniziativa teppistico-futurista.

L’antifascista.
Le lezioni non sono mai elezioni per il sinistro. Sono ordalie, giudizi divini. Loro, così democratici, fanno una fatica boia ad accettare qualsiasi altro risultato che non sia la continuazione della loro mediocrità … e questo avviene perché sono diversi: democratici … e non democratici qualunque, ma democratici di un impasto democratico vero, originario e autentico … in una parola: sono antifascisti. E chi rema contro è, con logica stringente, fascista. Col corollario che tale appellativo si porta appresso in tale epoca ordonovista: nazista, omofobo, razzista, incompetente, maschilista, sciovinista, terrorista …
Basta leggere la pagina facebook della presidentessa piddina del quartierino, fresca trombata: una bella citazione di Antonio Gramsci:
Il fascismo si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo a una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. Il fascismo è divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano”.E sotto, in esergo, a rincarare la dose, ecco il commento personale:
fa paura la storia quando minaccia di ripetersi“.
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere: salse lacrime. L’antifascismo senza fascisti è una specialità della casa piddina (e della sinistra europea), una forzatura portata sistematicamente oltre l’orizzonte del ridicolo più estremo … la citazione (incompleta) di Gramsci è solo un automatico e stizzito “Noli me tangere” … una lampante dimostrazione di puerilità e strafottenza … il che ci porta in carrozza alle considerazioni conclusive del nostro breve reportage post elettorale:
Cos’é un piddino?
La domanda mi assilla da tempo. Sono arrivato a diverse conclusioni, tutte provvisorie … ma che vantano, gradatamente, una sempre più soddisfacente forza di comprensione concettuale … ecco l’ultima formulazione:
Il piddino è lo stadio ultimo della degenerazione antropologica del socialista storico“.
I tratti forti del socialista (non necessariamente di sinistra: autodeterminazione, libertà dall’oppressione materiale, uguaglianza di fronte allo Stato, fraternità mondiale, pane e rose) hanno subìto un progressivo stravolgimento culminato con la trasvalutazione sessantottina: ai predetti valori si sostituirono, infatti, la libertà sfrenata, l’amoralismo godereccio, il circo, la goliardia, le rivendicazioni da debosciati.
La caduta del blocco sovietico favorì una ulteriore decadenza dai tratti primigenî, oggi irriconoscibili, tanto si sono deformati e rimpiccioliti. Da diritto universale a farsa ci son voluti cinquant’anni, o poco più. Per tale motivo il piddino è psicotico: si sdoppia continuamente. Da un lato crede, a volte in buona fede (ma sempre con arroganza incrollabile), di recare la libertà e la verità metafisica dei diritti civili (eredità sessantottina, socialismo già degenerato); dall’altro, placata in tal modo la coscienza, difende il proprio particolare suggendo la mammella del clientelismo più feroce (eredità della Bolognina, partito Quisling degli affari et cetera).
A volte i due piani, almeno negli individui più smaliziati, come si è visto, convivono in delittuosa simbiosi: mi faccio gli affari miei (la mia carriera, le mie ambizioni, la mia vita da artista, da giornalista, da maggiordomo ideologico) dietro lo schermo dei diritti: non è un caso che, proprio a Roma, rifugiati e immigrati, vittime di stalking, associazioni antiomofobia, coop sociali, case famiglia, fossero la carta argentata che celava un assistenzialismo da tangentari, in una grottesca e allucinante parodia dei valori fondanti del socialismo d’antan.
Oggi il piddino medio è in lutto. I fascisti attentano alla sua virtù democratica (nonché al portafoglio). Persino Il Re Sòla, garante del sòla dell’avvenire del Partito della Nazione, ha ammesso una qualche difficoltà … capita ai traditori … e ai fessi … e a tutte e due le categorie … ma voglio rassicurare i sinistrati: passata la buriana si riprenderà come sempre … non scoraggiatevi per qualche temporaneo rovescio … il futuro è più radioso di quanto non sembri … ammesso che un futuro per l’Italia esista e non l’abbiano già cartolarizzato per mettere insieme la paga di Giuda.

giovedì 23 giugno 2016

Scoperto un pianeta 'neonato'.

Rappresentazione artistica del baby pianeta K2-33b contro il disco della sua stella (fonte: NASA/JPL-Caltech)Rappresentazione artistica del baby pianeta K2-33b contro il disco della sua stella (fonte: NASA/JPL-Caltech)


Ha appena 5 milioni di anni e somiglia a Nettuno


Scoperto un pianeta 'neonato', si trova attorno a una stella lontana 500 anni luce, si chiama K2-33b e somiglia al nostro Nettuno, ma si è formato appena 5 o 10 milioni di anni fa. A studiare in dettaglio il baby pianeta è stato il gruppo dell'Istituto di Tecnologia della California (Caltech) coordinato da Trevor David. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, potrebbe chiarire molti dettagli sul processo di formazione dei pianeti.

Scoperto grazie al telescopio spaziale Kepler, il 'cacciatore' di pianeti della Nasa,il pianeta K2-33b può essere considerato un neonato rispetto alla Terra, che ha oltre 4,5 miliardi di anni. Con i suoi 5, o al massimo 10, milioni di anni di vita, K2-33b è il più giovane pianeta mai scoperto. "Così come possiamo capire in modo più facile come si sviluppa un corpo umano - ha spiegato Sasha Hinkley, dell'università di Exeter e fra egli autori del lavoro - se abbiamo la possibilità di studiarlo sin da quando è un bambino, dall'infanzia alla vita adulta, allo stesso modo la nostra comprensione dei pianeti potrà migliorare solo imparando di più durante le prime fasi della loro esistenza". 

Quello che è emerso dai dati è che K2-33b si trova molto vicino alla sua stella, impiega appena 5 giorni per completare un intero 'anno' e che le sue dimensioni sono all'incirca una volta e mezza il nostro Nettuno. Le osservazioni potrebbero portare molti altri dati interessanti, ad esempio farci capire se i pianeti, in particolare quelli gassosi, siano capaci di migrare verso orbite differenti da quelle su cui nascono andando così a trasformare il sistema solare appena formatosi.


http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/spazioastro/2016/06/20/scoperto-un-pianeta-neonato-_b0163645-4b4a-481b-a7d7-9f21057e81f4.html