giovedì 17 ottobre 2013

Mafia: processo trattativa, Napolitano citato come testimone.


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Palermo, 17 ott.- (Adnkronos) - Il Presidente della Repubblica deporra' come testimone al processo per la trattativa tra Stato e mafia. 
Lo hanno deciso i giudici della Corte d'assise di Palermo, presieduta da Alfredo Montalto, che hanno cosi' accolto, seppure in parte, la richiesta avanzata nelle scorse udienze dal pm Nino Di Matteo. 
Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano era stato citato dai pm per riferire in aula sulle "preoccupazioni espresse dal suo consigliere giuridico Loris D'Ambrosio nella lettera del 18 giugno 2012 - si legge nella richiesta della Procura di Palermo - concernenti il timore di D'Ambrosio 'di essere stato considerato solo un ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo per indicibili accordi', e cioe' nel periodo tra il 1989 e il 1993".

14 euro in più in busta paga. - Marco Pomar



Lavoratore italiano: vai in concessionaria, guarda gli ultimi arrivi. 
Vedi se la nuova Punto è disponibile, se ci sono tutti gli opzional. Se non ci sono gli opzional, desisti. 
Poi passa dall’agenzia di viaggi. Vedi se con questi soldi in più riesci a farci una vacanza seria con tutta la famiglia. Se ci sono offerte le prendi al volo. Se no, desisti. 
Poi, coi soldi in più che ancora rimangono, passa dal centro commerciale. Prendi un nuovo televisore in 3D. Che sia però in 3D sul serio. Accendilo, se vedi Brunetta a grandezza naturale lo prendi, se no desisti. 
Alla fine delle spese in più, vai a Palazzo Chigi. Aspetta fino a quando non passa Letta, o Alfano, è uguale. Gli sputi in un occhio. Che sia l’occhio aperto, però. Se no desisti.


https://www.facebook.com/pomar.marco/posts/10202160920087072

mercoledì 16 ottobre 2013

Legge di Stabilità, il taglio di cuneo fiscale promesso da Letta diventa una mancia. - Stefano Feltri

Legge di Stabilità, il taglio di cuneo fiscale promesso da Letta diventa una mancia

Il premier evita il temuto intervento sulla Sanità, ma lo stimolo all'economia si riduce a poche decine di euro all'anno. Ma Pd e Pdl sono contenti. Mentre la nuova Service Tax, Trise, colpirà anche gli inquilini oltre che i proprietari. Previste inoltre 500 milioni di tagli alle detrazioni e deduzioni.

Enrico Letta riesce nel suo obiettivo principale: non scontentare nessuno nel passaggio più difficile di queste settimane, l’approvazione della legge di Stabilità, un intervento di politica economica che prevede oneri per lo Stato di 11,9 miliardi in tre anni (fino al 2016) e nel complesso smuove 27,3 miliardi. “La manovra non toglie nulla alla Sanità e fa scendere tasse per famiglie e imprese”, annuncia in una conferenza stampa convocata a metà della riunione del Consiglio dei ministri, in tempo per i tg della sera. Al suo fianco torna Angelino Alfano, vicepremier del Pdl, felice di poter vantare i risultati del suo ruolo di“sentinella delle tasse”. Sono tutti contenti: la stangata diventa una spolverata di rigore con accenni di spesa per scavallare almeno la scadenza della mezzanotte, termine per mandare la bozza della legge di Stabilità alla Commissione europea a Bruxelles che farà un’esame preliminare prima del Parlamento.
Letta aveva preso un impegno: questa legge di stabilità dovrà essere ricordata per un forte intervento sul cuneo fiscale, cioè sul carico di tasse e contributi che pesa sulla busta paga del dipendente e sul datore di lavoro. Nelle simulazioni della vigilia si parlava di 4-5 miliardi all’anno con benefici – a spanne – di 200 euro a lavoratore. Ma l’intervento sarà minimalista: 10 miliardi in tre anni, nel 2014 soltanto 2,5 così ripartiti: 1,5 per ridurre l’Irpef per le fasce di reddito medio basse (e si capirà più avanti quali), cifra che sale a 1,7 e 1,8. Ci sono poi 40 milioni per ridurre l’Irap quota lavoro e 1 miliardo a vantaggio delle imprese, come intervento sui contributi sociali. Alla fine il beneficio per i lavoratori sarà di poche decine di euro all’anno, a meno che la platea dei beneficiari venga così ridotta da rendere il regalo fiscale più consistente anche se riservato a pochi intimi. Comunque l’impatto sull’economia sarà poco percepibile, infatti protestano sia la Confindustria che i sindacati, entrambi concordi sul fatto che lo stimolo alla crescita non produrrà effetti sensibili.
Ma non importa, perché riducendo le ambizioni sul cuneo, Letta è riuscito a evitare i tagli alla Sanità di cui si parlava nelle bozze della manovra: 4,5 miliardi di euro che avevano fatto protestare il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e tutte le categorie coinvolte. Niente tagli, dunque, con il Pd che si tranquillizza perché l’effetto si sarebbe sentito soprattutto nelle Regioni del centro-nord, come Toscana ed Emilia (c’è però un miliardo di euro di riduzione dei trasferimenti dallo Stato alle Regioni, un taglio che secondo il premier peserà soltanto sulle spese di funzionamento, cioè sulla “macchina”). In quota centrosinistra vanno anche tutti gli interventi sociali: il blocco dell’aumento dell’Iva per le cooperative e il rifinanziamento dei fondi per la non autosufficienza (250 milioni). Nel 2014, dice il documento del governo, ci saranno 6,4 miliardi di euro per “azioni sociali, progetti di investimento e impegni internazionali”.
Il Pdl può intestarsi la “vision della manovra”, come dice Alfano, cioè “meno spesa e meno tasse”. Letta usa la sua ormai consolidata tattica di comunicazione retorica: l’elenco. Cita tutto, incluse misure solo futuribili come la tassazione dei capitali italiani in Svizzera sulla base del lavoro della commissione guidata dal pm Francesco Greco, il cui lavoro è pronto da mesi ma finora ignorato dall’esecutivo, e un piano di privatizzazioni i cui contenuti sono sempre vaghi. Glissa invece con una certa abilità sui dettagli della tassazione immobiliare: è ormai chiaro che la Service Tax, che ora si chiamaTrise, sarà pesante, che colpirà anche gli inquilini oltre che i proprietari e che dovrebbe coinvolgere anche la prima casa (nessuno sa, inoltre, da dove arriveranno i 2,4 miliardi necessari a evitare il pagamento della rata Imu di dicembre). Ma al Pdl l’argomento non è congeniale, quindi Letta evita di approfondire. E i 500 milioni di tagli alle tax expenditures, cioè detrazioni e deduzioni, si potrebbero anche chiamare “aumenti delle tasse”, ma Letta non usa formule così brutali.
“Le ultime misure dell’Italia sembrano andare nella direzione giusta”, aveva detto il commissario europeo Olli Rehn alla vigilia del Consiglio dei ministri, a marcare una certa benevolenza dell’Europa. Lo dimostra il fatto che Letta si impegna a spendere 3 miliardi senza coperture. Lui e Saccomanni lo presentano come una mossa frutto dell’uscita dalla procedura d’infrazione europea, un premio ai nostri sforzi. In realtà si tratta semplicemente di spesa in deficit, quella che abbiamo fatto per decenni: il deficit in rapporto al Pil nel 2014 salirà da 2,3 a 2,5. E così si trovano 3 miliardi. Ma la procedura d’infrazione non c’entra molto, il merito è del governo di Mario Monti che ha lasciato in eredità un deficit 2014 abbastanza lontano dalla soglia di guardia del 2,9 per cento da lasciare spazio per interventi di spesa come quello voluto da Letta.
Dietro gli slogan restano molte domande. La prima è se l’Europa riterrà sufficienti le coperture. L’altra – sollevata da Confindustria – è se questi interventi sono sufficienti a spingere la crescita. Il ministro Saccomanni si sbilancia: “Non cresceremo a ritmi cinesi, ma possiamo arrivare al 2 per cento”. Sembra tanto, ma il governo aveva già stimato prima della manovra un Pil a + 1,7 per cento nel 2015 e + 1,8 nel 2016. Quindi, di fatto, anche Saccomanni ammette che la manovra non servirà a molto.

martedì 15 ottobre 2013

La guerra tra poveri - La terra è di tutti.



Se all'uomo togli la consapevolezza della propria dignità, come il lavoro e la sicurezza di poter mantenere dignitosamente le persone delle quali è responsabile, l'uomo diventa cattivo, violento.
Quindi, accoglienza o non accoglienza?
La risposta attualmente, nel caso dell'Italia e degli italiani, è tragica.
L'accoglienza di individui che scappano dal proprio paese per sfuggire a massacri o alle guerre, o alla povertà, è sacrosanta. 

Ma se non si ha nulla per sè, diventa impossibile dare ad altri.
Accoglierli e non dar loro nulla di dignitoso però, come una casa e un lavoro, significa portarli alla disperazione e, in tanti casi, offrirli alle organizzazioni malavitose che li assoldano per immetterli in reti di scarso valore economico per il paese e di grande lucro per le stesse.
Pertanto, cui prodest?
Un sospetto io ce l'ho.


Se i governi continuano e delimitare pezzi della terra per poter dominare e guadagnare, mentre tutti sappiamo che la terra e tutto ciò che produce è di tutti, non approderemo mai a nulla di possibile e condivisibile.

L'uomo in genere, per smania di potere e di ricchezza, inventa limiti territoriali, partiti e religioni per poter dividere ed imperare.

lunedì 14 ottobre 2013

Palermo, capitale dei diritti an(negati). - Lorenzo Matassa



Palermo, capitale dei diritti an(negati)


PALERMO - Pubblichiamo integralmente la lettera inviata dal magistrato palermitano Lorenzo Matassa al presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, in cui si descrive lo stato di degrado in cui versa la città. 

Gentile Presidente della Camera dei Deputati, l'ho udita affermare che "Palermo è la Capitale dei Diritti". A lungo ho meditato su questa Sua frase, non comprendendo se fosse un reale convincimento o, piuttosto, un paradosso concettuale in forma di ossimoro (insomma una specie di "ghiaccio bollente" della idealità sociale).

Ma il modo in cui quella affermazione è stata poi ripresa e chiarita dai giornali non lascia spazio ad alcun dubbio. Lei è davvero convinta che la mia città sia il modello e l'esempio di integrazione sociale nel rispetto delle regole. Probabilmente questo convincimento nasce dal fatto che Lei qui non ha mai vissuto. E, sicuramente, qualcuno l'ha convinta che l'inverosimile fosse Verità. D'altronde la terra che calpestiamo è la stessa di cui scriveva Pirandello. È facile lasciarLe questo convincimento. Basta stare silenti, magari con un bel sorrisetto da protocollo cerimoniale stampato in volto...

Però - ne converrà con me - a volte, il silenzio degli interlocutori è il più complice degli atti. Ne sappiamo qualcosa noi siciliani che, nel silenzio e nell'indifferenza, abbiamo fatto crescere ed affermare l'orribile mostro mafioso fino a quando non ci ha divorati. Allora, Le consegnerò poche (ma assai sentite parole) che - sono certo - Le serviranno a comprendere quanto la Sua frase sia lontana dalla realtà di Palermo.

La Verità è che interi quartieri, abitati da migliaia di cittadini, sono abbandonati al degrado. Guardi questa foto ritratta nel giorno in cui Lei si trovava in città. È il quartiere adiacente al Tribunale. Il luogo in cui, anticamente, due fiumi (il Kemonia ed il Papireto) confluivano. Ecco cosa è oggi...

L'immagine della città annegata nei rifiuti è anche la drammatica metafora dei diritti (an)negati. In quel vivere, sommersa dai suoi stessi reflui, c'è il senso della sua vita quotidiana. Un immenso e maleodorante caos in cui corruzione e cleptocrazia sono la regola. Non Le chiederò di chiarirmi chi comanda quelle zone degradate...

Tutto questo non sparisce, per incanto, al passaggio carnevalesco di carri in maschera dove l'orgoglio di una identità si confonde con un travestito delirio parossistico. E - sono certo - che Thomas Mann Le avrebbe detto che l'amore per una persona dello stesso sesso non ha bisogno di travestirsi ed immiserirsi per essere raccontato. Se non mi crede, provi a rileggere "La morte a Venezia" e mi capirà...


http://livesicilia.it/2013/10/13/palermo-capitale-dei-diritti-annegati_385378/


Infuso con i fiori di Fichidindia per combattere calcoli e coliche renali di Dante Viola.


Sui fichidindia abbiamo scritto molto in un altro articolo.
In questa pagina, invece, vogliamo concentrare le nostre energie sui fiori di questo meraviglioso frutto.
Anticamente l'infuso dei fiori raccolti ed essiccati era molto usato dalle nostre nonne per depurare il corpo, reni, fegato, sangue e per eliminare piano piano eventuali calcoli renali.
La preparazione che ci apprestiamo a descrivere è un infuso e non un decotto o una tisana.
Nell'infuso si usano tipicamente le parti tenere di una pianta essiccate e sminuzzate, così da aumentarne la superficie di contatto e aumentare l'estrazione dei principi attivi.
I fiori vanno raccolti d'estate ed essiccati (nel fiore non deve più trasparire la presenza di acqua).
Possono essere conservati a lungo ed usati anche in inverno. Basta usare l'accortezza di tenerli in un luogo asciutto. Magari dentro una busta. Io uso quelle del pane.
Preparare l'infuso è molto semplice.
Si fa bollire dell'acqua, si prendono 4 fiori di fichidindia (da 4 ad 8) per ogni tazza da tè, si sminuzzano e si immergono nell'acqua. Si lascia il tutto a riposo per 4 minuti e poi si filtra.
Non resta quindi che bere, magari dolcificando con del miele o dello zucchero. 
E voi avete mai preparato un infuso con i fiori di fichidindia?
Come lo fate? Aggiungete per caso qualche altro ingrediente?

domenica 13 ottobre 2013