venerdì 26 febbraio 2016

Enna, il ministro Alfano indagato per abuso d’ufficio con il suo vice Bubbico. - Giuseppe Pipitone

Enna, il ministro Alfano indagato per abuso d’ufficio con il suo vice Bubbico

L'inchiesta riguarda il trasferimento da Enna del prefetto Fernando Guida, che aveva avviato le procedure sfociate nel commissariamento della fondazione Kore, a cui fa capo l'omonima università. Grande sponsor dell'ateneo è stato l’ex senatore Pd Vladimiro Crisafulli, anche lui indagato. Alfano: "Caso superato e smentito dai fatti. Decisione condivisa con l'interessato".

Il trasferimento a sorpresa del prefetto di Enna alla vigilia di Natale fa finire sotto inchiesta il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Nel giorno in cui il leader del Nuovo Centrodestra festeggia la vittoria del suo partito nel braccio di ferro interno al governo sul ddl Cirinnà, deve infatti fare i conti con un avviso di garanzia per abuso d’ufficio. Insieme ad Alfano sono indagati dalla procura di Roma anche il viceministro dell’Interno, il dem Filippo Bubbico, il suo segretario particolare Ugo Malagnino, l’ex senatore del Pd Vladimiro Crisafulli e l’ex presidente dell’università Kore di Enna, Cataldo Salerno.
“In data odierna questo ufficio ha trasmesso il procedimento sopra indicato al competente Collegio per i reati ministeriali, al quale i suddetti possono presentare memorie o chiedere di essere ascoltati”, si legge nell’avviso notificato ai quattro indagati dall’ufficio inquirente capitolino. Il fascicolo dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto di Roma Francesco Caporale e dal sostituto Roberto Felici, è stato trasmesso l’uno febbraio scorso al tribunale dei Ministri. Il reato ipotizzato sarebbe stato commesso il 23 dicembre del 2015, quando il consiglio dei ministri aveva richiamato da Enna il prefetto Fernando Guida, spostandolo ad Isernia.
Un vero e proprio caso dato che quel trasferimento era assolutamente inatteso: Guida, infatti, era arrivato in Sicilia nel gennaio del 2014, meno di due anni prima, e cioè il termine minimo utilizzato normalmente prima di destinare ad altro incarico i prefetti. Tra l’altro il cdm non solo aveva spostato Guida a sorpresa, ma evitato di nominare un nuovo prefetto che ne prendesse il posto. È per questo motivo che, come aveva anticipato ilfattoquotidiano.it, quel trasferimento rischiava di azzerare uno dei provvedimenti più delicati compiuti da Guida a Enna: e cioè il commissariamento della fondazione Kore, che designa il presidente dell’omonima università cittadina.
Le sorti dell’ateneo di Enna sono da sempre state molto a cuore a Crisafulli, il ras politico locale, l’ex parlamentare cancellato dalle liste per le politiche del 2013 perché considerato impresentabile dal collegio dei garanti del Pd. “Chi vuole commissariare la Kore è un bandito, chiaro?”, era stato lo sfogo dell’ex senatore dem, che aveva perso il suo notissimo self control. Il 18 dicembre 2015, infatti, il prefetto Guida aveva avviato il procedimento di commissariamento della fondazione universitaria, ma appena cinque giorni dopo era stato sollevato dal suo incarico. L’indagine della procura capitolina punta proprio a fare luce su questo passaggio: perché Alfano e Bubbico si sono attivati per spostare l’ex prefetto ennese a tappe forzate, evitando anche di nominare il suo successore? C’è stato per caso un qualche interesse di Crisafulli, e del suo fedelissimo Salerno, affinché Guida non portasse a termine il commissariamento della fondazione? Nonostante tutto, alla fine l’iter prefettizio era comunque andato fino in fondo: a fine gennaio, infatti, il vice prefetto vicario di Enna Tania Giallongo aveva decretato l’azzeramento di tutte le cariche della fondazione, nominando tre commissari per la durata minima di sei mesi.
È per questo che adesso il ministro dell’Interno si difende dalle accuse sostenendo che “la vicenda di cui si parla è un caso nato morto, superato e smentito dai fatti”. “Il trasferimento del prefetto di Enna è avvenuto in via del tutto ordinaria insieme a tanti altri”, afferma Alfano, “senza avere ricevuto sollecitazione o pressione alcuna, e con la piena condivisione dell’interessato, come da nostra prassi ove possibile; l’avvio della procedura di commissariamento della fondazione da parte del prefetto era già avvenuta con la piena consapevolezza e input da parte mia e da parte degli uffici da me guidati; il vice prefetto vicario, durante la sua reggenza, ha ovviamente provveduto a completare l’opera e, infatti, il commissariamento è stato effettuato il 30 gennaio”, dice Alfano, che nei mesi scorsi era stato chiamato in causa anche dall’ex procuratore di Enna Calogero Ferrotti. “L’allontanamento di Guida è un vero sfregio al tessuto vivo di questo territorio. Fin dal suo insediamento aveva dato l’immagine autorevole della presenza dello Stato, in una terra difficile. Al radicamento di questi principi basilari, alcune forze, da tempo, si dimostrano invece indifferenti, se non addirittura avverse”, era stato il violento j’accuse del magistrato, che adesso è andato in pensione.
“Sono stati posti aperti tentativi di bloccare un’indagine della magistratura e di delegittimare con una denuncia fatti inesistenti contro chi stava conducendo quelle indagini nel pieno rispetto delle regole e senza alcun clamore mediatico”, era invece la denuncia Sergio Lari, procuratore generale di Caltanissetta. “Il procuratore di Enna, che è andato in pensione – spiega sempre il ministro dell’Interno – aveva polemizzato con me per il trasferimento del prefetto proprio alla vigilia del suo meritato riposo. Se avesse avuto la pazienza di aspettare i tempi dell’iter amministrativo di esclusiva competenza della prefettura, avrebbe visto la conclusione da lui desiderata”. La palla passa ora al tribunale dei ministri.

mercoledì 24 febbraio 2016

Ditta apre cantiere in una zona dove non ci sono anziani e la palazzina viene storta. - Vittorio Lattanzi

Madrid_-_Puerta_de_Europa2
Vittorio Lattanzi – Marco Bastiani

http://www.lercio.it/ditta-apre-cantiere-in-una-zona-dove-non-ci-sono-anziani-e-la-palazzina-viene-storta/

Fiore di Jambo. Malay Rose Apple, Jambu Bol (Syzygium malaccense). - Francesco De Agazio



Esposto alla luce naturale, riflette l'effetto della fibra ottica.

Fonte di calcio, ferro, fosforo, carboidrati (14,2 gr x 100gr) vitamina A, B1-B2, C, di medio valore calorico.
In India, il frutto è considerato un tonico per il cervello e reni, essendo una pianta originaria del sud est dell'Asia. 

L'infuso della frutto è usato come diuretico, mentre il succo delle foglie e dei fiori, macerati, è usato come febrifugo e antireumatico
In Nicaragua la farina estratta dai semi è usata contro il diabete, come regolatore di tasso glicemico, permettendo l'espulsione dell'eccesso di zuccheri nel sangue, attraverso l'urina. 
In Colombia, i semi di Jambo sono considerati moderatori di dolore
A Cuba, le radici sono usate per il trattamento dell'epilessia
A Porto Rico, il liquido ottenuto dalla cottura della corteccia dell'albero è utilizzato contro i dolori di stomaco, dissenteria. 
Foto: Francesco de Agazio


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10207300950193937&set=a.4002998205271.2153900.1590574877&type=3&theater

Expo, gli amministratori: “Rosso 2015 è di almeno 32,6 milioni. A marzo riduzione del capitale per perdite”. - Gaia Scacciavillani

Expo, gli amministratori: “Rosso 2015 è di almeno 32,6 milioni. A marzo riduzione del capitale per perdite”

La relazione del consiglio di amministrazione di Expo 2015 presentata ai soci il 9 febbraio. Sala: "Risorse sono sufficienti per le prossime 3-4 settimane". Corte dei Conti: "Mancano risposte sulla copertura dei costi post esposizione".


Il candidato sindaco di Milano del Pd, Giuseppe Sala, ha un bel dire che non c’è nessun buco Expo. La società che ha gestito l’esposizione universale meneghina ha chiuso il 2015 con un rosso di 32,6 milioni di euro. A smentire Sala è lo stesso Sala. O meglio, il consiglio di amministrazione di Expo 2015 da lui guidato, che lo scorso 18 gennaio ha messo nero su bianco la cifra in una relazione che è stata discussa dai soci il 9 febbraio scorso. Dieci giorni dopo la data inizialmente prevista, il 29 gennaio a ridosso delle primarie del Pd che hanno incoronato Sala candidato sindaco di Milano, poi spostata su indicazione del ministero dell’Economia. Nel documento si legge anche che “in considerazione delle spese strutturali previste nei primi mesi del 2016 (quantificabili in 4 milioni mensili), è probabile una ricaduta nelle previsioni dell’articolo 2447 del codice civile durante il mese di marzo”. Il che significa, in altre parole, che secondo i calcoli del consiglio guidato dallo stesso Sala, da febbraio 2016 le disponibilità liquide di Expo 2015 si sono esaurite, ma non le spese. E andando avanti così, è sempre la stima del cda, è prevedibile che entro il mese prossimo la società arrivi ad accumulare perdite superiori a un terzo del suo capitale. Una situazione in cui la legge impone l’abbattimento del capitale stesso e il suo contemporaneo aumento per riportarlo al minimo legale.
La scivolosità del caso non è sfuggita al collegio sindacale di Expo 2015 che, nel corso dell’assemblea che due settimane fa ha deliberato la messa in liquidazione della società, ha chiesto “chiarezza in relazione alla necessità di risorse per la liquidazione” stessa. Richiesta condivisa dal magistrato della Corte dei Conti, Maria Teresa Docimo, che ha sottolineato come la messa in liquidazione risponde “ad uno solo dei temi inseriti nella relazione degli amministratori, mentre non sono fornite risposte, nel merito, in relazione alla copertura dei costi sopportati dalla società successivamente alla data di chiusura dell’evento”. Tanto più che lo stesso Sala ha confermato che “le risorse sono sufficienti per le prossime 3-4 settimane”  e che “è importante rendere chiara la situazione al nominato organo di liquidazione”. Anche perché i liquidatori freschi di nomina – il prorettore della Bocconi Alberto Grando, Elena Vasco (Camera di Commercio), Maria Martoccia (ministero Finanze) e i confermati Domenico Ajello (Regione Lombardia) e Michele Saponara (Città Metropolitana) per i quali è stato fissato un compenso complessivo di 150mila euro – hanno 90 giorni per elaborare un progetto di  liquidazione. Per la scadenza, però, stando alle stime del cda, Expo 2015 avrà una carenza di liquidità di oltre 80 milioni di euro.
Nel frattempo, però, è imminente una finalizzazione degli accordi con Arexpo sulla gestione delle aree fino al 30 giugno 2016, quando i terreni torneranno sotto l’ala della società in cui sta facendo il suo ingresso il Tesoro. Le indicazioni dei soci di Expo 2015 ai liquidatori sono inequivocabili, in quanto auspicano “il compimento di una attività di rivitalizzazione di parti del sito Expo 2015 nella fase transitoria dello smantellamento del sito stesso, attuato preservando i valori del sito medesimo, secondo principi di sinergia fra le società Expo 2015 S.p.A. e Arexpo S.p.A., nel rispetto delle funzioni proprie di ciascuna delle due società”. I liquidatori, quindi, sono invitati ad individuare, tra i principali criteri in base ai quali deve svolgersi la liquidazione, quelli preordinati alla realizzazione “di eventuali sinergie e collaborazioni tra Expo e Arexpo S.p.A;  anche con riferimento alla fase convenzionalmente denominata Fast Post Expo“. Cioè  l’evento previsto in concomitanza con la ventunesima Triennale Internazionale di Milano, tra aprile e settembre, che dovrebbe utilizzare l’area del Cardo.
Il punto non è secondario. Secondo i calcoli del vecchio cda di expo, infatti, per il 2016 la società ha bisogno di 58,3 milioni di euro: 39,6 per lo smantellamento e 18,7 per la chiusura dell’azienda. La somma andrebbe chiesta pro quota ai soci (pubblici) di Expo. Ma grazie al Fast Post Expo può essere ridotta di 19,5 milioni con il “ribaltamento dei costi sostenuti ad Arexpo”. E così agli azionisti di Expo toccherebbe sborsare “solo” 38,8 milioni: al ministero dell’Economia toccherebbero 15,5 milioni, alla Regione e al Comune 7,8 a testa, mentre la Provincia e alla Camera di Commercio ne dovrebbero versare 3,9 ciascuna. Resta da capire quanto costerà l’operazione sul lato Arexpo i cui soci, dopo l’ingresso del Tesoro, saranno ancora una volta lo Stato, la Regione e il Comune, oltre alla Fondazione Fiera Milano pur destinata a diluirsi fortemente.

Expo 2015 spa risultati 2015


Come dargli torto...