sabato 7 gennaio 2017

Il GPL per la casa: cos’è, come funziona e quanto costa?




Che cos'è il GPL?

preventivo
Il GPL, o Gas di Petrolio Liquefatto, non è solo il liquido che troviamo negli accendini o un’alternativa alla benzina. Infatti per tutte le abitazioni non collegate alla rete di distribuzione nazionale, il GPL rappresenta la principale alternativa al gas metano, comoda e competiviva. Nelle zone rurali e nei piccoli centri urbani non raggiunti dai gasdotti del metano, il GPL è il combustibile più comune per cucinare e riscaldare.
Il GPL è un combustibile facile da trovare, a basso impatto ambientale e con un'elevata resa.
Trasportato con facilità ovunque allo stato liquido, il GPL è scaricato in bombole (di solito, miscela ca.75% di butano e 25% di propano) e serbatoi (ca. 95% di propano) di varie dimensioni per utilizzo domestico, industriale ed agricolo.
Con le bombole o con un serbatoio individuale o condiviso, come fonte di energia esclusiva o integrata alle fonti rinnovabili come la biomassa, il GPL è una fonte energetica flessibile che offre soluzioni molto diverse e adeguate ai vari profili.
DA COSA È COMPOSTO IL GPL?
Il GPL è una miscela di idrocarburi leggeri ma con un alto contenuto energetico, composta per la maggior parte da propano e butano ed ottenuta dalla distillazione del petrolio greggio o dal frazionamento del gas naturale.

Il GPL in Italia.

In Italia sono oltre 7 milioni le famiglie che impiegano il GPL ad uso residenziale per il riscaldamento, cottura e acqua calda sanitaria. Tuttavia queste rappresentano il 5% delle famiglie italiane che utilizzano il GPL per cucinare e per riscaldare la loro casa mentre quasi l’80% è collegato alla rete di distribuzione del gas e utilizza il metano.

Il fabbisogno di GPL ad uso combustione nel 2015 è stato pari a 1,6 milioni di tonnellate. (Fonte: Assemblea annuale di Assogasliquidi - 24 febbraio 2016).

Bombole o serbatoio di GPL?

Il GPL viene usato in contesti e secondo modalità molto diverse, dalle piccole bombole ai serbatoi di grande capienza (oltre 1000 litri). Ovviamente, per le utenze che hanno dei consumi rilevanti i serbatoi offrono una soluzione molto più idonea delle bombole, da usare solo in caso di consumi bassi (i.e per uso cottura o acqua calda).
Ad esempio quando il GPL è usato per riscaldamento per interi condomini oppure in villette plurifamiliari o per usi industriali come gas di processo, sarà indispensabile installare un serbatoio di capacità adeguata.

Le bombole

serbatoi gpl
Se non sei collegato alla rete di distribuzione del gas, non ti preoccupare, puoi sempre utilizzare una bombola di GPL per alimentare i tuoi fornelli. Dove trovi le bombole del gas? Recati presso uno dei punti vendita specializzati e ricorda che a volte viene richiesta una cauzione per la bombola, restituita quando riporterai indietro la bombola. Una volta trasportata a casa, posizionala in un luogo sicuro.
Numerosi rivenditori offrono anche il servizio a domicilio 24 ore su 24, consegnando e installando direttamente a casa la bombola piena e portando via quella scarica. 
ATTENZIONE CON IL GAS NON SI SCHERZA!Leggi le informazioni di sicurezza per gli utenti di gas naturale e GPL redatta dai Vigili del Fuoco.
La capacità delle bombole per uso domestico può variare; i seguenti tagli sono i più diffusi: 10 - 15 - 20 - 25 kg, tuttavia esistono bombole fino a 62 kg. Il prezzo di una bombola varia da un rivenditore all’altro per cui vi consigliamo di fare un confronto tra diversi negozi nella vostra zona.
Per darvi un’idea del prezzo di una bombola:
  • da 10 kg costa 25 - 30 euro
  • per una da 15 kg il prezzo è di 35 - 45 euro
Le bombole contengono generalmente GPL, ossia una miscela costituita principalemente da propano e butano. In commercio esistono anche le bombole con solo propano (alta percentuale di propano), utilizzate specialmente nelle zone di alta montagna o notoriamente fredde.
Il motivo è che il butano congela ad una temperatura di circa 0 °C mentre il propano riesce ad evaporare fino a temperature molto più basse. In montagna quando fa freddo, c'è il rischio che il butano non riesca a diventare gassoso, bloccando il funzionamento degli apparecchi collegati.

I serbatoi

serbatoi gpl
Se i tuoi consumi richiedono volumi di combustibile troppo elevati per semplici bombole è necessario, se lo spazio te lo consente, optare per un serbatoio di GPL in prossimità della tua abitazione. In questo modo si evita l'incoveniente della sostituzione della bombola che sarebbe troppo frequente. Il serbatoio sarà ricaricato dal fornitore GPL di tua scelta ogni volta che sarà necessario. Per ulteriori informazioni visita l'articolo: come installare il serbatoio.
La capacità non è l'unica caratteristica di differenziazione tra un bombolone e l'altro, possono variare infatti le modalità con le quali l'utente usufruisce del GPL e le condizioni di utilizzo del serbatoio, se di proprietà, in locazione oppure in comodato d'uso. 

Le modalità di installazione del serbatoio GPL

Tra i serbatoi disponibili vi sono quelli esterni, di più semplice installazione, o quelli interrati (anche parzialmente) più vicini alle abitazioni e con un minore impatto paesaggistico. In questo secondo caso il serbatoio è quasi invisibile poiché è sotto terra e dall'esterno è visibile solo un coperchio che si può facilmente mimetizzare.
Per il bombolone esterno si dovrà individuare una zona con uno spazio adeguato per poter recintare il serbatoio. In aggiunta alle considerazioni estetiche, questa scelta ha delle implicazioni in termini di costo dell'installazione e di regole di sicurezza.
Per legge dovranno essere rispettate delle distanze di sicurezza tra il serbatoio e gli edifici e gli elementi circostanti. Visita l'articolo dedicato alle distanze per un serbatoio di GPL interrato.
Nel caso di serbatoio interrato, la distanza di sicurezza dalla casa è dimezzata rispetto ad un serbatoio esterno!
Il serbatoio, chiamato comunemente bombolone, ha di solito una capacità di c.a. 1.000 litri per un cliente domestico; per gli usi industriali, invece, il suo volume può arrivare a superare anche i 15.000 litri in base alle esigenze del cliente.
Devi installare un serbatoio e desideri un preventivo gratuito? Chiama il numero 011.196.201.84,  (lun-ven dalle 9 alle 19 e sab dalle 9 alle 13) senza sovraccosti, oppure compila il modulo per un preventivo gratuito.

E' meglio il serbatoio di GPL a rifornimento o a consumo?

Con il GPL, l'utente può scegliere tra la gestione a rifornimento oppure a consumo con un contatore che misura il gas consumato da ogni singolo cliente. Questa seconda soluzione viene applicata spesso quando gli utenti finali sono numerosi, come ad esempio in un condominio dove è presente un unico serbatoio che serve tutti i condomini.
Scopri come funziona il GPL a contatore per un condominio. Il sistema con il contatore a volte è presente anche con un singolo utente finale, ma è più insolito.
  • A rifornimento
    L'utente gestisce direttamente il suo serbatoio, prende l'iniziativa di contattare il fornitore per riempirlo e paga ad ogni rifornimento di gas, "allo scarico", invece di ricevere bollette periodiche. Il cliente è quindi responsabile del serbatoio e del suo approviggionamento.
  • A consumo:
    L'utente dispone di un contatore, letto regolarmente dal fornitore di GPL che garantisce il riempimento del serbatoio e fattura i consumi rilevati. In questo caso, il cliente non si deve mai preoccupare del serbatoio, poiché sarà cura del fornitore tenerlo sempre pieno! Le utenze di GPL con il contatore a consumo sono particolarmente pratiche per le multi-utenze, per esempio condomini o villette plurifamiliari.

Quali sono i principali fornitori di GPL in Italia?

Esistono tanti fornitori di GPL, una decina di grandi operatori e tantissimi distributori locali. I venditori che operano su tutto il territorio nazionale sono pochi ed è importante identificare quali sono i fornitori presenti nella zona prima di richiedere un preventivo e trovare l'offerta migliore.
Oltre al prezzo del GPL, il cliente dovrà valutare anche i vari servizi offerti dai fornitori di GPL:
  • Presa in carico dei controlli sulla sicurezza e sulla manutenzione dell'impianto (ex CPI, valvola di sicurezza ecc.)
  • Costo iniziale dell'impianto, alcuni fornitori possono proporre un finanziamento per i lavori di installazione
  • Qualità del servizio clienti: strumenti di gestione dell'utenza (applicazione mobile, avviso per il rifornimento, disponibilità di GPL...)
Di seguito troverte un elenco dei principali operatori nella distribuzione e vendita di GPL sul territorio italiano.
Chi vende GPL in Italia?
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FornitoreDescrizione
Il gestore storico del gas in Italia ha una rete di fornitori di GPL (bombole e serbatoi) diffusa su tutto il territorio nazionale.
Per ulteriori informazioni su Eni per il GPL
.Presente nelle regioni del centro e del Nord-Ovest fornisce servizi innovativi (applicazioni per smartphone) per richieste di preventivo, ricariche e vendita.
Scopri le offerte di TotalGaz per il GPL
Il leader italiano nella distribuzione del GPL nato da una joint venture tra due importanti realtà societarie: il Gruppo italiano Brixia e la  Società olandese SHV.
Ulteriori informazioni su Liquigas per il GPL
Costantin si occupa di progettare, installare e rifornire serbatoi GPL per impianti civili e industriali. Costantin dispone di importanti centrali di stoccaggio e di un’efficiente rete di trasportatori per la distribuzione.
Ulteriori informazioni sul GPL di Costantin
BUTANGAS serve centinaia di migliaia di clienti privati di bombole e piccoli serbatoi, oltreché industrie e istituzioni pubbliche.
Ulteriori informazioni su ButanGas
È tra i primi cinque operatori italiani nel gpl e opera in 3 business: gpl, gas speciali/chimica, macchine industriali.
Ulteriori informazioni su Lampogas
Ultragas Tirrena, insieme alla controllata Tuttogas, è attiva nel settore del GPL in tutta Italia. COn una rete commerciale capillare, soprattutto in Sardegna, distribuisce serbatoi, bombole e servizi a contatore a famiglie e clienti aziendali.
Ulteriori informazioni su Ultragas Tirrena per il GPL
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Quanto costa il GPL?

Il costo del GPL varia prima di tutto in base alla tipologia di impianto, se utilizzi le bombole oppure hai installato un serbatoio. In generale il prezzo del GPL segue le evoluzioni del prezzo dei prodotti petroliferi: petrolio e gas naturale.
Tuttavia a livello locale il prezzo del combustibile GPL cambia in base ai fattori qui elencati:
  • La tipologia di contratto stipulato
  • Il consumo annuale del cliente
  • La zona geografica

Il costo di una bombola di GPL

Le bombole sono commercializzate in base al loro peso in chilogrammi. I modelli più comuni e maggiormente diffusi per il settore domestico sono da 10, 15 o 25 kg, mentre le bombole più grandi possono raggiungere anche 62 kg.
Un chilo di GPL (chiamato comunemente anche propano) costa intorno ai 2,00-2,30 €/kg (ossia 1,1 - 1,3 €/lt).

Il costo del GPL in serbatoio

Fino a qualche anno fa il costo di un litro di GPL arrivava a superare 1 € al litro. Nel corso degli ultimi tempi, grazie al calo dei prezzi del petrolio sui mercati internazionali, rifornire un serbatoio di GPL non è mai stato così conveniente.
Oggi un litro di GPL può costare tra 55 e 70 centesimi di euro, tasse escluse. Così, il rifornimento di un serbatoio di 1000 litri, rispettando le norme di sicurezza che impongono di lasciare vuoto il 20%, costa tra 450 e 550 €.

Quanto costa installare un serbatoio di GPL?

Per quanto riguarda l’installazione dell’impianto di GPL per la tua casa, tre sono le possibilità offerte, da valutare in base alle tue preferenze e ai tuoi consumi.
Il serbatoio può essere concesso dal fornitore con una delle seguenti modalità:
  1. Serbatoio di proprietà dell'utente
  2. Serbatoio in regime di comodato d'uso
  3. Serbatoio con contratto di affitto
Queste tre alternative sono possibili per tutti gli impianti di stoccaggio del GPL. Il serbatoio di proprietà di solito è scelto da clienti che hanno consumi elevati e comporta una spesa iniziale per l'installazione superiore. Dopo 2 anni dalla stipula del contratto il cliente ha il diritto di poter cambiare la modalità scelta, visita la pagina su come inviare la disdetta del contatore.
Negli ultimi due casi, il serbatoio rimane di proprietà del fornitore che lo mette a disposizione dell'utente per l'utilizzo. In entrambe queste situazioni, il cliente è vincolato con il fornitore. Se stai pagando troppo per la fornitura di GPL e sei interessato ad un cambio, chiama lo 011.196.201.84, il umero è attivo dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00 ed il sabato dalle 9.00 alle 13.00, e scopri come cambiare fornitore di GPL.

Il serbatoio in comodato d’uso gratuito

Il fornitore di GPL installa il serbatoio a fronte di un contratto di esclusività per l'approviggionamento pluriennale del GPL. Il cliente è quindi vincolato da contratto ad acquistare il GPL da quel fornitore e quindi ha meno potere contrattuale. L'installazione iniziale è a carico del fornitore che dovrà assicurarsi un certo periodo di tempo per rientrare dell'investimento realizzato.
Nel caso in cui i lavori fossero complessi, come ad esempio se si tratta di un serbatoio interrato, il fornitore potrà chiedere un contributo forfettario per i lavori.
Per realizzare un eventuale cambio di fornitore sarà necessario aspettare la fine del periodo di esclusiva e il rinnovo contrattuale. In caso di recesso del contratto, il fornitore potrà recuperare il serbatoio o proporti di riscattarlo attraverso l'acquisto dello stesso.

Il serbatoio in affitto

Il fornitore installa il serbatoio e fa pagare al cliente un canone di solito annuale. In base al contratto stipulato, sarai libero o no di comprare il tuo GPL presso altri fornitori. Anche il costo dell'installazione dipende dal contratto ed in genere è a carico del fornitore. Il canone di affitto del serbatoio comporta un costo minore per il successivo eventuale riscatto del serbatoio.

Il serbatoio di proprietà

I lavori di installazione del serbatoio sono a tuo carico e quindi i costi iniziali sono decisamente supriori rispetto alle prime due situazioni. Tuttavia puoi scegliere il fornitore che preferisci ad ogni rifornimento, una scelta interessante per chi consuma tanto gas.
Inoltre il cliente in questo caso ha più potere contrattuale in sede di negoziazione con il fornitore sul prezzo del GPL da pagare.

Il GPL per gli usi professionali

In quelle zone non raggiunte dalla rete del gas metano il GPL, grazie ai suoi vantaggi, è impiegato anche per  usi industriali. I suoi utilizzi più comuni vanno dal riscaldamento degli ambienti e dell'acqua, all'uso come gas di processo, ad esempio per l'essiccazione degli alimenti come frutta e cereali.
Tutti i maggiori fornitori di GPL propongono offerte personalizzabili alle aziende a seconda delle loro esigenze. Per questo motivo ti consigliamo di richiedere diversi preventivi per poter trovare l'offerta migliore di GPL.
Il GPL comporta una combustione pulita e quindi viene impiegato in diversi settori. In particolare abbiamo selezionato alcuni mercati per valutarne i vantaggi per ogni circostanza.
Scopri i benefici del GPL per la tua attività:
http://luce-gas.it/faq/gpl-casa-costo-bombole-serbatoi#costo

Il loro compito.

Risultati immagini per quali sono i doveri di un governo

Vogliamo spiegare ai nostri amministratori, quelli ai quali abbiamo dato la nostra fiducia e che hanno la responsabilità di governarci, che il loro compito consiste nel legiferare per il nostro benessere?
Mi pare che abbiano dimenticato qual'è il loro compito.

Cetta.

Modello 730: ecco tutte le novità.

Modello 730: ecco tutte le novità


Da oggi è disponibile sul sito internet dell’Agenzia delle Entrate, www.agenziaentrate.gov.it, la bozza del 730/2017 con le relative istruzioni. Diverse le novità che entrano nel modello dichiarativo, tra cui l'agevolazione sui premi di risultato dei dipendenti del settore privato e il regime speciale previsto per i lavoratori rimpatriati.
Da quest’anno è prevista una tassazione agevolata per i dipendenti del settore privato che percepiscono premi di risultato d'importo non superiore a 2.000 euro o a 2.500 euro se l'azienda coinvolge pariteticamente i lavoratori nell’organizzazione del lavoro. In particolare, se i premi di risultato sono percepiti in denaro, si applica un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali pari al 10%; se i premi invece sono percepiti sotto forma di benefit o di rimborso di spese di rilevanza sociale sostenute dal lavoratore, non si applica alcuna imposta.
Per i lavoratori che si sono trasferiti in Italia concorre alla formazione del reddito complessivo soltanto il 70% del reddito di lavoro dipendente prodotto nel nostro Paese.
Agevolazioni previste dalla 'legge dopo di noi': dal periodo d'imposta 2016, per le assicurazioni aventi per oggetto il rischio di morte finalizzate alla tutela delle persone con disabilità grave, l'importo massimo dei premi per cui è possibile fruire della detrazione del 19% è elevato a 750 euro. Sempre a partire dall’anno d’imposta 2016, è possibile fruire della deduzione del 20% di erogazioni liberali, donazioni e altri atti a titolo gratuito, complessivamente non superiori a 100.000 euro, a favore di trust o fondi speciali che operano nel settore della beneficienza.
School bonus: per le erogazioni liberali di ammontare fino a 100.000 euro effettuate nel corso del 2016 in favore degli istituti del sistema nazionale d’istruzione è riconosciuto un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni effettuate, che sarà ripartito in 3 quote annuali di pari importo.
Spese arredo immobili giovani coppie: alle giovani coppie, anche conviventi di fatto da almeno 3 anni, in cui uno dei due componenti non ha più di 35 anni e che nel 2015 o nel 2016 hanno acquistato un immobile da adibire a propria abitazione principale, è riconosciuta la detrazione del 50% delle spese sostenute, entro il limite di 16.000 euro, per l’acquisto di mobili nuovi destinati all’arredo dell’abitazione principale.
Spese per canoni di leasing per abitazione principale: È riconosciuta la detrazione del 19% dell’importo dei canoni di leasing pagati nel 2016 per l’acquisto di unità immobiliari da destinare ad abitazione principale ai contribuenti che, alla data di stipula del contratto, avevano un reddito non superiore a 55.000 euro. L’importo dei canoni di leasing per cui si può fruire della detrazione non può essere di importo superiore a 8.000 euro se, alla data di stipula del contratto, si hanno meno di 35 anni o di 4.000 euro se alla stessa data si hanno 35 anni o più. L’agevolazione spetta anche se nel 2016 sono stati pagati i prezzi di riscatto: in tal caso il prezzo del riscatto non può essere superiore a 20.000 euro se si aveva meno di 35 anni, a 10.000 euro se si aveva 35 anni o più.
Iva pagata nel 2016 per l’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B: a chi lo scorso anno ha acquistato un’abitazione di classe energetica A o B è riconosciuta la detrazione del 50% dell’Iva pagata nel 2016.
Dispositivi multimediali per il controllo da remoto: è riconosciuta la detrazione del 65% delle spese sostenute nel 2016 per l’acquisto, installazione e messa in opera di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento e/o produzione acqua calda e/o climatizzazione delle unità abitative.

Referendum su Jobs Act. Avvocatura dello Stato: su articolo 18 quesito manipolativo.


L'Avvocatura dello Stato ha depositato oggi le tre memorie sui referendum abrogativi in materia di lavoro che la Corte Costituzionale dovrà valutare sul piano dell'ammissibilità l'11 gennaio. L'Avvocatura agisce per conto della Presidenza del Consiglio che ha deciso di costituirsi.

Il quesito referendario per abrogare le modifiche apportate con il Jobs Act all'art. 18 dello statuto dei lavoratori sui licenziamenti ha "carattere surrettiziamente propositivo e manipolativo" e per questo "si palesa inammissibile". 
È quanto sostiene l'Avvocatura dello Stato nella memoria - che l'Ansa ha potuto visionare - depositata oggi per conto della Presidenza del Consiglio, in vista della decisione della Corte Costituzionale sull'ammissibilità dei referendum sul lavoro. 
Se abrogazione voucher vuoto normativo L'abrogazione, attraverso il referendum, delle norme sui voucher previste dal Jobs Act rischia di produrre un vuoto normativo. È la posizione espressa dell'Avvocatura dello Stato nella memoria depositata oggi. 

"L'abrogazione dal corpo del decreto legislativo 81/2015 dei tre articoli suddetti - si legge infatti nella memoria - potrebbe determinare un vuoto normativo idoneo a privare di una compiuta e necessaria regolamentazione, tutte quelle prestazioni che - per la loro limitata estensione quantitativa o temporale - non risultino utilmente sussumibili nel paradigma normativo del lavoro a termine o di altre figure giuridiche contemplate dall'ordinamento vigente". 

L'Avvocatura rileva che "il proposito referendario non è tanto quello di sopprimere il 'voucher', quale strumento di remunerazione e disciplina del lavoro accessorio, ma di abolire lo stesso istituto del lavoro accessorio" e su questa base chiede che il quesito sia dichiarato inammissibile dalla Corte Costituzionale.  L'Avvocatura dello Stato ha dunque depositato oggi le tre memorie sui referendum abrogativi in materia di lavoro che la Corte Costituzionale dovrà valutare sul piano dell'ammissibilità l'11 gennaio. 
L'Avvocatura agisce per conto della Presidenza del Consiglio che ha deciso di costituirsi. Estensore delle memorie è Vincenzo Nunziata, vice avvocato generale. 
I quesiti che la Consulta esaminerà in camera di consiglio sono tre: uno sulle modifiche all'art.18 apportate dal Jobs Act in materia di licenziamenti, uno sulle disposizioni che limitano la responsabilità in solido di appaltatore e appaltante, in caso di violazioni nei confronti del lavoratore; e uno sui cosiddetti voucher, ossia i buoni lavoro per il pagamento delle prestazioni accessorie previsti sempre dal Jobs Act. 
I giudici costituzionali a cui è stato affidato il ruolo di relatori sono, per il primo quesito Silvana Sciarra, per il secondo Mario Morelli e per il terzo Giulio Prosperetti. I referendum sono stati proposti dalla Cgil, che ha raccolto oltre 3 milioni di firme a sostegno. 

mercoledì 4 gennaio 2017

l’anno del trionfo russo. - The Saker

SOCHI, RUSSIA - SEPTEMBER 16: Russian President Vladimir Putin speaks during the Russian-Kazakh Interregional Cooperation Forum on September, 16 2015 in Sochi, Russia. Mr Putin said yesterday that it is impossible to defeat the ISIS without the support of the Syrian government and that Moscow has provided military assistance to President Bashar al-Assad's regime and will continue to do so. (Photo by Sasha Mordovets/Getty Images)

Proprio come certe carte geografiche europee mettono l’Europa al centro del mondo, molti commentatori occidentali guardano all’anno appena trascorso da una prospettiva centrata esclusivamente sugli USA o sull’Europa. E questo è più che giusto. Inoltre, sull’Impero Anglo-Sionista si sono abbattuti due grossi disastri, il Brexit e l’elezione di Donald Trump; di conseguenza, cose veramente interessanti di cui parlare ce ne sono veramente tante. Perciò, quello che vorrei fare oggi è guardare all’anno che sta finendo da un punto di vista russo. Quelle che elenco sono state le più grosse sfide che la Russia si è trovata a dover affrontare nel 2016.
  1. Il regime nazista di Kiev
  2. La guerra civile nel Donbass
  3. I tentativi ucraini di bloccare la Crimea
  4. La rabbiosa ostilità dell’amministrazione americana
  5. La politica della NATO, che spinge al confronto militare in Europa
  6. Il fronte unito dell’Europa contro la Russia
  7. Le sanzioni occidentali, il successivo calo degli investimenti e del credito e il basso prezzo del petrolio
  8. Il crescente scontento della popolazione russa per la politica economica del governo
  9. La lotta alla 5° colonna “liberale” all’interno della Russia
  10. L’aggressione internazionale contro la Siria
  11. La demonizzazione della Russia in generale e di Putin in particolare
  12. Gli attacchi terroristici contro la Russia
Analizziamoli uno per uno e diamo loro un punteggio.
Ucraina 5/5
L’Ucraina occupata dai Nazisti è in caduta libera. Infatti, è già da un po’ che è in caduta libera, ma, proprio come qualcuno che cade dal 40° piano di un palazzo sta ancora “bene” mentre passa all’altezza del 20°, allo stesso modo l’economia ucraina ha ancora la possibilità di dire “fino ad ora tutto bene” ed essere ancora abbastanza credibile ai poco informati. Adesso sta però diventando abbastanza evidente che la cosiddetta “Rivoluzione della dignità” (come i Neonazisti chiamano il colpo di Stato contro Yanukovich) è un fallimento completo, e che l’“Ucraina indipendente” è semplicemente oltre ogni possibilità di salvezza. La classe dirigente che era salita al potere si sta sfasciando, tutti sono contro tutti e non si intravvede nessun’altro tipo di politica che vada oltre l’arricchimento personale e la sopravvivenza. E per quanto riguarda poi la “Giovanna d’Arco ucraina” e “speranza dell’Ucraina”, Nadezhda Savchenko, è appena stata denunciata come traditrice ed agente dell’FSB. Forbes è uscito con un articolo intitolato La corruzione sta uccidendo l’economia ucraina” [in inglese], mentre un ex legislatore ucraino ha reso pubbliche delle registrazioni di Poroshenko mentre allunga le mazzette all’FBI [in inglese]. L’esercito ucraino, che Poroshenko ha recentemente reclamizzato come uno dei 5 migliori al mondo, è a malapena riuscito a mettere insieme abbastanza uomini per formare una compagnia di fanteria e mandarla, appoggiata da due plotoni di blindati, ad attaccare le postazioni dei Novorussi presso Debaltsevo, solo per vedersela distruggere completamente. La situazione dell’esercito ucraino è così brutta che attualmente sono costretti a ricorrere agli automezzi personali per recarsi al fronte ed evacuare i feriti. Certo, sulla carta l’esercito ucraino è enorme, ma in realtà è una forza che ha già delle grosse difficoltà a sopravvivere ancora prima di andare in battaglia. Ultimo, ma non meno importante, tutta l’elite nazista al governo aveva dato tutto il suo appoggio politico ad Hillary, gettando contemporaneamente veleno e vetriolo addosso a Trump. Dire che ora sono fottuti sarebbe un eufemismo. Da qui la ventata di panico totale che spira su Kiev.
Donbass 3/5
La politica russa nel Donbass (non-occupazione, unita a sostegno palese e nascosto) è stata chiaramente quella giusta: la DNR e l’LNR stanno diventando sempre più forti, mentre l’Ucraina occupata dai Nazisti sta andando a rotoli, “vide supra”, come si dice. Ci sono stati anche degli evidenti fallimenti, e i due principali sono stati l’incapacità dei Russi di fermare i continui bombardamenti e gli attacchi ai civili perpetrati dai Nazisti, e il fallimento russo nel garantire la sicurezza all’interno delle due repubbliche. Se il primo dei due fallimenti può essere scusato (non c’è la ricetta magica per impedire una cosa del genere), per il secondo non ci possono essere scuse, come si è visto dall’assassinio di diversi esponenti di primo piano novorussi. Inoltre, la situazione nel Donbass rimane molto difficile e potenzialmente pericolosa. Se guardiamo al quadro generale, la Russia si è comportata molto bene, ma, appena si scende nel particolare, i molti errori e i molti fallimenti diventano evidenti. Inoltre adesso, ad ogni persona minimamente informata, è chiaro che il tempo è (ma in realtà lo è sempre stato) dalla parte dei Novorussi, e ogni giorno che passa li rende  sempre più forti, mentre gli Ukronazi diventano sempre più deboli.
Crimea 5/5
Gli Ukronazi le hanno tentate tutte, dal blocco della penisola, al taglio dell’acqua e della corrente elettrica, fino all’infiltrazione di sabotatori. Questo ha dato alla Russia l’opportunità di “salvare” la Crimea dall’Ucraina ancora innumerevoli volte. E’ maledettamente chiaro che gli Ukronazi hanno, da un bel po’, rinunciato all’idea di riprendersi la Crimea, e che tutto quello che rimane loro sono dei tentativi, perlopiù di scarsa efficacia, per cercare di rendere la vita difficile ai Crimeani, con l’unico risultato, scontato, di rafforzare la loro decisione. All’inizio in Crimea c’era gente che non era completamente convinta che l’incubo fosse veramente finito e che la Russia avesse l’intenzione di fare sul serio (specialmente con tutte le voci su “Putin che ci svende”). Ma ora che i Russi hanno veramente fatto tanto per difendere la Crimea dai tentativi di embargo degli Ukronazi, questi dubbi sono scomparsi. Il futuro della Crimea appare assai luminoso. Non solo il governo russo sta spendendo milioni di rubli per portare enormi miglioramenti alle infrastrutture e per il dislocamento di una forza militare molto consistente ed avanzata, ma le prospettive per il turismo ed il commercio sono anch’esse eccellenti.
Stati Uniti 5/5
Il merito per l’elezione di Donald Trump va dato, per prima cosa, sopratutto al popolo americano, a cui, e lo credo sinceramente, tutto il pianeta dovrebbe esprimere un sincero e forte “GRAZIE!!!”. Non sarò mai in grado di dimostrarlo e, grazie a Dio, non sapremo mai se avevo ragione, ma, fino all’ultimo minuto, sono rimasto dell’idea che, avere Hillary alla Casa Bianca, avrebbe voluto dire guerra, molto probabilmente nucleare, con la Russia. Su Trump sono ancora indeciso, ma guardo al suo prossimo mandato con un cauto ottimismo e, anche se non bisognerebbe mai dire mai, ho la netta sensazione che con Trump alla Casa Bianca il rischio di una guerra con la Russia sia sceso ad un livello bassissimo e che, salvo qualche sbalorditiva provocazione o qualche disastro, una guerra fra Stati Uniti e Russia sia diventata ora estremamente improbabile. Grazie a Dio per la sua immensa misericordia verso di noi!
Dopodiché, oserei dire che la Russia ha giocato il suo ruolo nell’elezione di Trump. No, non hackerando le emails o reclutando Ron Paul (!!!) facendone un agente della propaganda russa, ma affrontando apertamente e con fermezza gli Stati Uniti su tutti i fronti, e facendo vedere che la Russia non si sarebbe inginocchiata di fronte all’Impero Anglo-Sionista. Come ho già scritto molte volte, la Russia si sta preparando per la guerra ormai da molti anni e, anche se i Russi avevano (e hanno tutt’ora) paura della guerra, sono anche preparati e desiderosi di combatterla, se saranno costretti a farlo. Nella sua ultima conferenza stampa [in inglese], Putin si è espressamente riferito alla volontà del popolo russo, definendola un elemento chiave della capacità russa di sconfiggere ogni aggressore, quando ha detto:
“Noi siamo più forti di ogni potenziale aggressore. Non ho problemi a ripeterlo. Ho anche detto perché siamo più forti. Questo ha a che fare sia con lo sforzo per ammodernare le forze armate russe che con la storia e la geografia della nostra nazione, e lo stato attuale della società russa.”
Ed ha assolutamente ragione. Certo, Hillary era probabilmente abbastanza stupida per cercare di imporre una no-fly zone sulla Siria, ma i 200 e più generali e ammiragli che hanno espresso il loro appoggio a Trump, hanno probabilmente capito la follia di una cosa del genere. Inoltre, pare che un certo numero di Americani siano favorevoli alla Russia ed allo stesso Putin. Sempre nella sua ultima conferenza stampa, Putin ne ha parlato e ha fatto alcuni commenti molto interessanti:
“Non credo che la simpatia per il Presidente russo, presente in una larga percentuale dei votanti repubblicani, sia un appoggio personale a me stesso, la considero piuttosto un’indicazione del fatto che una parte significativa del popolo americano condivide i nostri stessi punti di vista sull’organizzazione mondiale, su quello che dovremmo fare, sulle minacce comuni e sulle sfide che abbiamo di fronte. E’ un bene che ci siano popoli che approvano la nostra visione dei valori tradizionali, perché questo getta delle buone basi su cui costruire relazioni fra due nazioni così forti come sono Russia e Stati Uniti, costruendole sulla base del mutuo consenso dei popoli (…). Mi sembra che Reagan sarebbe felice di vedere la gente del suo partito vincere dappertutto, e darebbe il benvenuto alla vittoria del neo-presidente eletto, così bravo a capire il sentimento popolare, sentimento che ha poi seguito, senza deviare, fino in fondo, anche se nessuno, eccetto noi, credeva nella sua vittoria.”
Putin ne fa una questione di valori, valori comuni, fra il popolo russo e quello americano.
[Nota personale: per quello che vale, ho continuamente a che fare con Americani che sostengono Putin perché “difende i valori americani, contrariamente a quello che fanno quei figli di puttana di Washington”].
Ma come avrebbero fatto gli Americani a capire quali erano i valori per cui si battevano Putin e la Russia, se non fosse stato per gli sforzi incessanti dello stesso Putin e dei media alternativi per far conoscere questi valori alla gente comune? Io penso che denunciando APERTAMENTE la totale ipocrisia dell’Impero Anglo-Sionista e offrendo APERTAMENTE un modello di civiltà diverso, Putin e la Russia abbiano avuto un grosso impatto sull’opinione pubblica occidentale. In parole povere, la Russia ha segnato una vittoria ideologica sugli imperialisti anglo-sionisti. Si potrebbe anche dire che la politica russa di non arretrare di fronte all’Impero e di sfidarlo apertamente sui suoi fondamenti ideologici è stata la politica corretta e che probabilmente ha influenzato il risultato delle elezioni negli Stati Uniti.
NATO 4/5
La Russia ha sconfitto la NATO su due livelli: quello puramente militare e quello politico. A livello militare la Russia ha preso tutte le misure asimmetriche che aveva promesso, per impedire sia il dispiegamento dei sistemi anti-missile americani in Europa, che quello di una pericolosa forza militare nell’Est europeo: la Russia ha schierato i missili Iskander, ha raddoppiato la consistenza delle sue Forze Aviotrasportate, e ha dato inizio alla creazione di un’Armata Corazzata nei settori strategici occidentali (per saperne di più su come la Russia si sia preparata a combattere e a sconfiggere la NATO leggete “Come la Russia si sta preparando alla III Guerra Mondiale” [in italiano] e “Il suicidio dell’Europa da negazione della realtà” [in italiano]). A livello politico, ci sono pochi dubbi sul fatto che tutti i leaders europei che erano favorevoli ad un confronto con la Russia siano ora impopolari e in crisi politica, eccetto, forse, la Merkel; ma la Germania, da sola, non può fare nulla di significativo (almeno un effetto collaterale “positivo”, per così dire, dell’integrazione europea). L’elezione di Trump ha poi diffuso il panico in tutta la NATO, specialmente in quelle nazioni che si erano prostituite all’Impero con particolare zelo ed entusiasmo (la Polonia, i tre Stati Baltici, la Svezia, la Danimarca, l’Olanda e i nostri “fratelli ortodossi” in Romania e Bulgaria). Non ce lo vedo Trump che scarica la NATO, ci sarebbe troppa opposizione ad una cosa del genere, ma, con Trump alla Casa Bianca, le stupidaggini sull’“orso russo che sta per invadere la Lettonia o la Polonia”, alla fine cadranno tutte, e quei poveracci dell’Est europeo capiranno finalmente che né alla Russia, né tantomeno agli Stati Uniti, importa un fico secco di loro. Trump darà probabilmente un giro di vite finanziario alla NATO e obbligherà gli stati membri ad acquistare ancora più materiale americano, ma questa sarà un’operazione esclusivamente finanziaria, e non un tentativo di circondare la Russia con forze militari. L’obbiettivo ultimo della Russia, la sostituzione della NATO con un accordo comune di difesa che comprenda tutta l’Europa, dal Portogallo agli Urali, non è stato raggiunto, ma l’elezione di Trump è un grosso passo nella giusta direzione.
Unione Europea 5/5
I poveri “UEani(la mia personale definizione per quegli zombi europei che avevano creduto nell’Unione Europea di Bilderberg), adesso sono, per dirla in modo carino, completamente “fritti”. Non solo gli Inglesi hanno sfidato l’Impero ed hanno votato per il Brexit, ma ora la stessa Patria Imperiale li ha “pugnalati alle spalle”, eleggendo un patriota che non ha nessun interesse a tenere in piedi un impero planetario (o, almeno questo è ciò che dice attualmente). Allo stesso tempo, la cosiddetta “crisi dei rifugiati” sta portando diverse importanti nazioni europee sull’orlo della guerra civile (la Francia, per esempio), mentre tutti gli sforzi delle elites per incolpare la Russia anche di questo sono falliti miseramente. Guardate solo questo ridicolo articolo sul Sun inglese, dove si accusa la Russia di, e non sto scherzando, “organizzare assalti a sfondo sessuale in Germania”!! [in inglese]. Vero, avevamo già avuto i “Cetnici serbi che usavano lo stupro come arma per la pulizia etnica” e Gheddafi che “dava il Viagra ai suoi soldati affinché stuprassero le rappresentanti dell’opposizione”, ma Putin che ordina ai rifugiati di violentare le donne tedesche è veramente il meglio, per così dire. E, se per caso in Germania succedesse l’impensabile, i Tedeschi sono già stati avvisati che gli hackers russi potrebbero cambiare il risultato elettorale in Germania. Sarebbe ridicolo, se non fosse così profondamente disgustoso. La verità è questa: l’intero progetto politico europeo è in completa bancarotta morale, tutti gli stati membri dell’Unione Europea sono in questo momento in una profonda crisi politica e le cosiddette “elites” si stanno arrabattando per trovare una risposta a quello che sembra essere il crollo inevitabile dell’ordine europeo in tutto il continente. Gli eserciti europei sono una barzelletta, tutti quanti, e quando, per dire, gli Svedesi vanno “a caccia di un sommergibile russo”, finiscono sempre per mettersi in imbarazzo da soli. Se ci fossero degli extraterrestri che ci osservano dallo spazio, l’Unione Europea sarebbe senza dubbio il loro zimbello. Per quanto riguarda poi i Russi, ben lungi dal temere gli Europei, non li prendono neanche molto seriamente, e li guardano con pietà o con risentimento per la loro, apparentemente infinita, mancanza di dignità e di spina dorsale. Certamente, appena nelle varie nazioni europee torneranno al potere dei leaders sani di mente, la Russia sarà più che felice di instaurare relazioni commerciali con l’Unione Europea, di inviare e ricevere turisti e, in generale, di avere buone relazioni. Ma, dopo più di tre secoli di sforzi per imitare passivamente gli Europei e per essere accettati da loro, i Russi hanno finalmente perso tutto l’interesse ad emulare l’Europa, almeno in senso culturale o politico. Naturalmente, ai Russi continueranno a piacere le macchine tedesche, i vini francesi e la musica italiana, ma il mito della superiorità culturale europea è veramente morto. Finalmente!
Economia russa 3/5
I principali fattori esterni che hanno influenzato l’economia russa sono state le sanzioni occidentali, il successivo calo degli investimenti e del credito e, in modo particolare, il basso prezzo del petrolio. Quasi esattamente come aveva previsto Putin, alla Russia ci sono voluti due anni per superare gli effetti combinati di tutti questi fattori, e non lo dico io o un portavoce del Cremlino, ma l’FMI (vedere qui [in inglese]). Ciò che è importante non è un numero piuttosto di un altro del PIL o della percentuale di inflazione, ma il fatto che tutti gli indicatori-chiave dell’economia russa indicano una ripresa graduale e buone prospettive per la crescita. Personalmente credo che la politica del “blocco economico” voluta dal governo Medvedev abbia reso gli effetti della crisi ancora più gravi di quello che avrebbero dovuto essere, ma devo ammettere che, nonostante i grossi errori commessi dal governo, l’economia russa si sta riprendendo. Se dovessi dare un punteggio ai risultati della politica governativa russa, darei al massimo un 2/5, ma, dal momento che quello che sto prendendo in considerazione è lo stato dell’economia, devo assegnare un molto più obbiettivo 3/5. Penso solo che sarebbe stato possibile anche un 5/5. Una piccola puntualizzazione: qualcuno ha alzato un gran polverone sulla prevista riduzione del budget della difesa russo, ma quello che sfugge ai più è che questa riduzione viene compensata dalla spesa degli ultimi due anni, e che il programma della difesa russa, fino al 2020, non ne viene assolutamente influenzato e in nessun modo ridotto. In altre parole, l’esercito russo può permettersi di spendere meno per un paio d’anni, senza che ci siano tagli ai programmi della difesa programmati fino al 2020.
Opinione pubblica russa 4/5
Nonostante il controllo ancora saldo che i “cultori del FMI” facenti parte del governo russo hanno sulle decisioni economiche importanti, in Russia ci sono alcuni segnali di come le cose stiano andando meglio e di come il pubblico russo veda finalmente rotolare qualche tanto agognata testa: mi sto riferendo, è ovvio, all’arresto del Ministro per lo Sviluppo Economico della Federazione Russa, Alexei Uliukaev. Naturalmente, la lista dei candidati da terminare e da arrestare è molto più lunga (vedere qui [in italiano]), ma Uliukaev era sicuramente uno dei membri più influenti e pericolosi degli Integrazionisti Atlantici, e la reazione isterica della stampa liberale russa mostra chiaramente quanto doloroso sia stato il suo arresto per la 5° colonna russa. Fino ad ora, l’incarcerazione di Uliukaev non è stata seguita da altre “terminazioni” o da altri arresti, ma è anche possibile che Putin abbia fatto con Uliukaev quello che aveva già fatto con Berezovsky: colpire il “pezzo grosso” e costringere in questo modo il resto della banda a collaborare e ad abbandonare ogni speranza di poter avere la meglio su di lui. Solo il tempo dirà se il licenziamento e l’arresto di Uliukaev basteranno finalmente a ri-sovranizzare la Russia, ma è di certo un inizio molto buono.
Russofobi russi 4/5
Suona strano, vero? “Russofobi russi”. Mi ricorda gli “Ebrei che odiano sé stessi”. E certo, questi esistono, almeno di nome. Dico almeno di nome, perché essere russo non ha mai significato parlare russo o vivere in Russia, e non ha mai avuto nulla a che fare con un’ipotetica “etnia russa” (che in realtà non esiste). Una definizione di che cosa vuol dire essere russi è stata data dal filosofo Vasilii Rozanov, che ha scritto nel 1913 le seguenti, profetiche parole: “Amare una grande e felice Madrepatria in verità non è granché. Dobbiamo amarla quando è debole, piccola, umiliata, infine stupida e magari anche piena di vizi. E’ quando nostra madre è “ubriaca”, prostrata e tutta presa dai suoi peccati, che noi non dobbiamo allontanarci da lei. Ma anche questo non è abbastanza, quando alla fine muore, divorata dagli Ebrei, e quando di lei resteranno solo le ossa, sarà un vero “russo” chi piangerà sopra il suo inutile scheletro, abbandonato da tutti. Egli sarà veramente…”. Non c’è bisogno di dire che Rozanov è odiato dai “liberali ” russi. Contrariamente a Rozanov, questi russofobi “liberali” russi gioiscono ad ogni fallimento russo e riescono a stento a trattenere la gioia quando qualche tragedia si abbatte sul popolo russo, che odiano e disprezzano perché sostiene un “tiranno” come Putin, invece di parteggiare per loro, che si auto-considerano “l’elite intellettuale” della Russia.
Quando Putin aveva preso il potere, questi russofobi esponenti della 5° colonna erano praticamente dappertutto, perché provenivano da famiglie che facevano parte dell’elite sovietica e, fin dagli infami anni ’90, avevano letteralmente assunto il controllo di tutte le leve del potere in Russia, dai mass media fino al Cremlino. Per prima cosa, Putin si era liberato degli oligarchi, specialmente dei “Sette Banchieri” [in inglese], poi li aveva gradualmente estromessi dai mezzi di informazione (e qui è stato quando i loro colleghi e protettori in Occidente avevano iniziato a parlare della mancanza di una stampa libera in Russia). Dopodiché ha iniziato il lento e decisamente pericoloso processo della loro estromissione, uno alla volta, dall’interno stesso del governo russo, Cremlino compreso. Ma il maggior successo di Putin quest’anno è stato la sua ben riuscita campagna per la delegittimazione della 5° colonna. Non lo ha fatto con un “giro di vite” nei loro confronti, e neanche ha fatto assassinare dei giornalisti o degli esponenti dell’opposizione, e non ha neanche riempito il “nuovo Gulag russo” con migliaia di dissidenti liberali. Lui (e per ”lui” intendo non solo lo stesso Putin, ma anche i suoi sostenitori) ha fatto esattamente l’opposto: ha dato loro una piattaforma (mediatica) e ha fatto in modo che il loro punto di vista venisse pubblicizzato, praticamente tutti i giorni. Chi fosse interessato, può leggere la mia analisi “Contropropaganda in stile russo” [in italiano]. Questo è stato un colpo di genio: invece di mettere a tacere i russofobi, Putin ha dato loro uno spazio mediatico assolutamente sproporzionato (tenete a mente che meno del 5% della popolazione russa sostiene questi fenomeni da baraccone) e ha lasciato che si impiccassero da soli, dal momento che avevano torto praticamente su tutto: sulla Crimea, sull’Ucraina, sull’economia, sui diritti sociali e civili, sulla corruzione, sui cosiddetti “diritti dei gay”, sulla NATO, sull’Unione Europea, sulla Clinton (ne erano innamorati), su Trump (lo odiano), sul terrorismo e sulla Siria. Come risultato, questi Come risultato, durante le recenti elezioni [della Duma] abbiamo avuto la stupefacente visione“liberali” (nel senso russo della parola), sono ora universalmente considerati traditori, russofobi, snob, razzisti, esponenti della 5° colonna, fantocci della CIA, ecc. Sono odiati e assolutamente disperati.  dei “liberali” russi, ebrei compresi, che si alleavano ai nazisti [in inglese] e organizzavano manifestazioni congiunte contro Putin [in inglese]. Non c’è bisogno di dire che questo è servito solo a screditarli ulteriormente.
In Russia, di esponenti della 5° colonna ce n’è ancora in abbondanza, ma tengono un profilo veramente basso, sperando in tempi migliori e cercando di rimanere lontani dall’opinione pubblica il più a lungo possibile. Il centro di potere più importante ancora nelle loro mani è la Banca Centrale Russa e il “blocco economico” del governo Medvedev, ma, da quando Kudrin e Uliukaev sono stati sbattuti fuori, tutti gli altri sono diventati molto cauti nelle loro azioni e nelle loro dichiarazioni.
Complessivamente, il 2016 è stato un anno assolutamente catastrofico per la 5° colonna russofoba, che ora è allo sbando totale e che sembra non avere alcun futuro di sorta.
Siria 5/5
Il successo russo in Siria è assolutamente stupefacente. Non solo un contingente militare russo estremamente piccolo è stato in grado di ribaltare le sorti della guerra, ma è riuscito a tenere una posizione praticamente indifendibile abbastanza a lungo, fino a dissuadere la Turchia, l’Arabia Saudita, gli Stati del Golfo e gli Stati Uniti dall’attaccare apertamente le forze governative siriane. I Russi ci sono riusciti nonostante numerose, orribili e sanguinose provocazioni e nonostante il fatto di aver dovuto operare in un ambiente estremamente ostile (la regione “appartiene” alla NATO e al CENTCOM). Uno dei successi più incredibili è stato il modo in cui i Russi sono riusciti a salvare in extremis Erdogan da un colpo di Stato organizzato dagli Stati Uniti, e a convincerlo a collaborare con la Russia e l’Iran per risolvere la crisi siriana. La liberazione di Aleppo non avrebbe potuto avvenire se la Turchia avesse continuato a sostenere a tutti i costi Al-Nusra & Compagni. Come minimo, ci sarebbe voluto molto più tempo. Alla fine del 2016 i Russi dominano il Mar Nero, controllano, almeno per ora, il Mediterraneo Orientale, e stanno collaborando con le tre maggiori potenze in campo: con la Siria, ovviamente, ma anche con l’Iran e la Turchia. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, sembra che abbiano perso l’intera regione, e il loro unico “successo”, per così dire, è stato quello di inimicarsi sia gli Israeliani che i Sauditi. Il presidente eletto Trump ha poi fatto chiaramente capire che la sua priorità numero uno sarà smantellare Daesh & Compagni, che è esattamente ciò che vogliono anche Russia, Iran e Siria. Se Trump riuscirà davvero a mettere quei pazzi dei Neoconservatori nel posto che si meritano, in uno scantinato insieme agli scarafaggi, potremmo vedere qualcosa di abbastanza stupefacente: un’azione comune russo-americana per distruggere il Daesh. Il grosso problema, in questo caso, sarà però la assolutamente controproducente, e francamente idiota, retorica anti-iraniana della campagna presidenziale di Trump. In ogni caso, attorno a Trump ci sono abbastanza teste pensanti per fargli capire che nella regione non può succedere nulla senza l’approvazione dell’Iran, e che Stati Uniti ed Iran non devono per forza amarsi alla follia per accordarsi su un obbiettivo comune. A me Trump sembra molto più un realista che un ideologo. Speriamo che impari a separare la retorica che serve ad ammansire l’AIPAC dalla politica estera seria (il fallimento totale dell’amministrazione Obama dovrebbe avergli insegnato la lezione).
Quello che è certo è che la Russia in Siria sta dettando le regole del gioco e che, senza l’aiuto degli Stati Uniti e della Turchia, il Daesh si trova ora di fronte ad una crisi esistenziale. Naturalmente, la situazione rimane fluida, complicata e pericolosa. E non escluderei neanche la possibilità che gli Stati Uniti o la Turchia facciano un’altra inversione di marcia e riprendano a sostenere il Daesh. Il fattore curdo, la politica di Israele e l’insita imprevedibilità di Erdogan fanno chiaramente capire che la crisi siriana continuerà ancora nel 2017. Credo comunque che la furia demenziale dei Neoconservatori abbia raggiunto l’apice e che le cose, da ora in poi, dovrebbero iniziare a migliorare. La Russia da sola non avrebbe semplicemente potuto salvare la Siria, eppure sembra che abbia fatto esattamente questo.
Isteria russofoba in Occidente 3/5
Non era assolutamente possibile che gli Anglo-Sionisti venissero sconfitti su tutti i fronti senza che si mettessero a gridare “oy vey!” a squarciagola, e questo è esattamente quello che hanno fatto. Per tutto l’anno. Le loro affermazioni hanno spaziato dalla Russia che intendeva invadere la Lettonia agli hakers russi che hanno interferito nelle elezioni americane. E, per fare in modo che non ci fossero dubbi di sorta sull’identità di questi hackers, gli Anglo-Sionisti ci hanno detto che questi hackers si fanno chiamare “orsetto” e “orsacchiotto”, che hanno usato lo pseudonimo “Felix Edmundovich” (nome di battesimo e patronimico di Felix Derzhinskii, il fondatore dei servizi segreti sovietici) e che lavoravano durante le ore d’ufficio di Mosca e si riposavano durante le festività russe. Come minimo, potreste pensare che questo genere di stupidaggini sia stato concepito in un centro di igiene mentale o in una scuola materna, eccovi comunque il link all’articolo del New York Times [in inglese], dove si citano gli “esperti alla sicurezza”. Stupefacente, vero? Ma poi, quando vedo che i Neoconservatori definiscono seriamente Ron Paul un agente russo, allora capisco che non c’è nulla, per quanto stupido possa essere, che questa gente non oserebbe dire. Chutzpah in piena azione, credo. E, anche se la zona a sinistra nella Curva di Bell sembra abbia ben recepito il messaggio, c’è una parte in continua crescita della popolazione che si rende conto di quanto siano stupide queste accuse.
[Nota personale: anche se sono sicuro che ci siano parecchi Americani convinti che i Russi sono un pericoloso nemico per gli Stati Uniti, di questi Americani, fino ad ora, non ne ho incontrato neanche uno. Nella mia attività quotidiana non vedo *nessuna* ostilità nei confronti dei Russi, anche quando parlo tranquillamente in russo con la mia famiglia nei negozi o nei ristoranti o quando dico di essere russo. Magari questo succede perché sono in Florida e non a New York, ma devo ancora vedere un singolo esempio di ostilità verso i Russi].
Il trattamento subito dalla Russia da parte della WADA, controllata dall’Occidente, ai Giochi Olimpici di Rio è stato, nel complesso, un oltraggio totale, una farsa e un atto criminoso. E, buona parte della colpa, per aver permesso che un’organizzazione mondiale così importante passasse in maniera così massiccia sotto il controllo dell’Occidente, ricade sulla Russia. C’è però anche da dire che gli Stati Uniti non sono riusciti a far bandire completamente la Russia dai Giochi di Rio, e che gli hackers russi (certo, esistono) hanno scoperto fatti inoppugnabili che discreditano la WADA e tutto il sistema che sta dietro ad essa. Li chiamerei i “dolori della crescita” dello sport russo post-sovietico. La Russia deve ora “fare le pulizie di casa” nei veri casi di doping e, allo stesso tempo, cercare di togliere all’Occidente il controllo delle organizzazioni internazionali importanti. Certamente un compito duro, ma la Russia, in questa lotta (e in molte altre) ha un alleato estremamente potente: la Cina. Tutto sommato però, la parziale esclusione (dai Giochi Olimpici) e la successiva campagna anti-russa sono state un occhio nero per la Russia.
Nel caso dell’Europa, la russofobia è sempre stata un fenomeno tipico del Nord Europa. Le nazioni mediterranee sono state costrette ad imporre le sanzioni dalle forti pressioni provenienti dal nord. Sembra che la Francia verrà presto governata dall’uno o dall’altro dei partiti formalmente filo-russi in gara per la presidenza. Il Brexit ha tolto di mezzo la nazione probabilmente più anti-russa di tutta l’Unione Europea, ed ora Germania e Polonia sono più o meno sole nel cercare disperatamente di rivitalizzare il fronte anti-russo. Il loro problema è che sono entrambe anche servili colonie americane e che, anche se pensano di essere i futuri difensori della civiltà occidentale dalle orde mongole revansciste provenienti dall’est, la realtà è che faranno esattamente quello che lo Zio Sam dirà loro di fare.
D’ora in poi, l’unico bastione di vera, rabbiosa russofobia si potrà trovare in quei settori della società che sono stati maggiormente “sionizzati”: i media, i cosiddetti “intellettuali”, i “liberali interventisti” e tutte le altre “tribù di minoranze” che hanno il dente avvelenato con la Russia a causa del diverso modello di civiltà che essa rappresenta (genitori di sesso diverso, religione, patriottismo – ma non nazionalismo! -, ecc.). Questi continueranno a versare un fiume di fango sulla Russia in generale, e su Putin in particolare. Putin non sarà comunque il loro unico bersaglio, e a Donald Trump toccherà tutto quello che avanza dell’odio destinato a Putin. Francamente, prendersela allo stesso tempo con Putin E con Trump è una cosa inutile e forse anche rischiosa, indipendentemente da chi possiate essere nel “jet set” anglo-sionista, sopratutto se avete poco seguito presso la gente comune, che avete regolarmente insultato, svilito e trascurato.
Le cose potrebbero mettersi male, proprio davanti ai nostri occhi, per tutti quelli che hanno fatto la parte del leone nella propaganda dell’odio in Occidente: queste persone potrebbero finalmente arrivare a raccogliere quello che hanno seminato e diventare loro stessi oggetto di odio.
Terrorismo 4/5
Quest’anno è stato duro per la Russia. In un recente commento anonimo postato su questo blog [in inglese] c’è un elenco abbastanza corretto degli eventi in cui hanno perso la vita dei Russi nel corso di quest’anno, compreso l’attentato all’aereo civile russo sull’Egitto, l’abbattimento del SU-24 con il coinvolgimento degli AWACS americani, l’uccisione dei medici russi in un bombardamento di precisione, l’assassinio dell’ambasciatore russo e la perdita del Coro dell’Armata Rossa (le ultime notizie dalla Russia parlerebbero però di un malfunzionamento dei flaps alari, non di un attacco terroristico). A questa lista aggiungerei i comandanti assassinati nel Donbass. Queste sono tantissime vittime russe innocenti. Ma, in confronto ai morti innocenti siriani o turchi, questo numero è relativamente piccolo. E’ decisamente piccolo se lo confrontiamo poi a quel genere di orrori di massa che i Wahabiti erano riusciti ad organizzare in Cecenia. Ricordiamoci che la Russia è una nazione in guerra con il terrorismo di stato transnazionale, e che molti milioni di dollari di “aiuti” arrivano alle varie organizzazioni naziste e wahabite che hanno come unico obbiettivo quello uccidere dei Russi. Vorrei poter dire “fin qui tutto bene”, ma non posso farlo perché credo che la Russia non sia ancora pronta ad affrontare quel genere di terrorismo che, molto probabilmente, la colpirà l’anno venturo. C’è un bersaglio molto ben definito che in questo momento è completamente indifeso e che i terroristi possono colpire con la quasi certezza dell’impunità: le chiese russo-ortodosse al di fuori della Russia.
I Russi devono riesaminare quel tipo di campagna terroristica che i Palestinesi avevano portato avanti contro Israele negli anni ’70, quando avevano attaccato non solo i centri culturali israeliani, ma anche gli asili infantili, le scuole e le sinagoghe ebraiche. Le chiese russo-ortodosse si trovano ora a dover affrontare la stessa minaccia, attentati dinamitardi e sequestri di ostaggi compresi. Essendo uno che ha frequentato chiese russo-ortodosse per tutta la vita e dappertutto, so che i potenziali bersagli si contano a centinaia e che sono tutti completamente sguarniti.
L’esempio israeliano in questo caso è importantissimo, perché gli Israeliani si erano subito resi conto che, semplicemente, non potevano contare, per la loro protezione, sulle forze di polizia locali. Questo è il motivo per cui avevano messo in piedi diverse organizzazioni, collegate direttamente ad una sinagoga o ad una scuola, gestite da volontari, in grado di fare parecchie cose, tutte utili e perfettamente legali, per proteggere degli obbiettivi ebraici/israeliti, come, per esempio, occupare tutti i parcheggi attorno ad una sinagoga 48 ore prima di ogni festività religiosa, per essere sicuri che nessuna auto-bomba potesse essere piazzata vicino alla sinagoga stessa. Ci sono un sacco di cose che un gruppo ben preparato di volontari può fare per proteggere un obbiettivo civile scoperto. Possono fare anche meglio lavorando in tandem con la polizia locale e con gli specialisti delle ambasciate. I Russi hanno urgentemente bisogno di studiare l’esperienza israeliana per poter gestire quel genere di minaccia che si troveranno presto a dover affrontare. Ricordate che anche i Palestinesi avevano incominciato attaccando diplomatici, rappresentanti ufficiali ed aerei, ma, appena questi bersagli erano diventati troppo “protetti”, erano passati agli asili, alle scuole ed alle sinagoghe.
Credo che all’interno della Russia l’FSB abbia un buon controllo della situazione. Al di fuori della Russia, però, il personale specializzato che si dedica esclusivamente alla sicurezza è dolorosamente scarso e deve essere notevolmente incrementato. Durante il periodo sovietico, ben pochi governi osavano attaccare apertamente obbiettivi sovietici, la tremenda (e anche molto esagerata!) reputazione del KGB probabilmente aiutava, mentre, durante gli anni di Eltsin, non c’era proprio nessun bisogno di attaccare la Russia, dal momento che stava crollando dal di dentro. Ma ora che la Russia è molto forte internamente e che il personale militare russo è difficile da colpire, i diplomatici, i bambini e il clero saranno probabilmente i prossimi bersagli dei Wahabiti.
La buona notizia qui è che Sovietici e Russi hanno combattuto contro i Wahabiti fin dagli anni ’70, e sanno benissimo che non esiste un terrorismo che non sia sponsorizzato da qualche stato. I Russi sanno da dove arrivano i soldi, l’addestramento e le armi e si rendono conto che il terrorismo si può sconfiggere solo con un forte controspionaggio e con operazioni di intelligence, sopratutto di intelligence umana. La sezione per il controspionaggio estero del KGB, PGU o Primo Direttorato Principale, aveva la fama (molto ben meritata) di riuscire ad infiltrare agenti praticamente dappertutto, compresi i massimi livelli della CIA e dell’NSA, perciò possiamo essere sicuri che l’SVR stia oggi lentamente ricostruendo le suo opportunità all’estero, sopratutto nelle nazioni che sostengono il terrorismo wahabita. Il modo in cui i servizi speciali russi hanno salvato Erdogan, ribaltando completamente la situazione in Turchia, uno dei peggiori sponsor del terrorismo wahabita, è già un enorme successo. Dio volendo, i prossimi saranno i Sauditi.
Conclusione
In parole povere, il 2016 è stato un anno fantastico per la Russia. La politica di Putin, fatta di mosse e contromosse, lente, di basso profilo e ponderate, ha dimostrato di essere estremamente efficace. Anche se ad alcuni patriottardi potrà essere sembrato che Putin sia stato passivo e non abbia fatto nulla, i risultati di quest’anno sono stati, per Putin, una vittoria su tutti i fronti, compresi quelli più pericolosi e più difficili. Ricordate tutte quelle stupidaggini che scrivevano gli antiputiniani, tipo “Putin sta svendendo il Donbass”, “Putin è incapace di rispondere all’abbattimento turco del SU-24”, “Putin sta disarmando la Siria” o “Putin sta tradendo Assad”? Sono anni che questi patriottardi prevedono sciagure e sventure e tutte le volte si è visto che avevano torto. E’ bastato questo a farli stare zitti? In qualche modo. Noto che la maggior parte dei blog di quelli secondo cui “Putin sta svendendo il Donbass” stanno pubblicando molto poco e, quando lo fanno, è sopratutto materiale non correlato alle loro precedenti campagne diffamatorie contro Putin. Lo stesso vale per i commentatori Ukronazi sui post che permettono di commentare: sembra che abbiano gettato la spugna e abbiano rinunciato a convincere il mondo su quanto sia democratica la giunta di Kiev, sulle centinaia di carri armati russi a Donetsk, e su come l’Ucraina entrerà nella comunità Europea e diventerà come le Germania da un giorno all’altro. Le uniche che continuano con la loro campagna diffamatoria contro Putin sono le prostitute della stampa occidentale, ma lo fanno per il salario e per il posto di lavoro. In ogni caso, è comunque tutto quello che sanno fare. Ma, tutto sommato, c’è una diffusa mancanza di energia e di entusiasmo fra i ranghi dei diffamatori della Russia, e vedere questo, per me è una vera gioia.
Il 2017 potrebbe essere per il mondo un anno meraviglioso, oppure una grossa delusione. Al momento, questo dipende sopratutto da quello che farà Trump dopo che avrà assunto i poteri ufficiali. Per me, il fatto più importante rimane che, con Hillary alla Casa Bianca, il nostro pianeta avrebbe rischiato una grossa guerra termonucleare. Non c’è più nessuna ragione per pensare che una cosa del genere stia per accadere. Per quanto riguarda l’elenco delle cose buone che *potrebbero* avvenire nel 2017, se Trump farà le cose giuste per la sua nazione, questo sarà l’oggetto di un’analisi futura.