giovedì 21 gennaio 2021

Cuneo, acquisite le mail di Renzi sr. - Marco Grasso

 

Laura Bovoli imputata. La madre di matteo accusata di bancarotta. Ieri l’udienza.

Il Tribunale di Cuneo ha acquisito alcuni scambi di email che collegano i genitori di Matteo Renzi alla Direkta srl, impresa al centro di un crac da quasi 2 milioni di euro. Direkta per diversi anni è stata subappaltante della Eventi 6, amministrata da Laura Bovoli, madre dell’ex premier, indagata per concorso in bancarotta fraudolenta. La corrispondenza è stata trasmessa alla Procura di Firenze, che indaga su altri fallimenti di aziende satellite dei Renzi. Il processo di Cuneo è entrato nel vivo e ieri i giudici hanno sentito alcuni testimoni ritenuti centrali: Mirko Provenzano, ex amministratore della Direkta, e la compagna Erika Conterno, entrambi già condannati e sentiti come testimoni assistiti. Al centro dell’attenzione dei giudici ci sono fatture che mostrano come le campagne pubblicitarie affidate alla Direkta, fossero “gonfiate”: “Fino al 70%” dei volantini stampati – ammette Provenzano – finivano al macero”. La sua azienda, in altre parole, “veniva pagata per 100, ma distribuiva 30”. Pratiche che, dice, erano “note ai clienti” (tra quelli citati Ipercoop Liguria). Sul perché accettassero tale pratica, l’imprenditore invita a chiedere altrove: “A questo non so rispondere”.

Dalla mancata distribuzione c’era ancora modo di ricavare qualcosa. “I soldi ottenuti dalla vendita al macero – domanda il pm Pier Attilio Spea – che fine facevano?”. La versione di Provenzano è che quel denaro veniva incamerato da Direkta. È a questo punto che il magistrato produce la corrispondenza: “Io ho mail che dicono il contrario”. La prima è datata 28 agosto 2013 e firmata da Bovoli: “Ti ricordo che questo è il quarto bilico di carta e non ci è stato riconosciuto ancora nulla”. In quello stesso periodo le fatture certificano carta consegnata al macero lombardo gestito dalla Maresca srl. Direkta (il cui fallimento è rappresentato dall’avvocato Vittorio Sommacal) versa già in grave condizioni, non riesce più a pagare le cooperative che distribuiscono i volantini che a loro volta salteranno in aria. L’11 settembre Erika Conterno propone ai Renzi di mettersi in diretto contatto con la Maresca srl. Le risponde Tiziano Renzi: “Per la carta preferiamo non apparire, per quanto riguarda il passato. Per il futuro, se non ritenete di continuare, provvederemo in altra maniera”.

Laura Bovoli è imputata per quello che agli occhi dell’accusa è un “favore” che al momento non trova spiegazione: su richiesta di Provenzano avrebbe modificato a posteriori le note di accompagnamento di alcune fatture, 80mila euro, trasformando costi concordati in penali per lavori svolti male. Una contestazione che avrebbe consentito a sua volta a Provenzano di ribaltare le accuse sulle cooperative. Il 3 febbraio saranno sentiti gli imputati. Laura Bovoli ha già fatto sapere che non ci sarà.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/21/cuneo-acquisite-le-mail-di-renzi-sr/6073174/#

‘Ndrangheta, maxi operazione: 48 arresti. Indagato anche il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa: perquisita la sua casa a Roma. - Lucio Musolino


L'operazione, denominata 'Basso profilo', è coordinata dalla Procura Distrettuale di Catanzaro. Impiegati oltre 370 agenti tra polizia, carabinieri e militari. Oltre alle misure cautelari, la procura ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni dopo aver accertato movimentazioni illecite per oltre 300 milioni di euro. Il politico: "Estraneo ai fatti, mi dimetto da segretario di partito".

Una maxi operazione contro la ‘ndrangheta su tutto il territorio nazionale, coordinata dalla Procura distrettuale di Catanzaro, è in corso dalle prime luci dell’alba. In arresto 48 persone tra boss mafiosi, imprenditori e funzionari pubblici. Numerose misure di custodie cautelari sono state disposte nei confronti dei maggiori esponenti delle ‘ndrine più importanti di CrotoneIsola Capo Rizzuto e Cutro, tra cui ‘Bonaventura’ ‘Aracri’, ‘Arena’ e ‘Grande Aracri’. L’operazione, denominata ‘Basso profilo’, vede impegnati 370 uomini e donne delle forze dell’ordine: 200 militari della Direzione Investigativa Antimafia (Dia) e 170 tra polizia, carabinieri e guardia di finanza, più il supporto di quattro unità cinofile e un elicottero.

Nell’inchiesta è indagato anche Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc. La casa romana del politico è stata perquisita. “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017. Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”, dice Cesa. L’assessore regionale al Bilancio, Francesco Talarico, segretario regionale dell’Udc, è invece ai domiciliari.

Tra gli arrestati ci sono anche imprenditori di spessore e funzionari della pubblica amministrazione accusati di essere collusi con le organizzazioni criminali. Oltre alle misure cautelari, la Procura di Catanzaro ha disposto l’esecuzione di numerosi sequestri di beni costituiti da compendi aziendali, immobili, automobili, conti correnti bancari e postali. Nel corso delle indagini è stata anche accertata la movimentazione illecita di denaro per un valore di oltre 300 milioni di euro. Maggiori dettagli sull’operazione saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà nella tarda mattinata di oggi presso la sede della Corte d’Appello, a cui parteciperanno il procuratore capo Nicola Gratteri, e il direttore della Dia, Maurizio Vallone.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/21/ndrangheta-maxi-operazione-48-arresti-indagato-anche-il-segretario-delludc-lorenzo-cesa-perquisita-la-sua-casa-a-roma/6073249/

Bergamo e Brescia prime in Europa per morti da smog.

 

Studio su polveri sottili, nella top ten anche Vicenza e Saronno.

Brescia e Bergamo hanno il tasso di mortalità da particolato fine (PM2.5) più alto in Europa. Nella top ten anche Vicenza (al quarto posto) e Saronno (all'ottavo). E' il risultato di uno studio condotto da ricercatori dell'Università di Utrecht, del Global Health Institute di Barcellona e del Tropical and Public Health Institute svizzero, pubblicato su The Lancet Planetary Health e finanziato dal ministero per l'innovazione spagnolo e dal Global Health Institute.

Lo studio analizza anche la mortalità da biossido di azoto (NO2), con Madrid la città con maggior numero di decessi in Europa, e Torino e Milano rispettivamente al terzo e quinto posto.

I risultati mostrano che 51mila morti premature da PM2,5 e 900 da NO2 potrebbero essere evitate ogni anno, se le città prese in esame riducessero i livelli dei due inquinanti raccomandati dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms). I dati per ogni città sono consultabili sul sito www.isglobalranking.org. Applicando le linee guida Oms sul PM2,5 a Brescia potrebbero essere evitati 232 morti l'anno e a Bergamo 137. Facendo lo stesso con l'NO2 a Torino, ci sarebbero 34 decessi in meno, e a Milano 103. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/01/20/bergamo-e-brescia-prime-in-europa-per-morti-da-smog-_e39b8b60-98e2-4f23-a1f0-b98c6148d79e.html

Ho visto cose… - Marco Travaglio

 

Quelli che “Renzi guarda al Pd: magari si convincono a scaricare Conte” (Corriere) e invece il Pd scarica lui.

Quelli che arriva il governo Draghi, anzi Cottarelli, anzi Cartabia, anzi Franceschini, anzi Di Maio, anzi Guerini (tutti i giornali) e invece niente, un’altra volta.

Quelli che invocano costruttori (Conte e i giallorosa) e si ritrovano in casa i muratori.

Quelli che “il governo di scopo anche col centrodestra”, anzi “di unità nazionale” (Francesco Verderami, Corriere), e vabbè.

Quelli che “un governo di scopo con un altro premier” (Pisapippa) e nessuno se li fila.

Quelli che “Rosato e Boschi ministri”, “Boschi alla Difesa” (Corriere), “Boschi, rientro quasi certo” (Messaggero) e ne avessero azzeccata una.

Quelli che “Giuseppi si illude di restare, ma lo scontro è su di lui” (Minzolingua), “Sul Conte sventola bandiera bianca” (Verità), “Conte fa testamento”, “Conte al capolinea”, “Ciaone Conte” (Giornale), e ciaone a loro.

Quelli che “La triade Conte-Casalino-Travaglio l’ha presa in quel posto. Mattarella e il Pd hanno abbandonato Conte” (Dagospia) e certo, come no.

Quelli che “Salvini sicuro: in arrivo altri senatori dal M5S” (Repubblica) e non ne arriva mezzo.

Quelli che “La crisi può aiutare Renzi a tentar la scalata alla Nato” (Domani) e appunto. Domani.

Quelli che “Renzi indica problemi veri” con “critiche inappuntabili” (Domani) e appunto, Domani.

Quelli che “ricucire con Renzi” (Fabrizio Cicchitto fu Licio) e “recuperare Renzi” (Piercasinando) e invece niente sarte e niente Muccioli.

Quelli che “Renzi: io rischio l’osso del collo, bisogna stare compatti come una falange” (Corriere) e poi glielo spiega Nencini il concetto di falange.

Quelli che, con l’aria di chi dice una cosa originalissima, “se sommassimo gli astenuti ai contrari sarebbero più dei favorevoli” (rag. Claudio Cerasa) e se poi sommassimo pure gli abitanti di Tor Tre Teste e tre quarti della palazzina sua, sarebbe proprio una débâcle.

Quelli che “non abbiamo un Recovery Plan e gli altri hanno già fatto i bandi” (Alessandro De Angelis) a un allibito Orlando che domanda chi, dove, quando, de che, in quale film.

Quelli che “La politica parla a se stessa e non più al Paese” (Marco Follini, Stampa) e prima di passare al Pd facevano il vicepremier di Berlusconi.

Quelli che leccavano i governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni con Forza Italia al gran completo o a rate alfaniane e verdiniane (giornaloni tutti) e ora fanno le faccine schifate per la Rossi e la Polverini.

Quelli che governavano grazie a De Gregorio, Razzi, Scilipoti&C. (Meloni, confratelli d’Italia e Lega) e strillano ai nuovi De Gregorio, Razzi e Scilipoti perché quelli vecchi erano meglio.

Quelli che per vent’anni erano alleati dei Mastella (FI, Lega e FdI) e ora ululano “Mastella! Mastella!”, per nostalgia.

Quelli che “Mi voleva Mastella, ho detto no” (Calenda), poi scoprono che sono eurodeputati.

Quelli che “Comunque la si pensi, Renzi l’ha giocata bene fin qui” (Gaia Tortora) e intanto gli medicano la mandibola sghemba e il naso rotto perché ha dato una lezione a Conte con una botta col mento sul pugno e una nasata sul ginocchio.

Quelli che “Conte con questi numeri è finito”, “Chiunque si dimetterebbe”, “Spera di governare con 152 voti al Senato”, “Conte ha 153 voti”, “Sotto i 155 per dignità dovrebbe dimettersi”, “Mi azzardo a dire che stasera Conte è politicamente morto”, “Renzi

ha fatto, coi mezzi dati nella situazione, la battaglia giusta. Riconosciamolo”, “È la stagione della mitomania” (Jacopo Iacoboni, Stampa), ecco appunto.

Quelli molto di sinistra che stravedono per la Bonino che è molto di sinistra, infatti fa perdere la sinistra, vota sempre come la destra e, se serve, ci fa un giro.

Quelli che volevano riaprire l’Italia il 28 marzo, col record dei morti perché gliel’avevano chiesto i morti medesimi (l’Innominabile), e ora rinfacciano a Conte il record dei morti.

Quelli che “senatori contattati da generali della Finanza, amici del capo dei servizi segreti Vecchione, arcivescovi e monsignori vicini al card. Bassetti” (Massimo Giannini, Stampa)… ah è falso? Eppure me l’ha detto mia zia.

Quelli che al governo Conte “serve un rilancio”, “una svolta”, “un cambio di passo”, “una scossa”, “un’anima”, “una visione”, “un nuovo patto”, “una ripartenza” (Pd e giornaloni) e non capiscono perché il Paese non capisce.

Quelli che “il governo è morto e al Colle farò il nome di Draghi” (Innominabile) e neanche li han fatti salire, al Colle.

Quelli che “entro lunedì mandiamo a casa Conte” (Innominabile) e invece martedì a casa ci sono andati loro.

Quelli che “un governo Giorgetti di ricostruzione” (Giachetti) e sono ancora lì con la paletta e il secchiello in mano.

Quelli che “Conte accerchiato non cede su nulla”, anzi “Conte pronto a cedere su tutto”, “Subisce la lista della spesa, obbedisce a Iv sui fondi Ue e dà gli 007 al Pd” (Giornale) e non ne azzeccano una neppure se dicono tutto e il suo contrario.

Quelli che “ora il governo è più debole di prima” (tutti), perché non sono più abituati a un governo senza i due Matteo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/01/21/ho-visto-cose-2/6073133/

Conte: “Rimpasto in sette giorni”. La contromossa per chi tentenna. Luca De Carolis e Wanda Marra

 

Dopo la fiducia. Il primo scoglio: il voto sulla Giustizia il 27 gennaio Preoccupazione per “l’operazione politica” che ancora non decolla.

Vuole e deve accelerare, chiudere la partita della nuova maggioranza entro sette, massimo dieci giorni. Con un rimpasto, ma senza un Conte ter, cioè senza le sue dimissioni. E vuole segnali concreti di vita, dal suo governo. “Ora dobbiamo fare la differenza”, scandisce il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, durante il breve vertice con i capidelegazione e i leader dei partiti di maggioranza a Palazzo Chigi, prima di salire in serata al Quirinale. Il premier è provato da giorni e giorni di battaglia logorante, ma anche “tranquillo e concentrato” assicurano fonti di governo. Sa che nei prossimi giorni si gioca tutto per l’ennesima volta: il voto di fiducia delle Camere non basta a garantire la sopravvivenza del suo governo, ora serve un’operazione politica.

E così, nella riunione, il premier e i partiti fanno il punto, convenendo sulla necessità di “rafforzare e allargare” la maggioranza e di farlo il più rapidamente possibile. Sanno che Renzi li aspetta al varco. Secondo fonti del M5S, il capo di Iv avrebbe detto ai suoi parlamentari di resistere ancora dieci giorni, “perché li bloccheremo nelle commissioni e poi dovranno tornare da noi”.

Per questo Conte si è dato una settimana, perché il tempo stringe su più fronti. Mercoledì prossimo il Senato vota sulla Relazione annuale della Giustizia del Guardasigilli grillino Bonafede, e Iv ha già annunciato voto contrario. A Palazzo Chigi sono convinti di poter superare anche questo scoglio, ma è un altro test ad alta tensione. Senza contare che è tutto fermo, mentre la data fissata per presentare il Recovery Plan italiano alla Commissione europea è la metà di febbraio. Dunque bisogna formare i nuovi gruppi parlamentari dei Responsabili alla Camera e al Senato, la quarta gamba per sostituire Iv. E continuare a cercare di conquistare parlamentari alla causa, in modo il più possibile organico. “Lavoriamo su tutti i fronti” dicono dal governo. Ma l’operazione politica più importante è quella nei confronti di Forza Italia. Ci sta lavorando direttamente Conte, insieme a Dario Franceschini. E l’interlocutore numero uno è Gianni Letta. Oltre alla sopravvivenza dell’esecutivo, in gioco per il premier c’è la possibilità di fare una propria lista, mentre per il Pd l’obiettivo è portare a casa quella coalizione elettorale anti-sovranista teorizzata da Goffredo Bettini fin dalla nascita del governo giallorosso. Ma sul tavolo ci sono anche gli equilibri dentro l’esecutivo, dopo giornate molto nervose nella maggioranza. I Cinque Stelle più volte hanno richiamato gli alleati ad agire con più forza sui renziani per riportarli nel Pd. Anche per questo i dem ieri ci tenevano a ribadire lo sforzo fatto da loro. Il capogruppo alla Camera, Graziano Delrio, da giorni sottolinea di aver portato sul sì l’intero gruppo dem (anche gente come Luciano Pizzetti che non aveva mai votato una fiducia) e di aver recuperato i renziani Vito De Filippo e Michela Rostan, oltre a Renata Polverini. Per quel che riguarda il Senato, plurime fonti dem raccontano che il capogruppo Andrea Marcucci ha lavorato per settimane su Riccardo Nencini, che conosce da sempre. Sono proprio Marcucci e Delrio, due tra i più critici nei confronti del premier, tanto da insistere per un Conte ter. Ma su questo il premier non vuole ancora cedere. Punta ancora a un rimpasto limitato, con la creazione di qualche posto in più. Operazione che appare difficile, vista la necessità di ricompensare i “Costruttori”, e le richieste pressanti del Pd.

L’idea di Palazzo Chigi è quella di procedere anche con lo spacchettamento di alcune deleghe. Voci insistenti assegnano il ministero dell’Agricoltura a Nencini. L’ex Iv continua a negare di voler togliere il simbolo a Renzi, ma se lo facesse, con l’ingresso dei suoi nel Gruppo Misto e la conseguente redistribuzione nelle commissioni, depotenzierebbe di molto il potere di ricatto dell’ex premier. E poi un posto per il dem Andrea Orlando va trovato, dicono. Si parla anche di quello di sottosegretario a Palazzo Chigi, in sostituzione di Fraccaro, che però è sostenuto da Conte.

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mercoledì 20 gennaio 2021

C'ERA BISOGNO DI UNA PERSONA CREDIBILE E CE NE ERA BISOGNO PERCHÈ VOI NON LO ERAVATE PIÙ!. - Golia Giovanni

 

Posso anche togliere il disturbo, ma, certamente, non perché lo dici tu o quegli altri due o tre. Vedete, io non sono un politico di professione. La mia professione è un'altra. Io sono stato chiamato a guidare il Governo perché c'era bisogno di una persona credibile e ce n'era bisogno perché voi non lo eravate più, non eravate più presentabili, perché voi l'avete sporcata, la politica. L'avete macchiata in maniera indelebile. Voi l'avete trasformata in business personale, in interessi di parte, in favoritismi di comodo. Avete trasformato il "bene comune" in "bene di pochi", avete trasformato la solidarietà in odio, la compassione in derisione, l'amore in indifferenza. Avete trasformato il diverso in nemico da combattere. E lo avete gridato e lo avete rivendicato, senza nessuna vergogna.

Neanche "sei milioni di motivi" vi hanno cambiato, neanche "sei milioni di motivi" vi hanno commosso. Neanche la puzza dei forni crematori che ancora arriva, vi ha fatto versare una lacrima.
Neanche le urla di dolore e le menti martoriate vi hanno intenerito.
Siete rimasti quelli di allora. Persone senza umanità, senza anima, senza cuore.

Avete la visione del mondo di "esisto solo io" in un mondo di oltre sette miliardi di persone. Avete la visione del mondo di "prima noi" in un mondo globalizzato. Conoscete solo l'amor proprio e non l'amore per il prossimo, l'amore per la falsita' e non per la verità, l'amore per il potere e non quello per il popolo.

Io posso anche togliere il disturbo, tornare alla vita di prima, alla vita di sempre. Non è un problema, per me.
Posso senz'altro ritornare ad insegnare e a fare l'avvocato. E lo farei con amore e con passione, come tutte le mie cose. Posso tornare dai miei ragazzi e posso farlo a testa alta, conscio di avere servito il mio paese, con dedizione e passione, con impegno e sagacia. Con l'unico pensiero di fare il bene di tutti. Il bene dei miei concittadini.
Io posso ritornare al mio lavoro, finita la mia esperienza politica.

E voi, cosa farete nella vostra futura vita? Vi resterà solo il vostro odio. Negli occhi, nella mente e nel cuore.
Questo è Giuseppe Conte.

https://www.facebook.com/golia.giovanni.35

Governo: Bettini, la rottura con Renzi è troppo profonda.

 

Esponente Dem: 'La maggioranza dovrebbe 'dialogare con Forza Italia sulla legge elettorale'. Zingaretti? 'E' un gatto...'. Di Conte 'colpisce la tenacia'.

"Matteo Renzi dopo aver aperto la crisi, attraverso Rosato ha detto 'in due ore si risolve tutto'; lo ha detto dopo, non prima. Ma come? Sei insoddisfatto in modo tale da far cadere il governo e poi con lo stesso governo in due ore risolvi tutto? Non è un modo serio di fare.

Io penso che la rottura è stata così profonda che non si può far finta di niente. Addebitare a Conte un vulnus alla democrazia italiana non è superabile". Lo ha detto Goffredo Bettini a Sky Tg24.

Diverso il discorso per i parlamentari di Iv: "Renzi ha fatto astenere i gruppi perché dentro aveva un malessere e molti di loro non hanno condiviso la crisi aperta da Renzi". 

Zingaretti è "innanzi tutto onesto, con senso di responsabilità, e sente la sfida. Poi è un uomo molto per bene e poi è un gatto: ha una sensibilità, un istinto felino. La bonomia la lego al fatto che è responsabile, ma in politica non basta la bonomia, occorre l'istinto", aggiunge Bettini rispondendo alla domanda sulle tre principali caratteristiche del segretario del Pd e del Premier Conte.
"Di Conte - ha detto il dirigente Dem - mi colpisce la tenacia. Mi disse che era nuovo alla politica, ma ai Consigli Ue incontrava gente che aveva 30 anni di esperienza alle spalle che alla fine gli dava ragione per sfinimento. Poi è un uomo molto umano, semplice, piacevole. E poi è libero e questo dà fastidio. Io ho un feeling perché è avvocato e mio padre era avvocato".
Alla domanda se fosse amico di Conte, Bettini ha replicato: "Non mi posso permettere, lui è il presidente del Consiglio, io sono un dirigente scosso, galoppo. Ma da parte mia c'è un senso di amicizia, di piacevole rapporto, scherzoso, praticato in territori fuori dalla politica".

Per quanto riguarda la legge elettorale, Bettini dice che la maggioranza dovrebbe dialogare con Fi.  "Vararla in tempi brevi non so, è una sfida difficile, ma la legge elettorale non è cosa astratta. Abbiamo una crisi della rappresentanza, una distanza tra istituzioni e cittadini. Non c'è stata più qualcosa di simile ai partiti di massa. In un Paese così diviso, sbrindellato, non c'è bipolarismo ma pluralità, e il proporzionale è garanzia di dare voce a tutti. Poi questi partiti devono fare compromessi alti, da fare davanti ai cittadini". "Penso - osserva il dirigente del Pd - sia uno dei temi che può essere condiviso da Fi. E' evidente che a una parte grande di Fi non piace stare sotto il tallone di Salvini, di forze amiche di Orban e non di Merkel, perché Fi sta con la Cdu, non con i sovranisti. Poi scelgono con chi stare al governo, e il proporzionale gli permette di avere una voce".

"Non è che le elezioni non si possono fare, perché si fanno in tutta Europa. Ma se non riusciamo a rafforzare il governo, non c'è un governo della destra o con le destre. Superata la fase acuta dell'epidemia si va alle elezioni", dichiara Bettini. Secondo il dirigente del Pd, la verifica sulla possibilità di allargare la maggioranza va fatta "rapidamente", in "poche settimane" dopo di che si potrebbe procedere ad un rimpasto, mentre la sostituzione delle due ministre di Iv andrebbe fatta "subito" con personalità "fuori dalla trattativa" per l'allargamento della maggioranza. "Noi - spiega - abbiamo chiesto la fiducia perché sarebbero state sbagliate le elezioni, fuori tempo, fuori dalla sensibilità dei cittadini, ed ecco perché vogliamo allargare i confini della maggioranza, perché con questi numeri non si può governare fino a fine legislatura". Bettini giudica impraticabile un governo di unità nazionale: "Un Governo con tutti dentro? Sarebbe incomprensibile, perché abbiamo una destra di un certo tipo. Il Pd non lo voterebbe mai". In ogni caso o si allarga l'attuale maggioranza oppure "c'è il voto" perché "non è che le elezioni non si possono fare, dato si fanno in tutta Europa". La verifica sull'allargamento, prosegue, va fatta "in poco tempo, e il tempo si misura in settimane. Si capisce in poche settimane se ci sono le condizioni per un patto di legislatura. Noi del Pd la verifica l'abbiamo chiesta già da prima, ma non in modo distruttivo come ha fatto Renzi, che ha fatto una svolta incomprensibile". Terza tappa il rimpasto: "Noi abbiamo posto il problema di un rafforzamento, Conte è d'accordo e deve avvenire dopo un chiarimento sul programma. In queste settimane dobbiamo lavorare alle emergenze, sostituendo le ministre che si sono dimesse. Suggerisco di scegliere personalità fuori dalle trattative. Poi se in corso d'opera si costruisce una alleanza numerica più ampia e vediamo un programma di legislatura, a quel punto si può pensare a un rafforzamento", ha concluso Bettini. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/flash/2021/01/20/-governo-bettini-rottura-con-renzi-troppo-profonda-_b2376012-2fe1-45e7-96c9-c5c27210649d.html