Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 1 luglio 2021
Lo scontro divide M5s. Conte: 'Il mio progetto politico non resterà nel cassetto'.
Assemblee di Camera e Senato chiedono di evitare scissioni.
A Giuseppe Conte "ho solo chiesto la garanzia di avere la struttura del garante identica alla struttura che c'è adesso. Gli ho detto: 'dammi la possibilità di essere il visionario, il custode dei valori' " ha detto in serata Grillo rivendicando le sue "scelte di cuore" e rifiutando l'etichetta di "padre-padrone".
E dalle due assemblee traspare il rammarico per la replica dell'ex premier a Grillo che avrebbe ostacolato un possibile tentativo di dialogo. Ma deputati e senatori ci sperano ancora. "Per una volta chiediamo noi a Beppe e Giuseppe responsabilità. Vediamoci e capiamo come difendere un sogno comune" ha detto in assemblea dei deputati Stefano Buffagni, applaudito dalla platea. "Si ritiene che una sintesi e una mediazione siano ancora possibili" per non disperdere "l'ambizioso progetto" mettono nero su bianco i senatori in un documento condiviso.
E anche alla Camera la richiesta dei deputati è quella di non dividersi in "tifoserie", elemento raccolto dal capogruppo Davide Crippa. Con un minimo comune denominatore tra le due assemblee: la richiesta di poter leggere, valutare e votare lo statuto di Conte. "Lo statuto non l'abbiamo neanche visto" hanno lamentato alcuni ma non c'è stato uno schieramento netto né da una parte, né dall'altra, anche se con alcuni distinguo. I deputati, commentano fonti parlamentati, hanno manifestato la mancanza di coinvolgimento rispetto ai recenti avvenimenti e un'obiettiva mancanza di elementi specifici sui motivi dello scontro.
Lo scontro e il botta e risposta
"C'è tanto sostegno dei cittadini: ho lavorato per 4 mesi. Ho aspettato Grillo in piena trasparenza. Il progetto politico non rimane nel cassetto per la contrarietà di una persona sola", ha detto l'ex premier Giuseppe Conte.
Il post di Beppe Grillo "non è" una delusione "solo per me. Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione per un'intera comunità, che io ho conosciuto bene e ho apprezzato, di ragazze e ragazzi, persone adulte, che hanno creduto in certi ideali. E' una grande mortificazione per tutti loro", aveva detto l'ex premier in giornata.
"Smentiamo i retroscena, le fantasiose ricostruzioni e le presunte prese di posizione del ministro Di Maio che rimbalzano su agenzie e giornali in queste ore. Il ministro Di Maio sta lavorando come sempre per l'unità. Di Maio ha più volte ribadito che è necessario agire pensando al bene degli italiani". Lo fa sapere lo staff del ministro.
Secondo Vito Crimi, "Grillo ha indetto la votazione del comitato direttivo impedendo una discussione e una valutazione della proposta di riorganizzazione e di rilancio del MoVimento 5 Stelle alla quale Giuseppe Conte ha lavorato negli ultimi mesi, su richiesta dello stesso Beppe. Pur rientrando fra le sue facoltà indire la votazione, non concordo con la sua decisione. Il voto, tuttavia, non potrà avvenire sulla piattaforma Rousseau, poiché questa è inibita al trattamento dei dati degli iscritti al MoVimento. Inoltre, consentire ciò violerebbe quanto disposto dal Garante della Privacy".
"Ti invito ad autorizzare, entro e non oltre le prossime 24 ore, la Piattaforma Rousseau al trattamento dei dati, come espressamente consentito dal provvedimento del garante della privacy e come rientrante nei poteri del titolare del trattamento. Nel caso, invece, in cui decidessi di utilizzare subito la nuova piattaforma, sarai ritenuto direttamente e personalmente responsabile per ogni conseguenza dannosa dovesse occorrere al MoVimento (azioni di annullamento voto, azioni risarcitorie …) per le scelte contrarie allo statuto che dovessi operare". Lo scrive Beppe Grillo su Fb rivolgendosi al reggente Vito Crimi.
"Come ti ho sempre detto prima di poter votare su un'altra piattaforma - ha aggiunto Grillo - è, infatti, necessario modificare lo statuto con una votazione su Rousseau. Inoltre nella mancanza dell'organo direttivo l'unico autorizzato ad indire le elezioni dello stesso è il garante, e in quanto tale l'ho fatto secondo le sole modalità possibili previste dallo statuto vigente (art. 4 lettera b). Inoltre il garante della privacy non ha mai identificato in te il titolare dei dati degli iscritti, essendosi limitato a indicarlo genericamente nel movimento, probabilmente a causa della tua controversa reggenza".
"L'assemblea dei senatori del M5s ritiene doveroso esprimere gratitudine per lo sforzo profuso nella redazione del nuovo statuto, che tuttavia ad oggi gli iscritti e gli eletti non conoscono ed hanno tutto il diritto di vedere ed esaminare", sottolinea una nota dei senatori pentastellati. "In un Movimento che della democrazia diretta e della trasparenza ha fatto i propri principali pilastri - continua - è indispensabile che sia condiviso con l'intera comunità 5 Stelle. Si ritiene inoltre che una sintesi e una mediazione siano ancora possibili" per non disperdere "l'ambizioso progetto".
"A Vito Crimi esprimiamo il nostro pieno ed incondizionato sostegno in questa delicata fase politica dove il suo ruolo si rivela ancora oggi imprescindibile. Per Vito parlano la sua storia, la passione, la serietà ed il suo storico attivismo al servizio del MoVimento 5 Stelle. Da più di un anno Vito lavora incessantemente per gestire una difficile e delicata fase transitoria, coincisa peraltro con un periodo drammatico per il nostro Paese. A lui oggi rivolgiamo un accorato appello affinché vada avanti nel suo generoso sforzo verso un rinnovamento serio ed un reale rilancio del M5s". Lo scrive su fb il ministro 5s Stefano Patuanelli.
Nel frattempo si discute già della possibile scissione: da una parte chi resta nel M5S con Grillo, dall'altra chi andrebbe con l'ex premier. "Beppe ha esagerato", è il commento di chi vedeva in Conte una risorsa imprescindibile per il rilancio del Movimento. "Il fatto che non si possa votare su Rousseau è semplicemente falso, non c'è una diffida da parte del Garante della Privacy rispetto alla piattaforma", sottolinea invece un altro deputato. E, soprattutto alla Camera, non tutti stanno dalla parte di Conte. "Non ci ha mai coinvolto, come sulle alleanze in Calabria, chi ha scelto Ventura? Di certo io non la sosterrò", attacca una parlamentare calabrese.
ANSA
Conte, Grillo.
Cetta.
Le belle persone.
A me, questa bella persona, incute sicurezza.
Gli sono grata per avermi protetta durante l'epidemia di covid, gli sono grata pe tutto ciò che ha fatto durante il suo governo.
Partito e dipartito. - Marco Travaglio
Ogni giorno, per sapere come la penso e cosa faccio, consulto i quotidiani di destra e un paio di siti-fogna che sembrano conoscere a menadito i miei pensieri e azioni. Per anni hanno rivelato che consigliavo Grillo, ovviamente a nostra insaputa (mai Beppe mi ha chiesto un consiglio né mai gliene ho dati). Poi divenni il consigliere occulto di Di Maio, talmente occulto che non ne sapevamo nulla né io né lui, che infatti faceva quasi sempre l’opposto di quel che avrei fatto io. Nell’ultimo biennio fui promosso a suggeritore di Conte, a mezzadria con Casalino. Qualche “bene informato” ha addirittura scritto che fui io a suggerirgli di andare allo scontro con l’Innominabile (che, com’è noto, lo adorava) per il gusto di mettere a repentaglio il suo governo e cercare voltagabbana per strada: senza di me, il Conte-2 sarebbe ancora vivo e vegeto grazie al tetragono sostegno di Iv. E vi risparmio, per esigenze di spazio, i bei tempi in cui secondo Repubblica suggerivo assessori alla Raggi e secondo Bisignani preparavo il partito di Conte (“Con-te”) con Scanzi e tali Rospi e Capozza. Poi Grillo e Conte, consigliati entrambi da me, hanno scazzato. E io, non potendo fare come Totò e Peppino nei panni dei cugini Posalaquaglia, falsi testimoni sia per l’imputato sia per la parte civile, ho scelto Conte perché così fa un nuovo partito senza un soldo e con tutti i media contro. Magari, viste le mie virtù diplomatiche, mi fa ministro dei Rapporti col Parlamento. E posso coronare il sogno condiviso con Scanzi, Rospi e come si chiama quell’altro? ah sì: Capozza.
Fine della fantascienza, torniamo sulla terraferma. Grillo fa un oggettivo favore a Conte: lo libera da ogni residuo legame affettivo con i fu 5Stelle e lo costringe a dare una casa nuova a eletti, iscritti ed elettori (vecchi e nuovi) che non si riconoscono più in un Movimento trasformato nel bunker a due piazze del fondatore e del redivivo Casaleggio. Il marchio è ancora forte. Ma senza l’effetto Conte, che ne ha attutito la picchiata dopo la resa incondizionata a Draghi, si sfarinerà. E una battaglia interna per scalarlo a dispetto del fondatore terrebbe Conte&C. impegnati in altre beghe legali infinite e sfibranti. Se non c’è modo di portare il nuovo Statuto al voto degli iscritti, chi non vuole morire con Grillo non può che uscire e navigare in mare aperto. Ma sapendo che un nuovo partito non si improvvisa e non deve somigliare neppure lontanamente a un partito personale. Il “partito di Conte” potrà avere successo solo se sarà costruito a misura di tutti i cittadini che votano i 5Stelle, che li votavano ma hanno smesso e che avrebbero potuto votarli se fossero stati meno settari e più aperti. Cioè se non sarà “il partito di Conte”.
ILFQ
Addio 5S, Conte va avanti con il suo nuovo partito. - Luca De Carolis
Ha già saltato il fosso, l’avvocato. È già oltre il Movimento, Giuseppe Conte. “C’è tanto sostegno dai cittadini, abbiamo fatto un progetto politico ed evidentemente non lo voglio tenere nel cassetto, perché non può essere la contrarietà di una singola persona a fermare questa proposta politica che ritengo ambiziosa e utile anche per il Paese”. Poco prima delle otto della sera, l’ex premier conferma che in politica c’è e ci resterà. Beppe Grillo, l’avversario, non può bloccarlo. Così la scissione per l’avvocato è già un’opzione da immaginare con numeri e nomi, una domanda rivolta ai big e ai maggiorenti compulsati nelle ultime ore: “Tu stai con me o con Casaleggio?”.
Conte ormai pensa al suo partito, alla sua lista, da costruire svuotando il M5S di Grillo. E per agevolare l’operazione, deve anche abbattere la statua del padre che ha bollato come “padrone”, smentirlo. “Ho sempre rispettato e continuerò a rispettare Beppe Grillo, ma gli chiedo solo di non dire falsità sul mio conto e il mio operato”, scandisce l’ex premier alla nube di telecamere e cronisti che assedia casa sua. Ce l’ha con le verità diffuse dal fondatore in un video, poco prima. Retroscena di cartapesta, secondo il Conte che parla come gli viene più naturale, da avvocato: “Abbiamo una fittissima corrispondenza documentale, se Grillo mi autorizza sono disposto a pubblicare perché agisco sempre in trasparenza”. È un’altra sfida, dopo quella non raccolta sulla votazione del nuovo Statuto contiano. Fondata su accuse: “Grillo voleva più di una diarchia, ha chiesto di rappresentare a livello internazionale il M5S e il coordinamento della comunicazione. E il mio Statuto non era seicentesco, era la sua proposta a essere medievale”. E per rafforzare il concetto, presto lo presenterà il suo Statuto. Sarà la base della sua creatura politica, dove non si troverà traccia della figura del Garante, come in una damnatio memoriae. Nell’ attesa, va via con le auto e la scorta.
Dietro, si lascia la sua tela. Fatta innanzitutto delle telefonate per sondare i tanti indecisi del Movimento e cementare le sue truppe, già forti, maggioritarie in Senato. Ma bisogna correre, perché il tempo è poco, anzi forse siamo già ai supplementari. “Ancora qualche giorno e Giuseppe rischia di rimanere nelle sabbie mobili” sospira un fedelissimo. Non è un caso che ieri Grillo abbia ordinato al reggente Vito Crimi di convocare entro 24 ore la votazione del comitato direttivo sulla piattaforma Rousseau, quella di Davide Casaleggio. Ma Crimi, primo avversario del figlio di Gianroberto, sostiene che no, su Rousseau non si può tecnicamente votare e che non concorda con il Garante. Per questo ha minacciato di lasciare il comitato di Garanzia e il Movimento. E il Senato a trazione contiana si è schierato tutto con lui, con il ministro Stefano Patuanelli primo a fare muro: “A Vito esprimiamo il nostro incondizionato sostegno, vada avanti”. Anche Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, gli altri membri del comitato, respingono il diktat del Garante e paventano l’addio. È una rivolta, che di sicuro farà perdere tempo a Grillo, e gli toglierà altro ossigeno. Ma anche Conte non può sprecarne. Anche se una contiana come Paola Taverna cerca la terza via con un post: “A Conte è stato chiesto un progetto innovativo e la democrazia diretta è un principio di cui va garantito il reale esercizio, quindi il futuro del Movimento va deciso dal Movimento, cioè dagli iscritti”. Ergo, il nuovo Statuto contiano va votato, e Grillo si rassegni.
Ma pare impossibile tornare indietro adesso, sono stati bruciati troppi ponti. “Con Conte siamo almeno un centinaio – giura un senatore – e qui a Palazzo Madama siamo compatti”. Certo, in Senato per creare un gruppo parlamentare autonomo servirebbe il simbolo di una forza politica già esistente, e non è un dettaglio. Casomai è un problema: l’ennesimo.
ILFQ
mercoledì 30 giugno 2021
Lasciatelo solo. - Marco Travaglio
Se Grillo voleva distruggere Conte, è riuscito nell’impresa di rafforzarlo ancor di più. Se invece voleva distruggere i 5Stelle, è riuscito nella missione di annientare se stesso, o quel poco che ne resta. Basta leggere i commenti al suo ultimo post su Facebook, che lui crede visionario e invece è soltanto delirante: era da quando l’Innominabile annunciò trionfante il ritiro delle sue ministre dal governo Conte che non si riscontrava una tale unanimità di vaffanculo. Che, per un esperto del ramo, dovrebbe essere motivo di riflessione. Ma purtroppo Beppe non riflette più. Fino a qualche tempo fa, ci inviava delle lettere firmate “Beppe Grillo e il suo neurologo”. Poi, tragicamente, il suo neurologo morì. E se ne sente la mancanza. Barricato nel suo bunker, in piena sindrome di Ceausescu, l’Elevato si rimira allo specchio e si dice quanto è bravo. È come l’automobilista che imbocca l’autostrada in contromano e pensa che a sbagliare siano tutti gli altri. Scambia Draghi e Cingolani per grillini, cioè le allucinazioni per visioni. E ora, mentre il grillino Draghi straccia altre due bandiere dei 5Stelle e di Conte – il blocco dei licenziamenti e il cashback utilissimo per la transizione digitale, il sostegno al commercio e la lotta all’evasione – facendo felice la destra (soprattutto la Meloni, che però sta all’opposizione), lui tenta di abbattere l’unico leader che aiuterebbe il M5S a restare al governo con la schiena dritta. E spiana la strada allo smantellamento delle ultime conquiste superstiti: quelle sulla giustizia.
Del resto, come ha detto l’altro giorno alla Camera, i suoi ministri si sono girati i pollici per tre anni (infatti Bonafede e la Azzolina vivono sotto scorta). Sono Draghi&C. che hanno “visione”: non certo Conte, che un anno fa si inventò il primo lockdown d’Europa e un’altra cosetta come il Recovery Fund finanziato con Eurobond, costruendo il consenso per farlo approvare all’unanimità dal Consiglio dopo quattro giorni e quattro notti di battaglia. Quisquilie: tant’è che, per rendere meno “seicentesco” lo Statuto di Conte, Grillo pretendeva di guidare la politica estera del M5S, col decisivo argomento che conosce l’ambasciatore cinese. Il suo neurologo gli avrebbe spiegato la ridicola assurdità della pretesa. E anche il paradosso di essersi inimicato tutti gli amici e trasformato nell’idolo di tutti i nemici, ansiosi di liberarsi – tramite lui – di un movimento che con Conte minaccia di rinascere (leggere i giornaloni e la stampa di destra per credere). Ma purtroppo il neurologo non c’è più e non è stato sostituito. In compenso, nel bunker, torna Casaleggio jr., richiamato in servizio per apparecchiare l’elezione di un Comitato direttivo di cinque membri.
Cinque vittime sacrificali votate al sadomasochismo che si stenta a immaginare chi possano essere. Potrebbero pure candidarsi i fuorusciti in attesa di espulsione, tipo Lezzi, Morra, Laricchia &C. Che però avevano lasciato i gruppi parlamentari in polemica contro l’ingresso del M5S nel governo Draghi imposto proprio da Grillo e osteggiato proprio da Casaleggio (che, fra l’altro, si oppone a qualunque deroga al limite dei due mandati). Un altro paradosso da neurologo: per sbarrare la strada a Conte, che ancora l’altroieri ha ribadito il sostegno a Draghi (ma da posizioni critiche e mature), il Visionario Elevato farebbe eleggere un Direttorio di nemici assatanati del governo col potere di sfiduciarlo. Ma è improbabile che l’elezione su Rousseau possa mai avvenire. Carente di neurologi, Grillo lo è anche di avvocati. Altrimenti qualcuno gli avrebbe spiegato che quella non è più la piattaforma del M5S (che ne ha un’altra) e soprattutto che Casaleggio – salvo commettere reati – non può violare l’ordine del Garante della Privacy di non trattare i dati degl’iscritti, dopo averli consegnati al legittimo titolare: il reggente Vito Crimi.
Ora, siccome il partito di maggioranza relativa in Parlamento non può restare senza guida alla vigilia di un autunno caldo a suon di licenziamenti e del rush finale per l’elezione del capo dello Stato, l’unica votazione che ha un senso è quella per il nuovo capo politico: da una parte Conte, sulla base del suo Statuto e della sua Carta dei Valori, che vanno subito resi pubblici; dall’altra Grillo o chi per lui (se mai troverà un essere senziente disposto a fargli da prestanome), sulla base del suo post di ieri. Così finalmente saranno gli iscritti, davanti a un’alternativa chiara e netta senza più quesiti suggestivi, a decidere se i 5Stelle devono vivere con Conte o morire con Grillo. Del quale resta da capire se sia ancora lucido o irrimediabilmente bollito, e soprattutto quale delle due alternative sia la peggiore. Se è lucido, sta lavorando scientemente per il re di Prussia e dunque va messo in condizione di non nuocere. Se invece è bollito, sta lavorando inconsapevolmente per il re di Prussia e dunque va messo in condizione di non nuocere. Come? Lasciandolo solo, cioè nella condizione che ormai predilige, convinto – come Cesare secondo Plutarco – che sia “meglio essere primo in un villaggio che secondo a Roma”. Ma qui il villaggio ha le dimensioni di una delle sue ville. E i padri padroni sono tali finché i figli diventano adulti, escono di casa e iniziano a camminare con le proprie gambe. Nel governo, in Parlamento, nelle Regioni, nei Comuni e fra gli iscritti ci sono decine di migliaia di figli di Grillo ormai maggiorenni che sanno cosa devono fare.
ILFQ