martedì 6 giugno 2023

Ricapitolando. - Giuseppe Salamone

 

Ricapitolando secondo le direttive di Zelensky e della propaganda occidentale: i Russi fino ad adesso hanno bombardato i propri gasdotti, fatto saltare il ponte in Crimea, lanciato missili in Polonia, bombardato una centrale nucleare da loro controllata, bombardato il Cremlino con droni e ucciso Dugina e Tatarsky (blogger che sosteneva la Russia).

Dopo aver sostenuto a spada tratta tutte queste storielle poi rivelatesi bufale della propaganda, ecco che spostano l'attenzione su un altro tema trattandolo allo stesso modo di tutti quelli precedenti. Secondo la narrazione Atlantista, la Russia è responsabile per la distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovskaya e di aver fatto saltare in aria la diga. Diga sotto il loro controllo e di rilevante importanza strategica per Mosca.

Ora nessuno ha certezze su chi sia stato, ma come sempre, per tenere la vicenda sotto controllo e affrontarla in modo razionale, dobbiamo ricorrere al più classico dei quesiti: cui prodest? Intanto bisogna segnalare che l'allagamento andrà a colpire soprattutto la zona sinistra del fiume Dnepr, zona dove staziona l'esercito Russo mentre i danni nella riva destra, zona controllata dall'esercito Ucraino, saranno sensibilmente minori quasi ininfluenti ai fini militari. A fronte di tutto ciò, sarà difficilissimo se non impossibile per i Russi tenere le regioni di Kherson e Zaporozhye.

Inoltre questa diga garantiva il raffreddamento della centrale nucleare di Zaporozhye controllata dai Russi e l'approvvigionamento idrico della Crimea. Per quanto riguarda la Crimea, c'è da dire che circa un anno fa, hanno iniziato ad accumulare riserve di acque dolci proprio per far fronte ad attacchi terroristici di questo genere. Per concludere voglio citare altre due cose, la prima riguarda il richiamo dell'attenzione sul regime di Kiev: a Zelensky serviva un qualcosa che facesse riparlare tutto il mondo di lui per giustificare la sua richiesta di armi e soldi e distogliere lo sguardo da una controffensiva fallita sul nascere, che non esiste e che è pura propaganda. Questa vicenda serve anche all'occidente per giustificare altre sanzioni visto che è quasi pronto l'undicesimo pacchetto.

Infine concludo con le parole di Vasily Nebenzya, rappresentante permanente Russo presso le Nazioni Unite: "Gli ucraini stanno mirando a colpire specificamente la diga di Kakhovka per romperla e causare così un aumento del livello dell'acqua, che porterà all'allagamento dei territori adiacenti. In questo scenario, migliaia di civili potrebbero morire e migliaia di abitazioni potrebbero essere danneggiate". Era il 2022 quando ha denunciato tutto questo all'ONU. Cosa hanno fatto le Nazioni Unite? Nulla!

Inoltre, nell'ottobre del 2022, la Russia ha anche inviato una lettera al Segretario Generale dell'ONU dove lanciava l'appello per prevenire un disastro alla centrale idroelettrica di Kakhovka, che avrebbe potuto causare morti, danni alla popolazione e al territorio. Cosa ha fatto il Segretario Generale dell'ONU ? Nulla! Ora ditemi pure che mi paga il Cremlino, ma i fatti restano fatti e sono questi, e la domanda a cui rispondere rimane sempre e solo una:
CUI PRODEST?

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone

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Il Lago di Natron. -

 

“ Il Lago di Natron, famoso per il suo colore rosso scuro e per la capacità di pietrificare gli animali che lo toccano.”

Luogo dove la realtà supera la finzione. Una finzione terrificante, perché il lago avvelena ogni animale che lo tocchi, fino a trasformarlo in una statua di calce.
Sopravvivono alcune alghe da cui deriva il colore e i fenicotteri.

Il Natron è l’ingrediente segreto: un sale “portentoso” che già nell’antico Egitto veniva impiegato durante i processi di imbalsamazione, per le sue proprietà di assorbimento dell’acqua. Il Natron infatti impedisce la decomposizione, facendo sì che gli animali che entrano in contatto con le acque del lago sembrino trasformati in statue.

Il lago si trova nel nord della Tanzania, ai piedi del vulcano Ol Doinyo Lengai.

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lunedì 5 giugno 2023

CI STIAMO PERDENDO IL PNRR PER LA 'TROPPA' BRAVURA DEL GOVERNO - Viviana Vivarelli - 4.giugno.2022


La Meloni è in difficoltà col PNRR perché non sa come spendere i soldi che l'Ue le darebbe se solo lei presentasse qualche proposta seria su come spenderli. Ma per ora non lo sa fare e a poco le servono i 4 Cavalieri dell'Apocalisse: Mantovano, Cassese, Violante e Marini.

Quando il Governo decide una spesa o un condono o una proroga di pagamenti, la Corte dei Conti deve dire se ce lo possiamo permettere o se manda all'aria il Bilancio, Ebbene, la Corte dei Conti ha criticato il modo in cui il Governo spende e spande i soldi per i soliti noti, restando poi con le casse del Tesoro vuote per cose più importanti: il lavoro, la sanità o i disastri naturali. E allora la gaia Giorgia ha limitato i poteri della Corte dei Conti, dicendole in pratica che il bilancio lo faccia a casa sua.
Nell'ultimo emedamento il Governo ha decretato la proroga dello scudo erariale e l’eliminazione del controllo che la Corte dei Conti esercita sul Pnrr e sul Pnc, il Piano Nazionale Complementare del valore di 30,6 miliardi, allegato al Piano di Ripresa e Resilienza.
Ma a questo punto hanno paura che la casalinga di Voghera non capisca quanto accada.
Lo scudo erariale è una specie di ciambella di salvataggio che salva gli amministratori da responsabilità per colpa grave. E' vero che lo aveva messo Conte ma era in tempo di pandemia, mentre ora allungarlo non avrebbe più ragione. Le regole europee per l’utilizzo dei fondi del Recovery Fund prevedono che ci sia un controllo sulla gestione finanziaria anche «per colpa grave».
La casalinga di Voghera avrebbe delle idee molto chiare su come spendere i soldi dell'Europa, essendo abituata da sempre a gestire i fondi di casa sua con prudenza e non a sfarfalleggiare spargendo ricchi premi e cotillon ai cortigiani di turno. E per sua fortuna non ha 4 leccakulo appresso che la approvano se spende in lustrini e galà.
In quanto al giudizio negativo dell'Unione Europea, ma chi se ne frega? È solo “Un fastidioso pregiudizio contro il governo”. Lo hanno detto anche al Tg1.
Peccato che da questo "pregiudizio" derivi avere o no 30,9 miliardi di euro.
Magari Cassese ci spiegherà come queste siamo bazzeccole. Ormai è in grado di spiegare anche la natura angelica dei diavoli. E che sarà mai?
Per Fitto “il caso è chiuso”. Lunedì mette la fiducia sul decreto. E bona lì. E Mattarella? Mattarella ha smesso da tempo di essere il custode della Costituzione e i discorsi seri li fa solo davanti all'Altare della Patria. Per il resto: ciccia.

Travaglio su Renzi - 20 settembre 2022

 

“C`è in giro un poveretto che otto anni fa prese il 40,8% alle Europee e ora veleggia sul 2%. Minacciò di lasciare la politica se avesse perso il referendum, poi perse il referendum proprio perchè aveva minacciato di lasciare la politica (per gli italiani la minaccia era una speranza), ma restò in politica, con annessi stipendio e immunità, per abbattere i governi più popolari del suo (tutti) e fare marchette a bin Salman e al suo "nuovo Rinascimento" al sangue.

Si vanta di aver combattuto il climate change, infatti vuole nucleare, trivelle, inceneritori, rigassificatori e fa campagna elettorale su un jet privato da 4,8 tonnellate di CO2 a viaggio. Invoca inchieste parlamentari sui rapporti fra Conte e Mosca, ma il suo governo autorizzò vendite di armamenti alla Russia in barba all`embargo Ue e lui ha seduto nel Cda di Delimobil, il gruppo di car sharing fondato in Lussemburgo dall`italiano Vincenzo Trani in società con una banca di Stato russa, fino all`invasione in Ucraina. S`è scambiato insulti e scomuniche con Calenda e ora è in lista con lui.

Guadagna milioni, ma vuole levare 500 euro al mese ai poveri, con raccolte di firme per abrogare il reddito di cittadinanza, peraltro mai viste. L`altroieri assicurava che "Draghi accetterebbe un bis" e Draghi, a stretto giro, lo sbugiardava. Intanto saltavano fuori i suoi tour in jet da Premio Attila. Così, mentre la famiglia di Giggino `a Purpetta (imputato per camorra) aderiva al suo Centro, ha accusato Conte di "voto di scambio" e "clientelismo" con il Reddito di cittadinanza; e, quando quello l`ha sfidato a ripeterlo al Sud senza scorta, l`ha tacciato di "linguaggio mafioso" piagnucolando perchè per colpa sua "ho decine di minacce di morte su Instagram"; ma su Instagram non ne risulta nessuna e su Twitter una. Vergogniamoci per lui” 

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domenica 4 giugno 2023

Anche Banca d’Italia certifica l’effetto superbonus. Crescita italiana superiore alla media soprattutto grazie alle costruzioni.

 

Il governatore della Banca d’Italia non l’ha detto esattamente in questi termini ma la sostanza è quella. Dietro alla performance, per una volta migliore della media europea, dell’economia italiana c’è anche e soprattutto il superbonus per l’edilizia. “Nel 2022 il valore aggiunto dell’economia è aumentato del 3,9 per cento, superando di quasi il 2 per cento il livello del 2019. L’attività è cresciuta soprattutto nelle costruzioni e in modo più contenuto nei servizi, mentre è rimasta pressoché invariata nella manifattura ed è diminuita nell’agricoltura”, si legge nella relazione annuale illustrata ieri. In particolare “nelle costruzioni il valore aggiunto ha continuato ad aumentare a ritmi elevati (al 10,2 per cento dal 20,7 nel 2021), superando del 25,3 per cento il livello del 2019. Nell’edilizia residenziale l’attività è stata sostenuta dagli incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio abitativo e il miglioramento dell’efficienza energetica”. Non che Banca d’Italia faccia chissà quale scoperta. L’effetto superbonus era già stato rilevato e quantificato da diversi istituti. Tuttavia, come per gli altri dati, le parole della banca centrale sono una sorta di sentenza definitiva sull’argomento.

Il superbonus 110% è stato in sostanza eliminato lo scorso 16 febbraio con un decreto del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Troppo alti i costi, reali e potenziali, per le casse pubbliche e questo è un problema reale. Il solo superbonus è costato 61 miliardi di euro, anche se il conto andrebbe fatto tenendo poi conto dei benefici in termini di gettito aggiuntivo generato dalla spinta all’economia. Tuttavia prima di suonare le fanfare sui risultati dell’economia italiana il governo Meloni dovrebbe fare a sua volta i conti con la realtà. C’è di che gioire del fatto che l’economia italiana sia cresciuta nel 2022 più quelle di Stati Uniti, Germania o Francia. Lo scorso anno il Pil italiano è salito del 3,7%, quello tedesco dell’1,8%, il francese del 2,6% e lo statunitense del 2,1%. Anche le indicazioni sui primi tre mesi dell’anno sono incoraggianti, con un tasso di crescita (+ 0,6%) superiore alla media europea. La prova del nove sulla tonicità dell’economia italiana, una volta riposta “la bomba” superbonus, saranno però i trimestri successivi. Le prime indicazioni sul secondo (indici di fiducia, direttori di acquisto, esportazioni) non sono particolarmente brillanti.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/06/01/anche-banca-ditalia-certifica-leffetto-superbonus-crescita-italiana-superiore-alla-media-soprattutto-grazie-alle-costruzioni/7180538/?fbclid=IwAR1xU9tdE75RwTD6N5hM3Gl_tzr26Kudz40-EmUDCAZQ7x-nhswRcgSDOdo

Antica perfezione: il mistero delle grotte di Barabar. - Kurt Readman


Le Barabar Hill Caves sono alcune delle più antiche grotte scavate nella roccia trovate in India, a circa 40 km (25 miglia) da Bodh Gaya, nello stato del Bihar. Principalmente ci sono quattro grotte: Karan Chaupar, Lomas Rishi, Sudama e Visvakarma.

Sono scolpiti nel granito e nella roccia monolitica e si suppone che siano stati costruiti dall'imperatore Ashoka . Inoltre, ci sono altre tre grotte nelle colline di Nagarjuni. Hanno iscrizioni che danno i nomi dei re per cui sono stati costruiti (o sotto). Si pensa che il più antico risalga al III secolo a.C.

Le grotte stesse erano utilizzate dagli asceti dell'Ajivika, una filosofia indiana risalente al V secolo. Queste sono persone che si asterrebbero dalla gratificazione sessuale per perseguire obiettivi spirituali.

Il movimento è stato fondato da Makkhali Gosala, un contemporaneo di Buddha. Pertanto, non sorprende che ci siano anche sculture buddiste e indù di epoche successive.

La maggior parte delle grotte sono costituite da due camere scavate nella pietra. Le superfici sono ben levigate così come le decorazioni che ornano le camere. Ma lo sforzo per costruirli in questo modo sarebbe stato immenso: perché sono stati scolpiti nella solida roccia?

Le Grotte

Le grotte di Barabar hanno fortemente influenzato la tradizione dell'architettura scavata nella roccia in tutto il subcontinente indiano.

La grotta di Lomas Rishi. Alcuni vedono una statua incompleta a destra dell'ingresso (Abhisal2408 / CC BY-SA 4.0 )

La grotta di Lomas Rishi ha un'estetica molto simile all'architettura contemporanea in legno. Dall'altra parte della porta c'è una fila di elefanti che precedono gli emblemi dello stupa. Gli stupa sono strutture simili a tumuli utilizzate per la meditazione.

Questa grotta è probabilmente la più famosa del set. Ha una porta splendidamente scolpita e si trova sul lato meridionale della collina. Ha due stanze. Uno è rettangolare mentre l'altro è circolare. La facciata imita l'architettura lignea probabilmente presente nei villaggi contemporanei.

Riproduzioni in pietra di edifici in legno e altri materiali vegetali sono sparse per la stanza. Non c'è iscrizione all'interno della grotta che aiuti a datarla. Si sospetta che ciò sia dovuto a problemi di frana nell'area. Probabilmente, questa grotta è stata scolpita in un momento simile al resto intorno al 260 a.C.

Condivide uno stile interno simile e la finitura sulle rocce è la stessa tranne che nella volta dove lo scavo sembra essere stato interrotto. Ci sono stati suggerimenti che questa grotta non abbia ricevuto un'iscrizione perché era incompleta.

Tuttavia, recenti ricerche hanno suggerito che non è così. Vivaskarma non fu mai completata ma fu consacrata dall'imperatore . Invece, potrebbe suggerire che la grotta sia molto più tarda nell'Impero Maurya rispetto alle altre. 

La grotta di Sudama fu dedicata da un imperatore Maurya di nome Ashoka nel 261 a.C. L'impero Mauryan governò un'enorme fascia dell'India nell'età del ferro e durò dal 322 al 185 a.C. circa. Gli archi di questa grotta sono più a forma di arco e sono costituiti da una camera a volta di forma circolare e da una sala rettangolare con pilastri. Si trova anche sul lato meridionale della collina granitica.

La grotta era probabilmente la prima ed è adornata con un'iscrizione in Brahmi usando il nome Priyadarsin, che significa "Colui che porta gioia". Una delle caratteristiche più interessanti di questa grotta è il fatto che le pareti interne sono perfettamente piane e levigate. Crea un effetto specchio sulla pietra e consente al suono di rimbalzare sulle pareti in modo abbastanza drammatico. L'effetto crea un'eco amplificata che potrebbe essere stata utilizzata per esaltare i canti dei monaci o le cerimonie religiose .

Barabar Hill: si possono vedere gli ingressi a Sudama e Lomas Rishi (Thoas Fraser Peppe / Public Domain )

Karan Chaupar è una piccola stanza rettangolare singola anch'essa con superfici lucide. Al suo interno è presente un'iscrizione che data la grotta al 245 a.C. Questa grotta si trova sul lato settentrionale. È costituito da un unico vano rettangolare ma all'esterno presenta un'iscrizione.

L'iscrizione recita "nel mio 19° anno di regno, io, re Priyadarsin, ho offerto questa grotta della piacevolissima montagna di Khalatika, perché servisse da rifugio durante la stagione delle piogge". Questa grotta presenta una panchina scavata nella roccia a un'estremità che forniva un luogo per la meditazione o per dormire .

Visvakarma è raggiungibile solo dai gradini di Ashoka che sono stati scolpiti nella roccia su cui si trova. Ha due stanze rettangolari più grandi. Questa grotta si trova a circa cento metri a est della collina granitica principale.

La stanza rettangolare più grande è aperta verso l'esterno mentre una stanza subcircolare chiusa è sul lato opposto. Ci sono anche quattro piccoli fori nel pavimento che potrebbero aver permesso a una staccionata di legno di chiudere la grotta quando necessario. Nonostante questa grotta sia rimasta incompiuta, ha ancora una dedica di Ashoka che ha contribuito a mettere in discussione le altre date delle grotte, in particolare la grotta di Lomas Rishi.

Incontri le grotte.

Fortunatamente, alcune delle grotte condividono un'iscrizione dell'imperatore Ashoka. Le grotte di Visvakarma e Sudama sono dedicate agli Ajivka nel dodicesimo anno del suo regno durante la sua conversione al buddismo.

Si sospetta quindi che abbia costruito le altre grotte, anche se questo è molto più difficile da provare. Karna Chaupar è registrato come nel diciannovesimo anno del suo regno. Questa grotta potrebbe essere stata dedicata ai buddisti, ma anche un altro traduttore sostiene che fosse dedicata agli Ajivika.

Gradini in pietra scolpita e nicchie per statue nelle Grotte di Barabar (Abhisal2408 / CC BY-SA 4.0 )

È interessante notare che, nonostante il Lomas Rishi non abbia un'iscrizione, la sua architettura riflette più uno stile buddista. Si pensa che questa grotta fosse un riferimento per un arco di Chaitya che è una stanza simile a un tempio o sala di preghiera più comunemente associata al buddismo .

Uno degli aspetti più interessanti delle grotte sono le pareti levigate delle strutture granitiche estremamente dure. Altrove nella società Maurya, questa abilità è mostrata in sculture e pilastri.

Tuttavia, questo livello di abilità e tecnologia non si vede da nessun'altra parte in questo periodo su questa scala. Alcuni storici hanno sostenuto che la precisione e l'accuratezza di queste grotte superano anche i migliori edifici greci esistenti in tutto il mondo antico.

Immagine in alto: le grotte di Barabar sono state scolpite più di due millenni fa, con estrema perfezione. Fonte: Abhisal2408 / CC BY-SA 4.0 .

Di Kurt Readman

https://www.historicmysteries.com/barabar-caves/?fbclid=IwAR0TqiqsZDa_cTSu8YPeOzQRf76HDLYY9-L6XvU7eyThhbYOSfy62rbsAhg

Pietra di Ingá - Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Di Claudio JJ - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=49328656

La Pietra di Ingá (Pedra do Ingá in lingua portoghese) è un grande monolite scolpito e decorato che si trova nel fiume Ingá vicino alla piccola città di Ingá, a 96 km da João Pessoa, nello stato di Paraíba, nel nord-est del Brasile.

La Pietra Ingá è anche chiamata Itacoatiara do Ingá. La parola Ita significa "pietra" nella lingua tupi degli indigeni che abitavano quella zona. Si tratta di una formazione rocciosa in gneiss che copre un'area di circa 250 m 2 che comprende un muro verticale lungo 46 metri per 3,8 metri di altezza.

Le pietre sono ricoperte di simboli e glifi (se ne contano circa 450)[1] che fino ad oggi risultano indecifrabili. Gli studiosi ritengono che sia stato creato da indigeni che hanno vissuto nella zona fino al XVIII secolo. La maggior parte dei glifi rappresenta animali, frutti, esseri umani, costellazioni e altre immagini irriconoscibili.

Ipotesi sulla realizzazione

Particolare delle incisioni (1)

La maggioranza degli studiosi ritiene che si tratti di antichi simboli sacri scolpiti da un'antica cultura precolombiana, ancora non identificata, che ha abitato la regione in tempi remoti; altri hanno ipotizzato che rappresenti la loro scrittura. La maggior parte delle figure sembra astratta e gli studiosi vorrebbero tentare una traduzione ma il problema principale è che mancano paralleli su cui operare un confronto.[1]

Tuttavia, fino ad oggi, non è stato possibile stabilire in modo definitivo chi fossero gli autori dei segni e quali sarebbero state le motivazioni per la realizzazione del monumento. Gli archeologi, come Dennis Mota e Vanderley de Brito, ritengono che le iscrizioni siano state fatte nel corso di molte generazioni, da comunità seminomadi in passaggi attraverso la regione, utilizzando scalpelli di pietra.

L'intero terreno roccioso presenta iscrizioni dalle forme più diverse, realizzate con varie tecniche di incisione su pietra . Le diverse parti sono state chiamate "Pannelli" dai professori Thomas Bruno Oliveira e Vanderley de Brito, per scopi di ricerca:

  • Pannello Verticale - È il più conosciuto e studiato dell'insieme dell'area rocciosa, è lungo 46 metri per 3,8 m di altezza, 15 metri di lunghezza per 2,3 m di altezza sono quasi completamente occupate da iscrizioni. La maggior parte di esse si trova al di sotto di una linea orizzontale leggermente ondulata di 112 incisioni capsulari. Queste iscrizioni sono molto pulite, presentano scanalature larghe (fino a 5 cm), relativamente profonde (fino a 8 mm) e ben levigate.
  • Pannello inferiore - Si trova sul pavimento della lastra di fronte al pannello verticale. Copre un'area di 2,5 m² con diverse iscrizioni arrotondate da cui emergono striature, simili a stelle . Gli studiosi ipotizzano che vi venga rappresentata la costellazione di Orione o delle Pleiadi, poiché sono le costellazioni che si possono vedere guardando il cielo notturno da quella posizione.
  • Pannello Superiore - Situato sopra il Pannello Verticale, in cima alla roccia, alto 3,8 metri. È composto da segni sparsi di minore profondità e larghezza e realizzati anche con meno cura di quelli sottostanti. L'iscrizione che più attira l'attenzione su questo pannello è un grande cerchio a forma di spirale , attraversato da un'iscrizione a forma di freccia che punta ad ovest .
  • Sono presenti anche le cosiddette Iscrizioni Marginali , che sono sparse in tutta l'area dell'insieme rupestre e hanno un aspetto più rustico rispetto alle altre iscrizioni, molti di loro sono appena stati raschiati via dalla superficie rocciosa. Il motivo per cui queste iscrizioni differiscono dalle altre, per la loro semplicità, è un altro dilemma per i ricercatori. Vanderley de Brito propone che potrebbero essere stati prodotti da culture precedenti a quella che ha prodotto le iscrizioni principali. Dennis Mota ipotizza invece che le iscrizioni marginali avrebbero potuto servire da schizzo per le iscrizioni più elaborate sui pannelli.

Ipotesi archeoastronomica

C'è un'ipotesi che attribuisce ai petroglifi di Ingá un'importanza dal punto di vista archeoastronomico. Nel 1976, l'ingegnere spagnolo Francisco Pavía Alemany iniziò uno studio matematico di questo monumento archeologico. I primi risultati sono stati pubblicati nel 1986 dall'Istituto di Arqueologia Brasileira (Pavía Alemany F. 1986).[2] Egli Individuò in Inga una serie di "ciotole" e un altro petroglifo inciso sulla superficie verticale del muro di pietra che formava un "calendario solare", sul quale uno gnomone proiettava l'ombra dei primi raggi solari di ogni giorno. L'Agrupación Astronómica de la Safor ha pubblicato nel 2005 una sintesi di questo lavoro nel suo bollettino ufficiale Huygens n. 53 (Pavía Alemany F. 2005).

Successivamente F. Pavia ha proseguito lo studio, concentrandosi questa volta su una serie di segni incisi sulla superficie rocciosa, che ha interpretato come un gran numero di "stelle" raggruppate a formare "costellazioni". Si ritiene che la coesistenza delle "ciotole" e delle "costellazioni" nella stessa roccia le conferisca un significato archeoastronomico.

Nel 2006, l'egittologo e archeoastronomo Jose Lull ha coordinato la pubblicazione di un libro intitolato Trabajos de Arqueoastronomía. Ejemplos de Africa, America, Europe y Oceania , un compendio di tredici articoli scritti da archeoastronomi. Tra questi ci sono "L'insieme archeoastronomico di Inga" dove è esposto lo studio sia delle coppe che delle costellazioni menzionate prima e le ragioni che giustificano Inga come un monumento archeoastronomico eccezionale.

Ipotesi Pseudoscientifiche

Vista la mancanza di notizie certe sui costruttori della Pietra di Ingà, sono state formulate delle ipotesi riconducibili alla cosiddetta "archeologia misteriosa" che non trovano alcun riscontro presso la maggioranza degli studiosi.

Il ricercatore italo-brasiliano Gabriele D’Annunzio Baraldi, studioso di lingue antiche che ha trascorso molti anni allo studio della Pietra di Ingá, sostiene che i glifi presenti sul monolite sono simili a quelli delle culture mesopotamiche primordiali.[1] Sempre a suo parere, la lingua Tupi – Guarani, parlata da alcuni gruppi etnici sudamericani, sembra avere una lontana assonanza con la lingua ittita.[3] Baraldi trova in questa comunanza una prova dell’esistenza di una grande civiltà globale esistita in tempi remoti, nota più comunemente con il nome di Atlantide. Se la tesi di Baraldi è corretta, la Pietra di Ingá rappresenta un messaggio che gli antichi superstiti di quella civiltà avrebbero lasciato ai posteri, come memoria del passato e come monito per il futuro. A sostegno dell’ipotesi di Baraldi vi sarebbe la somiglianza dei glifi della Pietra di Ingá con la scrittura utilizzata dagli antichi abitanti dell'Isola di Pasqua, il Rongorongo. Si tratta di una scrittura che è stata solo parzialmente decifrata e che non utilizza geroglifici. L’isola di Pasqua è l’unica nell’area del Sud Pacifico ad aver sviluppato nella propria storia una scrittura propria.

Molti sostengono che la Pedra do Ingá abbia origini fenicie. Il professore padre Inácio Rolim, vissuto nel XIX secolo, è stato uno dei primi promotori di questa tesi, facendo analogie tra i simboli scritti su Pedra do Ingá e i caratteri della scrittura fenicia. La ricercatrice Fernanda Palmeira, all'inizio del XX secolo , viaggiò attraverso diverse regioni dell'entroterra nord- orientale, studiando presunti resti fenici in questa regione. Oltre a diversi articoli, scrisse anche il libro "Storia antica del Brasile", in cui associava non solo le iscrizioni rupestri di Ingá ai Fenici, ma anche alla scrittura demotica egizia.

Esiste anche una corrente che sostiene che i segnali di Ingá siano opera di ingegneria extraterrestre. L'ufologo Cláudio Quintans ha suggerito che delle astronavi aliene sarebbero atterrate nella regione di Pedra do Ingá. L'ufologo ha persino raccolto campioni del suolo dove, secondo lui, sarebbe atterrato tale veicolo. Un altro ricercatore, Gilvan de Brito, nel libro Viagem ao Desconhecido , afferma che esistono, in Ingá, formule per la produzione di energia quantistica e persino combinazioni matematiche che potrebbero indicare la distanza tra la Terra e la Luna.

Foto:

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https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Itacoatiaras_de_Ing%C3%A1_-_Ing%C3%A1_Para%C3%ADba_Brasil.jpg#/media/File:Itacoatiaras_de_Ingá_-_Ingá_Paraíba

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https://it.wikipedia.org/wiki/Pietra_di_Ing%C3%A1