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martedì 16 gennaio 2024
Il piccolo genio della natura: le formiche rivelano un'inaspettata conoscenza dei semi. - Hasan Jasim by David Attenborough
lunedì 15 gennaio 2024
il manoscritto di Voynich. - Ethos
sabato 13 gennaio 2024
La valle di Bamiyan, in Afghanistan.
La missione cinese Zhurong rivela strutture poligonali sepolte su Marte.
Mars’s huge impact crater, Utopia Planitia. (ESA/DLR/FU Berlin) |
Il rover cinese Zhurong ha scoperto 16 strutture poligonali sepolte sotto la superficie marziana, fornendo nuove informazioni sulla composizione del pianeta.
Utilizzando il radar a penetrazione del suolo, Zhurong ha rilevato queste formazioni a una profondità di 35 metri. Gli scienziati ritengono che i poligoni siano stati creati da cicli di gelo e disgelo che hanno causato crepe nel terreno, che inizialmente si trovava in superficie. Questo processo di sublimazione e congelamento può modellare il terreno in modi unici, come ad esempio i “ragni” su Marte. Si ritiene che questo processo sia in corso da miliardi di anni.
Studi precedenti si sono concentrati sugli strati verticali della regione, che indicano che ci sono state diverse inondazioni che hanno riempito la conca circa 3 miliardi di anni fa. Il nuovo studio ha analizzato gli strati orizzontali utilizzando i dati radar su una distanza di 1,9 chilometri.
Marte è un pianeta vulcanico, con il vulcano più alto del sistema solare. L’attività geologica persiste ancora oggi, come dimostrato dai “marsquake” registrati dalla sonda InSight della NASA.
I ricercatori hanno considerato la possibilità che le strutture sepolte avessero un’origine lavica, ma non sono state trovate prove di estrusioni basaltiche nella zona esplorata da Zhurong. Il team è convinto che le strutture siano sedimentarie, formate da processi termici in climi variabili.
Questo studio ha rivelato un aspetto intrigante: se le strutture poligonali sono state create da cicli di gelo e disgelo, allora il clima di Marte in passato doveva essere molto più variabile. Utopia Planitia si trova a basse-medie latitudini, a 25 gradi a nord dell’equatore marziano. Tuttavia, il pianeta potrebbe aver avuto un’inclinazione maggiore, il che avrebbe portato a stagioni molto diverse nella regione.
Gli strati indicano che nel passato sono accadute molte altre cose. Le strutture poligonali erano sepolte in strati di materiale che non assomigliavano affatto a loro. Forse l’ambiente umido che le ha create è scomparso, o si è verificato qualche altro evento geologico sconosciuto.
Gli autori dello studio hanno scritto: “La presenza di terreno poligonale a basse latitudini (∼25 N), che si ritiene sia stato formato da crepe da contrazione termica, suggerisce fortemente un’inclinazione elevata di Marte in passato. La struttura sotterranea con i materiali di copertura che sovrastano il terreno poligonale sepolto indica un notevole cambiamento paleoclimatico successivo”.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy.
Links: nature.com
Göbekli Tepe: il primo tempio della storia - Susana Soler Polo
Nel 1995 è stato scoperto nel sud della Turchia un singolare complesso megalitico risalente a quasi 12mila anni fa.
Tra il X e il VI millennio a.C. nel Vicino Oriente si verificò una svolta cruciale per la storia dell’umanità: la cosiddetta rivoluzione neolitica. In questo lungo processo la vecchia società dei cacciatori-raccoglitori cedette il passo a una vera e propria economia agricola, basata sulla domesticazione di piante e animali. Gli archeologi hanno individuato le testimonianze più antiche di questa trasformazione nella Mezzaluna fertile, un’ampia regione che va dalla Mesopotamia alla valle del Nilo e che comprende i siti di Gerico in Cisgiordania e Jarmo e Shanidar nell’attuale Iraq. Nel 1995 a questi luoghi si è aggiunto Göbekli Tepe, situato nell’odierna Turchia sudorientale. Scoperto dall’archeologo tedesco Klaus Schmidt, che si dedicò agli scavi fino alla morte nel 2014, Göbekli Tepe ha modificato profondamente la nostra comprensione del modo in cui si è prodotta la rivoluzione neolitica.
Situato nella Turchia sudorientale, Göbekli Tepe è un complesso di strutture circolari in pietra che, secondo gli archeologi, risalirebbe a 11.600 anni fa. Forse era un centro di culto.
Il giacimento risale al Neolitico preceramico, il periodo in cui iniziò la domesticazione della flora e della fauna. A conferma di questo fatto sono stati ritrovati nel sito alcuni falcetti di selce e delle piccole macine di pietra. A soli trenta chilometri di distanza, sul monte Karaca Dağ, poi, sono state identificate le prime varianti domesticate del frumento. Eppure, il ritrovamento di una grande quantità di ossa di gazzelle e di cinghiali e l’assenza di resti di specie domesticate suggeriscono che il complesso sia stato costruito da cacciatori-raccoglitori.
Ma ciò che rende davvero unico Göbekli Tepe è la sua struttura monumentale. Nell’area studiata fino a oggi sono state trovate varie costruzioni megalitiche circolari, costituite da mura intervallate da pilastri a forma di T, di un’altezza che oscilla tra il metro e mezzo delle costruzioni più recenti e i cinque metri e mezzo delle più antiche. Al centro di questi edifici erano situati due pilastri più alti, anch’essi a forma di T, con incisioni molto schematiche di figure umane: si possono distinguere occhi e braccia, e dei tratti che, forse, rappresentavano vestiti. È difficile stabilire con certezza l’identità degli esseri raffigurati, ma le loro dimensioni e la posizione che occupano al centro del complesso fanno pensare a delle divinità o comunque a persone che comandavano.
Un sito millenario.
Finora è stata portata alla luce solo una parte delle strutture del sito. Le prospezioni mostrano che si estende su nove ettari e che ci sono vari complessi ancora sepolti, forse una ventina. Alcuni di essi potrebbero essere più antichi di quelli studiati fino a oggi, che risalgono al X millennio a.C. Sarebbero quindi precedenti alle prime testimonianze di agricoltura. Lo studio degli edifici emersi dagli scavi sembra indicare un cambiamento: i più antichi sono formati da blocchi di dimensioni maggiori e con decorazioni più complesse, mentre quelli più recenti sono delimitati da mura rettangolari e le decorazioni sono più semplici. In entrambi i casi furono realizzati con la pietra calcarea proveniente da alcune cave distanti poche centinaia di metri. Considerata la rudimentale tecnologia disponibile all’epoca, il trasporto di blocchi del peso di diverse tonnellate non dovette rivelarsi un’impresa semplice. Un’opera di tale portata necessitava di un’organizzazione collettiva su larga scala, in un’epoca in cui i gruppi umani erano di dimensioni ridotte. La costruzione di Göbekli Tepe richiese quindi la cooperazione di differenti tribù e clan.
Non sono solo le proporzioni colossali a rendere unico il sito, ma anche il repertorio iconografico. I pilastri sono decorati con incisioni a rilievo di animali selvatici come cinghiali, volpi, tori, uccelli, serpenti e scorpioni. Potrebbe trattarsi di spiriti guida che proteggevano i vari clan che si riunivano in quel luogo, o forse di guardiani che difendevano gli esseri di pietra presenti al centro del complesso. Nei rilievi compaiono anche delle figure umane, e sono state ritrovate inoltre delle sculture che rappresentano sia animali sia esseri umani. Tra queste spiccano quella di una donna raffigurata frontalmente (forse simboleggiava la fertilità), e varie figure decapitate.
Il primo tempio dell’umanità?
Gli archeologi si sono interrogati a lungo riguardo a quale fosse la funzione di Göbekli Tepe. Lo scopritore del sito, Klaus Schmidt, non aveva dubbi: si trattava di un centro religioso eretto da gruppi di cacciatori-raccoglitori che vi si recavano periodicamente in pellegrinaggio per celebrare un rituale di qualche tipo. Quest’interpretazione significava mettere in discussione molte idee consolidate. Le altre costruzioni megalitiche conosciute sono molto più tarde – Stonehenge, per esempio, risale al III millennio a.C. – e sono opera di società agricole complesse, dotate di un sistema di credenze religiose che ne garantiva la coesione. Se gli edifici di Göbekli Tepe sono stati invece costruiti da gruppi di cacciatori-raccoglitori, questo implicherebbe che la religione si è sviluppata prima dell’agricoltura.
Ma esistono anche altre teorie. Secondo l’antropologo canadese Ted Banning, il complesso potrebbe essere un insediamento permanente, sul modello degli spazi collettivi organizzati attorno a totem scoperti lungo la costa nord-occidentale degli Stati Uniti. Ma questa teoria alternativa non chiarisce il ritrovamento di utensili in pietra di diversa origine, alcuni dei quali prodotti a notevole distanza dal sito. La presenza di questi reperti è meglio spiegata dall’ipotesi che Göbekli Tepe fosse un centro di pellegrinaggio per differenti gruppi di cacciatori-raccoglitori. Un’altra difficoltà che devono affrontare i sostenitori della teoria dell’insediamento permanente è che non si sa con certezza se le strutture ritrovate a Göbekli Tepe fossero coperte. Alcuni esperti sostengono di sì, in base alla disposizione dei pilastri e ad altre ragioni strutturali, e soprattutto perché gli edifici più recenti mostrano delle suddivisioni interne che fanno pensare a delle stanze.
Anche il ritrovamento di un gran numero di ossa di animali destinati al consumo potrebbe andare a favore dell’ipotesi dell’insediamento. Secondo Klaus Schmidt si tratta invece di resti di banchetti rituali, il che implica che Göbekli Tepe ospitava quanto meno una sorta di clero.
Il mistero continua.
Il giacimento solleva ancora molti interrogativi, per esempio in merito alla causa del suo abbandono. A questo proposito si è ipotizzato che gli edifici venissero interrati ritualmente quando perdevano il loro potenziale magico, oppure alla morte di qualche personaggio importante, come un capo clan e, successivamente, se ne costruissero di nuovi. Secondo una teoria più recente l’abbandono non era intenzionale, ma provocato da frane ed erosioni. I templi di Göbekli Tepe non sono un caso isolato. In vari siti anatolici sono state scoperte strutture simili. A Nevalı Çori – insediamento che potrebbe essere sorto in seguito all’abbandono definitivo di Göbekli Tepe – sono stati trovati dei pilastri a forma di T. Il repertorio iconografico di Göbekli Tepe ricorre poi nelle sculture di serpenti e cinghiali di Nevalı Çori o nelle figure di avvoltoi di Nahal Hemar (Israele) e Gerico (Cisgiordania). Tutto questo indica l’esistenza di uno sfondo religioso comune che si sviluppò durante la rivoluzione neolitica e favorì la formazione di gruppi molto più grandi dei semplici nuclei familiari o dei clan. Fu proprio questo orizzonte condiviso che nel X millennio a.C. permise la comparsa, in un angolo dell’Anatolia, di quello che fu probabilmente il primo tempio della storia.
https://www.storicang.it/a/gobekli-tepe-il-primo-tempio-della-storia_14826
venerdì 12 gennaio 2024
I ricercatori scoprono la tomba del ‘dio-re’ Maya del 4° secolo. - Deslok
Gli archeologi del Guatemala hanno fatto un’incredibile scoperta in quanto hanno scoperto la tomba di un «dio-re» Maya nel Guatemala.
Dopo aver scavato la tomba, i ricercatori hanno scoperto una stupefacente maschera di giada usta per la sepoltura e un’insieme di manufatti diversi che si credono risalenti tra il 300 e il 350 d.C.
La scoperta la rende la più antica e nota tomba reale che è mai stata scoperta nella regione nord-occidentale del paese di Petén.
Gli archeologi ritengono che questa sepoltura, iscritta come sepoltura 80, potrebbe appartenere al famoso re Te’ Chan Ahk, membro di una delle più antiche dinastie reali Maya, il Wak fondato nel II secolo d.C.
La possibile tomba è stata identificata grazie alla maschera di giada posta sulla testa dell’uomo e destinata a rappresentarlo come dio del grano.
Secondo i ricercatori, i re Maya erano regolarmente ritratti e rappresentati come Dei del Mais. Questa linguetta sulla fronte presenta un simbolo unico la “Croce Greca” che significa negli antichi Maya “Giallo” e “Prezioso”. Questo simbolo è associato anche al Dio del Mais.
Le principali colture degli antichi Maya erano il mais, i fagioli, la squash, l’avocado, il peperoncino, l’ananas, la papaya e il cacao.
“I Maya hanno venerato i loro divini governanti e li hanno trattati come anime viventi dopo la morte”, ha dichiarato il co-regista David Freidel, professore di antropologia nelle arti e delle scienze presso l’Università di Washington a St. Louis.
“La tomba di questo re ha contribuito a rendere l’acropoli e il palazzo reale terra santa, un luogo di maestosità, all’inizio della storia della dinastia Wak – centopiedi. È come gli antichi re Sassoni in Inghilterra sepolti in Old Minster, l’originale chiesa sotto la cattedrale di Winchester”.
Il sito archeologico di Waka in Perù ‘si trova a circa 70 chilometri a ovest del famoso sito archeologico di Tikal. Si ritiene che durante il periodo classico questa città reale abbia dominato importanti rotte commerciali che si dirigevano verso nord e a sud e da est verso ovest. Era situato in un incrocio commerciale.
I ricercatori hanno scoperto un gran numero di manufatti durante la ricerca della tomba.
Oltre alla maschera del governatore, gli archeologi hanno scoperto 22 vasi di ceramica, conchiglie di spondylus, ornamenti di giada e un ciondolo a conchiglia a forma di coccodrillo.
I resti del re e alcuni ornamenti, come la maschera, vennero verniciati in rosso luminoso.
Negli anni ’60 gli archeologi di Tikal hanno trovato un manufatto simile a quello che hanno scoperto, una maschera di colore verde, la prima tomba reale Maya, risalente al primo secolo d.C.
I primi insediamenti Maya risalgono al 1800 a.C, o all’inizio di quello che si chiama Pre-classico o Periodo Formativo. I centri più piccoli dei Maya coprivano meno di un chilometro quadrato. Tikal, il più grande, copriva 123 chilometri quadrati.
La città isola di Tayasal è considerata l’ultimo Regno indipendente dei Maya esistito fino al 1696.
a cura di Hackthemtrix
1.8 Million Year Old "Nuclear Reactor" Found In Africa? - Deslok
Una miniera di uranio nel paese africano della Repubblica del Gabon mostra alcuni aspetti incredibilmente insoliti che molti scienziati importanti credono chiaramente che indichino l’opera di una civiltà intelligente antica. Questa conclusione ha indotto una grande quantità di furiosi dibattiti nella comunità scientifica come se questa teoria fosse esatta; La teoria suggerisce che un’antica civiltà ha avuto accesso alla tecnologia nucleare almeno mezzo milione di anni fa.
LA MINIERA D’URANIO ANTICA IN GABON PUÒ ESSERE IL SITO DI UN REATTORE NUCLEARE PREISTORICO
La scoperta insolita fu fatta quarantanove anni fa quando una società mineraria con sede in Francia cominciò ad importare uranio da una miniera di Oklo, nella Repubblica di Gabon. Tuttavia, dopo l’analisi del minerale, gli scienziati francesi hanno scoperto che una gran parte del contenuto dell’uranio era stata estratto in un modo abbastanza insolito.
Il mistero dell’uranio ha sconcertato la comunità scientifica e numerosi scienziati si sono recati a Gabon per esaminare da vicino la miniera. Con loro stupore, hanno trovato prove che l’antica miniera, risale almeno a 1,8 miliardi di anni fa, e che probabilmente era in realtà un reattore nucleare altamente avanzato.
Naturalmente, molti scienziati non possono credere a questa conclusione che sfiderebbe tutto ciò che gli scienziati e gli storici credono sulle antiche civiltà.
Hanno descritto l’apparente estrazione dell’uranio dal minerale come “una meraviglia” ma “naturale”. Tuttavia, altri non credono ad un processo naturale. Secondo il fisico francese Francis Perrin, i campioni di uranio dal sito di Oklo contengono esattamente lo stesso livello di isotopi che è presente nei rifiuti nucleari delle centrali nucleari di oggi .
Questo, per Perrin e altri scienziati, è molto più di una coincidenza per essere ignorato. Oltre a questo, il dottor Glen Seaborg, vincitore del premio Nobel, considerato una delle autorità leader del mondo sull’energia nucleare, ha anche espresso la sua convinzione che l’uranio non avrebbe potuto essere estratto naturalmente. Ha sottolineato che l’acqua utilizzata in un reattore nucleare deve essere eccezionalmente pura e che questa purezza deve essere realizzata artificialmente. Se l’acqua non è abbastanza pura, la reazione si arresta immediatamente. Secondo il dottor Seaborg, ciò significa che la reazione nucleare è semplicemente troppo complessa per accadere per caso nella natura.
Nonostante le prove presentate da questi rispettati scienziati, è certo che molte persone della comunità scientifica non accetteranno mai le loro conclusioni. Dopo tutto, se queste teorie si rivelano corrette, suggerirebbe che sia esistita una civiltà straordinariamente avanzata che viveva sul pianeta Terra migliaia di anni fa.
https://www.hackthematrix.it/reattore-nucleare-2-miliardi-anni-scoperto-africa/