giovedì 13 giugno 2024

La guerra per la lingua. - Guendalina Middei

 

In questi giorni è uscito un saggio pubblicato da Einaudi: La guerra per la lingua; l’ho acquistato d’impulso e adesso dal mio comodino occhieggia la quarta di copertina che recita: «chi riesce a controllare la lingua, deciderà ciò che pensa la gente». La lingua è il terreno di scontro della politica. E la lingua che usiamo è sempre una questione politica, di un certo tipo di politica almeno. La lingua usata nei giornali, nelle radio, nelle televisioni, la lingua d’elezione delle classi dirigenti rivela molto sulla politica interna ed estera di un paese. 

Oggi leggere i giornali significa barcamenarsi tra una sfilza di anglicismi come long warjobs actgreen economyrecovery plan, calchi linguistici e pessimi adattamenti come il caso di smart working, letteralmente lavoro intelligente che in italiano chissà perché ha preso il significato di lavoro da remoto. Il compianto linguista Tullio de Mauro nel 2016 parlava di tsunami anglicus; per il professor Jeffrey Earp gli italiani usano l’inglese «più per mostrarsi colti o moderni che per comunicare nella maniera più chiara possibile».

Ne sono stati scritti a migliaia di articoli sugli anglicismi, qual è allora la necessità di tornare a rimarcare un fenomeno su cui è stata già stata spesa un’abbondanza di parole? Quando si parla di anglicismi si lancia sempre un appello accorato in difesa della lingua italiana, quasi mai ci si arrischia ad analizzare fino in fondo questo fenomeno. Sembra un aspetto marginale, mentre sta esattamente al centro del delicatissimo sistema socio-politico e socio-culturale di un paese. Ma per capirlo fino in fondo bisogna fare un passo indietro e andare a ripescare un classico della letteratura russa: Guerra e pace

Chi legge per la prima volta Guerra e Pace non può non sentirsi confuso, spaesato, perfino infastidito. Il famoso ricevimento di Anna Pavlovna che dà il là al romanzo è scritto quasi interamente in francese. Nel salotto della leonessa di Pietroburgo gli invitati parlano in francese. Metà delle frasi sono in francese, l’altra metà abbonda di parole come mon amichère, charmant, ridicule, caustique, ma tante.  Non si tratta di una trovata letteraria, Tolstoj, da maestro del realismo qual era, ha descritto fedelmente l’atteggiamento linguistico della nobiltà russa. Nel XIX secolo il francese ha conquistato la Russia diventando la lingua ufficiale dell’aristocrazia. Parlare in francese è una moda, un lusso, un segno distintivo. Al contrario l’eroe del romanzo, Pierre, usa di rado il francese, perché crede nell’uguaglianza tra gli uomini e non ritiene di doversi dimostrare superiore a nessuno, nemmeno alla servitù. 

Che cosa contiene allora la lingua, che cosa custodisce, che cosa esprime? Una cultura. La lingua riflette un’identità culturale, innata, mancante o acquisita. Nel II secolo d.C. il greco diventa la lingua d’elezione di un’altra identità culturale e politica. Ai tempi dell’irriverente Luciano di Samosata che ridicolizza questo fenomeno, parlare in greco significava appartenere a quell’élite di intellettuali – allora chiamati neosofisti – che contrapponevano la propria grecità al potere politico romano. 

Gli esempi storici non mancano e ci vorrebbe un’analisi molto accurata, oggi mi limito a dire che la lingua è da sempre ed è sempre stata una questione politica. Quando una cultura ne assorbe e ne soppianta un’altra, lo fa lo attraverso la lingua. Chi conquistava una terra aveva il diritto d’imporre sul popolo assoggettato la sua lingua. Il conquistatore impone la sua lingua, il conquistato la subisce. Nel racconto biblico Dio dà ad Adamo il compito di dare un nome agli animali. Adamo è il primo uomo, il primo della sua dinastia. Dio lo nomina «signore degli animali e delle creature del paradiso terrestre» e in quanto signore ha il diritto d’imporre il nome a tutte le creature che fanno parte del suo regno. Nell’antica Grecia si credeva che un uomo potesse acquisire potere su un altro apprendendone il nome. Quando gli antichi romani volevano cancellare la memoria di una persona, ne cancellavano il nome. I nomi hanno potere. Noi acquisiamo potere sulle cose dandogli un nome. Dire è creare, ma è anche avere potere sulle cose. 

L’incipit di Lolita, il celebre romanzo di Nabokov, ha inizio proprio con un cambiamento di nome: «Lolita, luce della mia vita, fuoco dei miei lombi. Mio peccato, anima mia. […] Era Dolores sulla linea punteggiata dei documenti. Ma nelle mie braccia fu sempre Lolita». Humbert Humbert dà alla sua figlioccia dodicenne il nome di Lolita. La fantasia morbosa di Humbert prende possesso di Dolores, si appropria della sua identità, della sua storia, la modella a suo piacimento e lo fa innanzitutto dandole un altro nome. Dolores dunque diventa Lolita. 

Assegnare un nome alle cose, nominarle e rinominarle, lasciare su di esse l’impronta della propria lingua è un atto di possesso, di conquista, di supremazia. La lingua è uno strumento di controllo di sociale: i regimi in ogni tempo ed epoca hanno maneggiato, rivoltato e tentato di togliere significato alle cose e di chiamarle con un altro nome. E le trasformazioni linguistiche riflettono l’avvicendarsi di primati culturali e supremazie politiche. Il linguaggio musicale abbonda di parole italiane, testimonianza dell’influenza che l’Italia esercitò sul canto e la musica; in ambito informatico la supremazia americana è stata indiscussa e questa supremazia si è tradotta in una «lingua informatica» mutuata direttamente dall’inglese. L’inglese però è anche la lingua della finanza, dell’economia, della politica, dell’industria farmaceutica, della sanità. Già, ma perché? Perché gli Stati Uniti esercitano un’egemonia su finanza, economia, politica, sanità

Cosa rivela allora la massiccia influenza di una lingua su un’altra? Una sudditanza psicologica, culturale e politica. Difficile negare l’influenza degli Stati Uniti sulla vita politica italiana e di riflesso sulla cultura italiana e sulla nostra lingua. Viviamo all’ombra di una civiltà più forte, dinamica e agguerrita della nostra che ha affermato su di noi la sua egemonia. E lo fa attraverso le nostre classi dirigenti. I vettori principali dell’immissione di parole inglesi nella nostra lingua sono la televisione, la radio, i giornali, la politica, le istituzioni. Apparati che dall’alto propagano messaggi verso il basso e che già per Pasolini rappresentavano l’opinione e la volontà di un’unica fonte d’informazione: quella del Potere. 

In definitiva non è possibile criticare e contestare l’uso sproporzionato di parole inglesi nella nostra lingua, se non mettiamo prima in discussione i nostri rapporti politici e culturali con la nazione che ne è l’origine. 

[di Guendalina Middei, in arte Professor X]

https://www.lindipendente.online/2024/06/12/la-guerra-per-la-lingua/


Già Churchill aveva proposto in passato di governare il mondo attraverso la lingua, proponendo l'uso dell'inglese come lingua globale da utilizzare: https://italofonia.info/6-settembre-1943-churchill-teorizza-linglese-globale-gli-imperi-del-futuro-sono-quelli-della-mente/

mercoledì 12 giugno 2024

La Mesopotamia. - Mabel Virginia Russell

 

La Mesopotamia considerata la culla della civiltà ha avuto un impatto profondo sul mondo. Le sue innovazioni e le sue conquiste hanno avuto effetti di vasta portata, plasmando il corso della storia umana. Ecco alcuni modi significativi che la Mesopotamia ha influenzato il mondo:1. SCRITTURA: i mesopotamici inventarono il cuneiforme, una delle prime forme di scrittura. Questa innovazione ha permesso la registrazione di leggi, transazioni commerciali e letteratura, gettando le basi per moderni sistemi di scrittura. 2. GOVERNANCE: la Mesopotamia ha visto l'ascesa di città-stato e imperi, come gli imperi babilonesi e assiri. Questi governi svilupparono codici giuridici, strutture amministrative e relazioni diplomatiche che influenzavano i sistemi politici nel mondo antico e non solo. 3. AGRICOLTURA: i mesopotamici svilupparono sofisticati sistemi di irrigazione e coltivazioni come orzo, grano e datteri. Le loro pratiche agricole si diffondono ad altre regole, contribuendo alla crescita delle civiltà nel Vicino Oriente antico. 4. ARCHITETTURA: Architettura mesopotamica, caratterizzata da ziggurati (piramidi a gradini),templi e palazzi, stili edilizi ispirati nell'antica Grecia, Roma e Medio Oriente. 5. MATEMATICA: i mesopotamici hanno dato un contributo significativo alla matematica, sviluppando un sistema sessagesimale (base-60) che è ancora oggi usato per misurare tempo e angoli. 6. ASTRONMIA: i mesopotamici mappano i movimenti dei corpi celesti, creando dettagliate registrazioni astronomiche che hanno influenzato gli antichi astronomi greci come Tolomeo. 7. COMMERCIO: la posizione strategica della Mesopotamia ha facilitato il commercio tra Oriente e Occidente, creandolo come centro di scambio di beni, idee e culture. 8. CULTURA: L'arte, la letteratura e la mitologia mesopotamica hanno avuto un impatto duraturo sul patrimonio culturale del mondo antico, influenzando le arti e la letteratura delle civiltà che ne seguirono.
I contributi mesopotamici alla scrittura, al governo, all'agricoltura, all'architettura, alla matematica, all'astronomia, al commercio e alla cultura hanno avuto un impatto duraturo sullo sviluppo della civiltà umana.

lunedì 10 giugno 2024

Problema dei 3 corpi: una sfida affascinante da secoli. - Giorgio Alberto Tarantino

 

Il problema dei 3 corpi è un enigma della fisica che ha afflitto gli scienziati sin dai tempi di Isaac Newton, ma cos’è esattamente, perché è così difficile da risolvere e la serie di fantascienza con lo stesso nome è davvero possibile?

Il problema dei 3 corpi descrive un sistema contenente tre corpi che esercitano forze gravitazionali l’uno sull’altro, e mentre può sembrare semplice, è un problema notoriamente complicato e “la prima vera preoccupazione di Newton”, come ha detto Billy Quarles, un dinamico planetario presso la Valdosta State University in Georgia.

In un sistema di soli due corpi, come un pianeta e una stella, calcolare come si muoveranno l’uno intorno all’altro è abbastanza semplice: la maggior parte delle volte, quei due oggetti orbiteranno approssimativamente in un cerchio intorno al loro centro di massa, e torneranno al punto di partenza ogni volta.

Detto ciò, se aggiungi un terzo corpo, come un’altra stella, le cose diventano molto più complicate. Il terzo corpo attrae i due che orbitano l’uno intorno all’altro, tirandoli fuori dai loro percorsi prevedibili, con il movimento dei tre corpi che dipende dal loro stato iniziale: le loro posizioni, velocità e masse, se anche solo una di queste variabili cambia, il movimento risultante potrebbe essere completamente diverso.

Perché il problema dei 3 corpi è così difficile da risolvere?

Non ci sono abbastanza vincoli sui movimenti dei corpi per risolvere il problema dei 3 corpi con equazioni, e a tal proposito si è espresso Shane Ross, un matematico applicato presso il Virginia Tech:

“Penso a questo come se stessi camminando su una cresta di montagna. Con un piccolo cambiamento, potresti cadere a destra o potresti cadere a sinistra. Queste sono due posizioni iniziali molto vicine, e potrebbero portare a stati molto diversi.”.

Alcune soluzioni al problema dei 3corpi sono state trovate, ad esempio, se le condizioni iniziali sono giuste, tre corpi di massa uguale potrebbero inseguirsi a vicenda in un modello a otto, ciononostante tali soluzioni ordinate sono l’eccezione quando si tratta di sistemi reali nello spazio.

Consideriamo Tatooine, il mondo natale fittizio di Luke Skywalker da “Star Wars” –un singolo pianeta che orbita intorno a due soli–, quelle due stelle e il pianeta costituiscono un sistema a tre corpi, ma se il pianeta è abbastanza lontano e orbita intorno a entrambe le stelle insieme, è possibile semplificare il problema.

“Quando si tratta del caso di Tatooine, finché sei abbastanza lontano dal binario centrale, allora pensi a questo oggetto come se fosse solo una stella molto grassa”

ha detto Quarles. Il pianeta non esercita molta forza sulle stelle perché è molto meno massiccio, quindi il sistema diventa simile al più facilmente risolvibile problema dei due corpi; finora, gli scienziati hanno trovato più di una dozzina di esopianeti simili a Tatooine.

Una storia lunga 300 anni

Il problema dei 3 corpi ha una lunga storia che risale a Isaac Newton, lui fu infatti il primo a formulare le leggi del moto e della gravità che governano i corpi celesti, ciononostante anche lui trovò il problema dei 3 corpi estremamente difficile da risolvere.

Nel XVIII secolo, il matematico francese Joseph-Louis Lagrange trovò alcune soluzioni particolari al problema dei 3 corpi, note come punti di Lagrange, dove un piccolo corpo può rimanere in equilibrio rispetto a due corpi più grandi, punti che ancora oggi sono utilizzati per posizionare satelliti in orbita stabile.

Nel XIX secolo, il matematico francese Henri Poincaré dimostrò che non esiste una soluzione generale al problema dei 3 corpi, lui scoprì che il movimento dei tre corpi è caotico, il che significa che piccole variazioni nelle condizioni iniziali possono portare a risultati completamente diversi, ciò rende impossibile prevedere con precisione il comportamento a lungo termine di un sistema a tre corpi.

Nonostante la sua complessità, il problema dei 3 corpi ha importanti applicazioni moderne, ad esempio gli ingegneri spaziali devono tener conto delle interazioni gravitazionali tra la Terra, la Luna e i satelliti artificiali per pianificare le traiettorie delle missioni spaziali, per di più gli astronomi utilizzano simulazioni al computer per studiare le dinamiche dei sistemi stellari e planetari, che spesso coinvolgono più di due corpi.

Un esempio interessante è il sistema di Alpha Centauri, il sistema stellare più vicino al nostro Sole. Alpha Centauri è un sistema a tre stelle, composto da Alpha Centauri A, Alpha Centauri B e Proxima Centauri, e gli astronomi stanno studiando questo sistema per capire meglio come le stelle e i pianeti interagiscono in un ambiente a più corpi.

Il problema dei 3 corpi ha anche ispirato opere di fantascienza, una delle più famose è la trilogia “Il Problema dei Tre Corpi” dello scrittore cinese Liu Cixin, la trilogia esplora le implicazioni del problema dei tre corpi in un contesto di contatto extraterrestre e guerra interstellare. La serie ha ricevuto numerosi premi e ha contribuito a portare il problema dei 3 corpi all’attenzione del grande pubblico.

In conclusione, il problema dei 3 corpi è un enigma affascinante e complesso che ha sfidato gli scienziati per secoli, ma nonostante le difficoltà nel trovare soluzioni generali, il problema ha importanti applicazioni pratiche e ha ispirato opere di fantasia. Mentre continuiamo a esplorare l’universo, il problema dei tre corpi rimane una sfida fondamentale nella nostra comprensione delle dinamiche celesti.



È esplosa una stella a 95 milioni di anni luce dalla Terra: guarda la foto della supernova.

 

La supernova è avvenuta nella galassia NGC 3524: la stella è esplosa quando sulla Terra c’erano i dinosauri e solo ora ne vediamo la luce.

Le esplosioni stellari non sono affatto rare e per questa ragione vengono individuate sempre più spesso. Stavolta la supernova c’è stata nella galassia lenticolare NGC 3524 sita a 95 milioni di anni luce dalla Terra ed è stata classifica di tipo Ia (è più luminosa della galassia intera). Di seguito, ecco la foto dell’esplosione (l’evento è stato battezzato come SN 2024inv) del nostro amico astrofisico Gianluca Masi del Virtual Telescope Project:

SN 2024inv supernova stella
L’immagine straordinaria dell’esplosione della stella ripresa da Manciano (Grosseto). Credit: The Virtual Telescope Project

Ma come muoiono di preciso questi colossi?

Nel caso classico delle supernovae tipo II, formanti una stella di neutroni o un buco nero, abbiamo stadi di bruciamento successivi che si susseguono nel modo intuitivo che conosciamo: bruciamento elio, fine elio e contrazione, accensione e bruciamento del carbonio, fine carbonio e contrazione, accensione del neon fino a bruciare prima l’ossigeno, poi il silicio e produrre un nucleo di ferro appena prima del collasso finale. A questo punto, la densità centrale raggiungerà valori abbastanza alti da indurre catture elettroniche nei nuclei atomici, trasformando la quasi totalità di protoni in neutroni (ed emettendo neutrini, che forniranno la “spinta” decisiva alla supernova), formando così una stella di neutroni, o un buco nero se la massa e sufficientemente alta. Eventi potentissimo, bellissimi tanto quanto potenzialmente distruttivi.

Fonte, immagine di copertina (rappresentazione artistica) credit M. Kornmesser / ESO

https://www.passioneastronomia.it/e-esplosa-una-stella-a-95-milioni-di-anni-luce-dalla-terra-guarda-la-foto-della-supernova/

domenica 9 giugno 2024

La tomba della regina sumera di 4.500 anni trovata in Iraq potrebbe essere correlata agli Annunaki. - Vicky Verma

 

Alla fine degli anni '20, l'archeologo britannico Leonard Woolley scoprì la tomba mesopotamica più sontuosa che fosse mai stata portata alla luce. La tomba si trovava nel profondo del deserto dell'Iraq meridionale. Lo scheletro, che risale a 4.500 anni fa, era ricoperto d'oro e pietre preziose. Lo scheletro reale è stato ritrovato accanto ad altri tre corpi, che molto probabilmente appartenevano a servitori. Tuttavia, il fatto che questa tomba sia stata realizzata per una donna fu il fattore principale che fece sì che la scoperta mandasse onde d'urto in tutto il mondo all'inizio del XX secolo.

La regina Puabi, il cui nome è stato tramandato attraverso i secoli a causa di un timbro di lapislazzuli apposto sulla sua veste funeraria, visse al culmine del dominio di Ur intorno al 2600 a.C. Durante il suo regno, l'antica città-stato dominò il territorio sumero tra il Tigri ed Eufrate. Il commercio fiorì a Ur e le rotte commerciali arrivarono dall'India al moderno Sudan.

Ur divenne estremamente ricca grazie al suo ruolo di porto principale per la spedizione di prodotti dall'India. Anche se non ci sono testi storici che menzionano Puabi, molti storici ritengono che potrebbe essere stata una sovrana a pieno titolo perché il suo sigillo non menziona un marito. La sua tomba è stata scoperta con un copricapo d'oro con foglie elaborate e fiori in piedi indossati, e ogni dito delle mani di chi lo indossava era adornato con un anello d'oro. Una cintura dorata con anelli dorati era avvolta intorno alla vita di chi la indossava.

Regina sumera di 4.500 anni
Collane e copricapi sumeri scoperti nelle tombe reali (e individuali), che mostrano il modo in cui potrebbero essere stati indossati. Museo britannico. (JMail/CC BY SA 3.0)


Rita Wright, professoressa emerita di antropologia alla New York University e archeologa ed esperta tessile, è la prima persona ad analizzare gli abiti della regina sumera Puabi utilizzando un'unica sua immagine conosciuta. Il risultato della sua ricerca può essere trovato nel libro “ Art/ifacts and ArtWorks in the Ancient World ”.

Secondo Wright, le donne d’élite nell’antica Ur erano in qualche modo legate ai governanti. Erano sorelle di re o altri parenti, oppure erano le loro mogli. E quelle donne erano davvero importanti perché si spostavano per il paese come rappresentanti statali svolgendo una serie di cose. Di conseguenza, esercitavano un potere considerevole. ( Fonte )

Puabi era quasi certamente un membro della famiglia reale e la moglie del re. Morì prima degli anni 2400–2350 aC Come Puabi, la maggior parte delle donne privilegiate servirono come ambasciatrici per i loro mariti e, quindi, rappresentanti dello stato. “Lo hanno fatto viaggiando. Si sarebbero impegnati in rituali. Andavano in un villaggio, in un paese o in un'altra città e tenevano un banchetto. E a questo banchetto, la gente veniva a vedere l’aspetto delle donne, il tipo di vestiti che indossavano”, ha detto Wright.

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Negli anni '20 e '30 i suoi resti furono rinvenuti in Egitto insieme a quelli di Tutankhamon. È stata una svolta del 20° secolo. I resti di Puabi, in particolare il suo cranio orribilmente ferito, si trovano al Museo di Storia Naturale di Londra. La tomba di Puabi fu scoperta all'interno del cimitero reale di Ur, che conteneva anche altre 1.800 tombe circa. Non solo la tomba di Puabi comprendeva un numero enorme di corredi funerari di alta qualità e ben conservati, ma era anche l'unico dei siti di scavo che era rimasto intatto dai saccheggiatori nel corso dei millenni. Ciò rendeva la tomba di Puabi inconfondibilmente distinta dagli altri siti.

la regina sumera puabi anunnaki
La regina Puabi seduta, con assistenti, c. 2600 a.C. Credito immagine: Wikimedia Commons

I reperti degli scavi di Woolley furono condivisi tra il British Museum di Londra, il Museo dell'Università della Pennsylvania a Filadelfia e il Museo Nazionale di Baghdad. Dopo la Seconda Guerra del Golfo, nel 2003, alcuni tesori furono rubati dal Museo Nazionale. Molti dei pezzi più spettacolari della tomba di Puabi sono stati presentati in un tour di grande successo del Museo di arte e storia attraverso il Regno Unito e gli Stati Uniti.

Zechariah Sitchin, un autore, ha dedicato tutta la sua vita a svelare e proporre una spiegazione per le origini umane che coinvolgono gli antichi astronauti. Pochi mesi prima di morire, aveva lanciato una sfida al Museo di Storia Naturale, chiedendo che fosse eseguito il test del DNA sui resti scheletrici della “regina Puabi” sumera. Era disposto a mettere in gioco tutto ciò che aveva scritto sugli antichi astronauti nel test del DNA. ( Fonte )

Sitchin affermò che i resti di una donna sumera di alto rango potevano contenere i genomi di dei e semidei, qualcosa di cui discuteva dagli anni '70. I resti sono stati scoperti in Iraq. Inoltre, potrebbe aver fornito la prova che gli dei Annunaki, descritti negli antichi libri e tavolette sumere, erano responsabili dell’alterazione del DNA umano.

Sitchin suggerì che Puabi fosse un antico semidio che condivideva una connessione genetica con gli Annunaki. Nei testi antichi ci sono molti esempi di esseri che possedevano forza soprannaturale, intelligenza, buona salute e longevità. Questi esseri sono descritti come vissuti per molto tempo. Sitchin ha ipotizzato che il nostro creatore, chiunque egli sia, ha intenzionalmente limitato la portata delle nostre capacità. Credeva che i resti di Puabi avrebbero contenuto le risposte a un collegamento genetico mancante nell'evoluzione umana e voleva che gli scienziati testassero il DNA di Puabi perché credeva che le risposte sarebbero state contenute nei suoi resti.

“Forse confrontando il suo genoma con il nostro, scopriremmo quali sono quei geni mancanti che deliberatamente non ci hanno dato. Non posso garantirlo, ma forse”, ha detto Sitchin in un'intervista a NBC News nel 2010. Ecco perché ha esortato il museo a condurre uno studio sul DNA dei resti di Puabi.

Il Museo di Storia Naturale ha risposto affermando che avrebbe preso in considerazione la sua richiesta solo se provenisse da un “ricercatore con esperienza e competenze riconosciute in questo campo, o con accesso alle strutture necessarie per intraprendere l’analisi del DNA antico”. Sitchin ha messo in gioco la sua intera esistenza sui risultati del test del DNA presumibilmente condotto sui resti della regina Puabi. Purtroppo, dopo la sua scomparsa, le cose sono tornate alla normalità perché nessuno si è preso la briga di esaudire il suo desiderio.


https://www.howandwhys.com/4500-year-old-sumerian-queen-tomb-found-in-iraq-may-be-related-to-annunaki/?fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTAAAR17G1TH2MTDdI1zDOEcUkNRm_P3k6OQ6eTeGzyVcIlGMvsFhKrOt2_zAMQ_aem_Adr9v5HjlZsVjyQk8c7ghEN2ryylW9iIa-UDqdru43yMXA1xT0Z8sBO8GwAyoZtOBvlyvjMNfLrBw29acmD7zPDg

sabato 8 giugno 2024

ANUNNAKI.

 

Tecnologia aliena o ingegno umano?
Alcuni storici affermano che le antiche strutture megalitiche sono state costruite dagli esseri umani e non dalla tecnologia extraterrestre. Sostengono che non ci sono prove di un intervento alieno, nonostante la mancanza di prove che questa tecnologia umana sia stata tramandata o continuata fino ad oggi dalla nostra civiltà. Sono scettico sulle capacità e le conoscenze dei nostri antenati per aver realizzato la costruzione di queste meravigliose strutture.
L'argomentazione a favore dell'uso di tecnologia aliena per costruire antiche strutture megalitiche dipende da diversi punti chiave che sfidano la comprensione tradizionale delle capacità umane durante i periodi in cui queste strutture sono state costruite. Ecco gli elementi principali di questa argomentazione:
1. Precisione e scala inspiegabili
La precisione e la scala delle strutture megalitiche come la Grande Piramide di Giza, Stonehenge e le mura in pietra di Sacsayhuamán in Perù sono sorprendenti. Le pietre utilizzate in queste costruzioni pesano spesso diverse tonnellate, con alcuni blocchi a Baalbek in Libano che pesano fino a 1.200 tonnellate. La precisione, con cui vengono tagliate e poste queste pietre, spesso senza l'uso di malta, sfida le note capacità delle antiche civiltà. Ad esempio, le pietre di Puma Punku in Bolivia sono intrecciate con una tale esattezza che nemmeno una lama di rasoio può stare tra di loro.
2. Mancanza di strumenti e metodi adeguati
Nonostante le approfondite ricerche archeologiche, non sono state trovate prove conclusive degli strumenti o dei metodi che gli antichi esseri umani avrebbero potuto usare per costruire queste strutture. L'assenza di attrezzi da taglio, macchinari o tecniche adeguati nei registri storici suggerisce che queste civiltà possedessero conoscenze o tecnologia che da allora sono andate perdute. Le teorie che coinvolgono semplici attrezzi e personale non riescono a spiegare in modo convincente il trasporto e la collocazione di pietre enormi su grandi distanze e terreni acciuffanti.
3. Conoscenza avanzata e matematica
I costruttori di queste strutture mostrarono una comprensione avanzata di matematica, astronomia e ingegneria. L'allineamento della Grande Piramide con il vero nord, l'intricata conoscenza degli eventi celesti incorporati nel design di Stonehenge, e la sofisticata comprensione dell'acustica nella costruzione di antichi anfiteatri indicano un livello di raffinatezza che supera la conoscenza registrata del tempo. Ciò suggerisce la possibilità di influenza o guida esterna.
4. Riferimenti culturali e mitologici
Molte culture antiche hanno miti e leggende che parlano di dei o esseri del cielo che condividevano conoscenza con i primi umani. I Sumeri parlavano degli Anunnaki, esseri discesi dal cielo. Allo stesso modo, gli antichi testi egizi fanno riferimento al dio Thoth, che ha portato la conoscenza all'umanità. Aztechi, Maya, Incas e altre civiltà in tutto il mondo hanno miti simili. Queste narrazioni coerenti tra culture e regioni disparate, suggeriscono un'esperienza condivisa o un'influenza da una fonte esterna avanzata.
5. Anomalie energetiche e manufatti tecnologici
Alcuni siti megalitici mostrano insolite letture di energia e anomalie elettromagnetiche difficili da spiegare con la scienza convenzionale. Inoltre, alcuni reperti trovati in questi siti, come il meccanismo di Antikythera, dimostrano una raffinatezza tecnologica che appare fuori luogo nel loro contesto storico. Questi artefatti potrebbero essere resti di tecnologia avanzata impartita da visitatori extraterrestri.
6. Continuità della tecnologia.
L'argomentazione secondo cui gli antichi esseri umani hanno costruito queste strutture, ma non hanno continuato a sviluppare o utilizzare tecnologia simile nei millenni successivi è sconcertante. Se gli esseri umani avessero sviluppato autonomamente la tecnologia necessaria, ci si aspetterebbe di vedere una continua evoluzione e applicazione di questa conoscenza. C'è invece una lacuna notevole nel registro archeologico, dove la conoscenza sembra essere andata perduta o completamente dimenticata.
Conclusione.
Mentre gli storici e gli archeologi tradizionali sostengono che l'ingegno umano e lo sforzo sono stati responsabili di queste strutture megalitiche, i numerosi aspetti inspiegabili della loro costruzione invitano a considerare spiegazioni alternative. La mancanza di un corrispondente sviluppo tecnologico, la straordinaria precisione e scala, le conoscenze avanzate richieste e i riferimenti culturali agli esseri del cielo sostengono l'ipotesi che la tecnologia extraterrestre abbia avuto un ruolo nella costruzione di queste antiche meraviglie. Accettare questa possibilità apre nuove strade per comprendere il nostro passato e le potenziali influenze che hanno plasmato la prima civiltà umana.

Per maggiori informazioni visita il gruppo ANNUNAKI-SAVING EARTH

10 meravigliosi modi per riutilizzare i limoni spremuti.

limoni sono tra i frutti più apprezzati al mondo, e vengono usati in una miriade di preparazioni diverse, sia dolci che salate. Del limone, tuttavia, si usa quasi sempre il succo, mentre viene scartato e gettato via tutto il resto.Se il succo di limone può essere usato in cucina, in cosmetica e nelle pulizie domestiche, la sua buccia non è certamente da meno. È un vero e proprio concentrato di nutrienti ed è un vero peccato gettarla via.Le bucce dei limoni spremuti sono una preziosa risorsa, e possono essere riutilizzati in tanti modi diversi, uno più utile dell’altro. Di seguito ti suggeriamo qualche idea utilissima.

Detersivo fatto in casa

Abbinando i limoni spremuti e l’aceto è possibile ottenere un eccellente detersivo naturale per eliminare il grasso e disinfettare le superfici. Versa i limoni spremuti in un barattolo di vetro, poi versaci sopra dell’aceto fino a coprirli interamente. Chiudi ermeticamente e fai riposare per due  settimane. Trascorso questo periodo di tempo filtra e conserva il liquido. Mescola la soluzione con una parte di acqua (ad esempio, 100 ml di acqua e 100 ml di soluzione di aceto e limone) e usa come se fosse un normale sgrassatore per le superfici.

Igienizzare i taglieri

Questo uso dei limoni spremuti è tanto semplice quanto efficace: basta versare sui taglieri appena lavati del limone e strofinarli coi limoni per togliere i cattivi odori e igienizzarli.

Schiarire la pelle

Col limone si può preparare un ottimo tonico per il viso, capace di schiarire la pelle ed eliminare le macchie. Puoi passare la buccia del limone spremuto direttamente sulle macchie della pelle, per poi risciacquarla dopo circa 10 minuti. Attenzione però, applica questo rimedio solo prima di andare a dormire, mai durante il giorno.

Repellente per formiche, scarafaggi e altri insetti

Taglia i limoni spremuti e distribuisci i vari pezzi negli angoli della casa dai quali entrano questi insetti. Vedrai che dopo qualche giorno non ci sarà più nessuna traccia di questi ospiti indesiderati.

Deodorare il frigorifero

Dopo aver spremuto i limoni, metti le bucce nel frigo. Assorbiranno tutti i cattivi odori, a patto che vengano cambiati frequentemente.

Pulire i rubinetti cromati

I limoni spremuti possono aiutarci a lucidare i rubinetti cromati. Basta strofinare la parte interna direttamente sul metallo. Il limone eliminerà il calcare e i residui di cibo, lasciando il rubinetto come nuovo.

Rinfresca l’alito

Le bucce dei limoni spremuti sono un eccellenti sostituti delle gomme da masticare. Assicurati che siano biologici, e masticali per qualche minuto: l’alito sarà freschissimo.

Pulire la moka

Tanti di noi hanno scelto di non lavare la macchinetta del caffè col detersivo per i piatti. La buccia del limone può essere di grande aiuto: le sostanze acide contenute in essa possono sciogliere i depositi di acqua e calcare, così come le macchie di caffè.

Cospargi la moka con del sale, poi strofinala con una o più bucce di limone. Infine risciacqua bene la caffettiera e asciugala prima di conservarla.

Deodorante per lavastoviglie

Puoi riciclare i limoni spremuti anche per deodorare la lavastoviglie. Una volta finito il ciclo di asciugatura, la lavastoviglie emanerà un meraviglioso aroma di limone (e completamente naturale).

Pulire il forno

Puoi dire addio per sempre ai prodotti abrasivi e tossici per pulire il forno. Cospargi la superficie interna del forno con del bicarbonato di sodio, poi strofina con un limone spremuto assicurandoti di raggiungere tutti gli angoli del forno. Infine, risciacqua con il detersivo di limone e aceto che abbiamo descritto precedentemente in questo articolo.Questa straordinaria combinazione di ingredienti aiuta ad eliminare il grasso più incrostato, lasciando il forno come nuovo.Come hai visto, le bucce del limone sono davvero preziose, e ora che sai come riutilizzare i limoni spremuti ci penserai due volte prima di gettarli via

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