mercoledì 5 ottobre 2016

Nobel per la Fisica a Thouless, Haldane e Kosterlitz.

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Per la scoperta del volto 'esotico' della materia.


Il Nobel per la Fisica 2016 è andato a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz, per la scoperta del 'volto' esotico della materia, ossia dei passaggi che avvengono da uno stato all'altro della materia in condizioni inusuali. Questi studi hanno aperto le porte alla ricerca di nuovi materiali e in particolare di quelli per la superconduttività ad alta temperatura.

Gli esploratori del cuore della materia
Thouless, dell'Università di Washington a Seattle, Haldane, dell'università di Princeton e Kosterlitz, della Brown University, tutti e tre di origine britannica, sono i fisici che fin dagli anni '70 hanno cercato di esplorare il cuore della materia. "Hanno studiato i passaggi che avvengono nella materia quando avviene il passaggio da uno stato a un altro", ha spiegato Marco Grilli, del dipartimento di Fisica dell'Università Sapienza di Roma.
I ricercatori premiati con il Nobel sono stati i primi a vedere che cosa succede quando si passa da un oggetto magnetizzato, come una calamita, a un oggetto che non lo è, oppure da un metallo normale a un metallo superconduttore, o ancora da un fluido normale a superfluido che non ha viscosità. 
Negli anni '70, ha proseguito Grilli, Kosterlitz e Thouless sono stati i primi a osservare i passaggi che avvengono nei materiali che hanno solo due dimensioni, scoprendo che "esisteva un modo nuovo nei quali la materia poteva passare da una fase a un'altra", ha spiegato ancora Grilli. In particolare hanno scoperto che durante questi processi, chiamati passaggi di fase, la materia parte da uno stato ordinato per diventare disordinata. Hanno scoperto inoltre che questo passaggio avviene con la formazione di vortici che si estendono progressivamente. Haldane si è occupato invece del modo in cui il passaggio da uno stato all'altro può avvenire in modo diverso in materiali diversi e che queste differenze dipendono dalla struttura interna, più o meno complessa. 

I vincitori del Nobel per la Fisica 2016 sono tutti e tre di origini britanniche e da decenni lavorano negli Stati Uniti.
David Thouless, 82 anni, è professore emerito nell'Università di Washington a Seattle. E' nato nel 1934 in Gran Bretagna, a Bearsden, e ha studiato negli Stati Uniti, nella Cornell University di Ithaca.
Michael Kosterlitz, 74 anni, insiegna Fisica nella Brown University di Providence. E' nato in Scozia, ad Aberdeen, nel 1942 e ha studiato a Oxford.
Duncan Haldane, 65 anni, insegna Fisica nell'Università di Princeton. E' nato a Londra nel 1951 e si è trasferito negli Stati Uniti dopo gli studi nell'università di Cambridge.

Cnr, premio ai 'mattoni' del futuro quantistico  
Il Nobel per la Fisica è un premio ''ai mattoni di un futuro quantistico''. Lo afferma il presidente del Condiglio nazionale delle Ricerche (Cnr), Massimo Inguscio, in merito all'assegnazione del Premio Nobel per la Fisica 2016 a David Thouless, Duncan Haldane e Michael Kosterlitz. ''Questi nuovi materiali quantistici 'esotici' - spiega Inguscio - proteggono dai disturbi dovuti a rumore, impurità e disordine. In tal modo vengono preservate quelle caratteristiche che aprono prospettive reali nello sviluppo di mattoni fondamentali per le tecnologie del futuro, ad esempio di bit quantistici estremamente stabili che potrebbero avvicinare la realizzazione di calcolatori rivoluzionari''. Il Cnr, in sinergia con il mondo universitario, sottolinea in una nota, ''lavora in questi campi di frontiera sia con nuovi materiali allo stato solido che con simulatori con atomi ultrafreddi. Ed è tanto impegnato in questo sforzo verso il futuro da coordinare la road map italiana nella importante flagship lanciata dall'Europa proprio sul tema delle tecnologie quantistiche''.

martedì 4 ottobre 2016

Per chi ancora non lo avesse capito....




Consiglio di Stato, magistrati amministrativi contro Renzi: “Forzata la legge per nominare la Manzione”. - Ilaria Proietti


Risultati immagini per Antonella Manzione
Matteo Renzi e Antonella Manzione

L’Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) pronta a dare battaglia. Annunciando ricorsi e minacciando dimissioni dal Consiglio di presidenza di Palazzo Spada. Per la designazione della pupilla del presidente del Consiglio, già a capo dei vigili urbani di Firenze e poi nominata ai vertici del dipartimento affari giuridici della presidenza del Consiglio. “E’ la prima volta che dal governo vengono indicati  nominativi così poco qualificati”. Ma anche per l'emendamento varato in commissione Giustizia alla Camera. Che spalanca le porte dell’organo di autogoverno a due membri di diritto. Uno dei quali è l'ex ministro Patroni Griffi.

Ora basta. Il 7 ottobre al direttivo dell’Associazione nazionale magistrati amministrativi (Anma) si minaccia battaglia. Contro la decisione di Matteo Renzi di indicare per un posto al Consiglio di Stato, Antonella Manzione. Già capo dei vigili urbani a Firenze e poi voluta a Roma dal premier al vertice del Dipartimento affari giuridici della Presidenza del Consiglio (Dagl). “Vogliamo verificare se ci siano i presupposti per un ricorso contro questa nomina. Non si tratta di una questione infondata, anche perché già sulla nomina di Manzione al Dagl erano stati fatti rilievi dalla Corte dei Conti”, spiega a ilfattoquotidiano.it Fabio Mattei, segretario generale di Anma che non nasconde l’amarezza. “E’ la prima volta che dal governo vengono indicati per Palazzo Spada nominativi così poco qualificati. E che nella loro funzione saranno chiamati a giudicare affari milionari. O a dare pareri su provvedimenti dello stesso esecutivo che li ha nominati pur essendo privi dei requisiti previsti”.
TODOS CABALLEROS Possibile  che non ci fossero altre professionalità su cui puntare? E’ la domanda che sollevano dall’associazione. “Per fare spazio a nomine come quella della Manzione si è addirittura forzato la legge”, accusa Mattei. Che aggiunge: “La normativa prevede un requisito minimo di  età, 55 anni che lei non ha. Oltre che preparazione e qualifiche che fino ad oggi avevano portato a scegliere professori universitari ordinari, avvocati di lungo corso, magistrati di corte d’Appello o altissimi dirigenti pubblici. Qui invece, con il rispetto dovuto, siamo al todos caballeros”, spiega il presidente dell’Anma a proposito “dell’ultima infornata governativa. Che ha, come mai prima, una fortissima connotazione politica”.
PALAZZO OCCUPATO.  Ma al direttivo del 7 ottobre sarà esaminata al microscopio quella che più d’uno definisce una strategia del governo per  occupare ‘manu militari’ Palazzo Spada, il cuore della giustizia amministrativa. “Si intravvede un unico filo conduttore nelle decisioni dell’esecutivo Renzi. Che parte da quella di mantenere in servizio alcuni magistrati, spostando solo per loro e quindi in maniera assolutamente anomala anche per la scelta di farlo con decreto legge, il termine per la pensione: è un  fatto grave perchè lede l’imparzialità e l’indipendenza della giustizia”, dice Mattei. Che non fatica a definire questa mossa “un blitz del governo”. Non l’unico, peraltro.
GIUSTIZIA ALL’ATTACCO. Malissimo digerito anche l’emendamento infilato ‘alla chetichella’ in commissione Giustizia alla Camera che spalanca le porte dell’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, completamente elettivo con la sola eccezione del suo presidente, a due membri di diritto. “Nessuno si è premurato di consultare il Consiglio di presidenza. A noi, che addirittura siamo stati sentiti in Commissione qualche giorno prima, non avevano detto nulla. Neppure un accenno”, si rammarica  il segretario di Anma: “Con questa decisione si altera  il peso dei membri elettivi del Consiglio di presidenza, incidendo sulla rappresentanza. Insomma, un’ulteriore intromissione che consente di fatto al governo di mettere le mani sulla giustizia amministrativa”. Che ora è pronta a reagire.
DIMISSIONI IN VISTA. La Giunta Anma ha chiesto un incontro urgente al presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. E a David Ermini, altro esponente del Pd che da relatore del decreto ha proposto l’emendamento incriminato. E che consentirà l’ingresso in Consiglio di Presidenza al presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi. E al presidente del tribunale amministrativo regionale con maggiore anzianità di ruolo, il cui identikit sembra corrispondere oggi quello del presidente del tar Toscana Armando Pozzi. “Chiediamo lo stralcio di questa previsione: se dovesse passare anche in aula, i sei membri eletti a Palazzo Spada dai tar si vedrebbero costretti alldimissioni. La loro presenza nell’organo di autogoverno a quel punto, nonostante rappresentino la stragrande maggioranza dei magistrati amministrativi, sarebbe totalmente marginale. Bisogna a tutti i costi impedire questa operazione verticistica dal sapore chiaramente politico”.
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Opere pubbliche, 14 arresti per tangenti in Lombardia.




Nel mirino sub-appalti, anche collegamento fra terminal Malpensa.


La Guardia di Finanza di Milano ha eseguito 14 arresti tra cui quelli di un dirigente di una società controllata da Ferrovie Nord nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano con al centro l'acquisizione di sub-appalti di opere pubbliche in Lombardia. Tra le commesse anche quella relativa alla linea ferroviaria che collega il terminal 1 al terminal 2 di Malpensa. Tra i reati, l'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione.
Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere finalizzata "alla commissione di reati di corruzione diretta all'acquisizione di subappalti di opere pubbliche realizzate in Lombardia". Contestati anche reati di natura fiscale, per presunta "utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti" e "indebite compensazioni", e poi ancora la truffa ai danni dello Stato, la bancarotta fraudolenta, l'intestazione fittizia di beni e complessi societari e la "illecita concorrenza realizzata attraverso minaccia e violenza".
La presunta associazione per delinquere sarebbe stata formata da "imprenditori bergamaschi e calabresi", alcuni dei quali "aventi contiguità ad un contesto criminale di 'ndrangheta". E' quanto emerge dagli atti dell'indagine, condotta dalla Gdf e coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini, che ha portato in carcere, tra gli altri, Davide Lonardoni, 45 anni di Varese, dirigente di NordIng, società del gruppo Ferrovie Nord Milano. Tra le 11 persone finite in carcere (per tre, invece, sono stati disposti i domiciliari) c'è anche Pierino Zanga, imprenditore bergamasco, "formalmente mero dipendente all'interno delle varie società, ma di fatto 'dominus' di un circuito di società aggiudicatrici dei vari subappalti per la realizzazione di opere pubbliche".
Stando alle indagini, la presunta associazione per delinquere sarebbe stata composta da vari imprenditori "avvalendosi di diverse società operanti nel settore dell'edilizia", anche intestate a prestanome e apparentemente prive di legami tra loro. Gli approfondimenti di indagine, con una complessa attività di polizia giudiziaria e tributaria, hanno portato all'accertamento anche di presunte violazioni di natura penale e tributaria e di "attività distrattive del patrimonio di alcune società coinvolte, in relazione alle quali - come spiega la Gdf - il Tribunale ha dichiarato il fallimento" con ipotesi di bancarotta per i "titolari di fatto". Numerose perquisizioni sono in corso e nel blitz sono impegnati oltre 100 finanzieri.
La corruzione esiste perchè la politica è corrotta.
Per eliminare l corruzione dobbiamo purificare le stanze del potere legislativo. E per purificare le stanze del potere legislativo dobbiamo mandare a casa gli individui che hanno permesso che la corruzione entrasse da padrona nelle istituzioni del paese.
Abbiamo bisogno di cambiare; fino a quando in politica continueranno a circolare gli stessi personaggi che hanno portato la nazione allo sbando, affondando le loro mani nelle casse dello stato per arricchirsi ed assicurarsi una longeva permanenza in parlamento, non vedremo alcun miglioramento, non avremo speranza in un futuro migliore. Cetta

Muraro querela Renzi per diffamazione.

 © ANSA


Avvocato assessore capitolino, fatti indebiti accostamenti.


(ANSA) - ROMA, 3 OTT - L'assessore capitolino all'Ambiente Paola Muraro ha querelato per diffamazione il premier Matteo Renzi per gli "indebiti accostamenti fatti con l'inchiesta su 'Mafia Capitale'". Oggi l'avvocato Alessio Palladino, uno dei difensori della Muraro, ha depositato a piazzale Clodio l'atto.

"La mia assistita - dice il penalista - si è posta da tempo a disposizione degli inquirenti, ma speculare sulla sua vita privata o rappresentare fatti non veri è solo indice, a nostro parere, di una azione diffamatoria".

Questo è il primo ecovillaggio del mondo che genera la propria energia e ricicla i propri rifiuti.



Alla periferia di Amsterdam sarà possibile incontrare il primo villaggio autosufficiente al 100%: produrrà il proprio cibo, genererà la propria energia e riciclerà i propri rifiuti. Così la città olandese trasformerà un vecchio borgo in un villaggio sostenibile che si chiamerà ReGen e che occuperà 15.500 m2. Volete vivere in questo paese, dove ci saranno Passivhaus e che sarà ultimato nel 2017?
Questo sobborgo trasformato in villaggio ecologico avrà una superficie totale di 15.500 m2, distribuiti tra case costruite secondo lo standard Passivhaus, un centro agricolo, un centro per la gestione dei rifiuti, impianti di energia pulita, zone per l’intrattenimento e vie di trasporto.
Gli appartamenti avranno una parte verandata dove realizzare un orto o dove avere un giardino. E nelle aree centrali ci saranno le zone comuni, le serre e le fattorie verticali, in grado di generare più cibo rispetto a quelle tradizionali grazie a metodi innovativi.
Il villaggio produrrà la propria energia elettrica grazie a una combinazione di energie pulite, come l’energia geotermica, solare, eolica e la biomassa. Una rete intelligente distribuirà l’energia in modo efficiente, utilizzando le auto elettriche come sistema di accumulo di energia per i picchi di domanda.
Inoltre, ci sarà un sistema di stoccaggio di acqua che raccoglierà l’acqua piovana e le acque grigie per irrigare giardini stagionali. L’inaugurazione di questo villaggio è prevista per il 2017.








https://www.idealista.it/news/immobiliare/internazionale/2016/06/21/120208-questo-e-il-primo-ecovillaggio-del-mondo-che-genera-la-propria-energia-e?gallery-item=6 

Monte dei Paschi, de Bortoli: “Serve trasparenza sull’accordo tra il governo Renzi e Jp Morgan. Vicenda oscura”.

Monte dei Paschi, de Bortoli: “Serve trasparenza sull’accordo tra il governo Renzi e Jp Morgan. Vicenda oscura”

L'ex direttore, in un editoriale sul Corsera, ripercorre la messa a punto del complesso piano di salvataggio di Rocca Salimbeni: l'incontro tra il premier e il numero uno della banca d'affari a Palazzo Chigi, la cacciata di Viola sostituito con Morelli, i potenziali guadagni dell'istituzione Usa con cui però "per ora non risulta firmato alcun contratto". E il ruolo dell'ex ministro dell'Economia e direttore generale del Tesoro Grilli.

“La memoria del Paese è corta. Quella di risparmiatori,azionisti e lavoratori delle tante banche coinvolte un po’ meno. Rinfrescarla fa bene a tutti”. Così Ferruccio de Bortoli, ex direttore del Corriere della Sera, chiude un duro editoriale sul piano di salvataggio del Monte dei Paschi di Siena messo a punto con il contributo cruciale del Tesoro, che di Rocca Salimbeni è il primo azionista. Nel fondo, pubblicato lunedì in prima pagina sul quotidiano di via Solferino, de Bortoli auspica “un po’ più di trasparenza nei rapporti” della banca d’affari statunitense Jp Morgan “con il governo e nella ristrutturazione del capitale Mps, specie tenendo conto che la banca americana sarà impegnata anche nell’aumento di Unicredit“. Perché, spiega, il “senso di responsabilità nazionale non ci impedisce, anzi ci impone, di avanzare qualche scomoda questione“.

Una “forzatura figlia di un accordo tra il governo e la banca americana”, accordo stretto dallo stesso Renzi durante un incontro a pranzo a Palazzo Chigi con “il numero uno Jamie Dimon su sollecitazione di Claudio Costamagna, presente l’ex ministro Vittorio Grilli, oggi in Jp Morgan”, nella veste di presidente delle attività di Corporate & investment banking per Europa, Medio Oriente e Africa.
L’intesa prevede che Jp Morgan conceda al Monte un finanziamento ponte da 6 miliardi finalizzato alla successiva cartolarizzazione dei crediti in sofferenza (9 miliardi netti, 28 lordi). Ma “qui la vicenda si complica e si fa oscura“, scrive de Bortoli. Infatti “al momento non risulterebbe firmato alcun contratto tra Mps e Jp Morgan per il prestito e la cartolarizzazione”. C’è “solo un pre underwriting agreement, e solo per l’aumento di capitale: poco più di una stretta di mano”. Questo a fronte di un’operazione che “comporterebbe per Jp Morgan una commissione del 4,75 per cento” sull’aumento più un “margine di guadagno potenziale elevatissimo” sui non performing loans, i crediti deteriorati appunto, visto che “se qualcosa dovesse andare storto prenderebbe tutti i 28 miliardi a un prezzo effettivo di 18 centesimi contro i 33 riconosciuti alla banca, di cui 27 pagati subito”. Mentre “Atlante, cui partecipano 69 istituzioni italiane compresa la Cassa depositi e prestiti con i soldi del nostro risparmio postaleperderebbe tutto”.
Ciliegina sulla torta, “Jp Morgan per fare una valutazione delle sofferenze ai fini del prestito, ha incaricato Italfondiario del gruppo americano Fortress mettendo in discussione la scelta fatta da Atlante che si è affidato a Fonspa. Qui si pone anche un duplice rischio. Il primo che Italfondiario fornisca una valutazione dei crediti in sofferenza inferiore a quella garantita ad Atlante, a tutto vantaggio delle banche creditrici, soprattutto Jp Morgan. Il secondo che si formi una posizione dominante visto che Italfondiario (…) è anche il principale operatore nella gestione e nella riscossione. Tutto ciò sarebbe in contrasto con il memorandum of understanding siglato da Mps con Quaestio, ovvero Atlante, e reso pubblico, che prevede «concorrenza e trasparenza» nella gestione di un mercato delle sofferenze che avrà dimensioni colossali”.
“Può darsi”, chiosa de Bortoli, “che la proposta di Jp Morgan, con Mediobanca in un ruolo minore, sia l’unica percorribile. Ma visto l’attivismo di Renzi e Padoan, se dovesse fallire coinvolgerebbe l’intero governo, complicando la soluzione B (capitale pubblico) che pure si sta studiando”. Infine, occorre chiarire se “nello sbrogliare la matassa di Siena non avrà alcun ruolo chi confezionò, in Jp Morgan, ai tempi di Mussari e Vigni, il famoso, o meglio famigerato, strumento finanziario Fresh per l’acquisto da parte di Mps di Antonveneta. (…) Operazione che ottenne l’avallo dello stesso Grilli, allora direttore generale del Tesoro con supervisione delle Fondazioni”.
A stretto giro Padoan ha replicato sostenendo che sul salvataggio di Mps “non c’è nessun ruolo intromissivo da parte del governo” e che il tesoro è il primo azionista di Mps, ma utilizza la sua posizione, in modo molto soft, di vigile attenzione a ciò che la banca sta facendo”. Il ministro, non entrando nel merito delle puntuali osservazioni di de Bortoli ha quindi invitato a non confondere “il concetto di tempo con quello di fretta. C’è bisogno di un tempo giusto per mettere a posto un sistema europeo che ha molte fragilità”, ha detto sostenendo che “c’è da parte del management della banca, in collaborazione operatori finanziari molto qualificati, la messa a punto di un piano che finirà con la ricapitalizzazione nell’ordine di 5 miliardi”. In quel frangente, sostiene ancora Padoan, “non ci saranno offerte alternative, ma un’offerta al mercato che sono convinto avrà successo”.