venerdì 18 novembre 2016

Referendum, da Pescara a Brindisi i posti da scrutatore in mano a parenti, amici e congiunti di consiglieri e assessori. - Andrea Tundo

Referendum, da Pescara a Brindisi i posti da scrutatore in mano a parenti, amici e congiunti di consiglieri e assessori

Se nel capoluogo abruzzese il vicesindaco aveva indicato la figlia, in Puglia sono stati chiamati nipoti, genitori, generi e fratelli. Rifiutata la scelta per sorteggio, i partiti - con rare eccezioni - si sono spartiti i 185 nominativi disponibili. Per tutti la giustificazione varia dal "no comment" al "non lo sapevo".

Il prossimo 4 dicembre, nei seggi elettorali si accomoderà un codazzo di parenti e amici. Da Pescara a Brindisi, passando per Taranto – dove il sindaco ha minacciato le dimissioni e parlato di ‘clientelismo’ – la situazione non cambia di una virgola. Se nel capoluogo abruzzese c’era cascato il vicesindaco, nominando la figlia, nel comune pugliese sono diversi consiglieri comunali a scivolare sulle indicazioni per gli scrutatori del referendum. Nonostante la contrarietà della prima cittadina Angela Carluccio, che ha scelto per sorteggio il 25% degli scrutatori di sua pertinenza, gli altri componenti della commissione elettorale hanno fatto muro: “Meglio la nomina diretta da parte dei consiglieri”. Così, spulciando i 185 nomi dei cittadini che domenica 4, a Brindisi, si occuperanno di contare i  e i No e di garantire la regolarità del voto,ilfattoquotidiano.it è riuscito ad accertare almeno sette casi di parentela, ma non è escluso che siano di più.
Nella lista pubblica approvata dalla commissione elettorale – di cui fanno parte, oltre alla Carluccio, i consiglieri Luigi Sergi e Giampiero Epifani per la maggioranza e Antonio Pisanelli per l’opposizione – compaiono il nipote dell’assessore all’Urbanistica Gianpiero Campo, la mamma del consigliere di maggioranza Pasquale Lupertiex assessore all’Urbanistica durante la precedente giunta, indagato per turbata libertà nella scelta del contraente. Non solo: ci sono anche il nipote di Epifani e la figlia di un altro sostenitore della giunta Carluccio, Maurizio Colella, che ilfattoquotidiano.it ha più volte cercato telefonicamente nella giornata di martedì.
Un capitolo a parte merita Antonio Pisanelli, vero e proprio recordman. Come Epifani fa parte della commissione elettorale, ma per l’opposizione. Ha votato a favore della composizione della lista su nomina dei consiglieri “per scelta politica, così da mettere in difficoltà la maggioranza”. Scelta legittima, se non fosse che tra le persone nominate compaiono sua sorella, il genero e la sorella di quest’ultimo. La ‘difesa’ di tutti protagonisti varia dal “a mia insaputa” al “no comment” passando per il “non li ho indicati io” di Pisanelli che si difende: “Tra i sorteggiati c’era mio figlio e ho chiesto di rimuoverlo dalla lista”. Ma dal punto di vista procedurale è la commissione, di cui fa parte, a ‘vidimare’ le indicazioni, scegliendo di fatto gli scrutatori. E tutti gli altri parenti (acquisiti e non) sono rimasti dov’erano.
Come sarebbe andata a finire, del resto, lo avevano anticipato nove consiglieri, rifiutandosi di proporre i nominativi. Sia i cinque esponenti del gruppo Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto che gli eletti del Movimento Cinque Stelle e della civica Brindisi Bene Comune hanno fatto muro contro la scelta della Commissione elettorale. “Sempre peggio, sempre le stesse pratiche. Ancora una volta si è proceduto con l’indicazione diretta alla nomina. È una brutta pratica che a Brindisi si continua ad utilizzare – denunciavano i consiglieri di BBC Giuseppe Cellie e Riccardo Rossi – con una vera e propria spartizione tra i consiglieri comunali che indicano 5 scrutatori a testa senza alcun criterio se non la totale discrezionalità”.
E le nomine alle quali hanno rinunciato i 9 consiglieri? Sono state spartite tra chi ha avallato il sistema scelto dalla commissione, un modus operandi possibile grazie a una legge del 2006. “La responsabilità ricade in primis sulla sindaca perché non è stata in grado di convincere la sua maggioranza sull’opportunità di procedere al sorteggio. A Taranto, il sindaco Ippazio Stefano ha almeno minacciato di dimettersi visto che la sua giunta non ha sposato la sua linea – afferma il gruppo consiliare del M5S – del resto, scopriamo l’acqua calda: non ci aspettavamo nulla di diverso. Chiederemo a breve che vengano resi noti il criterio di designazione e i nomi indicati da ciascun consigliere”.

Ordinata ibernazione 14enne con cancro.



L'aveva chiesto lei nella speranza di essere 'risvegliata'.

Ibernata post-mortem su sua richiesta: battaglia legale senza precedenti in Gran Bretagna dove una 14enne, malata terminale di cancro, ha ottenuto dai giudici che il suo corpo fosse conservato e non sepolto nella speranza di essere un giorno "risvegliata" e guarita con nuove cure. Lo riporta la Bbc: il verdetto, emesso poco prima del decesso della ragazza a ottobre, è stato reso pubblico ora dopo che il corpo, portato negli Usa, è stato congelato tramite "criogenesi".

Nuova Zelanda,terremoto ha sollevato il fondo marino di 2 m.

                        Le deformazioni del fondale marino provocate dal terremoto del 13 novembre in Nuova Zelanda 
    (fonte: Anna Redmond/Facebook)

Effetto che non sorprende nel caso di un sisma così violento.


Il terremoto del 13 novembre in Nuova Zelanda ha sollevato il fondale marino di 2 metri. Lo conferma all'ANSA Alberto Michelini, sismologo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).

''E' un dato non sorprendente, vista la dimensione dell'evento. Il terremoto, le cui stime ora si fanno più accurate e ci dicono che la magnitudo è stata di 8.0-8.1, è stato molto forte - rileva il sismologo - ed è avvenuto su una faglia lunga centinaia di chilometri, in corrispondenza della linea di costa''. 

La rottura di una faglia di ''solito procede ad una velocità di 2 chilometri al secondo. In questo caso è avvenuta in poco più di 2 minuti, da Sud verso Nord-Est''. Quello che si vede ora in certe parti della costa dell'Isola del Sud, conclude, ''è un cambiamento della linea di costa, con variazioni sul livello del mare fino a 2 metri''.


giovedì 17 novembre 2016

Ecco perché Soros investe in Italia con le «cooperative rosse». - Manuela Vento


George Soros (Bloomberg)


Il business delle cosiddette cooperative rosse che - a guardarle un po' più da vicino hanno perso già da tempo il loro smalto più genuino - ha fatto ululare George Soros divenuto in questi giorni con il 5% del capitale sociale il terzo azionista del gruppo controllato da Coop Adriatica e Unicoop Tirreno tramite il fondo Quantum Strategic Partners.

Un investimento che potrebbe sembrare incomprensibile se non si cogliesse dal repentino cambio di passo degli ultimi eventi politici l'assegnazione del ministero del lavoro e delle politiche sociali, sotto cui è passata la vigilanza sulle Coop (prima era del ministero del lavoro), a Giuliano Poletti già presidente dell'Alleanza delle cooperative italiane. Il lupo di Wall Street, con un patrimonio che secondo le stime della rivista Forbes tocca i 20 miliardi di dollari, dunque, ha fiutato immediatamente la vocazione capitalista delle cooperative italiane; intuizione più che naturale considerato anche il giro d'affari delle sue imprese cooperative in Argentina.

Certamente l'investimento di Soros è stato accolto positivamente non soltanto dai mercati internazionali ma anche dagli analisti finanziari italiani visto che Igd insieme a Beni stabili spa costituisce l'unica realtà nostrana nel settore Siiq (società di investimento immobiliare quotata) che si occupa principalmente di centri commerciali e che il patrimonio del nostro Paese è composto da: 19 tra ipermercati e supermercati, 19 tra gallerie commerciali e retail park, 1 city center, 4 terreni oggetto di sviluppo diretto, un immobile per trading e 7 ulteriori proprietà immobiliari.

L'Istat, inoltre, ha registrato una dinamica di crescita delle cooperative italiane che interessa il decennio 2001-2011 e che potrebbe essere un ulteriore elemento di interesse per il magnate statunitense. Positivi sono anche i dati dell'ultimo rapporto dell'Euricse che registra circa 60 mila cooperative italiane con ricavi per 120 miliardi di euro, investimenti pari a 114 milioni, un'occupazione che interessa circa 1,3 milioni di lavoratori di cui il 67% è a tempo indeterminato e costituisce l'11% dell'occupazione nostrana.

Ma non è solo la formula della cooperazione ad attirare gli investimenti di Soros quanto l'intreccio del business delle Coop ramificato fino alla Compagnia delle opere di CL (comunione e liberazione) con cui condividono alcuni appalti di Expo 2015 a Milano come ad esempio quello della Cmc di Ravenna per il Tunnel della Tav Torino-Lione. A far gola anche il sodalizio tra alcune delle grandi catene Coop quali Liguria, la Nova Coop e Coop Adriatica con il gruppo alimentare dell'imprenditore Oscar Farinetti, Eataly distribuzione.

Nonostante la crisi, dunque, il modello delle Coop riesce ad ottenere risultati maggiori rispetto a modelli tradizionali e si presta a una nuova forma di business che sa resistere di fronte alle difficoltà economiche e proporre con entusiasmo nuovi settori e nuove forme di cooperazione riuscendo a captare quelle nicchie di consumatori che fuggono (o almeno credono) dalla produzione capitalista per privilegiare migliori condizioni dei lavoratori insieme all'attenzione per la qualità e la sicurezza della salute.

http://www.euricse.eu/it/node/2461


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-07/ecco-perche-soros-investe-italia-le-cooperative-rosse-105038.shtml?uuid=ABXSUQ1&refresh_ce=1

Scoperto un oceano ghiacciato sotto il 'cuore' di Plutone.

Un oceano ghiacciato si troverebbe sotto la superficie di Plutone (fonte: NASA/JHUAPL/SWRI)Un oceano ghiacciato si troverebbe sotto la superficie di Plutone (fonte: NASA/JHUAPL/SWRI)

Modella il pianeta nano e lo orienta.


C'è un oceano ghiacciato sotto la superficie di Plutone e gli indizi si trovano nella Sputnik Planitia, l'enorme bacino vasto mille chilometri situato nella vasta spianata a forma di cuore osservata sulla superficie del pianeta. Lo indicano gli articoli pubblicati sulla rivista Nature dalle Università dell'Arizona, a Tucson, e dall'Università della California a Santa Cruz, entrambi basati sulle immagini del pianeta nano catturate dalla sonda New Horizons della Nasa. 

L'oceano sarebbe responsabile di un riorientamento del pianeta nano
Sotto tutta la sua superficie, quindi, Plutone nasconderebbe un enorme oceano fatti di ghiaccio d'acqua e dalla consistenza viscosa. Entrambe le ricerche suggeriscono che la presenza dell'oceano abbia modellato la struttura del pianeta nano creando tensioni nella crosta e crepe sulla sua superficie. Non solo, secondo i ricercatori l'enorme massa di acqua ghiacciata è stata responsabile del riorientamento del pianeta e potrà esserlo di nuovo anche in futuro. 

Il ruolo giocato dalle maree
La Sputnik Planitia si sarebbe infatti spostata nel tempo, in conseguenza alle variazioni nell'accumulo di ghiaccio nel suo bacino. Cambiamenti, questi, nei quali avrebbero giocato un ruolo anche le maree generate da Caronte, la più vicina delle lune del pianeta nano.

Taglia-incolla Dna sull'uomo, il primo intervento in Cina.

La tecnica della Crispr per la prima volta applicata sull'uomo, per trattare una grave forma di tumore dei polmoni (fonte: MIT)
La tecnica della Crispr per la prima volta applicata sull'uomo, per trattare una grave forma di tumore dei polmoni (fonte: MIT)

Trasferite cellule modificate per curare tumore ai polmoni.


Per la prima volta in un essere umano sono state trasferite cellule modificate geneticamente con la tecnica del 'taglia-incolla' del Dna, la Crispr-Cas9. È accaduto in ottobre nell'università cinese Sichuan, a Chengdu, in una sperimentazione per trattare una forma aggressiva di tumore del polmone.
Le cellule immunitarie dell'uomo sono state prelevate e modificate disattivando una proteina che funziona come un freno; in questo modo sono diventate più aggressive contro le cellule del tumore e poi trasferite nello stesso individuo.

Tempi slittati per la difficoltà della tecnica
Reso noto dalla rivista Nature sul suo sito, l'intervento è stato condotto con l'autorizzazione del comitato etico, arrivata in luglio, ed era inizialmente previsto in agosto. Il gruppo dell'oncologo Lu You è riuscito però a realizzarlo solo il 28 ottobre perchè far moltiplicare in laboratorio le cellule modificate è stato difficile e ha richiesto più tempo del previsto. Per rispettare la privacy del paziente gli oncologi non hanno dato notizie sulle sue condizioni, ad eccezione del fatto che ha ricevuto due infusioni di cellule.

Primo obiettivo è verificare la sicurezza
Ora gli stessi ricercatori intendono trattare dieci persone, ognuna delle quali dovrebbe ricevere da due a quattro infusioni. Obiettivo di questa prima fase della sperimentazione è verificare la sicurezza della terapia, ossia che non causi effetti avversi. Entusiaste le reazioni del mondo scientifico, riportate da Nature. Oggi la Crispr è considerata una tecnologia dal potenziale incredibile, ma ai suoi inizi aveva alimentato un acceso dibattito etico, soprattutto dopo che, nel 2015, era stata applicata in Cina per manipolare embrioni umani.

Lo Sputnik 2.0, il duello della genetica
C'è chi lo chiama già "Sputnik 2.0", riferendosi al lancio del primo satellite al mondo da parte dell'Unione Sovietica. Quasi 60 anni più tardi il terreno del nuovo duello è la genetica e la Cina si è aggiudicata la vittoria, con la prima sperimentazione sull'uomo della tecnica che riscrive il Dna, la Crispr-Cas9. Mentre gli Usa attendono l'ok alla sperimentazione per l'inizio del 2017, nel marzo dello stesso anno un altro gruppo cinese prepara tre sperimentazioni per trattate i tumori di vescica, prostata e reni.
"Penso che si stia scatenando uno 'Sputnik 2.0', ha scritto la rivista Nature sul suo sito citando Carl June, esperto di immunoterapia dell'università della Pennsylvania. Le prime grandi attese dal taglia-incolla del Dna le aveva generate l'intervento che nel 2015 a Londra aveva utilizzato una tecnica simile alla Crispr, chiamata Talen, per combattere una rara forma di leucemia in una bambina. Ora è sempre più diffusa la convinzione che la Crispr, più semplice ed efficiente di altre tecniche, possa aprire la strada a terapie più efficaci.

mercoledì 16 novembre 2016

Truffa al Ssn, l’ex presidente Inps Antonio Mastrapasqua ai domiciliari.

Risultati immagini per mastropasqua arrestato


C'è anche l'ex direttore generale dell'ospedale Israelitico di Roma, Antonio Mastrapasqua, già presidente dell’Inps tra il 2008 e il 2014, tra le 14 persone finite agli arresti domiciliari questa mattina, nell'ambito di una inchiesta della Procura capitolina per il reato di falso e truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. L'ordinanza del gip nei confronti di dirigenti, medici e operatori della casa di cura privata parla di un «collaudato sistema» imperniato su prestazioni sanitarie «illecitamente erogate a danno del Ssn» tra il 2012 e il 2014.

Prestazioni non accreditate messe in carico alla Sanità regionale
Nell'ordinanza di oltre 370 pagine che ha portato agli arresti, firmata dal gip Maria Paola Tomaselli, si sottolinea come Mastrapasqua quale dg del nosocomio insieme con altri dirigenti abbia, «con artifici e raggiri» messo a carico della Sanità regionale «prestazioni che non erano accreditate». Causando così un «danno patrimoniale di rilevante entità per il servizio sanitario. Gli inquirenti avrebbero anche accertato la presenza di una “talpa” in Regione Lazio, che avvisava gli arrestati delle ispezioni sulla struttura ospitata sull’isola tiberina.


Una talpa in Regione per segnalare in anticipo le ispezioni
Gli investigatori del Nas dei carabinieri hanno stabilito che che gli arrestati venivano a sapere in anticipo la data delle ispezioni della Regione, e provvedevano a cambiare la destinazione d'uso dei locali ospedalieri e delle prestazioni sanitarie svolte «al fine di mascherare lo svolgimento di attività irregolari e/o non autorizzate, inducendo così in errore il personale ispettivo dell'Asl». «Adesso facciamo un po' di Cinecittà» era la frase utilizzata nelle loro conversazioni telefoniche alcuni alcuni degli arrestati dell'Ospedale Israelitico intendendo l’avvio di una messa in scena in occasione di una ispezione regionale. Spostando, se necessario, i pazienti da un locale all'altro, chiudendo sale per attività sanitarie non autorizzate, e occultando la cartellonistica di qualche reparto oppure consegnando la planimetria alterata di un intero piano.


L ’inchiesta sui rimborsi dell’Asl Roma avviata nel 2014Nel settembre del 2014, in seguito ad un’inchiesta derivata da una segnalazione del Nucleo Operativo Controllo (Noc) della Regione Lazio, Mastrapasqua era stato iscritto nel registro degli indagati per la truffa al Sistema sanitario nazionale e all’Asl Roma sui rimborsi dell'Israelitico, per la quale oggi è stato messo agli arresti domiciliari. Stessa sorte anche per Gianluigi Spinelli, direttore sanitario e responsabile del Day Hospital e delle sale ambulatoriali chirurgiche; Tiziana D'Agostini, vicedirettore; Elvira Di Cave, primario di ortopedia; Mirella Urso, responsabile dell'ufficio “Controllo appropriatezza cartelle cliniche”; Antonio Cannistrà, addetto in servizio allo stesso ufficio; Naim Nasrollah, chirurgo; Batia Popel, capo dell'ufficio Affari Generali; Anita Fanelli, responsabile dell'ufficio degenze. Ai domiciliari, poi, sono finiti altri cinque tra medici, collaboratori e amministrativi, mentre all'obbligo di firma Riccardo Pezzi, quale responsabile del servizio di Prevenzione e protezione, Antonella Gallo, capo dell'Ufficio Provveditorato ed Economato e un altro medico. Oltre all'esecuzione dei 17 provvedimenti cautelari, l'Autorità giudiziaria di Roma ha disposto il sequestro preventivo per equivalente pari all'ammontare di 7,5 milioni di euro. Si tratta, fanno sapere i carabinieri, «della somma riconducibile alla indebita richiesta economica eccedente le prestazioni realmente erogate della struttura ospedaliera».

Le dimissioni dall’Inps nel 2014
All’origine delle dimissioni di Mastrapasqua dal vertice dell'Inps, il 1° febbraio 20014, il presunto conflitto di interessi con il ruolo di direttore generale dell'Israelitico da lui rivestito. Un conflitto di interessi che era stato rilevato dall'allora presidente del Consiglio, Enrico Letta, il quale aveva invitato il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, a predisporre una relazione sulla vicenda.


http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-10-21/truffa-ssn-domiciliari-roma-l-ex-presidente-inps-antonio-mastrapasqua-101707.shtml?uuid=ACRtNTKB&refresh_ce=1