martedì 24 marzo 2020

Coronavirus, verso una nuova stretta: fino a 4mila euro di multa per gli spostamenti illegittimi. - Marco Ludovico

Il Viminale spinge per un aumento delle sanzioni, confronto con ministero Giustizia e palazzo Chigi. Fermo amministrativo del veicolo.

Si annuncia una stretta durissima sugli spostamenti ingiustificati e le irregolarità emerse nel nuovo modello di autocertificazione da ieri- lunedì 23 marzo - diffuso dal ministero dell'Interno a tutte le forze dell’ordine. L’obiettivo è arginare la diffusione del coronavirus.

Sanzione amministrativa salata e immediata.
Fin dai giorni scorsi al dicastero guidato da Luciana Lamorgese hanno valutato poco efficace la violazione dell’articolo 650 del codice penale prevista dalle ultime norme sul COVID-19. «Reato bagatellare» l’ha definito Gian Luigi Gatta, ordinario di Diritto penale alla Statale di Milano, con un arresto fino a tre mesi alternativo a un'ammenda fino a 206 euro. «Abbiamo bisogno di indicazioni più restrittive e di sanzioni più efficaci» ha sottolineato nei giorni scorsi il capo della Polizia, Franco Gabrielli. Così è partito lo studio di una sanzione molto più dura. Di tipo amministrativo.
«Aumentare la deterrenza».
Il rischio di pagare poco più di 200 euro è diventato in breve patrimonio comune di conoscenza per tutti quelli che volevano eludere o aggirare i divieti o ignorarli e basta, visti i ripetuti episodi di assembramento, di partenze ingiustificate, di violazioni di ogni genere. Si vede dello stesso numero di denunce presentato da Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e polizie locali: solo nella giornata di ieri sono state oltre 10mila e dall’11 marzo il totale è di oltre 90mila per la violazione dell’articolo 650 c.p. più altre 2mila per l’art. 495 c.p. (“Falsa attestazione”).
Una multa di 4mila euro.
La piega della discussione tra Interno, ministero della Giustizia e palazzo Chigi al momento è dunque di cambiare pagina. Passare intanto a una sanzione amministrativa: immediata, priva delle lungaggini della procedura penale, impugnabile ma con meno margini rispetto a quella originaria. La linea del ministro Luciana Lamorgese è durissima: l’ipotesi è di prevedere 4mila euro di sanzione massima, la minima di 500 euro. Più il fermo amministrativo del mezzo, norma tuttavia in forse nelle bozze del decreto legge forse già oggi all’approvazione in Consiglio dei ministri. Ma proprio per questo deve ottenere un consenso politico. Non è scontato che tutti siano d’accordo.
L’intesa con il ministero della Giustizia.Una nuova sanzione deve ottenere intanto l’accordo tra l’Interno e il dicastero della Giustizia, guidato da Alfonso Bonafede. Certo passare dal reato alla sanzione amministrativa significa alleggerire il carico di denunce ora affluite alle procure della Repubblica: alcune non hanno nascosto le loro perplessità proprio sull’efficacia della norma e soprattutto sulla possibilità di produrre una condanna. Nella discussione sulla nuova disposizione, tuttavia, potrebbe emergere anche una linea più soft ma non meno priva di effetto deterrente, anzi. Il rischio con una multa così elevata, osservano alcuni addetti ai lavori, è di scatenare ricorsi amministrativi a non finire. Una somma più contenuta, tipo 500 euro ridotti a 200 se pagati entro cinque giorni, resta una minaccia consistente ma meno soggetta a ricorsi. Al Consiglio dei ministri l'ultima parola.
Il caos da risolvere con le Regioni.
La riunione di governo, destinata all’approvazione – se sarà chiusa l’intesa sul nuovo decreto legge – delle nuove norme, deve anche risolvere il caos sorto con le indicazioni regionali sulla circolazione e le restrizioni. L’ordinanza più recente della Lombardia, per esempio, fissa una sanzione di 5mila euro: il divario con la norma applicata a livello nazionale è enorme, in realtà l’effetto deterrenza deve moltiplicarsi soprattutto al Sud dove le violazioni sono più numerose e ripetute. Le differenze tra normative regionali e nazionali in questo momento non riguardano soltanto la circolazione delle persone ma anche le restrizioni alle attività produttive. Divergenze con un profilo delicato: non solo giuridico ma soprattutto politico.

Dalla Russia con amore, in arrivo gli aiuti di Putin.



Laboratori mobili, medici militari, mezzi speciali. Nove jet sono in arrivo a Roma ed entro la notte i rinforzi saranno in Lombardia. Di Maio: "10 milioni di mascherine in arrivo. L'Italia non è sola".

La mobilitazione è stata rapidissima. Sabato Putin ha chiamato il premier Conte, domenica pomeriggio il primo jet è decollato da una grande base alle porte di Mosca e nella serata è arrivato all'aeroporto militare a Pratica di Mare. Altri otto seguiranno nel giro di ore. Tutti i materiali raggiungeranno poi la Lombardia.

Dalla Russia con amore, in arrivo gli aiuti di Putin

Le foto diffuse dal ministero della Difesa russo mostrano la colonna di mezzi che sale sui velivoli. Si notano un laboratorio mobile, alcuni camion militari, una fila di ufficiali e diversi furgoni con aiuti medici. Sulle fiancate sono stati disegnati cuori con i tricolori dei due Paese e la scritta in tre lingue “Dalla Russia con amore”, come il film di 007.

Dalla Russia con amore, in arrivo gli aiuti di Putin

Ognuno dei nove Ilyushin 76 può caricare circa 45 tonnellate tra merci e uomini: sono “i muli” volanti, protagonisti della storia dell’Armata Rossa sovietica, tutt’ora in servizio dopo essere stati modernizzati nei motori e nelle strumentazioni. Difficile valutare l’esperienza dei rinforzi in arrivo da Mosca: in Russia ufficialmente l’epidemia è a livelli minimi, anche se i dati vengono contestati da molti osservatori.

Dalla Russia con amore, in arrivo gli aiuti di Putin

Il personale sembra proveniente dai ranghi della Protezione Civile, che fa capo al ministero dell’Interno, e da quelli delle forze armate. Dovrebbero essere parte delle unità pronte all’azione per fronteggiare le catastrofi e addestrate allo scenario della “guerra batteriologica”. E per questo in grado di operare con efficacia nella battaglia contro il coronavirus.

Dalla Russia con amore, in arrivo gli aiuti di Putin

L’elenco degli aiuti annunciato da Mosca infatti comprende anche veicoli speciali e strumenti per la “sanificazione dei trasporti”: una bonifica fondamentale per i reparti militari impegnati in zone contaminate e adesso utilissima anche negli ospedali lombardi. I camion inoltre trasportano scorte di mascherine, tute protettive e tamponi per i test.

"Tra oggi e domani - ha dichiarato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ha accolto all'aeroporto militare di Pratica di Mare l'aereo russo - arriveranno oltre 10 milioni di mascherine in Italia. Da mercoledì invece inizieranno ad arrivare 100 milioni di mascherine dalla Cina, così come comunicato nei giorni scorsi. Partirà un primo lotto da sei milioni e poi venti milioni di mascherine ogni settimana. Questo dimostra che l'Italia non è sola e che coltivare amicizie con altri Stati è fondamentale".


https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/22/news/dalla_russia_con_amore_in_arrivo_gli_aiuti_di_putin-252006026/

Il virus e la pazzia dei soldi. - Tommaso Merlo



È anche per colpa dei soldi se il mondo ricco ha reagito tardi al virus. Le bombe biologiche come il resort austriaco di Ischgl o le spiagge della Florida o la partita Atalanta-Valencia a San Siro non si contano. Nient’altro che paura di perdere quegli stramaledetti soldi. Da settimane molte fabbriche insistono di voler restare aperte spalleggiate da Confindustria. Non vogliono perdere commesse e clienti che magari attendono i loro yatch superlusso in qualche torrido emirato. I soldi prima di tutto, anche della vita delle persone, anche del rischio di amplificare l’infezione. I soldi. Una pazzia. Che condiziona la nostra vita. Che condiziona la nostra società. Trump, Johnson ma anche Macron, marionette delle lobby che han perso tempo prezioso per arginare il contagio. Dovevano scegliere da che parte stare. O da quella dei soldi o da quella della salute pubblica. Ed hanno esitato. Perché se sono in quei palazzi lo devono ai soldi, lo devono ai potentati che hanno sponsorizzato le loro carriere. Soldi e uno spettacolo davvero epocale. Il virus ha mandato in coma il mondo ricco in pochi giorni. Anche se si sapeva benissimo che una nuova pandemia sarebbe arrivata prima o poi. Ma nessuno ha investito in un sistema per fronteggiare queste emergenze. Anzi. Si è progressivamente smantellando la sanità pubblica, trasformando la salute da diritto universale a costosa mercanzia. Soldi. Stramaledetti soldi. Che corrompono le anime ma anche il cervello. Produciamo mine antiuomo e pistole, non mascherine e guanti. Produciamo lusso superfluo quando gran parte del pianeta è in miseria. E poi ci lamentiamo pure se ci troviamo i disperati a casa nostra. Soldi. Una pazzia. Individuale e collettiva. Il virus bazzicava ancora per Codogno quando gli sciacalli delle borse scommettevano sul decesso di un’Italia infettata oltre che vecchia e con malattie pregresse. Poi il virus ha varcato le Alpi e il casinò finanziario è rimasto con ben poco su cui speculare ed è andato in tilt. Stramaledetti soldi. Alcuni senatori statunitensi son stati beccati a vendere azioni per milioni di dollari qualche ora prima del devastante crollo di Wall Street. Sapevano dell’imminente catastrofe grazie a un rapporto dell’intelligence. Nelle stesse ore negavano la pandemia, come il loro presidente. Motherfuckers. Money, money e ancora money. Scoppiata la pandemia negli Stati Uniti Amazon ha assunto subito 100 mila nuovi addetti al magazzino e alle consegne. Ed è solo l’inizio. Con un paese in lockdown prevedono un picco vertiginoso negli ordinativi. Come in ogni guerra, c’è sempre chi guadagnerà fortune. In cambio il signor Amazon e i suoi colleghi multimiliardari donano spiccioli e cioè milioni di dollari per mascherine e respiratori. Pubblicità ingannevole ma forse anche un dannato bisogno di sentirsi in pace con la propria coscienza. Sono vittime anche loro della pazzia di un mondo che rotea attorno ai soldi. Ma dalla parte giusta. Le saracinesche del mondo ricco sono abbassate e si preannuncia un’inondazione di soldi pubblici senza precedenti per salvare la baracca e ripartire. Furbi e parassiti si son già messi il tovagliolo attorno al collo per quella che si preannuncia come la mangiatoia del secolo. Trump twitta già che “la cura non può essere peggiore della malattia”. Non è ancora riuscito a garantire i tamponi e già vuole il business as usual. Segnali scoraggianti. Il rischio è che passata la pandemia nessuno si ricorderà più delle bombe biologiche, delle esitazioni dei governanti o della glaciale avidità delle fabbriche. Il rischio è che quelli che oggi tutti osannano come eroi torneranno ad essere dipendenti di un servizio sanitario pubblico da snobbare. La pazzia dei soldi svenduta come normalità.

https://infosannio.wordpress.com/2020/03/24/il-virus-e-la-pazzia-dei-soldi/

Il bivio. - Massimo Erbetti

Risultato immagini per riflettere

Siamo di fronte ad un bivio e dobbiamo scegliere quale strada prendere. Non è più una scelta rinviabile, siamo obbligati a scegliere una delle due strade che ci troviamo davanti. Continuare sulla vecchia strada, quella che tutti conosciamo bene, quella che ci da sicurezza perché rappresenta il mondo che conosciamo, oppure prendere l'altra, quella che ci costringerà a modificare il nostro modo di vita. Quando tutto sarà finito, continueremo a pensare che questo neoliberismo che abbiamo abbracciato sia il futuro? Continueremo a pensare che il privato sia migliore del pubblico? Continueremo a pensare che la politica debba necessariamente abdicare e demandare i propri compiti alle grandi aziende e alle multinazionali? Saremo ancora così presuntuosi da pensare che siamo invincibili e intoccabili? Il virus a suo modo, in modo spietato e cinico, ci sta dicendo che quella che stiamo seguendo è una strada che ci porterà all'estinzione, non sarà certo il covid 19 a farlo...lui ci sta solo avvertendo, ci sta dicendo a gran voce che stiamo sbagliando tutto, ci sta dicendo che il profitto a tutti i costi, non è la cosa più importante, come non lo è la corsa all'acquisto sfrenato, come non lo è il PIL, come non lo sono tutte quelle cose che desideriamo e che vogliamo a tutti i costi...una bella macchina...un bel vestito...outfit...come si dice oggi, certo perché vestito è un termine superato...oggi abbiamo gli influencer...loro hanno un paio di occhiali di un certo modello? Li vogliamo a tutti i costi anche noi...non ce ne rendiamo conto, ma per essere differenti l'uno dall'altro, per emergere, per farci notare, alla fine siamo tutti uguali, tutti con gli stessi desideri, tutti con gli stessi vestiti, tutti con le stesse auto, ma sopratutto distratti...interessati solo alla scatola...una macchina è una scatola...un vestito è una scatola...ma cosa c'è dentro quella scatola? Ci sono uomini e donne e questo lo abbiamo dimenticato...vogliamo continuare a pensare alle scatole o vogliamo pensare al contenuto? Vogliamo veramente continuare a mettere al primo posto una stupida scatola? Lui, il virus, ci ha chiaramente fatto capire che una scatola non serve a niente...che te ne fai della scatola se poi sei costretto a stare chiuso in casa? Se non puoi vedere ed incontrare nessuno? Se per uscire devi indossare una mascherina che ti copre il viso e nessuno può riconoscerti? Vogliamo veramente continuare a vivere in questo modo? O vogliamo pensare al contenuto delle scatole? Al contenuto non serve sicuramente la scatola, al contenuto serve altro, serve una sanità pubblica efficiente, non quella fallimentare e quasi totalmente privata come la lombarda, al contenuto serve che la politica in prima linea e faccia "politica"...politica è programmazione, politica è prevedere, politica è pensare ai cittadini, non al capitale....abbiamo bisogno di una sanità totalmente pubblica, abbiamo bisogno di un acqua totalmente pubblica, abbiamo bisogno di una scuola pubblica, abbiamo bisogno di un trasporto pubblico...non ci serve una scatola..siamo ad un bivio...dobbiamo scegliere la via giusta...e non è certo quella delle scatole.

https://www.facebook.com/massimo.erbetti/posts/10216918349776639

lunedì 23 marzo 2020

CAZZARI E ASSENTEISTI. - Bruno Fusco

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Sono giorni che non si vedono parcheggiatori abusivi in giro, anche gli extracomunitari sono scomparsi dai semafori e dall'esterno dei supermercati, personalmente, non mi hanno mai dato fastidio, quelli fuori ai supermercati, lo spaccio di droga si è rallentato, l'inquinamento è diminuito, le strade sono pulite, il traffico è scomparso, i fiumi respirano, il canto degli uccellini si sente limpido, soprattutto alle cinque del mattino, non bastavano quelli dei balconi! (scherzo) Scippi, rapine, omicidi e stupri, sembrano essere diminuiti, almeno per strada, e il mio proprietario di casa ha smesso di telefonarmi! E non è cosa da poco!
Se questa epidemia ha tantissimi lati negativi, come il sacrificio di tanti concittadini, e ai familiari va il mio abbraccio e le mie più sentite condoglianze, voglio cogliere almeno un lato positivo da questa quarantena: l'assoluta scomparsa di tante assurdità.
Rimangono ancora delle persone a rompere i coglioni, i soliti nullafacenti che disturbano la quiete pubblica, non hanno mai fatto un caxxo in vita loro, e oggi hanno voglia di lavorare, proprio oggi che bisognerebbe stare fermi come bradipi sul ramo, mi riferisco, ovviamente, a un certo Salvini Matteo, noto molestatore citofonico, ultracaxxaro cosmico, assenteista per tradizione, e l'altra, anche lei assenteista instancabile, una certa Meloni Giorgia, che farebbe fallire i migliori venditori di patacche per concorrenza sleale.
Questi due, difficilmente raggiungibile per cazzarite acuta, incredibilmente, vengono oscurati da un altro grande cazzaro, mai saturo di puttanate, all'anagrafe di Firenze ancora piangono dal 1975, quando i genitori si presentarono, increduli, gli addetti comunali si chiedevano: “ma veramente lo volete registrare?”
Dai primi passi era evidente che il babbui.., il bambino era scollegato dalla realtà che lo circondava, correva come un pazzo e sbatteva contro i pali, non contento, si rialzava, e come nulla fosse, ci sbatteva di nuovo, i postumi di tali traumi sono stati evidenti con il passare degli anni, fino a quando ha sbattuto contro un vaffanculo enorme, dopo il referendum costituzionale del 2015, eppure, la botta non sembra averlo scalfito, ha insistito, e ha preso una capata micidiale alle politiche del 2018, che Arnold Schwarzenegger non si sarebbe più rialzato, invece lui, stoico, continua, a sputazzelle e dentini, si tiene in piedi, è la prova provata che le teste di cazzo sono piene di nulla!
Tornando al duo delle meraviglie, Salvamelon, se proprio hanno tanta voglia di lavorare, ci sarebbero da scaricare milioni di mascherine arrivate dalla Cina e dalla Russia, ci sarebbe da pulire le scarpe ai medici cubani arrivati per aiutare l'Italia, almeno questo lo potreste fare?
O sapete solo fare patti vergognosi per diamanti, petrolio, diplomi, pale eoliche, nascondere 49 milioni di euro, altro che grande lavoratore, tu si 'na granda lota! (fanghiglia fognaria)
E la meloncina, che ha votato leggi per salvare il culo a Berlusconi, leggi Fornero, scudi fiscali, falso in bilancio, nipoti di Mubarak, bavaglio intercettazioni, svuota carceri, tagli all'istruzione, che cazzo parla ancora!?

Andate a fare in culo prima di parlare di Conte e Di Maio, e se il rispetto per l'Italia è tornato di moda, non è certamente per due come voi, assenteisti e caxxari!


https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10213817496825600&set=a.4230109044970&type=3&theater

Divanisti alla riscossa. - Marco Travaglio



Purtroppo abbiamo disgrazie più gravi di cui preoccuparci. Quindi il ritorno degli sciacalli da divano, che in tempi normali farebbe schifo, in quest’apocalisse fa soltanto pena. Ieri, mentre l’Italia (e soprattutto la Lombardia) contava altri 651 morti e 4 mila nuovi contagiati, uno stormo di avvoltoi si levava in volo per azzannare Giuseppe Conte, reo nientemeno che di aver comunicato i contenuti del nuovo Dpcm con un breve messaggio su Facebook alle 23.20 di sabato. Il più lesto a speculare è stato l’Innominabile, che in tre righe è riuscito a infilare tre baggianate sesquipedali. “Noi rispettiamo le regole del Governo sulla quarantena” (e che pretende, una medaglia?); “Ma il Governo rispetti le regole della democrazia. Si riunisca il Parlamento” (che c’entra il governo se il Parlamento non si riunisce? Forse Conte-Tejero ha schierato i carrarmati dinanzi a Montecitorio e a Palazzo Madama per impedire l’ingresso a una folla di parlamentari ansiosi di entrare?); “Si facciano conferenze stampa, non show su Facebook: è una pandemia, non il Grande Fratello” (in che senso quei 7 minuti su Fb sono uno show o un reality? Chi è stato, fra Conte e l’Innominabile, a esibirsi ad Amici da Maria De Filippi col chiodo alla Fonzie?).
Poi si sono aggiunti Salvini e Meloni, che almeno non fanno parte della maggioranza. La Meloni delira di “intollerabili i metodi da regime totalitario” (qui la battuta si scrive da sé), “dichiarazioni trasmesse in orari improbabili” (lei preferiva le 22,51 o le 23.08), “con continui ritardi” (rispetto a cosa? A che ora esattamente la dichiarazione sarebbe arrivata in orario?), “attraverso la pagina personale su Facebook, come se in Italia non esistessero le Istituzioni, la televisione di Stato e la stampa” (in questi giorni tutti i capi di stato e di governo del mondo si rivolgono alle proprie nazioni in diretta, anziché affidarsi a freddi comunicati). Salvini tiene subito a precisare di essere rimasto, anche nell’ora più buia, il cazzaro di sempre: “Meglio tardi (troppo tardi) che mai, ieri notte ci hanno dato retta” (parola di quello che solo il 27 febbraio strillava “Riaprire tutto, negozi, discoteche, musei, gallerie, bar”); “non è questo il modo di agire e dare certezze agli Italiani” (parola di uno che ha “governato” in diretta Fb per un anno e mezzo, anche in piena emergenza Papeete). Al coro degli alti lai si unisce l’Ordine dei giornalisti, improvvisamente allergico alle comunicazioni dirette del premier (sempre esistite in tutto il mondo da che mondo è mondo), dopo decenni di silenzi sui “colleghi” che facevano domande-assist concordate o applaudivano B. e l’Innominabile.
Anche stavolta, non si capisce quale peccato mortale avrebbe commesso il premier. Non certo sospettabile di sfuggire alle domande, visto che quasi ogni giorno rilascia interviste ai quotidiani. Sabato, mentre era collegato con sindacati, Confindustria, 20 presidenti di Regione, Protezione civile, ministri e capi-delegazione giallorosa per decidere quali settori industriali e commerciali chiudere o lasciare aperti, a Otto e mezzo il solito tromboncino da divano strillava come un ossesso che era una vergogna il silenzio di Conte, dopo averlo accusato per settimane di parlare troppo. Finita la maratona di riunioni, il premier ha messo giù il discorso e poi l’ha letto, anticipando un Dpcm molto dettagliato, che è stato limato e integrato fino a ieri pomeriggio. Siccome tutti sapevano, per l’enorme numero dei soggetti coinvolti, che cosa grosso modo bolliva in pentola, ha chiarito appena possibile (cioè alle 23.20) la sostanza delle nuove restrizioni, rinviando i dettagli al testo uscito ieri e in vigore oggi. Non c’era tempo per convocare in extremis una conferenza stampa, che peraltro sarebbe andata deserta come le ultime (i cronisti lavorano in gran parte da casa). E occorreva evitare nuove fughe di notizie (e di persone) come quelle che gli erano state rinfacciate sul Dpcm dell’8 marzo. Ma qualunque cosa faccia Conte è sempre sbagliata: sia che parli sia che taccia, sia che anticipi le fughe di notizie sia che le insegua. Come se il dramma fossero le forme, i mezzi, gli orari delle sue comunicazioni. E come se fosse lui a deciderne i tempi per biechi motivi che peraltro nessuno spiega, e non le circostanze eccezionali. Per fortuna gli italiani sanno distinguere chi lavora da chi specula. Ed è questo che manda ai matti sciacalli e avvoltoi.
Siccome non c’è limite al peggio, un sedicente “Patto trasversale per la scienza”, ultimo travestimento di Burioni&C., diffonde una “diffida legale” alla virologa Maria Rita Gismondo invitandola ad abiurare pubblicamente alle sue convinzioni che costituirebbero il reato di “notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l’ordine pubblico”. In attesa che si allestiscano le pire per la nuova caccia alle streghe, segnaliamo a Burioni un cazzaro che il 2 e l’11 febbraio dichiarava: “In Italia il rischio è 0. Il virus non circola”, “Dobbiamo avere paura del coronavirus così come abbiamo paura dei fulmini”. Il suo nome è Burioni: al rogo anche lui.

Remain Italian. - Francesco Ersparmer



È normale che quando a essere minacciata è la nostra esistenza e a essere stravolte sono le nostre consuetudini, il pericolo sembri molto maggiore e di conseguenza esploda la nostra ansietà. Non è normale che si stia perdendo completamente il senso delle proporzioni e che troppi italiani si stiano abbandonando a una visione cupa del futuro o addirittura apocalittica: che è il modo migliore per esentarsi dalla responsabilità di agire, la facile giustificazione per evitare di doversi rimboccare le maniche, smetterla di adorare le solite celebrity e di guardare i soliti programmi televisivi, fare una seria e onesta autocritica per capire come mai ci si trovi in questa situazione. All’apocalisse, per definizione, non c’è rimedio e dunque è inutile contrastarla: molto comodo. Gente che per decenni non è andata a votare e adesso si lamenta della politica; lombardi e veneti che per pagare meno tasse e potersi comprare il SUV hanno preteso la “razionalizzazione” della sanità pubblica (la Lombardia, quattro mandati a Formigoni e poi, non pentita, a Maroni e Fontana; il Veneto, tre mandati a Galan per poi passare a Zaia) e adesso sono indignati per le sue carenze; milioni di italiani che in cambio di qualche gadget di plastica hanno accettato e sostenuto privatizzazioni, delocalizzazioni e globalizzazione e adesso recriminano per la debolezza dello Stato.
I popoli hanno i governi che si meritano e anche le epidemie che la loro disattenzione ha favorito. Tanti italiani in questi giorni si stanno sacrificando, stanno tenendo in piedi il paese, come hanno sempre fatto. Tanti stanno dimostrando generosità, partecipazione, abnegazione a anche immaginazione – le immagini dei cittadini che cantano insieme sui balconi hanno fatto il giro del mondo e sono riuscite a ridare credito al nostro paese, un credito di cui avrà enorme bisogno fra qualche mese, annullando l’effetto negativo provocato dalle interviste anti-italiane di Renzi e Salvini e mostrando l’Italia che gli stranieri ammirano e invidiano, capace di una solidarietà diffusa, un mosaico di vere comunità. Ma non avrebbe dovuto essere necessario che tanti dessero tanto. Sarebbe bastato che tutti facessero la loro parte; sarebbe stata sufficiente un po’ di vigilanza contro gli stronzi e i pagliacci che hanno gradualmente occupato le posizioni di potere nelle istituzioni, nell’economia, nella televisione. Cos’altro credete che fossero la Milano da bere di craxiana e berlusconiana memoria, i vincenti della Leopolda, i rampanti leghisti? Come avete potuto pensare che una minoranza (ma vasta) abituata a infrangere impunemente il codice della strada (protetta dai garantisti liberal e radicali) si sarebbe dimostrata disciplinata e avrebbe obbedito alle limitazioni alla sua sacra libertà (individuale) di fare quello che le pare?
La tolleranza nei confronti del male produce il male. Gli italiani non sono dei puritani e neppure dei tedeschi; il nostro modello di società consente eccezioni, trasgressioni, pentimenti. Ma entro certi limiti: l’Italia è sempre stata anche una società morale, in cui le abitudini, le tradizioni e i legami familiari supplivano a una autorità centrale abbastanza debole. Poi sono arrivati i liberisti alla Berlusconi, alla Veltroni, alla Renzi, alla Salvini, alla Bonino, a diffondere il modello americano, l’omogeneizzazione senza responsabilità e identità, passiva, indotta dalla pubblicità, fondata sul mero consumismo.
Il coronavirus è una prova e un’occasione, esso segna un momento epocale, il momento in cui abbiamo la possibilità di scegliere, e se non scegliamo vincerà per default la posizione dei ricchi e dei corrotti: se tornare a essere quello che siamo sempre stati riscoprendo la nostra cultura e rigettando trent’anni di edonismo liberista, o se completare la trasformazione e diventare la brutta copia (tutti i difetti, nessuna virtù) degli Stati Uniti. Altro che “stay human”, un’astrazione. Si tratta di rimanere italiani.