lunedì 6 aprile 2020

Matteo Salvini e la Lega sconfitti dall'Espresso. Il giudice: «Sui 49 milioni tutte notizie vere». - Paolo Biondani



Il leader del Carroccio sbugiardato dal tribunale: respinte tutte le querele per diffamazione. La sentenza assolve i cronisti ed elogia il «giornalismo d’inchiesta»: sulla maxi-truffa dei rimborsi elettorali, pubblicati solo «fatti documentati» (24 gennaio 2020)

Matteo Salvini è stato sconfitto dall'Espresso e sbugiardato dai giudici sullo scandalo dei 49 milioni confiscati alla Lega ma in gran parte spariti. Tutti i magistrati competenti hanno infatti dichiarato completamente infondate le querele per diffamazione proposte (e pubblicizzate) dal leader leghista, quando era ancora ministro dell'Interno, dal suo vice, Giancarlo Giorgetti, già sottosegretario alla presidenza del consiglio, e dal tesoriere del partito, l'onorevole Giulio Centemero. La sentenza dei giudici spiega che il lavoro dei giornalisti dell'Espresso rappresenta «indiscutibilmente» un esempio di «giornalismo d'inchiesta», che secondo la Cassazione va considerato «l'espressione più alta e nobile dell'attività d'informazione».

Le motivazioni del verdetto, depositate oggi, precisano che «con il giornalismo d'inchiesta l'acquisizione delle notizie avviene autonomamente, direttamente e attivamente da parte dei professionisti e non mediata da fonti esterne mediante la ricezione passiva di informazioni». I giornalisti dell'Espresso vanno quindi assolti con formula piena perché hanno pubblicato solo informazioni «verificate» e «documentate», di «indubbio interesse pubblico» ed esposte «con correttezza», con tutti i crismi del diritto-dovere di cronaca.





Per i vertici della Lega, la sconfitta giudiziaria è totale. Salvini, Giorgetti e Centemero avevano presentato una serie collegata di querele contro cinque articoli sullo scandalo dei 49 milioni, pubblicati dall'Espresso tra giugno e luglio 2018, firmati da Giovanni Tizian, Stefano Vergine, Paolo Biondani, Gloria Riva e Leo Sisti, chiamando in causa anche il direttore Marco Damilano. Il procedimento penale, per competenza territoriale, è stato esaminato dai giudici del tribunale di Velletri.

Nel giugno scorso i magistrati della Procura, chiamati a rappresentare l'accusa, hanno invece chiesto l'archiviazione, giudicando infondate tutte le ipotesi di pretesa diffamazione, dopo aver esaminato i documenti presentati dai giornalisti, illustrati nelle memorie difensive degli avvocati dell'Espresso, Paolo Mazzà e Clara Gabrielli. Il leader della Lega e i suoi fedelissimi, a quel punto, hanno rilanciato le loro accuse con una formale opposizione all'archiviazione, chiedendo ai giudici del tribunale (ufficio gip), questa volta, di rovesciare il verdetto e incriminare i giornalisti. L'udienza decisiva si è tenuta il 7 gennaio scorso. E si è conclusa con una sentenza, depositata questa stamattina, di assoluzione piena dei giornalisti.

Nelle motivazioni, i magistrati riconoscono che tutti gli articoli dell'Espresso «sono il risultato dell'attività d'inchiesta portata avanti dai giornalisti, i quali, come attestato dalla copiosa documentazione depositata in allegato alla memoria difensiva, hanno ricercato le notizie, ripercorso gli eventi e tentato di ricostruire, nei limiti del possibile, la gestione delle finanze del partito politico Lega Nord. Argomento, quest'ultimo, che riveste un indubbio rilievo, stante l'interesse pubblico alla ricerca della verità conseguente agli scandali finanziari che hanno travolto il partito in questione».


https://m.espresso.repubblica.it/attualita/2020/01/24/news/l-espresso-vince-contro-matteo-salvini-e-la-lega-e-giornalismo-d-inchiesta-non-diffamazione-1.343453?fbclid=IwAR2q25VrDgqgPtCFDPslkjEf8efOhV2GV_YiDSk0fKm0b107HJifDpWsJP4

Apri-chiudi: abbattere Conte. - Stefano Rossi



BURIONI, da Fazio: “Preoccupatevi più del meteorite che del virus”, 
ZAIA: “Province del Veneto devono uscire dalla zona rossa. Noi continuiamo a dire che vogliamo che le nostre tre province escano questa idea di zona rossa, rispettiamo le regole però non vogliamo avere tre province dentro sulla base di quella classificazione”, 8 marzo. Ma appena il 10, ipotizza la chiusura totale. “Il tema di avere un isolamento fiduciario fatto bene potrebbe essere la soluzione”. Usa il condizionale, però ha capito. 
- FONTANA: “L’allargamento della zona rossa per il momento non viene preso in considerazione, non penso ci siano le condizioni. Cerchiamo di sdrammatizzare”, 24 febbraio. 
- GALLERA a La7: “Stiamo pensando di chiudere i trasporti pubblici e ridurre le attività produttive”, niente di meno  il 20 marzo! 
- SALA: “Milano a luci spente non piace a nessuno, che sia una città riaperta al più presto”, su la Repubblica, 27 febbraio. Il giorno prima chiedeva al ministro Franceschini di riaprire i musei. 
- ZINGARETTI: “Niente panico, isolare i focolai”. Questo slogan seguiva l’annuncio di un aperitivo a Porta Ticinese, Milano, per proseguire a Bollate per una cena. Era il 27 febbraio. Il 10 marzo, il Sole 24Ore scriveva: “Una girandola di dichiarazioni”. Ma c’è un politico che ha battuto tutti i record. 
- SALVINI. Il 21 febbraio invitava ad ascoltare medici e scienziati che, a suo dire, avvertivano del pericolo imminente dell’arrivo del virus sui barconi. Ma il 24 febbraio su Twitter “Non è il momento delle mezze misure: servono provvedimenti radicali”. “Un mese fa chiedevo di riaprire tutto? Ho sbagliato”, 27 marzo. Il 27 febbraio annunciava in diretta fb “L’Italia riparte. Alla faccia di chi se la prende con medici, infermieri, governatori e sindaci. Saranno ancora una volta i cittadini, famiglie e imprese a salvare questo splendido Paese. Niente blocchi, chiusure o zone rosse. Vorremmo  che riaprissero musei, negozi, discoteche e bar”. 29 febbraio, a Porta a Porta: “Il mondo deve sapere che venire in Italia è sicuro, perché siamo un Paese bello, sano e accogliente altro che lazzaretto d’Europa come qualcuno sta cercando di farci passare”. Per la partita Juve-Inter twitta: “Che senso ha? Porte aperte o porte chiuse, per me si doveva giocare e offrire agli italiani qualche ora di serenità e al mondo un’immagine di tranquillità”. Pazzesco constatare che a El Pais, dava lui un immagine completamente diversa dell’Italia! Il 10 marzo, già in piena emergenza mondiale ecco le sue mirabolanti parole: “Amici, esco preoccupato dall’incontro col governo. Abbiamo chiesto misure forti, drastiche, subito: chiudere tutto adesso per ripartire sani. Fermi tutti per giorni…mettiamo in sicurezza la salute di 60 milioni di italiani….prima che sia tardi”.
- Anche Confindustria ogni giorno critica e contesta le scelte del governo che non ha mai ricevuto applausi da questo ente.
- Su Rai Tre, GALLERA ferocissimo: “Ormai sta emergendo la totale incapacità del governo di gestire qualcosa che loro dovevano prevedere”.
Queste dichiarazioni, al di là del folklore, come quelle di Salvini e Zingaretti, celano un problema per gran parte della politica, dell’imprenditoria e della finanza di questo Paese. La persona che siede sulla poltrona di Palazzo Chigi. Trattasi di un outsider e, in certi ambienti, è il peggior difetto che si possa avere. Come  un peccato capitale. Quei politici, imprenditori, giornalisti che, spesso, siamo abituati a vedersi insultare sui social e in tv, in realtà, all’interno del palazzo del Senato e Camera, o in alcune case di Roma, Cortina, Capalbio, Conte non ci ha mai messo piede. Anzi. In questi giorni, sommerso dai problemi nazionali da risolvere, il presidente Conte ha spesso deciso senza dare troppo conto a certi ambienti abituati ad essere corteggiati, sia pure in modo puramente formale, ma interessati più all’immagine pubblica da salvare, come i sindacati, le varie associazioni degli industriali e le opposizioni. Sarebbe bastato un comunicato stampa, una foto, un piccolo gesto formale.
Ma Giuseppe Conte, se viene attaccato, risponde a modo suo. E questo è il secondo peccato capitale: sfidare il vero potere italiano. Lui. Che è stato tirato per i capelli dentro la politica grazie al M5S. E questo è il terzo peccato capitale. Troppo.
Ne vedremo e ne sentiremo di tutti i colori pur di defenestrare Conte. In confronto, le dichiarazioni di Salvini, ci sembreranno salmi responsoriali.

Non è andato tutto bene e qualcuno ne dovrà rispondere. - Giulio Cavalli



Ad inizio marzo la Regione Lombardia dava il via libera al ricovero di pazienti Covid nelle case di riposo. In cui ora la situazione è fuori controllo e gli anziani continuano a morire.

Gli anziani morivano e a noi, nonostante l’evidenza dei sintomi, dicevano che si trattava solo di bronchiti e polmoniti stagionali»: sono le parole del delegato Cgil, Pietro La Grassa, a proposito del Pio Albergo Trivulzio, oltre milletrecento anziani ricoverati, il polo geriatrico più importante d’Italia. «Il risultato è che ora al Trivulzio abbiamo sette reparti isolati completamente e due vuoti perché non accettiamo più nuovi pazienti. Nella struttura di Merate novanta sono sotto osservazione. Al Principessa Jolanda di via Sassi due reparti sono in isolamento». E poi «quando l’epidemia non si poteva più nascondere, ci è arrivato l’ordine di non trasferire più i pazienti nel pronto soccorso dove di solito ricevono le cure necessarie», prosegue La Grassa, «il che di fatto significa: lasciateli morire nei loro letti. Niente tamponi, ci mandano allo sbaraglio».
«Chiederci di ospitare pazienti con i sintomi del Covid 19 è stato come accendere un cerino in un pagliaio: quella delibera della giunta regionale l’abbiamo riletta due volte, non volevamo credere che dalla Regione Lombardia potesse arrivarci una richiesta così folle»: lo dice Luca Degani, il presidente di Uneba Lombardia, l’associazione di categoria che mette insieme circa 400 case di riposo lombarde.
C’è una delibera della giunta Lombarda, la numero XI/2906, dell’8 marzo 2020, che chiedeva alle Ats, le aziende territoriali della sanità, di individuare nelle case di riposo dedicate agli anziani strutture autonome per assistere pazienti Covid 19 a bassa intensità. «Come potevamo accettare malati ai quali non era stato fatto alcun tampone né prima né dopo? Senza dire che il nostro personale sarebbe stato comunque a rischio. Si sono infettati medici e sanitari in strutture molto più attrezzate della nostra. Non ci hanno dato i dispositivi di protezione ma volevano darci i malati… insomma», racconta Degani.
Insomma no, non è andato tutto bene e sarebbe ora di smetterla di credere che il giornalismo debba solo celebrare la retorica del state tutti a casa e del si è fatto tutto il possibile. Questi fatti sono avvenuti nella Lombardia che ogni giorno ci tiene a fare la voce grossa contro il governo. E indovinate un po’ chi aveva proposto lo scudo penale in difesa dei dirigenti sanitari lombardi? Sì, proprio la Lega, quello stesso partito che in Lombardia governa e nomina i dirigenti. Accadeva tutto mentre Salvini cercava di distogliere l’attenzione sostituendosi al papa e chiedendo l’apertura delle chiese a Pasqua. E intanto avveniva questa porcata.
No, non è andato tutto bene e qualcuno dovrà risponderne. Perché quando si poserà la polvere dell’emergenza sarebbe il caso che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Ognuno.
Buon lunedì.

domenica 5 aprile 2020

Coronavirus, dalle mascherine fatte in casa all’acqua del rubinetto fino alle zampe dei cani: 10 bufale smontate dal ministero. - IFQ

Il Covid19 si combatte con un bagno bollente? Con 3 mascherine sovrapposte? Si trasmette con gli essiccatori per mani o attraverso il cibo? No, no, no e no. Ecco le fake news che circolano su cibo, farmaci e presunti metodi di maggiore tutela smascherate dagli esperti. 
Dall’acqua del rubinetto al bagno con l’acqua bollente, dalle mascherine fatte in casa agli essiccatori per le mani. Le fake news attingono alla fantasia e proliferano nutrendosi della paura. Continuamente ne vengono diffuse e smascherate, come ricorda il ministero della Salute pubblicando sul sito le ultime 10 bufale sfatate dagli esperti.
1. Ci si può infettare bevendo l’acqua del rubinetto. Falso: le pratiche di depurazione cui è sottoposta sono efficaci nell’abbattimento dei virus, insieme a condizioni ambientali che ne compromettono la vitalità (temperatura, luce solare,PH).
2. Il virus si trasmette per via alimentare. Falso: le malattie respiratorie non si trasmettono con gli alimenti, che comunque vanno manipolati rispettando pratiche igieniche.
3. Gli essiccatori per mani ad aria calda uccidono il coronavirus. Falso: non ci sono evidenze, per proteggersi il modo migliore è lavarsi le mani bene e spesso, asciugandole accuratamente.
4. Le mascherine fatte in casa proteggono dal coronavirus. Falso: quelle fatte con sciarpe, bandane o di cotone non lo sono non hanno capacità protettiva dimostrata.
5. Se mi metto due o tre mascherine una sull’altra sono più protetto. Falso: non è utile e il loro uso razionale è importante per evitare inutili sprechi di risorse preziose.
6. Non è vero che i fumatori rischiano più degli altri di ammalarsi di Covid-19. Falso: fumare fa sì che le dita siano a contatto con le labbra, il che aumenta la possibilità di trasmissione del virus dalla mano alla bocca.
7. Le zampe dei cani possono essere veicolo di coronavirus e vanno sterilizzate con la candeggina. Falso: la candeggina non va usata per disinfettare le zampe al rientro da una passeggiata, nemmeno se molto diluita, basta acqua e sapone. Gli animali domestici sono contagiosi? C’è un boom di abbandoni? Fake news e verità nel video con le risposte dell’Enpa.
8. Fare un bagno bollente previene il Covid. Falso: la normale temperatura corporea rimane tra 36,5 e 37 gradi, indipendentemente dalla temperatura del bagno che facciamo.
9. Chi abita in zone con clima caldo umido è più a rischio di infezione. Falso: le evidenze attuali indicano che il nuovo coronavirus può essere trasmesso in tutte le aree, comprese quelle con clima caldo e umido.
10. Se si sono avuti contatti con soggetti positivi al virus si possono prendere dei medicinali che prevengono l’infezione. Falso: non esiste ancora nessuna terapia preventiva, sono ancora tutti studi sperimentali.

Armi di distrazione di massa. - Massimo Erbetti

La destra battezza la leadership di Salvini | L'HuffPost

Le armi di distrazione di massa, sono una serie di strumenti mediatici utilizzati dai potenti per distrarci dai problemi reali. Purtroppo ne siamo tutti vittime e lo siamo fin da bambini, quando ad esempio i nostri genitori, per distogliere la nostra attenzione da una promessa fatta e poi non più mantenuta, invece di spiegarci il, motivo di tale mancanza, ci distraggono comprandoci un gelato o un giocattolo. È facile distrarre un bambino, ma è facile, anzi facilissimo anche distrarre un popolo...facile? Direte voi...assolutamente no, noi siamo attenti, noi siamo adulti, noi non ci facciamo fregare tanto facilmente!.. Sicuri sia veramente così? Facciamo finta che un determinato partito politico, faccia un emendamento, nel quale:
".. le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio (Covid-19) non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa..." emendamento scandaloso, vergognoso, volto a creare una categoria di uomini al di sopra della legge e mettiamo il caso che questo partito venga smascherato..cosa fa quel partito? Per prima cosa dice che ritira l'emendamento perché purtroppo è stato scritto male e che "potrebbe" essere frainteso...scritto male? Frainteso?...ma come scritto male? Ci sono le firme di 59 senatori sotto quell'emendamenro, possibile che nessuno di loro si sia accorto che è scritto male? E poi frainteso? Ma come frainteso? È chiaro, lampante, scritto nero su bianco che con quell'emendamenro si volevano salvare gli amici degli amici...e mandare al macello migliaia di operatori sanitari che ogni giorno rischiamo la vita...come uscire da questa storia con il minor danno possibile? Per prima cosa, come dicevo prima, si ritira l'emendamento...poi si rilancia dicendo che si è dalla parte degli operatori sanitari...e gli si promettono più soldi...si sa I soldi fanno comodo a tutti...e poi opera magistrale...degna di un genio..."Riapriamo le chiese per Pasqua".. E il gioco è fatto...argomento del giorno non è più l'emendamento vergogna...superato, dimenticato, messo nel cassetto, ora c'è qualcos'altro di cui parlare...la religione, argomento spinoso, c'è chi ci crede e chi no, bisogna stare attenti a come muoversi a dare giudizi, il terreno è minato...cosa fai? Critichi la scelta? Ma se lo fai, ti attiri le critiche di chi è credente, d'altra parte se non lo fai e la fai passare come una buona idea, rischi di mandare una fetta di popolazione a farsi infettare...dite la verità, vi siete già dimenticati dell'emendamento vergogna vero?...


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sabato 4 aprile 2020

Immagina . Massimo Erbetti


Ombrello - Wikipedia
Immagina che per assurdo, scoppiasse una pandemia, immagina che un virus, un maledetto virus, cominciasse a propagarsi in una zona della Cina e che in pochissimi giorni infettasse decine di migliaia di persone e causasse migliaia di morti e immagina che le autorità cinesi, da prima sottovalutassero il problema. Immagina poi che ad un certo punto questo virus, cominciasse a propagarsi in tutte le zone del mondo... Un milione di contagiati...centomila morti... Due miliardi di persone costrette all'isolamento...un dramma sanitario ed economico di dimensioni impressionanti..e immagina ancora, che il virus arrivi anche in Italia e contagiasse più di centomila persone...piu di diecimila morti...negozi chiusi...fabbriche chiuse...strade deserte...e immagina che in tutto questo, gli operatori sanitari, i medici, gli infermieri, fossero costretti a lavorare in condizioni di pericolo...sistemi di protezione assenti o poco efficaci, con procedure inadatte alla situazione e immagina che a causa di questo, molti di loro contraessero il virus e tanti purtroppo, morissero...e immagina che in tutto questo scenario apocalittico, ci fosse una forza politica, che governa le regioni dove il virus ha colpito maggiormente la popolazione e immagina che in questo dramma pensasse, non a tutelare i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, che ogni giorno rischiamo la vita, che ogni giorno rischiano di infettare i loro cari...no, non pensasse a tutelare loro, ma i propri dirigenti...quelli che hanno mandato allo sbando chi sta in prima linea...immagina che questa forza politica, pensasse di creare uno scudo penale per queste persone, per non renderle perseguibili in nessun modo...una sorta di intoccabili, di persone sopra ogni tipo di legge...se accadesse ciò, cosa penseresti di questa forza politica? Cosa penseresti di chi invece di salvare gli eroi che stanno in prima linea si preoccupasse di tutelare chi li ha mandati allo sbaraglio? Per fortuna, tutto quello che ho scritto sopra è solo frutto dell'immaginazione, non è mai accaduto...oppure no? Oppure è tutto vero?
Dal sito del Senato della Repubblica:
Proposta di modifica n. 1.1 al DDL n. 1766
A firma di:
Salvini, Romeo, Calderoli, Centinaio, Stefani, Borgonzoni, Candiani, Siri, Arrigoni, Tosato, Faggi, Montani, Saponara, Alessandrini, Augussori, Bagnai, Barbaro, Bergesio, Borghesi, Simone Bossi, Briziarelli, Bruzzone, Campari, Candura, Cantù, Casolati, Corti, De Vecchis, Ferrero, Fregolent, Fusco, Grassi, Iwobi, Lucidi, Lunesu, Marin, Marti, Nisini, Ostellari, Pazzaglini, Emanuele Pellegrini, Pepe, Pergreffi, Pianasso, Pillon, Pirovano, Pietro Pisani, Pittoni, Pizzol, Pucciarelli, Ripamonti, Rivolta, Rufa, Saviane, Sbrana, Urraro, Vallardi, Vescovi, Zuliani
Apportare le seguenti modifiche:
a) Dopo il comma 1, dell'articolo 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n.18 è inserito il seguente:
«1-bis. Le regioni e le province autonome possono incrementare le risorse per le finalità di cui al comma 1 fino al doppio dell'ammontare indicato nella tabella A»;
b) Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente:
«Art. 1-bis.
(Responsabilità datori di lavoro operatori sanitari e sociosanitari)
1. Le condotte dei datori di lavoro di operatori sanitari e sociosanitari operanti nell'ambito o a causa dell'emergenza COVID-19, nonché le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa, se giustificate dalla necessità di garantire, sia pure con mezzi e modalità non sempre conformi agli standard di sicurezza, la continuità dell'assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriale e domiciliare.
2. Dei danni accertati in relazione alle condotte di cui al comma 1, compresi quelli derivanti dall'insufficienza o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale, risponde civilmente il solo ente di appartenenza del soggetto operante ferme restando, in caso di dolo, le responsabilità individuali.»
Si avete capito bene: ".. le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa..." eh si, avete capito benissimo...nessuna responsabilità...nessuna...ne penale...ne civile.. ne contabile....gli intoccabili!
Purtroppo in questo caso la realtà, la vergognosa realtà supera l'immaginazione.


https://www.facebook.com/massimo.erbetti/posts/10217023367882026

venerdì 3 aprile 2020

Coronavirus, il vaccino è un cerotto. - Giuliana Aluffi


Coronavirus, il vaccino è un cerotto

Il gruppo dell'Università di Pittsburgh è lo stesso che ha messo a punto il vaccino per la Sars. Tra loro, l'italiano Andrea Gambotto, che abbiamo intervistato. "Sui topi funziona, la Fda ci autorizzi a passare all'uomo". In 5 mesi si potrebbe cominciare la produzione.

Una piccola puntura - anzi, 400 micropunture erogate da sottilissimi aghetti disposti su un cerotto largo 1,5 centimetri - sul braccio o sulla spalla, e l'immunità al virus SARS-CoV-2 può svilupparsi entro due settimane, per raggiungere entro altre 3-4 settimane un livello di anticorpi sufficiente a contrastare in modo decisivo il virus. È questo il vaccino sperimentale - "PittCoVacc", il primo descritto in uno studio peer-reviewed - sviluppato da ricercatori della School of Medicine dell'Università di Pittsburgh, centro di eccellenza nella lotta alle malattie emergenti. I ricercatori - tra cui l'italiano Andrea Gambotto e Louis Falo di UPMC (University of Pittsburgh Medical Center) - sono gli stessi che nel 2003 hanno realizzato il primo vaccino in assoluto contro un coronavirus emergente (in quel caso si trattava della SARS, e quel vaccino non fece in tempo ad essere sperimentato sull'uomo perché la SARS si eclissò da sola) e hanno poi studiato nel 2014 un vaccino per un altro coronavirus, la MERS.

La stessa proteina chiave per Sars e per l'attuale Coronavirus.

"Con la SARS già nel 2003 avevamo identificato la proteina chiave che dobbiamo usare come target anche per il nuovo SARS-Cov-2: la proteina "spike", ovvero quella che forma le punte (in realtà più simili a minuscoli ombrelli) di cui è composta la corona del virione e che serve al virus per entrare nelle cellule legandosi ai loro recettori. La proteina "spike" è una specie di chiave che il virus usa per entrare nelle cellule: se blocchi quella chiave, puoi fermare il virus", spiega Gambotto a Repubblica. "Il successivo lavoro sulla MERS ci ha permesso poi di trovare la via più efficace per somministrare il vaccino, ovvero i microaghi". I 400 microaghi sono lunghi 0,5 millimetri e larghi 0,1 millimetri, sono fatti di carbossimetilcellulosa (polimero derivato dalla cellulosa) e quando entrano nella pelle si sciolgono liberando la proteina "spike". "A questo punto il sistema immunitario si rende conto che è un corpo estraneo al nostro organismo e inizia a produrre gli anticorpi contro di essa -  spiega Gambotto - quando poi la persona vaccinata viene infettata dal virus, gli anticorpi ingloberanno rapidamente le particelle del virus e bloccheranno l'infezione".

La pelle prima barriera.

La scelta di questo sistema di somministrazione ha a che fare con il fatto che la pelle è la prima barriera del nostro corpo contro virus e batteri. "È come la muraglia di un castello, e proprio per questo è ben presidiata dal sistema immunitario: la pelle è uno dei posti migliori per generare una risposta immunitaria rilevante, superiore a quella che si ha iniettando nel muscolo -  sottolinea Gambotto - un altro vantaggio è che se si inietta un vaccino nel muscolo, questo si diluisce in tutto il corpo, quindi per generare una risposta forte serve una maggiore quantità di vaccino. Invece l'iniezione attraverso la pelle tramite microaghi è localizzata: c'è una concentrazione del vaccino molto più elevata, tutte le cellule immunitarie vanno ad attaccare l'invasore e basta una quantità minore di vaccino per dare l'immunità".

Minore quantità di vaccino.

La minore quantità di vaccino  - ne serve tra 1/5 e 1/10 di quello che servirebbe con una classica iniezione con siringa - richiesta è un vantaggio soprattutto quando bisogna produrre quantità enormi di vaccino per rispondere all'emergenza di una pandemia. E il particolare sistema di iniezione tramite i microaghi è un altro punto di forza del vaccino studiato a Pittsburgh: "I microaghi proteggono la proteina spike, liberando i medici dalla necessità di conservare il vaccino attraverso la catena del freddo - sottolinea Gambotto - questo significa che il vaccino è più facilmente trasportabile anche nelle zone più povere del pianeta". I risultati sperimentali sui topi sono promettenti: un test dopo due settimane dall'iniezione del vaccino mostra che i topi hanno già sviluppato anticorpi specifici contro il Sars-Cov-2. "Gli anticorpi maturano progressivamente, diventano più potenti e selettivi contro il virus, e dopo 5-6 settimane dalla prima iniezione se ne sviluppa una quantità sufficiente ad arrestare la malattia - spiega Gambotto - naturalmente dovremo condurre la sperimentazione clinica per assicurarci che quanto abbiamo visto nei topi possa replicarsi anche nell'uomo: entro 1-2 mesi - a seconda della celerità della FDA americana nell'autorizzarci - dovremmo essere in grado di far partire la sperimentazione clinica, che - magari limitata agli studi di fase 1, vista l'emergenza mondiale della pandemia - potrebbe concludersi entro altri 2-3 mesi. La sperimentazione clinica ci aiuterà a calibrare la dose giusta di vaccino che può essere efficace con l'uomo. Se questa fase si concluderà con successo, il vaccino potrebbe essere pronto per la produzione industriale entro 5 mesi da ora".

https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/04/02/news/coronavirus_il_vaccino_e_un_cerotto-252966328/