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giovedì 22 dicembre 2022

Colpo di mano di Forza Italia, stop alla microspia Trojan per i reati di corruzione. - Liana Milella

 

Al Senato, il capogruppo forzista Pierantonio Zanettin presenta il disegno di legge per bloccare l'uso del captatore informatico contro i reati della pubblica amministrazione. In collera l'ex procuratore antimafia Cafiero De Raho di M5S, "così s'indebolisce la lotta alle mafie".

ROMA - Stanno smantellando le norme anticorruzione. Via la legge Spazzacorrotti. Prima via i reati contro la pubblica amministrazione dall'ergastolo ostativo. Adesso via anche l'uso del Trojan. E la protagonista continua a essere Forza Italia. Per mano dell'avvocato e senatore Pierantonio Zanettin. Che ha già conquistato la cancellazione dei reati del ceppo della corruzione da quelli "ostativi", che cioè non possono ottenere alcun beneficio, né tantomeno la liberazione condizionale. Adesso un suo nuovo disegno di legge, presentato a palazzo Madama, chiede di eliminare l'uso della microspia Trojan per gli stessi reati contro la pubblica amministrazione. 

A stretto giro s'arrabbia l'ex procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, oggi deputato di M5S e vice presidente della commissione Giustizia che dice: "La maggioranza e il governo stanno indebolendo la forza dello Stato contro le mafie. Il dovere del legislatore invece è quello di proteggere i cittadini, farli sentire tutelati rispetto a ogni forma di malaffare".

Ma al Senato Zanettin cerca di mettere a segno il secondo colpo dopo quello sull'ergastolo ostativo visto che, proprio grazie a un suo emendamento da capogruppo di Forza Italia, tutti i reati che la legge Spazzacorrotti aveva introdotto tra quelli "ostativi" sonno stati eliminati. Corrotti e corruttori potranno di conseguenza ottenere benefici penitenziari più ampi. 

Adesso siamo al secondo round. Sfruttando anche l'onda dell'indagine conoscitiva sulle intercettazioni lanciata in commissione Giustizia dalla presidente, la senatrice leghista Giulia Bongiorno. Contro il Trojan, la microspia inserita nel cellulare che funziona non solo come un registratore, ma anche come una telecamera in grado di registrare e videoregistrare tutto quello che avviene nel suo arco di copertura. 

Zanettin la vede come il diavolo e scrive nella relazione al suo disegno di legge: "È lo strumento che più vìola la sfera di intimità dell'intercettato, con l'evidente rischio di una diversa destinazione d'uso atto a violare la privacy degli individui". E ancora: "I reati contro la pubblica amministrazione vengono di fatto equiparati ai reati per criminalità organizzata e terrorismo, ammettendo l'uso di tale invasivo mezzo di ricerca della prova anche per quanto concerne tali tipologie di reati". Zanettin cita il caso dell'inchiesta sull'ex pm Luca Palamara in cui "chat penalmente irrilevanti, disciplinarmente irrilevanti, hanno comunque penalizzano le carriere di alcuni magistrati". 

La sua idea è chiara, se dovesse passare la sua proposta, e vista la sua maggioranza ciò è ampiamente ipotizzabile, in un'indagine come quella su Palamara l'uso del Trojan non sarebbe più consentito. 

https://www.repubblica.it/politica/2022/12/21/news/colpo_di_mano_di_forza_italia_stop_alla_microspia_trojan_per_i_reati_di_corruzione-380111554/

mercoledì 11 agosto 2021

Procioni, sconti e l’Area Expo. L’ultimo decreto per l’emergenza Covid è sepolto da una raffica di 1300 emendamenti. - Thomas Mackinson

 

Giusto dieci giorni fa Mattarella in persona aveva richiamato le forze politiche a non oberare di richieste "eterogenee" le disposizioni per l'emergenza. In commissione Affari Sociali a Montecitorio è subito pioggia di correttitivi e richieste: c'è chi chiede 50 milioni per la sanità calabrese (in dissesto da 12 anni), chi di inserire per legge la colpa dei medici che vaccinano, chi indennizzi ai magistrati onorari e per sostenere le "farmacie rurali". Ecco una selezione di bizzarrie.

Il Paese scivola nella “dittatura sanitaria” da green pass, ma la Lega che questo sostiene porta ben altre emergenze. Chiede speciali poteri per “Area Expo”, l’eredità dimenticata dell’esposizione milanese del 2015. E vai a capire la logica per cui oggi, con 130mila contagi in 30 giorni, è per l’Italia motivo d’urgenza. Sarà la stessa per cui si chiedono fondi per tutelare i procioni ristorando, con soldi pubblici, gli allevatori. Al pari di conclamare il “legittimo impedimento” se l’udienza salta causa Covid, di riconoscere sconti fiscali per chi va al cinema e indennizzi straordinari per la magistratura onoraria in servizio. Insomma, c’è di tutto e di più tra gli emendamenti all’ultimo decreto Covid-19.

Almeno nel titolo doveva limitarsi alle “misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica e per l’esercizio in sicurezza di attività economiche e sociali”. Invece, puntuale, è partita nelle commissioni la corsa agli emendamenti: sono già 1300 quelli presentati a Montecitorio in vista della conversione. A niente, dunque, è valso il richiamo del capo dello Stato che il 23 luglio scorso, al momento della promulgazione della legge di conversione del “sostegni bis”, aveva chiesto a Parlamento e Governo di rispettare i contenuti del decreto d’urgenza senza zavorrarlo nei testi, nei tempi e negli oneri con le richieste più strampalate ed eterogenee. Il Sole 24 ore ha raccontato alcune incursioni bizzarre, ma c’è molto di più.

Spulciando la montagna di modifiche si capisce quanto a fondo sia stato colto il messaggio di Mattarella. Il timbro della Lega torna con la consueta prospettiva: per limitare la diffusione del virus chiede di sospendere attracchi di navi e permessi di soggiorno, e pazienza se intanto strizza l’occhio ai NoVax. Del resto Forza Italia (e non solo) si premura di mettere nero su bianco che il distanziamento sociale e i dispositivi di protezione individuale non siano più obbligatori per le persone dotate di green pass che hanno completato il ciclo di vaccinazione. Claudio Borghi, sempre per sostenere l’attività di contrasto alla diffusione del virus, torna alla carica sulla responsabilità colposa dei medici che somministrano il vaccino.

L’emergenza è nazionale, ma pullulano i localismi. C’è ad esempio un manipolo di deputati calabresi che torna a chiedere 20 milioni di euro per rimpinguare le casse della sanità regionale, e pazienza se non è proprio urgente: è commissariata, senza risultati apprezzabili, ormai da 12 anni. Dall’altra parte dello stivale i sudtirolesi come Plangger Albrecht si premurano di chiedere che tutte le misure del decreto siano applicabili alle province di Trento e Bolzano solo se “compatibili coi rispettivi statuti”.

Ogni settore ha il suo sacco da riempiere. C’è chi chiede di finanziare con 1 miliardo le attività, società e associazioni sportive penalizzate dal Covid. Chi chiede detrazioni per il “consumo culturale individuale”, qualunque cosa significhi: libri, manifesti, audiovideo e quant’altro. Qualcuno si preoccupa delle “farmacie rurali” e chiede 50 milioni. Alcuni onorevoli chiedono di aumentare le indennità ai giudici di pace fino a 66mila euro l’anno. La Brambilla vuole vietare cattura, allevamento e uccisione degli animali da pelliccia, poi chiede indennizzi per chi chiude l’attività, senza dire che fine faranno le amate bestiole.

Il decreto è legge, la legge è uguale per tutti. Così, dentro al sacco degli emendamenti finiscono anche anche le beghe di chi le fa. Dal Pd, ad esempio, chiede di vietare l’accesso alle due Camere ai soggetti non muniti di certificato verde Covid-19. Basterebbe il regolamento interno, ma visto che quanto viene imposto per legge al bar in aula non vale, meglio usare la legge per disciplinare l’ingresso nel Palazzo.

ILFQ

martedì 20 luglio 2021

Incognita emendamenti, arriva il giorno della verità per il ddl Zan. - Giovanni Innamorati

 

Renzi, mediazione vicina. Letta,non mi fido dell'omofobo Salvini.

Dopo il fumo delle parole dei giorni scorsi, da oggi sul ddl Zan si comincerà a vedere l'arrosto dei fatti, cioè gli atti parlamentari che dovrebbero concretizzare quanto detto fino ad oggi. Alle 12 scade il temine per presentare gli emendamenti per modificare il testo, e questi consentiranno innanzitutto di vedere se c'è una reale volontà di mediazione da parte di chi la ha invocata, come Lega e Iv.

Una mediazione che richiede un minimo di fiducia reciproca, che al momento non sembra esistere, visto le accuse reciproche registrate anche in giornata, con Enrico Letta che ha definito "omofobo" Matteo Salvini.

Il leader di Iv Matteo Renzi, ha affermato che a suo giudizio "un compromesso è possibile sugli articoli 1, 4, e 7", vale a dire quelli che, rispettivamente, introducono il concetto di identità di genere, che trattano la libertà di espressione e che riguardano l'insegnamento anti-discriminazione nelle scuole.

Secondo Renzi "un accordo è a portata di mano", perché " la Lega, dopo mesi di ostruzionismo, ora si dice disponibile". In tal senso il leader di Iv dice di "non capire perché Letta si sia messo di traverso". E a rivendicare l'invito al "dialogo" è stato anche Salvini.

Tuttavia Iv e Lega non hanno chiarito i contenuti delle loro proposte sui tre articoli indicati da Renzi. La proposta del presidente della commissione Giustizia, il leghista Andrea Ostellari, giudicata da Iv "un passo avanti" e respinta dal Pd, non è stata fatta propria dalla Lega, che anzi ha ribadito di voler puntare a introdurre una semplice aggravante comune per i reati di odio omo-transfobico, punto su cui Pd, M5s e Leu non accederanno mai.

Sicuramente, emendamenti arriveranno da Julia Unterberger, capogruppo delle Autonomie: "personalmente voterei subito il ddl così come è, ma prendo atto che la destra non lo vota e per favorire un compromesso presenterò un emendamento sugli articoli 1, 4 e 7" per "favorire un compromesso". Anche il socialista Riccardo Nencini ne presenterà uno sull'articolo 4 perché la sua formulazione "è scivolosa": il timore è che qualche Pm possa distorcerne l'applicazione, perseguendo semplici opinioni.

L'articolo 4, introdotto alla Camera su richiesta di Fi in commissione Affari costituzionali, è ora quello più a rischio. In ogni caso al momento di votare gli emendamenti, indipendentemente da chi li avrà presentati, si arriverà ai nodi politici: Iv sarà disposta a votare insieme al centrodestra e a spostare quindi il proprio baricentro verso destra? In caso di esito incerto il Pd dirà sì, per esempio proprio sull'articolo 4, ad un emendamento che sia comunque accettabile e non renda incoerente il testo? Nodi che non si presenteranno martedì, visto che mancano ancora diversi interventi in discussione generale e che per i prossimi giorni l'Aula dovrà prima votare alcuni decreti. In casa Dem la fiducia verso la Lega è nulla: "Chi è omofobo in Europa non può essere un credibile interlocutore in Italia", ha detto Enrico Letta ricordando che la Lega al Parlamento europeo ha votato in favore dell'Ungheria di Orban e della sua legge anti Lgbt. "non si può essere omofobi in Europa e poi voler dialogare con noi: è incompatibile".

ANSA

martedì 23 marzo 2021

Nuovi emendamenti contro i magistrati.

 

Mentre a via Arenula gli esperti stanno aiutando il ministro della Giustizia Marta Cartabia a scrivere la nuova riforma del processo penale, martedì il governo rischia la prima imboscata parlamentare sulla Giustizia. Il deputato di Azione, ex Forza Italia, Enrico Costa ha presentato quattro emendamenti alla Legge di Delegazione Europea che arriverà alla Camera e che potrebbero spaccare la maggioranza sul tema della presunzione di innocenza iniziando a colpire l’eredità dell’ex Guardasigilli Alfonso Bonafede. Il primo emendamento equipara i tabulati telefonici alle intercettazioni – per ottenerli non basterà più la richiesta del pm ma servirà l’autorizzazione del gip – mentre gli altri sono in funzione anti pm: limitazione delle dichiarazioni dei pm durante l’inchiesta (una sorta di bavaglio che ricorda i tempi di Berlusconi), il divieto di diffondere intercettazioni, audio e video, il divieto di dare nomi alle inchieste ma anche lo stop alla pubblicazione “integrale” dell’ordinanza di custodia cautelare. Secondo fonti di maggioranza, Cartabia è irritata dalla presentazione di questi emendamenti ma Costa non molla: “Vediamo chi li vota”.

RQuotidiano

domenica 20 dicembre 2020

Manovra, le novità: kit digitale per chi ha l’Isee basso, niente Iva sui vaccini Covid e rinvio della sugar tax. Slitta il voto sugli emendamenti.

 

L'obiettivo è approvare gli emendamenti in commissione entro domenica in modo che la legge di Bilancio possa arrivare in aula alla Camera lunedì, in tempo per vararla prima di fine anno. Confermata l'intesa sulla "cig per le partite Iva": fino a 800 euro al mese, ma solo per chi quest'anno ha avuto un reddito non superiore a 8.145 euro e inferiore al 50% della media dei tre anni precedenti. Sale a 10 giorni il congedo parentale dei papà. Stop alla prima rata Imu per le discoteche, niente ritenute per due mesi per gli stabilimenti balneari.

È una corsa contro il tempo quella dei deputati in commissione Bilancio, riuniti da sabato mattina per valutare e approvare gli emendamenti alla manovra: il testo è atteso in extremis in Aula alla Camera per lunedì, cioè a dieci giorni dalla fine dell’anno e quindi dallo spettro dell’esercizio provvisorio. Le votazioni dovrebbero concludersi al più tardi domenica mattina. La trattativa però è ancora in corso, soprattutto sul nodo del superbonus: il Movimento 5 Stelle vuole un allungamento dei tempi degli interventi di riqualificazione energetica anche per spingere la ripresa economica, mentre il Pd evidenzia gli alti costi a carico dello Stato, circa 10 miliardi l’anno. L’ipotesi è che alla fine verrà prorogato per tutto il 2022.

Tra gli emendamenti approvati in queste ore però non mancano altre novità, come l’Iva agevolata al 10% per il cibo da asporto, per aiutare i ristoranti costretti a chiudere tra 24 dicembre e 6 gennaio. In arrivo poi un nuovo slittamento della sugar tax: la tassa sui prodotti zuccherati viene rinviata dal primo luglio 2021 al primo gennaio 2022. Sul tavolo della maggioranza anche un ‘bonus idrico’ da 1.000 euro per sostituire soffioni della doccia, rubinetti e tazze del wc con apparecchi che consentano il risparmio dell’acqua e un bonus fino al 40% delle spese sostenute per acquistare un’auto elettrica entro il 2021, a patto di avere un Isee inferiore ai 30mila euro e che il veicolo abbia un costo sotto i 30mila euro. La maggioranza valuta poi di esentare l’Iva per vaccini anti Covid, tamponi e siringhe e di consentire alle farmacie di entrare in campo per la campagna di vaccinazione. Come anticipato nei giorni scorsi, è arrivato pure il via libera all’emendamento che istituisce l’anno bianco per gli autonomi e i professionisti: contributi cancellati per tutto il 2021 a chi ha reddito fino a 50mila euro e registra un calo di fatturato del 33%. La misura, a prima firma Garavaglia (Lega), è stata sottoscritta da tutti i partiti e prevede l’istituzione di un fondo da un miliardo di euro.

La cassa integrazione per gli autonomi – In parallelo all’anno bianco, c’è l’intesa per disegnare un nuovo ammortizzatore per le partite Iva: tra 2021 e 2023 gli autonomi potranno infatti contare su una cassa integrazione battezzata Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa (Iscro) con un assegno fino a 800 euro al mese che verrà poi rivalutato in base all’inflazione. I requisiti sono però stringenti: per prima cosa occorre aver avuto, l’anno prima della domanda, un reddito non superiore a 8.145 euro e “inferiore al 50% della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei tre anni precedenti”. Poi bisogna essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria, titolari di partita Iva attiva da almeno quattro anni alla data di presentazione della domanda e non essere beneficiari di reddito di cittadinanza né di pensione.

Kit digitale per le famiglie con Isee sotto i 20mila euro – Oltre al capitolo autonomi e a quello sugli incentivi alla rottamazione auto, nelle scorse ore è stata siglata l’intesa anche su un’altra lunga serie di interventi a sostegno dei settori più diversi. Per spingere la digitalizzazione delle fasce della popolazione più in difficoltà spunta un kit ad hoc: chi ha un Isee sotto i 20mila euro potrà prendere in comodato un cellulare con connessione Internet, abbonamenti a due organi di stampa e la App io. Una misura che si aggiunge al voucher banda larga e pc disponibile da novembre per la stessa fascia di popolazione. L’obiettivo è “ridurre il fenomeno del divario digitale” per i nuclei familiari “non titolari di un contratto di connessione internet e di un contratto di telefonia mobile”.

Sale a 10 giorni il congedo parentale dei papà – Intesa pure sui congedi parentali obbligatori: salgono da 7 a 10 i giorni in cui i neopapà potranno restare a casa dopo a nascita del figlio L’obiettivo è quello di incentivare anche il lavoro femminile. E così si prova a finanziare un fondo con 50 milioni per conciliare i tempi di vita e lavoro e spingere le aziende verso soluzioni innovative. Sì anche ai fondi contro la violenza sulle donne: 6 milioni aiuteranno le carceri italiane a dotarsi di psicologi che possano rieducare quanti si sono macchiati di reati di questo tipo mentre si rifinanzia il reddito di libertà per quante hanno subito maltrattamenti, con 2 milioni di euro per il prossimo biennio. Meno di quanto previsto dal dl rilancio per quest’anno: la dote infatti era di 3 milioni per soli 12 mesi. Accordo anche su 50 milioni alle scuole paritarie che accolgono alunni disabili.

Smart working fino a fine febbraio per i “fragili” – I lavoratori ‘fragili’ potranno usufruire dello smart working anche nei mesi di gennaio e febbraio 2021, grazie a una proroga della normativa vigente fino al 31 dicembre 2020. I soggetti interessati sono “dipendenti pubblici e privati in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali, attestante una condizione di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, ivi inclusi i lavoratori in possesso del riconoscimento di disabilità con connotazione di gravità”.

Ampliato il contratto di espansione – Il contratto di espansione, che prevede un trattamento di agevolazione all’esodo per i lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi dalla pensione accompagnato dall’assunzione di giovani, viene esteso alle aziende con almeno 250 dipendenti: oggi vale solo per i grandi gruppi con oltre 1000 addetti. La modifica prevede anche uno ‘sconto’ per il datore di lavoro a cui spetta il pagamento dell’indennità mensile pari alla pensione maturata dal lavoratore che abbia deciso di lasciare il posto: lo sconto viene calcolato sulla base della Naspi. Ridotto anche il versamento a carico del datore di lavoro per i contributi previdenziali utili al conseguimento del diritto alla pensione anticipata. Sono inoltre previsti incentivi per le imprese che occupino almeno mille dipendenti e che si impegnino ad assumerne uno per ogni 3 che abbiano acconsentito alla risoluzione del rapporto di lavoro.

Stop alla prima rata Imu per le discoteche, 500 milioni agli aeroporti – Discoteche e stabilimenti balneari incassano rispettivamente lo stop alla prima rata Imu e lo stop per due mesi ai versamenti di ritenute, Iva, tasse e contributi. Italia Viva poi ottiene il rinvio al primo gennaio 2022 della sugar tax. Per i proprietari di casa raddoppia, passando da 50 a 100 milioni, il fondo a disposizione per il taglio degli affitti agli inquilini: lo Stato si accollerà metà del costo. Arrivano poi 500 milioni per gli aeroporti: una parte servirà per finanziare la cig dei piloti e 50 milioni per coprire i danni subiti dai prestatori di servizi aeroportuali.

Niente versamenti per 2 mesi alle società sportive – Stop per due mesi ai versamenti di ritenute, Iva, tasse e contributi per federazioni enti e società sportive professionistiche e dilettantistiche. L’emendamento approvato in commissione prevede che i versamenti dovuti per i mesi di gennaio e febbraio vengono sospesi e andranno saldati entro il 30 maggio o in 24 rate mensili a partire da quella data.

Tutti i fondi rifinanziati – In arrivo poi altri 145 milioni per il rifinanziamento del fondo rotativo del Mediocredito centrale per il sostegno, attraverso cofinanziamenti, alle imprese dedicate all’export e anche per “le attività relative alla promozione commerciale all’estero del settore turistico al fine di acquisire i flussi turistici verso l’Italia”. C’è poi un “fondo speciale di 160 milioni” per lo sviluppo socioeconomico di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria colpite dal terremoto nel 2016. Lo annuncia il presidente della commissione Fabio Melilli, spiegando che con apposita delibera Cipe queste risorse “finanzieranno uno specifico contratto istituzionale di sviluppo per interventi per le imprese e gli enti locali”. Stanziate risorse anche per gli straordinari delle forze di polizia e dei vigili del fuoco, per il Giubileo e un fondo dedicato ai rifugi per i cani, fino al finanziamento da 3 milioni per bande musicali e jazz e al fondo da 10 milioni per lo stoccaggio dei vini di qualità.

In bilico cannabis light e aumento accise sulle sigarette elettroniche – Restano in bilico due misure che hanno fatto molto discutere: quella che puntava a liberalizzare la cannabis light e quella che mirava a innalzare le tasse sul tabacco riscaldato e che ora toccherà anche le sigarette elettroniche lasciando invece ‘salve’ le sigarette tradizionali. Prevista una risalita graduale dell’accisa per farla arrivare, nel 2023, al 40% “dell’accisa gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette”. Il prelievo salirebbe al 30% dal primo gennaio 2021, al 35 dal primo gennaio 2022 e al 40% dal primo gennaio 2023. Finora, gli emendamenti presentati prevedevano una salita dell’accisa al 50%: per alcune proposte di modifica il balzo sarebbe stato in tre anni, per altre immediato.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/12/19/manovra-le-novita-bonus-40-per-lauto-elettrica-a-chi-ha-isee-basso-niente-iva-sui-vaccini-covid-e-rinvio-della-sugar-tax-slitta-il-voto-sugli-emendamenti/6042480/

mercoledì 9 dicembre 2020

C’è la finanziaria, è tempo di marchette: ecco la lista. - Giacomo Salvini

 

A Montecitorio. Una cavalcata tra gli emendamenti “segnalati” dai partiti.

Sarà che l’occasione fa l’uomo ladro. O, più prosaicamente, che davanti al ricco piatto da 800 milioni per far fronte alle “esigenze indifferibili” dei parlamentari per il 2021, resistere è difficile. Mai prima d’ora deputati e senatori, avidi di accontentare i propri elettori sul territorio, avevano avuto a disposizione un bottino così cospicuo: si era partiti nel 2015, governo Renzi, da poco più di 100 milioni e oggi il conto viaggia verso il miliardo. In attesa di capire dove andrà a finire il grosso (se ne sta discutendo), è comunque già arrivata la vagonata degli emendamenti “localistici, ordinamentali e micro-settoriali” (quelle che sbrigativamente si definiscono “marchette”) che per legge sarebbe vietato inserire nel ddl Bilancio. Anche quest’anno, infatti, basta sfogliare il fascicolo degli oltre 800 emendamenti “segnalati” – quelli che i partiti ritengono prioritari – per incontrare normette, commi bis-ter-quater, stanziamenti a pioggia, micro-finanziamenti e chi ne ha più ne metta. Non tutti, ovviamente, saranno approvati. Ma la speranza, si sa, è l’ultima a morire.

Lega agricola. Tra i primi emendamenti a saltare all’occhio c’è quello di Guglielmo Golinelli, 33enne deputato leghista, che  propone di alzare la compensazione dell’Iva sulle carni bovine e suine dal 2021 al 2023. Peccato che lo stesso Golinelli allevi suini nel modenese e sia “invitato permanente” di Confragricoltura Modena. Attento alla famiglia, in un altro emendamento chiede che le agevolazioni sull’Imu agricola riguardino un terreno concesso “fino ai parenti di terzo grado”. E chissà se Marzio Liuni, anche lui del Carroccio, mentre scriveva il suo emendamento per detrarre il 36% delle imposte sui redditi “per l’acquisto di fiori e piante da interno” a favore dei vivaisti, s’era scordato del suo secondo mestiere: il vivaista nell’azienda “Vivai Liuni e Greppi” nel novarese.

Interesse privato. Nelle pieghe del “librone” degli emendamenti, i battitori liberi del conflitto d’interesse spuntano come funghi. C’è la meloniana Maria Cristina Ceretta, cacciatrice ed ex presidente della Confederazione delle Associazioni Venatorie, che propone di ridurre del 50% la tassa sul porto d’armi: è appena il caso di ricordare che a maggio 2018 l’Associazione Cacciatori Veneti aveva fatto un bonifico da 70mila euro a Fratelli d’Italia. Il settore dei lavoratori autonomi dello spettacolo è stato pesantemente colpito dalla pandemia e l’ex M5S Nicola Acunzo firma allora una norma per concedere loro norme fiscali vantaggiose. Oltre al deputato, che lavoro fa Acunzo? L’attore. Il renziano Mattia Mor, ex cervello in fuga tornato in Italia “per amore del mio paese”, si ricorda invece del suo passato: prima di innamorarsi della Leopolda, Mor aveva creato un marchio di Made in Italy (Biomor), chiuso nel 2015, per poi diventare Executive director per l’Europa di Mei.com, store della moda con cui diffondeva “il made in Italy nel mondo”. Non poteva quindi mancare il suo emendamento in favore delle aziende del made in Italy che potranno usufruire del credito d’imposta sulle consulenze contro la contraffazione dei marchi.

Cinque cerchi. L’attrazione tra parlamentari e sport è antichissima e questa manovra non fa eccezione. Il deputato lombardo di “Cambiamo” Stefano Benigni vuole 90 milioni in tre anni per riqualificare gli “impianti sportivi degli sport invernali nei piccoli comuni montani” della Lombardia in vista delle olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. La leghista Silvia Comaroli vorrebbe invece 75 milioni per i “XX Giochi del Mediterraneo 2026” di Taranto, mentre la forzista Giusy Versace 4 milioni per gli Europei di Nuoto 2022 di Roma.

Ponti, strade, musei, etc. Anche le autostrade sono un classico e ai tempi della Dc si facevano le cose in grande: da quella tra l’Abruzzo e Roma che aveva uno svincolo a Gissi, patria natale di Remo Gaspari, alla famosa “curva Fanfani” che conduce la A1 nella Arezzo di Amintore. Oggi, per accontentare i propri collegi, si lavora molto più in piccolo. Raffaella Paita, proconsole di Renzi in Liguria, chiede di assumere un contingente di 263 persone all’arsenale di La Spezia, il leghista Claudio Borghi propone l’istituzione di un “Museo nazionale dell’astrattismo storico e del razionalismo architettonico” a Como, la leghista Rebecca Frassini un fondo da 50 milioni per l’aeroporto di Orio al Serio (Bergamo) e il calabrese Domenico Furgiuele 3 milioni per lo scalo di Lamezia Terme. Non mancano i ponti (il M5S chiede 100 milioni per mettere in sicurezza quelli sul Po), le strade (FI 50 milioni per la Statale Ionica nel tratto Crotone-Catanzaro, mentre FdI 100 per la Salaria e l’Appia Antica) fino al completamento dell’idrovia Padova-Venezia di cui si parla dal 1955 e per cui sono già stati spesi 200 miliardi di vecchie lire. Ergo: 100 milioni di euro. Il deputato forzista Roberto Caon ne vorrebbe altri 200 per i prossimi tre anni per finire l’opera. Difficile che sia la volta buona.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/09/ce-la-finanziaria-e-tempo-di-marchette-ecco-la-lista/6030453/#

domenica 9 agosto 2020

Come semplificare? Con 2.750 emendamenti. - Gia.Sal

Frasi, citazioni e aforismi sulla truffa e l'imbroglio ...

Il nome dovrebbe dire tutto: decreto legge Semplificazioni. 
Il contenuto pure: una norma scritta apposta per sbloccare le opere pubbliche con gare di appalto semplificate, eliminare lacci e lacciuoli della burocrazia e velocizzare i tempi delle autorizzazioni della Pubblica amministrazione. 
Una norma approvata il 7 luglio ed esaltata da tutte le forze di maggioranza, da Matteo Renzi (“Adesso apriamo i cantieri”) al Pd (“Può risolvere la malattia endemica della burocrazia”, Andrea Marcucci) fino al M5S. 
Con un obiettivo: fare da “trampolino di lancio per la ripartenza del Paese” (Giuseppe Conte). 

Peccato che i giallorosa di semplificare non hanno alcuna voglia, nonostante il nome del decreto. Ieri nelle Commissioni Affari costituzionali e Lavori pubblici del Senato sono stati depositati gli emendamenti in vista della conversione in legge: in tutto sono 2.750, di cui la metà delle forze di maggioranza. Ben 397 sono targati M5S, 360 del Pd, mentre Italia Viva e LeU si spartiscono 288 e 242 emendamenti a testa. I restanti 1.300 sono firmati dall’opposizione che però, va detto, fa il suo mestiere. Ai limiti del tafazziano, invece, la scelta della maggioranza. L’unica speranza, per il governo, è che il 23 agosto molti emendamenti vengano dichiarati inammissibili. In caso contrario, dal 24 agosto sarà Vietnam parlamentare. E un decreto approvato per semplificare potrebbe finire sepolto sotto una montagna di complicazioni.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/08/07/come-semplificare-con-2-750-emendamenti/5892532/?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=commenti&utm_term=2020-08-07

Volevate la prova che di semplificare non c'è voglia? - Eccovela! - Le semplificazioni, infatti, non giovano a chi vuole mantenere tutto in sospeso, incomprensibile... Vi chiedete: perchè? Perchè le complicazioni giovano alla disonestà mentale di chi vuole, con arguzia e furbizia, poter sguazzare nel marasma dell'interpretazione personalizzata, di chi vuole, quindi, aggirare le leggi a proprio piacimento, senza dover incorrere nelle maglie della giustizia...

martedì 2 giugno 2020

Forza Italia, l’ex parlamentare Pittelli intercettato: “Tremonti prendeva 5 milioni a emendamento”. - Lucio Musolino

Forza Italia, l’ex parlamentare Pittelli intercettato: “Tremonti prendeva 5 milioni a emendamento”

“Noi lavoravamo. Io, Pecorella (Gaetano l’ex deputato, ndr) e altri lavoravamo fino alle 4 di mattina”.
“E quelli coglionavano… e sì, eh”.
“Hai capito?… Facevano i soldi questi”.
Quando parla l’avvocato Giancarlo Pittelli, il principale indagato dell’inchiesta “Rinascita-Scott”, spesso fa riferimento al periodo in cui è stato parlamentare di Forza Italia. In più di un’intercettazione finita nel fascicolo della maxi-operazione, Pittelli tira in ballo Giulio Tremonti, l’ex ministro dell’Economia nei vari governi Berlusconi.
Oggi il penalista è accusato di essere il massone al servizio del boss Luigi Mancuso e un concorrente esterno della ’ndrangheta di Limbadi. Ma dal 2001 al 2013 ha frequentato la politica che conta: è stato deputato, senatore e poi di nuovo deputato. Dodici anni vissuti tra Roma, sempre in contatto con i vertici di Forza Italia, e Catanzaro dove continuava a svolgere la sua professione e dove organizzava cene cui accorrevano anche magistrati e colonnelli dei carabinieri. Il trait d’union era sempre lui: Giancarlo Pittelli che i pm, guidati dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, definiscono “la cerniera tra i due mondi” in una “sorta di circolare rapporto ‘a tre’ tra il politico, il professionista e il faccendiere”.
Oltre a boss, ufficiali dell’Arma, magistrati e politici, nella sua rete di relazioni c’erano diversi imprenditori. Ad alcuni ha proposto di entrare nel cosiddetto “affare Copanello”, il progetto di un complesso alberghiero che doveva sorgere in una frazione del Comune di Stalletì (Catanzaro): due ettari e mezzo di terreno che Pittelli, anni prima, aveva tentato di vendere a un costruttore presentatogli da un “generale della Guardia di finanza di Torino”.
L’affare sfumò e su quel terreno l’ex senatore si è ritrovato un’ipoteca di un milione di euro. Il 12 maggio 2018 organizza un pranzo, al ristorante “La Perla” di Soverato, con alcuni imprenditori interessati all’acquisto. A quel tavolo si parla anche di politica. Il trojan inoculato nel suo cellulare fornisce agli inquirenti numerosi aneddoti di palazzo e racconti inediti sui suoi anni da parlamentare. Pittelli si sfoga con Marcella Tettoni, consigliere comunale di Pisano, in provincia di Novara, arrivata a Catanzaro come amministratrice di diverse aziende nel Nord Italia: “Ti posso raccontare soltanto – sono le parole di Pittelli – che quando io stavo in Parlamento e noi votavamo le leggi… c’era Tremonti che si faceva pagare gli emendamenti, lo sai… Non lui direttamente, ma Milanese”.
Nelle carte dell’inchiesta “Rinascita” non compare il nome per intero e forse sarà un’altra Procura a valutare se il Milanese, indicato da Pittelli come longa manus di Tremonti, sia quel Marco Milanese consigliere e braccio destro dell’ex ministro dell’Economia. Lo stesso che nel 2018 in Cassazione ha ottenuto la prescrizione dopo la condanna a 2 anni e 6 mesi di carcere per traffico di influenze sul Mose di Venezia.
Un mese dopo il pranzo a Soverato, Pittelli torna a parlare di Tremonti. Lo fa con i boss Luigi Mancuso e Saverio Razionale durante un incontro che lo stesso avvocato ha definito un “summit”. Al mammasantissima di Limbadi e al capo locale di San Gregorio d’Ippona, il 12 giugno 2018 Pittelli spiega quanto è stato faticoso il ruolo di parlamentare di Forza Italia: “Lavoravamo fino alle 4 di mattina…”. Non era così per tutti: altri “facevano i soldi… Hanno fatto i soldi con… Tremonti si prendeva…”. “Quel cornuto – lo interrompe il boss Razionale – è uno scemo”. Pittelli ci tiene a finire il concetto sull’ex ministro: “Si prendeva 5 milioni a emendamento”.
Raggiunto telefonicamente, Tremonti si mette a ridere. Gli chiediamo un commento e torna subito serio: “Cosa vuole che le dica? Pittelli dice che ho preso 5 milioni a emendamento. Farò una citazione e richiesta di risarcimento danni nei suoi confronti. Mi ha dato una buona idea. Applicherò la stessa tariffa che mi accusa di avere adottato per gli emendamenti: gli chiederò 5 milioni di euro che poi devolverò per la lotta al Covid-19”.

sabato 4 aprile 2020

Immagina . Massimo Erbetti


Ombrello - Wikipedia
Immagina che per assurdo, scoppiasse una pandemia, immagina che un virus, un maledetto virus, cominciasse a propagarsi in una zona della Cina e che in pochissimi giorni infettasse decine di migliaia di persone e causasse migliaia di morti e immagina che le autorità cinesi, da prima sottovalutassero il problema. Immagina poi che ad un certo punto questo virus, cominciasse a propagarsi in tutte le zone del mondo... Un milione di contagiati...centomila morti... Due miliardi di persone costrette all'isolamento...un dramma sanitario ed economico di dimensioni impressionanti..e immagina ancora, che il virus arrivi anche in Italia e contagiasse più di centomila persone...piu di diecimila morti...negozi chiusi...fabbriche chiuse...strade deserte...e immagina che in tutto questo, gli operatori sanitari, i medici, gli infermieri, fossero costretti a lavorare in condizioni di pericolo...sistemi di protezione assenti o poco efficaci, con procedure inadatte alla situazione e immagina che a causa di questo, molti di loro contraessero il virus e tanti purtroppo, morissero...e immagina che in tutto questo scenario apocalittico, ci fosse una forza politica, che governa le regioni dove il virus ha colpito maggiormente la popolazione e immagina che in questo dramma pensasse, non a tutelare i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari, che ogni giorno rischiamo la vita, che ogni giorno rischiano di infettare i loro cari...no, non pensasse a tutelare loro, ma i propri dirigenti...quelli che hanno mandato allo sbando chi sta in prima linea...immagina che questa forza politica, pensasse di creare uno scudo penale per queste persone, per non renderle perseguibili in nessun modo...una sorta di intoccabili, di persone sopra ogni tipo di legge...se accadesse ciò, cosa penseresti di questa forza politica? Cosa penseresti di chi invece di salvare gli eroi che stanno in prima linea si preoccupasse di tutelare chi li ha mandati allo sbaraglio? Per fortuna, tutto quello che ho scritto sopra è solo frutto dell'immaginazione, non è mai accaduto...oppure no? Oppure è tutto vero?
Dal sito del Senato della Repubblica:
Proposta di modifica n. 1.1 al DDL n. 1766
A firma di:
Salvini, Romeo, Calderoli, Centinaio, Stefani, Borgonzoni, Candiani, Siri, Arrigoni, Tosato, Faggi, Montani, Saponara, Alessandrini, Augussori, Bagnai, Barbaro, Bergesio, Borghesi, Simone Bossi, Briziarelli, Bruzzone, Campari, Candura, Cantù, Casolati, Corti, De Vecchis, Ferrero, Fregolent, Fusco, Grassi, Iwobi, Lucidi, Lunesu, Marin, Marti, Nisini, Ostellari, Pazzaglini, Emanuele Pellegrini, Pepe, Pergreffi, Pianasso, Pillon, Pirovano, Pietro Pisani, Pittoni, Pizzol, Pucciarelli, Ripamonti, Rivolta, Rufa, Saviane, Sbrana, Urraro, Vallardi, Vescovi, Zuliani
Apportare le seguenti modifiche:
a) Dopo il comma 1, dell'articolo 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n.18 è inserito il seguente:
«1-bis. Le regioni e le province autonome possono incrementare le risorse per le finalità di cui al comma 1 fino al doppio dell'ammontare indicato nella tabella A»;
b) Dopo l'articolo 1 è inserito il seguente:
«Art. 1-bis.
(Responsabilità datori di lavoro operatori sanitari e sociosanitari)
1. Le condotte dei datori di lavoro di operatori sanitari e sociosanitari operanti nell'ambito o a causa dell'emergenza COVID-19, nonché le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa, se giustificate dalla necessità di garantire, sia pure con mezzi e modalità non sempre conformi agli standard di sicurezza, la continuità dell'assistenza sanitaria indifferibile sia in regime ospedaliero che territoriale e domiciliare.
2. Dei danni accertati in relazione alle condotte di cui al comma 1, compresi quelli derivanti dall'insufficienza o inadeguatezza dei dispositivi di protezione individuale, risponde civilmente il solo ente di appartenenza del soggetto operante ferme restando, in caso di dolo, le responsabilità individuali.»
Si avete capito bene: ".. le condotte dei soggetti preposti alla gestione della crisi sanitaria derivante dal contagio non determinano, in caso di danni agli stessi operatori o a terzi, responsabilità personale di ordine penale, civile, contabile e da rivalsa..." eh si, avete capito benissimo...nessuna responsabilità...nessuna...ne penale...ne civile.. ne contabile....gli intoccabili!
Purtroppo in questo caso la realtà, la vergognosa realtà supera l'immaginazione.


https://www.facebook.com/massimo.erbetti/posts/10217023367882026

venerdì 1 dicembre 2017

La manovra delle mance. Elezioni vicine, favori per tutti. - Raffaele Marmo

Risultati immagini per assalto alla diligenza

C’è chi le chiama con un vezzeggiativo "micro-misure". E chi, con un linguaggio più appropriato, mance e mancette: elettorali, clientelari, settoriali, territoriali, categoriali e via di seguito. 
Certo è che oltre il 50 per cento delle proposte della legge di Bilancio ha una sorta di impronta digitale di qualche parlamentare che ha fatto il diavolo a quattro per farla inserire nella versione originaria del pacchetto o, in corso d’opera, nelle successive riscritture in commissione e nel maxi-emendamento finale. Altro che assalto alla diligenza vecchia e nuova maniera, stile Prima e anche Seconda Repubblica, la manovra per il 2018 passerà alla storia per il record della parcellizzazione e frammentazione delle misure. 
Una sorta di manovra «a coriandoli» se si considera che, come hanno stimato gli addetti ai lavori, su più di 230 voci, circa l’85 per cento riguarda poste inferiori a 100 milioni di euro ciascuna e, anzi, oltre il 65 per cento contempla interventi inferiori a 10 milioni.
Più che una legge di Bilancio che disegna la politica economica del governo, individuando le priorità e gli orizzonti strategici, quella che è passata al Senato è un super elenco della spesa
Una lista di finanziamenti a pioggia senza capo né coda: dal Vajont al commissario per il terremoto dell’Irpinia, dalla Chiesa di Aulla ai carnevali, dal Centro del libro parlato di Feltre all’Accademia Vivarium Novum di Frascati, fino ai fondi e ai fondini per le fondazioni di ogni genere e natura, per gli archivi dei partiti, per la Xylella e per i parchi e parchetti naturali. Per non parlare di questa o quella categoria: dai pescatori ai precari storici di Palermo.
Un caleidoscopio del localismo e del clientelismo che non è neanche 2.0 ma sembra uscito pari pari dalle cronache parlamentari degli anni Ottanta, quando, con meno infondate motivazioni politico-parlamentari (era il tempo delle preferenze), era in auge il famoso, allora, «sportello Pomicino», dal nome dell’allora mitico presidente della commissione Bilancio di Montecitorio, Paolo Cirino Pomicino.
D’altra parte, la pratica è nota e non conosce obsolescenza né latitudini: è ampiamente studiata nei manuali di scienza della politica e ha addirittura un nome che risale agli usi del Far West: ‘logrolling’, il rotolamento dei tronchi nelle praterie, effettuato tutti insieme dai pionieri per la costruzione della casa di ciascuno. Proprio come accade nelle sedute delle commissioni, quando i parlamentari si danno man forte nello scambio di voti per far passare emendamenti che avrebbero solo il voto di chi li propone. E interesse zero per la quasi totalità dei cittadini. 
Manovra finanziaria, il testo finale