giovedì 6 aprile 2017

Gas Sarin in Siria, Mosca difende Assad. Autopsie vittime provano l'uso dei gas.

Bimbi siriani © EPA

Ondus, saliti a 86 i morti a Idlib, 30 sono bambini.

Sono saliti a 86 i morti per l'attacco di martedì nella provincia di Idlib, in cui sarebbero state utilizzate armi chimiche. Lo ha reso noto l'Osservatorio Siriano per i diritti umani, aggiungendo che tra le vittime ci sono 30 bambini e 20 donne
Anche Israele condanna il governo di Assad per quanto accaduto: "I due attacchi avvenuti a Idlib, quello chimico omicida sui civili e quello all'ospedale locale, sono stati condotti su ordine diretto e dietro progettazione del presidente siriano Bashar Assad, mediante aerei da combattimento siriani", ha affermato il ministro della Difesa israeliana Avigdor Lieberman in un'intervista al giornale Yediot Ahronot.
Secondo quanto riferito dal ministro della Giustizia turco, Bekir Bozdag, i risultati delle autopsie di tre vittime dell'attacco di martedì, morte dopo il ricovero in Turchia, provano l'uso di armi chimiche nel raid. Agli esami effettuati nella provincia meridionale di Adana, secondo Anadolu, hanno partecipato su invito di Ankara anche esperti dell'Organizzazione mondiale della sanità.
Uno dei medici che hanno accolto i primi feriti nella zona di Idlib subito dopo l'attacco aveva parlato di 25 minori e 16 donne tra i civili morti per soffocamento, documentati con nome e cognome, nell'attacco compiuto con presunte sostanze chimiche nella Siria centro-settentrionale. Interpellato telefonicamente, il dottor Ahmad Dbays ha detto di aver documentato la morte di 74 persone e che il bilancio era destinato a salire - "forse oltre 100 morti" - a causa della gravità delle condizioni di salute di decine di feriti.
"Se le informazioni arrivate sull'attacco in Siria saranno confermate, si tratta del peggiore attacco dal 2013", ha detto Kim Won-Soo, Alto Rappresentante Onu per il disarmo.
Gli Usa hanno presentato una bozza di risoluzione al Consiglio di Sicurezza Onu in cui si chiede al governo di Assad di collaborare nell'inchiesta su quanto avvenuto.
Ma il ministero degli Esteri russo ha bollato i resoconti sull'attacco chimico a Idlib, in Siria, come "fake". "Gli Usa hanno presentato una risoluzione al consiglio di sicurezza dell'Onu basandosi su dei rapporti falsi", ha detto la portavoce del ministero citata dalle agenzie. 
"Non vediamo un particolare bisogno di adottare una risoluzione" dopo l'attaccoin Siria, ha detto il vice rappresentante russo all'Onu durante la riunione del Consiglio di Sicurezza. Mosca "ha condannato l'uso di armi chimiche in ogni circostanza e affermato che gli autori devono essere ritenuti responsabili", sottolineando però che "la campagna anti-Damasco deve essere cestinata nella discarica della storia". Inoltre, ha ribadito come "ogni volta che ci sono progressi nei colloqui politici sulla Siria avvengono strani incidenti, come l'attacco di ieri".
L'attacco chimico in Siria è "orribile, indicibile", un "terribile affronto all'umanità", ha detto Donald Trump.
"Quando l'Onu non riesce a portare avanti il suo dovere di agire collettivamente, ci sono momenti in cui gli Stati sono costretti ad agire per conto proprio": lo ha detto l'ambasciatrice americana Nikki Haley durante il Consiglio di Sicurezza sulla Siria, aggiungendo che se le Nazioni Unite non interverranno "noi potremmo" farlo.
La bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu elaborata da Usa, Francia e Gran Bretagna, di cui l'ANSA ha avuto copia, "condanna" l'attacco chimico di ieri. Secondo il documento, il presidente siriano Bashar al Assad deve "cooperare pienamente con il meccanismo di inchiesta e con Onu e Opac. Deve fornire i dati dei voli militari del giorno dell'attacco, i nomi degli individui al comando di squadre ed elicotteri, e accesso alle basi aeree da cui si crede siano state lanciate le armi chimiche".
In Siria "sono stati uccisi bambini con armi chimiche. Assassino Assad, come ti libererai di loro? Come pagherai, mentre il mondo resta in silenzio, le Nazioni Unite restano in silenzio?", ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "Da lì abbiamo portato nel nostro Paese quelli che potevamo per cure immediate, ma non è abbastanza. Come padre mi dispiace", ha aggiunto Erdogan.
E la guerra prosegue: è di 18 civili uccisi, tra cui 5 minori e 9 donne, il bilancio di un attacco aereo governativo, con armi convenzionali, nella regione a est di Damasco. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), precisando che le 18 persone sono state colpite nelle ultime 24 ore a Sabqa, a est di Damasco, in un'area fuori dal controllo governativo. Il bilancio è destinato a salire a causa dell'alto numero di feriti in condizioni molto gravi.
"Le prime analisi indicano che" quello nella provincia di Idlib, in Siria, "è stato un attacco chimico. Le invieremo all'Organizzazione mondiale della sanità", ha aggiunto il ministro della Salute turco, Recep Akdag in merito alle ipotesi dell'utilizzo di gas sarin.

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Horrific. Heartbreaking. Our statement on reports of chemical attacks on families in Syria http://uni.cf/2o07Qgq 
Nuovi raid aerei sono stati compiuti in mattinata nel nord-ovest della Siria, nell'area colpita dal presunto attacco chimico attribuito alle forze governative. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), non si hanno ancora bilanci esatti dei nuovi bombardamenti.
"Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria", "faccio appello - ha detto il Papa circa la strage di Idlib - alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra". Ha espresso "ferma deplorazione per l'inaccettabile strage avvenuta ieri nella provincia di Idlib, dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini".
"Non ho visto assolutamente nulla che non suggerisca la responsabilità del regime" per l'attacco con i gas di ieri in Siria. "Tutte le prove che ho visto suggeriscono che è stato il regime di Assad, nella piena consapevolezza di usare armi illegali in un attacco barbaro contro il suo stesso popolo". Lo dice il ministro degli esteri britannico, Boris Johnson, arrivando alla Conferenza sulla Siria. "Vorrei vedere che i colpevoli paghino un prezzo per questo. E certamente non vedo come un governo di questo genere possa continuare ad avere alcun tipo di legittima amministrazione sul popolo di Siria". "Se è confermato che è stato un altro attacco chimico del regime di Assad, con o senza la complicità dei russi, mostra che questo è un governo che non ha alcuna compassione per il suo popolo" ha detto ancora Jonson, definendo "appropriata" l'idea di una messa sotto accusa davanti ad una corte internazionale. L'attacco, ha concluso, "conferma che è un regime barbaro che è impossibile continui ad avere autorità sulla Siria dopo il conflitto".
Il portavoce del ministero, il generale maggiore Igor Konashenkov, ha detto stamattina che le attività militari russe hanno registrato ieri un attacco delle forze aeree siriane su depositi di armi e una fabbrica di munizioni nella periferia orientale della città di Khan Sheikhoun. Konashenkov ha aggiunto che armi chimiche prodotte dalla fabbrica sono state utilizzati in Iraq e lo stesso tipo di armi erano state usate precedentemente dai ribelli ad Aleppo, dove si erano riscontrate sintomatologie simili a quelle osservate nelle immagini arrivate ieri da Khan Sheikhoun.
LA GIORNATA DI MARTEDI'
Bambini e adulti stesi per strada, seminudi, con gli occhi sbarrati nello sforzo sovrumano per continuare a respirare, mentre vengono innaffiati con getti d'acqua. Altri con la schiuma alla bocca, o mentre vengono intubati dai medici. Le immagini che arrivano da Khan Sheikhun sono come quelle della Ghuta orientale, nell'estate del 2013. Un altro attacco chimico in Siria, che ha provocato decine di morti, e che gli attivisti e i governi occidentali imputano al regime di Assad.
A differenza di quello avvenuto alle porte di Damasco, dove 1.400 persone furono uccise dal gas Sarin caricato su missili terra-terra, l'attacco di oggi è "venuto dal cielo", ha detto l'inviato speciale dell'Onu per la Siria, Staffan de Mistura, invocando "una chiara individuazione della responsabilità". Ma, come insegna l'esperienza degli ultimi anni, non sarà un'impresa facile, anche se già domani il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà in seduta di emergenza. La Russia ha immediatamente affermato che al momento dell'attacco nessun suo aereo militare era impegnato in raid sulla provincia nord-occidentale di Idlib, dove è situata Khan Sheikhun, controllata da gruppi di insorti e da qaedisti dell'organizzazione Fatah al Sham. Il comando delle forze armate di Damasco, invece, ha atteso diverse ore prima di diffondere un comunicato in cui respinge le accuse e afferma che "i responsabili dell'uso di agenti chimici sono i terroristi e chi li sostiene". Rimane incerto il numero delle vittime. 
Ma il bilancio potrebbe aggravarsi perché ci sono altri 160 intossicati, alcuni dei quali in gravi condizioni. Nessuna notizia precisa nemmeno sul tipo di gas che sarebbe stato usato. Un membro di un centro di informazione dell'opposizione della zona, Mohammed Hassoun, citato dall'agenzia Ap, ha detto di aver sentito da alcuni medici che potrebbero essere stati utilizzati diversi agenti, tra cui il Sarin, già impiegato per l'attacco di quattro anni fa sulla Ghuta orientale. Abu Hamdu, capo del servizio di difesa civile dell'opposizione a Khan Sheikhun, ha detto che ore dopo l'attacco anche un ospedale da campo in cui venivano curate le vittime è stato bombardato, ma non si hanno notizie di morti o feriti. La Russia e la Turchia, gli sponsor del cessate il fuoco in vigore in Siria dal 30 dicembre, si sono immediatamente consultate al massimo livello. I presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan hanno avuto una conversazione telefonica e, secondo fonti presidenziali di Ankara, "Erdogan ha detto che un tale attacco disumano è inaccettabile".
Tuttavia, entrambi hanno insistito sulla necessità di preservare la tregua. Durissime, come sempre in queste occasioni, le reazioni dei governi europei e di quello americano. "Ovviamente c'è una primaria responsabilità del regime", ha sottolineato l'Alta rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini. Il ministro degli Esteri Angelino Alfano ha detto che l'Italia sarà in prima linea al Consiglio di sicurezza dell'Onu e alla Conferenza di Bruxelles sulla Siria, anch'essa in programma domani, "nel chiedere con forza che vengano individuati i responsabili". Contraddittoria la reazione degli Usa. La Casa Bianca non ha dubbi che l'attacco sia stato compiuto dal governo di Bashar al Assad, ha detto il portavoce Sean Spicer, addossando la responsabilità anche all'amministrazione di Barack Obama, che "non fece nulla" contro Damasco per l'uso di armi chimiche in passato. Ma allo stesso tempo lo stesso Spicer ha detto che Washington non è pronta a parlare di un prossimo passo sulla Siria.
Forse non sapremo mai chi è il vero responsabile del misfatto, ma, chiunque sia, ha mostrato al mondo un'orrenda mancanza di coscienza, perchè quando si arriva a colpire i propri simili con armi sempre più devastanti, invece di dar loro un sorriso, un abbraccio, si è giunti alla fine.

CIVITA DI BAGNOREGIO: 10 MOTIVI PER VISITARE ALMENO UNA VOLTA LA CITTÀ CHE MUORE. - Dominella Trunfio

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Civita di Bagnoregio è un suggestivo borgo della provincia viterbese che rischia però di scomparire per sempre a causa dell’erosione. Questo piccolo gioiellino è, infatti, incastonato in un colle tufaceo continuamente tormentato da pioggia e vento.
Vi avevamo già parlato di Civita di Bagnoregio e dell’appello fatto dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti all’Unesco, per farla rientrare tra i Patrimoni dell’Umanità. Non a caso è considerato uno dei borghi più belli d’Italia.
Di motivi per visitarla ce ne sarebbero tantissimi, ne abbiamo scelti 10, eccoli:

1) Perché è anche detta la ‘città che muore’

Il suo destino era forse già stato scritto da Bonaventura Tecchi che l'aveva denominata la "Città che muore", una sorte che oggi sembra più realistica che mai, perché il colle tufaceo in cui sorge è minato alla base sia dalla continua erosione di due torrentelli che scorrono nelle valli sottostanti che, dalle piogge e dal vento.
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2) Per la sua storia medievale

Considerato uno dei borghi più belli d’Italia, il piccolo è stato fondato 2500 anni fa dagli Etruschi e sorge su una delle più antiche vie, quella che inizia dal Tevere e finisce nel lago di Bolsena.
 

3) Per ammirare i calanchi argillosi

Civita di Bagnoregio è tutto uno scenario fatto da case medievali abitate dalle poche famiglie rimaste e dal paesaggio quasi surreale dei calanchi argillosi, formatisi spontaneamente.
 
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4) Perché non ci sono automobili

Civita di Bagnoregio è raggiungibile solo a piedi, attraverso un suggestivo ponte che conduce tra le viuzze medievali. Un’oasi di pace senza smog.

5) Per respirare aria di altri tempi

Tutto il borgo ha, infatti, un’impronta medievale e un’atmosfera familiare ferma nel passato: fiori alle finestre, frantoi rinascimentali, strette viuzze.
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6) Per visitare la Chiesa di San Donato

Lo scenario è arricchito dalla Chiesa di San Donato, che si affaccia sulla piazza principale e custodisce al suo interno il Crocifisso ligneo quattrocentesco, ritenuto miracoloso, cui è legata la processione del Cristo morto.

7) Per assistere a una suggestiva processione

La sera del venerdì santo la scultura viene portata in processione a Bagnoregio ma la tradizione vuole che essa ritorni assolutamente entro mezzanotte a Civita, pena la sua acquisizione della stessa dai bagnoresi.

8) Per vedere la Porta di Santa Maria

La Porta di Santa Maria attribuita al Vignola composta da due bassorilievi che raffigurano un leone che tiene un uomo con gli artigli, metafora della cacciata dei Monaldeschi.

9) Per vedere il Palazzo vescovile e non solo

Il Palazzo vescovile, un antico mulino del XVI secolo e la casa natale di San Bonaventura. Un territorio che non può e non deve scomparire.
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10) Per conoscere da vicino la storia del suo abbandono

Dopo gli Etruschi furono i romani ad abitare il piccolo borgo che, già all’epoca, faceva i conti con terremoti e smottamenti. Ci furono poi i barbari, Carlo Magno e la Santa Sede. Un terribile terremoto nel 1695 fece franare mezzo paese e crollare l’unica via che lo collegava a quello che oggi è Civita di Bagnoregio.

Civita di Bagnoregio, come arrivare

Percorrendo la A1, da nord si può uscire al casello di Orvieto e da lì prendere la direzione per Bagnoregio (18 km); se si arriva da sud si può uscire al casello di Orte, poi direzione Viterbo (superstrada), prendere l‘uscita Bagnaia-Montefiascone e percorrere la strada provinciale Teverina che porta diretto a Bagnoregio.
Firma la petizione per salvare Civita di Bagnoregio clicca qui

mercoledì 5 aprile 2017

Corte dei Conti: il cuneo fiscale in Italia 10 punti oltre la media Ue.

Archivio © ANSA

Distorsioni in sistema fiscale, ridurre pressione su contribuenti.

Il cuneo fiscale è in Italia "di ben 10 punti" superiore a quello che si registra mediamente nel resto d'Europa: il 49% viene infatti prelevato "a titolo di contributi e di imposte". Così la Corte dei Conti nel Rapporto 2017 sulla finanza pubblica, parlando di "limiti e dispersioni" del sistema fiscale italiano. I magistrati contabili evidenziano l'esigenza di ridurre la pressione fiscale sottolineando che "un'esposizione tributaria tanto marcata non aiuta il contrasto all'economia sommersa e la lotta all'evasione".
"Nonostante le incertezze iniziali - rileva d'altra parte la Corte - l'andamento dell'economia italiana sembra aver segnato un'inversione di marcia verso un'espansione meno fragile e più qualitativa". Allo stesso tempo però il sentiero del risanamento finanziario è per l'Italia "più faticoso" rispetto agli altri Paesi europei, anche se "necessario considerato il maggior livello del debito".
Nelle ultime manovre - rileva ancora - il Governo ha previsto un "rilevante contributo" dalle misure di contrasto all'evasione. Tuttavia "le difficoltà di verifica in sede di consuntivo inducono cautela nell'utilizzare tali proventi, per loro natura incerti, per finanziare maggiori spese o riduzioni di entrata certe". 
"Il contributo  delle dismissioni - si evidenzia ancora - certamente necessario, potrà difficilmente risultare determinante nel breve-medio periodo. E d'altra parte in un contesto di crescita moderata, riduzioni rapide del debito potrebbero essere eccessivamente costose". Secondo la Corte, "occorre quindi porre il debito su un sentiero discendente, non troppo ripido ma costante, procedendo speditamente alle azioni di riforme strutturali per sostenere la crescita e migliorare, anche sotto questo profilo, le condizioni di sostenibilità della finanza pubblica".
Lo dico da tempo immemorabile, Il cuneo fiscale troppo alto non agevola l'espansione economica, la penalizza, perchè chi non ha soldi non può comprare ciò che si produce.

Facce di bronzo.

L'immagine può contenere: 23 persone, persone che sorridono, sMS

Hanno contribuito al fallimento economico della nazione, ma hanno la faccia tosta di riproporsi come salvatori in grado di tirarci fuori dal disastro che loro stessi hanno provocato.

Le allusioni del Fatto Quotidiano sull’attentato di San Pietroburgo: è opera di Putin. - Eugenio Cipolla

Le allusioni del Fatto Quotidiano sull’attentato di San Pietroburgo: è opera di Putin

“Bomba nella metro. Il terrorismo islamico dà una mano a Putin”. 

Stamattina sul Fatto Quotidiano campeggia questo titolo, sicuramente fuori luogo rispetto alla portata dell’attentato che ieri mattina ha sconvolto la città russa di San Pietroburgo. A nemmeno 24 ore dall’azione suicida che ha causato 14 vittime e oltre 50 feriti, i titolisti di Travaglio hanno deciso di buttarsi nella mischia e politicizzare subito la cosa, mettendo in secondo piano il lato umano e il rispetto per i corpi ancora caldi e sanguinanti sulle banchine della stazione Sennaya Ploshad.

La conferma arriva leggendo il pezzo di Leonardo Coen a pagina 3, dove, nell’articolo intitolato “La pista del terrore e la strategia ‘zarista’ tra paura e rabbia”, si parla subito di una presunta strategia della tensione messa in atto dal Cremlino, spaventato dalle proteste di piazza delle scorse settimane (nemmeno 100.000 persone su 143 milioni di abitanti) e dall’avanzata del fantomatico leader dell’opposizione Alexey Navalny (il cui rating elettorale non superare il 2%). Il disegno del Cremlino, secondo il giornalista del Fatto, è quello di «sbriciolare l’opposizione e dirottare l’attenzione dell’opinione pubblica, dalla corruzione ai jihadisti ceceni e daghe stani reduci dalla Siria». D’altronde, secondo il giornale diretto da Travaglio, «la collera, strumentalmente indirizzata contro i jihadisti, è utile al Cremlino per sviar el’attenzione dell’opinione pubblica dalla massiccia e iniqua repressione contro i manifestanti che erano scesi in piazza il 26 marzo».

Coen allude subito a quanto successo nel 1999, durante i primi mesi di governo Putin. La storia racconta che Mosca e molte città della Russia furono al centro di numerosi attentati da parte di guerriglieri ceceni a causa della esplosiva situazione nella regione caucasica. Gli oppositori del presidente russo, invece, hanno sempre asserito che quelle furono bombe di stato, piazzate lì da uomini dell’FSB, il servizio segreto russo, con l’obiettivo di alzare il rating di Putin in vista delle presidenziali e dare all’esercito un casus belli per attaccare la Cecenia. «Le bombe – scrive ancora Coen – alzano il livello. […] Questa strategia della tensione ricorda un’altra fosca stagione politica, il crepuscolo cioè della presidenza Eltsin […] La situazione era tesa, rischiava di diventare incontrollabile. Il diversivo arrivò tra l’agosto e il settembre del ’99 quando si moltiplicarono gli attentati a Mosca e in altre città: attribuiti agli islamisti ceceni». Grazie a quegli episodi, secondo la ricostruzione del Fatto, Putin mostrò i muscoli e radicalizzò la popolazione russa, distraendola dagli scandali giudiziari insabbiati su Eltsin.

Le allusioni del quotidiano di Travaglio sono abbastanza sottili, ma sicuramente comprensibili a chi ha un po’ di conoscenza della storia russa degli ultimi venti anni. Putin si sarebbe fatto da solo o avrebbe in qualche modo favorito l’attentato di San Pietroburgo perché congeniale a un disegno più ampio, mirato a reprimere il proprio popolo. In fin dei conti è la stessa teoria che molti hanno enunciato in questi anni riguardo le stragi italiane di Piazza Fontana nel 1969 e della Stazione di Bologna nel 1980, parlando di servizi deviati, commistioni con la politica, segreti insabbiati.

A riprova della malafede del Fatto Quotidiano, c’è quel titolo, così esplicito quanto poco imparziale. Negli ultimi 365 giorni l’Europa continentale ha assistito a numerosi attentati e Il Fatto Quotidiano non ha mai nemmeno lontanamente ipotizzato una strategia della tensione di Francia, Germania o UK per distrarre la propria popolazione da altro. Ecco un paio di esempi:

Bruxelles, 22 marzo 2016: 31 morti e circa 300 feriti in una raffica di attentati compiuti a Bruxelles e rivendicati dall'Isis: due all'aeroporto Zaventem e uno alla stazione della metro di Maalbeek. Il Fatto Quotidiano il giorno dopo titola: ”I kamikaze di Bruxelles lasciati liberi di uccidere”.

Nizza, 14 luglio 2016: un camion per 2 km sul lungomare della Promenade del Anglais falcia la folla presente per festeggiare la presa della bastiglia e fa 87 morti. Il Fatto quotidiano il 16 luglio, due giorni dopo, titola: ”Il lupo solitario ne ammazza più dei jihadisti”.

Berlino, 19 dicembre 2016: un camion si schianta contro un mercato di Natale invadendo il marciapiede in Breitscheidplatz, nei pressi della Chiesa del Ricordo. Ci sono 12 morti, tra le quali anche una italiana. Il Fatto Quotidiano il giorno dopo titola così: “Jihad, il sangue sul Natale”.

Londra, 22 marzo 2017: 5 morti e 50 feriti sono il bilancio dell’azione di un pazzo che con un suv affittato a poche centinaia di km da Londra, si è schiantato sulla folla presente nei pressi del Parlamento. Il Fatto Quotidiano titola così: “Londra, morte al Parlamento”.

Perché il terrorismo islamico ha dato una mano solo a Putin e non ad Angela Merkel, Francois Hollande o Teresa May? A questa domanda vorremmo che quelli del Fatto rispondessero con sincerità. E non ci dicano che in Francia, Germania e Regno Unito non hanno gli stessi problemi della Russia, perché di problemi da distogliere agli occhi dell’opinione pubblica ne hanno, a centinaia, anche loro. 

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-le_allusioni_del_fatto_quotidiano_sullattentato_di_san_pietroburgo__opera_di_putin/82_19593/

Quindi, se il terrorismo avanza in Germania, in Francia, in Inghilterra, etc., è terrorismo di matrice islamica, se scoppia una bomba in Russia è colpa di Putin che pone in atto una strategia della tensione per scongiurare l’avanzata del leader dell’opposizione Alexey Navalny (il cui rating elettorale non superare il 2%)?

Apperò!

La disoccupazione giovanile diminuisce ma c'è un trucco: aumentano gli inattivi. - Claudio Paudice



In tre mesi meno 86mila giovani disoccupati, più 86mila giovani inattivi. È in questo rapporto a saldo zero il dato più interessante che emerge dal bollettino Istat sul lavoro. Il Partito Democratico non ha esitato molto prima di esultare per i numeri diffusi dall'Istituto Nazionale di Statistica: a febbraio la disoccupazione giovanile ha toccato il livello più basso, scendendo dell'1,7% al 35,2%, da agosto 2012. "Possono dire tutto quello che credono: ma il Jobs Act funziona, ormai negarlo è impossibile amici", ha scritto l'ex premier Matteo Renzi nella sua e-news.
Ma spulciando meglio i dati si capisce che forse non è il caso di festeggiare. Il dato relativo alla disoccupazione giovanile è infatti accompagnato da quello sugli inattivi che, in maniera speculare, segue l'andamento opposto. Per inattivi, vale la pena ricordare, si intende coloro che non hanno un lavoro e che hanno smesso di cercarlo, solitamente perchè sfiduciati. L'Istat riporta un calo di 41mila unità tra le persone d'età compresa tra i 15 e i 24 anni alla ricerca di un lavoro a febbraio rispetto al mese precedente. A fronte di questa buona notizia ce n'è una cattiva: l'incremento di 38mila unità tra gli inattivi.

ISTAT

Se da un lato quindi molti giovani spariscono dal conteggio di coloro che sono alla ricerca di un'occupazione, dall'altro ricompaiono improvvisamente nella platea di chi ormai il lavoro non lo cerca più. Non si tratta di una tendenza nuova: il percorso opposto e speculare tra giovani disoccupati e inattivi è confermato dal calcolo fatto in base alle serie storiche Istat. Negli ultimi tre mesi (dicembre 2016-febbraio 2017) i disoccupati sono calati di 86mila unità mentre gli inattivi sono aumenti della stessa cifra, fa notare il direttore della Fondazione Adapt Francesco Seghezzi. Gli occupati invece sono diminuiti di 7mila unità. In sintesi il numero di chi è alla ricerca di un lavoro (disoccupati) non cala perché ha trovato un'occupazione (occupati) ma perché ha smesso di cercarla (inattivi).

ISTAT

"Credo che la polemica sulle cifre sia molto da addetti ai lavori. Oggi la statistica più bella non è quella sul voto nei circoli, è che finalmente scende la disoccupazione giovanile, che il Jobs Act funziona, che i numeri dell'economia italiana non vanno ancora bene come vorrei ma vanno un po' meglio", ha dichiarato Renzi a Rds. Tuttavia un altro indizio che le cose per i giovani non stiano migliorando - come invece pare nella narrazione dell'ex segretario del Pd - arriva dal dato sugli occupati, fermo al 16,4% e stabili su gennaio.
L'aumento degli inattivi, se risulta molto evidente per la fascia d'età più bassa, riguarda però tutto il mercato del lavoro. Tra i 15 e i 64 anni la stima nell'ultimo mese è in crescita (+0,4%, pari a +51 mila). L'aumento si concentra tra gli uomini, mentre calano leggermente le donne e coinvolge tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni.


Ultimi 3 mesi +86mila giovani inattivi e -86mila giovani disocc. Hanno ricominciato a studiare a febbraio o hanno smesso di cercare lavoro?

Proprio sugli ultracinquantenni vale la pena sottolineare un altro dato. "Al netto dell'effetto della componente demografica, su base annua, cresce l'incidenza degli occupati sulla popolazione in tutte le classi di età e si conferma il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita occupazionale, anche per effetto dell'aumento dell'età pensionabile", scrive l'Istat nel suo bollettino. Nell'ultimo anno gli occupati sono cresciuti di 15mila unità tra i giovani, sono calati di 17mila nella fascia 25-34 anni, sono diminuiti significativamente di 106mila nella fascia tra i 35-49 anni mentre per gli over 50 ci sono stati +402mila occupati. Una tendenza che è dovuta, spiega tra le righe l'Istat, agli effetti della legge Fornero che ha posticipato l'età per andare in pensione. In sintesi, per buona parte non si tratta di nuovi occupati ma di persone che escono più tardi dal mercato del lavoro.
http://www.huffingtonpost.it/2017/04/03/la-disoccupazione-giovanile-diminuisce-ma-ce-un-trucco-aumenta_a_22024065/

Come definirli?
Buffoni, bugiardi, furbi, stupidi, .....?
Di certo non responsabili.
Questi non prendono in giro noi, si autoridicolizzano da soli!