Giulia Martinelli sentita come testimone. Nel mirino dei pm anche le consulenze alla forzista Lara Comi.
Venti di bufera giudiziaria sempre più forti sia su Forza Italia, sia sulla Lega. Giulia Martinelli, avvocato, leghista doc, ma soprattutto ex compagna del vicepremier Matteo Salvini, dal quale ha avuto una figlia, è stata interrogata ieri in Procura. La potente capo della segreteria del governatore Attilio Fontana, avrebbe contribuito a mediare per far ottenere a Luca Marsico la consulenza per cui il presidente della Regione è stato indagato per abuso d’ufficio.
E così il capo della Dda Alessandra Dolci e i suoi collaboratori hanno voluto sentirla nell’ambito dell’inchiesta sulla nuova Tangentopoli che ha portato alla custodia cautelare di 43 persone, di cui 12 in carcere. Al centro delle domande alla volitiva Martinelli, che al Pirellone chiamano sommessamente «la zarina», l’intero «pacchetto» Marsico. Che comprende la consulenza da 11.500 euro all’anno più un gettone di presenza occasionale da 185 euro come componente esterno del Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Ma anche un incarico da 8 mila euro ottenuto da Trenord per «revisione e procedure di audit» di ferrovie Nord Milano, su cui i magistrati vogliono far luce.
L’ex compagna del ministro dell’Interno non risulta indagata, il suo nome compare anche nelle intercettazioni riportate nelle carte dell’inchiesta. La tira in ballo l’ex coordinatore azzurro di Varese Nino Caianiello, arrestato martedì mattina, ritenuto il dominus, il «burattinaio» della corruzione messa in atto per truccare appalti pubblici. In una conversazione all’Haus Garden Cafè con Roberto Leonardi, gli racconta che «del golpe di Marsico, della sua nomina» è stata informata «Martinelli, che è la responsabile... la moglie di Salvini, che rompe il c....».
Caianiello non è certo gentile con le donne. In un altra intercettazione, infatti, dà della «cretina» a Lara Comi. L’eurodeputata e coordinatrice provinciale di Forza Italia di Varese (candidata alle prossime Europee) è finita sotto l’attenzione della procura di Milano per una consulenza da 38 mila euro ottenuta da una società riconducibile a se stessa, proprio attraverso Caiarello, il «Jurassic park» di Forza Italia. Nelle oltre 1.200 pagine della richiesta dei pm si legge infatti dei «contratti di consulenza da parte dell’ente Afol città metropolitana» per un «totale di 38.000 euro» destinati alla società riferita alla Comi.
La cifra di 38 mila euro sarebbe peraltro una quota «preliminare» al «conferimento di un più ampio incarico che può arrivare alla totale cifra di 80.000 euro». Ma Lara Comi smentisce ogni coinvolgimento: «La mia unica società di comunicazione è la Premium Consulting regolarmente denunciata all’interno della Dichiarazione di interessi finanziari dei deputati lettera D, a norma del Regolamento europeo è consultabile pubblicamente. E che non ha nulla da spartire con le consulenze sotto inchiesta e non ve n’è nessun’altra a me riconducibile».
Su di lei Caianiello, intercettato, diceva: «Veniamo sulle due cose, Uno questa cretina della Lara a che punto stiamo? Perché io la vedo stasera così le faccio lo shampoo».
E dire che era stato proprio il «vampiro» a sponsorizzarla. Come si evince dal verbale dell’interrogatorio di una donna a cui gli inquirenti chiedono: «Danilo Rivolta (ex sindaco di Lonate Pozzolo arrestato nel 2016, ndr) ha riferito che, attualmente, pur non ricoprendo alcun incarico, Caianiello sceglie tutte le cariche pubbliche in quota Forza Italia nei comuni di Gallarate e Busto Arsizio. Conferma?».
Ecco la risposta: «Sì, ad esempio le nomine delle società partecipate dai predetti comuni quali l’Agesp, la Prealpi servizi e la Amsc e Seprio e le candidature dei maggiori politici della zona come ad esempio Lara Comi».