venerdì 17 dicembre 2021

“Torture sistematiche sulle persone con disabilità”: 17 arresti in una onlus di Palermo. Le intercettazioni: “È un lager nazista”.

 

Le indagini sulla casa di cura Suor Rosina La Grua di Castelbuono. La Guardia di Finanza ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 35 persone accusate, a vario titolo, di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzione, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture. Il gip ha anche disposto il sequestro della casa di cura e di disponibilità finanziarie per un valore di oltre 6,7 milioni di euro.

“Gli ospiti del centro sono sottoposti ad un regime di vita che non è eccessivo definire contrario al principio di umanità“. E ancora: “Scontano quotidianamente la pena della loro disabilità con il loro essere sottoposti a torture sistematiche che aggravano la loro condizione mentale e ne devastano il corpo”. Sono le parole usate dal gip di Palermo per descrivere i gravissimi episodi di maltrattamenti riservati ai disabili assistiti nella casa di cura Suor Rosina La Grua di Castelbuono, in provincia di Palermo. Il giudice usa quelle parole per commentare gli elementi raccolti dagli investigatori della Guardia di Finanza, che stamani hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 35 persone accusate, a vario titolo, di tortura, maltrattamenti, sequestro di persona, corruzionetruffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e frode nelle pubbliche forniture. Il gip ha anche disposto il sequestro della casa di cura e di disponibilità finanziarie per un valore di oltre 6,7 milioni di euro. Le indagini degli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo hanno riguardato una onlus che gestisce, in regime di convenzione pubblica “a ciclo continuo”, servizi di riabilitazione per 23 pazienti con disabilità grave. Dieci indagati sono stati portati in carcere, per sette sono scattati gli arresti domiciliari, cinque sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e tredici sono destinatari della misura interdittiva del divieto di esercitare attività professionali per un anno.

“Auto da 40mila euro con soldi pubblici” – I filoni di indagine sono due. Il primo riguarda l’amministratore e i soci della onlus che, nascondendo la natura commerciale dell’attività dell’ente e grazie all’utilizzo di documentazione falsa (planimetrie, relazioni tecniche, rendiconti trimestrali delle prestazioni erogate), sarebbero riusciti ad accreditarsi con la Regione Siciliana e convenzionarsi con l’Asp di Palermo, ottenendo, negli ultimi cinque anni, soldi pubblici per 6,2 milioni. Una parte del denaro, circa 470 mila euro, invece di essere utilizzata per i fabbisogni dei pazienti o reinvestita nell’adeguamento della sede, che avrebbe gravi carenze, veniva distratta e utilizzata per fini privati come la liquidazione di compensi non dovuti, acquisto di auto, pagamento di viaggi e soggiorni in alberghi, acquisto di prodotti enogastronomici, articoli di gioielleria e da regalo. Un funzionario dell’Asp di Palermo è accusato di corruzione. Secondo le indagini, non avrebbe svolto i dovuti controlli e verifiche in cambio dell’assunzione del figlio e della nuora. I militari contestano anche al funzionario il reato di frode nelle pubbliche forniture, poiché sarebbero state fornite prestazioni sanitarie in favore dei pazienti ben lontane dagli standard qualitativi previsti. “Fino a quando si pagavano le vacanze e le facevano, bevevano cocktail, Spritz, bevevano Coca Cola, per 1000, 1500 euro, perché sono come porci”, dice uno degli operatori della onlus, intercettato. “Noi siamo sotto scopa dell’Asp di Palermo, perché il padre del nostro amministrativo è una specie di funzionario dell’Asp di Palermo che ci tiene sotto – proseguiva – Quando tu compri quarantamila euro di autovettura a nome del Centro e il Centro le paga, tu lo sai che non sono soldi soltanto tuoi? Quando tu in quattro anni ti cambi quattro autovetture, racimoli centoventi, centotrentamila euro di autovetture tutte quante pagate dal Centro. A me mi rompe se ci revocano la convenzione perché quella è una gallina dalle uova d’oro“. “Poi abbiamo preparato le ceste per l’Asp, si aggiravano attorno a 300 euro di ceste”, raccontavano i dipendenti.

I maltrattamenti sui disabili – Il secondo filone dell’indagine ruota attorno ai maltrattamenti e violenze subiti in questi anni dai 23 pazienti della struttura. Per il gip si tratta di condotte gravissime, tanto che i reati configurati sono tortura, maltrattamenti e sequestro di persona. Le indagini dei militari avrebbero accertato che tutto il personale sanitario e paramedico in servizio presso la Onlus, con la compiacenza della proprietà, sottoponeva i pazienti a maltrattamenti di natura fisica e psicologica che provocavano loro gravi sofferenze ed umiliazioni. Il personale della struttura, che accudiva ospiti affetti da gravi disabilità intellettive e psichiatriche, ricorreva sistematicamente a punizioni come il digiuno, o percosse, strattonamenti, calci, schiaffi, offese. In diversi casi i pazienti venivano rinchiusi in una stanza di pochi metri quadrati chiamata “relax“, sia di giorno che di notte, completamente vuota e senza servizi igienici. Le vittime rimanevano prigioniere, spesso per diverse ore, al buio e senza alcuna assistenza, implorando di uscire, supplicando per avere dell’acqua o del cibo, dovendo espletare i propri bisogni fisiologici sul pavimento.

“I ragazzi sono vestiti come gli zingari visto che non li lavano” – I maltrattamenti sono evidenti dalle intercettazioni. Nella sala “relax” i pazienti venivano portati di peso, rinchiusi dentro e presi a calci e pugni. Poi venivano offesi: “Frocio”, urlava un operatore e dopo l’ennesimo calcio chiudeva la porta. “Devi buttare il veleno dal cuore” diceva un altro inserviente della struttura. “E’ un manicomio, un lager nazista“, commentavano, non sapendo di essere intercettate, alcune operatrici del centro mentre uno dei pazienti urlava: “Dottoressa mi faccia uscire. Avevamo detto cinque minuti, si mantengono i patti, i patti si mantengono”. “Io ne ho certezza al 99% gli alzano le mani ai ragazzi, fin quando non ci sono le telecamere sta cosa; noi non ce la togliamo e vedi che è un reato penale – diceva una donna al telefono – I ragazzi erano vestiti come gli zingari, visto che non li lavavano, visto che il mangiare faceva schifo, visto che la struttura non era pulita”. Un’altra operatrice intercettata, parlando con una delle indagate, le contestava: “20 mila euro, quello di parcelle tra lui e sua moglie, 60 mila euro lui e 70 mila euro l’anno sua moglie, senza che sua moglie a Castelbuono mettesse un piede, più tutti quello che tu hai sciupato che non vi spettavano, rimborsi chilometrici, rimborsi quando tua figlia se ne andava a Catanzaro all’università, i pannolini dei tuoi nipoti, i confetti, le autovetture”. E un’altra: “Tu ce l’hai presente un manicomio? Uguale, identico, ci manca solo, gli ho detto che li legano ai letti e poi siamo a posto, siamo pronti per la D’Urso. Ci sono cose che sono oggettive. I bilanci non sono mai stati presentati, nella contabilità c’è manicomio, la struttura non è adeguata e non è a norma. Lì se campano o se muoiono, non interessa niente a nessuno”. Dalle indagini emerge poi l’arbitraria e massiccia somministrazione di terapie farmacologiche agli ospiti disabili della struttura, non giustificata da ragioni medico-sanitarie, ma dalla volontà degli operatori di mantenere sedati i pazienti riducendo l’impegno e il rischio di potenziali complicazioni nel corso dei loro turni di lavoro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/12/17/torture-sistematiche-sulle-persone-con-disabilita-17-arresti-in-una-onlus-di-palermo-le-intercettazioni-e-un-lager-nazista-le-urla-dei-pazienti-dottoressa-mi-faccia-uscire/6429283/

martedì 14 dicembre 2021

B. È patriota? Allora Verdini è Silvio Pellico. - Antonio Padellaro



Sul momento, quando Giorgia Meloni esclamò: “Vogliamo un patriota al Quirinale e non accettiamo compromessi”, intonai l’Inno di Mameli, impettito e con la mano sul cuore vibrante. Subito però mi domandai chi tra i molteplici candidati potesse essere definito patriota da capo a piedi, vestito e calzato. Ella non dubitò: il prode Berlusconi, perché indomito difese l’interesse nazionale, e fu perciò “mandato a casa dalle consorterie europee” (e il Piave mormorò non passa lo straniero, zum zum). Mentre per Draghi la liderissima non ebbe purtuttavia elementi per dire se fosse “patriota”. E qui cascò l’asino, perché nella mia visione piuttosto ginnasiale la parola patriota era sempre associata alle solenni litografie di Ciro Menotti e dei martiri di Belfiore, condannati al patibolo dall’odioso occupante austriaco. E la domanda sorse spontanea: il patriota candidato al Colle doveva necessariamente essere votato all’estremo sacrificio? Immagine forte quella dell’ex Cavaliere che, novello Garibaldi (però in camicia nera), incita i mille del Quirinale (arruolati a suon di talleri): “O Roma o morte”. Poiché sul sacro Colle giammai salirà il Pd (che per l’orgoglio e per la fame volea il nemico sfogare le sue brame). 
Addolora, tuttavia, che la Sorella d’Italia non abbia riscontrato, con assoluta certezza, nel Migliore fra tutti quegli “elementi” patriottici così evidenti, per dire, nell’intrepido La Russa o nell’ardimentoso Lollobrigida. Mentre, patrioti leggendari, in quel di Atreju si strinsero a coorte il baldo Cassese e l’eroico Pera. Purtroppo, impossibilitato a presenziare, fu il Silvio Pellico di Fivizzano ristretto prima nello Spielberg di Rebibbiae ora nelle anguste magioni, l’indomito carbonaro Denis Verdini. Che così esortava i virgulti Fratelli Cairoli, Amato e Casini: l’Italia s’è desta, siam pronti alla morte (be’ non esageriamo), dov’è la Vittoria? Al quarto scrutinio, scovate il cecchino. Le porga la chioma Cartabia chiamò. Che schiava di Roma Iddio la creò. Poropò.

lunedì 13 dicembre 2021

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Due gocce d’acqua/1. “Berlusconi al Quirinale lo vedo benissimo. Credo che sarebbe il Presidente più straordinariamente simile a Pertini” (Gianfranco Rotondi, deputato FI, Lnews, 4.12). Faceva la Resistenza sulle montagne di Castiglion Fibocchi nella brigata partigiana P2.

Due gocce d’acqua/2. “Care toghe, riflettete: Zaki e Pittelli, casi simili” (Tiziana Maiolo, Riformista, 11.12). Quindi Gratteri e Al Sisi pari sono e Zaki è indagato per ‘ndrangheta.

Sua Altezza. “Governare è una cosa seria, non si può governare a cazzo. Berlusconi ha dimostrato di saper governare: in politica estera è stato un gigante” (Alessandro Sallusti, direttore di Libero, Piazzapulita, La7, 2.12). Come faceva le corna lui, nessuno.

Un uomo schivo. “Burioni tra i vip della Scala: ‘Spero di poter tornare presto nell’ombra’” (Corriere.it, 7.12). Perchè rimandare a domani quel che potresti fare già oggi?

Voce del verbo. “Suppletive a Roma-1 Calenda rompe con il centrosinistra” (Repubblica, 11.12). Più che altro, rompe.

Esigenze. “Non credo ci sia nessuna esigenza dei Cinquestelle in Italia. Perché dobbiamo avere i M5S? Non esistono più” (Carlo Calenda, leader Azione, Zapping, Rai Radio1, 10.12). Un solo grido si leva dall’Alpi al Lilibeo: “Abbiamo una sola esigenza: Calenda!”.

Chi è stata. “È stata la mano di Mattarella. Perché la gente gli chiede a gran voce il bis? Disamina del settennato dopo la standing ovation alla Scala. Un Presidente che ha piegato i populisti e tenuto insieme il Paese con umanità durante la pandemia” (Repubblica, 9.12). È stata la lingua di Repubblica.

In che stato. “… com’è ridotta la tv italiana” (Francesco Merlo, Repubblica, 28.11). Figurarsi che la Rai renziana sganciava 240mila euro l’anno al “consulente” Francesco Merlo.

Rosatellum. “Conte non si candida? Mi dispiace un sacco perché sono convinto che avrebbe perso… Come alleato è meglio Berlusconi di Conte, perché Conte l’ho già provato… Berlusconi fa parte del Ppe, FI è un partito con cui siamo con serenità al governo” (Ettore Rosato, presidente Iv, Un giorno da pecora, RaiRadio1, 7.12). Poverino, non sa di essere al governo coi 5Stelle di Conte. Ma la mamma non gli dice proprio niente?

Trucchetti. “Il trucco di ‘Mani Pulite’ per arrestare gli indagati” (Libero, 12.12). Li interrogavano e quelli confessavano: i soliti mezzucci, signora mia.

Spingitori di presidenti. “Amato di tutte le riserve della Repubblica il vicepresidente della Consulta è sempre in cima. E’ un problem solver, ha una cassetta degli attrezzi infinita, un’intelligenza poliedrica e velocissima. Un Dottor Sottile figlio di ferroviere perfetto per il Quirinale” (Antonella Rampino, Dubbio, 10.12). Il piccolo fiammiferaio: che tenero.

Innocenti a loro insaputa. “Rosa e Olindo, 15 anni senza pentimenti. Pronta un’istanza per chiedere la revisione del processo. Condannati all’ergastolo non si sono mai arresi” (Gianluigi Nuzzi, Stampa, 11.12). Oltre a non pentirsi e a non arrendersi, hanno fatto di più: hanno confessato.

Libera stampa. “Bonomi: lo sciopero è un errore” (Messaggero, 11.12). “Perchè è un errore” (Dario Di Vico, Corriere della sera, 8.12). “Un sindacato per vecchi” (Francesco Merlo, Repubblica, 9.12). “L’assembramento irresponsabile che vuole Landini” (Foglio, 9.12). “I sindacati dimenticano i giovani” (Stampa, 9.12), “Salvini e Bonomi attaccano Cgil e Uil” (Stampa, 12.12). Atroce sospetto: la stampa italiana non c’entrerà mica qualcosa con la Confindustria?

Siete circondati. “Effetto sciopero: Cgil e Uil isolate. Landini e Bombardieri sotto assedio. La Cisl: ‘Errore’” (Giornale, 9.12). I due sindacati che scioperano circondati dall’unico che non sciopera. “Comandante, ho fatto dieci prigionieri!”. “Bravo soldato, portali qui!”. “Ma comandante, non mi lasciano venire!”.

Senti chi parla. “Ermini: ‘Fermare le porte girevoli tra politica e giustizia’” (Repubblica, 9.12). Parola del parlamentare del Pd piazzato da Renzi alla vicepresidenza del Csm.

Già-less. “25 anni che i Jalisse tentano di andare a Sanremo e vengono respinti. So cosa vuol dire. È esattamente la mia storia con la segreteria del partito!” (Gianni Cuperlo, Pd, Twitter, 6.12). Maledetto televoto

Il titolo della settimana/1. “Il Cavaliere vuole vincere, non partecipare, per questo continua a fare scouting di parlamentari” (Dubbio, 11.12). Eh, ecco, mo’ si chiama “scouting”.

Il titolo della settimana/2. “’Volevamo assumermi ma resto voi grillini’. Giuseppi confessa: ‘Dopo l’addio a Palazzo Chigi ho rifiutato incarichi vantaggiosi da alcune multinazionali’. Cosa fa Conte pur di non lavorare” (Libero, 11.12). Roba da ergastolo.

Il titolo della settimana/3. “La Commissione antimafia è solo un ‘poltronificio’. E se la chiudessimo?” (Aldo Varano, Dubbio, 8.12). Ora B. completa lo scouting e poi la scioglie lui, nell’acido.

Il titolo della settimana/4. “Calenda lo sfida e Conte fugge. Salta il patto Pd-Travaglio” (Riformista, 7.12). Uahahahahah.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/13/ma-mi-faccia-il-piacere-248/6423935/

sabato 11 dicembre 2021

Andrew Faber

 

I sognatori.
I mezzi pazzi.
Gli ubriachi.
I persi.
I poeti.
I musici.
Disegnatori.
Artisti.
I soli.
Quelli che han fatto pace con il buio
della notte. E dei pensieri.
Quelli che si tengono per loro le sconfitte
senza mai elemosinar perdono.
Quelli buffi. Goffi.
Che ogni tanto piangono e lo dicono.
Un poco sociopatici e per questo
affascinanti.
Quelli che han scoperto
di cosa è fatta la paura
e anche un po’ l’amore
e da quel giorno vivono meglio.
E da quel giorno hanno paura di far male.
Quelli che in una mattina qualunque
dopo aver bevuto un buon caffè
hanno deciso di sparire
di vivere
di incontrare la bellezza
di andare.
Perché così succede.
Quelli che han lasciato
il corrimano già da un pezzo
e non ricordano la strada dell’andata
figuriamoci quella del ritorno.
Padroni e schiavi della verità.
Loro.
Che certamente vi sorrideranno
dopo un: ciao come stai?
Loro, baciateli con cura.
Loro, abbracciateli più forte.
Andrew Faber

giovedì 9 dicembre 2021

La pulce e l’elefante. - Marco Travaglio


Una delle migliori tecniche di disinformazione è quella di ingigantire le notizie marginali per minimizzare quelle fondamentali. Infatti si fa un gran vociare – come se ne andasse delle sorti del centrosinistra e del Quirinale – sul no di Conte alla candidatura a Roma-1, gabellato per un voltafaccia o financo una fuga del leader di partito più popolare d’Italia per paura di due noti frequentatori di se stessi. Un monumentale chissenefrega, tanto più che Conte non ha mai detto di sì e, dopo averci riflettuto, ha declinato come già aveva fatto per le Suppletive a Sassari, Siena e Roma-Primavalle. Naturalmente la stessa canea impazzerebbe se avesse accettato: si direbbe che vuole arraffare l’ultimo treno per garantirsi 15mila euro al mese, con annessa immunità dall’arresto e dalle intercettazioni. Invece, dopo il rifiuto, nessuno segnala l’anomalia di un politico che non cerca immunità né soldi, anzi non vede un euro da otto mesi (non ha riaperto lo studio legale per evitare conflitti d’interessi ed è in aspettativa dall’università), né lo vedrà fino alle elezioni: fa politica gratis.

Ieri intanto il nostro sito raccontava uno scandalo gigantesco: l’ex senatore FI Giancarlo Pittelli, ai domiciliari per concorso esterno in ’ndrangheta (ma tu guarda), scrive alla ministra FI Mara Carfagna per chiederle di “aiutarmi in qualunque modo”. E torna in carcere perché non poteva comunicare con nessuno, salvo i familiari conviventi. Nella lettera, oltre ai consueti insulti agli inquirenti, che sono una specialità della casa (“sono un innocente finito nelle grinfie di folli”, cioè di Gratteri che “manipola” intercettazioni e inventa “accuse folli” e di giudici “asserviti”), il galeotto annuncia alla ministra: “Stiamo preparando un’interrogazione parlamentare che Vittorio Sgarbi proporrà quale primo firmatario. Piero Sansonetti, che non mi ha mai abbandonato, conosce tutti gli atti e i particolari dell’inchiesta”. Cioè: il detenuto sospettato di ’ndrangheta prepara un’interrogazione che un deputato-postino (Sgarbi: ma tu pensa) presenterà come farina del suo sacco e i soliti trombettieri rilanceranno in edicola. Gran finale: “Per eventuali comunicazioni ti lascio il recapito di mia moglie…. Le tue telefonate come ben sai sono tutelate ex articolo 68…”. Cioè chiede a una ministra – suscitandole prevedibile imbarazzo e forse anche un po’ d’inquietudine – di chiamarlo sul numero della moglie, così né lei né lui saranno intercettabili. Di qui il riarresto, perché – scrive il giudice di Vibo Valentia – Pittelli vuole “instaurare contatti” per “incidere sul regolare svolgimento del processo”. Cose che accadono quando si manda al governo la Banda B. e, soprattutto, si medita di lasciarla lì anche in futuro.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/12/09/la-pulce-e-lelefante/6419495/

SARO' BREVE N. 84. - Rino Ingarozza

 

Giuseppe Conte nella tana del leone.

Ha accolto l'invito dell'alouatta de Roma, è andato al meeting "'Atreju 21" (organizzato da Fratelli d'Italia) ed ha risposto a tutte le provocazioni del direttore del TG2 Sangiuliano (che una volta in più ha dimostrato di remare, quotidianamente, da quella parte) e del misero Bechis, direttore de Il tempo.
In attesa che l'alouatta de Roma si rechi alla festa de "Il fatto quotidiano" e risponda alle domande di due giornalisti veri come Marco Travaglio e Antonio Padellaro,
cito soltanto una risposta che a me è sembrata abbastanza chiara.
Non tanto chiara, mi è sembrata, per i due interlocutori "croccantinati".
Si parlava del futuro Presidente della Repubblica. In soldoni gli chiedono "Può essere uno di centrodestra?"
Risposta: "'Nessuna preclusione. Deve però essere una persona di alta integrità morale".
In pratica "Non può essere Berlusconi".
Più chiaro di così.
Cosa deve dire affinché si capisca?
Lui è Giuseppe Conte ed è elegante anche nelle risposte.
Si esprime in un perfetto italiano.
Se c'è qualcuno che, l'italiano, non lo capisce o non lo vuole capire, non è certo colpa sua.

Rino Ingarozza (Fb 08/12/2021)

mercoledì 8 dicembre 2021

Scontro su bonus facciate almeno fino a giugno e sul 110% per le villette fino a fine 2022. - Marco Mobili

 

Tra i temi più caldi ci sono i lavori effettuati dalle persone fisiche finanziati con il 110% sulle unità immobiliari unifamiliari: nel mirino il “tetto” Isee di 25mila euro per poter accedere al Superbonus.

Sul superbonus e più in generale su tutti i bonus edilizi, i partiti politici provano a metterci la faccia. Con una lunga serie di emendamenti, destinati a rientrare tra i 690 correttivi segnalati e su cui nei prossimi quindici giorni la commissione Bilancio del Senato si pronuncerà definitivamente, tutte le forze politiche chiedono un’estensione ai prossimi anni della maxi agevolazione per la riqualificazione energetica e per la messa in sicurezza degli edifici senza troppi vincoli e condizioni. La maggioranza si confronterà in una riunione dedicata sugli spazi di intervento per modificare l’articolo 9 del disegno di legge di bilancio dedicato al 110 per cento.

Scontro sulle unifamiliari.

Tra i temi più caldi e su cui c’è un’ampia convergenza tra tutte le forze politiche ci sono i lavori effettuati dalle persone fisiche finanziati con il 110% sulle unità immobiliari unifamiliari, più note come villette. Nel mirino di tutti i partiti è finito il “tetto” Isee di 25mila per poter accedere al Superbonus fino al 31 dicembre 2022. Il Partito democratico, ad esempio, con un emendamento firmato dalla capigruppo a Palazzo Madama, Simona Malpezzi, e dall’ex viceministro all’Economia Antonio Misiani, chiede di cancellare il riferimento all’Indicatore della situazione economica equivalente fino a 25mila euro, introdotto dal Governo per mitigare l’impatto finanziario della super agevolazione, e sostituirlo con la possibilità di beneficiare del 110% per i lavori sulle villette per le quali alla data del 30 marzo 2022 risulti effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata, la cosiddetta Cila, ovvero nei casi di demolizione o ricostruzione alla stessa data del 30 marzo siano state avviate le formalità amministrative per l’acquisizione del titolo abilitativo.

In questi casi, si legge nel correttivo Pd, la proroga del Superbonus potrà arrivare fino al 2025 con un decalage che prevede il 110% per i lavori effettuati fino al 31 dicembre 2022, che si riduce al 70% per i due anni successivi e passa poi al 65% nel 2025.

M5S contro il vincolo Cila.

Sulla cancellazione del tetto Isee anche il Movimento Cinque Stelle che, oltre a chiedere un rafforzamento delle proroghe sul 110%, chiede per le unità unifamiliari l’accesso al Superbonus per tutto il 2022 senza il vicolo della Cila e con interventi di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza che al 30 giugno abbiano raggiunto il 30% dello stato di avanzamento lavori.

Più diretta la Lega che chiede la cancellazione di ogni riferimento all’Indicatore economico per poter effettuare interventi con il 110% fino al termine del 2022.

Ma non c’è solo il Superbonus. Il confronto tra maggioranza e Governo è acceso anche sul bonus facciate. Alle forza politiche non piace la proroga al 2022 del bonus edilizio più gettonato dell’ultimo anno ma con una percentuale ridotta dal 90 al 60%. Italia Viva chiede di sopprimere la percentuale del 60% e prorogare il bonus facciate anche per il prossimo triennio. Mentre il Partito democratico chiede una proroga di almeno sei mesi così da consentire l’accesso al bonus per la riqualificazione delle facciate degli edifici nella misura del 90% fino al 30 giugno 2022.

La capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, invece, chiede che la detrazione del 90% del bonus facciate spetti anche per le spese sostenute entro il 2025, nella misura del 70% per quelle del 2024 e del 65% per quelle sostenute nel 2025.

https://www.ilsole24ore.com/art/scontro-bonus-facciate-almeno-fino-giugno-e-110percento-le-villette-fino-fine-2022-AEspNN1

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https://24plus.ilsole24ore.com/art/bonus-110percento-oggi-supercila-ecco-cosa-si-puo-usare-e-cosa-no-AEmMxDb