Visualizzazione post con etichetta imprenditori. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta imprenditori. Mostra tutti i post

mercoledì 9 febbraio 2022

Corruzione, arrestati l'ex sostituto procuratore di Salerno, avvocato e imprenditori ed ex GdF.



Figurano anche Roberto Penna, all'epoca dei fatti contestati sostituto procuratore a Salerno, e la sua compagna, l'avvocato di Salerno Maria Gabriella Gallevi, tra le cinque persone arrestate oggi dal Ros di Napoli nell'ambito di indagini coordinate dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo.

Si tratta di arresti ai domiciliari notificati anche agli imprenditori Francesco Vorro, Umberto Inverso e Fabrizio Lisi, Fabrizio Lisi, quest'ultimo generale della Guardia di Finanza in quiescenza ed ex comandante della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza di L'Aquila. Contestati, a vario titolo, la corruzione per l'esercizio delle funzioni, per atto contrario ai doveri d'ufficio e in atti giudiziari, oltre che induzione indebita a dare o promettere utilità. 

https://www.ilmattino.it/salerno/falso_documento_estinguere_un_debito_militare_agro_sotto_processo_salerno_scafati-6484842.html

Abusando della sua funzione e in cambio della promessa del conferimento di incarichi di consulenza professionale all'avvocato a cui era sentimentalmente legato, il magistrato Roberto Penna avrebbe promesso, e in alcuni casi anche fornito, agli imprenditori arrestati, aderenti a un consorzio, notizie coperte da segreto investigativo su indagini potenzialmente pregiudizievoli per le loro attività.

Emerge anche questo dall'attività investigativa del Ros, coordinata dalla Procura di Napoli, che oggi ha portato all'emissione, da parte del gip di Napoli, di un provvedimento di arresto per l'ex sostituto procuratore di Salerno, per la compagna. Lo scorso 14 luglio i carabinieri del Ros, su delega dell'ufficio inquirente partenopeo (pm Ardituro e Fratello) hanno eseguito una serie di perquisizioni nei confronti degli arrestati. L'attività d'indagine dei carabinieri, che va dall'ottobre 2020 al luglio 2021, avrebbe fatto luce su un vero e proprio «patto corruttivo» tra il magistrato, a conoscenza, per ragioni d'ufficio, di informazioni coperte da segreto, e gli imprenditori del consorzio i quali avvalendosi della sua compiacenza sarebbero riusciti a evitare i provvedimenti interdittivi della Prefettura di Salerno, dove, peraltro, il consorzio in questione aveva la sua sede. Gli imprenditori, inoltre, sempre avvalendosi dell'aiuto del magistrato, avevano intenzione di allacciare rapporti privilegiati con i funzionari del Palazzo di Governo di Salerno per conseguire la collocazione del consorzio nella cosiddetta «white list». Tra gli obiettivi che si erano prefissati figura anche la sottoscrizione di un protocollo di legalità tra il loro consorzio e la Prefettura. 

https://www.ilmattino.it/salerno/corruzione_salerno_arrestati_ex_sostituto_procuratore_roberto_penna_avvocato_imprenditori-6492902.html

martedì 6 febbraio 2018

Arresti a Roma, corruzione e sentenze «comprate»: in manette avvocati e imprenditori. - Fiorenza Sarzanini e Clarida Salvatori



Tra gli indagati anche Enzo Bigotti, già indagato nell’inchiesta sulla Consip, e Riccardo Virgili, giudice del Consiglio di Stato ora in pensione. Spiata l’indagine delle tangenti Eni.

Avvocati e imprenditori arrestati per frode fiscale, bancarotta e corruzione in atti giudiziari. Accusati di aver «aggiustato» sentenze del consiglio di Stato. L’operazione della Guardia di Finanza coordinata dalle procure di Roma e Messina è scattata all’alba e ha fatto finire in carcere l’avvocato Pietro Amara, oltre a numerosi imprenditori e al sostituto procuratore di Siracusa, già trasferito in un’altra sede, Giancarlo Longo.

Anche un imprenditore coinvolto nell’inchiesta Consip.
Tra gli arrestati ci sono gli imprenditori Enzo Bigotti, già indagato nell’inchiesta sulla Consip, e Fabrizio Centofanti. I componenti dell’associazione per delinquere sono accusati di aver messo in piedi un meccanismo che consentiva loro di orientare l’affidamento di alcune gare grazie alle decisioni compiacenti in materia amministrativa. Tra gli indagati anche Riccardo Virgili, giudice del Consiglio di Stato ora in pensione.

I falsi dossier.
L’associazione è accusata anche di aver costruito falsi dossier per spiare le inchieste tra cui quella aperta dalla procura di Milano sulle tangenti Eni. In una nota congiunta le due Procure hanno scritto che le «indagini hanno preso le mosse da distinti input investigativi convergendo sull’operatività dei due sodalizi criminali, consentendo la ricostruzione di ipotesi di bancarotta fraudolenta da parte di soggetti non riconducibili alla struttura delle organizzazioni».

Il «metodo Longo».
I magistrati che ne hanno chiesto l’arresto parlano di «mercificazione della funzione giudiziaria». E aggiungono: «Longo usava le prerogative a lui attribuite dall’ordinamento per curare interessi particolaristici e personali di terzi soggetti dietro remunerazione. Tali condotte vengono riscontrate a partire dal 2013 e perdurano sino ai primi mesi del 2017». I metodi usati da Longo erano tre: 
creazione di fascicoli «specchio», che il magistrato «si auto-assegnava - spiegano ancora i pm che hanno condotto l’inchiesta - al solo scopo di monitorare ulteriori fascicoli di indagine assegnati ad altri colleghi (e di potenziale interesse per alcuni clienti rilevanti degli avvocati Calafiore e Amara), 
legittimando così la richiesta di copia di atti altrui, o di riunione di procedimenti; fascicoli «minaccia», in cui «finivano per essere iscritti - con chiara finalità concussiva - soggetti “ostili” agli interessi di alcuni clienti di Calafiore e fascicoli «sponda», che venivano tenuti in vita «al solo scopo di creare una mera legittimazione formale al conferimento di incarichi consulenziali (spesso, radicalmente inconducenti rispetto a quello che dovrebbe essere l’oggetto dell’indagine), il cui reale scopo era servire gli interessi dei clienti di Calafiore a Amara».

Tutti gli arrestati.
Quindici gli arrestati: oltre a Riccardo Virgilio (oggi in pensione), Pietro Amara e Fabrizio Centofanti e Ezio Bigotti, anche Luciano Caruso e Giuseppe Calafiore (attualmente all’estero), l’ex pm di Siracusa Giancarlo Longo e Alessandro Ferrari, Giuseppe Guastella, Davide Venezia, Mauro Verace, Salvatore Maria Pace, Vincenzo Naso e Sebastiano Miano. Indagati anche Gianluca De Micheli e Francesco Perricone.

venerdì 29 gennaio 2016

Commercio: con gli accordi TTIP i piccoli imprenditori dell'agroalimentare saranno schiacciati. - Marta Rizzo.



Lo confermano 2 rapporti diffusi dal Dipartimento dell’agricoltura Usa. Non soltanto creerà difficoltà serie, ma tornerà a favore degli stessi Stati Uniti in maniera prepotente rispetto ai benefici dell’Europa unita.

ROMA  – Sono 2 studi quasi manicali americani, diffusi dalla Campagna StopTtip, ad affermare chiaramente i benefici che gli Usa potranno trarre dagli accordi sul Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (in inglese,Transatlantic Trade and Investment Partnership, appunto: Ttip). Benefici che - secondo gli analisti statunitensi - saranno enormemente inferiori per l’Ue, che comunque non accenna a ritrattare il Trattato, in corso dal 2013 e che quando diverrà operativo si creerà la più grande area di libero scambio, dal momento che l'Unione Europea e gli Stati Uniti rappresentano la metà del Pil di tutto il mondo  e un terzo del commercio globale.

I rapporti Usa che offendono l’Ue. Il 5 gennaio 2016, il Dipartimento dell'agricoltura degli Stati Uniti, sulle implicazioni del partenariato transatlantico (Ttip) per il settore agricolo, diffonde un approfondito documento dal quale emerge, nero su bianco, fino a che punto l’Unione Europea risentirà dalla firma dell’ accordo. 

Tre sono i punti fondamentali. 

1) - Innanzi tutto, si prevede l'eliminazione delle sole barriere tariffarie e dei contingenti  tariffari di importazione (Trq), la qual cosa farà sì che le esportazioni agricole degli Stati Uniti verso l'Ue  aumenteranno di 5,1 miliardi di euro rispetto ai livelli del 2011, mentre quelle dell'UE  verso gli Usa crescerebbero di appena 0,7 miliardi di euro (le esportazioni  agricole UE diminuirebbero dello 0,25%). 

2) - Il secondo scenario anticipa anche l'eliminazione delle barriere non tariffarie (Ntm): nel settore agricolo, le Nmt riguardano la sicurezza alimentare e se fossero eliminate, le esportazioni Usa crescerebbero di ulteriori 3,8 miliardi di euro,  mentre quelle UE aumenterebbero di 1,1 miliardi.

3) - Il terzo scenario analizza come tutto ciò influenzerebbe la domanda dei consumatori, i quali si orienterebbero sempre più ad acquistare prodotti locali piuttosto che importati, cancellando così qualsiasi guadagno derivante  dalla rimozione delle barriere tariffarie (anche se questo è il principale obiettivo  dichiarato del Ttip). Un secondo rapporto dello stesso Dipartimento americano, ribadisce i concetti.

Un massacro per l’Ue e per l’Italia. La Campagna StopTtip è tra le pochissime realtà d’Europa a battersi contro un trattato a cui i media sembrano non pensare. Ed è l’osservatorio della Campagna stessa ad aver diffuso i due rapporti americani. "Il ministero dell'Agricoltura Usa -  spiega Monica Di Sisto, portavoce della CampagnaStop Ttip  - è onesto nell'ammettere che, se con il Ttip vuole accelerare il commercio tra Usa e Ue per prodotti agricoli e cibo, bisogna eliminare non tanto dazi e problemi di dogana, ma le regole che ancora oggi ci proteggono, in Europa, da ormoni della crescita, residui di pesticidi, cibi biotech e tossicità simili. Pur facendolo, saranno gli Usa a guadagnarci in esportazioni, fino a 1000 volte più dei nostri Paesi, e in settori già massacrati per l'economia italiana come latte, carni rosse, frutta, verdura, olio.

Il fattore "C", cioè la coscienza dei consumatori. Gli imponenti flussi di prodotti e servizi in arrivo dagli Stati Uniti satureranno il mercato europeo, che per oltre l'80% dei produttori italiani, piccoli e medi, è l'unico mercato possibile, diminuendo ulteriormente le loro possibilità di sopravvivenza. Gli Usa, però, hanno anche valutato un terzo scenario: se tutti noi cittadini consumatori e le imprese che lavorano in qualità e quelle amministrazioni locali che legano la promozione dei loro territori e culture a prodotti sani e non massificati, non si fideranno delle nuove regole, non ci sarà da guadagnare per nessuno, perché tutti i prodotti a rischio verranno lasciati nei mercati e negli scaffali, e chi li produrrà verrà punito dalle scelte sbagliate dei Governi. Come Campagna StopTtip, lo chiamiamo "fattore C": quello della coscienza di cittadini e consumatori, che si opporrà fino all'ultimo a politiche sbagliate come quelle del Ttip".

Ttip: atto di masochismo per il nostro benessere generale. “Cornuti e mazziati - commenta Leonardo Becchetti, professore di Economia politica dell'Università Tor Vergata - lo studio dello US department for agriculture analizza cosa succederebbe se il Ttip eliminasse le “barriere non tariffarie” nell’interscambio agricolo tra Ue e Stati Uniti. Dall’analisi del rapporto emerge chiaramente che l’approvazione del Ttip non è solo un atto di masochismo economico per noi. Il problema è più sostanziale. Un accordo del genere non può essere valutato solo in termini di impatto economico, ma di benessere generale. Qualcuno si è preoccupato di valutare gli effetti sulla salute dei cittadini e sulle condizioni di lavoro di chi opera nel settore? Rischiamo ancora una volta di essere vittime del riduzionismo economicista che identifica la nostra felicità con la riduzione dei prezzi dei prodotti. Ma il benessere è un’altra cosa: dobbiamo imparare sempre di più che dietro un prezzo basso possono nascondersi insidie alla nostra salute alle condizioni di lavoro. Quanti euro di risparmio nel carrello della spesa valgono più rischi sulla salute e condizioni di lavoro più precarie?”.


http://www.repubblica.it/solidarieta/equo-e-solidale/2016/01/27/news/commercio_con_gli_accordi_ttip_i_piccoli_imprenditori_dell_agroalimentare_saranno_schiacciati-132173927/