mercoledì 20 febbraio 2019

Venezia, per il Mose un conto di oltre 5,5 miliardi. - Iacopo Giliberti




Non funzionerà. Bisognava fare come in Olanda. È tutto un magna magna. Non funziona. Con quello che ci hanno mangiato. Non ha funzionato. Sono tutti corrotti. Servirebbe ben altro. Le locuzioni che avete letto sono una selezione ristretta dei pareri comuni sul Mose, il sistema di barriere mobili per trattenere fuori dalla laguna l’acqua alta che rovina Venezia ed eccita i turisti.
Come un magnete, dal 2003 l’opera attrae i dubbi degli scettici. Giustamente. Dopo 25 anni dai primi abbozzi del progetto, dopo 15 anni dalla posa della prima pietra, dopo avere spento e spanto con generosità babilonese 5 miliardi pubblici, Venezia non ha ancora le dighe mobili e l’altra settimana è finita ancora una volta sott’acqua, 156 centimetri.
Dopo il passato, ecco i fatti di oggi.
Primo. Il Mose non funziona ancora perché potrà funzionare solamente quando sarà finito.
Secondo. Ormai è quasi del tutto completo.
Terzo. Finora è costato la cifra paperonesca di 5,15 miliardi.
Quarto. La stagione delle tangenti e dei satrapi è finita e da 4 anni l’opera è gestita con oculatezza e sobrietà dall’Autorità anticorruzione con la Prefettura di Roma e il Provveditorato alle opere pubbliche.
Quinto. Alla fine dei lavori sarà costato 5,49 miliardi.
Sesto. Le barriere mobili saranno completate a settimane, ma per far funzionare il Mose bisognerà realizzare la parte impiantistica.
Settimo. Potrà essere sperimentato tra un anno con le acque alte dell’autunno 2019.
Ottavo. Si è visto che alcune parti si ammalorano prima del previsto e la manutenzione sarà assai cara, forse un centinaio di milioni l’anno.
L’acqua alta
Venezia sprofonda da quand’è nata perché i terreni sabbiosi con il tempo si compattano e si assestano. Il fenomeno si chiama subsidenza. La subsidenza è diventata velocissima nel Novecento quando il polo industriale di Marghera ha cominciato a estrarre dalle falde acquifere del sottosuolo fiumi di acque produttive. Le foto di un secolo fa mostrano una Venezia orgogliosa e alta sulle acque, oggi è una città seduta al pelo dell’acqua.
Al fenomeno della subsidenza si sono sommati sbancamenti e scavi in laguna e soprattutto si sommerà l’alzarsi del livello dei mari, che sarà reso più drammatico e veloce quando il riscaldamento del clima scioglierà i ghiacci polari.
La laguna di Venezia è un bassofondo di acqua salmastra diviso dal mare da un cordone di isole e unito al mare da tre vastissimi canali naturali, le bocche di porto di Lido, Malamocco e Chioggia. Ogni sei ore la marea cresce e ogni sei ore scende. Quando luna e sole sommano il loro effetto astronomico con l’apporto delle piogge e con il vento di scirocco che gonfia l’Adriatico contro la laguna, a Venezia l’acqua sale fino ad allagare piazza San Marco (70 centimetri, il punto più basso della città).
Il 4 novembre 1966 (chi scrive aveva 5 anni e ne ha un ricordo vago in bianco-e-nero) ci fu la più devastante delle “tempeste perfette” in cui si concentrarono tutti gli effetti disastrosi, il livello dell’acqua arrivò a 194 centimetri, con danni incalcolabili.
Il 16 aprile 1973 venne varata la Legge Speciale che dichiarò Venezia «di preminente interesse nazionale».
Dighe invisibili, scandalo visibile
Nel mondo ci sono molti esempi di paratoie che difendono i bassopiani costieri, per esempio in Olanda o alla foce del Tamigi in Inghilterra. Ma invece di grandi opere di ingegneria semplice e ingombrante, per Venezia negli anni ’70 si decise: le barriere contro l’acqua alta dovranno avere due caratteristiche irrinunciabili.
Primo, dovranno essere invisibili, non come quei colossi olandesi che rovinano il paesaggio e ingombrano ettari su ettari.
Secondo, non solamente invisibili ma anche “reversibili”. Cioè se un domani si inventasse una tecnologia oggi sconosciuta, le barriere dovranno poter essere dimenticate come se non fossero mai esistite.
L’unica soluzione per conseguire questi due princìpi irrinunciabili era costruire barriere che quando fossero a riposo sparissero sott’acqua senza dare alcun ingombro. A scomparsa: questo il principio secondo cui dal primo progetto di massima del 1981 sono state progettate le dighe mobili.
Quando l’acqua salirà oltre il livello stabilito (è stato deciso di chiudere le barriere con una marea di 110 centimetri, ma con questa scelta sarà allagata parte di piazza San Marco) le barriere saliranno dal fondo delle tre bocche di porto e divideranno la laguna dall’Adriatico.
Fu creato un potentissimo concessionario unico per lo Stato, il Consorzio Venezia Nuova, formato da imprese, il quale dopo dissipazioni colossali di denaro il 14 maggio 2003, alla presenza del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, avviò la costruzione delle dighe a scomparsa.
Costo iniziale previsto, 3.200 miliardi di lire, ovvero 1,6 miliardi di euro. Di sperpero in sperpero, oggi si sa che l’opera costerà 5,5 miliardi di euro, tre volte e mezzo di più.
Gli euro scorrevano a fiumi con generosità: partiti politici, imprese, funzionari dello Stato, associazioni di ogni colore e tonalità, comprese bocciofile e cori di battellieri, ricevettero segnali di tanta generosità. Il gioco si interruppe con lo scattare di manette. Inchieste, retate, scatoloni di documenti, un’infinità di intercettazioni.
Spento il forno bruciasoldi, bisognava finire il lavoro. Nel 2014 la spesa finale di 1,38 miliardi fu messa sotto la gestione severa dei commissari scelti dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Giuseppe Fiengo (Avvocatura di Stato) e Francesco Ossola (Politecnico di Torino), i quali controllano con minuzia ogni atto insieme con il provveditore alle opere pubbliche Roberto Linetti, il committente che èroga i finanziamenti (già stanziati fino all’ultimo euro).
Il Mose oggi.
Ai primi di novembre l’acqua alta è tornata. Più che l’altezza superba, stavolta ha colpito la continuità: nelle 6 ore di calo l’acqua non calava e rimaneva alta; per dimensioni la quarta acqua alta della storia di Venezia. Se ci fossero state le paratoie del Mose, la barriera sarebbe rimasta in funzione quasi 22 ore di fila.
Sono state posate 67 delle 78 paratoie mobili, ne vengono aggiunte un paio la settimana. Finora sono stati chiusi lavori per 5,14 miliardi. Lavori importanti, come il mini-Mose che difende il paesino di Malamocco (funziona). Vanno completati lavori per gli ultimi 300 milioni come l’allestimento degli edifici di comando, gli impianti elettrici, i sistemi di monitoraggio, le rapide per acqua e aria che movimentano le paratoie.
A mano a mano che l’opera viene realizzata se ne scoprono i difetti.
Per esempio le cerniere delle dighe mobili, garantite per 50 anni, in realtà hanno già punti di ruggine e se non si farà una manutenzione accurata potranno durare meno di 20 anni. I problemi finora scoperti portano a un sovraccosto di una cinquantina di milioni, l’1% di un’opera da 5 miliardi.
Qui i nomi, le cifre, le mazzette, i favori...

I file segreti di Soros: ecco come il miliardario "filantropo" manovra il mondo. - Lorenzi Giarelli

Rivoluzioni, diritti umani, finanza spregiudicata: la fondazione di George Soros è stata hackerata e migliaia di file segreti sono stati pubblicati svelando gli intrighi del ricchissimo imprenditore americano.


Il paradosso del miliardario di sinistra è noto e ritorna spesso nelle campagne elettorali della destra: chi propone progressismo sociale e uguaglianza economica o non è davvero di sinistra o non è davvero ricco. Una terza via, poco lusinghiera, aumenta l'imbarazzo della scelta: il magnate di turno potrebbe avere qualcosa da nascondere, da intendersi come interessi economici o politici in ballo.

Che i miliardari comandino il mondo non è soltanto roba da complottisti: accade da qualche millennio e nessuno se ne meraviglia. Ma vedersi sbattere nero su bianco le manovre di uno di questi magnati fa un certo effetto. Nelle scorse settimane la fondazione di George Soros, la Open Society, è stata hackerata e sono finiti online migliaia di documenti relativi alle attività gestite o finanziate dal miliardario di origini ungheresi. Si tratta di campagne elettorali, fondazioni umanitarie, associazioni per i diritti, società di ricerca che hanno ricevuto fondi per operare o indirizzare il consenso verso temi cari a George, vicino al Partito Democratico americano.

In questi 2.576 file pdf – consultabili su DCLeaks – è scritto che Soros avrebbe cercato di condizionare i risultati in ognuno degli Stati Europei in cui si è votato nel 2014. L'obiettivo di Soros era quello di contrastare i partiti anti-europeisti e favorire le politiche di integrazione interna ed esterna (relative all'ingresso dei migranti).

Si parla anche del coinvolgimento diretto di Soros nella gestione di rivolte sparse per il mondo, tra cui quella Ucraina, e di una pioggia di quattrini data ad associazioni in favore dell'aborto, dell'eutanasia e dei diritti LGBT. Ma c'è anche il sostegno diretto a candidati politici, come quello a Hillary Clinton - circa 8 milioni di euro - per scongiurare il pericolo Trump. Soros ci aveva già provato nel 2004, quando aveva fatto di tutto per non far vincere George W. Bush, arrivando a donare, secondo il Central for Responsive Politics, la bellezza di 23 milioni di dollari a 527 associazioni legate a John Kerry, allora condidato democratico.


La notizia dei file hackerati è di portata mondiale, eppure molti dei più grandi giornali, soprattutto americani, non ne hanno parlato.

Nell'home page del sito contenente i file hackerati si legge un riassunto ben poco lusinghiero: “Soros è l'architetto o il finanziatore di più o meno ogni rivoluzione o colpo di stato nel mondo negli ultimi 25 anni. Spilla sangue a milioni e milioni di persone solo per diventare più ricco lui”.

D'altra parte Soros è sempre stato un uomo controverso. Nato in Ungheria, di famiglia ebrea, è dovuto fuggire alla persecuzione nazista. Astuto, calcolatore, spregiudicato (soprattutto sulla pelle degli altri). Divenne celebre quando, nel 1992, riuscì a mandare sul lastrico la Banca d'Inghilterra e a far uscire dalla SME (il Sistema Monetario Europeo) sia la sterlina, sla lira italiana: il 16 settembre Soros vendette pacchi di sterline allo scoperto, approfittando del tentennamento della Banca inglese nell'aumentare i tassi di interesse e a far fluttuare il tasso di cambio. Mentre nella finanza di due Paesi regnava il caos, Soros andava a dormire con un miliardo netto di guadagno grazie alla sua speculazione.

Come si concilia, allora, questa spregiudicatezza finanziaria con l'animo da filantropo? Si concilia, dice lui, con il fatto che il lavoro da speculatore, se non lo facesse lui, lo farebbe qualcun altro, e che ciò che conta è cercare di cambiare il sistema. Che ci stia provando o meno non si può dire: intanto Soros si arricchisce, tanto che il suo patrimonio personale si aggira, a quanto pare, sui 25 miliardi di dollari.

Niente male, per un ex allievo di Karl Popper che predica una revisione del sistema. Nota a margine: i Soros Leaks hanno smascherato molti degli interessi del miliardario. Per molti sarà stata soltanto la conferma di ciò che si sospettava da anni, ma in ogni caso la notizia è di rilevanza mondiale, eppure in pochi ne hanno parlato. Baluardi del buon giornalismo come il New York Times o il Washington Post non ne hanno fatto menzione, persino il Guardian ne fa soltanto un rapido accenno in un editoriale. Gli interessi in campo, è evidente, pesano. Mentre Soros continua ad arricchirsi, nessuno si meraviglia più che la politica conti meno della finanza. Se credere ai leader politici non serve più, allora dobbiamo adattarci, e sperare che il miliardario di turno non abbia simpatie troppo diverse dalle nostre.

https://www.linkiesta.it/it/article/2016/09/26/i-file-segreti-di-soros-ecco-come-il-miliardario-filantropo-manovra-il/31887/?fbclid=IwAR3zL4wm8gCIH5BKLRmeauM8M1j6ugRe_qTnF22bTOr7SpGx_l7YeReB4OU

Leggi anche: 
https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/08/17/usa-le-mail-hackerate-a-george-soros-finiscono-online-e-architetto-di-ogni-colpo-di-stato-degli-ultimi-25-anni/2979321/

e anche:
https://www.osservatoriogender.it/attacco-hacker-george-soros-tutti-documenti/

martedì 19 febbraio 2019

Tiziano Renzi e la moglie ai domiciliari. Ex premier: “Abnorme”. Il gip: “Disegno criminoso anche dopo inizio indagini”. - Pierluigi Giordano Cardone

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Per Matteo Renzi “chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme”. Secondo l’ex premier, insomma, gli arresti domiciliari per i suoi genitori, accusati di bancarotta fraudolenta e false fatture dalla Procura di Firenze, sono un provvedimento esagerato. A leggere l’ordinanza del gip Angela Fantechi la realtà è ben diversa. Le date, in questo caso, sono fondamentali per comprendere la ratio della misuracautelare. La richiesta di arresti da parte dei pm titolari dell’inchiesta è datata 26 ottobre 2018il giorno prima la procura di Cuneo aveva chiesto il rinvio a giudizio per Laura Bovoli(madre dell’ex Rottamatore), accusata di concorso in bancarottafraudolenta per il crac della Direkta srl. Indagando sui conti di quest’ultima società, gli inquirenti piemontesi hanno scoperti alcuni intrecci con aziende legate ai Renzi, tra cui la Delivery Service e, soprattutto, la capofila Eventi 6, su cui i magistrati fiorentini stavano già indagando in altri filoni d’inchiesta. È l’inizio di un’indagine complessa che passa a Firenze per competenza e coinvolge la gestione di altre società, la Europe Service e, sopratutto, la Marmodiv, per cui i pm avevano già chiesto il fallimento il 4 settembre 2018. Scattano le perquisizioni e il 31 gennaio 2019 la Procura del capoluogo toscano ordina un’ultima consulenza tecnica d’ufficio proprio sulla Marmodiv. Quest’ultimo non è un particolare di poco conto: non si tratta di una situazione già chiusa, ma assolutamente in divenire. E che determina la scelta del gip di concedere gli arresti domiciliari a quattro mesi dalla richiesta del pm (istanza presentata il 26 ottobre, firmata il 13 febbraio).

Nell’ordinanza del giudice Fantechi la decisione è spiegata con dovizia di particolari: “Sussiste il concreto ed attuale pericolo che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede (tributari e fallimentari), ciò emerge dalla circostanza che i fatti per cui si procede non sono occasionali e si inseriscono in un unico programma criminoso in corso da molto tempo, realizzato in modo professionale con il coinvolgimento di numerosi soggetti nei cui confronti non e stata avanzata richiesta cautelare e pervicacemente portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini“. Quindi: “Unico programma criminoso in corso da molto tempo”, “pervicacemente portato avanti anche dopo l’inizio delle indagini”. Il dato cronologico, a leggere il provvedimento del gip, diventa determinante proprio quando si parla della Marmodiv: “Attualmente, è in corso di compimento, da parte di Renzi Tiziano e Bovoli Laura, la fase dell’abbandono della Marmodiv ed è del tutto verosimile ritenere che, ove non si intervenga con l’adozione delle richieste misure cautelari, essi proseguiranno nell’utilizzo di tale modus operandi criminogeno, coinvolgendo altre cooperative, risulta poi pendente la richiesta di fallimento della Marmodiv avanzata dal P.M.”.

Domanda: ma non bastava l’interdizione all’attività imprenditoriale? Per il giudice Fantechi evidentemente no. E lo spiega così: “Sul punto occorre rilevare che avendo gli stessi rivestito ruoli di amministratori di fatto e avendo gli stessi agito tramite ‘uomini di fiducia’ non è possibile ritenere sufficiente una misura quale il divieto di esercitare uffici diretti di persone giuridiche ed imprese, atteso che essa consentirebbe di impedire agli indagati di rivestire solo cariche formali, lasciandoli invece liberi di agire con condotte assai più subdole e pericolose perché di più difficile accertamento“. Provvedimento esagerato, quindi? Sarà il tribunale del Riesame a dirlo. Fatto sta che il giudice per le indagini preliminari non ha avuto dubbi, tanto è vero che non ha neanche concesso la sospensione della pena a causa della “gravità concreta dei reati per cui si procede e la loro esecuzionein un contesto temporale rilevante”. Riferendosi a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, poi, il gip Fantechi parla di “condotte volontarie realizzate non per fronteggiare una contingente crisi di impresa, quanto piuttosto di condotte imprenditoriali finalizzate a massimizzare il proprio profitto personale con ricorso a strategie di impresa che non potevano non contemplare il fallimento delle cooperative”. Insomma: Tiziano e Laura andavano fermati subito. Che piaccia o no e a prescindere da quel cognome importate.

Verhofstadt chi è?

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, persone sedute

Avevo già detto che sospettavo una sua sottomissione ai miliardi di Soros...qui c'è la conferma del mio sospetto.

Arresti domiciliari per i genitori di Renzi, la rabbia dell'ex premier.



Accusati di emissione di fatture inesistenti e bancarotta fraudolenta. Il provvedimento, emesso dal gip di Firenze, riguarda anche un imprenditore ligure. 'Assurdo e sproporzionato' commenta Matteo.

Arresti domiciliari per i genitori di Matteo Renzi. Le misure sono state emesse dal gip di Firenze per bancarotta fraudolenta e per emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Il provvedimento, eseguito dalla Guardia di Finanza, riguarda anche una terza persona, un imprenditore di Campo Ligure (Genova). I tre, secondo quanto si apprende, sono stati nel tempo amministratori di fatto di tre società cooperative, due delle quali dichiarate fallite. Le ipotesi di reato contestate riguardano da un lato l'emissione, tra il 2013 e il 2018, di fatture per operazioni inesistenti all'interno di una delle società e, dall'altro, un'ipotesi di bancarotta fraudolenta che sarebbe stata commessa per le due altre società cooperative tra il 2010 e il 2013. Oltre a Tiziano Renzi, Laura Bovoli ed all'imprenditore ligure Mariano Massone, tutti e tre ai domiciliari, nell'inchiesta della procura di Firenze sono indagate altre 5 persone. Tra queste Roberto Bargigli, detto Billy, autista del camper di Matteo Renzi durante le primarie per la segreteria del Pd. 
L'ex premier Matteo Renzi apprende la notizia alle porte di Torino, dove alle 21 era atteso al Circolo dlela stampa per la presentazione del suo libro 'Un'altra strada. Idee per l'Italia di domani'. Decide di fare marcia indietro e affida ai social la sua rabbia. 
"Ho molta fiducia nella giustizia italiana, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge" è il primo commento dell'ex premier. "Dunque sono impaziente di assistere al processo. Perché chi ha letto le carte mi garantisce di non aver mai visto un provvedimento così assurdo e sproporzionato", ha scritto su Facebook Renzi commentando i domiciliari dati ai propri genitori. "Io non ho letto le carte, aspetto le sentenze. So però ciò che hanno fatto in questi anni alla mia famiglia. E mi basta per dire che non accetteremo nessun processo nelle piazze o sul web. I miei genitori si difenderanno in aula, come tutti i cittadini. Io continuerò a combattere per questo Paese, forte della mia onestà". 
"Voglio che sia chiaro a tutti che io non mollo di un solo centimetro. La politica non è un vezzo personale ma un dovere morale. Se qualcuno pensa che si possa utilizzare la strategia giudiziaria per eliminare un avversario dalla competizione politica sappia che sta sbagliando persona. Non ho mai avuto così tanta voglia come stasera di combattere per un Paese diverso e per una giustizia giusta", precisa Renzi.
IL POST DI MATTEO RENZI SU FACEBOOK
"Arriveranno le sentenze e vedremo se questi due cittadini settantenni, incensurati, sono davvero i pericolosi criminali che meritano - oggi, casualmente proprio oggi - questo provvedimento. Arriveranno le sentenze e misureremo la credibilità delle accuse. Arriveranno le sentenze e vedremo chi è colpevole e chi no". " E tutto accade -precisa Renzi- perché ho tentato di cambiare l'Italia". 
Non si fanno attendere i commenti. Il ministro dell'interno Matteo Salvini a caldo dice: " L'arresto dei genitori di Renzi? Niente da festeggiare". Silvio Berlusconi  precisa: "Questa cosa dolorosa non sarebbe accaduta se anche la sinistra avesse accettato di realizzare la nostra riforma della giustizia, con separazione dei giudici dai pm, che devono avere una carriera diversa".
"I figli non devono mai pagare le colpe dei padri: Matteo Renzi ha fatto danni per la nostra amata Italia e i cittadini si sono già espressi su di lui. Sui genitori la giustizia farà il suo corso". Lo afferma in un post su Facebook il sottosegretario M5S Stefano Buffagni. La solidarietà del Pd arriva da Maurizio Martina e da Matteo Orfini. 
Per le 16 in Senato Matteo Renzi ha convocato una conferenza stampa.
La misura dei domiciliari per Tiziano Renzi e Laura Bovoli è stata decisa dal gip Angela Fantechi perchè sussiste il concreto e attuale "pericolo" che gli indagati commettano reati della stessa specie di quelli per cui si procede, tributari e fallimentari, spiega il giudice. Non solo, continua, si tratta di reati che "non sono occasionali" ma si inseriscono in un unico programma criminoso che va avanti da molto tempo, realizzato in modo professionale e coinvolgendo numerose altre persone.

lunedì 18 febbraio 2019

Il 5S tornerà forte. - Marco Giannini



Nel giorno in cui mi sono convinto ad acquistare “La fattoria degli animali” di George Orwell, opera che già sento entrerà a far parte della mia “Gestalt”, ho appreso che Luigi Di Maio, il tanto odiato dalla “opulenta macchina del fango” mediatico Luigi Di Maio, ha deciso che alle elezioni europee il M5s non solo si doterà di 10 punti programmatici comuni per una Europa differente (magari simile a ciò che fu la CEE cioè “a misura d’uomo”), ma permetterà ai Candidati di stilare un programma personale per valorizzarne le diverse sensibilità.
E’ lo spirito del Movimento che conoscevo quello di non dimenticare nessuno, di non lasciare nessuno indietro nemmeno nel campo delle idee.
Non appena acquistato questo libro, lungo la splendida costa della mia Lido di Camaiore, ho detto al mio fraterno amico Vinicio “l’uguaglianza non ha niente a che vedere con l’omologazione, l’omologazione ne è l’opposto, è schiavitù”.
“Sincronicità” direbbe Jung.
Devo dire che la mossa del vicepremier pentastellato è quanto di più opportuno potesse ideare in un’epoca di pensiero unico, una epoca in cui non si sente mai citare la democrazia ma in suo luogo si sente ripetere allo sfinimento il combinato disposto “democrazia liberale” manco che esser liberali (anzi neoliberisti, turbocapitalisti e globalisti) fosse sinonimo di democrazia.
Un socialdemocratico cosa sarebbe un violento? Oppure è un perseguitato perché descrive (aspira alla) la normalità?
Solo perché denuncia la falsità dell’equazione libertà di capitale = libertà dell’uomo e descrive i tratti della prima come pari a quelli di una “libera volpe in libero pollaio” quando non è accompagnata da quei controlli e limiti che gli Stati dovrebbero disporre nell’interesse del benessere del cittadino comune? (Non me ne voglia il Direttore del potentissimo “Istituto Bruno Leoni”, Mingardi che ha citato me ed il mio saggio “Il neoliberismo che sterminò la mia generazione” nel suo libro “La verità, vi prego, sul Neoliberismo” opera recensita, la sua, sul Corsera da De Bortoli).
Attenzione! Essere un socialdemocratico non ha niente a che vedere coi sedicenti partiti socialdemocratici europei. Essi per la maggiore sono un coacervo di interessi del capitale finanziario che nutre per miliardi di euro centinaia di rentiers cioè parassiti, “entità” che non hanno mai lavorato mezzo minuto in vita loro speculando finanziariamente sulle nostre vite.
Le vite della “plebaglia europea”, così definita da uno dei padri fondatori della UE, tale Jacques Attali banchiere francese (https://it.wikiquote.org/wiki/Jacques_Attali).
Le associazioni legate a doppio cordone con questi “aristocratici” cioè le sinistre radical chic, ad ogni benedetto convegno, blaterano “about” il “Manifesto di Ventotene”, tuttavia, come per magia, un gradino sotto a questi splendidi princìpi, compare il solito target: creare un mercimonio mondiale di esseri umani, noi compresi, che girovagano disperati per il mondo finendo per svolgere mansioni nei paesi dove sono sottopagati così che non pensino ad altro che a sopravvivere.
Montanelli affermava che in Europa i tedeschi sarebbero entrati da tedeschi, i francesi da francesi e gli italiani da europei (cioè da fessacchiotti). Questo perché era a conoscenza di come le élite, per decenni, attraverso premesse dotate di alti ideali utili (affinché ci si fermasse alla superficie, ipnotizzati da cotanta dialettica e melassa) avessero inculcato nel dna mentale della nostra gente quella forma di perbenismo omologante, spacciato per “umanesimo” e tanto in voga nel “socialismo liberale” (un ossimoro). Il socialismo liberale ovvero il riferimento politico di chi smantella i diritti sociali per opera del “mercato”, spesso mettendo in competizione poveri locali con poveri migranti, riducendo la quota salari ed i diritti sociali di tutti in favore della quota profitti (di pochi): omologazione, del resto, equivale a controllo.
Vorrei rimembrare che in Italia il malcostume di distorcere le menti delle persone confondendo inopportunamente il neoliberismo con altro, vide il suo esordio con Silvio Berlusconi negli anni ’90 (liberismo = libertà) ed i risultati sono stati evidenti a tutti: tranquilli le sue SPA (il portafoglio dei suoi splendidi pargoli), adesso sono al sicuro; lo sono dal 2011, da quando cioè di tali aristocrazie è suddito (come garanzia della sua fedeltà c’è Tajani, bontà sua…).
Sono certo, mi auguro venga colta l’ironia, che agli italiani non importasse poi molto del futuro dei propri figli, agli italiani interessavano le sorti dei vari Piersilvio, Barbarella, Marina ecc.
La rete è cosparsa di cloni di Berlusconi (haters) che non fanno altro che ripetere “reddito di nullafacenza”, “reddito di nullafacenza”, “reddito di nullafacenza”, in altre parole di persone che mentono sapendo di mentire, questo tanto per regalare altro “amore” al proprio popolo (come quando Silvio votò il Governo Monti).
Di Battista nel frattempo afferma che “se non avremo più Europa, l’India e la Cina ci faranno il mazzo” ma sa bene che questa affermazione, citando Fusaro, è una perla di cretinismo economico (ammesso e non concesso che fosse di tipo economico), (in)utile ad apparire moderati a quell’elettorato, ad esempio i pensionati, ingenuamente (ingiustamente) indottrinato (spaventato) dal mainstream di Confindustria.
Il vero populismo è infatti quello che i media inculcano con messaggi subliminali in ogni dove, parlando delle virtù taumaturgiche di questa Europa citandola indirettamente perfino durante i reality.
Il populismo non è quello descritto dai giornali, populisti si è se si mente.
Nelle intenzioni e nella fattibilità delle proposte.
Il 5s in nemmeno 8 mesi di Governo ha quasi completato l’approvazione del pacchetto seguente: abolizione vitalizi, riduzione di 350 Parlamentari pur mantenendo due Camere, Reddito di Cittadinanza.
Non mi pare populismo visto che legiferano mantenendo quanto promesso e hanno davvero aperto in questo modo la casta come una scatoletta di tonno.
Ho alcune osservazioni da fare però:
  • Perché Casalino non chiede ai suoi principali simboli (Di Maio e Di Battista) di illustrare continuamente in TV questi risultati?
  • Perché non spiegano che con due Camere, nel passaggio che intercorre tra le due approvazioni, in quel mesetto, si dà il tempo ai cittadini, di accorgersi se qualcuno sta per approvare provvedimenti pro lobbies (cioè corruzione)?
  • Perché non denunciano che viviamo in un paese devastato da cataclismi idrogeologici e che questo stato di cose rende oltre che inutile anche insensata la TAV (ci sono altre priorità) e che quando i politici dell’opposizione, affermano rabbiosi che non ci sono investimenti è solo perché hanno il dente avvelenato per la Torino-Lione essendoci dietro gli interessi delle solite caste? Sono i partiti di opposizione semmai che accettavano i dogmi imposti dalla UE operando in conseguenza i tagli sugli investimenti (mentre il Governo ha resistito al 2.04%).
  • Perché non diffonde una grande verità e cioè che il Reddito di Cittadinanza italiano è il più normato in Europa (ricordo che il RDC c’è in tutta Europa)? Come ogni legge ha degli aspetti critici ma perché non dire che mille cittadini tolti dalla miseria contano più di un furbetto? Non si getta il bimbo con l’acqua sporca soprattutto quando il bimbo sono persone che altrimenti dovrebbero lavorare in nero, rubare o perfino prostituirsi.
Al riguardo un annetto circa fa, suonai il campanello di allarme sulle vulnerabilità del RDC ma quello prodotto da questo Governo ha effettivamente posto rimedio alla maggior parte di esse. Certo, incide fortemente sulla povertà assoluta e non su quella relativa ed è ancora privo di un salario orario minimo, ma comprendo che sia frutto di un compromesso con la Lega (però il salario orario ci vuole o si rischia un caso Hartz).
Aggiungo che qualora ci fosse anche la corsa al cambio di residenza, è sensato scandalizzarsi per una piccola percentuale dei 5, 6 miliardi totali del RDC quando ogni anno decine di miliardi se le intascano le banche internazionali mediante speculazione (a causa delle regole di Maastricht), evasione ed elusione?
Mi raccomando ai pentastellati: non rendete il RDC a tempo (cioè non rinnovabile come vorrebbe Garavaglia della Lega), in tal caso diverrebbe un conto alla rovescia e cioè un sussidio come gli altri, visto che perderebbe la sua funzione cardine: la sicurezza di non rimaner mai indietro (fattore che stimola i consumi quando si ha un lavoro).
Tornando alle affermazioni di Di Battista inerenti la Cina e l’India gli ricordo che “le dimensioni nel campo economico non contano” (cit. Bagnai). Anzi!
Un paese eccessivamente popolato di norma “è forte” perché mettendo in competizione centinaia di milioni di morti di fame opera la svalutazione del lavoratore, la “deflazione salariale” al fine di contenere i costi di produzione e l’inflazione (che penalizza l’export) tenendo alto il tasso di disoccupazione e bassi i salari!
Questa UE sta rincorrendo Cina e India in questo campo e non ci pensa neanche ad essere solidale. E’ ancora questo l’habitat che vogliamo?
La verità è che un paese è solido se ha una moneta forte quanto la sua economia, se ha una spesa pubblica primaria non eccessiva, se non è reduce da decenni di deficit e dispone di una bilancia commerciale in equilibrio (uno studio di Villemot e Durand, cioè di due grandi menti francesi, Università della Sorbonne, dimostra che l’Italia in caso di “Uscitaly” è la realtà più solida in UE).
Di Battista se quando parla di Cina e India si riferisce invece alla sfera geopolitica (multilateralismo vs unilateralismo) di cui all’italiano interessa il giusto ha ragione: è vero che in politica estera gli USA comandano sul nostro suolo, (Alessandro sa bene come finì per noi la seconda guerra mondiale) e ci vedono come una bellissima portaerei ma dopo l’epoca delle stragi e dopo l’idillio Bush-Silvio, gli USA si sono un po’ disimpegnati dalle nostre questioni interne.
La politica italiana, i partiti italiani, sono infiltrati da soggetti esteri (eufemismo, forse dovrei dire eterodiretti grazie alla “sensibilità” dei politici italiani verso il dio danaro), soprattutto europei; si osservi ad esempio chi detiene il nostro debito pubblico estero: Francia, Inghilterra e Germania.
Non lo nego, solo gli inglesi mi stanno simpatici forse perché non mirano a colonizzarci, almeno in codesta fase storica, mentre le altre due nazioni citate, ci impongono, attraverso i partiti tradizionali e col supporto dei media, scelte ideologiche smentite dalla letteratura scientifica economica, drenando benessere e lavoro (e quelli sì che interessano agli italiani!) dalla nostra Patria verso “Aquisgrana”.
Seguendo le indicazioni di costoro (dei partiti tradizionali) gli italiani hanno dato con fiducia le leve della nostra BC all’UE: per ripagarci da Bruxelles ci scatenano contro lo spread (se avessimo una BC non esisterebbe).
Un tradimento ” verso ciò che i nostri padri ed i nostri nonni sognavano.
C’è chi si chiama “Liberté ed egalité” (LeU) e chi si chiama come il partito globalista per eccellenza (il Partito Democratico USA) ma in ogni forza politica tradizionale italiana le suddette “sensibilità” sono miste cioè sono riferite a paesi diversi ed alle più disparate lobbies mondiali (ad esempio Soros).
Si rallegrino costoro! Al loro fianco adesso potranno contare su un De Falco in più contro questo Governo.
Il volto reazionario di Macron, ed il razzismo contro gli italiani manifestato dal liberale Guy Verhofstad di Alde (sì sempre Alde! La ragione per cui nel gennaio 2017 lasciai i 5s dopo 5 anni di fatiche e amore) sono vomitevolmente appoggiati dalla stampa nostrana (aprite gli occhi italiani!) e dimostrano che l’Europa non esiste se non nel suo estremismo e nell’odiosa eugenetica strisciante di cui è impregnata.
Ciò che non si dice è che queste reazioni sono emerse in seguito alla questione neocoloniale (altro che Gilet Gialli!) sollevata da Di Battista (elogio) e rivela che quella del romano non è mera propaganda che si dissolve dopo il voto europeo! Non potrebbe essere altrimenti perché quando si rivela una verità, anzi, una bomba, del genere si provoca una deflagrazione ed in Africa sono stufi del franco visto che è una palla al piede al loro sviluppo, alla loro emancipazione; dopo le rivelazioni di Di Battista si sono alzati i riflettori su codesta tematica in un intero continente e là si stanno organizzando movimenti di protesta su scala sovranazionale.
Come affermato dal romano non si può stare una settimana fermi sulla Sea Watch se non ci si occupa della radice dei problemi ed il 5s ha una identità se da un lato ferma l’immigrazione clandestina e dall’altro ragiona in questo senso.
Non credo sfugga che da quando il M5s ha subito una sconfitta (in Abruzzo) mi piaccia molto di più.
La mia storia di attivista del resto è sempre stata questa; quando il 5s era in difficoltà io ne facevo parte, quando saliva nei sondaggi e giungeva “la fiumana” di opportunisti pronti a dire “YES” tradendo tutti i valori (che non avevano), io me ne andavo scornandomi proprio con loro (di colpo più “realisti del Re”) che cercavano di approfittare delle mie legittime perplessità (diverso è il comportamento di chi prima si fa eleggere sotto una insegna e poi la tradisce, se hai una carica devi rispetto a un simbolo ed ai tuoi elettori, altrimenti sei un cialtrone).
Credo che non siano coincidenze: quando il 5s con coraggio si batteva su “posizioni di minoranza” chi ci credeva accettava anche di essere deriso dalla moltitudine, quando il 5s saliva nei sondaggi attraeva ogni personaggio in cerca di poltrona, di norma proprio quelli che fino a pochi minuti prima davano dei mentecatti ai “grillini”.
Ho visto una stretta di mano tra Di Maio e Salvini (https://www.youtube.com/watch?v=jne5kMRa43A) e sento molta positività; mi auguro di cuore che il capo politico (e meno male c’è un capo e quel capo) strutturi sul territorio il Movimento in prima persona senza delegare. Secondo me lo strutturerà sulla base della più grande apertura, sulle capacità, sulle competenze ed idee e non sulla base di ciò che ha fatto fuggire migliaia di persone e cioè le agendine telefoniche con i numeri degli eletti (pronti a creare stramaledette correnti), le dinamiche di gruppo, le imboscate, l’ignoranza ecc.
Quando vedrò chi hanno candidato capirò se in questo articolo ci ho visto bene: chi divide in destra e sinistra anziché in cittadini e lobbies è servito.
Come dice De Masi (quello che ha utilizzato il M5s per farsi conoscere salvo poi cercare di avvelenarlo con i soliti concetti di destra e sinistra tanto cari al PD e a Silvio Berlusconi da Arcore https://comedonchisciotte.org/domenico-de-masi-ma-cose-la-destra-cose-la-sinistra/) il ragazzo nato ad Avellino “impara velocemente”, cioè ha una intelligenza brillante e questo con buona pace di Matteo Renzi che se ne è uscito, dopo aver deformato il paese, con insulti degni di un nerd viziatello intento sul divano a giocare alla play.
Ps:
Già che ci sono non mi tiro indietro nemmeno stavolta e propongo altri piani di lavoro:
  • Creazione di una Radio che non lasci a Radio Radicale le dirette dal Parlamento. 
  • Convocare come 5s la Gilda degli insegnanti (del resto anche Salvini spesso si è sovrapposto alle competenze di Ministeri pentastellati chiedendo loro un parere ) (https://www.orizzontescuola.it/autonomia-gilda-governo-freni-questa-corsa-verso-la-spaccatura-del-paese). Le perplessità di questo Sindacato, cui sono iscritto da pochi mesi, le condivido. Certe tematiche devono ricercare il massimo della condivisione e la scuola dovrà essere un cuore pulsante per il M5s. Il Gilda è un Sindacato molto serio e libero; anni fa proposi al Movimento di dotarsi di organizzazioni operanti nelle Università, nelle Istituzioni in generale e nelle aziende. Si inizi.
  • Gli italiani sentono parlare di tutto tranne che di economia e sociale! A noi italiani importano lavoro, salari più alti e garantiti, IVA e accise. Lo so che sono impossibili vere politiche espansive essendo questo Governo figlio anche di Mattarella (Moavero, Tria) e Draghi (Giorgetti), lo comprendo, ma perché non proporre un tavolo Europeo in diretta streaming (e magari a reti unificate), durante il quale si illustrino costi e benefici dell’unione monetaria, paese per paese?
Dati prima e dopo la moneta unica dell’import, dell’export, della quota salari, dei salari reali, della disoccupazione, sforamenti del deficit/PIL, sforamenti dell’export, , evoluzione del rapporto di cambio Marco/Lira in vista di Ecofin, legame tra import/export e il cambio deciso il 24/11/96 (Ecofin), legame tra import/export e il target 2 ecc.
Sarebbe la volta che ai vari Fico e Nugnes daremmo qualcosa di simile (lo streaming) al Movimento prima versione (ma sicuri che loro ricerchino quello?) ma per qualcosa di affine ai bisogni del popolo e non per portare acqua al mulino dell’ideologia radical chic.
Non lo so ma quando sono ispirato significa che il Movimento sta intraprendendo la strada giusta, magari ne resterò deluso nuovamente (e scriverò altri pezzi su questo network) ma se tutto va come credo le 5 stelle torneranno presto a piacere.
In bocca al lupo (viva il lupo) Luigi Di Maio, il 5s si risolleverà forse anche meglio di prima perché finalmente ben delineato!