mercoledì 18 settembre 2019

Camera: Aula nega arresti domiciliari per Sozzani (Fi).

Diego Sozzani nella foto del suo profilo Facebook © ANSA

A luglio la Giunta delle Autorizzazioni aveva dato l'ok con il sì di Pd e M5S.

L'Aula della Camera ha negato l'autorizzazione all'applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti del deputato di Forza Italia Diego Sozzani. I voti a favore sono stati 235, 309 i contrari, un astenuto. A fine luglio la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si era invece espressa per l'ok ai domiciliari a maggioranza, con il voto a favore di M5S e Pd: una decisione annullata oggi dall'Assemblea, a scrutinio segreto.
L'Aula della Camera ha anche negato l'uso delle intercettazioni delle conversazioni del deputato di Fi Diego Sozzani, chiesta nell'ambito di un procedimento per finanziamento illecito relativo ad una fattura di diecimila euro. Il voto dell'Assemblea conferma la decisione assunta dalla Giunta per le Autorizzazioni presieduta da Andrea Delmastro (Fdi), nel senso del diniego dell'uso delle intercettazioni, che sono state realizzate dagli inquirenti 'a strascico' con un Trojan installato su un dispositivo di un collaboratore del deputato di Forza Italia. L'autorizzazione è stata negata con 352 sì, 187 no e due astenuti. Solo i deputati M5S hanno votato per la concessione dell'autorizzazione. L'Assemblea dovrà ora esprimersi sulla richiesta di arresti domiciliari nei confronti di Sozzani.
"Qualcuno dice che il voto odierno "è tema di Governo", io rispondo "è tema di valori". Oggi chi ha votato contro l'arresto di Sozzani dovrebbe risponderne davanti all''opinione pubblica - il leader M5S Luigi Di Maio su facebook ha commentato il voto su Sozzani -. E invece a causa del voto segreto, non ne risponderà davanti agli italiani. È proprio in questi casi che emerge tutta la differenza tra noi e il resto del sistema. Qui non si tratta di giustizialismo o di presunzione di innocenza. Qui si tratta di normalità, di regole".
"Il voto segreto va abolito. Ognuno deve assumersi le sue responsabilità - spiega Di Maio - . Da parte nostra, orgogliosi di aver dimostrato ancora una volta di essere l'unica forza politica in grado di interpretare un principio sacrosanto e inderogabile, quale è quello della giustizia sociale". Voto sul quale, spiega Di Maio, "solo il MoVimento 5 Stelle ha votato compatto a favore degli arresti domiciliari e sulla richiesta di autorizzazione dei giudici a utilizzare intercettazioni".

Nidi comunali gratis, il modello San Lazzaro. La sindaca: “Rette azzerate anche grazie a lotta all’evasione e riduzione degli sprechi”. - Eleonora Bianchini

Nidi comunali gratis, il modello San Lazzaro. La sindaca: “Rette azzerate anche grazie a lotta all’evasione e riduzione degli sprechi”

Il Comune di 30mila abitanti alle porte di Bologna è il primo in Italia a non fare pagare le rette dagli zero ai tre anni, indipendentemente dal reddito familiare. Isabella Conti, sindaca dem "anticemento" riconfermata con l'80% dei voti a maggio: "I nidi gratis incidono su natalità, azzeramento del bullismo e occupazione femminile. Sono scuola, per questo devono essere liberi e gratuiti per tutti". E sul welfare carente per il ceto medio dice: "In tanti rischiano di scivolare nella povertà perché non hanno ammortizzatori".
“A chi dice che i più ricchi dovrebbero pagare rispondo che il nido, come l’asilo, le elementari e le medie, fa parte di un progetto educativo più ampio. Di un percorso pedagogico di lungo respiro, che si traduce in minori tassi di abbandono scolastico e azzeramento statistico di rischi di bullismo“. E permette ai genitori di arrivare a fine mese senza l’acqua alla gola. Dall’inizio di questo anno scolastico Isabella Conti, sindaca dem di San Lazzaro di Savena, ha inaugurato i nidi comunali gratis per tutti, indipendentemente da Isee e reddito. Nota per essere un simbolo della lotta alla cementificazione selvaggia anche in aperto contrasto col suo partito, a maggio è stata riconfermata alla guida del comune di 30mila persone alle porte di Bologna con l’80% dei voti grazie alla sua lista civica. Aveva promesso asili nido gratis da settembre 2020, un obiettivo che è riuscita ad anticipare di un anno. Ora la sua è la prima amministrazione in Italia che ha annullato le rette per i più piccoli. A beneficiarne sono 300 bambini in 6 poli per l’infanzia (da zero a sei anni). Il via libera arriva dopo una prima parziale sperimentazione nel 2018 e consente alle giovani coppie di pensare a un figlio con meno ansie e alle donne che hanno avuto un bambino di potere tornare a lavorare. Con la speranza di sollevare la natalità del comune che, in linea col trend nazionale, ha un tasso di “anzianità del 210%. Vuol dire che per ogni ragazzo under 15 ci sono 2,1 over 65. Senza contare che il 12-13% ha più di 75 anni”.
Dal sostegno alle famiglie all’impatto sociale: tutti i benefici – Gli asili nido gratis sono il punto di approdo di un percorso che parte da lontano e che ha al centro una parola: welfare. “Stiamo lavorando a questo progetto già dal 2015. La priorità è quella di sostenere famiglie e giovani coppie, che oggi tendono a rinviare il momento per formare una famiglia. Ormai, infatti, ci si può permettere di pagare un affitto o un mutuo solo da adulti“. Difficoltà reali che si traducono in un calo della natalità, in un Paese che vive il declino demografico record degli ultimi cent’anni. “Anche San Lazzaro è in linea col trend nazionale. Ma oltre ad aiutare le famiglie, abbiamo voluto analizzare la questione dal punto di vista pedagogico“. Supportati dai dati. “È stato provato, ad esempio, che il tasso di abbandono scolastico è inferiore nelle aree di maggiore frequenza di nido e materna. In più, chi va al nido accede prima al linguaggio e quando i bimbi si abituano a convivere con i più piccoli si sviluppa una socialità che azzera i rischi di bullismo. I nidi non sono luoghi di babysitteraggio, ma di formazione. Sono scuola, e come tali devono essere liberi e gratuiti per tutti”.
La lotta all’evasione che paga le rette – Un passaggio fondamentale del percorso dell’amministrazione è stata la riqualificazione di una scuola dell’infanzia danneggiata dal terremoto del 2012. “Non abbiamo voluto chiudere o vendere la struttura, ma investire e sperimentare“. Dalla Regione arrivano 300mila euro e il Comune ne mette altrettanti, viene riaperta nel 2018 e diventa il primo polo per l’infanzia del Comune. Già quando nel 2017 la Regione stanzia 7 milioni di euro per i comuni da investire in ambito welfare nella fascia 0-6 anni, la sindaca decide di investirli nel taglio delle rette per chi ha un Isee sotto i 15mila euro. E a settembre 2019 l’amministrazione anticipa quello che, sulla carta, sarebbe dovuto diventare realtà soltanto nel prossimo anno scolastico. E cioè i nidi comunali gratis per tutti indipendentemente da reddito. Un proposito che diventa realtà “con l’aiuto imprescindibile dei contributi regionali”, spiega Conti, ma anche con una serie di tagli agli sprechiefficientamento energetico e recupero dell’evasione fiscale. “Il Comune ha pagato di tasca propria un milione di euro per la sostituzione di mille punti luce. L’abbiamo fatto senza ricorrere ai privati, tagliando tutti gli interessi che ne sarebbero derivati e ammortizzando i costi. Per recuperare le tasse invece sono andata nel nostro ufficio tributi, dove lavorano in 5. Troppo pochi per fare un lavoro di recupero su 30mila abitanti. Allora abbiamo esternalizzato a una ditta di engineering l’incrocio dei dati per verificare le entrate dal 2016 al 2018. Da lì abbiamo incassato 4 milioni di euro. Insomma, abbiamo fatto quello che si sente sempre dire”. Un’altra strategia per le casse pubbliche, sostiene la sindaca, è stata il taglio degli sprechi all’interno degli uffici comunali: “Spegniamo le luci e l’aria condizionata che non usiamo, ad esempio. E se penso che dal 1999 al 2004 chi governava questo comune ha speso 82mila euro di auto blu e io non ho mai chiesto un rimborso, posso dire che la mentalità è cambiata”. Tutte misure possibili, ci tiene a sottolineare la sindaca, “perché abbiamo un bilancio solido. Capisco che tutto questo non è fattibile per un paesino del Sud che rischia il default. E, oltre ai servizi alle persone, è importante investire nelle infrastrutture“.
I costi della gratuità – “Ho calcolato che per tenere aperti i nidi tra utenze e personale spendevamo 2,5 milioni di euro l’anno. Quello che incassavo dalle rette era di circa 480mila l’anno. Non coprivano neanche il 20%. Mi sono detta che potevamo farcela coi 4 milioni recuperati dall’evasione e i 250mila all’anno di efficientamento energetico“. Nel traguardo della gratuità è stato fondamentale l’apporto della Regione Emilia Romagna, che oggi dà un contributo di mille euro a bambino alle famiglie che hanno un Isee inferiore ai 26mila euro. “Mi sono resa conto che bastava investissi circa 300mila euro l’anno per avere il nido gratuito per tutti”, aggiunge Conti, che specifica come il Comune debba rendicontare “molto attentamente” il contributo regionale. “Vogliamo che questa misura incentivi sempre più i genitori a mandare i loro bimbi al nido. Al momento non abbiamo liste d’attesa, ma sappiamo che una possibilità, che auspichiamo, è l’aumento dei piccoli nelle nostre scuole. Ci stiamo già attrezzando per accoglierli“. Per l’amministrazione di San Lazzaro è anche un modo per abbattere le disuguaglianze, obiettivo dichiarato dal governo e ragione per cui, dice la sindaca, “mi sono trovata d’accordo col discorso di insediamento del Conte 2“.
“In Italia welfare vecchio di 25 anni” – Quella degli nidi gratis, assicura Conti, non è “una misura spot di buon senso ma è strutturale e fa parte della nostra visione di lungo periodo”. Tant’è che la sua amministrazione guarda al futuro con la creazione degli “alloggi cittadini” – “due parole che mi sono inventata io”, precisa la sindaca – per venire incontro a chi oggi non è nella fascia di reddito più bassa, ma è “penultimo” e generalmente escluso dal welfare. “Penso a una giovane coppia, dove lui e lei lavorano, magari hanno un bambino, e prendono poco più di mille euro al mese ciascuno. Devono pagare l’affitto o il mutuo e rischiano di non farcela. Per loro non ci sono misure di sostegno. Anzi, si vedono ‘sorpassati’ da chi ha ancora meno di loro, magari è immigrato, e ha sussidi e casa popolare“. Il problema, dice, “è che oggi si scarica il costo sociale degli ultimi sui penultimi, ma la differenza tra i due non è più, come un tempo, di 25mila euro l’anno, ma di tremila”. Chi è penultimo, così, rischia di scivolare nella povertà senza ammortizzatori sociali. “Vent’anni fa c’era il 10% di ricchi, il 10% di poveri e l”80% di fascia media. Oggi non è più così, ma il sistema di welfare nazionale è rimasto lo stesso. Per le fasce medie, che sono in evidente difficoltà, non esiste”. Quindi l’obiettivo numero due è la casa: “Tra due anni sarà a regime il piano degli alloggi cittadini, ed entro fine anno ne arriveranno già 10. Funzionano diversamente rispetto alle graduatorie delle case popolari, che sono di competenza regionale, e vengono assegnate in base a principi diversi. Sono destinati a giovani coppie, madri sole o vittime di violenza. Sono di proprietà pubblica e con affitti che vanno dai 100 ai 250 euro, e chi ci abita è anche responsabile della manutenzione“. Case che al piano terra avranno anche un nido condominiale.

martedì 17 settembre 2019

Tonnellate di olio di oliva contraffatto: 14 indagati.

Tonnellate di olio di oliva contraffatto: 14 indagati

Olio di semi di soia adulterato con clorofilla e betacarotene veniva spacciato sul mercato toscano per olio extravergine pugliese.

I Nas di Firenze e di Foggia e l’Ispettorato centrale repressione frodi hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare per due persone e hanno posto in tutto 14 persone a indagine per i reati riciclaggio e ricettazione di ingenti quantità di olio di semi di soia contraffatto come olio extravergine di oliva. L’olio era adulterato con clorofilla e betacarotene e spacciato come olio extravergine di oliva pugliese nel circuito commerciale toscano in ristoranti, bar, panifici, venditori all’ingrosso di alimenti.
Contraffazione.
Dalle indagini è emersa l’esistenza di «un sodalizio criminale che gestiva il traffico di ingenti quantitativi (circa 50 tonnellate) di olio di semi di soia sofisticato con l’aggiunta di clorofilla e betacarotene, non dannoso per la salute umana, ma in modo da renderlo simile all’olio extravergine di oliva». Nell’inchiesta sono coinvolte altre persone che operano nel settore, tra i quali sette prestanome indagati per aver consentito l’utilizzo del marchio di società a loro intestate. Sono state sequestrate oltre 16 tonnellate di prodotto contraffatto e sequestrato un autocarro che trasportava 5.500 litri di olio sofisticato intercettato a Firenze.

Dai finanzieri ai parlamentari (tra cui Boschi e Bellanova): ecco le donazioni ai comitati di Matteo Renzi. In due mesi più di 470mila euro.

Dai finanzieri ai parlamentari (tra cui Boschi e Bellanova): ecco le donazioni ai comitati di Matteo Renzi. In due mesi più di 470mila euro

Dai 100mila euro di Daniele Ferrero ai 90mila di Davide Serra, dal figlio di Susanna Agnelli alla società di concierge portata in Italia dal duo Santanchè-Briatore: sono i protagonisti del boom di donazioni ai Comitati Azione Civile - Ritorno al Futuro tra luglio e agosto. Versamenti a cui hanno partecipato anche molti parlamentari Pd: la viceministra Ascani, i sottosegretari Scalfarotto e Margiotta, oltre ad altri 23 che ora attendono la scissione.
Il 3 luglio arrivano 100mila euro da Daniele Ferrero, primo azionista con il 27% nonché amministratore delegato della Venchi, colosso della cioccolateria. Il giorno dopo Lupo Rattazzi, imprenditore e figlio di Susanna Agnelli, versa altri 40mila euro. Segue con 90mila euro Davide Serra, finanziere italiano naturalizzato britannico, fondatore e amministratore delegato del fondo Algebris. È solo l’inizio dell’impennata di donazioni ai Comitati Azione Civile – Ritorno al Futuro di Matteo Renzi: un boom che porta solo tra luglio e agosto, come certifica la sezione Trasparenza del sito, a raccogliere più di 470mila euro. Se a iniziare sono stati i milionari, a finire sono i parlamentari Pd: tra loro Maria Elena Boschi, la ministra all’Agricoltura Teresa Bellanova, la viceministra Anna Ascani, i sottosegretari Ivan Scalfarotto Salvatore Margiotta. Dal 20 agosto, data delle dimissioni di Giuseppe Conte da premier del governo gialloverde, i democratici versano circa 36mila euro ai comitati di Azione Civile -Ritorno al futuro. Il segno che il piano di Renzi – una scissione che, secondo i retroscena, è pronta a consumarsi domani (martedì) – era già sul tavolo da almeno due mesi.
Da gennaio a maggio infatti i comitati renziani non raccolgono mai più di 4mila euro al mese (a febbraio sono appena 600). A giugno arrivano i primi 10mila euro da Rattazzi, seguito da Tci – Telecomunicazioni Italia del deputato dem Gianfranco Librandi che versa poco più di 6mila euro. Nulla in confronto alle donazioni che i comitati ricevono a luglio, quando vengono superati i 260mila euro. Oltre a Ferrero, Serra, ancora Rattazzi e altri 5mila euro dall’azienda di Librandi, al 19 luglio figura anche la somma versata dalla Quintessentially Concierge (10mila euro): un’azienda che si occupa di servizio concierge portata in Italia da Daniela SantanchèFlavio Briatore e dall’ad Tony Gherardelli.
Le donazioni di aziende e milionari proseguono anche ad agosto: arrivano 20mila euro da Bruno Tommassini, stilista di lusso e tra i fondatori dell’Arcigay, 10mila euro da Energas Spa, azienda che si occupa di distribuzione e vendita del Gpl e ancora 4mila euro da Ciemme Hospital Srl, impresa attiva nel commercio all’ingrosso di prodotti farmaceutici. Tra i finanziatori dei comitati renziani ci sono anche aziende ‘green’ come Eco Iniziative Srl (2mila euro) e la Acqua Sole Srl (1.500 euro). Ed ancora 3mila euro da Angelo De Cesaris Srl, azienda abruzzese che si occupa di costruzioni e ambiente. E poi, oltre ai 90mila euro dell’amico e sostenitore Davide Serra, altri soldi che arrivano da Londra: 10mila euro da Gabriele Cipparrone e altri 25mila da Giancarlo Aliberti, entrambi di Apax Partners, finanziaria britannica.
Dopo i 260mila euro a luglio, ad agosto vengono versati poco meno di 220mila euro. Merito anche delle donazioni dei parlamentari – tutte tra i mille e i 2mila euro – utili a capire anche chi si schiererà con Renzi al Senato e alla Camera. Da Palazzo Madama sono arrivati i soldi di Andrea Ferrazza, Eugenio Comincini, Laura Garavini, Nadia Ginetti, Ernesto Magorno, Mauro Maria Marino, Teresa Bellanova, Davide Faraone, Giuseppe Cucca, Caterina Biti, Alan Ferrari, Salvatore Margiotta, Leonardo Grimani: 13 senatori in tutto. Tra i deputati, compresa la Boschi (1.500 euro versati in due tranche ad agosto), si contano altre 13 donazioni: Ettore Rosato, Marco Di Maio, Anna Ascani, Mauro Del Barba, Martina Nardi, Lisa Noja, Maria Chiara Gadda, Andrea Rossi, Vito De Filippo, Luciano Nobili, Gennaro Migliore, Ivan Scalfarotto.

Dall’intelligenza artificiale all’IoT, l’innovazione “tira” le rinnovabili. - Vito De Ceglia

Le Officine Edison, il nuovo digital center del Gruppo alla Bovisa di Milano
Le Officine Edison, il nuovo digital center del Gruppo alla Bovisa di Milano. 

Più in sordina rispetto ad altri settori, le nuove tecnologie stanno trasformando i processi industriali e i mercati di sbocco delle fonti alternative. Ecco come Sviluppi nello storage.

Officine Edison, il raddoppio il digitale spinge l’energia.


Il ruolo strategico dell’intelligenza artificiale (IA) e degli algoritmi di machine learning per prevedere la produzione di energia eolica e fotovoltaica. L’adozione di sistemi di accumulo (storage) di piccola e grande taglia per gestire le fonti rinnovabili che sono per loro natura non programmabili. La diffusione di sistemi di Internet of Things (IoT), basati su una rete di sensori che misurano e comunicano tra di loro via internet, per fornire una quantità elevata di dati che poi vengono elaborati e tradotti in soluzioni efficienti in ambito industriale, residenziale e urbano. Sono temi di cui si sente parlare molto, ma quanto è concreto lo sviluppo e l’applicazione di queste tecnologie in ambito energetico in Italia, in Europa e nel mondo?

rivoluzione hi-tech.
Prendiamo il caso dell’IA, considerata dagli addetti ai lavori la tecnologia più rivoluzionaria in gran parte dei settori economici. Mentre le innovazioni nel campo dei trasporti, dell’industria manifatturiera e della domotica hanno avuto un’ampia risonanza nel dibattito pubblico, quelle nel settore energetico sono rimaste ai margini, relegate ad ambienti specialistici. Tuttavia, anche il mondo dell’energia è stato investito in pieno dallo sviluppo dell’IA e le ripercussioni stanno trasformando processi industriali e mercati di sbocco. In sostanza, si stanno diffondendo a macchia d’olio sistemi integrati in grado di raccogliere dati in tempo reale da una rete di sensori remoti disposti a monte e a valle della filiera produttiva: nel caso delle fonti rinnovabili, dall’impianto fotovoltaico o eolico alla rete di distribuzione. Dati che vengono trasmessi tramite connessioni wi-fi verso strutture di controllo, dove vengono elaborati attraverso sofisticati software di analisi e algoritmi di apprendimento automatico (machine learning). L’Agenzia internazionale per l’energia (Aie) prevede che nei prossimi anni in campo energetico l’IA sarà determinante e trasformerà i sistemi energetici globali in maniera fondamentale rendendoli maggiormente interconnessi, affidabili e sostenibili. In particolare, per la produzione di energia pulita e il consumo di energia in generale, l’Aie sottolinea che l’IA può risolvere molte problematiche complesse.


Per quanto riguarda la produzione di energia, l’IA rappresenta lo strumento principe per privilegiare la produzione da fonti rinnovabili ed efficientare i processi, aiutando così a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità del mix energetico nazionale e di decarbonizzazione della produzione. Per quanto riguarda il consumo di energia e l’efficienza energetica, l’IA sta forse avendo un impatto ancor più determinante. In ambito industriale, ad esempio, l’uso di energia è spesso una delle voci più significative dei bilanci annuali e i margini di miglioramento potenziali offerti dall’IA sono considerevoli.

Lo stoccaggio.
Spinta dall’attuale transizione energetica verso le energie pulite, anche la domanda di batterie subirà un aumento nei prossimi anni, rendendo questo mercato sempre più strategico. Circoscrivendo il perimetro di analisi all’Europa, secondo la Ue il potenziale del mercato comunitario potrebbe raggiungere un valore di 250 miliardi di euro l’anno a partire dal 2025. Non a caso, la Commissione ritiene che le batterie rappresentino una catena del valore fondamentale, in cui accrescere investimenti e innovazione. Dall’Europa al resto del mondo, il mercato globale dei sistemi di accumulo energetico crescerà velocemente, tanto che Bloomberg New Energy Finance (Bnef) ha recentemente rialzato le sue precedenti stime sulla diffusione dell’energy storage al 2040.

Si tratta di batterie impiegate in diverse applicazioni nel campo dell’energia, dalla ricarica dei veicoli 100% elettrici alle grandi installazioni di rete che servono a immagazzinare l’elettricità prodotta in eccesso dai parchi eolici e solari, passando per l’accumulo domestico behind-the-meter (dietro al contatore) e le tecnologie off-grid nelle aree più remote, scollegate dalle principali linee di distribuzione. Secondo Bnef, il mercato cumulativo arriverà a 942 GW e 2.857 GWh nel 2040, attirando investimenti per oltre 1000 miliardi di dollari nei prossimi 22 anni. Cina, Usa, India, Giappone, Germania, Francia, Australia, Corea del Sud e UK — evidenzia Bnef — saranno i paesi-guida di questo boom delle batterie e rappresenteranno due terzi dell’intera capacità installata in sistemi di accumulo nel 2040.

Internet of Things.
Per quanto riguarda invece l’efficienza energetica, una delle applicazioni più interessanti risulta l’IoT. Sistemi basati su una rete di sensori che misurano e comunicano tra di loro via internet, fornendo una quantità molto elevata di dati che poi vengono elaborati e tradotti in soluzioni efficienti. In particolar modo per la Smart Home, ossia la casa connessa e intelligente, dotata di un sofisticato sistema di misura e controllo per tutti gli elettrodomestici (lavastoviglie, frigorifero, lavatrice, forno a microonde). Proprio le Smart Home, o più in generale gli Smart Building, risultano gli ambienti ideali per testare soluzioni di piattaforma IoT. Soluzioni che giocoforza potranno rappresentare l’architrave per le future Smart City. Altro fattore chiave sarà l’elevata percentuale di penetrazione dei veicoli elettrici, che metterà a dura prova la capacità della rete elettrica. Da qui l’imperativo di gestire al meglio e in maniera intelligente il tessuto urbano, possibile grazie alle tecnologie e, in particolare, alle potenzialità dell’IoT. L’interesse è in aumento e lo si nota dalle stime: la stessa Abi Research prevede che i ricavi globali della tecnologia in chiave Smart City IoT sperimenteranno un incremento straordinario, passando da 25 miliardi di dollari registrati nel 2017 a oltre 60 miliardi entro il 2026, con un tasso di crescita medio dell’11%.


https://www.repubblica.it/economia/rapporti/energitalia/lascossa/2019/09/16/news/dall_intelligenza_artificiale_all_iot_l_innovazione_tira_le_rinnovabili-236163135/ 

Operazione antimafia Octopus, la mafia gestiva i buttafuori nei locali notturni.



Cosa nostra imponeva i nomi dei vigilanti all'interno dei locali di Palermo e Provincia.


Nel corso dell’operazione antimafia sono state arrestate 11 persone accusate di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Nel corso dell’operazione antimafia Octopus questa mattina a Palermo I carabinieri hanno arrestato 11 persone accusate a vario titolo di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Si tratta di persone legate al mondo della criminalità organizzata di Palermo e Provincia. 
Gli arresti sono stati disposti dalla dda di Palermo. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa dal Gip di Palermo.
I carabinieri hanno scoperto un vasto giro di interessi e di estorsioni all’interno di alcuni locali notturni del Palermitano. La mafia a questi imponeva in particolare la gestione dei buttafuori che in molti casi dovevano essere quelli scelti da Cosa nostra. Gli indagati pretendevano inoltre un quantum economico ai danni dei locali.
L’imposizione avveniva con minacce e con il metodo mafioso.
Le intercettazioni hanno consentito di fare emergere numerose estorsioni nei confronti di almeno 5 locali notturni di Palermo e provincia ai quali veniva imposta, mediante violenze e minacce, l’assunzione dei “buttafuori”.

Il morbo smemorino. - Marco Travaglio



Una terribile malattia sta colpendo tutti i Matteo che fanno politica. È una forma selettiva di demenza giovanile che attacca la memoria. I primi sintomi si sono riscontrati in Matteo Orfini, di cui avevamo perso memoria anche noi, finché non l’abbiamo rivisto in una Maratona Mentana tutto sdegnato per l’intesa “contro natura” Pd-M5S: aveva dimenticato che nel 2013 definì “inimmaginabile e inesistente in natura un governo Pd-Pdl-Monti e senza Grillo”, poi due mesi dopo votò il governo Letta senza Grillo con B. e Monti. 

Il contagio s’è diffuso rapidamente a Renzi, quello che doveva ritirarsi in caso di sconfitta al referendum e invece restò. Poi si diede un gran daffare per regalare il palcoscenico al terzo Matteo, l’altro Cazzaro, con l’astuta strategia dei pop corn. Infettato a sua volta dal virus smemorino, Salvini passò 15 mesi a rinnegare le sue battaglie precedenti: No Tav anzi Sì, No Triv anzi Sì, No inceneritori anzi Sì, No Benetton anzi Sì. Poi rovesciò il suo governo e iniziò ad accusare Conte e Di Maio che non c’entravano una mazza. Fino all’apoteosi di Pontida, dove mancava poco che si scordasse come si chiama. 

Lì ha sventolato una presunta bimba di Bibbiano (che però è di Milano), immemore di aver ordinato di “tenere i bambini fuori dalla politica” quando suo figlio scorrazzava nel mar del Papeete sull’acquascooter della Polizia. Poi ha accusato Conte, restando serio, di avere “svenduto l’Italia all’Europa per le poltrone”. Ora, Conte la poltrona ce l’aveva già grazie alla fiducia di Salvini. Che l’8 agosto presentò una mozione di sfiducia. Il 20 agosto Conte lo demolì in Senato e lui, mentre replicava a rutti, ritirò la mozione di sfiducia. Conte a quel punto avrebbe potuto restare. Invece salì al Quirinale a mollare la poltrona senza che più nessuno glielo chiedesse, mentre Salvini restò imbullonato alla sua. E iniziò a stalkerare Di Maio per offrirgli la poltrona di premier e tenere la sua e quelle degli altri leghisti incollate ai rispettivi culi. Intanto l’altro cazzaro Matteo, che da tre anni menava chiunque nominasse i 5Stelle, prese a menare chiunque si opponesse ai 5Stelle. E ora si scinde dal Pd che ha fatto quel che ha detto lui per fondare un bel centrino, come se qualcuno ne avvertisse l’impellente bisogno. Lui che nel 2017, quando la scissione la fecero Bersani &C., la bollò come “una delle parole peggiori” e così ritrasse i fuorusciti: “Se fossero rimasti nel Pd, in Parlamento non ci sarebbero più rientrati: frustrati nella prospettiva di tornare a occupare gli scranni... decidono di andarsene... nel tentativo di logorare il segretario”. Ora ovviamente ha rimosso tutto. Ma stava dipingendo, a futura memoria, il suo autoritratto. 

https://infosannio.wordpress.com/2019/09/17/il-morbo-smemorino/