venerdì 1 novembre 2019

Sulla cometa Borisov c'è acqua, e la nostra conoscenza dello spazio migliora.



C‘è acqua sulla cometa interstellare Borisov.  Si tratta di una scoperta molto importante che documenta la presenza di acqua nel nostro Sistema Solare proveniente dall’esterno di esso. La Cometa Borisov infatti è il secondo oggetto documentato che proviene dallo spazio esterno al nostro Sistema Solare e ora si scopre essere ricca d’acqua. A scoprirlo un gruppo di ricercatori guidato da Adam McKay, un astronomo del Goddard Space Flight Center della NASA a Greenbelt, nel Maryland, che ha riportato la scoperta il 28 ottobre sul server di prestampa arXiv. 

"C'è acqua, è bello, è fantastico", afferma Olivier Hainaut, astronomo all'Osservatorio europeo meridionale di Garching, in Germania. La scoperta non è sorprendente, dice, perché la maggior parte delle comete contiene molta acqua. Ma confermare la sua presenza in una cometa interstellare è un passo importante verso la comprensione di come l'acqua potrebbe viaggiare tra le stelle.

Gli astronomi seguono avidamente  la Cometa Borisov sin dalla sua scoperta il 30 agosto perché la sua traiettoria mostra che proviene dallo spazio profondo, non dal sistema solare esterno, come fanno la maggior parte delle comete. Borisov si sarebbe formata attorno a una stella distante e sconosciuta. Miliardi di anni fa qualcosa doveva averla espulsa dall'orbita e averla mandata qui. È il secondo oggetto interstellare mai scoperto, dopo Oumuamua del 2017.

La Cometa Borisov sorvolerà il Sole all'inizio di dicembre. Mentre si avvicina, il calore del Sole riscalda la cometa e fa schizzare il suo nucleo ghiacciato di gas e polvere. Gli astronomi si aspettano di vedere più segni di acqua e altre molecole che ne escono nelle prossime settimane.

https://www.msn.com/it-it/notizie/other/sulla-cometa-borisov-c%C3%A8-acqua-e-la-nostra-conoscenza-dello-spazio-migliora/ar-AAJFPQd?li=BBqg6Qc

Nel Sistema Solare le tracce della prima acqua aliena.


La cometa 21/Borisov (fonte: GEMINI OBSERVATORY/NSF/AURA)

Arrivate con la cometa interstellare.


Potrebbero essere tracce di acqua aliena, le prime provenienti da un altro sistema planetario, quelle che sprizzano dalla cometa interstellare 2I/Borisovla nuova 'intrusa' del Sistema Solare individuata lo scorso 30 agosto e sotto stretta osservazione degli astronomi. Se la scoperta venisse confermata, dimostrerebbe che la cometa è molto simile a quelle di 'casa nostra' e aiuterebbe anche a capire meglio come l'acqua viaggia fra le stelle. A indicarlo è il gruppo di astronomi del Goddard Space Flight Center della Nasa guidato da Adam McKay nello studio in via di pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters e comparso su ArXiv, il sito che traccia gli articoli scientifici prima della revisione in vista della pubblicazione ufficiale.
I ricercatori hanno utilizzato un telescopio da 3,5 metri dell'Osservatorio di Apache Point, in Nuovo Messico, per analizzare la luce solare riflessa dalla cometa Borisov. Lo scorso 11 ottobre hanno così individuato nello spettro luminoso quella che sembra essere la 'firma' dell'ossigeno.
Sebbene le comete possano produrre ossigeno in modi differenti, gli astronomi sostengono che la spiegazione più plausibile sia che l'ossigeno derivi dalla scissione dell'acqua in idrogeno e ossigeno. L'acqua stimata sulla cometa sarebbe presente insieme al cianuro (precedentemente identificato) secondo le stesse proporzioni osservate nelle comete del Sistema solare.
Gli astronomi si aspettano di poter osservare tracce più evidenti di acqua nelle prossime settimane, quando la cometa 2I/Borisov si avvicinerà ulteriormente al Sole: il calore aumenterà lo scioglimento del suo nucleo ghiacciato e di conseguenza l'emissione di gas e polveri.

A 6 anni non dormiva da mesi per un tumore, ora sta bene

 © ANSA

(ANSA) - PADOVA, 31 OTT - Non riusciva a prendere sonno dallo scorso ferragosto a causa di un tumore benigno ed ora, dopo un intervento all'ospedale di Monselice, è guarita e può congiungersi con Morfeo. Protagonista una bambina di 6 anni, affetta da osteoma osteoide, che le impediva appunto di prendere sonno da oltre due mesi: i dolori molto forti insorgevano maggiormente la notte rendendo impossibile il riposo. Così è stata sottoposta a un intervento di termoablazione a radiofrequenza Tc-guidata e quel tumore che la teneva sempre sveglia è stato agganciato con un ago, bruciato a 80 gradi e annientato. La piccola, ora guarita, e non lamentandosi più dei dolori, ha ripreso a dormire. L'operazione, durata circa 45 minuti, emettendo una quota di radiazioni molto bassa, è stata eseguita da Gianluca Bisinella, direttore Unità operativa complessa di Ortopedia e Traumatologia e dal radiologo interventista Matteo Todisco. L'origine di questa forma di tumore è ancora sconosciuta.

http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2019/10/31/a-6-anni-non-dormiva-da-mesi-per-un-tumore-ora-sta-bene_fa20f1c2-0dda-407e-b173-4a21270f310b.html

Alzheimer, farmaco fa scomparire placche al cervello in un anno.


Research for new treatment of Alzheimer disease [ARCHIVE MATERIAL 20110831 ]

Studio preliminare ma 'incoraggiante',rallenta declino cognitivo.


Un farmaco, nei test preliminari sull'uomo, ha mostrato la capacità di diminuire la quantità di placche amiloidi, l'accumulo di proteine nel cervello che è considerata la causa dell'Alzheimer. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista Nature, secondo cui ci sarebbero nei pazienti anche segni di rallentamento del declino cognitivo.

Il farmaco aducanumab, un anticorpo monoclonale che 'insegna' al sistema immunitario a riconoscere le placche, è stato testato su un gruppo di 165 persone con Alzheimer moderato, metà delle quali ha ricevuto una infusione settimanale, mentre gli altri hanno avuto un placebo. Chi ha ricevuto il principio attivo ha mostrato una progressiva riduzione delle placche, spiegano gli autori. "Dopo un anno - sottolinea Roger Nitsch dell'università di Zurigo, che definisce i risultati 'incoraggianti' - le placche sono quasi completamente scomparse".

Samhain, la vera storia di Halloween -

Samhain, la vera storia di Halloween

Scopriamo insieme le origini celtiche della festa di Halloween, meglio conosciuta con il nome di Samhain dalle origini antichissime rintracciabili proprio in Irlanda.

Forse non tutti sanno che la festa di Halloween non nasce in America ma ha origini antichissime rintracciabili in Irlanda, quando la verde Erin era dominata dai Celti. Halloween corrisponde infatti a Samhain, il capodanno celtico. Dall’Irlanda, la tradizione è stata poi esportata negli Stati Uniti dagli emigranti, che, spinti dalla terribile carestia dell’800, si diressero numerosi nella nuova terra. Ma affrontiamo insieme nel dettaglio il viaggio dall’Irlanda dei Celti fino ai giorni nostri, osservando cosa è successo e come, attraverso i secoli, sono cambiate le cose. 

Halloween: etimologia del nome Il nome Halloween (in irlandese Hallow E’en), deriva dalla forma contratta di All Hallows’ Eve, dove Hallow è la parola arcaica inglese che significa Santo: la vigilia di tutti i Santi, quindi. Ognissanti, invece, in inglese è All Hallows’ Day. L’importanza che, tuttavia, viene data alla vigilia si deduce dal valore della cosmologia celtica: questa concezione del tempo, seppur soltanto formalmente e linguisticamente parlando, è molto presente nei paesi anglofoni, in cui diverse feste sono accompagnate dalla parole “Eve”, tra cui la stessa notte di Capodanno, “New Year’s Eve”, o la notte di Natale “Christmas Eve”. I Celti e i festeggiamenti di Samhain I Celti erano prevalentemente un popolo di pastori, a differenza di altre culture europee, come quelle del bacino del Mediterraneo. I ritmi della loro vita erano, dunque, scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame imponeva, tempi diversi da quelli dei campi. Alla fine della stagione estiva, i pastori riportavano a valle le loro greggi, per prepararsi all’arrivo dell’inverno e all’inizio del nuovo anno. Per i Celti, infatti, l’anno nuovo non cominciava il 1° gennaio come per noi oggi, bensì il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda ed iniziava la stagione delle tenebre e del freddo, il tempo in cui ci si chiudeva in casa per molti mesi, riparandosi dal freddo, costruendo utensili e trascorrendo le serate a raccontare storie e leggende. Il passaggio dall’estate all’inverno e dal vecchio al nuovo anno veniva celebrato con lunghi festeggiamenti, lo Samhain (pronunciato sow-in, dove sow fa rima con cow), che deriverebbe dal gaelico samhuinn e significa “summer’s end”, fine dell’estate. In Irlanda la festa era nota come Samhein, o La Samon, la festa del Sole, ma il concetto è lo stesso. In quel periodo dell’anno i frutti dei campi (che pur non essendo la principale attività dei celti, venivano comunque coltivati) erano assicurati, il bestiame era stato ben nutrito dell’aria fresca e dei pascoli dei monti e le scorte per l’inverno erano state preparate. La comunità, quindi, poteva riposarsi e ringraziare gli Dei per la loro generosità. Ciò avveniva tramite lo Samhain, che, inoltre, serviva ad esorcizzare l’arrivo dell’inverno e dei suoi pericoli, unendo e rafforzando la comunità grazie ad un rito di passaggio che propiziasse la benevolenza delle divinità. L’importanza che la popolazione celta attribuiva a Samhain risiede nella loro concezione del tempo, visto come un cerchio suddiviso in cicli: il termine di ogni ciclo era considerato molto importante e carico di magia. Insieme a Samhain (31 ottobre, appunto) si festeggiavano Lughnasadh (1 agosto), Beltane (30 aprile o 1 maggio), Imbolc (1-2 febbraio), Yule (21 dicembre), Ostara (21 marzo), Litha (21 giugno) e Mabon (21 settembre). L’avvento del Cristianesimo non ha del tutto cancellato queste festività, ma in molti casi si è sovrapposto ad esse conferendo loro contenuti e significati diversi da quelli originari. La morte era il tema principale della festa, in sintonia con ciò che stava avvenendo in natura: durante la stagione invernale la vita sembra tacere, mentre in realtà si rinnova sottoterra, dove tradizionalmente, tra l’altro, riposano i morti. Da qui è comprensibile l’accostamento dello Samhain al culto dei morti. I Celti credevano che alla vigilia di ogni nuovo anno, cioè il 31 ottobre, Samhain chiamasse a sé tutti gli spiriti dei morti, che vivevano in una landa di eterna giovinezza e felicità chiamata Tir nan Oge, e che le forze degli spiriti potessero unirsi al mondo dei viventi, provocando in questo modo il dissolvimento temporaneo delle leggi del tempo e dello spazio e facendo sì che l’aldilà si fondesse con il mondo dei vivi e permettendo agli spiriti erranti di vagare indisturbati sulla Terra. Samhain era, dunque, una celebrazione che univa la paura della morte e degli spiriti all’allegria dei festeggiamenti per la fine del vecchio anno. Durante la notte del 31 ottobre si tenevano dei raduni nei boschi e sulle colline per la cerimonia dell’accensione del Fuoco Sacro e venivano effettuati sacrifici animali. Vestiti con maschere grottesche, i Celti tornavano al villaggio, facendosi luce con lanterne costituite da cipolle intagliate al cui interno erano poste le braci del Fuoco Sacro. Dopo questi riti i Celti festeggiavano per 3 giorni, mascherandosi con le pelli degli animali uccisi per spaventare gli spiriti. In Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e fiaccole fuori dagli usci e di lasciare cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero reso visita ai propri familiari, affinché potessero rifocillarsi e decidessero di non fare scherzi ai viventi. 

L’avvento del Cristianesimo. Attraverso le conquiste romane, Cristiani e Celti vennero a contatto. L’evangelizzazione delle Isole Britanniche portò con sé un nuovo concetto della vita, molto distante da quello celtico e durante tale periodo la Chiesa tentò di sradicare i culti pagani, ma non sempre vi riuscì. Halloween non fu completamente cancellata, ma fu in qualche modo cristianizzata, tramite l’istituzione del giorno di Ognissanti il 1° Novembre e, in seguito, della commemorazione dei defunti il 2 Novembre. Fu Odilone di Cluny, nel 998 d.C., a dare l’avvio a quella che sarebbe stata una nuova e longeva tradizione delle società occidentali. Allora egli diede disposizione affinché i monasteri dipendenti dall’abbazia celebrassero il rito dei defunti a partire dal vespro del 1° Novembre. Il giorno seguente era invece disposto che fosse commemorato con un’Eucarestia offerta al Signore, pro requie omnium defunctorum. Un’usanza che si diffuse ben presto in tutta l’Europa cristiana, per giungere a Roma più tardi. La Festa di Ognissanti, infatti, fu celebrata per la prima volta a Roma il 13 Maggio del 609 d.C., in occasione della consacrazione del Pantheon alla Vergine Maria. Successivamente, Papa Gregorio III stabilì che la Festa di Ognissanti fosse celebrata non più il 13 Maggio, bensì il 1° Novembre, come avveniva già da tempo in Francia. Fu circa nel IX secolo d.C. che la Festa di Ognissanti venne ufficialmente istituzionalizzata e quindi estesa a tutta la Chiesa, per opera di Papa Gregorio IV. Fanno eccezione i cristiani Ortodossi, che coerentemente con le prime celebrazioni, ancora oggi festeggiano Ognissanti in primavera, la Domenica successiva alla Pentecoste. L’influenza del culto di Samhain non fu, tuttavia, sradicata e per questo motivo la Chiesa aggiunse, nel X secolo, una nuova festa: il 2 Novembre, Giorno dei Morti, dedicato alla memoria delle anime degli scomparsi. Dall’Irlanda agli Stati Uniti Verso la metà del XIX secolo, l’Irlanda fu investita da una terribile carestia, ancor oggi ricordata con grande partecipazione dagli irlandesi. In quel periodo per sfuggire alla povertà, molte persone decisero di abbandonare l’isola e di tentar fortuna negli Stati Uniti, dove crearono, come molte altre nazionalità, una forte comunità. All’interno di essa venivano mantenute vive le tradizioni ed i costumi della loro patria, e tra di essi il 31 Ottobre veniva celebrato Halloween. Ben presto, questa usanza si diffuse in tutto il popolo americano, diventando quasi una festa nazionale. Più recentemente, gli Stati Uniti grazie al cinema ed alla televisione hanno esportato in tutto il mondo i festeggiamenti di Halloween, contagiando anche quella parte dell’Europa che ne era rimasta estranea. In moltissimi film e telefilm spesso appaiono la famosa zucca ed i bambini mascherati che bussano alle porte. E molti, infine, sono i libri ed i racconti horror che prendono Halloween come sfondo o come spunto delle loro trame. Negli Stati Uniti Halloween ha perso i suoi significati religiosi e rituali, ed è diventata un’occasione per divertirsi e organizzare costosi e allegri festeggiamenti. Pare che ogni anno gli Americani spendano due milioni e mezzo di dollari in costumi, addobbi e feste per il 31 ottobre!  

https://www.irlandando.it/halloween/storia/?fbclid=IwAR1rOBqiO9B3dzTijQdHGtt_Ek9pRsHvaSPUxqFYC3cS138y6K36wf5PpgY

giovedì 31 ottobre 2019

Brexit

Premio Attila - di Marco Travaglio

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Mentre Salvini cerca un bel sindaco per prendersi anche Roma (pare che la prescelta sia Giulia Bongiorno, santa patrona dei prescritti), il Pd gli presta i suoi cannoncini per bombardare Virginia Raggi in ottima compagnia: Lega, FdI, FI, microsinistre assortite, schegge dello stesso M5S, CasaPound, CasaMonica, CasaCaltagirone e terrazze romane al completo.

Si dice che aspiri al Campidoglio Roberto Morassut, già assessore all’Urbanistica delle giunte Veltroni, già candidato trombato alle primarie romane 2016, ora deputato e sottosegretario all’Ambiente. Il quale, sul Foglio per non dare troppo nell’occhio, ha pubblicato un torrenziale documento programmatico dal titolo “Come archiviare la Raggi”, per un’“Agenda 2030” all’insegna di un non meglio precisato “riformismo civico”. Lì distribuisce patenti di “fallimento” a destra e a manca, fuorché a se stesso.


Purtroppo, a descrivere il suo, provvide il 4 maggio 2008 Report di Milena Gabanelli, con un servizio di Paolo Mondani sul nuovo Piano regolatore della Capitale. Morassut, intervistato, tentò di rispondere ai rilievi sulle politiche urbanistiche dell’èra Veltroni. Poi, insoddisfatto, querelò Gabanelli e Mondani per diffamazione. E mal gliene incolse, perché i pm Delia Cardia e Sergio Colaiocco indagarono e diedero torto a lui e ragione a Report in una corposa richiesta di archiviazione subito accolta dal gip Roberto Saulino.


Chi volesse farsi un’idea di come, in quegli anni (Veltroni fu sindaco e Morassut assessore dal 2001 al 2008), Roma sia stata genuflessa ai palazzinari non ha che da leggere quel prezioso documento (da oggi consultabile sul sito del Fatto). Che esamina le principali “centralità” urbanistiche “individuate su terreni del privato, per lo più noti costruttori romani” e le conseguenti modifiche al Prg con “un uso disinvolto dell’accordo di programma che avrebbe consentito al privato di ottenere incrementi di cubature residenziali a scapito delle altre destinazioni, con aumento dei profitti, in cambio di finanziamenti di modesta entità per le infrastrutture”. Le famose opere di urbanizzazione sempre promesse e quasi mai realizzate dai palazzinari nell’indifferenza del Comune: “in tal modo lasciando al privato la decisione sulla programmazione e trasformazione di quelle aree, a differenza di altri Paesi europei dove l’amministrazione pubblica gestisce in prima persona, attraverso società miste, l’esecuzione di opere edilizie dalla cui commerciabilità acquisisce risorse per le urbanizzazioni”. Insomma, per la Procura “quasi tutti gli aspetti denunciati dall’inchiesta corrispondono a verità”


E lì parte un rosario di esempi imbarazzanti. Tipo il complesso “Terrazze del Presidente in Acilia” (300 mila metri quadri) “iniziato con concessione edilizia annullata dai giudici e terminato col rilascio di centinaia di concessioni edilizie in sanatoria in modo del tutto illegittimo” col corollario della consueta “mancata realizzazione di gran parte delle infrastrutture che l’impresa costruttrice avrebbe dovuto eseguire, previo scomputo dei contributi di costruzione e oneri concessori.


L’affermazione del Morassut per cui il rilascio delle concessioni in sanatoria fosse una tappa obbligata e il Comune non avrebbe avuto altra scelta appare non vera”. Bastava che il Comune facesse “un controllo scrupoloso di quell’enorme complesso immobiliare” per “impedire il rilascio delle concessioni, il completamento quasi totale dell’insediamento e applicare le previste sanzioni”. Ragion per cui l’“allora assessore non può poi dolersi se la lettura critica di tali dati di fatto induca alla riflessione secondo cui il Comune avrebbe ritenuto preferibile ‘regalare’ concessioni in sanatoria ai costruttori in cambio di versamenti in denaro e consentire così una cementificazione indiscriminata”.


Le conclusioni dei pm sono impietose: “La questione fondamentale che si ripropone per tutti gli interventi urbanistici di grosse dimensioni riguarda la mancata o parziale realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria che dovrebbero precedere o procedere congiuntamente all’esecuzione delle costruzioni residenziali secondo le previsioni programmatiche, quasi mai però rispettate dai costruttori – che evidentemente privilegiano l’intervento più redditizio – o fatte rispettare a causa della carenza dei controlli… dell’amministrazione comunale che dovrebbe pretenderne l’osservanza”. Con gravi danni anche alla “qualità della vita di chi va ad abitare in quei nuovi quartieri” privi di servizi.


Il copione si ripete da Ponte di Nona a Bufalotta (regno di Toti e Caltagirone), dal Parco delle Sabine ad Acilia Madonnetta (passata da Telecom a Toti e Ligresti), da Anagnina-Romanina (di Scarpellini) a Fiumicino e Magliana (di Toti): al centro “l’incapacità del Comune di resistere alle pressioni del privato, anche laddove stravolgano le previsioni originarie… fornendo materiale per le censure fondate di chi, come i curatori della trasmissione, sottolinea una certa ‘sudditanza’ alle esigenze di profitto dei costruttori”. Idem per “gli interventi nella zona di Tor Pagnotta, la lottizzazione di Grottaperfetta, tutti facenti capo alla famiglia Caltagirone”.


Per non parlare dei “numerosissimi abusi nel Parco dell’Appia Antica, sottoposto a molteplici vincoli per la rilevanza storica, archeologica e paesistica… non demoliti ancorché realizzati in prossimità di monumenti importantissimi come il mausoleo di Cecilia Metella e anzi spesso oggetto di sanatoria… rilasciata illegittimamente… anche per incuria delle amministrazioni preposte ai vincoli”.


Con tutto il rispetto per Morassut, questo biglietto da visita dovrebbe indurlo a riporre nel cassetto i sogni di fare il sindaco. Anche perché, se insistesse, qualcuno potrebbe domandargli che ci faccia al ministero dell’Ambiente.


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