martedì 12 maggio 2020

I senzavergogna. - Marco Travaglio


La liberazione di “Aisha” Romano e i nodi geopolitici da sciogliere. Analisi di Ricci
Era un bel po’ che non ci vergognavamo di essere italiani per colpa di nostri connazionali, a parte qualche politico senza vergogna che ci fa vergognare in permanenza da quando è nato. Ieri, a leggere dichiarazioni leghiste e deliri social di conigli da tastiera sulla liberazione di Silvia Romano, la vergogna è tornata. Perché c’è chi è riuscito a sporcare una notizia che tutti avrebbero dovuto salutare con gioia e anche con un pizzico di orgoglio nazionale. Se la nostra cooperante si è convertita all’Islam sono fatti suoi. Se l’ha fatto per costrizione, se non fisica, almeno psicologica, oppure per una scelta “autoprotettiva” come dice il primo referto psicologico, sono ancora fatti suoi. Se resterà per sempre Aisha o un giorno tornerà Silvia sono sempre fatti suoi. Nessuno ha il diritto di intrufolarsi nella sua psiche: per farlo bisognerebbe aver vissuto un anno a mezzo in mezzo alla foresta nelle grinfie di feroci terroristi. Chi non ha subìto quell’atroce esperienza, cioè tutti, dovrebbe solo tacere.
Poi c’è la questione del riscatto, probabilmente pagato dai nostri servizi segreti con fondi riservati (che servono anche a questo) dietro autorizzazione del delegato del governo agli 007: il premier Conte. Su questo ogni opinione è legittima, anche se il dibattito si ripropone sempre uguale dai tempi dei sequestri anni 70 e 80 a opera dei terroristi rossi e delle Anonime calabrese e sarda e di nuovo dopo il 2001, quando ci imbarcammo con Usa e altri alleati nelle guerre in Afghanistan e in Iraq. Ai tempi del terrorismo, lo Stato decise quasi sempre di “pagare”, fuorché per Aldo Moro (ma, quando fu ucciso, il presidente Leone era pronto a liberare una brigatista malata e il Vaticano a versare una grossa somma). E proprio il contraccolpo del suo cadavere segnò l’inizio della fine delle Br. Nel caso delle Anonime Sequestri, erano i famigliari, spesso aiutati da servizi e faccendieri vari, a pagare i riscatti. Poi la legge sul sequestro dei beni e la linea dura di certe Procure, come quella di Palermo in Sardegna (dov’era coinvolto un pm, che poi si suicidò), resero improduttiva quell’attività criminale, che si esaurì. Poi iniziarono i sequestri di nostri contractor, giornalisti e cooperanti in Iraq e Afghanistan e anche allora i nostri governi (il Berlusconi-2 con FI-Lega-An-Udc e il sottosegretario Gianni Letta delegato ai servizi, e poi anche il Prodi-2) decisero di pagare sempre i riscatti. Ma non sempre riuscirono a salvare la vita agli italiani rapiti (il reporter Baldoni e il contractor Quattrocchi furono uccisi, altri come i giornalisti Sgrena e Mastrogiacomo tornarono illesi).
La cosa creò furibonde frizioni con gli alleati americani e inglesi, che invece non pagavano riscatti e sacrificavano i propri ostaggi (ci andò di mezzo il dirigente del Sismi Nicola Calipari, ucciso dal fuoco “amico” made in Usa dopo il riscatto per la Sgrena). Quando a pagare i riscatti era il centrodestra, per non discutere la scelta incoerente e paradossale di B.&C. di entrare in guerra contro il terrorismo e poi di foraggiare i terroristi che si diceva di combattere mettendo vieppiù in pericolo i nostri uomini sul campo, i partiti e i giornali di destra riempivano di insulti gli ostaggi (a parte i contractor) perché “se l’erano cercata”, erano “vispe terese” (le due Simona) e “pirlacchioni in vacanza” (Baldoni). Ora il caso di Silvia Romano, come quelli degli altri ostaggi sequestrati in guerre per bande che non ci riguardano, è totalmente diverso sia da quelli dell’Iraq e dell’Afghanistan, sia da quelli del brigatismo e delle Anonime. Stavolta le ragioni umanitarie non confliggono con gli interessi nazionali. I terroristi islamisti somali di al-Shabaab, impegnati nell’eterna guerra civile del Corno d’Africa, sequestrano occidentali per legittimarsi e arricchirsi, ma non sono una minaccia diretta per l’Italia, come invece lo erano le Br che avevano dichiarato guerra allo Stato, le Anonime Sequestri che esistevano proprio grazie ai riscatti pagati e anche gli islamisti di al Qaeda e delle altre sigle mediorientali che avevano esportato in Occidente la loro folle guerra santa. Dunque pagare un riscatto, come peraltro sempre si è fatto anche nei confronti di nemici diretti e dichiarati, era doveroso.
Ma su questo le opposizioni, se non avessero fatto lo stesso in circostanze molto diverse, sarebbero libere di polemizzare quanto vogliono. Anche di accusare Conte di non aver condannato a morte una ragazza di 20 anni. Purché non mentano. Le polemiche sul ruolo della Turchia, che ha aiutato nelle indagini l’Aise con i suoi servizi molto presenti in Somalia, fanno ridere, visto che è nostra alleata nella Nato. E quelle sulla “passerella” di Conte e Di Maio denotano un tragicomico crollo della memoria. Il 5 marzo 2005, quando a Ciampino atterrò la Sgrena, trovò ad attenderla una delegazione politica ben più pletorica del duo Conte-Di Maio domenica accanto a Silvia: c’erano Berlusconi, Letta, il presidente della Camera Casini, il sindaco Veltroni, il segretario del Quirinale Gifuni e il direttore del Sismi Pollari. Mancava solo Salvini, che si rifece con gl’interessi all’arrivo di Cesare Battisti. E ora chiede “sobrietà” agli altri. Ma va a ciapà i ratt.

Piano pandemico, ora lo scaricabarile. E ombre sull’Oms. - Marco Franchi

Piano pandemico, ora lo scaricabarile. E ombre sull’Oms
Ranieri Guerra - Direttore, Centro Collaborativo OMS per la formazione sanitaria, e Direttore, Ufficio Relazioni Esterne; dirigente tecnologo ente di ricerca pubblico.

Mai aggiornato dal 2010, quando poi è servito non c’era Guerra (2014-2017): “Non so cos’abbiano fatto dopo”.
L’Italia, come rivelato a marzo dal Fatto, aveva un Piano pandemico. È un documento che viene compilato dai Paesi aderenti all’Organizzazione Mondiale della Sanità fin dall’epidemia di influenza aviaria del 2003 e riporta le azioni e le contromisure da mettere in atto in caso di eventi epidemici su larga scala. “Esso – si legge sul sito del ministero della Salute – rappresenta il riferimento nazionale in base al quale saranno messi a punto i Piani operativi regionali” e l’Oms “ha raccomandato “a tutti gli Stati “di aggiornarlo costantemente seguendo linee guida concordate”. Al di qua delle Alpi il compito spetta al Dipartimento Prevenzione del ministero. Tra il 2014 e il 2017, ha raccontato Report nella puntata di ieri, a guidarlo c’era Ranieri Guerra, oggi direttore aggiunto dell’Oms e a inizio marzo inviato a Roma per volere del direttore generale Tedros Adhamon Ghebreyesus in supporto al governo contro l’emergenza Covid-19. Sotto la sua direzione i Piani non sono stati aggiornati né le autorità sanitarie hanno pensato di fare stock di mascherine e altri Dpi per fronteggiare l’epidemia.
Interpellato sull’argomento, racconta il programma di Sigfrido Ranucci, Guerra preferisce non rispondere. Non lo fa neanche quando Serena Bortone durante la puntata di Agorà del 31 marzo gli fa notare che “il piano pandemico italiano non è stato aggiornato dal 2010”. “Non è così – si schermisce il professore – ci sono dei livelli di confidenzialità che devono essere rispettati”. Raggiunto poi dal cronista di Report Giulio Valesini, l’esponente dell’Oms scarica tutto su chi è venuto dopo di lui: “Non so nulla di quello che il governo italiano ha fatto negli ultimi tre anni”. Ma lo sapeva o no che l’Italia non aveva stoccato mascherine e non era pronta rispetto ai piani pandemici? “Non lo so, io non sono parte del governo”. Non lo è, ma il Piano pandemico è fermo dal 2010 e tra il 2014 e il 2017 a guidare il Dipartimento di Lungotevere Ripa che avrebbe dovuto aggiornarlo sedeva proprio lui, l’uomo inviato a Roma dal direttore generale Ghebreyesus. Sul cui operato aleggiano ormai da tempo diversi dubbi.
Ex ministro della Salute e degli Esteri dell’Etiopia, , ricorda Report, è uno dei leader del partito il Fronte Popolare di Liberazione del Tigray, è legato a doppio filo con il Partito comunista cinese e oggi ancora di più al presidente Xi Jinping per via dei pesanti investimenti fatti da Pechino nel Paese africano, in particolare nel settore delle infrastrutture. Primo africano a salire ai vertici dell’Oms, fin dall’inizio dell’emergenza Tedros ha lodato la gestione dell’epidemia messa in atto dal governo cinese e ha chiuso gli occhi sui ritardi delle comunicazioni diramate da Pechino sulla sua diffusione. Riavvolgendo il nastro: l’8 dicembre si ha la notizia del primo contagio (poi fatto risalire al 17 novembre) ma solo il 23 le autorità cinesi annunciano il lockdown di Wuhan. Eppure l’Oms non si scompone. Solo il 30 gennaio per Ginevra il covid-19 diventa “emergenza sanitaria globale”. Ancora: è il 14 gennaio quando l’Oms dal suo account ufficiale twitta che “dalle indagini condotte dalle autorità cinesi non emergono evidenze di una trasmissione da uomo a uomo del virus”. Le prime ammissioni arrivano il 22 gennaio, quando si contano già migliaia di contagiati.
I dubbi si estendono anche ai finanziatori dell’agenzia Onu. Il suo bilancio è stato di 5,6 miliardi di dollari lo scorso biennio, ma neanche il 20% di questi sono fondi pubblici. L’80% arriva da privati come Bill Gates la cui fondazione versa più mezzo miliardo di dollari ogni biennio e decide le priorità dell’agenzia. Ora il magnate ha annunciato di voler contribuire alla ricerca di un vaccino anti-Covid-19 ma i fondi che dà all’Oms provengono dal trust di famiglia, che investe centinaia di milioni (323 nel 2018) nelle case farmaceutiche, da Novartis a Pfizer. Ha anche investito 237 milioni solo nella Walgreen Boots Alliance società che distribuisce farmaci in mezzo mondo.

Mafia: maxiblitz a Palermo, 91 arresti.



Colpo a clan dell'Acquasanta Arenella, sequestrati 15 mln euro.

La Guardia di Finanza di Palermo ha arrestato 91 tra boss, gregari, estortori e prestanomi di due storici clan palermitani. Il maxiblitz, coordinato dalla Dda di Palermo guidata da Francesco Lo Voi, ha colpito i clan dell'Acquasanta e dell'Arenella. In manette sono finiti esponenti di storiche famiglie mafiose palermitane come quelle dei Ferrante e dei Fontana. Le accuse contestate sono a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, ricettazione, riciclaggio, traffico di droga, frode sportiva e truffa.
    Il blitz è in corso in Sicilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche e Campania.
    L'inchiesta, che disarticola due "famiglie" di spicco di Cosa nostra palermitana, ha svelato gli interessi dei clan negli appalti e nelle commesse sui lavori eseguiti ai Cantieri navali di Palermo, nelle attività del mercato ortofrutticolo, nella gestione delle scommesse online e delle slot-machine, oltre che in quella "storica" del traffico di droga e nelle corse dei cavalli. Lunghissima la lista delle attività commerciali sottoposte al racket del pizzo. Sequestrati anche beni del valore di circa 15 milioni di euro.


https://www.ansa.it/sicilia/notizie/2020/05/12/mafia-maxiblitz-a-palermo-91-arresti_481cd506-6c93-4c6a-9541-9eb7b4dac91b.html

lunedì 11 maggio 2020

Coronavirus, plasmaterapia. Il professor Baldanti: “Mortalità scesa dal 15 al 6%”. Al via banca del sangue: “Richiameremo ex pazienti”.

Coronavirus, plasmaterapia. Il professor Baldanti: “Mortalità scesa dal 15 al 6%”. Al via banca del sangue: “Richiameremo ex pazienti”

Era grande l'attesa per i primi risultati dello studio sulla plasmaterapia. Ed ecco che in conferenza stampa i medici e scienziati del Policlinico San Matteo di Pavia con l'Asst di Mantova li hanno resi noti.

Era grande l’attesa per i primi risultati dello studio sulla plasmaterapia. Ed ecco che in conferenza stampa i medici e scienziati del Policlinico San Matteo di Pavia con l’Asst di Mantova li hanno resi noti. “La mortalità dei pazienti curati con il plasma iperimmune è scesa dal 15% al 6%”. La ricerca condotta è stata condotta su 46 pazienti e apre la strada all’istituzione di una banca del plasma. “All’inizio la mortalità nei pazienti in ventilazione assistita ricoverati in terapia intensiva era tra il 13 e il 20%, circa 15% di media, mentre con la cura con il plasma iperimmune è scesa al 6%”, ha spiegato Fausto Baldanti, direttore dell’Unità virologia del San Matteo di Pavia. Lo studio aveva tre obiettivi: diminuzione mortalità a breve in terapia intensiva, il miglioramento dei parametri respiratori e il miglioramento dei parametri legati all’infiammazione, e proprio sul primo obiettivo sono stati raggiunti i risultati più significativi.
I pazienti curati con il plasma iperimmune avevano “un diverso grado di insufficienza respiratoria, 7 erano intubati, tutti avevano necessità di ossigeno e non erano in età avanzata – ha precisato Baldanti – Non possiamo prevedere quando la cura diventerà prassi, però giovedì avremo tutti i dati organizzati per presentare la sperimentazione alle riviste scientifiche”.
I pazienti hanno tutti più di 18 anni con tampone positivo, con problemi respiratori tali da necessitare un supporto per l’ossigeno, rx al torace positiva con polmonite interstiziale bilaterale. Tutti sono ricoverati negli ospedali di Pavia e Mantova, a parte uno che si trova a Novara, e l’ultimo è stato trattato l’8 maggio.
“Parametri respiratori migliorati” – Quello che i camici bianchi hanno osservato è che miglioravano i polmoni dei malati. E miglioravano tutta una serie di parametri. “I parametri respiratori misurati anche a livello biochimico, cioè la quantità di ossigeno nel sangue, sono migliorati drammaticamente al termine della prima settimana – ha elencato Baldanti – Le immagini radiografiche con aspetti di polmonite bilaterale sono migliorate in maniera significativa entro la prima settimana e contestualmente i tre parametri scelti per verificare il livello infiammazione sono diminuiti in maniera altrettanto drastica al termine della prima settimana di terapia con plasma”.
La genesi dello studio dopo i test in vitro – “Abbiamo parlato della terapia con plasma iperimmune all’incirca 2 settimane dopo l’identificazione del primo paziente positivo. A quel tempo non esisteva nessun tipo di test sierologico. Prendendo il siero di pazienti che avevano superato infezione e che erano i primi che stavano guarendo in quel momento”, in vitro “abbiamo visto che la distruzione cellulare veniva fermata. Era la dimostrazione che nel siero dei guariti esistono anticorpi neutralizzanti. Non abbiamo scoperto l’acqua calda, ma abbiamo usato la cultura medica” spiega Baldanti raccontando la genesi dello studio. L’esperto ha spiegato che il primo passo è stato provare l’esistenza di anticorpi neutralizzanti e poi di valutarne la quantità necessaria. “La virologia classica ci insegna che un’infezione si supera quando l’organismo è in grado di costruire anticorpi neutralizzanti che riconoscono la struttura ‘spike’ superficiale del virus, quella che usa per entrare nelle cellule umane e infettarle”. Disinnescando questo elemento “il virus risulta neutralizzato”. “Sempre la virologia classica – ha proseguito Baldanti – ci insegna che si coltiva il virus e si isola in vitro. L’infezione porta alla distruzione delle cellule umane stesse, come avviene nei polmoni dei pazienti. Noi abbiamo osservato, prendendo il siero dei guariti” e analizzandolo in vitro “che la distruzione cellulare veniva fermata. Per poter immaginare di usare il plasma, però, bisogna anche caratterizzarlo e capire il potere di neutralizzazione che ha. Altrimenti, dalla letteratura si vede che senza questo passaggio si può andare incontro a risultati sconfortanti. Ed è quello che abbiamo fatto”.
Banca del plasma iperimmune – “Da oggi lanciamo la banca del plasma iperummune. Da qui ai prossimi giorni faremo un protocollo per la donazione del sangue e le modalità con cui deve essere fatto partendo dai tanti guariti che abbiamo” ha spiegato l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera, spiegando: “Tutte le nostre Asst richiameranno le persone da loro ricoverate affinché vengano a donare il plasma, dopo aver verificato livello immunità”. Presentando la sperimentazione Gallera ha dettoche l’obiettivo è “estendere in maniera ampia la sperimentazione” e quindi, oltre ai malati, “il secondo passo sarà quello dei donatori Avis, in particolar modo nelle aree più colpite, cioè Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona“. “Questa mattina ho avuto un colloquio con il ministro Speranza che mi ha confermato che anche il governo ha particolare interesse per proseguire questa iniziativa” ha affermato così il presidente della Lombardia Attilio Fontana.

Salvini sul rientro in Italia di Silvia Romano: "Ora il governo dia risposte". Di Maio: "Ora un po' di rispetto".

Salvini sul rientro in Italia di Silvia Romano: "Ora il governo dia risposte". Di Maio: "Ora un po' di rispetto"

Il padre della cooperante: "Silvia non è andata in Africa per diventare un'icona". Il leader leghista: "Serviva un profilo basso da parte delle istituzioni". Critiche anche di Fdi: "Esecutivo chiarisca i rapporti con la Turchia". Polemiche social per un post, poi rimosso, di un consigliere veneto di Fratelli d'Italia.

Il leader della Lega Matteo Salvini critica il governo sulla gestione del rilascio di Silvia Romano, la cooperante italiana rapita in Kenya e liberata dopo 18 mesi di prigionia. Ma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio frena ogni polemica e scrive su Facebook: "Silvia è una giovane ragazza che ha vissuto 18 mesi da prigioniera. Prima in Kenya. Poi in Somalia. A soli 23 anni. Grazie all'impegno di donne e uomini dello Stato oggi è nuovamente in Italia, tra le braccia della sua famiglia. E questa è l'unica cosa che conta. Quell'abbraccio intenso, infinito, vero, emozionante di Silvia con il padre, la madre e la sorella ha commosso tutti. Silvia è viva, sta bene. Adesso, per favore, un po' di rispetto".

Nel dibattito interviene anche il padre della giovane, Enzo Romano, che in un'intervista al Quotidiano nazionale ha chiarito: "Silvia non è andata in Africa per diventare un'icona, è partita perché era quello che sentiva nel cuore. Penso che, come lei ci siano, tanti ragazzi che si danno da fare per il prossimo e che sono in prima linea per conquistare il mondo che vorrebbero: un mondo diverso e più giusto".

Le critiche di Salvini al governo.
Ieri era la Festa della Mamma e quindi della gioia per quella famiglia. Quando si libera una ragazza di 24 anni dopo 18 mesi è il momento della festa. Certo, qualche domanda deve avere una risposta", commenta Salvini a Rtl 102.5. "Ho letto - ha aggiunto il leader della Lega - che si è convertita all'Islam. Ricordo che in Kenya l'Islam è fuorilegge ed è punito con la prigione (falso, perché in Kenya vige la libertà di culto e i musulmani sono una minoranza importante. Inoltre la conversione di Silvia Romano è avvenuta in Somalia, ndr), e i soldi del riscatto sarebbero stati incassati da questa organizzazione terroristica,  Al-Shabaab, che coi suoi attentati ha ucciso centinaia di persone".
E ha aggiunto: "Io al ritorno avrei tenuto un atteggiamento più sobrio da parte delle istituzioni, un profilo più basso. Penso che un ritorno più riservato avrebbe evitato pubblicità gratuita a livello mondiale a questi infami che nel nome della religione hanno ucciso centinaia di persone" .

Fdi: si chiarisca il ruolo della Turchia. 
Critiche sono arrivate anche da Fratelli d'Italia in merito al ruolo della Turchia nella mediazione per la liberazione della cooperante italiana. "Rimangono comunque molte zone d'ombra -  commenta il responsabile Esteri e Capodelegazione Ue di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza - a partire dal fatto che per responsabilità di chi ha mandato Silvia Romano ad operare in una zona senza la benché minima sicurezza l'Italia si è trovata a dover pagare un cospicuo riscatto alle milizie islamiste di Al Shabaab e ad affidarsi completamente alla mediazione della Turchia". E aggiunge: "Il governo chiarisca: dove e come cambia il nostro rapporto con la Turchia dopo la liberazione di Silvia Romano?". 

"Una bella notizia il rientro di Silvia Romano, spero e auspico che adesso il Governo italiano vada a stanare i suoi carcerieri", dice la leader di Fdi Giorgia Meloni.

Il post, poi rimosso, del consigliere veneto di Fdi. 
Intanto su Facebook scatena polemiche un violento post di attacco alla giovane cooperante pubblicato e poi rimosso dal consigliere veneto, con un passato nel Fronte della Gioventù, eletto con Forza Italia ma poi passato a Fdi, nonché vicepresidente del Consiglio regionale Massimo Giorgetti. "Se sono contento per la liberazione di Silvia Romano? Per niente. Ora avremo una musulmana in più e quattro milioni di euro in meno. Un affare proprio... E se un operatore della nostra intelligence ci avesse lasciato la pelle, lo Stato quanto avrebbe dato a vedova e orfani?" ha scritto Giorgietti.

 "Questo post di Massimo Giorgetti, poi rimosso, su Silvia Romano è vomitevole e lo è due volte perché l'autore è anche vicepresidente del Consiglio veneto", scrive su Facebook il consigliere del Pd Graziano Azzalin - postando uno screenshot dell'intervento di Giorgetti. "Sabato è stata liberata una ragazza, un'italiana che, come chiede sempre la destra, li stava aiutando a casa loro. Anziché gioire per la liberazione di una nostra connazionale, Giorgetti la attacca per la sua conversione religiosa, un fatto del tutto privato, accodandosi alla peggiore destra becera con parole ben poco istituzionali. La libertà di culto in Italia è garantita dall'articolo 19 della nostra Costituzione, che magari a qualcuno piace poco perché è una Costituzione antifascista", conclude Azzalin.

https://www.repubblica.it/politica/2020/05/11/news/salvini_rietro_silvia_romano-256286148/?ref=RHPPTP-BH-I256171095-C12-P4-S1.12-T1

Aiutiamoli a casa loro? - Massimo Erbetti

Immigrazione, quali soluzioni dai partiti per il problema più ...

Aiutiamoli a casa loro è una verità, un pensiero, o solo una scusa per lasciarli al loro destino?
Dopo gli ultimi fatti accaduti, dopo la liberazione di Silvia Romano, mi frulla in testa questa domanda a cui purtroppo non riesco a dare risposta.
Secondo alcuni, se "Silvia avesse fatto volontariato in Italia, ora non si troverebbe in questa situazione" ...si vero giusto, anzi giustissimo, dico io... "ma facendo volontariato in Italia non avrebbe potuto "aiutarli a casa loro"...".a questa mia affermazione, la risposta è:" c'è tanta gente in difficoltà qui, perché andare ad aiutare altri? ". Per cui, non è vero che volete aiutarli a casa loro, non li volete proprio aiutare. Altri dicono che" si è pure convertita all'Islam", e allora? Che significa? Perché adesso è di una religione diversa dovevamo lasciarla lì? Vanno salvati solo i cattolici? I mussulmani, i buddisti ecc., tutti lasciati al loro destino? Eppure la nostra Costituzione è chiara in merito:


Art. 3.
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese"


Un'altra domanda mi frulla poi in testa: come mai per i Maró, non ci furono tutte queste polemiche? Loro (i Maró) erano su una nave di un armatore privato a difendere gli interessi di un privato, non se ne potevano stare a casa loro? Forse molti hanno dimenticato che i Maró erano li in base al decreto legge del 12 luglio 2011 che aprì la strada all'imbarco dei militari sulle navi civili battenti bandiera italiana e alla convenzione dell'11 ottobre dello stesso anno tra il ministero della Difesa e la Confederazione italiana armatori.
Insomma "aiutiamoli a casa loro" quando ci sono interessi economici va bene, quando invece lo si fa per contrastare fame, malattie, e disperazione no?
Uno Stato degno di tale nome, non si pone il problema del perché un italiano si trovi all'estero e neanche a fare cosa, uno Stato, un vero Stato, fa di tutto per riportare a casa i propri "figli" e che essi si chiamino Silvia Romano, Massimiliano Latorre o Salvatore Girone, poco importa. Ma voi di questo ve ne fregate, per voi ci sono figli e figliastri, alcuni vanno salvati e altri lasciati al loro destino.


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Prescindendo dal fatto che, per aiutarli a casa loro, dovremmo liberarli dall'oppressione degli stati che rubano le risorse delle loro terre riducendoli alla fame.

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

Lo Strillone
Facci lei. “Ce la caveremo alla faccia loro e sopravviveremo alla faccia loro, in nostra fremente attesa – il signor Giuseppe Conte in particolare – che si disperdano come flatulenze nello spazio” (F.F., Libero, 30.4). Questo deve aver ricominciato ad alitare contro vento.
I have a dream. “Brutto show: il centrodestra al traino dei pm” (Il Foglio, 8.5).Ma in manette?
He has a dream. “Un anno senza ta sse” (il Giornale, 10.5). Poi, alla peggio, si va ai servizi sociali a Cesano Boscone.
Morte presunta. “Finalmente buone notizie. Il virus? A giugno sarà morto” (Libero, 4.5). Esattamente a che ora?
Trova le differenze/1. “Quest’estate confido che… potremo andare in vacanza… al mare, in montagna, in collina ci andremo. Sarebbe bello, per aiutare il settore duramente colpito del turismo, che tutti gli italiani passassero le ferie in Italia” (intervista del Fatto quotidiano al premier Giuseppe Conte, 6.5). “Quest’estate potremo… andare al mare, in montagna, godere delle nostre città. E sarebbe bello che gli italiani trascorressero le ferie in Italia” (intervista del Corriere della sera al premier Giuseppe Conte, 10.5). Oddio, e le colline?
Trova le differenze/2. “Ora spetta al ministro Bonafede rispondere in maniera completa… E mi chiedo: che cosa sarebbe successo se tutto questo fosse accaduto nell’era Berlusconi?” (Massimo Giletti, Corriere della sera, 5.5). “Pensate se fosse successo a un ministro della Lega o di Berlusconi… Il ministro deve chiarire, possibilmente in Parlamento” (Salvini, Facebook, 5.5). Non è l’Arena: è Salvini.
Lo chiamavano Sudore. “Fabrizio mi dice ‘sei un misero, si vede dalla casa’. Eh Fabrizio, se vuoi un riccone, un milionario, vai a guardarti la diretta di uno di sinistra, del Pd… Io non ho nessuna invidia, nessuna gelosia, perché chi guadagna tanto significa che lavora tanto, e quindi buon per loro. Io mi accontento di quello che il buon Dio e la fortuna mi danno. Chi s’accontenta gode…” (Matteo Salvini, segretario Lega, Instagram, 3.5). Chiedetegli tutto, ma non di lavorare.
Vittoria di Pirla. “Il Tar ferma la Calabria sui bar. Ma la Santelli non arretra: ‘É una vittoria di Pirro. Con la mia ordinanza ho aperto il dibattito. Non ho avuto suggeritori” (Corriere della sera, 10.5). Le cazzate sono solo sue e se ne vanta.
Slurp. “Un grandissimo @matteorenzi oggi in Senato” (Ivan Scalfarotto, Iv, sottosegretario Esteri, Twitter, 30.4).Che s’ha da fa’ pe’ campa’. 
Pluralis maiestatis. “La tentazione statalista nega la nostra identità” (Roberto Formigoni nella sua nuova rubrica “La frustata” su Libero, 10.5). Parla a nome di tutti i colleghi detenuti o solo di qualcuno?
La Regione dei record. “La Lombardia ha una marcia in più” (Antonio Socci, Libero, 10.5). Per i carri funebri.
Toti per Toma. “Il nostro Paese è diverso: se io apro le spiagge produco un effetto massa di sicuro, cosa che non faccio se le apre il mio amico Toma del Molise… lui forse produrrà qualche persona che va su una spiaggia di un fiumiciattolo o di un lago” (Giovanni Toti, presidente Liguria, colto in fallo da nonleggerlo.it, Diritto e Rovescio, Rete 4, 30.4). Ora il suo amico Toma lo avverta che il Molise si affaccia sull’Adriatico.
Senti chi parla/1. “Da Salvini a Renzi, fino a Conte: nessuno ammette errori” (Marco Follini, l’Espresso, 10.5). Noi, per dire, stiamo ancora aspettando che uno che stava con B. e Cuffaro ammetta i suoi.
Senti chi parla/2. “Il Fatto quotidiano, un giornale mascalzone” (Andrea Marcenaro, Il Foglio, 9.5). Ma non abbastanza da far scrivere Marcenaro.
Nostalgia canaglia. “Torna l”Avanti!’ con Martelli alla guida. ‘Ma niente nostalgie’” (Corriere della sera, 26.4). Tranquillo, non c’è pericolo.
Oltre. “Oltre i sondaggi. Perchè Salvini non è in crisi” (Pietro Senaldi, Libero, 8.5). Anzi, mai stato meglio.
I governi della settimana. “Conte senza maggioranza” (il Giornale, 4.5). “Il Pd fa già le prove generali di quando scaricheranno il premier” (ibidem, 5.5). “Adesso Conte ha paura” (ibidem, 6.5). “Lo spettro del voto non salva Bonafede” (Augusto Minzolini, il Giornale, 6.5). “Conte paternalista e retorico, serve un altro premier. Magari Draghi” (Carlo Calenda, Il Dubbio, 6.5). “Bonafede è la miccia per far saltare Conte” (La Verità, 8.5). “La resa del Conte” (il Giornale, 8.5). “L’emergenza economica durerà. Per affrontarla serviranno equilibri nuovi e diversi” (Massimo Giannini, La Stampa, 10.5). “Giorgetti: ‘La bottiglia è nel mare’. Dentro c’è il governo d’unità nazionale” (Francesco Verderami, Corriere della sera, 9.5). O, più probabilmente, del Tavernello.