mercoledì 3 febbraio 2021

L’ultima farsa dei tavoli e le teste da tagliare: così Renzi ha rotto tutto. - Luca De Carolis, Wanda Marra

 

Alle 19 Matteo Renzi telefona all’esploratore, Roberto Fico, per dirgli che non ci sono più margini per il Conte ter. “È finita”. Game over. ll distruttore ha distrutto. E forse poteva solo finire così, con un cumulo di macerie. Solo lì poteva fermarsi Renzi, a ciò che ha fatto ieri sera: rovesciare il tavolo sui possibili nomi del Conte ter per ottenere la testa che era la sua ossessione, quella dell’ex presidente del Consiglio, di Giuseppe Conte, con l’obiettivo di spaccare ora e per sempre anche l’alleanza giallorosa tra Pd e M5S, quel matrimonio tra diversi che un anno e mezzo fa aveva favorito e che ora vuole sabotare per mille ragioni. “Ci affidiamo alla saggezza di Mattarella” twitta il capo di Iv a missione appena compiuta, attorno alle 19.30. E in quelle righe stipa i presunti torti degli ex alleati: “Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta velocità, Anpal, Reddito cittadinanza, su questo abbiamo registrato la rottura”. Ha rotto sulle altre teste che non ha potuto far rotolare e sui totem grillini che non ha potuto distruggere. E lo rivendica, dopo aver mandato ieri mattina le fedelissime Maria Elena Boschi e Teresa Bellanova a trasformare in commedia dell’arte l’altro tavolo a Montecitorio, quello pubblico, sui temi. Una riunione dove ieri le italo-vive hanno detto di no a tutto e ritirato fuori dagli Inferi perfino il Tav, tanto per mettere le dita negli occhi dei grillini.

Neanche hanno risposto, quando Leu ha provato a stanarle, a chiedere se volessero Conte ancora a Palazzo Chigi. E alla fine del tavolo slittato più volte i partiti non sono riusciti neanche a stilare un verbale di sintesi, neanche fossero automobilisti che litigavano sul Cid. Secondo Iv la bozza andava completamente riscritta. E di fatto era già finita lì, quando Fico è uscito fuori dalla riunione nella Sala della Lupa con la furia negli occhi, conscio di essere stato preso in giro. Inutili i tavoli, inutili le telefonate dell’ultimo minuto di Fico a tutti i leader, a partire da Renzi. L’ex premier aveva già deciso di premere il bottone rosso. Dietro di sé lascia avversari feriti, con 5Stelle vari che già rimproverano al reggente Vito Crimi la linea al tavolo, l’aver dichiarato intoccabili il Guardasigilli Bonafede e la ministra all’Istruzione Azzolina. “Qualcosa dovevamo cedere” rumoreggiano la pancia parlamentare e qualche big. Crimi però non ostenta dubbi e precisa: “Iv sindacava sui nostri nomi e voleva solo poltrone, non dava rassicurazione su Conte premier”. Nel Pd gli stracci devono ancora cominciare a volare ufficialmente, anche se da giorni è sotto accusa soprattutto il protagonismo di Goffredo Bettini. Dario Franceschini ha cercato di portare avanti la trattativa dall’inizio alla fine, gestendo anche le battaglie sotto traccia dentro tutta la coalizione. Come quella sui vicepremier: i dem li avrebbero voluti, il M5S ha fatto muro, anche per evitare un commissariamento di Conte. Problemi marginali rispetto alle intenzioni di Renzi.

“Ha pesato soprattutto il veto sulla Boschi”, racconta chi nel Pd è rimasto al tavolo sui contenuti. In cambio della rinuncia a “Meb”, Renzi ha chiesto a Crimi e a Franceschini tre ministeri: voleva Ettore Rosato alla Difesa, il Lavoro per Teresa Bellanova, un terzo discastero per Luigi Marattin o Raffaella Paita e un viceministro. Oltre a un accordo sulla prescrizione, intorno al Lodo Annibali. Il Pd ha fatto muro sul Lavoro, per via del jobs act. A Iv hanno offerto il ministero dell’Agricoltura, il Mit, un terzo ministro di area e un viceministro. Non è bastato. Renzi voleva la testa di Alfonso Bonafede e Lucia Azzolina. Ufficialmente, ma in questi giorni ha chiesto di tutto. E alla fine ha rotto, con una telefonata che è sembrata recitata, come se fosse fatta di fronte a una platea. Dopo aver passato la giornata inveendo contro il mancato accordo e dando le sue ricette per il futuro. “Ora scommetto su Draghi”. Nel suo disegno, questo governo sarebbe appoggiato da Forza Italia e Pd e avrebbe l’astensione della Lega di Salvini. E i Cinque stelle? “Non potrebbero dire di no”. Mentre la giornata si chiude, con il presidente Sergio Mattarella che fa un appello a tutte le forze politiche per arrivare a un governo in grado di gestire le tante emergenze che il Paese deve affrontare, il Pd sgomento interviene per dire che “è finita l’alleanza con Iv”, per sottolineare, con Andrea Orlando, che Renzi aveva dall’inizio l’idea “di far saltare questa formula, legata a un’alleanza”. E le tenebre si allungano, su tutto il sistema politico.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/03/lultima-farsa-dei-tavoli-e-le-teste-da-tagliare-cosi-renzi-ha-rotto-tutto/6088296/

Grazie, Presidente.

 

Grazie, Presidente.
Resterai il mio presidente preferito, grazie di cuore per aver speso parte della tua vita per garantire la mia.
Sei stato un soffio di aria pulita nel mefitico mondo della politica, sei stato la prova che le persone per bene, per quanto siano poche, esistono ancora.
E' durato poco il tuo mandato, ma lo ricorderemo per sempre, con il rimpianto di non averti saputo difendere, come tu hai fatto con noi.
Grazie, Presidente, per averci infuso tranquillità in un periodo di difficoltà, per averci mostrato che un paese si può amministrare con responsabilità ed abnegazione, così come dovrebbe essere sempre,
Grazie, Presidente, le auguro una lunga e bella vita, con gratitudine, una cittadina italiana.

cetta

Democrazia? Oligarchia!

 

Benvenuti in Oligarchia, altro che Democrazia!
I politici italiani ci hanno fatto capire che il nostro voto, la nostra volontà, valgono nulla e che a comandare e godere di privilegi sono loro, Infatti, anche i meno influenti tra loro possono decidere sulle nostre sorti.
Siamo sudditi obbligatari nei loro confronti e costretti a mantenerli anche se vorremmo mandarli a pascolare...
Sono pecore al soldo di chi ha il potere economico, sono cagnolini in cerca di ossa da spolpare, non hanno la più pallida idea di che cosa significhi amministrare un paese.
La prova l'ha data il bulletto purulento con il suo 2%.
In Italia non c'è solo qualcosa che non va, in Italia non c'è più nulla che vada nel verso giusto.
E' tutto da rifare!

cetta

Un no gentile ma netto. - Marco Travaglio

 

Non è vero che l’esplorazione di Fico sia stata totalmente inutile. Non ci ha ridato un governo, ma almeno ha spiegato fino in fondo a chi ancora avesse dubbi cosa c’era dietro la crisi più demenziale e delinquenziale del mondo scatenata da Demolition Man: al netto delle ragioni psicopolitiche, dall’invidia per la popolarità di Conte alla frustrazione per l’unanime discredito che lo precede su scala mondiale (Arabia Saudita esclusa), ci sono l’inestinguibile bulimia di potere, l’acquolina in bocca per i 209 miliardi in arrivo, la fame atavica di poltrone del Giglio Magico e la congenita allergia per una giustizia efficiente e uguale per tutti. Mentre a favore di telecamere andava in scena lo spettacolo dei tavoli tematici – una farsa dove Iv chiedeva di tutto e di più, forse anche Nizza e Savoia e l’Alsazia-Lorena, e i 5Stelle aprivano financo al “lodo Orlando” per rivedere la blocca-prescrizione se entro sei mesi non fosse passata la legge Bonafede accelera-processi – dietro le quinte si discuteva della ciccia: le famigerate “poltrone”. Mister Due per Cento vi è talmente allergico che voleva passare da due a tre o quattro. Possibilmente anche per la solita Boschi, possibilmente alle Infrastrutture per perpetuare e anzi ingigantire la tradizione dei conflitti d’interessi (Maria Etruria è indagata con l’Innominabile per finanziamenti illeciti, anche da Toto, concessionario autostradale di cui sarebbe diventata il concessore).

Che fosse tutta una questione di poltrone era chiaro fin dall’inizio a tutti, fuorché alle civette sul comò dei talk pomeridiani, che ogni giorno si arrampicano sugli specchi per dar la colpa ora a Conte, ora ai 5Stelle, ora al Pd, ora a fantomatiche “crisi di sistema” pur di proteggere il loro beniamino nell’unico luogo in cui ancora lo prendono sul serio: certi studi televisivi. Il bello è che il noto frequentatore di se stesso, oltreché ai ministri suoi, pretendeva pure di scegliere quelli altrui. Cominciando, indovinate un po’, da Bonafede, Azzolina, Gualtieri e Arcuri, per mettere le mani su Giustizia, Tesoro, Scuola e acquisti anti-Covid. Mentre le civette ancora gli guardavano le spalle, il Tafazzi di Rignano confessava tutto ai suoi (e all’Ansa): “Crimi non cede su nessun nome”. E meno male che non era una faccenda di poltrone. Ora, perché le cose non finiscano male con governissimi o altri orrori, basta che M5S, Pd e LeU siano coerenti e dicano un garbato ma fermo no all’ammucchiata del Colle e di Draghi, per salvare l’unica coalizione che può competere con queste destre: la via maestra è il rinvio di Conte alle Camere; e, in caso di sfiducia, il voto al più presto possibile. Di regali a Salvini & C. ne ha già fatti troppi il loro cavallo di Troia.

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martedì 2 febbraio 2021

Il peggiore.

 

Questo è, senza alcun dubbio, il peggior pseudo-politico che abbiamo mai potuto avere nella nostra povera Italia.
Vuole l'impossibile, lui che è indagato per l'operazione Open, lui che ha i genitori indagati per vari reati, vorrebbe mettere le mani sulla riforma della giustizia... Vi immaginate quale riforma potrebbe produrre?
Lui che quando era al governo come pdc ha fatto approvare leggi ammazza lavoro, ha tagliato fondi all'istruzione, alla sanità, ha quasi sovvertito i canoni di giustizia e legalità, ora pretende che si metta nero su bianco sul programma di governo ... Naturalmente, essendo egli stesso poco credibile, pensa che anche gli altri siano come lui, inaffidabili.
Non vedo l'ora che scompaia dalla politica, abbiamo bisogno di pulizia, non di aumentare la lordura che già esiste.
Mi dà fastidio anche vederlo.
cetta

Aifa: 'Il vaccino AstraZeneca anche per gli over-55 senza fattori rischio.

 

Sì al vaccino AstraZeneca anche fra gli over 55 in buona salute. "In attesa di acquisire ulteriori dati, anche dagli studi attualmente in corso, al momento per il vaccino Astra Zeneca si suggerisce un utilizzo preferenziale nelle popolazioni per le quali sono disponibili evidenze maggiormente solide, e cioè soggetti giovani tra i 18 e 55 anni,Si ribadisce tuttavia che, sulla base dei risultati di immunogenicità e dei dati di sicurezza, il rapporto beneficio/rischio di tale vaccino risulta favorevole" anche nei soggetti più anziani senza fattori di rischio". 

Lo precisa in un parere la Commissione tecnica scientifica dell'Aifa. 

La Commissione Aifa, nel ribadire che per tutti e 3 i vaccini attualmente disponibili "è stata accolta integralmente l'indicazione rilasciata da EMA, per cui tutti possono essere utilizzati nell'intera popolazione autorizzata", rileva innanzitutto la difficoltà di effettuare una comparazione corretta sulla base di confronti indiretti tra studi che, oltre ad aver arruolato popolazioni diverse, si legge nel parere, sono in gran parte ancora in corso.

Pur "con i limiti sopra evidenziati, i dati attualmente disponibili indicano che in termini di riduzione percentuale della frequenza di infezioni sintomatiche, l'efficacia del vaccino AstraZeneca - afferma la Commissione - risulta inferiore a quella dei vaccini a RNA messaggero. Il livello di protezione offerto dal vaccino AstraZeneca apporta comunque un beneficio rilevante in termini di contenimento della pandemia, anche in considerazione della maggiore maneggevolezza d'uso". Si rileva inoltre che i dati degli studi registrativi del vaccino AstraZeneca "mostrano un livello di incertezza nella stima di efficacia per i soggetti sopra i 55 anni, in quanto tale popolazione (nella quale tuttavia si è osservata una risposta in termini di immunogenicità) era scarsamente rappresentata". La Commissione ha quindi espresso il parere indicato nel "tentativo di contestualizzare le migliori condizioni di utilizzo di questo vaccino rispetto alle altre opzioni attualmente disponibili (Vaccino BioNTech/Pfizer e Moderna) e sottolineando che tale posizionamento deve intendersi come dinamico e che dovrà essere rivalutato alla luce delle ulteriori evidenze che si renderanno disponibili, compatibilmente con l'organizzazione complessiva della campagna vaccinale e con la disponibilità dei singoli vaccini"  
Si terrà oggi una riunione straordinaria della Commissione tecnico-scientifica dell'Agenzia italiana dei farmaco (Aifa) per discutere degli anticorpi monoclonali e per valutare una autorizzazione all'uso in emergenza di tali farmaci. Secondo alcuni studi gli anticorpi monoclonali hanno dimostrato un beneficio nel trattamento di pazienti Covid-19 non ospedalizzati.

https://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2021/02/02/aifa-il-vaccino-astrazeneca-anche-per-gli-over-55-senza-fattori-rischio_6a18cd39-0582-4c98-99b1-7fdc2b07b072.html

Sì, ma è ancora lunga. - Marco Travaglio

 

Caro Antonio, io mi fido meno di te. Partito in tromba per far fuori Conte, bombardare la coalizione giallorosa, spaccare 5Stelle e Pd, dirottare dove sa lui i 209 miliardi del Recovery, il tutto per nobili ragioni ideali e non certo per vili poltrone, lo statista di Rignano è lì che traffica per sistemare la Boschi. E ogni cinque minuti alza la posta: via Bonafede, Gualtieri, Arcuri, Tridico, Parisi, Benassi, via la blocca-prescrizione, dentro il Mes e la Bicamerale sul Recovery, e magari anche una fettina di culo disossata. Anche se e quando votasse la fiducia al Conte-ter, continuerebbe a fare l’unica cosa che sa fare quando non comanda lui: rompere. Quindi sì: le elezioni sono la soluzione migliore. Anche perché ci libererebbero per sempre di lui. E il trionfo del centrodestra non è più così scontato ed è assai probabile che, se Demolition Man continua a fare il suo unico mestiere, si scivoli verso le urne più facilmente di quanto si immagini. Tutte le chiacchiere e i fiumi di inchiostro sui governi Draghi, Cottarelli, Cartabia, Severino, Giovannini, Panetta, Fico, Di Maio, Patuanelli, Franceschini sono sprecati: la scelta del premier spetta al partito di maggioranza relativa, cioè ai 5Stelle, che l’han detto e ripetuto: “O Conte o andiamo all’opposizione”.
Anche i governi istituzionali, tecnici, di larghe intese, di scopo e di scopone scientifico sono fantascienza, salvo che M5S e Pd non stiano raccontando balle. I 5Stelle, se perdono Conte, non appoggiano nessun altro, la Meloni non li lascia certo da soli all’opposizione e a quel punto Salvini ha grossi problemi a ritrovarsi la rivale che gli punta il fucile carico. Così le intese si fanno ristrettissime, perché restano FI, Pd e la Lega di Giorgetti, sempreché i dem facciano ciò che negano di voler fare: sommare i propri voti a quelli sovranisti. In ogni caso i numeri non bastano. Ed eccoci alla terza e ultima opzione possibile. Che purtroppo non sono le elezioni subito, cioè a marzo, come sarebbe naturale in tempi normali. Ma a maggio/giugno, quando si spera che finirà la nuova ondata pandemica.

Più in là non si può andare perché a luglio scatta il semestre bianco. Quindi, senza maggioranza, Mattarella varerebbe un governo a tempo, di tipo tecnico-elettorale, anche di minoranza o “delle astensioni”, affidato a un personaggio super partes. E a fine aprile scioglierebbe le Camere. Prima, però, può rinviare il Conte-2 al Parlamento che – non dimentichiamolo – nell’ultimo voto di fiducia gliene aveva tributata una assoluta alla Camera e una relativa al Senato. Lì il Conte-2 aveva ottenuto 156 voti (più quello virtuale di un grillino malato di Covid e momentaneamente assente): tanti quanti ne avrebbe avuti l’opposizione se Iv avesse votato la sfiducia, come voleva l’Innominabile, poi dissuaso da molti dei suoi che oltre l’astensione non sarebbero andati e a quel punto avrebbero optato per la fiducia, regalando a Conte la maggioranza assoluta. Scena difficilmente ripetibile dopo l’ennesima rottura causata dal tappetino di Bin Salman: l’ultima, quella decisiva per portarci alle urne. A quel punto Iv potrebbe davvero spaccarsi, tra le evebraun renziane pronte a seguire il capo nel bunker perinde ac cadaver e gli italomorenti intenzionati a restare vivi. E il governo potrebbe persino ottenere la fiducia e andare avanti senza quel famoso gatto appeso ai maroni con uno che gli tira la coda da dietro. Insomma, la scelta fra Conte-ter ed elezioni non è immediata: passeranno purtroppo altri giorni, che sono esiziali per l’Italia, ma non per un leader totalmente irresponsabile.

Se invece, dopo i fuochi d’artificio delle ultime ore, costui scendesse a più miti consigli ricordandosi del suo 2% e accontentandosi di qualche poltrona in più, Conte avrebbe il dovere di provarci. Per tre ragioni. 

1) Guidarci in questi mesi cruciali per il Recovery Plan, la guerra dei vaccini, i ristori alle categorie penalizzate dalle chiusure e la lotta alla pandemia (dovrebbe concentrarsi solo su queste urgenze, lasciando al dopoguerra tutti i temi “divisivi”). 

2) Non prendersi la colpa di una crisi voluta da quell’altro. 

3) Salvare la coalizione 5Stelle-centrosinistra che, col valore aggiunto di Conte alla guida, potrebbe giocarsi la partita con Salvini con qualche chance di vittoria. Sempreché, naturalmente, Conte, 5Stelle, Pd, LeU ed Europeisti ritengano possibile andare avanti senza pagare un pizzo inaccettabile (tanto per essere chiari: Bonafede e le sue riforme non si toccano). Certo, l’eventuale Conte-3 partirebbe più debole del 2. Ma anche l’Innominabile perché, se tornasse a ricattare, a tradire gli impegni (stavolta scritti) e a far saltare il tavolo, anche le evebraun italomorenti potrebbero decidersi a mollarlo. O sedarlo e spedirlo in Arabia Saudita in una valigia. Sola andata.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/02/si-ma-e-ancora-lunga/6086823/