giovedì 29 aprile 2021

Ora e sempre Resistenza. - Marco Travaglio

 

Manca un giorno alla nuova Dittatura Sanitaria e nessuno dice nulla. Nove giorni fa, tomo tomo cacchio cacchio, il Consiglio dei ministri ha deciso che lo stato di emergenza vigente dal 31.1.2020, anziché scadere il 30 aprile durerà almeno fino al 31 luglio. E i partigiani di Lega, FI e Iv, che fieramente si opposero alle precedenti proroghe del duce Giuseppi, sono scesi dalle barricate e hanno votato a favore. E i giornaloni, che l’anno scorso conducevano un’eroica Resistenza contro le due proroghe del caudillo di Volturara Appula, ci abbandonano alla terza. A luglio l’Espresso denunciava in copertina lo “Stato di Cont-ingenza” del satrapo che “vuole allungare l’emergenza per tutto l’anno” e “trasforma la fragilità del suo governo nello strumento per conservare il potere”. L’emerito Cassese lanciava sul Corriere uno straziante grido di dolore: “Non dimentichiamo che Viktor Orbán cominciò la sua carriera politica su posizioni liberali”, “Lo stato di emergenza è illegittimo perché l’emergenza non c’è”. E La Stampa titolava un editoriale di Cacciari “Un’illogica dittatura democratica”. Poi a ottobre il nuovo golpe dell’Orbán con la pochette, con la scusa della seconda ondata di sua invenzione: “Emergenza non c’è”, tuonava il subcomandante Cassese a Omnibus.

A dicembre l’italovivo Rosato invocava “un cambio di passo” perché “Palazzo Chigi ha abusato dell’emergenza”. Il 20 dicembre, con 553 morti in 24 ore, Cassese denunciava sul Messaggero le “misure non previste dalla Costituzione e dettate in nome dell’emergenza che tale non è”. Antonella Boralevi fremeva di sdegno: “Il potere ci tiene da un anno, come un regime sudamericano, in uno stato di emergenza”. Galli della Loggia, sul Corriere, diceva basta “forzature, colpi di mano e personalismi” di Conte. Lawrenzi d’Arabia si sgolava: “Non abbiamo tolto i pieni poteri a Salvini per darli a Conte” (battutona ripetuta a pappagallo dal trio Faraone-Bellanova-Boschi). Poi il semprevigile Domani: “Non solo Recovery: ecco i pieni poteri di Conte”. Ancora l’Innominabile, in trasferta su El País: “Conte non ha il mojito, ma vuole pieni poteri come Salvini”, è “un vulnus democratico”, “la Costituzione non è una storia su Instagram”. E il Corriere che rilanciava un dotto studio della Fondazione Leonardo (presieduta nientemeno che da Violante): “Cesarismo e task force”. Il golpe era alle porte, ma fu sventato dalla Liberazione dei Migliori. Che però ci regalano altri tre mesi di emergenza. E la Resistenza dov’è? Cassese che fa? I due Matteo disertano così? I giornaloni mollano sul più bello? Ragazzi, vi vogliamo belli tonici come un anno fa. Resta un giorno per ripristinare la democrazia. Non deludeteci.

ILFQ

Eutanasia: assolti Welby e Cappato. "Un passo avanti, ora la legge".

 

I due erano stati assolti già in primo grado dall'accusa di assistenza al suicidio offerto a Davide Trentini.

Sono stati assolti Mina Welby e Marco Cappato, rispettivamente copresidente e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni. I giudici della corte d'assise d'appello ha confermato l'assoluzione di primo grado.

Il procuratore generale di Genova Roberto Aniello aveva chiesto la conferma dell'assoluzione.

I due erano stati assolti in primo grado dall'accusa di assistenza al suicidio offerto a Davide Trentini, malato di Sla e morto in una clinica in Svizzera nel 2017.

Il pg ha parlato per quasi due ore nella prima udienza del processo d'appello. Adesso la parola è passata ai legali degli imputati.    

"E' un passo avanti e adesso voglio chiedere a tutti di aiutarci a raccogliere le firme per il referendum. Davide avrebbe sorriso alla lettura della sentenza come ha sorriso quando se ne è andato". Così Mina Welby, copresidente dell'associazione Luca Coscioni. "Con questa decisione -ha detto Marco Cappato, tesoriere dell'associazione- si stabilisce un precedente importante, un principio importante: non è necessario essere attaccati a una macchina per essere aiutato a morire se si è anche dipendenti da un trattamento di sostegno vitale".

ANSA

mercoledì 28 aprile 2021

Grandi ritorni: il Mes. - Marco Travaglio

 

Oggi userò questo spazio per solidarizzare toto corde con Luigi Marattin. Sì, non è un refuso e nemmeno arteriosclerosi: intendo proprio il deputato italovivo. Che ieri, intervenendo alla Camera sul Recovery, mi ha dato grande soddisfazione, riprendendo una campagna che il Fatto lanciò fin dalla nascita del governo Draghi: “Vogliamo il Mes”. A furia di sentirlo invocare per due anni, in tutti i dibattiti parlamentari, le prime pagine di giornale, i talk televisivi, le conferenza stampa di Conte, i vertici della fu maggioranza giallorosa, ci eravamo alla fine convinti e anche un po’ arrapati su quel meraviglioso acronimo di tre lettere (Meccanismo europeo di Stabilità o Fondo salva-Stati). Per due anni ci domandavamo perché nessuno lo chiedesse in Europa e tutti lo pretendessero in Italia (a parte i putribondi populisti): che sia una fregatura tipo Grecia? Ma alla fine, per sfinimento, ci eravamo arresi: viva il Mes. Del resto, se ne parlavano bene Calenda e Lawrenzi d’Arabia (“col Mes molti morti in meno e tanti vaccini in più”), come dubitarne? Così quando Conte, che non lo voleva, fu sostituito da Draghi, non avemmo dubbi: è il Migliore, il Mes ce lo darà. Invece, nel discorso della fiducia, non se lo filò di pezza. Anche perché nessuno glielo chiese. Anzi tutti gli chiesero di non prenderlo perché ormai c’era Lui. “Presidente Draghi, il nostro Mes è lei!”, proruppe il renziano Faraone, noto economista della Magna Grecia, con la salivazione leggermente fuori controllo.

I giornaloni che avevano sempre il Mes in bocca spiegarono che l’“effetto Draghi”, con la sola imposizione delle mani, faceva precipitare lo spread, rendendo il Mes superfluo, forse dannoso. Strano: col Conte-2 lo spread s’era dimezzato (da 222 del 13.8.2019 a 106 del 6.1.2021) e nessuno se n’era accorto; poi la crisi innescata dall’Innominabile l’aveva fatto schizzare a 122 (lui che voleva farci risparmiare ben 360 milioni di interessi sul debito) e nessuno se n’era accorto; con Draghi lo spread scese nei primissimi giorni da 105 a 98, per poi tornare a 105. Il quale Draghi, nella conferenza stampa del 19 marzo, lo liquidò tranchant: “Oggi prendere il Mes sarebbe buttare via i soldi”. E tanto bastò a placare l’astinenza da Mes dei suoi più accaniti cultori, da Folli a Franco, da Molinari a Sallusti. Insomma, temevamo di non risentirne mai più parlare. Poi, ieri, lo sparo nel buio. Marattin ci ha strappato le parole di bocca: “Dobbiamo accedere alla linea pandemica del Mes. È trascorso un anno e noi di Iv non abbiamo cambiato idea” (in realtà l’han cambiata per la terza volta, ma fa lo stesso). Purtroppo non se l’è filato nessuno. Ma noi sì: sappia che siamo con lui.

ILFQ

Vaccino AstraZeneca, quali sono i sintomi di cui preoccuparsi e cosa fare. - Elena Del Mastro

 

Dopo le polemiche su AstraZeneca, il ministero della Salute ha pubblicato una nuova nota informativa aggiornata in cui definisce precisamente gli effetti collaterali del vaccino AstraZeneca rinominato Vaxzevria. “Il vaccino induce il sistema immunitario (le difese naturali dell’organismo) a produrre gli anticorpi e le cellule del sangue attive contro il virus, conferendo così una protezione anti COVID19. Nessuno dei componenti di questo vaccino può provocare COVID-19”, si legge nella nota. Nella nota è sottolineato come i benefici di Vaxzevria nel combattere la minaccia ancora diffusa del COVID-19 (che a sua volta provoca problemi di coagulazione e può essere fatale) continuano a superare il rischio di effetti indesiderati.

Correlazione tra il vaccino AstraZeneca e trombosi.

La nota spiega la correlazione tra il vaccino AstraZeneca e la possibilità che questi possano provocare trombosi“In seguito alla somministrazione di Vaxzevria sono stati osservati molto raramente coaguli di sangue – si legge nella nota –  spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), in associazione a bassi livelli di piastrine, in alcuni casi con la presenza di sanguinamento. Questa condizione includeva casi gravi con coaguli di sangue in siti diversi o insoliti come pure coagulazione o sanguinamento eccessivi in tutto il corpo”. La maggior parte di questi casi si è verificata nei primi quattordici giorni successivi alla vaccinazione e si è verificata principalmente in donne sotto i 60 anni di età. In alcuni casi questa condizione ha provocato morte.

Vaccino AstraZeneca, quali sono i sintomi di cui preoccuparsi.

Nella nota informativa sono precisati quali sono i sintomi che devono accendere un campanello d’allarme per cui è necessario contattare ilo medico. Questi sono: respiro affannoso, dolore al petto, gonfiore alle gambe o dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, consultare immediatamente un medico se, dopo alcuni giorni, si verificano mal di testa intensi o persistenti o visione offuscata dopo la vaccinazione, o se dopo pochi giorni compaiono lividi sulla pelle o chiazze rotonde in un punto diverso dal sito di vaccinazione.

“Con Vaxzevria possono verificarsi, come con tutti i vaccini, effetti indesiderati, sebbene non tutte le persone li manifestino. Richieda assistenza medica urgente se si manifestano sintomi di grave reazione allergica”, si legge ancora nella nota. Le reazioni possono essere una combinazione di diversi sintomi come sensazione di svenimento o stordimento, cambiamenti nel battito cardiaco, fiato corto, respiro sibilante, gonfiore delle labbra, del viso o della gola, orticaria o eruzione cutanea, nausea o vomito, mal di stomaco.

Gli effetti indesiderati comuni che possono interessare più di 1 persona su 10 sono dolorabilità, dolore, calore, prurito o lividi nel punto in cui viene praticata l’iniezione, sensazione di stanchezza (affaticamento) o sensazione di malessere generale, brividi o sensazione di febbre, mal di testa, sensazione di malessere (nausea), dolore alle articolazioni o dolore muscolare. Altri effetti comuni possono interessare fino a 1 persona su 10 sono: gonfiore o arrossamento nel punto in cui viene praticata l’iniezione, febbre superiore a 38°C, malessere (vomito) o diarrea e bassi livelli di piastrine nel sangue.

Effetti indesiderati non comuni (che possono interessare fino a 1 persona su 100) sono sonnolenza o sensazione di vertigini, diminuzione dell’appetito, ingrossamento dei linfonodi, sudorazione eccessiva, prurito o eruzione cutanea. Effetti indesiderati molto rari (possono interessare fino a 1 persona su 10.000) sono coaguli di sangue spesso in siti insoliti (ad es. cervello, intestino, fegato, milza), associati a bassi livelli
di piastrine nel sangue. “Se manifesta un qualsiasi effetto indesiderato, anche se non elencati di sopra, si rivolga al medico curante o contatti il centro vaccinale”, sottolinea la nota.

Avvertenze e precauzioni da adottare prima del vaccino AstraZeneca.

Vaxzevria non deve essere somministrato se è allergico al principio attivo o ad uno qualsiasi degli altri componenti di questo medicinale. “Si rivolga al medico o all’operatore sanitario del centro vaccinale prima di ricevere il vaccino se: ha avuto una grave reazione allergica o problemi respiratori dopo l’iniezione di un altro vaccino o dopo avere ricevuto il Vaxzevria in passato, è svenuto dopo un’iniezione, ha una malattia o un’infezione grave con febbre alta. Tuttavia, se ha una febbre lieve o un’infezione delle vie respiratorie superiori (come un raffreddore) potrà comunque ricevere la vaccinazione, ha un problema di sanguinamento, una tendenza alla formazione di lividi, o se usa medicinali per prevenire la formazione di coaguli di sangue, il suo sistema immunitario non funziona correttamente (immunodeficienza) o sta assumendo medicinali che indeboliscono il sistema immunitario (come corticosteroidi ad alto dosaggio, immunosoppressori o medicinali antitumorali)”.

Prima di fare il vaccino è necessario il medico o l’operatore sanitario del centro vaccinale se sta usando, ha recentemente usato o potrebbe usare qualsiasi altro medicinale, o se le è stato somministrato di recente qualsiasi altro vaccino.

Quando si è immuni dopo il vaccino AstraZeneca?

La durata della protezione offerta dal vaccino non è nota; sono tuttora in corso studi clinici volti a stabilirla. La protezione inizia da circa 3 settimane dopo la prima dose di Vaxzevria. I soggetti potrebbero non essere completamente protetti fino a 15 giorni dopo la somministrazione della seconda dose. Come con tutti i vaccini, la vaccinazione con Vaxzevria potrebbe non proteggere tutti i soggetti vaccinati. È pertanto essenziale continuare a seguire scrupolosamente le raccomandazioni di sanità pubblica (mascherina, distanziamento e lavaggio frequente delle mani).

Come viene somministrato il vaccino AstraZeneca?

Vaxzevria viene somministrato sotto forma di iniezione intramuscolare nella parte superiore del braccio. È previsto un richiamo ed è raccomandabile che la seconda dose dello stesso vaccino sia somministrata circa 12 settimane dopo la prima dose per completare il ciclo di vaccinazione. È molto importante che venga eseguita la seconda somministrazione per ottenere una risposta immunitaria ottimale. Qualora dimenticasse di tornare alla data prestabilita per la seconda somministrazione si rivolga al suo medico curante o al centro vaccinale dove è stata somministrata la prima dose.

AstraZeneca in gravidanza e allattamento

Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza o se sta allattando con latte materno, chieda consiglio al medico prima di ricevere questo vaccino. L’esperienza sull’uso di Vaxzevria in donne in gravidanza è limitata. Gli studi di tossicità riproduttiva sugli animali non sono stati completati. Sulla base dei risultati dello studio preliminare, non sono previsti effetti sullo sviluppo del feto. La somministrazione di Vaxzevria durante la gravidanza deve essere presa in considerazione solo quando i potenziali benefici sono superiori ai potenziali rischi per la madre e per il feto.

ilriformista

DA CHE PARTE STARE? DALLA PARTE DI CHI SOFFIA SUL FUOCO O DALLA PARTE DI CHI PROVA A SPEGNERE L’INCENDIO? - Giuseppe Conte

 

Governare in tempi di pandemia è una responsabilità dura, durissima. Si è costretti a intervenire con misure limitative di alcune pur fondamentali libertà costituzionali, a chiedere grandi sacrifici ai propri connazionali. Posso garantirvi che si tratta di scelte difficili, anzi difficilissime. Ma la responsabilità di governo impone di tutelare la salute dei cittadini oltreché di preservare il tessuto economico e sociale. E talvolta tutto questo si traduce in scelte a primo giudizio impopolari, poco adatte a chi in tempi di pandemia preferisce guardare alle tabelle dei consensi.
Una forza politica è libera di scegliere la via più comoda dell’opposizione, sperando di riuscire a intercettare il diffuso malcontento delle tante famiglie e imprese che stanno affrontando una durissima prova.
Oppure può decidere di condividere le responsabilità di governo, avendo così la possibilità, con i propri ministri, di sedere ai tavoli dove si formano le decisioni e orientare le scelte. Utilizzare la propria posizione per incassare onori e vantaggi, rifuggendo però oneri e responsabilità, è tanto facile quanto ingiusto e scorretto.
Per rispetto dei nostri concittadini che soffrono abbiamo tutti il dovere di essere trasparenti: è intollerabile in piena pandemia fingere di essere all’opposizione per cavalcare il malcontento dei cittadini e al tempo stesso assestarsi comodamente al vertice di ministeri importanti e sedersi tra i banchi della maggioranza per lucrare vantaggi, per appuntarsi medaglie e piantare bandierine.
Sia chiaro, nessuno qui esulta per un coprifuoco che dal periodo invernale si trascina alle ore 22. Si tratta di una forte limitazione alla libertà di circolazione, un sacrificio personale ed economico enorme per molti di noi. È una misura che non può che essere transitoria. Confidiamo tutti che possa essere rivista il più presto possibile, non appena l’andamento della curva epidemiologica lo permetterà. Ma sempre sulla base dei dati scientifici, applicando i criteri di adeguatezza e di proporzionalità.
Cosa faranno adesso i ministri leghisti? Si accoderanno ad apporre le proprie firme alla iniziativa propagandistica contro il coprifuoco lanciata ieri dal loro leader di partito, oppure si dissoceranno? Immagino che tutti i cittadini vorrebbero idealmente firmare non solo contro il coprifuoco, ma contro tutte le limitazioni e le sofferenze che questa pandemia ci sta procurando. Ma forse, prima di tutto, i cittadini pretendono dai propri governanti trasparenza e correttezza.
Bisogna scegliere da che parte stare: se da quella di chi soffia sul fuoco o da quella di chi si rimbocca le maniche per spegnere l'incendio.

Giuseppe Conte su Fb

martedì 27 aprile 2021

Tuttotutto nienteniente. - Marco Travaglio


Più passano i giorni, più si conferma che i Governi di Tutti diventano subito Governi di Nessuno. Accadde a Monti, dieci anni dopo accade a Draghi. Presto, consegnato il Recovery e proseguita bene o male (più male che bene) la campagna vaccinale, i partiti che lo sostengono come la corda sostiene l’impiccato gli (e si) domanderanno: e mo’ che ci stiamo a fare? Il vaghissimo programma enunciato in Parlamento a metà febbraio richiede una decina di legislature. Quindi non finiremo neppure questa. Basta leggere la prima intervista concessa, anzi inflitta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia al povero Massimo Giannini, che non meritava un tale supplizio. Intervista che, intendiamoci, promette benissimo: se la Guardasigilli fa quello che dice, ci sono ottime speranze che non faccia niente, visto che in due pagine e mezza (23 risposte ad altrettante domande) riesce a non dire assolutamente nulla. E un governo con un partito guidato da un pregiudicato (FI), uno da un imputato (Lega) e uno da un indagato (Iv) meno si avvicina alla giustizia e meglio è per tutti.

Eppure di cose da raccontare, volendo, la Guardasigilli ne avrebbe avute: tipo quanti indagati, imputati e condannati ha incontrato nella sua lunga militanza in Comunione e liberazione, da Formigoni in giù. O quante parole (due? tre?) ha cambiato al piano Bonafede per l’utilizzo dei 3 miliardi di Recovery, che il suo predecessore non poté illustrare al Parlamento il 28 gennaio perché Iv, FI, Lega e centrini vari ne avevano preannunciato la bocciatura a prescindere, senza neanche leggerlo o ascoltarlo. E che ora, da lei fotocopiato e firmato con la tecnica del cuculo che nidifica in casa d’altri, è diventato uno splendore da affiggere a edicole unificate. Ma su questi dettagli la Cartabia Copiativa sorvola. In compenso approfitta del 25 Aprile, che non c’entra una mazza, per chiedere a tutti di “superare la tentazione dello scontro continuo”: quello che Giannini chiama “la guerra dei trent’anni”. Cioè il lungo inseguimento fra guardie e ladri che ha prodotto dal 1994 ottanta leggi ad personam per salvare dalla galera centinaia di potenti (soprattutto uno) allergici ai processi. Ora l’attacco sistematico, anzi sistemico degli impuniti ai loro giudici è soavemente descritto da colei che dovrebbe fermarlo come “scontro di idee e sensibilità diverse”, anzi “increspature”. Non è meraviglioso? Adesso però, a mettere d’accordo guardie e ladri, onesti e delinquenti, arriva il “metodo Cartabia”. Funziona così. Quando le chiedi se ha un’idea sulla prescrizione, lei risponde: “Ancora no”. E, se le domandi delle intercettazioni: “Per ora non le dico nulla”. Non è un amore?

ILFQ

Recovery: Draghi in Parlamento: 'Disponiamo di 248 miliardi. Prepariamo l'Italia di domani'.

L'intervento alla camera.

Presentato il piano alla Camera, oggi la replica.


"Sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr pur nella sua storica importanza sia solo un insieme di progetti, di numeri, scadenze, obiettivi. Nell'insieme dei programmi c'è anche e soprattutto il destino del Paese".

Lo dice il presidente del Consiglio Mario Draghi nelle comunicazioni in Aula alla Camera sul Recovery.  

Nel Pnrr c'è "la misura di quello che sarà il suo ruolo nella comunità internazionale, la sua credibilità e reputazione come fondatore Ue e protagonista del mondo occidentale. E' questione non solo di reddito e benessere, ma di valori civili e sentimenti che nessun numero e nessuna tabella potrà mai rappresentare", aggiunge  il presidente del Consiglio

IL RECOVERY TRASMESSO IN PARLAMENTO, 'UN PIANO EPOCALE'.

Secondo il premier, "nel realizzare progetti, ritardi, inefficienze e miopi visioni di parte peseranno sulle nostre vite soprattuto su quelle dei più deboli, i figli e nipoti e forse non ci sarà piu tempo per porvi rimedio".

"Il Recovery ha 3 obiettivi - spiega ancora Draghi -: il primo con un orizzonte ravvicinato è riparare i danni della pandemia, che ci ha colpito più dei nostri vicini europei, il pil caduto è dell' 8,7, i giovani e le donne hanno sofferto di più il calo dell'occupazione. Le misure di sostegno hanno attutito l'impatto sociale ma questo si è sentito sulle fasce più deboli", ha detto ancora Draghi.

Cgil, Cisl, Uil valutano "l'importanza strategica" del Piano di ripresa e resilienza quale "strumento fondamentale per la ripresa del Paese, per aumentare l'occupazione in particolare giovanile e femminile e per ridurre i divari territoriali. Per queste ragioni "considerano inadeguato il confronto finora avuto con il Governo in ordine alla definizione delle priorità strategiche, degli obiettivi e delle risorse del Piano stesso". Così i segretari generali Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri in una nota con le prime valutazioni sul Recovery.

Ecco i punti principali dell'intevento di Draghi.

248 MILIARDI A DISPOSIZIONE.

"Oltre al Pnrr da 191,5 miliardi e al Piano complementare da 30,6 miliardi "sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche". "È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, utilizzate nell'ambito del dispositivo europeo per il potenziamento dei progetti ivi previsti per 15,5 miliardi. Nel complesso potremo disporre di circa 248 miliardi di euro". A tali risorse, si aggiungono poi quelle rese disponibili dal programma REACT-EU che vengono spese negli anni 2021-2023. Fondi per ulteriori 13 mld".

26 MILIARDI ALLE OPERE.

"Sono stati stanziati entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche. Queste includono la linea ferroviaria ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria - che diventerà una vera alta velocità - e l'attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-Venezia".

22 MILIARDI SUL LAVORO, FOCUS AL GAP DI GENERE.

"La quinta Missione è destinata alle politiche attive del lavoro e della formazione, all'inclusione sociale e alla coesione territoriale. I fondi destinati a questi obiettivi superano nel complesso i 22 miliardi. Ulteriori 7,3 miliardi di interventi beneficeranno delle risorse di React-Eu. Sono introdotte misure a sostegno dell'imprenditorialità femminile e un sistema di certificazione della parità di genere che accompagni e incentivi le imprese ad adottare politiche adeguate a ridurre il gap di genere"

IMPEGNO PER LA PROROGA AL 2023 DEL SUPERBONUS.

"Per il Superbonus al 110% sono previsti, tra PNRR e Fondo complementare, oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo. Non c'è alcun taglio. La misura è finanziata fino alla fine del 2022, con estensione al giugno 2023 solo per le case popolari (Iacp). È un provvedimento importante per il settore delle costruzioni e per l'ambiente. Per il futuro, il governo si impegna a inserire nel disegno di legge di bilancio per il 2022 una proroga dell'ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021".

ASSEGNO UNICO STRUMENTO PER IL SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE.

"Grazie all'azione di questo Parlamento, l'assegno unico diventerà lo strumento centrale e onnicomprensivo per il sostegno alle famiglie con figli, in sostituzione delle misure frammentarie fino ad oggi vigenti. È una riforma che rappresenta un cambio di paradigma nelle politiche per la famiglia e a sostegno della natalità".

GARANZIA DI STATO AI GIOVANI CHE COMPRANO CASA.

"Oltre al piano agli asili nido, di cui ho già parlato, i giovani beneficiano dalle misure per le infrastrutture sociali e le case popolari. E in un prossimo decreto, di imminente approvazione, sono previsti altre risorse per aiutare i giovani a contrarre un mutuo per acquistare una casa. Sarà possibile non pagare un anticipo, grazie all'introduzione di una garanzia statale".

ASSISTENZA A CASA AL 10% DEGLI OVER 65 NON AUTOSUFFICIENTI. 

Nel Pnrr "è previsto un significativo incremento delle prestazioni un'assistenza domiciliare. Fino a prendere in carico entro il 2026 il 10% delle persone sopra i 65 anni che necessitano di assistenza oltre alle persone affette da patologia cronica". Lo dice il presidente del Consiglio Mario Draghi nelle comunicazioni in Aula alla Camera sul Recovery. "Introduciamo un'importante riforma per la non autosufficienza, con l'obiettivo primario di offrire risposte ai problemi degli anziani", spiega Draghi che sottolinea: "Dopo le sofferenze e le paure di questi mesi di pandemia, non possiamo dimenticarci di loro" 

I GIOVANI TRA I MAGGIORI BENEFICIARI DEL PIANO.

"I giovani saranno tra i principali beneficiari di tutto il Piano. Gli investimenti e le riforme sulla transizione ecologica creeranno principalmente occupazione giovanile. La creazione di opportunità per i giovani nel mondo del lavoro sarà anche l'effetto naturale degli interventi sulla digitalizzazione che, tra l'altro, consentiranno di completare la connettività delle scuole". 

LA CRESCITA DEL  MEZZOGIORNO UNA PRIORITA.'

"La crescita del Mezzogiorno rappresenta l'altro aspetto prioritario trasversale al Piano. Il potenziale del sud in termini di sviluppo, competitività e occupazione è tanto ampio quanto è grande il suo divario dal resto del Paese. Non è una questione di campanili: se cresce il sud, cresce anche l'Italia. Più del 50 per cento del totale degli investimenti in infrastrutture - soprattutto l'alta velocità ferroviaria e il sistema portuale - è diretto al sud"

 GIU' I TEMPI DEL PROCESSO CIVILE.

"Il Governo intende ridurre l'inaccettabile arretrato presente nelle aule dei tribunali, e creare i presupposti per evitare che se ne formi di nuovo. Questo è uno degli impegni più importanti ed espliciti che abbiamo preso verso l'Unione europea. L'obiettivo finale che ci proponiamo è ambizioso, ridurre i tempi dei processi del 40 per cento per il settore civile e almeno del 25 per cento per il penale" 

ENTRO MAGGIO IL DECRETO PER L'ATTUAZIONE DEL PNRR.

"Entro maggio presentiamo un decreto che interviene con misure di carattere prevalentemente strutturale volte a favorire l'attuazione del PNRR e del Piano complementare. Oltre a importanti semplificazioni negli iter di attuazione e di valutazione degli investimenti in infrastrutture, si procede a una semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni".

HO FIDUCIA NEGLI ITALIANI, ATTUEREMO AL RECOVERY.

"Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo che l'onestà, l'intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti. Questa certezza non è sconsiderato ottimismo, ma fiducia negli Italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l'emergenza ci chiama alla solidarietà, alla responsabilità"

ANSA