Solo la destra nazista di Zelensky li supera, ma perché è in guerra e nessuno lo controlla.
Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
venerdì 24 febbraio 2023
Fascisti nell'animo! - Angelo Rinascente Maragliano
giovedì 23 febbraio 2023
LA MELONI SERVA DI ZELENSKY - Viviana Vivarelli.
Le sei domande che vogliamo fare a Zelensky. - Marco Travaglio
mercoledì 22 febbraio 2023
Manuela Toto
Si salveranno solo i flessibili
sabato 18 febbraio 2023
COSA CI RENDE UMANI.
Quando possiamo definirci civili? Cosa sancisce, secondo voi, l'inizio della civiltà umana?
Prima di leggere, fermati un attimo e pensaci.
Durante una lezione tenuta dall'antropologa Margaret Mead, un suo studente le chiese quale fosse secondo lei il primo segno di civiltà di una cultura. Il ragazzo, così come i suoi colleghi, si aspettavano che menzionasse le armi, le pentole o le macine di pietra, tutte cose relative alla prima sopravvivenza.
E invece, Margaret Mead, diede una risposta inaspettata, che sicuramente ha aperto tutta una serie di riflessioni che si protraggono fino a oggi. L'antropologa, infatti, rispose che il primo segno di civiltà di una cultura era un femore rotto, guarito poi grazie alla presenza degli altri.
L'insegnante, per spiegare la sua teoria, fece un paragone con il regno animale. Quando un lupo, o qualsiasi altro animale, si rompe una gamba, muore. Le possibilità che sopravviva affinché l’osso guarisca da solo sono improbabili. Non può andare al fiume a bere o girovagare per cercare da mangiare. È immobile e in balia del destino, probabilmente diventerà il cibo di altri predatori.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.
Scheletri con i femori fratturati risalgono fino a 15 mila anni fa e suggeriscono che non solo le persone con il femore rotto sono sopravvissute all’infortunio, ma che altre, forse amici o famiglia hanno probabilmente rischiato la vita per proteggerli per prendersi cura dei loro bisogni.
Per Margaret Med: "Il primo passo verso la civiltà è un atto di compassione umana e diventa il fondamento di tutte le grandi conquiste dell” umanità. Aiutare qualcun altro in difficoltà è dove inizia la civiltà".
Cosa ne pensi?
Articolo scritto da Nuovi Mondi - Astronomia e Scienza
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Fonte: "A Healed Leg Bone – The Sign of a Civilized Society Margaret Mead", TWC, 2013
Credits photo: American Museum of Natural History - Margaret Mead, ritagliata e ridimensionata, 4000x2000px, Public Domain Mark 1.0; Yale University - Jeffrey Oak, ritagliata e ridimensionata, 4000x2000px, Yale University License.
https://www.facebook.com/differentofficialpage/photos/a.299762250185962/2422974831198016
venerdì 17 febbraio 2023
SU ZELENSKY BERLUSCONI DICHIARA CIÒ CHE LA SINISTRA TACE. - Massimo Fini - giornalista e scrittore - 14-2-2023
Non userò per Berlusconi il detto che anche un orologio rotto segna l’ora giusta almeno due volte al giorno. Perché Berlusconi è rotto fisicamente, nonostante i miracoli di Zangrillo, ma non mentalmente e le sue uscite, anche le più clamorose, anzi soprattutto le più clamorose, hanno sempre un senso. Con le sue dichiarazioni di domenica, nella giornata del silenzio elettorale, ma l’ex Cav se ne fotte di queste convenzioni come si è sempre fottuto di tutto, Berlusconi ha avuto il coraggio di affermare, da una posizione comunque apicale e quindi particolarmente esposta alle accuse dei sepolcri imbiancati della sinistra, ciò che la maggioranza degli italiani pensa (il 68 percento stando ai sondaggi) ma non osa dire. Rivediamo allora interamente queste dichiarazioni riferite a Zelensky ma non solo:
“Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore… Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il Presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili.”
Rivolto poi a Joe Biden ha detto:
“Per arrivare alla pace, il signor Presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina…bisogna che tu domani ordini il cessate il fuoco anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi. Solo questo potrebbe convincerlo ad arrivare a un cessate il fuoco.”
Che la guerra Russia-Ucraina non sia iniziata il 24 febbraio del 2022 ma nel 2014 con l’annessione della Crimea e in seguito con la violenta repressione da parte dell’Ucraina della popolazione russofona del Donbass, (circa il 38 percento) dettaglio quest’ultimo su cui i nostri “giornaloni”, per dirla alla Travaglio, hanno agilmente sorvolato, è vero.
È curioso e interessante che Berlusconi si sia messo in rotta di collisione con gli americani che sono da sempre il suo punto di riferimento culturale e politico. Berlusconi è sempre stato un ‘atlantista’ doc.
Perché queste dichiarazioni così rischiose? Per dare una mano al candidato del centro destra, Attilio Fontana, alle regionali lombarde? È poco probabile, il rischio non valeva la candela. Lo ha fatto per mettere in difficoltà Meloni? È possibile. Lo ha fatto per far cadere il governo? Impossibile, perché se si facessero nuove elezioni Forza Italia, già ridotta al 7 o all’8 percento, sparirebbe dalle mappe geografiche della politica italiana.
Non privo di interesse è l’appellativo “questo signore” appioppato a Zelensky. È probabile che Berlusconi, abituato nella sua vita ad avere una posizione dominante e ora messo un po’ da parte, provi rabbia e sia roso dall’invidia (l’invidia è un suo tema dominante, l’ex Cav pensa che tutti lo invidino, cioè in termini psicanalitici “proietta la sua ombra”) nel vedere quest’uomo senza qualità spadroneggiare in mezzo mondo. Del resto oltre a una questione ucraina dove è giusto stare oggi dalla parte degli ucraini, gli aggrediti, c’è una questione Zelensky molto personale e di tutt’altra natura. Quest’uomo, che scula dappertutto, che è presente ovunque, è venuto ad uggia anche a chi sta dalla parte dell’Ucraina. Per quanto riguarda il nostro paese sono intollerabili le continue intromissioni nella vita culturale italiana. Si è cominciato con il ‘caso’ Boris Gudonov dove si voleva impedire agli artisti russi di partecipare a quest’opera, in pratica eliminandola dal cartellone della Scala. Importante in quell’occasione è stata la presenza alla prima del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non era scontata, come a dire che la Scala, il massimo teatro operistico del mondo, è italiana e non ucraina. E si è andati avanti con altre intrusioni questa volta vincenti. In una lettera al Fatto esponenti del Donbass hanno ricordato che l’ambasciatore Melnyk ha ordinato ai sindaci di Bergamo e Brescia la cancellazione del concerto del pianista russo Denis Matsuev, ottenendola. In precedenza era stato annullato il concerto di Valentina Lisitsa e il balletto di Sergei Polunin. Rivolta a Giorgia Meloni la lettera concludeva così: ci chiediamo chi comanda in Italia? Lei o l’ambasciatore ucraino che rappresenta Zelensky?
Molto sgradevole, fino allo sgarbo, è stato il comportamento di Zelensky nei confronti di Giorgia Meloni. È vero che la settimana scorsa Macron e Scholz non avevano invitato a una cena con Zelensky la nostra Presidente del Consiglio, ma Zelensky avrebbe dovuto avere la buona grazia di pretendere la presenza anche di Giorgia Meloni. In fondo all’Ucraina abbiamo dato un miliardo di euro che servirebbero molto alla nostra economia disastrata.
In quanto alla sinistra, o cosiddetta tale, ha dimostrato ancora una volta la propria inconsistenza. Si potrebbe dire che Berlusconi l’ha battuta sul tempo, captando la sensibilità e gli umori della maggioranza della nostra popolazione. Ma non sarebbe esatto. È dal quel dì che la sinistra non capisce più l’elettorato, probabilmente nemmeno il proprio.
Di Massimo Fini
https://comedonchisciotte.org/su-zelensky-berlusconi-dichiara-cio-che-la-sinistra-tace/
martedì 14 febbraio 2023
DAL 2014 LA CARICA PIÙ ALTA IN MAGISTRATURA LA SCEGLIE MATTEO RENZI. - Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)
L'avvocato di Alberto Bianchi "caso Open", Fabio Pinelli, è stato eletto vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Dopo Legnini ed Ermini un altro uomo legato al "Giglio Magico" va a garantire i "Poteri" di fronte alla legge.
Nemmeno il diavolo in persona sarebbe capace di tale sfrontatezza!
Dopo che Matteo Renzi in persona, ha dichiarato sul suo libro e più volte in TV che è stato l’artefice delle nomine degli ultimi due vice-presidente del Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) [1][2], utilizzando il metodo Palamara, il nostro Presidente della Repubblica, capo del CSM stesso e custode della nostra Costituzione, accetta impassibile e probabilmente di buon grado, che anche questa nomina del suo vice a Palazzo dei Marescialli, sia dettata dagli stessi poteri che hanno mostrato agli italiani di essere capaci di ridurre la magistratura ad un degrado tale, da far perdere al nostro paese la qualifica di stato di diritto.
“Al vicepresidente appena eletto i miei auguri. Sono certo che saprà affrontare con senso istituzionale e con spirito collaborativo le funzioni rilevanti a cui è chiamato. Sono certo che il consiglio con la sua conduzione, affronterà con obiettività e concretezza anche le questioni più complesse che di volta in volta gli saranno sottoposte”. Così si è espresso il presidente della Repubblica. “Desidero ricordare anche qui il ruolo di questo Consiglio, organo di garanzia che la Costituzione colloca a presidio dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura. A lei, signor vicepresidente, spetta il compito di favorire la coesione dell’attività del Consiglio. L’adozione di delibere condivise, ne rende più efficace ed autorevole il percorso”, ha detto. [3]
All’ennesimo colpo di mano ha partecipato tutto il centro destra con a capo la Lega ed in prima persona Matteo Salvini, ormai adepto del “Giglio” a tutti gli effetti che ha fatto asse con Matteo Renzi, a conferma che la trasversalità è decisamente caratteristica cromosomica della genetica del nostro “deep state”.
Non saremmo qua a scandalizzarci e vomitare tutto il nostro disprezzo, se non che il nuovo vice di Mattarella al CSM, per pura casualità, non avesse difeso il guro della Lega Morisi e per giunta fosse colui che ha assistito Alberto Bianchi nel caso Open. E sempre casualmente, sempre rispetto al caso Open, essere stato scelto come legale in sostegno del Senato nel conflitto di attribuzioni con la procura di Firenze.
“Cerchiamo di essere credibili e trasparenti, mai obliqui, nell’interesse del Paese”, ha esordito Fabio Pinelli, prendendo la parola al Plenum. “Orienterò ogni mio comportamento nell’interesse del Paese”, ha continuato. “Avrò come riferimento la guida ed il faro del presidente della Repubblica”. Poi ha spiegato: “Il comportamento del Csm sia orientato sempre a scelte condivise”. Scusandosi per non aver preparato un discorso “sarebbe stato irrispettoso nei confronti di chi non mi ha votato” ha ammesso che dovrà svolgere un “incarico gravosissimo”, dicendosi “emozionato ed onorato”. La conclusione ha richiamato una citazione di Rosario Livatino, il giudice ucciso dalla mafia e proclamato beato. “Diceva che quando si muore nessuno chiederà se si è stati credenti, ma credibili”. [3-ibidem]
Concetti forti quanto di circostanza, vedremo come il vice presidente Pinelli riuscirà a non prostrarsi all’obliquità che gli verrà richiesta di fronte ai molti fascicoli giudiziari che sono a carico dei “fratelli” che si sono fatti in quattro per metterlo su quella poltrona.
Infatti, a turbare i sonni di Pinelli, ci sono le urgenti le nomine dei procuratori capo di alcuni distretti chiave. A Napoli il derby è tra il procuratore di Bologna Giuseppe Amato e quello di Catanzaro Nicola Gratteri, rimasto a bocca asciutta già tre volte (correva per Dap, Milano e Antimafia). Impossibile non accontentarlo. A Firenze dove era dato per certo l’approdo del ferreo magistrato calabrese, oggi procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco, qualcosa ci dice che dopo il “blitz” dei due “Matteo” (Renzi e Salvini), ci saranno delle sorprese.
Non dimentichiamoci che sul capoluogo toscano, orfano del procuratore generale dopo la partenza di Marcello Viola per Milano e dell’Avvocato generale, pesano tre procedimenti tosti: quello su Matteo Renzi e la Fondazione Open, gli strascichi delle indagini sulla Trattativa Stato-mafia e le stragi del ’92-93, la bomba inesplosa sui trojan di Luca Palamara.
Soprattutto per quanto riguarda il secondo fascicolo, oggi con il polverone sollevato dal fiancheggiatore dei fratelli Graviano, il gelataio palermitano Salvatore Baiardo [4][5], in merito alla sua puntale e precisa premonizione sull’arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro, collegata ad una nuova presunta trattativa fra pezzi deviati dello Stato e la Mafia, urge per i poteri profondi, una gestione più che perfetta per non far sì che questa seconda Repubblica si disintegri insieme a tutti i suoi più che spregevoli attori.
Da Firenze a Siena il passo è breve e gli affiliati alle logge da salvaguardare tanti. Il fatto che sia ancora reggente del posto di procuratore capo quel Nicola Marini, da 40 anni nella Rocca, invischiato nei pasticci del caso David Rossi (su cui indaga la Procura di Genova) e recentemente sfiorato da altre due indagini con molti buchi neri, lascia noi gente seria senza parole ed una bella palla di piombo al piede di Pinelli da gestire con precisione per non deludere chi con spirito di appartenenza lo ha appena nominato contando sui suoi servigi.
Questo nomina è l’ennesima dimostrazione che nel nostro paese il livello di corruzione politico istituzionale sta veramente andando oltre agli “standard” di alcuni paesi sudamericani. Ditemi voi se i 30 anni di latitanza dorata di Matteo Messina Denaro spesi a casa sua, non superano la presa in giro della detenzione di Pablo Escobar nella famosa Catedral, una prigione a cinque stelle auto-costruita, dove il narco trafficante di Medellin si godeva tutto il suo lusso più sfrenato.
Quello che è strano, il livello di assuefazione della massa è tale, che pare non scandalizzarsi più nessuno.
[1] Renzi ed Ermini “fratelli” coltelli: è l’inizio del terremoto politico italiano? – Megas Alexandros
[2] PALAMARA E RENZI ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, BUSCETTA ALL’ANTIMAFIA E JACK LO SQUARTATORE ALLA SANITÀ … – Megas Alexandros