giovedì 29 giugno 2023

Gianluca Vialli - Ettore Zanca

 

Questo è un disegno di Gianluca Vialli. L'ha fatto il Direttore Sanitario del Gaslini. Raffaele Spiazzi .
Quando gli ho chiesto come mai lo avesse disegnato mi ha detto "mi ha colpito l'espressione allegra eppure incavata del suo viso". L'ha realizzato con una biro.

Quel cogliere la sofferenza oltre l'apparenza osservando un particolare è quello che mi fa stare qui a non smettere di ascoltare storie come questa. Oggi mi ha raccontato un sacco di aneddoti. L'ospedale Gaslini è un posto che si racconta anche solo perché c'è. È come un nonno che si siede lì e aspetta i nipotini di cui prendersi cura.

È fatto di gente così. Che ogni mattina prima di andare al lavoro guarda la grande vetrata che osserva il mare e si sente meglio. È il posto dove senti odore di salsedine anche mentre vai da un reparto all'altro.

E il Direttore non lo sa ma Vialli è stato una presenza magica che insieme a chi mi è accanto mi ha portato a tentare di far parte di questa gente. A essere, spero a lungo, uno di quelli che guarda la vetrata, il mare, non si pente di nulla ed entra. 

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mercoledì 28 giugno 2023

Daniela Santanchè - Giuseppe Salamone

 

Macchine di lusso e appartamenti da migliaia di euro in centro. Tutto a nome della sua azienda, Visibilia Spa che continuava ad accumulare perdite nel bilancio.

Nello stesso momento, chi lavorava per lei, non veniva pagato così come i fornitori a cui chiedeva sacrifici e pazienza. E mentre la paladina ci veniva a fare la morale a reti unificate con pianti e vittimismo da due soldi perché nel suo bel locale estivo non trovava dipendenti con la scusa de "i ggggiovani non hanno voglia di lavorare" o "la ggggente preferisce stare sul divano a prendere il reddito di cittadinanza", metteva i dipendenti in cassa integrazione COVID a zero ore mentre continuava a farli lavorare.

Qua non siamo solo davanti al "non conoscere vergogna", siamo davanti a un personaggio che non dovrebbe avere accesso nemmeno al concorso pubblico per operaio Comunale (con tutto rispetto per gli operai Comunali), altro che Ministro di un Paese. Intanto in un paese serio si sarebbe già dimessa perché quando ci sono determinate testimonianze provate da parte dei dipendenti, non puoi stare un minuto in più nei vertici delle istituzioni.

Ma siccome siamo la Repubblica delle banane, anche la sua Presidente del Consiglio non dice mezza parola in merito tantomeno la accompagna alla porta. Un povero cittadino se dimentica di pagare mezza tassa si ritrova l'ufficiale giudiziario alla porta, questi invece fanno carriera. Incredibile!

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone
Giuseppe Salamone 

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Mario Draghi, Francesco Paolo Figliuolo. - Giuseppe Salamone

 

Sembra Giorgia Meloni, in realtà è un Mario Draghi in una versione diversa. Sulla guerra agisce esattamente allo stesso modo e sulla politica economica non ne parliamo visto che questi scappati di casa che stanno al governo, applicano un'austerità più pesante rispetto a quella imposta dai falchi dell'UE.

Evidentemente non era abbastanza, serviva un altro messaggio per sciogliere ogni dubbio, far capire che nulla è cambiato e nulla cambierà. Infatti il governo Meloni si appresta a rispolverare un nome abbastanza noto: quel genio contemporaneo del generale Figliuolo sarà nominato commissario per la ricostruzione dell’Emilia-Romagna dopo l’alluvione.

Entrano ed escono da un posto all'altro con una facilità disarmante; cambiano i governi ma i nomi restano sempre gli stessi. Chissà perché dove ci sono miliardi da maneggiare con cura, gira e rigira ci vanno sempre gli stessi. È una domanda che mi pongo quotidianamente.

Ovviamente non contano i risultati, nella nostra bellissima democrazia conta solo ed esclusivamente quell' "affidabilità" che garantisce sonni tranquilli al potere. Poi se non sei capace nemmeno di prendere una decisione senza contraddirti due secondi dopo o di saper spiegare il motivo per il quale le scelte prese, hanno prodotto risultati distastrosi, fa niente. Alla fine a piangere saranno sempre i cittadini, mica chi bazzica tra le stanze dorate.

Non c'è niente da fare, cambia tutto per non cambiare nulla. Delle volte sento dire che "la nostra democrazia ha gli anticorpi". Credo sia vero, la nostra democrazia ha gli anticorpi i quali si mettono in moto ogni qualvolta ci sia un reale pericolo di essere contagiati dalla vera democrazia. Altrimenti non si spiega come non vada più nessuno a votare. Ed effettivamente, pensandoci bene, a cosa serve votare se poi a prescindere da dove metti la croce ti ritrovi con gli stessi risultati e le stesse facce?

T.me/GiuseppeSalamone
Giuseppe Salamone
Giuseppe Salamone 

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lunedì 26 giugno 2023

IL DEBITO PUBBLICO DELL'ITALIA È L'IGNORANZA. - Carlow (bloggher)




















Il vero debito pubblico che ci sta affondando è davvero l'ignoranza degli italiani. Un male diffuso che distrugge tutto. L'ignorante non paga le tasse perché non le capisce. L'ignorante fa il furbo perché non sa fare altro. L'ignorante non conosce nemmeno i propri diritti. L'ignorante vota chi gli somiglia. L'ignorante non conosce la Storia e si fa convincere dai ciarlatani. L'ignorante parla di sé attraverso oggetti costosi perché i suoi pensieri sono poveri come il suo vocabolario. L'ignorante è arrogante perché non conosce i propri limiti. L'ignorante si ammazza con le droghe o la velocità perché ha sensi di inferiorità che lo fanno soffrire. L'ignorante fa razzia della cosa pubblica perché non capisce che sta segando il ramo dove è seduto. L'ignorante è violento perché gli mancano le parole per dire la sua. L'ignorante odia il mondo perché lo ha messo ai margini. L'ignorante pensa che può riscattarsi solo facendo soldi, in qualsiasi modo.

Questo è il vero debito pubblico dell'Italia! Saremmo un Paese ricco entro due decenni, forse meno, se i governanti lo capissero e riversassero risorse, umane e materiali, per la soluzione del problema. Ma non sono molto fiducioso...vista l'ignoranza della nostra classe politica.

domenica 25 giugno 2023

Il Ksar Draa a Timimoun, in Algeria.

 

Lo Ksar Draa di Timimoun, in Algeria, è un'antica rovina che si staglia in mezzo a un oceano di dune. Ksar Draa è uno dei famosi monumenti in Algeria. Si trova all'interno del deserto di Timimoun ed è caratterizzato dal suo design circolare e si ritiene che risalga a circa 1.000 anni o più. È tra una serie di palazzi circolari costruiti nel deserto. Si dice che questo progetto miri a proteggere il palazzo dall'erosione e ad essere appropriato Con il movimento del vento, per quanto riguarda la storia del palazzo, le informazioni su di esso sono ancora sconosciute anche ai residenti locali.

Continua su: 

https://themindcircle.com/architecture-in-the-ancient-world/?fbclid=IwAR1ZM8XdB-aTHdoyKxQAb9_ruwDHXEAeBnGavEKtPradunPACrMJvcB-n-M

Il papà di Di Pietro salvato da Cartabia. - Luca Teolato

 

L’uomo fu condannato dalla Corte dei Conti, la consulta annullò i verdetti.

Negli ultimi giorni è balzata agli onori della cronaca la biografia di Paolo Di Pietro, papà di Matteo, lo youtuber indagato per omicidio stradale per l’incidente avvenuto alla periferia sud di Roma che mercoledì è costato la vita a Manuel Proietti, bimbo di cinque anni. 

Quasi tutte le testate nazionali, dopo la diffusione di un video in cui l’uomo, dipendente del Quirinale, partecipa a una delle challenge del figlio guidando una Ferrari senza cintura, hanno ricordato i suoi precedenti con la giustizia per un’indagine per distrazione di denaro dalle casse della Presidenza della Repubblica di oltre 4,5 milioni di euro.

Un ricordo incompleto per la maggior parte dell’informazione che ha sottolineato che il papà dello youtuber ne è uscito indenne, con le accuse a suo carico archiviate in udienza preliminare, insieme agli altri imputati (tra prescrizioni e assoluzioni), compreso Gaetano Gifuni, segretario generale della Presidenza della Repubblica per Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi.

Ma Paolo Di Pietro e un altro suo collega sono stati condannati dai giudici contabili in via definitiva per il danno erariale provocato alle casse del Quirinale (come già raccontato nell’aprile del 2021 dal Fatto, ma a questo particolare ha accennato solo Repubblica che ha citato il nostro vecchio articolo).

Inoltre Stefano Imperiali, il giudice della Corte dei Conti che ha emesso nel 2016 la condanna di secondo grado nei confronti dei due dipendenti del Quirinale, stabilendo il risarcimento dell’intero danno erariale accertato dal consulente tecnico nominato dal pm del Tribunale di Roma, durante il processo in sede penale per la medesima vicenda, ha dovuto attraversare una serie traversie – tra contestazioni, sanzioni, rarefazione delle udienze – che se non sono mobbing di sicuro segnano la fine di una carriera.

Tant’è che circa un anno dopo la sentenza ha deciso di andare in pensione anticipata: 64 anni appena quando normalmente la soglia è, al netto di proroghe eventuali, di 70 anni.

Sacrificio risultato vano perché nel giugno 2018 è arrivata la sentenza della Corte Costituzionale, redatta da Marta Cartabia, allora giudice della Consulta, che ha annullato i verdetti di primo e secondo grado sui due dipendenti, accogliendo un ricorso della Presidenza della Repubblica per conflitto d’attribuzione tra poteri dello Stato, stabilendo che la giurisdizione spettava al Tribunale Civile anziché alla Corte de Conti.

Cartabia che in seguito diventerà presidente della Corte Costituzionale e poi ministro della Giustizia del governo guidato da Mario Draghi.

Imperiali ha presentato una denuncia alla Procura di Roma sulla vicenda per un verdetto che ha definito “incomprensibile” e che costituisce “un autorevole ‘precedente’ che certo porrà per lungo tempo tutti i dipendenti della Presidenza della Repubblica al gradito riparo da eventuali giudizi di responsabilità per danno erariale”.

Una denuncia che però è stata archiviata.

Intanto, Matteo Di Pietro ha deciso di lasciare Roma, in attesa di essere interrogato. Il giovane si è allontanato dall’abitazione dove solitamente risiede per recarsi in un appartamento di famiglia sul litorale.

F.Q. 20 giugno

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1148492862751786&id=100027732506122 

sabato 24 giugno 2023

«L’ignorante sa molto. L’intelligente sa poco. Il saggio non sa niente, ma l’imbecille sa sempre tutto». - ProfessorX G.Middei

 

Qualche giorno fa avevo scritto un post su Dante e Ulisse, citando la celebre frase: «Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza». Al che un signore mi scrive: «Ignorante! Si scrive conoscenza non canoscenza (con la a)!» Non contento mi snocciola l’etimologia della parola conoscenza, seguita da tutta una serie di insulti e dall’invito a tornare sui banchi di scuola.
Ecco, anche i bambini sanno che Dante usò la parola «canoscenza» ma non ci fu verso di convincere il signore che era in errore. E non è la prima volta che mi capitano questi episodi. Una volta usai la parola «scancellare» per rendere omaggio alla Morante, e di di nuovo il saccente di turno con la massima arroganza possibile mi diede dell’ignorante.
Vedete, con il tempo ho notato una cosa. Le persone che magari hanno letto migliaia di libri, ma non hanno un diploma sono sempre umili. E lo stesso vale per i grandi. Ti parlano con semplicità, non si vantano mai di ciò che sanno. «È curioso a vedere» diceva Leopardi, «che quasi tutti gli uomini che valgono molto, hanno le maniere semplici.» Sono quelli convinti di sapere già tutto che sono presuntuosi. E pericolosi. Con i paladini delle grandi certezze non puoi ragionare. Non puoi dialogare.
Ecco, voi potete potete credere in ciò che volete, potete leggere, studiare, e aumentare di giorno in giorno la vostra conoscenza, ma siate sempre pronti a rimettervi in discussione. Siate umili soprattutto! Non c’è nessuna vergogna nel dire «credo, non so». Chi spara sentenze invece spesso finisce per essere come il signore di cui vi ho parlato prima: uno sciocco presuntuoso.
G.Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X