giovedì 20 agosto 2015

Lotto, Consiglio di Stato blocca gara: fatta per i soliti noti. Scontro col governo. - Giorgio Meletti

Lotto, Consiglio di Stato blocca gara: fatta per i soliti noti. Scontro col governo


L'ex numero uno del Sismi Nicolò Pollari, oggi consigliere a Palazzo Spada, relatore del parere: "Requisiti appaiono clausole escludenti". L'esecutivo protesta e accusa: ha abusato del suo potere. 


La posta in gioco è un affare da 3,5 miliardi di euro, destinato nei prossimi nove anni a sostenere i bilanci di Lottomatica, una delle aziende lobbisticamente più forti in Italia. Stavolta però a insinuare che il bando di gara per la concessione del Lotto sia fatto su misura per chi controlla da 22 anni il lucroso business non è un focoso oppositore del governo Renzi. È sceso in campo nientemeno che il Consiglio di Stato, facendo esplodere sotto Ferragosto uno scontro istituzionale senza precedenti.
Nel ruolo di guastatore c’è il consigliere di Stato più famoso d’Italia, l’ex capo dei servizi segreti Nicolò Pollari. Con apparente ingratitudine per Matteo Renzi – che il 4 giugno scorso ha confermato il segreto di Stato sui dossieraggi per i quali i giudici di Perugia devono decidere a settembre sul rinvio a giudizio dello stesso Pollari e del suo ex braccio destro Pio Pompa – l’ex direttore del Sismi ha tirato un calcione alla gara del Lotto. E il ministero dell’Economia ha deciso una risposta durissima: il sottosegretario Pier Paolo Baretta, che ha la delega ai Giochi, sta limando una lettera con cui accuserà Pollari e il Consiglio di Stato, di un abuso di potere.
La legge prevede per i bandi di gara su concessioni per “giochi pubblici” il parere obbligatorio del Consiglio di Stato. Il ministero dell’Economia lo ha chiesto e la seconda sezione del Consiglio di Stato l’ha formulato il 10 luglio. Il documento, firmato dall’estensore Pollari, è arrivato sulla scrivania di Baretta il 7 agosto, 28 giorni dopo, benché dal Consiglio di Stato al ministero di via XX settembre si impieghino, secondo Google Maps, 36 minuti a piedi e 14 in auto blu.
Il contenuto è severo, la conclusione è esplosiva: “Si sospende l’emissione del richiesto parere, in attesa delle precisazioni e/o degli adeguamenti indicati in motivazione”. Tradotto: se il governo non si adegua il parere non lo diamo, e la gara non si fa.
Il governo però ha fretta. Vuol chiudere la gara entro l’anno perché ha già messo in preventivo per il 2015 l’incasso di 350 milioni, la metà della base d’asta di 700 milioni per la concessione. La posizione del ministero dell’Economia guidato da Pier Carlo Padoan è netta: il parere del Consiglio di Stato è obbligatorio ma non vincolante, quindi i giudici amministrativi, in questo caso nella funzione costituzionale di “consulenza” e non di “giurisdizione”, non possono subordinare il parere all’arrivo di precisazioni convincenti da parte del governo. Nei prossimi giorni Baretta scriverà a Pollari nel merito delle obiezioni, annunciandogli nei saluti che il governo considera acquisito il parere del Consiglio di Stato e che la gara partirà senza indugi. Insomma, per il governo l’ex capo dei Servizi segreti potrà incorniciare la sospensiva e appendersela in salotto.
Scontro istituzionale a parte, rimane la bomba innescata da Pollari. Per una beffa della storia, l’uomo che cinque governi consecutivi (ProdiBerlusconiMontiLettaRenzi) hanno difeso a colpi di segreto di Stato porta alla pubblica discussione uno dei segreti più sacri per tutti i politici di governo: gli affari di Lottomatica, che nel frattempo si è trasferita a Londra e si chiama Igt. La società del gruppo De Agostini ha la concessione del lotto da 22 anni. Sarebbero stati due contratti da nove anni, ma a un certo punto gli abili legali della società si sono attaccati a un cavillo per sostenere che l’inizio formale della concessione andava post-datato di 4 anni. Hanno chiesto un collegio arbitrale per il quale Lottomatica ha designato l’ex ministro socialista Angelo Piazza, il ministero dell’Economia l’ex parlamentare Ernesto Stajano. I due avvocati chiamati a incrociare le lame giuridiche erano soci in affari. Cose che capitano e non sia mai detto che il dettaglio abbia favorito la vittoria di Lottomatica. In Italia, quando si parla di giochi e scommesse, l’attenzione è sempre abilmente attirata sulla piaga della ludopatia e sul gioco illegale. Pochi si occupano dei profitti di Lottomatica, azienda cara ai politici di ogni colore, finanziatrice di primi ministri e peones. Esemplare il caso di Alberto Giorgetti, deputato berlusconiano e sottosegretario con delega ai Giochi nel governo Berlusconi e in quello Letta. L’anno scorso, appena persa la poltrona, annunciò le dimissioni da deputato per farsi assumere da Lottomatica. Travolto dalle polemiche, ritirò le dimissioni. Nel luglio scorso ha ottenuto la vicepresidenza della commissione Finanze, che si occupa anche di giochi e lotterie. Lottomatica, senza che nessuno batta ciglio, incassa un aggio del 6% su ogni giocata al lotto, cosicché negli ultimi nove anni, a fronte di giocate complessive per 55,5 miliardi ha portato a casa 3,5 miliardi. Nel bilancio 2014 del gruppo Igt, risultato dell’espansione internazionale decisa da De Agostini per investire i soldi guadagnati in Italia, su 3 miliardi di ricavi, 1,7 sono fatti in Italia, ma su 567 milioni di risultato operativo ben 543 provengono dagli affari con il distratto governo italiano, che non sembra accorgersi del dato più inquietante.
Nel 2006, primo anno dell’ultima concessione novennale, le giocate sono state 6,6 miliardi come nel 2014, quindi Lottomatica ha incassato nel primo come nell’ultimo anno circa 400 milioni di aggio. Invece le entrate dello Stato, a parità di volumi giocati, sono scese da 2 miliardi del 2006 a 1,1 del 2014, con una flessione secca del 45 per cento.
Contenti dell’affarone per cui sul Lotto guadagnano solo Lottomatica e l’altra potentissima lobby, i tabaccai, al governo hanno pensato bene di fare il bando di gara che perpetua le attuali condizioni. Aggio del 6% su ogni giocata, una rendita assicurata senza nessun rischio. Pollari, nel suo parere, allude in giuridichese a un bando su misura per Lottomatica. Esempio: “I requisiti per la partecipazione alla procedura di selezione appaiono, per taluni versi, eccessivi, tanto da figurare come clausole escludenti”. Poi ricorda l’ultima relazione della Commissione europea sulla corruzione, nella quale è segnalata tra le altre cose “la pratica della stesura di capitolati d’oneri su misura al fine di favorire determinati offerenti”. Quanto a Lottomatica, non pare turbata dagli eventi. E secondo insistenti voci del settore, fiutando il vento, starebbe già trattando per assorbire il maggior concorrente italiano, la storica Sisal, in difficoltà economiche, ma con un presidente di spicco come l’ex ministro delle Finanze Augusto Fantozzi. Nel settore giochi e lotterie nessuno passa di là per caso.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/19/lotto-consiglio-di-stato-blocca-gara-fatta-per-i-soliti-noti-scontro-col-governo/1968668/

Lo stato, ormai, esterna sempre più spesso un atteggiamento di ottusa ed immotivata opposizione alle leggi, alla logica ed all'etica. Lo dimostra rifiutando di ottemperare alle decisioni dei maggiori organi di controllo che sono la Corte Costituzionale, la Corte di Cassazione e il Consiglio di Stato.
La faccenda Lottomatica, inoltre, presenta vari punti che meritano un approfondimento specifico per comprendere e quantificare l'incompetenza e la dappocagine, per usare termini inoffensivi, di chi gestisce l'argomento.
I punti sono:
1) la protezione garantita a Pollari in quanto probabile custode di segreti scottanti riguardanti membri dei vari governi passati e presenti;
2) l'ingente mole di denaro che circola nell'ambiente del lotto e dei giochi appetibili per gli avvoltoi in circolazione;
3) tutto il marcio che gravita intorno all'ambiente del Lotto e dei giochi.
Per dirla in breve, un approfondimento della materia spiegherebbe e chiarirebbe definitivamente gli intrecci tra organi dello stato e personaggi di inesistente trasparenza legale. (cdg)


mercoledì 19 agosto 2015

Ikea, ora spuntano altre ipotesi Mediaworld al posto di Max Living. - Roberto Immesi





Gli svedesi che lavorano per l'apertura di un secondo punto vendita in Sicilia a Palermo pronti a considerare anche altri terreni, tra cui Carini, mentre il colosso dell'elettronica vuole raddoppiare la presenza in città.

PALERMO - La zona accanto al Forum resta la pista privilegiata, anche se ormai non si escludono altre soluzioni come quella di Carini. La marcia di avvicinamento dell’Ikea a Palermo prosegue spedita, grazie anche all’accelerazione impressa dal crollo del viadotto dell’autostrada: un intoppo che, oltre a dividere in due la Sicilia, ha intaccato gli introiti del colosso svedese.

Dei clienti che ogni giorno affollano il punto vendita alle pendici dell’Etna, infatti, quasi un quarto arriva dalla parte occidentale dell’Isola: per questo Ikea da tempo pensa a mettere radici anche nel capoluogo di Regione. Il dialogo con Palazzo delle Aquile è ancora in piedi, ma non sono mancati i problemi legati alla questione “legalità”: gli svedesi, in pratica, non vogliono brutte sorprese e chiedono espressamente garanzie sui terreni da acquistare, con tanto di protocollo ad hoc da firmare in Prefettura. L’area prescelta sarebbe quella in zona Forum, a Roccella, per sfruttare così la vicinanza con l’unico polo commerciale che segna numeri ampiamente positivi grazie anche alla presenza di Leroy Merlin, McDonald‎, UciCinemas e inoltre della stazione del passante ferroviario e del capolinea del tram che porta a piazza Giulio Cesare.

La trattativa sembrava aver rallentato, ma il crollo del pilone del viadotto ha fatto scattare gli allarmi in casa Ikea: contro il calo del fatturato, bisogna aprire a Palermo al più presto. E se l’area del Forum, che resta quella privilegiata, alla fine non dovesse andar bene, ecco spuntare altre ipotesi, su tutte Carini dove sorge il Poseidon. Il che, però, rappresenterebbe uno smacco per piazza Pretoria.

Palermo può comunque sorridere visto che, a fine anno, dovrebbe aprire i battenti il secondo punto Mediaworld in città e precisamente al posto del Max Living, chiuso tre anni fa. Alcuni intoppi burocratici stanno creando qualche problema, ma l’intenzione del marchio di elettronica è di raddoppiare la presenza, visti i buoni numeri del Forum, puntando su un pezzo di città che è equidistante dai grandi centri commerciali. Presso il centro commerciale La Torre è invece prevista l'apertura di un cinema multisala.


http://m.livesicilia.it/2015/08/19/ikea-palermo-ora-spuntano-altre-ipotesi-mediaworld-al-posto-di-max-living_652798/

Permessi edili, una sentenza cambia le regole Nessuna autorizzazione per i manufatti. - Armando Yari Siporso

Permessi edili, una sentenza cambia le regole <br /> Nessuna autorizzazione per i manufatti

Costruire ed installare pergolati e strutture amovibili su balconi e terrazzi privati è possibile anche senza chiedere alcuna autorizzazione al Comune. La sentenza 1777/2014 del Consiglio di Stato chiarisce una questione da anni dibattuta, aprendo di fatto la strada a proprietari ed inquilini che intendano sfruttare al meglio le superfici esterne delle proprie abitazioni e dei propri uffici.
Non occorre chiedere alcun “Nulla osta” alle amministrazioni locali – si legge nella sentenza – per “strutture di arredo, installate su pareti esterne dell’unità immobiliare ad esclusivo servizio, costituite da strutture leggere e amovibili, caratterizzate da elementi in metallo o in legno di esigua sezione, coperte da telo anche retrattile, stuoie in canna o bambù o materiale in pellicola trasparente, prive di opere murarie e di pareti chiuse di qualsiasi genere, costituite da elementi leggeri, assemblati tra loro, tali da rendere possibile la loro rimozione previo smontaggio e non demolizione – dal momento che queste opere – non configurano né un aumento del volume e della superficie coperta, né la creazione o modificazione di un organismo edilizio, né l’alterazione del prospetto o della sagoma dell’edificio cui è connessa, in ragione della sua inidoneità a modificare la destinazione d’uso degli spazi esterni interessati, della sua facile e completa rimovibilità, dell’assenza di tamponature verticali”.
Il permesso di costruire, in genere, è un atto amministrativo rilasciato dal Comune che trova la propria disciplina nell’art. 10 del d.p.r. n. 380/2001 per cui: “Costituiscono interventi di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio e sono subordinati a permesso di costruire: gli interventi di nuova costruzione; gli interventi di ristrutturazione urbanistica; gli interventi di ristrutturazione edilizia che portino ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente e che comportino aumento di unità immobiliari, modifiche del volume, della sagoma, dei prospetti o delle superfici o che comportino mutamenti della destinazione d’uso nonché gli interventi che causino modificazioni della sagoma di immobili sottoposti a vincoli ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e successive modificazioni”.
E proprio le tante modificazioni alla normativa avvenute nel corso degli anni hanno generato una certa confusione nei cittadini chiamati ad interpretarle per esercitare i propri diritti senza commettere abusi.
Alla luce dell’art. 10 del d.p.r. n. 380/01, in via generale, le nuove costruzioni e gli interventi di ristrutturazione edilizia e urbanistica di un certo rilievo sono quasi sempre soggetti al rilascio del “nulla osta”, ma ora, con la sentenza del Consiglio di Stato, si apre una nuova strada per l’installazione di strutture prive di opere murarie e di pareti chiuse di qualsiasi genere, costituite da elementi leggeri.

LE CASE GROTTE DEI MONACI MEDIOEVALI A ZUNGRI.


E’ da molto tempo che al seguito di Calabria Travel mi porto a visitare luoghi ancestrali della nostra Regione, visitando romiti, chiese basiliane scavate nel  tufo disseminate tra Vibonese e Reggino da cui si potrebbe trarre una importante via del Basilianesimo, potendo così far scoprire ai viaggiatori di Calabria posti spettacolari.
Effettivamente la Calabria è costellata da grotte utilizzate come grange, romitori e cenobi che testimoniano un particolare modello di vita sociale che ebbe come protagonisti i monaci “Basiliani”.Questa volta ci troviamo per questo reportage a Zungri sul Monte Poro l’acroco Vibonese. Fin dal Medioevo era sotto la giurisdizione di Kastellion di Mesiano.
Tuttavia il toponimo è chiaramente di formazione neogreca e sta a significare roccia, che si adatta alle caratteristiche morfologiche del luoghi nei quali, intorno all’anno mille, molti insediamenti monastici influenzarono la vita di “chorioi“(villaggi), nuclei di intenso e produttivo lavoro rurale.
Da Zungri scendiamo all’insediamento  Rupestre degli Sbariati  un vasto sito di elevata importanza. Il sito sembra essere frequentato per studi già dal XIV secolo avendo integrato in molti casi le strutture di case scavate nella roccia con manufatti fuori terra che contribuiscono ad arricchire, sul piano storiografico ed urbanistico/architettonico, l’insediamento rupestre del comune di Zungri.
Indubbiamente rappresenta un complesso unico nel suo genere almeno nella nostra Regione. Al visitatore non superficiale, ma amante di una lettura attenta e meditata di ciò che resiste ai secoli, esse parlano di mondi lontani fatti di semplicità, ma anche di religiosità, di vita e di lavoro, oltre che di spirito comunitario molto avanzato.
La visita a questa singolare forma di antico insediamento umano è una tappa obbligata e stimolante per il visitatore attento, curioso di capire come popolazioni così lontane nel tempo hanno vissuto ed organizzato il loro habitat.
In primo piano l’insediamento rupestre, poi il centro storico caratterizzato da architetture semplici che ripropongono un modello sociale e di vita di una civiltà contadina, che si è evoluta nel tempo, ma che conserva suggestive espressioni di una tecnica edilizia povera ma misurata nelle proporzioni e quindi nel senso estetico del rapporto tra uomo e luogo. Ad accompagnarci alle grotte è una rigogliosa macchia mediterranea, terrazzamenti che degradano sul torrente Malopera.
Il villaggio rupestre datato dagli studiosi fra il XII – XIV secolo è costituito da circa 100 case-grotta scavate nella roccia con ambienti monocellulari e bicellulari, alcuni anche a più piani. Il villaggio si articola su un costone lungo uno dei versanti del fosso Malopera ed occupa una superficie di circa 2900 mq.
Il  villaggio di una straordinaria bellezza costituisce il quadro di una struttura urbanistica completa: stradelle, gradinate e un sistema di approvvigionamento idrico.  Le cellule abitative di forma circolare o quadrate, hanno una copertura a cupola per permettere l’aerazione. Ogni nicchia è caratterizzata da incassi nelle pareti per sistemare letti e suppellettili. Interessantissimo quindi il sito archeologico, che ci mostra e ci fa capire l’organizzazione socio – economica di popolazioni antiche.
La visita all’insediamento rupestre di Zungri, ci lascia stupiti e affascinati dalla particolarità del sito e dal mistero che ogni angolo e ogni scorcio evocano, per un periodo storico del quale spesso si ignorano aspetti così particolari. Una civiltà rupestre e una natura incontaminata per riscoprire le origini e il misterioso fascino di un mondo perduto e ritrovato.
Un luogo unico che testimonia le raffinate conoscenze architettoniche dei monaci.  Nascono e si diffondono in oriente (Basilio vive tra il 330 e il 379), ma nell’VIII secolo d.C. sono costretti alla fuga per le persecuzioni della cosiddetta lotta iconoclasta (il divieto di riprodurre immagini sacre). Si rifugiano prevalentemente nell’Italia meridionale: Puglia, Sicilia e Calabria.
A Zungri arrivano nel XII secolo e vi restano per due secoli. Qui costruiscono l’insediamento degli Sbariati seguendo la regola di San Basilio, che prevedeva un cenobio con celle individuali e aree comuni per la preghiera e il lavoro. Al contrario di altri ordini, i Basiliani non si appartavano dalle città, ma si dedicavano a compiti caritativi e a diffondere le loro conoscenze artigianali, agricole e architettoniche; rivelandosi, così, preziosi per la comunità.
Saliamo e scendiamo per le varie viuzze e lungo tutto il costone di roccia si notano le aperture di tante altre grotte. Sparse in diversi punti troviamo le vasche-silos, dove i monaci conservavano l’olio e il grano. Il tufo è un isolante naturale: fresco d’estate e temperato d’inverno.
Provo a immaginarmi a gennaio durante una giornata di pioggie torrenziali e mi viene difficile considerare accoglienti queste grotte. Ma i monaci Basiliani erano uomini di altra tempra e non temevano di sicuro le intemperie di stagione. Basta vedere il modo in cui hanno reso la roccia una dimora per il corpo e lo spirito per capirlo.
Maria Lombardo
Consigliere Commissione Cultura Cds
Centro Studi e Ricerche
Comitati Due Sicilie.
 

martedì 18 agosto 2015

Grecia, tedesca Fraport gestirà oltre 10 aeroporti regionali.

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ATENE/FRANCOFORTE (Reuters) - La Grecia ha confermato che darà in gestione oltre una decina di aeroporti regionali alla tedesca Fraport e un funzionario ha reso noto che l'accordo da 1,2 miliardi di euro, che era stato congelato, verrà finalizzato nelle prossime settimane.
Un accordo preliminare era infatti stato raggiunto nel 2014, ma poi bloccato dopo l'elezione a gennaio del primo ministro Alexis Tsipras, che ne aveva annunciato una revisione.
Oggi, un funzionario del governo greco ha spiegato che la pubblicazione della decisione sulla gazzetta ufficiale conferma l'impegno del governo a procedere coi termini già fissati in precedenza, anche in base agli accordi per ottenere l'ultimo bailout.
Una volta ratificato, l'accordo rappresenterà la prima privatizzazione completata dal governo Tsipras, che si è a lungo opposto alla vendita di asset strategici statali, ma che ha dovuto dare l'ok all'implementazione delle privatizzazioni in cambio di nuovi fondi.
"Si apre la strada per un accordo definitivo nelle prossime settimane", ha spiegato il funzionario, parlando coperto dall'anomiato, aggiungendo che restano ancora aperte alcune questioni tecniche e legali.
Un portavoce di Fraport ha detto che la decisione del governo è "la base per ulteriori negoziati", ma che non è stato ancora firmato alcun contratto.
Fraport e la greca Copelouzos si erano accordati con l'agenzia ellenica per le privatizzazioni nel 2014 per la gestione di 14 aeroporti in diverse destinazioni turistiche, tra cui Corfù.
In base all'accordo, il nuovo gruppo dovrebbe spendere circa 330 milioni di euro nei primi quattro anni per migliorare gli aeroporti, che resterebbero in gestione per 40 anni.

Tanti stranieri tra i nuovi direttori dei più grandi musei italiani. Agli Uffizi arriva un tedesco.

In alto da sin: Pierini, Bellenger, Gennari Santori, Bagnoli, Assmann, Aufreiter, degl'Innocenti, Zuchtriegel, Bradburne, D'Agostino, Pagella, Marini, Felicori, Schmidt, Giulierini, Malacrino, Bertolucci, Hollberg, Coliva, Collu.
Dall'estero sette nuovi dirigenti su 20. Franceschini: 'Si volta pagina'.

Il cambio che farà forse più clamore arriva per gli Uffizi, dove lo storico direttore Antonio Natali deve cedere il passo ad un esperto di arte fiorentina che arriva da Friburgo in Germania, Eike Schmidt, 47 anni. Ma sono ben sette su 20 i direttori stranieri chiamati a guidare i 20 musei superstar del patrimonio pubblico italiano.
Tra questi la tedesca Cecile Hollberg, 48 anni, storica e manager culturale tedesca che andrà alle Gallerie dell'Accademia di Firenze,James Bradburne, 59 anni, nato in Canada ma di nazionalità britannica per Brera, Sylvain Bellenger, storico dell'arte francese per Capodimonte.
L'età media dei vincitori è di 50 anni. Su 20, 10 sono uomini e 10 sono donne.
Gli italiani che tornano dall'estero sono 4 (Bagnoli, Gennari  Santori e D'Agostino che rientrano dagli Stati Uniti e Degl'Innocenti dalla Francia). Quanto alle professioni: 14 storici dell'arte, 4 archeologi, 1 museologo/manager culturale e 1 manager culturale. Nominata anche un'interna del ministero.
A storcere il naso sulle nuove nomine è Vittorio Sgarbi, per il quale "la scelta di fare un concorso per i direttori dei 20 principali musei italiani è un atto politico pericoloso, che il ministro pagherà". "Tra i 20 selezionati - spiega Sgarbi -ci sono persone capaci, ma non credo che il neo direttore degli Uffizi Eike Schmidt sia più bravo di quello uscente, Antonio Natali''.

Questi i nomi (VAI AI PROFILI):
1) GALLERIA BORGHESE (ROMA):Anna Coliva - 62 anni, storica dell'arte.
2) GALLERIE DEGLI UFFIZI(FIRENZE): Eike Schmidt - 47 anni, storico dell'arte. 
3) GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI ROMA Cristiana Collu - 46 anni, storica dell'arte
4) GALLERIE DELL'ACCADEMIA DI VENEZIA: Paola Marini - 63 anni, storica dell'arte
5)MUSEO DI CAPODIMONTE(NAPOLI): Sylvain Bellenger - 60 anni, storico dell'arte.
6) PINACOTECA DI BRERA (MILANO):James Bradburne - 59 anni, museologo e manager culturale.
7) REGGIA DI CASERTA: Mauro Felicori - 63 anni, manager culturale.
8) GALLERIA DELL'ACCADEMIA DI FIRENZE:Cecilie Hollberg - 48 anni, storica e manager culturale.
9) GALLERIA ESTENSE (MODENA):Martina Bagnoli - 51 anni, storica dell'arte.
10) GALLERIE NAZIONALI DI ARTE ANTICA (ROMA):Flaminia Gennari Santori - 47 anni, storica dell'arte.
11) GALLERIA NAZIONALE DELLE MARCHE (URBINO): Peter Aufreiter - 40 anni, storico dell'arte.
12) GALLERIA NAZIONALE DELL'UMBRIA (PERUGIA):Marco Pierini - 49 anni, storico dell'arte e filosofo.
13) MUSEO NAZIONALE DEL BARGELLO (FIRENZE):Paola D'Agostino - 43 anni, storica dell'arte.
14) MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI: Paolo Giulierini - 46 anni, archeologo.
15) MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI REGGIO CALABRIA:Carmelo Malacrino - 44 anni, archeologo e architetto.
16) MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI TARANTO Eva Degl'Innocenti - 39 anni, archeologa.
17) al PARCO ARCHEOLOGICO DI PAESTUM:Gabriel Zuchtriegel - 34 anni, archeologo.
18) PALAZZO DUCALE DI MANTOVA:Peter Assmann - 61 anni, storico dell'arte.
19)Al PALAZZO REALE DI GENOVA:Serena Bertolucci - 48 anni, storica dell'arte.
20) POLO REALE DI TORINO: Enrica Pagella - 58 anni, storica dell'arte.

Via dell'Onestà.



"Alcune" auto in via dell'onestà.

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