martedì 31 maggio 2016

Banche, ‘in 30 anni evaporati 100 miliardi di investimenti. Risparmio ucciso da banchieri, Bankitalia e Consob complici’.

Banche, ‘in 30 anni evaporati 100 miliardi di investimenti. Risparmio ucciso da banchieri, Bankitalia e Consob complici’

I calcoli di Adusbef e Federconsumatori nel giorno in cui parla il governatore Visco. Il solo doppio dissesto della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca è costato 18,9 miliardi di euro. In tutto 1,6 milioni di risparmiatori hanno perso i loro soldi.                                                                       
In 30 anni, dal 1985 a oggi, 1,617 milioni di risparmiatori hanno visto evaporare circa 100 miliardi di euro di investimenti nei crac bancari ed industriali. Il calcolo è stato fatto da Adusbef e Federconsumatori in occasione della presentazione della relazione annuale del governatore di Bankitalia. “Il doppio dissesto della Banca Popolare di Vicenza di Giovanni Zonin e di Veneto Banca, dell’ex padre-padrone Vincenzo Consoli, pari a 18,9 miliardi di euro a danno di 210.000 mila azionisti (120.000 BpVi, 90.000 Veneto Banca) tra azzeramento del valore delle azioni (10 miliardi), perdite ultimi 3 anni (per 4 miliardi), aumenti di capitale (4,9 miliardi), è solo l’ultimo anello di una lunga catena di scandali e crac bancari”.
Il comunicato cita “Bipop-Carire (Bruno Sonzogni 2002); Banca Popolare di Lodi (Giampiero Fiorani 2005); Banca Italease (Massimo Faenza 2008); Tercas (Di Matteo & Samorì 2012); Banca Popolare di Milano (Massimo Ponzellini 2012);Carige (Giovanni Berneschi 2014); MPS (Giuseppe Mussari (2013)”.
Poi l’atto di accusa nei confronti dei “governatori che si sono succeduti in Bankitalia (FazioDraghiVisco)”, che “non sono riusciti ad impedire un saccheggio sistematico del pubblico risparmio e la lunga catena di scandali bancari, che hanno messo sul lastrico 1 milione di risparmiatori (440.000 famiglie solo negli ultimi 6 mesi, 210.000 BpV e Veneto Banca, 130.000 con la risoluzione delle 4 Banche Marche, Etruria, Chieti, Ferrara, col decreto del 22 novembre 2015), per i rapporti incestuosi tra vigilanti e vigilati, che in qualità di azionisti privilegiati ricevono centinaia di milioni di euro di cedole l’anno, o per incapacità nella prevenzione delle crisi bancarie”.
Per questo, “in occasione della solita ed autocelebrativa ‘messa cantata’ del governatore di turno, Adusbef e Federconsumatori saranno in campo con i loro presidenti, ma anziché celebrare fasti e nefasti delle banche, dovranno commemorare i funerali del risparmio, ucciso dai banchieri di sistema con la complicità dei killer di Palazzo Koch, che insieme alla Consob sono riusciti ad assassinare il sudato risparmio di milioni di famiglie saccheggiate col concorso del controllore dai Boschi & Rosi (Banca Etruria), Bianconi & Costa (Banca Marche) Zonin & Sorato (Banca Popolare Vicenza); Consoli & Favotto (Veneto Banca); Giovanni Berneschi (Carige); Giuseppe Mussari (MPS), (Giampiero Fiorani (Banca Popolare di Lodi) ecc”.
Mentre nella prima metà del periodo, fino al 1998, “sono stati colpiti 238.250 investitori che hanno perso 9.761 miliardi di vecchie lire (5.041,414 milioni di euro),  nella seconda metà del periodo (dal 1999 al 2015) l’attività di rapina pianificata del sistema con il concorso dei distratti controllori, in particolare la inadeguata Consob a tutelare il pubblico risparmio (sentenza di Cassazione sul crack Parmalat), ha visto coinvolgere 1.379.000 concittadini per 95.067 milioni di euro. E’ evidente l’azione di rapina pianificata negli ultimi 15 anni, la cui origine può essere datata alla conclusione del processo di privatizzazione degli istituti bancari (1995). Tra le più rilevanti spiccano le vicende Parmalat, 14 miliardi di euro di 175mila concittadini ed altrettanti dei tango bond a 450mila concittadini; Bipop Carire che ha bruciato 10 miliardi di euro a 73.500 risparmiatori; i bond Cirio; il crack Lehman Brothers, i cui bond erano consigliati affidabili da Patti Chiari dell’Abi a differenza dei più solidi Btp, considerati a rischio, Mps (che ha bruciato nell’acquisto di Antonveneta oltre 18 miliardi di euro)”.
Poiché almeno la metà delle Procure italiane, indagano o stanno celebrando i processi a carico di banche e banchieri per gravissimi reati quali usura, truffa, associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, ecc., il governatore di Bankitalia all’assemblea dei partecipanti di domani, invece della solita ‘messa cantata’, potrebbe provare il più appropriato canto gregoriano del ‘Regina Coeli’.

Le banche assieme agli investimenti in borsa hanno dato origine al disastro economico che ha devastato e sta devastando ancora l'economia mondiale. 
Dovremmo rivedere tutta la materia e cercare una soluzione definitiva. Continuando con il sistema attuale non approderemo mai a nulla, continueremo a scivolare sempre più in basso fino al punto di non ritorno.

PS. Intanto Visco, con tutti i problemi legali a suo carico è diventato Governatore della Banca d'Italia; è proprio vero, l'essere ricattabili reciprocamente li unisce, li cementa tra loro....

domenica 29 maggio 2016

Involution effect.

Caso Maro', insulto dunque sono. -

La famiglia di uno dei due pescatori uccisi
Tutto è possibile in politica internazionale, anche il prolungamento dell’agonia dei singoli esseri umani protagonisti di una vicenda legale che nasce dalla competizione d'immagine tra Stati sovrani. E’ infatti sempre più chiaro che il caso dei due maro’ Massimiliano Latorre e Salvatore Girone esula dalle circostanze che hanno portato allo scontro tra Stati cominciato oggi ad Amburgo presso la Corte Internazionale, dove in ballo c'è apparentemente il diritto dell’Italia di far giudicare da tribunali terzi i suoi soldati, accusati dalla magistratura indiana di duplice omicidio.
Un dato di fatto è che le accuse e le parole dure reciproche usate oggi dai rappresentanti legali di Delhi e Roma sono in contrasto con le regole di bon ton diplomatico sulle quali si basavano le relazioni precedenti al drammatico episodio del febbraio 2012, quando vennero uccisi due pescatori del Kerala mentre nelle vicinanze navigava la petroliera italiana dalla quale sarebbero partiti i colpi letali.
Fino a quel momento gli scambi culturali e quelli commerciali italo-indiani sembravano viaggiare, se non a vele spiegate, in un crescendo di accordi e interscambi proficui, non ultima la fornitura a Delhi di elicotteri Augusta della Finmeccanica, poi bloccata per i sospetti di corruzione emersi – è cosa nota – proprio nei giorni della polemica sull’arresto dei due marines in Kerala.
La Enrica Lexie prima di cambiare nome
La Enrica Lexie prima di cambiare nome
Due governi democratici non devono necessariamente scambiarsi dei convenevoli, ma i loro leader dovrebbero considerare i pro e i contro del mettersi a litigare come comari di villaggio lanciandosi insulti piuttosto che esporre posizioni ragionate e ragionevoli sulla base delle regole create proprio per dirimere le controversie. In entrambi i Paesi esistono elementi - singoli e gruppi d'opinione - poco propensi al dialogo, ma sono le ambiguità alimentate dai vertici degli Stati ad accrescere gli umori di anti-italianismo e anti-indianismo, le cui conseguenze possono essere varie e spiacevoli. Di certo dalla confusione di un’opinione pubblica disinformata non esce mai nulla di buono e nessuno presenta l’oggetto dell'arbitrato presso la Corte di Amburgo per quello che è: non una battaglia legale per dimostrare l'innocenza o meno degli imputati, ma la disputa sulla giurisdizione del caso, ovvero stabilire se la morte dei pescatori sia avvenuta o meno in acque internazionali.
Poiché la polemica viaggia da anni su diversi livelli non solo legali, ci si potrebbe cominciare a chiedere perché l’Italia non abbia proposto subito l’arbitrato di Amburgo (senso di colpa, tentativo di ricucire alla buona attraverso canali non diplomatici?), e perché l’India abbia deciso fin dal primo momento di accollarsi la responsabilità del giudizio anche nel dubbio della competenza giurisdizionale (clima elettorale infuocato nel Kerala dove è avvenuto il fatto, manovre in atto contro Sonia Gandhi l’italiana?).
Sappiamo che il governo italiano non solo ha cercato di trattare sottobanco con l’India per riportare a casa subito i due maro’ (e in diverse circostanze è pure riuscito a ottenere concessioni come il trasferimento temporaneo in patria di uno o entrambi i soldati), ma ha anche offerto e pagato una compensazione alle famiglie dei pescatori uccisi, mossa letta dall’India come ammissione di colpevolezza.
colosseo maro'Se i due governi avessero voluto una soluzione efficace e incontestabile da parte delle rispettive infuocate opinioni pubbliche nazionali, potevano concordare insieme di rivolgersi ad Amburgo e non trovarsi separati da un’animosità che non è degna di due Paesi di grande tradizione e cultura del diritto. Non avendo scelto fin da subito la strada consensuale dell'arbitrato, il caso Maro’ non è ormai sola materia di codici, ma di supremazia dei rispettivi ego patriottici, qualcosa di inafferrabile ai più, eppure estremamente importante per chi si imbeve di orgoglio nazionale e nazionalistico che prescinde per definizione dal buon senso.
Gli Stati Uniti (che pochi mesi fa hanno avuto un breve scontro diplomatico con l'India dopo l'arresto a New York di una diplomatica di Delhi, risolto in pochi giorni proprio usando la testa e non le viscere), l’Unione sovietica e le sue ex repubbliche, la Cina e i vicini sud-asiatici, molti Paesi sudamericani, africani e del medio oriente, tutti hanno incontrato oppure ospitato nell'ultimo anno il nuovo premier indiano Narendra Modi per farci affari insieme. Perfino il premier pachistano Nawaz Sharif ha più volte stretto la mano al "nemico" di sempre, anche se gli eserciti si sparano ancora ai confini e muoiono quasi ogni giorno soldati di entrambi i fronti.
Invece in Europa, durante il suo tour dello scorso aprile, Modi è stato accolto solo dalla Francia e dalla Germania, mentre la tappa di Bruxelles venne letteralmente fatta saltare all’ultimo momento. All’origine del mancato incontro ci sarebbe stata, secondo alcuni, l’opposizione della nuova neoministro degli Esteri comunitaria, l'italiana Federica Mogherini. Anche se altri fattori possono aver contribuito a quella decisione, che non ha portato e non potrà portare niente di buono nel lungo termine, la posizione pregiudiziale italiana ha fatto sì che l’intera Unione europea si schierasse almeno formalmente a favore del nostro Paese nel contenzioso sui maro’.
Federica Mogherini
Federica Mogherini
Se cio’ ha alimentato in alcuni la convinzione di essere nel giusto, è un fatto che una questione di principio è stata letteralmente messa davanti al più vasto interesse generale, che è quello di accrescere il benessere e le opportunità di interscambio tra le economie europee e un grande Paese emergente come l’India. Infatti ad aprile quando nazioni leader della UE quali la Francia e la Germania hanno ricevuto Modi, sono state poste da Hollande e Merkel le condizioni per la firma di lucrosi contratti commerciali a dispetto delle posizioni di principio e dei comunicati stampa di Bruxelles.
Certo, noi italiani siamo un popolo di romantici che vive di ideali di giustizia, poco importa se il clima sfavorevole verso l’India e viceversa puo’ danneggiare le nostre imprese. Eppure il giorno dell’incidente all’origine di tutta questa controversia, l’armatore italiano della Enrica Lexie a bordo della quale viaggiavano Latorre e Girone ordino' al capitano di fare marcia indietro e attraccare la petroliera nel porto di Kochi per consegnare i due marines. Molti sostengono che cio’ avvenne a dispetto delle direttive della Marina militare italiana che fornisce le scorte aalle mostre navi-cargo nelle regioni a rischio; altri assicurano che fu la polizia militare indiana a imporre invece la consegna sotto la minaccia di ritorsioni.
Ma la realtà potrebbe essere ben più semplice e ovvia. L’armatore napoletano non voleva rovinarsi i rapporti con le autorità dell’India attraverso le cui acque e porti sarebbero passate altre decine di navi della stessa compagnia, la Fratelli d'Amato Spa. Infatti oggi la Enrica Lexie, con quel nome ormai infausto per ogni superstiziosa compagnia che va per mare, è stata riverniciata e ribattezzata Olympic sky, così da farla navigare inosservata e far dimenticare un episodio che in fondo sembra nascere da un terribile sbaglio di valutazione. Se davvero i marines hanno scambiato i pescatori per pirati, sarebbe bastato insistere su questo punto, chiedere scuse formali e passare oltre senza scatenare tutto questo putiferio. Del resto quale altro misterioso motivo poteva esserci dietro l’uccisione di due poveracci a bordo di una carretta del mare che non poteva far paura a nessuno? Per questo verrebbe da dire, con l’armatore napoletano, “scordammoce 'o passato...” e smettiamola di farla troppo lunga.
I figli di uno dei pescatori uccisi al funerale del padre
I figli di uno dei pescatori uccisi al funerale del padre
Le stesse audizioni dell’arbitrato internazionale potrebbero essere un’occasione eccellente per mettere a tacere le opinioni pubbliche dei due Paesi con una sentenza rispettosa delle rispettive giurisdizioni partendo dall'eventuale attenuante del delitto causato dall'errore umano. Ripristinare i rapporti ai massimi livelli andrebbe infatti a beneficio di tutti, considerando che le stesse famiglie delle vittime non chiedono nessuna vendetta, consapevoli del possibile malinteso all’origine del delitto dei loro cari. Ma la macchina da guerra dei consiglieri legali, professionisti ben pagati che hanno interesse ad allungare tempi e aggiungere complicazioni, è ben oliata dall’uso strumentale del processo da parte di politici con l’occhio rivolto al consenso elettorale più che alle soluzioni ragionevoli.
Di sicuro né il vecchio governo Monti, protagonista della prima fase confusa, né quello attuale di Renzi, hanno tratto e trarranno niente di buono dai reciproci toni offensivi. Men che meno  il resto dell'Italia e dell'India, trascinate loro malgrado in una vicenda che porta benefici unicamente a una manciata di legulei del diritto internazionale.

Abolizione della prescrizione del reato.



Abolire la prescrizione del reato significa accorciare i tempi delle cause. 
Senza prescrizione, infatti, gli avvocati della difesa non chiederebbero continui rinvii delle udienze e non cercherebbero cavilli per allungare i tempi ed arrivare alla famigerata prescrizione.
Inserendo la prescrizione abbiamo solo imbastardito il concetto di giustizia.


Cetta

sabato 28 maggio 2016

Marò: Salvatore Girone è in Italia.


Ad accoglierlo a Ciampino i ministri degli Esteri Gentiloni e della Difesa Pinotti.

Qui l'articolo:

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Stica!
E' arrivato l'eroe!
Che guerra ha fatto?
Lo faranno santo subito o gli daranno il grado di generale?
Domani in quanti andranno ad uccidere i pescatori indiani per raccogliere onori e gloria?
I figli dei due pescatori sono rimasti orfani perchè questo tizio ha scambiato i loro padri per due pirati!

Ha sbagliato!!!! 

In altre realtà sarebbe un assassino!

Cetta.

AMMINISTRATORE DELEGATO DI ENEL, DISCORSO CHOC: “BISOGNA CREARE PAURA NEI DIPENDENTI”. - rosabella nobile



“Starace ha affermato che, per cambiare un’organizzazione aziendale, è necessario che ‘un manipolo di cambiatori distrugga fisicamente i gangli’ che si oppongono al cambiamento. A tal fine bisogna ‘creare malessere e poi colpire le persone che si oppongono al cambiamento’ in modo da suscitare paura nell’intera organizzazione. Così ‘in pochi mesi’ l’organizzazione capirà, ‘perchè alla gente non piace soffrire'”.

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Da arrestare seduta stante!
Questa brutta gente senza scrupoli, senza dignità, pronta a calpestare gli altri senza porsi problemi, è pericolosa, dannosa perché non pensa, fa suoi gli ordini impartiti dall'alto senza rendersi conto che chi glieli impartisce non lo fa pubblicamente, li trasmette agli imbecilli come lui che avranno, poi, l'incarico di applicarli e divulgarli assumendosene il carico e, pertanto, anche le conseguenze.
Sono mercenari, mezzi uomini, vuoti a perdere per chi li usa.

Cetta.







































"Il premio Nobel per la Pace non chiederà “scusa” per le 140mila vittime." (ilFQ)



Questi uomini non hanno coscienza, non hanno dignità. Sono vuoti dentro, non provano sentimenti, il loro unico scopo è guadagnarsi un posto di prestigio nel mondo; 

sono senz'anima, che hanno provveduto a vendere ai loro padroni.

Cetta.