venerdì 12 febbraio 2021

l sassolino nella scarpa. - Massimo Erbetti

 

Avete presente quando avete un sassolino nella scarpa? Avete presente quanto da fastidio? Avete presente il disagio? Ecco bene…beh sappiate che io sono giorni…settimane…, anzi no, mesi che mi porto qualcosa di molto più grande nella scarpa.

Arriva il momento in cui quel sassolino lo devi togliere, perché proprio non ne puoi più…e quel momento è arrivato…è arrivato il momento di fare i conti con la realtà dei fatti.

"ci siamo snaturati, non siamo più quelli che eravamo"...

Certo è vero…e cosa pensavate? Pensavate si potesse essere al tempo stesso, movimento di lotta e di governo? Quando prendi il 32%, quando 11 milioni di persone ti danno fiducia, non puoi essere quello che eri prima, ti devi assumere delle responsabilità e fare delle scelte…devi decidere…decidere se diventare grande o continuare ad essere Peter Pan.

Il problema è che ogni scelta ha dei risvolti positivi e negativi al tempo stesso, se decidi di essere movimento di governo, quello positivo è che puoi incidere, quello negativo è che chi ti ha votato solo perché dovevi mandare a casa quelli che c'erano prima, ti abbandonerà…perché sei diventato tu quello da mandare a casa.

Se decidi invece di essere movimento di lotta…avrai tanti applausi, tante strette di mano, tante pacche sulla spalla…ti aduleranno, ti santificheranno…ma non farai niente di buono per il tuo paese.

Continuerai ad ululare alla luna, mentre gli altri continueranno a mandare a picco il paese...chi fa sbaglia, chi protesta ci indovina sempre…funziona così…è facile puntare il dito, non costa nulla e nessuno potrà mai accusati di aver sbagliato, perché nessuno potrà mai verificare quello che affermi.

"Se fossimo rimasti coerenti ora avremmo ancora il 32%"...ma certo che si, ma per fare cosa? A cosa serve avere il 32% se poi non puoi fare niente?... "eh…ma se avessimo continuato a protestare, se fossimo rimasti puri…arrivavamo al 41%" dicono i duri e puri…certo come no…tanto chi può smentirli?...mia nonna diceva che con i se e con i ma, non si fa mai giorno.

Arrivare al 41%,sono chiacchere vuote e senza senso…perché un ulteriore 9% sono milioni di voti…milioni capite? Per la precisione 3,1 milioni…ma tanto chi afferma questo continuerà a farlo…tanto chi potrà mai dire il contrario?

Sapete invece cosa avremmo dovuto fare? Stringerci intorno ai nostri eletti, sostenerli, incoraggiarli…e invece cosa abbiamo fatto? Abbiamo puntato il dito, li abbiamo criticati, li abbiamo insultati, li abbiamo trattati come fossero nostri nemici…

Se facevano uno, era poco…se facevano dieci, era poco e se facevano cento era poco…non siamo mai riusciti a gioire di un solo risultato, mai una volta.

Ma gli altri li avete mai guardati? Li avete mai osservati? Guardate ora Salvini…da anti europeista ora indossa la felpa con su scritto "prima l'Europa", da no Recovery, a si Recovery…da flat tax a imposta progressiva…da no migranti a si migranti…e tutti i suoi muti, muti come pesci, nessuno che protesta, nessuno che si lamenta.

E il PD? Ma ci siete mai stati sulla pagina di Zingaretti? Sapete di cosa lo accusano? Di essersi asservito a noi…perche noi siamo riusciti a fargli dire si al taglio dei parlamentari, dopo tre volte che aveva votato no…capito? Tre volte no, poi siamo arrivati noi e ha dovuto dire si.

Ma a noi non basta, noi vogliamo di più…sempre di più…non ci basta mai, sempre poco, troppo poco.

E arriviamo ad oggi…il periodo più travagliato e doloroso della nostra storia…ma pensate che votare Sì ieri sia stato facile? Ma pensate che cliccare su quel tasto non sia stato doloroso per tutti?
E cosa vedo? Vedo gente che invece di incoraggiare, di aiutare, di consolare…cosa fa? Punta il dito…"spariremo".

Ma stiamo scherzando? Ma veramente? In un momento come questo c'è bisogno di unità, c'è bisogno di stringerci intorno ai nostri eletti e aiutarli a superare questo momento.
Non abbiamo bisogno di tifosi, abbiamo bisogno di gente che consapevolmente si rimbocca le maniche e lavora, perché gli eletti, i nostri portavoce, sono come noi, sono noi…erano quelli che con noi facevano banchetti, attaccavano manifesti...sono sempre loro e se oggi pensiamo siano altro, se lo pensiamo veramente…allora abbiamo un serio problema e non siamo così diversi da quelli che nel 2018 ci hanno votato per mandare a casa quelli che c'erano prima e che oggi votano per mandare a casa noi, perché il loro unico scopo di vita, non è costruire un paese migliore, ma mandare a casa qualcuno.

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giovedì 11 febbraio 2021

Marte 'affollato' sorprende con la sua acqua perduta. - Elisa Buson

Rappresentazione schematica del meccanismo alla base della 'fuga' di acqua dalla superficie di Marte, ricostruito grazie alla sonda Tgo (fonte: ESA)

 La missione europea ExoMars fiuta un nuovo gas e indizi sul clima.

Mai visto tanto 'traffico' su Marte: dopo l'arrivo della sonda emiratina Hope, anche la cinese Tianwen-1 è riuscita a inserirsi correttamente in orbita intorno al pianeta. La Cina diventa così la sesta potenza mondiale a raggiungere questo traguardo dopo Usa, ex Urss, Agenzia spaziale europea, India ed Emirati Arabi. Se le operazioni procederanno come previsto nei prossimi mesi, la Cina sarà anche la prima a dispiegare un orbiter, un lander e un rover in un'unica missione su Marte. La sfida è lanciata agli Stati Uniti, che il 18 febbraio, con la missione Mars 2020, proveranno a posare sulla superficie del pianeta il loro quinto rover, Perseverance, con l'obiettivo di riportare i primi campioni sulla Terra entro il 2031.

L'Europa, che sembrava destinata a rimanere alla finestra dopo il rinvio della sua nuova missione su Marte a causa di ritardi tecnici, torna invece a far sentire la sua voce con due importanti scoperte che gettano nuova luce sull'atmosfera del pianeta e i suoi cambiamenti climatici. Entrambe pubblicate sulla rivista Science Advances, portano la firma della sonda Tgo (Trace Gas Orbiter) di ExoMars, la missione congiunta dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa) e della russa Roscosmos già in orbita da oltre tre anni.

I suoi strumenti hanno permesso di rilevare la presenza di un gas mai visto prima nell'atmosfera di Marte: è il cloruro di idrogeno (HCl), probabilmente dovuto al sale marino fissato nella superficie polverosa del pianeta e liberato in aria durante la stagione calda. “Questo è il primo rilevamento di gas alogeno nell’atmosfera marziana e rappresenta un nuovo ciclo chimico da studiare”, afferma Kevin Olsen dell’Università di Oxford.

Il suo team ha individuato il gas per la prima volta durante la grande tempesta di polvere del 2018, osservandola comparire contemporaneamente sia nell’emisfero Nord che in quello Sud, e ha poi testimoniato la sua rapida sparizione al termine del periodo polveroso. Il gruppo sta già esaminando i dati raccolti durante la successiva stagione polverosa dove l’HC1 sembra già crescere di nuovo.

La sonda Tgo ha permesso inoltre di “esplorare l’atmosfera in 3D”, sottolinea Ann Carine Vandaele, responsabile dello strumento Nomad che ha studiato i movimenti del vapore acqueo e dell'acqua ‘semi-pesante’ (dove un atomo di idrogeno è sostituito da un atomo di deuterio, una forma di idrogeno con un neutrone in più).

I dati dimostrano che “Marte ha perso gran parte della sua acqua originaria, probabilmente a causa di meccanismi di trasporto ad alta quota come quelli osservati da Nomad, dove la molecola viene poi disgregata dai raggi ultravioletti solari e dispersa nello spazio”, spiega Giancarlo Bellucci, ricercatore dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf ) e a capo del team scientifico italiano dello strumento Nomad. “Questi risultati – continua Bellucci - sono stati ottenuti grazie all’importante contributo dell’Agenzia spaziale italiana che ha supportato anche il gruppo italiano coinvolto nelle attività scientifiche dello strumento Nomad”.

I dati di ExoMars raccolti tra aprile 2018 e aprile 2019 hanno anche mostrato tre situazioni che hanno accelerato la perdita di acqua dall'atmosfera: la grande tempesta di polvere del 2018 che ha spazzato tutto il pianeta, una breve ma intensa tempesta regionale nel gennaio 2019 e il rilascio di acqua dalla calotta polare Sud durante i mesi estivi legati al cambiamento stagionale. Di particolare rilievo è un pennacchio di vapore acqueo ben evidente durante l'estate nell’emisfero meridionale di Marte, che potrebbe immettere vapore d’acqua negli strati superiori dell’atmosfera marziana con cadenza sia stagionale che annuale.

https://www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/spazio_astronomia/2021/02/11/marte-affollato-sorprende-con-la-sua-acqua-perduta-_6ccb3c44-fcbe-4d5c-886c-b39d379a368c.html

Perchè il m5s deve aderire l governo Draghi.

 

A tutti coloro i quali si definiscono scettici sulla possibilità di aderire ad un governo in cui convivano partiti in antitesi tra loro e, pertanto, dubitano sulla governabilità dello stesso, voglio fare notare che i vari Renzi e Salvini non avranno alcun potere decisionale, non potranno ostacolare alcun ché; potranno, semmai, solo calare la testa, da buoni soldatini quali sono, ed accettare tutto ciò che il deus ex machina, da loro osannato e fortemente voluto, ordini di sottoscrivere ed accettare.

Perché è chiaro che tutto ciò che è stato fatto, probabilmente dietro suggerimento di qualche referente della parte peggiore del paese, è stato fatto per allontanare dal governo i 5s e Conte che stavano minando la base del loro garantismo nei confronti del potere economico, quello cattivo per distinguerlo da quello buono, come fanno nelle alte sfere riferendosi al debito pubblico...

Pertanto, in virtù di tali premesse, ritengo sia  necessario che i 5s restino all'interno dell'eventuale governo Draghi - che più che tecnico mi pare politico - per controllare che quanto di buono hanno fatto fino ad oggi non venga cancellato con un semplice colpo di spugna.

Ad maiora! 

cetta

‘Ndrangheta, confiscato un tesoro da 212 milioni al “re del bitume”. Per l’imprenditore 5 anni di sorveglianza speciale. - Lucio Musolino

 

Per gli inquirenti della Dda di Catanzaro Domenico Gallo è qualcosa di più di un semplice imprenditore condannato per truffa e turbativa d’asta. Per gli inquirenti era riuscito a creare, nel giro di qualche decade, quella amalgama con esponenti delle cosche, uomini della pubblica amministrazione e faccendieri che gli ha consentito di accaparrarsi l’esecuzione di grandi opere pubbliche.

Un collaboratore di giustizia lo aveva definito il “miliardario del bitume”. In realtà, per i pm della Procura di Reggio Calabria, Domenico Gallo è qualcosa di più di un semplice imprenditore che già nel 2005 era stato condannato in via definitiva per 27 delitti di truffa e due turbative d’asta commessi tra il 1985 e il 1991. Secondo la Dda, infatti, era riuscito a creare, nel giro di qualche decade, quella amalgama con esponenti della ‘ndrangheta, uomini della pubblica amministrazione e faccendieri che gli ha consentito di accaparrarsi l’esecuzione di grandi opere pubbliche.

Ed è proprio perché indiziato di contiguità con le cosche Piromalli e Zagari-Fazzalari che, oltre a svariate disponibilità economiche, Domenico Gallo si è visto confiscare dalla Guardia di finanza un impero del valore di 212 milioni di euro: 13 società di capitali e relativo patrimonio aziendale, le quote di un’altra società, 11 beni immobili, tra terreni e fabbricati e una villa di pregio, un autoveicolo e 12 orologi tra cui tre Rolex, un Franck Muller, un A. Lange & Sohne e sette Patek Philippe. Su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Gaetano Paci e del pm Gianluca Gelso, il provvedimento è stato adottato dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria che ha confermato il sequestro del 2018 e ha disposto nei confronti di Gallo anche la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale per 5 anni.

Sin dall’1985 le informative della polizia lo indicavano emergente elemento di spicco della nuova alleanza tra imprenditoria mafiosa e mondo politico-amministrativo a livello locale e nazionale. Per i magistrati, Gallo non ha smesso “di gestire le proprie società con modalità spregiudicate ed illecite ma anzi sia riuscito ad incrementare in modo esponenziale i propri affari non solo commettendo reati ma anche sfruttando in un rapporto sinallagmatico i propri rapporti con la ‘ndrangheta”. La figura di Gallo compare, infatti, in numerose inchieste antimafia condotte dai finanzieri del Gico e dello Scico e coordinate dalla Dda di Reggio Calabria: da “Cumbertazione” a “Martingala” passando per “Waterfront”.

Stando alle indagini che hanno portato alla confisca c’era una sproporzione tra il profilo reddituale e quello patrimoniale del nucleo familiare di Domenico Gallo. Per i pm, grazie a una serie di società a lui riconducibili o, comunque, nella sua disponibilità, il “miliardario del bitume” ha illecitamente operato in diversi contesti territoriali sia provinciali, sia nazionali. Il coinvolgimento dell’imprenditore, infine, era emerso nelle inchieste “Chaos”, “Amalgama”, “Arka di Noè” e “Red Line”, in contesti di criminalità organizzata per la commissione di reati di natura economico finanziaria, nonché contro la pubblica amministrazione.

“Le società riferibili al Gallo – aveva scritto il Tribunale nel sequestro – sono state portate avanti sin dalla metà degli anni ottanta conquistando fette di mercato con modalità essenzialmente illecite. È emerso dagli atti, infatti, che le commesse sono state ottenute solo grazie ad una stabile e continua attività di corruzione. Le società del gruppo Gallo non solo si sono costituite con risorse di cui l’effettivo titolare non poteva disporre ma hanno operato e prodotto ricchezza con modalità illecite”.

In sostanza, in seguito agli accertamenti della guardia di finanza, per i magistrati non ci sono dubbi sull’esistenza di “decine di operazioni sospette e movimentazioni di giro fra le varie società del gruppo per importi elevati che hanno comportato una totale commistione di risorse lecite ed illecite all’interno di tutte le società coinvolte”. Questo ha comportato che tutti gli investimenti fatti da Gallo e dal suo nucleo familiare “nel corso del tempo in beni immobili e mobili, poiché costituenti il reimpiego di denaro di provenienza illecita devono essere considerati essi stessi illeciti”.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/02/11/ndrangheta-confiscato-un-tesoro-da-212-milioni-al-re-del-bitume-per-limprenditore-5-anni-di-sorveglianza-speciale/6097604/

Poche balle, dateci il Mes. - Marco Travaglio

 

Passi per l’idea geniale del competente Draghi di tenere le scuole aperte fino a luglio, che quando la lanciò l’incompetente Azzolina fu spernacchiata da tutti. Passi per i banchi a rotelle, monumenti allo spreco e dannosi alla salute quando li comprarono gl’incompetenti Conte, Azzolina e Arcuri, e ora orgoglio e vanto delle scuole dei gesuiti che fecero di SuperMario il competente che sappiamo. Passi per i famosi “ritardi sui vaccini” degl’incompetenti Conte, Speranza e Arcuri che han portato l’Italia al primo posto in Europa e agli elogi della competente Ursula. Però, sul Mes, spiacenti ma non possiamo transigere. Per un anno chiunque passasse per strada, fosse Nina Moric o Scalfarotto, Tina Cipollari o la Boschi, ci ha frantumato i santissimi con il grazioso omaggio da 36-37 miliardi che l’Europa voleva donarci e che noi, masochisti, non passavamo mai a ritirare per darla vinta agli scappati di casa grillini, all’incompetente Conte e ai brubru fasciolegameloniani. Tant’è che, a furia di insistere, alla fine ci eravamo quasi convinti.

Sole 24 Ore: “Gualtieri: senza Mes, tensioni di cassa”, “Lettera-appello dei sindaci: ‘Il governo chieda il Mes’”. Patuelli (Abi): “È indispensabile attivare il Mes”. Corriere: “Le Regioni spingono sul Mes”. Fontana (Corriere): “Mes, governo paralizzato da ideologia e illusioni”. Panebianco (Corriere): “Perché il Mes è scomparso dai radar politici?”. Mieli: “Alla fine Conte e M5S chiederanno il Mes”. Repubblica: “Pd e Renzi sul Mes: ‘Se l’avessimo chiesto oggi avremmo i soldi’”, “Il Mes non è una trappola”, “Ue in pressing su Roma per il Mes. Gentiloni: ‘Il bazooka serve tutto’”, “Il Tesoro spinge sul Mes”, “Il governo punta al Mes”, Bonanni (Rep): “L’Italia non può dire no al Mes”. Folli (Rep): “Il Mes è l’asso nella manica del Pd”, “Prorogare lo stato d’emergenza sanitario connesso al ritorno del Covid mal si concilia col rifiuto del Mes”, “Quei 37 miliardi diventano urgenti, le casse pubbliche languono, i 5S dovranno rivedere la loro posizione”, “Nel Mes la chiave dei nuovi scenari”.

Stampa: “Mes, ecco il piano Speranza”, “Pronto il piano per il Mes”, “Mes, l’ira di Zingaretti contro Conte”, “Conte si prepara a dire di sì al Mes”, “Di Maio apre: sul Mes si può trattare”. Giannini (Stampa): “Langue penosamente la trattativa tra Pd e M5S sui 36 miliardi del Mes… L’Uomo della Provvidenza direbbe che è l’ora delle scelte irrevocabili”. Veronica De Romanis (Stampa): “Col Mes più credibili”, “La Sanità rischia, ora il Mes”, “Quell’assurdo rifiuto del Mes”.

Messaggero: “Visco sferza Conte: ‘Sul Mes troppi pregiudizi, ci sono soltanto vantaggi’”, “L’Italia adesso punta al Mes”.

Giornale: “Il governo: niente Mes. Berlusconi: serve subito”, “Allarme Mes: senza il prestito il Paese è fallito”.

Claudia Fusani (Riformista): “I 5Stelle cedono al Pd che porta a casa il Mes”.

Foglio: “Perché sì Mes”, “La fase 3 non può funzionare senza i fondi del Mes subito”.

Domani: “Avremmo dovuto prendere i soldi del Mes”.

Sassoli: “L’Italia non rinuncia al Mes. È garanzia contro le crisi bancarie” (sic), “Il Mes è un’opportunità. Tasso insuperabile” (ma non era il tonno?). Gentiloni: “Cara Italia, è tempo di Mes”, “L’Italia prenda il Mes, conviene”. Zingaretti: “Il governo non può più tergiversare sul Mes, sul tavolo risorse mai viste”. Francesco Forte, detto Mezzolitro: “Servizi sanitari scolastici e liquidità per lo Stato: perché il Mes è decisivo”, “La Caporetto dei conti viene da lontano. E serve il Mes”. Juncker, l’Altro Mezzo: “Il Mes può aiutare l’Italia”. Delrio: “Conte decida sul Mes”. Enrico Letta: “Adesso prendiamo il Mes”, “Mes e piano green: è l’ora della svolta o vincerà l’egoismo”. Monti: “La via possibile per il Mes”. Toti: “Sul Mes i governatori di destra ci sono”. Speranza: “Soldi subito col Mes”. Bonaccini: “Rischiamo uno scontro sociale, nessuno si opponga ai miliardi del Mes”, “Lunare dire no a 36 miliardi”. Bonino: “È solo un tabù ideologico, follia non usare il Mes”, “Conte ha bloccato il Mes per pagare il pizzo al M5S”. Cottarelli: “L’Italia prenda i fondi del Mes”. Marattin: “Ragioni per cui l’Italia non potrà che dire sì al Mes”. Bellanova: “Sì al Mes, anche coi voti azzurri”. Scalfarotto: “Alla Puglia serve il sì al Mes” (sic). Tria: “I fondi del Mes vanno usati subito”.

A levarci i dubbi residui provvidero i nostri spiriti guida Matteo e Maria Elena nei giorni caldi della crisi. Lui: “Qual è il punto decisivo per la rottura? Tanti. Ma su tutti il Mes” (15.1), “Non voterò mai un governo che di fronte a 80mila morti non prende il Mes” (17.1). Lei: “Iv ha chiesto al governo di prendere il Mes, non di prendere Meb” (12.1). Ora si scopre che Draghi il Mes non lo vuole. E i giornaloni preparano la ritirata: il Mes – dicono restando seri – non serve più. E Meb fa la gnorri: “Abbiamo sempre detto che il Mes non era per noi imprescindibile. Se si possono ottenere più soldi per la Sanità a un tasso migliore, non siamo innamorati del Mes. Prima di Draghi, era lo strumento più conveniente”. Ah ecco, avanti Mario e dopo Mario. Ma è tardi. Ci avete messo l’acquolina in bocca e adesso aspettiamo il bocconcino servito in tavola. Sennò potremmo sospettare che quelli di prima non fossero incompetenti o quelli di adesso non siano competenti. Quindi poche balle: ce l’avete promesso e ora ce lo date. Punto. E Mes.

https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2021/02/11/poche-balle-dateci-il-mes/6097423/

Draghi: il voto di Rousseau sul governo. Alert di Conte sul perimetro della maggioranza.

 

Il premier uscente al Corriere, 'spero il governo si formi al più presto'.

E' il giorno della verità per gli M5s con il voto degli iscritti sulla piattaforma online di Rousseau per scegliere tra l'adesione o meno al governo di Mario Draghi.

Dalle 10 alle 18 di oggi le votazioni dopo che ieri, grazie anche a un contatto telefonico tra il premier incaricato e il garante pentastellato il movimento ha incassato all'interno della compagine che si va formando anche la fidura di un super ministro 'green': titolare di un dicastero che accomuni che competenze dell'ambiente e dello sviluppo per una 'transizione ecologica'.

Il voto agita i pentastellati e ieri in serata alcuni parlamentari sono andati all'attacco.  Il quesito su cui votare sulla piattaforma Rousseau "è stato formulato in maniera suggestiva e manipolatoria, lasciando intendere che solo con la partecipazione del M5s al governo si potranno difendere i provvedimenti adottati dal precedente governo e dalla precedente maggioranza". Così 13 parlamentati del Movimento sottoscrivono una nota in cui definiscono la votazione "tendenziosa e palesemente volta a inibire il voto contrario alla partecipazione del M5s al Governo Draghi".

Intanto il premier uscente Giuseppe Conte auspica che il nuovo governo possa formarsi al più presto e che il Paese possa essere quanto prima in sicurezza.

Ma al Corriere della Sera, rivela una preoccupazione: "È evidente che, essendo il quadro delle forze che si dichiarano disponibili ad appoggiare la maggioranza molto esteso, possa risentirne la coesione tra le forze stesse". Il rischio è che possano aumentare "le difficoltà nell'azione di governo, rispetto a questioni che esulino dalla stretta emergenza". Le priorità non cambiano: nuovo decreto Ristori, completare la campagna vaccinale, completare il Recovery plan. 

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/02/11/draghi-il-voto-di-rousseau-sul-governo.-alert-di-conte-sul-perimetro-della-maggioranza_a4868b8e-bce6-4d5e-b366-6828f7a8fa20.html

“Renzi ha sabotato un’alleanza di vera sinistra. Per conto terzi.” - Silvia Truzzi

 

Nel suo ultimo manuale (Conversazioni sulla Costituzione, Cedam) Lorenza Carlassare scrive che se si assume l’implicito che solo alcuni abbiano le capacità per governare, viene messa in discussione l’idea stessa di democrazia.

Professoressa, il “governo dei sapienti” da Platone in poi è spesso stato riproposto: perché?

È una concezione autoritaria del potere. Non bisogna andare molto indietro nel tempo per ritrovarla nella nostra storia. Secondo Alfredo Rocco, padre del codice penale nonché ministro Guardasigilli di Mussolini, lo Stato fascista supera la democrazia perché si riserva “di far decidere i problemi essenziali della vita dello Stato a coloro che hanno la possibilità d’intenderli, sollevandosi sopra la considerazione degli interessi contingenti degli individui”. L’idea dell’infallibilità di un capo fa paura: per fortuna se il “capo” è Draghi non corriamo alcun pericolo. La concezione acritica del potere però è in sé estremamente pericolosa.

Si parla del governo dei migliori: chi sono?

Proviamo a ragionare al contrario. Ovviamente nessuno auspica un “governo dei peggiori”: ne abbiamo visti in passato di peggiori, per esempio dal punto di vista della condotta non sempre specchiata, della mancanza di disciplina e onore e perfino della fedina penale macchiata! È giusto, per certi versi perfino ovvio, che si cerchino per i ruoli chiave persone che abbiano capacità e conoscenze. La competenza è indispensabile: personalmente non metterei al ministero dell’Università e della Ricerca una persona che non ha nemmeno la licenza superiore come avvenne non molti anni fa. Però pensare che esista un’élite destinata a governare le masse rompe l’idea di uguaglianza su cui si fonda la democrazia costituzionale.

E poi: chi seleziona i migliori? Sulla base di quali criteri?

Questo è il punto cruciale che spiega bene perché la democrazia non ha alternative. Oggi ci troviamo in una situazione particolare causata dall’estrema debolezza del sistema politico. La crisi della rappresentanza dipende anche da leggi elettorali che in qualche modo hanno sottratto o attenuato la possibilità per i cittadini di scegliere i propri eletti, selezionati dai leader dei partiti in base a convenienze e fedeltà. Prima i partiti avevano un radicamento sociale importante e concorrevano alla preparazione della classe politica, formando il personale parlamentare e di governo. Adesso si bada solo al consenso, qui e ora.

Lei crede alla tecnica che non ha colore politico?

Non esistono decisioni neutre: tutte le decisioni sono politiche. Questa crisi è stata alimentata da un soggetto che ha un nome e un cognome, Matteo Renzi, che ha agito per sé e io credo anche per conto terzi: in troppi erano preoccupati dal possibile consolidamento di un’alleanza 5Stelle-Pd per timore di uno scivolamento a sinistra del Paese. Basta vedere come si affannano nel chiedere che le risorse non vengano sprecate nei sussidi. Ma non si tratta di “sprecare”: la Costituzione prevede l’intervento dello Stato in caso di disoccupazione involontaria e anche il diritto a una retribuzione che garantisca al lavoratore una vita dignitosa.

Aboliranno il reddito di cittadinanza?

Non credo che la Consulta lo permetterà. La giurisprudenza della Corte negli ultimi tempi ha ben chiarito che la Corte stessa può sindacare le scelte del legislatore in ordine all’allocazione delle risorse alla luce di principi fondamentali come quelli di uguaglianza e solidarietà. Se si oltrepassa la soglia del principio di ragionevolezza nell’abolire misure di solidarietà sociale in momenti in cui crescono disoccupazione e povertà, la Corte potrebbe intervenire.

Cosa pensa del governo di tutti o quasi tutti?

Che è impossibile. Ogni decisione è politica: accontenta e scontenta qualcuno, tocca interessi spesso contrastanti, favorendone alcuni e sfavorendone altri quindi non credo che partiti con posizioni diametralmente opposte possano mettersi d’accordo su ogni decisione. Non penso che possa essere efficiente un esecutivo sostenuto da tutti; mi piacerebbe, in questo difficile momento, ma mi sembra complicato. Sarebbe essenziale delimitare un’area politica di sostegno e giovarsi delle astensioni di chi non si oppone.

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