sabato 4 marzo 2023

… L come Libertà … ovvero: Tripoli bel suol d’amore. - Francesco Briganti

 

Ad un certo punto della sua vita il grande Lucio Battisti, smise di comparire in pubblico; le sue canzoni, vecchie e nuove, erano comunque alla ribalta via radio o attraverso i suoi Lp, ma della sua presenza in video o in concerti pubblici dovemmo: noi suoi fans, fare a meno.

Tutti, anche quelli che non erano esattamente suoi fans, sapevamo però che Lui c’era e perciò ognuno sperava che prima o poi tornasse a cantare dal vivo; poi, un giorno ci svegliammo con la notizia della sua morte ed al primo sgomento per la bruttissima nuova seguì una tristezza ed un senso di privazione infiniti; ci rendemmo conto, infatti e con intimo dolore, che con lui era morta una parte di noi!

Contemporaneamente al suo decesso moriva anche la nostra speranza e la sua decisione da “ ipoteticamente revocabile “ cambiava in “ impossibile “ perché: definitiva e immutabile. Finiva: quel giorno, un’epoca! E, tutti noi: giovani, giovanissimi e appena appena più maturi, toccammo con mano e ne ricavammo, forse, l’esatta percezione della morte che, fino a quel momento, non era stata altro che una, lontanissima, delle vicende possibili!

Anni fa Achille Occhetto ritirò dal palcoscenico italiano il grande Partito Comunista Italiano, ne cambiò il nome ed il simbolo: la falce ed il martello, che con il passar del tempo dalle radici di una quercia, dove era stato relegato comunque a memoria di ciò che eravamo stati, finì per sparire completamente.
Noi, che già allora eravamo di una “ sinistra vera “ e tali siamo rimasti, ne prendemmo atto; sapevamo che non sarebbe più stata la stessa cosa, ma avevamo la speranza che quelle radici fossero comunque sempre presenti e che ad esse, coloro che evolvevano con la nuova formazione, continuassero a ispirarsi.

Pur affievolendosi sempre più: man mano che quella nuova formazione CAMBIAVA in qualcosa di ulteriormente nuovo e diverso, quella speranza di aver una matrice comune ed un’idea fondante cui far riferimento è sempre stata presente in tutti quelli che, ancora nel 2022 alle ultime votazioni, hanno continuato a credere che il Pd fosse figlio, o forse nipote o addirittura anche solo lontanissima genia del PCI e del PSI.

Nella primavera-estate del 2022 quel democristiano baciapile e piccolo borghese di E. Letta, ma gran parte del lavoro l’avevano fatto già Renzi, Gentiloni ed i vari Monti prima e Draghi dopo, ci ha sbattuto in faccia e nel peggiore dei modi, che il partito di Enrico Berlinguer: da lungo tempo preda di una malattia era, tra infinite sofferenze, naturalmente deceduto e che con lui era morta ogni nostra nostalgica speranza di vedere, prima o poi, qualcuno: ancora degno di potersi definire compagno, tornare ad ispirarsi a quella idea che fu di Gramsci, di Ingrao, di Natta e di Nenni, De Martino e Pertini.

Passati sei mesi abbondanti dal “ settembre nero “ che ha visto assurgere al governo di questolerciopaese una “ dolce Arlecchina serva di più padroni: l’Europa ed i propri alleati, abbiamo già avuto modo di sperimentare quanto la “ vacuità violenta “: spiegherò perché, di una destra arruffona, abbuffina ed inconcludente sia già in via di completamento del piano “ GELLICCO “ della P2!

La strage :che domenica scorsa, ha visto solo per caso un numero di 67 vittime innocenti, si deve considerare come solo l’ultimo “ ESEMPIO “: in ordine di tempo, di quelle deviazioni sistemiche a cui, un fascismo di fatto, deve abituarci prima di passare alla propria irreversibile conferma ufficiale.

Gli attacchi alla libertà di pensiero e di parola; la continuazione e la esasperazione della legge Cartabia nei confronti della libertà di stampa; gli interventi estemporanei e diretti alla magistratura, alla giustizia, alla scuola, al valore della vita a prescindere da chi fossero i “ VIVI “ considerati e da tutelare, da parte di “ ministri “ di un popolo ad essere in realtà solo il 25% di un 50% di aventi diritto al voto: dunque di una infima minoranza rispetto alla totalità di questo popolo se esistesse come tale, SONO STATI i prodromi del “ peggio del peggio “ che, ancora e di più, seguirà man mano che si procede nei giorni a venire.

Da domenica scorsa, comunque siamo tutti più tristi!

Siamo tutti ed ancora una volta: orfani, vedovi, madri e padri a piangere qualcuno; siamo tutti ed ognuno: ad aver un minimo sindacale di “ animo umano “, coscienti che attendere vigliaccamente lo svolgersi del divenire, anche fossimo veramente disperati ed affranti per ciò che è successo senza comunque fare nulla per dimostrare sul serio la nostra avversione a quel divenire, CI RENDERA’ passivi complici e supporter di ogni squallido mefistofelico accadere!

La nostra vita già oggi non è più la stessa!

Come dopo la morte di Lucio Battisti ci sentimmo defraudati di una parte di noi, così dalla strage di domenica in poi, ad ogni ulteriore affermazione, ad ogni ulteriore manifestazione di questa destra: del piccolo ras arcoriano e fino alla “ dolce stilnovista “ Giorgia e passando per l’imbelle leghista, non avendo alcun segno di cambiamento effettivo dalla “ compagna (?) Schlein, NOI TUTTI faremo un passo: sempre di più vicino, a quei lager di deportazione che saranno: in primis solo virtuali, ma che poi e logisticamente occuperanno gli stadi e gli elenchi dei desaparecidos!

Se, infatti la compagna (?) segretaria sarà la definitiva conferma che la sinistra: italiana e parlamentare, E’ MORTA; se: Crocifisso il Partito Democratico sul Golgota di Montecitorio, quelle SUE donne ed uomini saranno capaci di cotanto squallido comportamento; se Conte ed i 5S stanno solo recitando una insulsa parte nel gioco scenico di un “ SISTEMA ITALIA “ alla sua fine, non resterà altro da fare se non arrendersi all’evidenza conclamata oppure nel cominciare a formare quelle cellule di resistenza: attiva ed effettiva, attese alla liberazione, secondo Costituzione, di “ questo, già di suo nell’ultimo trentennio, lerciopaese !”.

Erano SESSANTASETTE, erano giovani e forti e sono morti!

scendono pastose lente calde
solcano rughe segnate dal tempo
bruciano dalla fonte alla foce
inutili le lacrime solitarie
degli uomini senza un domani!

Se nemmeno questo serve più a farci reagire, allora allora: lasciate ogni speranza VOI che leggete giacché …

nessuno più risalirà a riveder le stelle!

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A Silvia - Giacomo Leopardi

 

Lo sapevate che… una delle poesie più belle e intense di Leopardi, A Silvia, racconta una storia tragica.

Ecco immaginatevi un giovane solitario, seduto in una vecchia biblioteca, intento a scrivere, a pensare; c’è una finestrella che da sul cortile, e da quella finestra si sente una voce gioiosa, innocente piena di «pensieri soavi, speranze e cori».

Quella voce apparteneva a Teresa Fattorini, la figlia di un umile cocchiere. Leopardi interrompeva il suo studio «matto e disperatissimo» soltanto per ascoltarla cantare. Leopardi si innamorò della semplicità di questa ragazza, anche se apparteneva a un ceto sociale diverso dal suo. Lui era un nobile, un conte, lei una comunissima «tessitora». Ovviamente non riuscì mai a dirglielo. E non ne ebbe neanche il tempo. Teresa Fattorini morì a ventun’anni, stroncata dalla tisi.

«Silvia, rimembri ancora, Quel tempo della tua vita mortale,
Quando beltà splendea nei tuoi occhi ridenti e tu, lieta e pensosa, il limitar di gioventù salivi?»

Pensate che questi versi furono scritti dieci anni dopo la morte di Teresa. Oggi c’è gente che dopo qualche minuto dimentica di averti conosciuto e non posso fare a meno di domandarmi cosa abbia reso la gente tanto distratta, tanto superficiale e impermeabile al sentimento. Ma c’è un’altra su cui vorrei vi soffermaste a riflettere. Leopardi è sempre stato definito un pessimista. Perché?

Perché vi parla delle speranze, dei sogni infranti, delle malinconie dell’anima. Leopardi vi racconta la vita. Non una versione edulcorata, divertente della vita, ma vi mostra la vita per come è. Ecco, in un’epoca che ha fatto della «felicità» un mantra, dell’essere energici e sorridenti un dovere sociale, perché un lavoratore per produrre tanto deve essere innanzitutto efficiente e un consumatore per generare profitto deve illudersi di potersi comprare la felicità, ecco in una simile epoca forse farebbe bene leggere Leopardi. A me, lo confesso, leggere Leopardi fa bene all’anima. Mi aiuta a ricordare che la vita non è fatta soltanto di cose.

Professor X

PS. G. Middei anche se voi mi conoscete come Professor X Cari amici, è da poco uscita la nuova ristampa del mio romanzo Clodio, se vi piacciono la storia e la filosofia, potete leggerne un estratto gratuito a questo link: https://www.amazon.it/Clodio-G-Middei/dp/8832055848

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giovedì 2 marzo 2023

NON ERANO BARCONI, SIGNOR MINISTRO. - Enrico Bucci

 

Erano navi, spesso gigantesche per l'epoca, quelle che portavano decine, centinaia di migliaia di italiani sulla costa lontana degli USA.

Potevano resistere molto meglio alle tempeste, su viaggi molto più lunghi: ma quelle navi, come i barconi di oggi, vedevano uomini, donne e bambini cercare un futuro migliore.

Qualcuno fuggiva la fame, nessuno la siccità, la carestia, la guerra e i talebani, come le madri, i padri e i bambini di oggi; eppure vede, signor ministro, nessuno si è mai sognato di dir loro che "la disperazione non giustifica".

La disperazione, quella che forse lei non ha mai provato signor ministro, è la madre della speranza, la speranza intendo che oltre un braccio di mare si possa incominciare finalmente a vivere; e più ancora, che magari i piccoli figli di un'umanità disperata possano non dico necessariamente vivere bene, ma almeno non rischiare di morire ogni momento ammazzati dalla guerra, da uno stupro, da una peste o dalla semplice mancanza di tutto.

Per molto meno, molto meno di così, ma con la stessa speranza, navi intere piene di italiani hanno tagliato ponti e passato mari, per iniziare vite degne di un nome diverso da quello della non morte.

Vede, signor ministro, su quelle navi, nel 1906, si imbarcò il mio bisnonno Fortunato Cocco, e fu censito al suo sbarco, come può vedere qui sotto; e io non consento a lei, e a quelli come lei, di dire che non contribuì a sostenere il proprio paese chi sostenne con il suo lavoro e -lui no, morì prima, ma tanti altri - durante la guerra, anche con la vita, la vita di altri milioni di concittadini che non poterono partire, inviando il magro stipendio nel proprio piccolo paese, e - anche questo non fu il caso di mio nonno, ma di tantissimi altri - crescendo i propri figli in un posto per loro più dignitoso del nostro vasto mondo.

Lei, signor ministro, è un disumano e colpevole esponente di quella gran massa di persone che, di fronte a decine di corpi di bambini sulla sabbia, sente il bisogno di dire che è colpa loro, o dei loro genitori, per non esser rimasti a casa loro, per avere voluto rischiare; come se il rischio fosse quello di un gioco, e non invece l'unica speranza, l'unica possibilità di salvezza da Talebani, guerre, fame, malattie.

Il mio bisnonno arrivò in America nel 1906; anche allora c'era chi studiava la resa del negro in confronto all'italiano nei campi, ma sono passati più di cento anni, e si vorrebbe immaginare che non esista più chi, di fronte ai bambini degli altri, ritiene colpa la fuga, e accidente la morte, dopo aver reso difficili i soccorsi, ostacolato le navi che salvano, e infine sparso veleno retorico nelle menti degli italiani.

Qui sotto è censito l'arrivo del mio bisnonno, e con lui di tanti altri, da emigrante in un'altra costa, verso una diversa patria; perché vede, signor ministro, i primi migranti siamo stati noi, e se oggi sulle spiagge d'America fossero allineate le salme di trenta bambini, non sarebbe importante la loro nazionalità, ma chi ha concorso alla loro morte. E lei, signor ministro, è fra questi, prima con i suoi atti, e poi con le sue parole.

PS:
Chi ritiene che questa sia semplicemente propaganda politica, abbandoni pure questa pagina. Prima che un divulgatore o un ricercatore, io sono un essere umano, e tale intendo restare. 

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Reddito minimo - Reddito di cittadinanza... Viviana Vivarelli

 

Lo pago io, è vero.

Io che senza fiatare ho pagato banca Etruria,
le tasse delle lobby del gioco d'azzardo,
le pensioni ai pronipoti dei deputati morti 60 anni fa,
i danni Parmalat,
la corruzione che sembra inarrestabile,
la cassa integrazione Fiat,
il progetto del ponte sullo Stretto,
gli aerei militari che non volano,
i braccialetti per i detenuti,
il Mose a Venezia con tanti condannati e che nemmeno funziona,
le lenzuola d'oro delle ferrovie,
la sanità mangiasoldi....
Le pensioni di invalidità false
L'aereo da 350 milioni comprato da Renzi e mai usato.
Calciopoli, vallettopoli, affittopoli, minchiopoli!
Ho sempre pagato in silenzio e dovrei ribellarmi adesso?
Adesso che i miei soldi andranno a chi ne ha realmente bisogno???
Me ne hanno fregati tanti di soldi che questi mi sembrano i meglio spesi degli ultimi 30 anni!
(un cittadino italiano)
Foto fonte Rai news (televideo)

Inchiesta sul Covid in Bergamasca, indagati Conte e Speranza. - Francesca Brunati e Igor Greganti

 

A tre anni di distanza dallo scoppio della pandemia di Covid che, tra febbraio e aprile 2020, ha straziato la Bergamasca con oltre 6 mila morti in più rispetto alla media dell'anno precedente, è stata chiusa l'inchiesta per epidemia colposa con 19 indagati tra cui l'ex premier Giuseppe Conte, l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, il Governatore della Lombardia Attilio Fontana e l'ex assessore della sanità lombardo Giulio Gallera.

Il procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota con i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino, sotto la super visione del Procuratore Antonio Chiappani, hanno tirato le somme di una indagine con cui si è cercato di far luce e individuare le responsabilità di quella tragedia che ha lasciato una profonda ferita, e di cui è ancora vivo il ricordo delle lunghe file di camion dell'esercito con sopra le bare delle vittime da trasportare fuori regione per essere cremate.

 "E' vergognoso che una persona che è stata sentita a inizio indagine come persona a conoscenza dei fatti scopra dai giornali di essere stato trasformato in indagato.

E' una vergogna sulla quale non so se qualche magistrato di questo Paese ritiene di indagare. Sicuramente non succederà niente", afferma a Radio Anch'io il governatore Attilio Fontana. "Anche in altri processi in cui sono stato assolto - aggiunge - ho saputo dai giornali cose che non sapevo".

"Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura - ha commentato l'ex presidente del Consiglio e ora a capo del M5, Conte -. Sono tranquillo di fronte al paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica".

Tra i destinatari dei 17 avvisi di conclusione delle indagini, che saranno notificati giovedì, e nei quali sono contestati a vario titolo i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio e anche falso ci sono anche il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli, il coordinatore dell'allora Comitato Scientifico Agostino Miozzo, l'ex capo della protezione civile Angelo Borrelli e tra i tecnici del ministero della salute l'ex dirigente Francesco Maraglino. Riguardo invece a Conte e Speranza gli atti dovranno essere trasmessi al Tribunale dei Ministri.

L'inchiesta, che già contava alcuni indagati come i vertici dell'Ats di Bergamo e dirigenti dell'assessorato regionale alla sanità, come scrive in una nota il Procuratore Chiappani, "sono state articolate, complesse e consistite nell'analisi di una rilevante mole di documenti" informatici o cartacei "nonché di migliaia di mail e di chat telefoniche in uso ai soggetti interessati dall'attività investigativa, oltre che nell'audizione di centinaia di persone informate sui fatti". Un'attività che ha consentito di ricostruire i fatti a partire dal 5 gennaio 2020, quando l'Oms aveva lanciato l'allarme globale a tutti i paesi e che si è avvalsa di una maxi consulenza firmata da Andrea Crisanti, microbiologo dell'Università di Padova e ora senatore del Pd. Gli accertamenti hanno riguardato tre livelli, uno strettamente locale, uno regionale e il terzo nazionale con le audizioni a Roma di Conte, Speranza i veri tecnici e anche l'ex ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.

Nel mirino degli inquirenti e degli investigatori della Guardia di Finanza sono finiti non solo i morti nelle Rsa della Val Seriana e il caso dell'ospedale di Alzano chiuso e riaperto nel giro di poche ore, ma soprattutto la mancata istituzione di una zona rossa uguale a quella disposta nel Lodigiano e i mancati aggiornamento del piano pandemico, fermo al 2006, e l'applicazione di quello esistente anche se datato e che comunque, stando agli elementi raccolti, avrebbe potuto contenere la trasmissione del Covid. Riguardo alle omissioni, come ha sottolineato Crisanti nella sua consulenza in base a un modello matematico, se fosse stata istituita la zona rossa in Val Seriana, al 27 febbraio i morti sarebbero stati 4.148 in meno e al 3 marzo 2.659 in meno.

Mentre Speranza in una nota ha affermato di aver "sempre pensato che chiunque abbia avuto responsabilità nella gestione della pandemia debba essere pronto a renderne conto", aggiungendo di essere "molto sereno e sicuro di aver sempre agito con disciplina ed onore nell'esclusivo interesse del Paese", i parenti delle vittime hanno commentato: "Da oggi si riscrive la storia della strage bergamasca e lombarda, la storia delle nostre famiglie, delle responsabilità che hanno portato alle nostre perdite. La storia di un'Italia che ha dimenticato quanto accaduto nella primavera 2020, non a causa del Covid19, ma per delle precise decisioni o mancate decisioni".

"Non avevamo il minimo segnale di partecipare al 'banchetto' degli indagati. Fontana era stato sentito come persona informata sui fatti e da allora silenzio assoluto", commenta l'avvocato Jacopo Pensa, legale del governatore Fontana, alla chiusura dell'inchiesta della Procura di Bergamo sulla gestione della pandemia di Covid. "Apprendiamo prima dai media e senza alcuna notifica formale di essere tra gli indagati". E ancora: "Prendiamo atto - spiega il difensore - che la Procura di Bergamo ha sottolineato che la conclusione delle indagini non è un atto di accusa. Vedremo, vedremo. Non è neanche un atto di difesa".

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2023/03/01/inchiesta-sul-covid-in-bergamasca-indagati-conte-e-speranza-_a4b4144c-6bb8-4f48-a958-0836ec185bbe.html

martedì 28 febbraio 2023

Finalmente c'è riuscita. - Giseppe Salamone

 

Finalmente c'è riuscita, ha raggiunto il livello "Pace o condizionatori" di Draghiana memoria. E non solo a livello di contenuti politici, ma anche e soprattutto di accondiscendenza giornalistica. L'apparizione di ieri sera della Meloni da Vespa ci ha riproiettati dritti indietro nel tempo, nel governo dei migliori di cui lei diceva di esserne all'opposizione.

Basta sentire cos'è riuscita a far uscire dalla sua bocca, una frase intrisa di propaganda vergognosa e che dimostra quanto per lei gli italiani siano incapaci di intendere e di volere;
dire che “È una bufala che spendiamo soldi per comprare armi che mandiamo agli ucraini. Noi abbiamo già delle armi che riteniamo oggi, fortunatamente, di non dover utilizzare, quindi non c’è niente che stiamo togliendo agli italiani”, equivale a prendere per rinco*lionito il popolo italiano!

Con cosa sono state comprate quelle armi? Con i soldi del Monopoli? L'aumento delle spese militari per sostituire queste armi che si stanno ammassando in Ucraina con quali soldi lo state facendo? Sempre con quelli del Monopoli? O magari li avete racimolato tagliando fondi al reddito di cittadinanza e alle cure oncologiche? Ma secondo te, cara Giorgia, gli italiani (ultrà FDI e CDX a parte, quelli sono irrecuperabili) sono così imbecilli da bere una narrazione così strampalata tale da risultare ridicola perfino negli asili nido?

Dall'altra parte c'è da segnalare l'inchino dell'immortale Bruno Vespa, uno che ha sempre saputo scegliere da che parte stare per riuscire a portarsi a casa il classico abbondante milioncino di euro pagato con i soldi del canone degli italiani. Non una domanda incalzante, niente sulla figura di mer*a rimediata da entrambi per la partecipazione del comico Ucraino a Sanremo, niente sul disastro dei balneari che fu un cavallo di battaglia in campagna elettorale, niente sulla Montaruli condannata, niente su Valditara o su Nordio, niente sulla vicenda Zelensky-Berlusconi, niente di niente.

Carta libera sulla propaganda di guerra e su quella relativa ai migranti, senza che il conduttore sempre disponibile e prono al potere approfondisse troppo o infierisse in una narrazione sterile e vergognosa. Non sia mai un contraddittorio decente, giusto Bruno? Va bene che erano solo cinque minuti, ma sono stati abbastanza per capire ancora una volta chi è Giorgia Meloni e chi è Bruno Vespa. Peccato che lo facciano sempre a spese nostre.

Concludo chiedendole direttamente una cosa, Cara Meloni: quando parla, non generalizzi con "tutti gli italiani"; perché in primis non lo fa a mio nome, e poi non mi venga a dire che "gli italiani debbano essere molto fieri di noi". Personalmente, non sono affatto fiero né di lei, tantomeno del suo governo. Anzi, mi vergogno profondamente di lei, di Piantedosi, di Valditara, di Nordio e di tutto, ma proprio tutto il suo Governo.

T.me/GiuseppeSalamone

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L’INCOERENZA ONTOLOGICA DELL’ECCEZIONALISMO AMERICANO. - William Schryver (imetatronink.substack.com)

 

Il Gingoismo, anche se con un altro nome, puzza sempre allo stesso modo.


Secondo il Merriam-Webster, il Gingoismo (o sciovinismo) aveva avuto origine durante la guerra russo-turca del 1877-1878, quando molti cittadini britannici erano ostili alla Russia e ritenevano che la Gran Bretagna dovesse intervenire nel conflitto. I sostenitori della causa avevano espresso i loro sentimenti in una canzoncina da music-hall con questo ritornello:

We don’t want to fight, yet by jingo if we do,
We’ve got the ships, we’ve got the men,
We’ve got the money, too!
[Non vogliamo combattere, ma perbacco se lo facciamo,
Abbiamo le navi, abbiamo gli uomini,
Abbiamo anche i soldi!]

Chi ha un atteggiamento come descritto nella canzone è poi diventato noto come Gingoista, e l’atteggiamento stesso è stato soprannominato Gingoismo.

La causa persa

Questa dovrebbe essere una recensione critica del recente saggio di Arta Moeini pubblicato su UnHerd: L’Occidente sta intensificando la guerra in Ucraina? Tuttavia, il suo ambito si estende ben oltre le pervasive fallacie di Moeini affrontate dalla mia critica.

L’articolo di Moeini emerge dal contesto delle ultime settimane, durante le quali abbiamo osservato una decisa svolta retorica nelle narrazioni popolari occidentali riguardanti la guerra NATO/Russia in Ucraina.

La “causa persa” è nell’aria. Molti di coloro che in privato sapevano da un po’ di tempo che le cose stavano così si sono finalmente sentiti sufficientemente incoraggiati ad abbracciare pubblicamente l’ovvio – anche se con riluttanza, e spesso con una buona dose di razionalizzazione e di persistente disinformazione al seguito.

Per essere chiari, ho trovato il saggio di Moeini una lettura utile, che fa riflettere a più livelli, anche se non, come credo, secondo le intenzioni dell’autore. E sono più o meno d’accordo con la maggior parte delle sue osservazioni sulla situazione attuale.

Ma, come aveva ben notato il poeta, “non c’è bisogno di un meteorologo per sapere da che parte soffia il vento” [Bob Dylan – Subterranean Homesick Blues N.D.T].

E non serve nemmeno un aspirante “esperto” di geopolitica di un think tank per sapere, in questo momento, che il piano di usare l’Ucraina come bombardiere kamikaze per ferire mortalmente la Russia è abissalmente fallito in ogni aspetto geostrategico fondamentale.

Anzi, si è ritorto contro in molteplici modi, largamente imprevisti ed ora irreversibili.

Ne parlerò ancora più avanti.

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Nella foto Victoria Jane Nuland attuale Sottosegretario di Stato per gli affari politici nell'amministrazione Biden. Wikipedia

L'articolo continua qui:

https://comedonchisciotte.org/lincoerenza-ontologica-delleccezionalismo-americano/