Sfiducia.
La più evidente delle quali è quella con cui Iv ha salvato la stessa Daniela Santanchè, prima difendendola dalle accuse sulla disastrosa gestione delle sue aziende (anche sul Riformista guidato da Renzi e l’ex forzista Andrea Ruggieri, pure lui presente alla cena al Twiga) e poi non votando la mozione di sfiducia nei suoi confronti sostenuta da M5S, Pd e Avs. “Un regalo a Meloni e Santanchè”, l’avevano definita renziani e calendiani per un volta uniti (invece ieri Azione ha per l’ennesima volta “scaricato” Iv, definendo “inopportuno” il raduno al Twiga). Due giorni dopo il voto in Parlamento, il brindisi tutti insieme a Forte dei Marmi.
Rdc.
Le piazze protestano contro il governo per il taglio al Reddito di cittadinanza. E Italia Viva? Figurarsi cosa può obiettare.
Al massimo bazzecole, tipo il modo con cui è stata gestita la sforbiciata o la mancanza di un piano alternativo pronto. Ma non certo il nodo centrale della questione, perché Renzi è pur sempre colui che promosse un referendum contro il sussidio, poco prima che le elezioni dessero il mandato alla destra per smontare l’assegno ai più poveri.
Salario minimo.
Iv è l’unico partito di opposizione a non aver firmato la proposta di legge sul salario minimo. E dunque ha così offerto la sponda alla maggioranza per mandare il testo nel congelatore, rinviando all’autunno il voto in Parlamento nonostante il pressing di Giuseppe Conte ed Elly Schlein.
Quando si tornerà in aula, FdI troverà ancora nella truppa renziana un fedele alleato.
Fisco.
Alla Camera, Iv ha già votato la proposta di legge delega di riforma del fisco.
“È lo stesso schema proposto da Draghi – si è impettito Ettore Rosato motivando il voto a favore dei renziani – Sono stati recepiti i nostri emendamenti più importanti”.
E infatti la stessa cosa si sta ripetendo in Senato, dove Iv è pronta a sostenere di nuovo la riforma della destra magari rosicchiando qualche altro strapuntino.
Basti pensare all’emendamento approvato in commissione Finanze al Senato che interviene sui procedimenti tributari, facendoli immediatamente decadere nel caso il soggetto sia stato nel frattempo assolto in maniera piena e definitiva nel processo penale collegato.
Per intendersi: per lo stesso fatto, si può essere indagati penalmente (per esempio per evasione o false fatture) e al contempo dover affrontare un procedimento tributario con cui lo Stato cerca di recuperare il denaro contestato.
Se venisse approvato nel testo finale, l’emendamento di Iv farebbe sì che l’assoluzione nel penale vanifichi il secondo procedimento. Il problema è che questa norma si porta dietro un paio di conflitti di interessi: il primo verso Santanchè, coinvolta nelle note vicende delle sue società, il secondo per Laura Bovoli, madre di Renzi alle prese con le accuse per la gestione di Marmodiv.
Previdenza.
Una delle ultime convergenze è il colpo di mano destra-Iv su Assoprevidenza, con un emendamento centrista al decreto Pa-2 approvato in commissione. Il Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare confluisce in Assoprevidenza, a cui vanno subito 2 milioni per svolgere i compiti inizialmente assegnati al Comitato.
Di che si stratta?
Un organismo terzo e senza scopo di lucro (il Comitato), pensato per spingere la previdenza complementare e gli investimenti nelle Pmi, viene dirottato dentro un’associazione privata.
Giustizia.
Il testo varato da Carlo Nordio, con dentro tra l’altro l’abolizione dell’abuso d’ufficio e lo svuotamento del traffico di influenze, avrà un lungo iter parlamentare.
Ma i guai, per la maggioranza,
non arriveranno certo da Iv, che si è già detta disponibile a votare la riforma della giustizia. Anzi, semmai coi renziani il problema è un altro: Italia Viva è ben più vicina al Guardasigilli di gran parte della maggioranza, come dimostra l’euforico via libera alla relazione sulla giustizia presentata da Nordio in Parlamento a inizio anno.
Scontato che Renzi e i suoi tenteranno persino di scavalcare quanto già previsto dal progetto di legge del ministro.
Armi.
Anche qui il sostegno di Italia Viva al governo non è mai mancato. A inizio anno i centristi hanno rinnovato la piena sintonia col governo nel mandare armi all’Ucraina fino a tutto il 2023, in un asse che comprende anche il Pd. La posizione è stata poi confermata in tutti gli ordini del giorno e le mozioni sull’argomento, in Italia e a Bruxelles.
È il caso, per esempio, del voto sull’Asap, ovvero la possibilità per il Paesi dell’Ue di dirottare fondi per il sociale, inclusi quelli del Pnrr, verso l’industria bellica proprio per aiutare l’Ucraina.
Sponda continua.
Se si torna indietro nel tempo, non si fatica a trovare altre sponde renziane alla destra. È il novembre del 2022 quando Iv dà l’ok al dl Aiuti ter; poi, in primavera, arrivano il voto favorevole al ponte sullo Stretto e l’intesa destra-Iv su una mozione che sostiene il ritorno al nucleare.
Meloni ringrazia.
F.Q. 1 agosto