Un diario, dove annoto tutto ciò che più mi colpisce. Il mio blocco per gli appunti, il mio mondo.
giovedì 12 settembre 2013
Napolitano ha nominato Giuliano Amato giudice della Corte costituzionale.
Presidente del Consiglio, ministro del Tesoro e dell'Interno, già senatore e deputato, giurista e docente universitario. Con questo curriculum l'ex socialista e poi democratico diventa nuovo membro della Corte costituzionale. Primo impegno dei giudici l'elezione del presidente. Ieri il congedo di Franco Gallo.
Presidente del Consiglio, ministro del Tesoro con Goria e dell’Interno con Prodi, già senatore e deputato, giurista e docente universitario. Con questo curriculum l’ex socialista e poi democratico Giuliano Amato, 75 anni, torinese, diventa nuovo membro della Corte costituzionale. La firma della nomina da parte del presidente Giorgio Napolitano è avvenuta ieri.
Due volte premier, ministro della Repubblica in tre diversi governi, costituzionalista e professore nonché presidente della Repubblica ‘mancato’. A lungo socialista e braccio destro di Bettino Craxi, sopravvissuto senza conseguenze giudiziarie alla bufera di Tangentopoli, è sempre stato utilizzato in politica (e per incarichi importanti) anche dagli ex comunisti (nella loro lunga transizione dal Pci verso il Pd, passando per il Pds e i Ds). Fin da giovanissimo si dedica alla politica, aderendo inizialmente al Partito Socialista e divenendone neli Anni 80 il vicesegretario generale. Deputato nelle fila del Psi dal 1983 al 1994 e nell’Ulivo dal 2001 al 2008 Amato è stato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Craxi, ministro del Tesoro nei governi Goria e D’Alema. Ma il dottor Sottile può vantare soprattutto nel suo cursus honorum anche due tornate da Presidente del Consiglio, la prima nel biennio 1992-93 e la seconda nel 2001-2001.
Più volte si è parlato di Giuliano Amato come possibile Presidente della Repubblica. La prima nel 2006, quando sembrava che potesse succedere a Carlo Azeglio Ciampi al Colle; il suo nome era stato proposto anche allora dal centrodestra. L’Unione guidata da Romano Prodi preferisce però candidare Giorgio Napolitano, che viene poi eletto. Nello scorso aprile il nome di Amato è di nuovo tra i papabili. Per giorni sembra che la sua figura possa essere l’ideale per far convergere i voti di un Parlamento senza una maggioranza netta ma col favore e la preferenza del Pdl. Una nomina questa di Amato che quindi potrebbe essere gradita dal governo delle larghe intese di Letta, ma soprattutto su cui non avrà da ridire Silvio Berlusconi. Amato non è mai sceso in trincea contro il Cavaliere, pur scegliendo il destino del centrosinistra. Vicinissimo a Craxi (e quindi vige la proprietà transitiva) è stato in prima fila ai tempi dei decreti sulle antenne tv che hanno dato il via libera al duopolio anomalo che caratterizza il sistema televisivo italiano. Amato è anche il capo del governo che decise nottetempo i prelievi forzosi dai conti correnti (1992) a causa delle casse dello Stato disastrate.
Amato negli ultimi anni anni è stato al centro di accuse riguardanti i redditi percepiti per i vari ruoli politici ricoperti (la cifra si aggirerebbe sui 30mila euro mensili). Il professore ha sempre rispedito queste critiche al mittente, chiarendo che percepisce 11mila euro di pensione oltre a un vitalizio parlamentare che devolve in beneficenza. Le polemiche più furibonde, soprattutto da parte del centrodestra e dei suoi giornali di riferimento (oltre che da parte della famiglia Craxi) hanno riguardato, però, soprattutto il suo lungo sodalizio politico-istituzionale con Bettino Craxi e la successiva collaborazione con quel mondo post-comunistaindicato, dai ‘fedelissimi’ dell’ex segretario del Psi passati al fronte berlusconiano, come il ‘mandante’ della fine politico-giudiziaria del politico socialista poi morto latitante ad Hammamet.
Il dottor Sottile “sostituirà Franco Gallo, che dal 26 gennaio ha presieduto la Consulta e che è destinato a concludere il proprio mandato sabato 14 settembre”. Ieri Gallo è stato ricevuto al Quirinale e dal presidente della Camera Laura Boldrini. Il capo dello Stato, tra le cui prerogative rientra appunto anche quella di scegliere cinque dei quindici giudici delle leggi, “ha firmato il decreto di nomina ieri pomeriggio, dopo aver ricevuto Gallo in visita di congedo”. Primo impegno dei giudici costituzionalisti sarà l’elezione del nuovo presidente: tra i papabili, secondo il quotidiano di via Solferino, ci sono Luigi Mazzella (eletto dal centrodestra e già ministro della Funzione Pubblica del governo Berlusconi) e Gaetano Silvestri (in quota centrosinistra). La Consulta è composta da quindici giudici: cinque sono nominati dal Colle, cinque dal Parlamento e cinque dalla magistratura.
Il primo commento alla nomina arriva da Giuliano Cazzola, dirigente nazionale di Scelta civica per l’Italia ed ex deputato del Pdl. ”La nomina di Giuliano Amato alla Consulta non è solo il giusto riconoscimento per una personalità di grande intelligenza, cultura ed esperienza maturata, ad altissimo livello, in tutte le occasioni in cui è stato chiamato a servire il Paese. Questa nomina del presidente della Repubblica rende onore al Paese e dimostra una volta di più che, con Giorgio Napolitano, l’Italia è in buone mani” scrive in una nota.
RAI: fuori i nomi!
"Cade il primo velo sulle cosiddette “Happy Five”, le 5 società di produzione che, negli ultimi 5 anni, avrebbero lavorato con la Rai più di altre aziende del settore.
In Commissione di Vigilanza Rai abbiamo ottenuto i primi 3 nomi in occasione dell’audizione di Eleonora Andreatta, la Direttrice di Rai Fiction, che ha fatto espressamente riferimento a tre società diventate negli ultimi “fornitori d’eccellenza” della Rai, e destinatarie di un’importante fetta del budget annuale dedicato alla produzione di fiction, che quest’anno ruota intorno a 194 milioni di euro.
Si tratta della Lux Vide, fondata da Ettore Bernabei, ex Direttore Generale della Rai, e ora presieduta dalla figlia Matilde.
È stata, poi, citata la Fremantle Media. L’amministratore delegato della società è Lorenzo Mieli, figlio di Paolo, ex direttore del Corriere della Sera.
La terza azienda è la Publispei, fondata da Gianni Ravera e ora gestita da Verdiana Bixio. Un percorso all'insegna della trasparenza massima è fondamentale quando si interagisce con chi gestisce oltre un miliardo di euro di risorse pubbliche.
Oggi si apre il confronto serrato tra la Commissione di Vigilanza Rai, il Ministero dello Sviluppo Economico e la Rai sul Contratto di Servizio che dovrà essere rinnovato in tempi brevi. Il contratto è stipulato tra la Radiotelevisione Italiana e il Ministero dello Sviluppo Economico. Ha una durata triennale (l’ultimo contratto è scaduto nel dicembre 2012) e disciplina le attività che la società concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, la Rai, deve svolgere per assolvere il compito di servizio al pubblico nel territorio della Repubblica Italiana. La bozza del nuovo contratto è quasi pronta. Il viceministro Catricalà l’ha presentata al Cda Rai che dovrà esprimersi a riguardo il prossimo 18 settembre. Dopodiché arriverà alla Commissione Vigilanza, che deve pronunciarsi con un parere favorevole affinché il contratto venga concluso.
Il Contratto di servizio è un atto fondamentale: deve delineare diritti e doveri delle due parti e offre gli strumenti necessari per garantire al cittadino il rispetto della funzione di servizio pubblico da parte della Rai. Con un’adeguata struttura normativa, il contratto diventerà un documento strategico di garanzia degli interessi dei cittadini: potremmo pretendere la massima trasparenza, come nel caso degli atti di gestione e degli stipendi. Potremmo rendere pubblica la contabilità separata dell’azienda: il cittadino deve sapere quando un programma è finanziato con il canone (quasi due miliardi di euro all’anno) e quando è invece finanziato dalla pubblicità (600 milioni di euro all’anno). Possiamo farcela. Possiamo far sentire la voce di tutti nelle Istituzionie riportarla ai vertici Rai. Facendo rete ci possiamo riuscire."
Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza RAI.
http://www.beppegrillo.it/2013/09/rai_fuori_i_nomi.html
Labels:
Bernabei,
canone,
Catricalà,
Commissione di Vigilanza,
contratto di servizio,
Fico,
Fremantle Media,
Happy Five,
Lux Vide,
Mieli,
Publispei,
Rai,
trasparenza
Gas e luce costano 1.815 euro l’anno. Ecco come…non pagarli affatto!
Quasi duemila euro di spesa annua. 1.815 euro, per la precisione. E’ quanto sborsa la famiglia “tipo” italiana per le bollette energetiche, di gas e luce, in un anno. Lo scrive il Sole 24 Ore, consigliando alcuni portali specializzati del web per scovare le tariffe più convenienti…
Ma si può fare altro. Risparmiando molto, molto di più. Perché non svincolarsi definitivamente dalle tradizionali forniture di luce e gas?Enrico Cappanera, presidente di Energy Resources, lo ha fatto nella sua abitazione, investendo sul fotovoltaico, la geotermia e sul SeS, l’innovativo sistema d’accumulo dell’energia brevettato proprio da Energy Resources. Un investimento, recuperabile in meno di dieci anni grazie agli incentivi, che gli consentirà di risparmiare attorno ai 2.000 euro annui. Senza preoccuparsi più di bollette e rincari energetici. Da consumatore ad auto-produttore della propria energia, preludio della Terza Rivoluzione Industriale teorizzata dall’economista Jeremy Rifkin.
«Le tecnologie esistenti nel campo delle rinnovabili rappresentano un grandissimo passo in avanti verso una reale democrazia energetica – sostiene Cappanera – Operazioni come queste rendono più concreti i concetti legati alla terza rivoluzione industriale ed aprono le porte ad una nuova stagione per l’umanità dove sarà la micro-generazione distribuita di energia da fonti rinnovabili a ripristinare l’equilibrio tra uomo e pianeta».
Energia a chilometri zero, insomma, autoprodotta, gestita ed utilizzata sul luogo senza nessun intermediario. Riducendo drasticamente la dipendenza dalle fonti fossili. «Credo stia maturando la consapevolezza che l’energia è un bene di tutti e che le tecnologie sono a disposizione delle persone per migliorarne lo stile di vita – rimarca Cappanera – E non per limitare la possibilità di accesso alle risorse. Sapere quanta energia si ha la possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale fra l’altro anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti».
E’ stata infatti inaugurata la prima casa off grid d’Italia che ha definitivamente detto addio al petrolio perché autosufficiente e staccata da luce e gas. È stata realizzata a Monsano, in provincia di Ancona, ed è la prima casa italiana completamente indipendente da fonti fossili inquinanti, scollegata dalla rete elettrica nazionale e dalla tradizionale fornitura di gas, a far diventare realtà ciò che fino a poco tempo sembrava impossibile è stata la Energy Resources.
Nell’abitazione si produce energia pulita a impatto e chilometri zero: qui viene prodotta, gestita distribuita e utilizzata, senza la necessità di reti, intermediari o filiere di distribuzione.
“Anche Francesco Del Pizzo, AD di Terna Plus, scommette su un futuro dove i sistemi di accumulo di energia serviranno a stabilizzare la rete elettrica esistente, garantendo la crescita delle rinnovabili. D’altronde Jeremy Rifkin ha basato le sue teorie su cinque pilastri di sviluppo principali dove la micro produzione di energia ed il suo accumulo serviranno ad uscire dall’empasse energetico e dalla crisi economica ed ambientale globale”.
“Quello che fino ad oggi è stato definito consumatore – ha concluso Cappanera – deve trasformarsi finalmente in produttore capace di orientare le proprie scelte in modo consapevole: sapere quanta energia si ha possibilità di produrre, e quindi di utilizzare, è fondamentale anche per rilanciare i concetti di risparmio energetico e riduzione delle emissioni inquinanti”.
La burocrazia, però, pone paletti e prebende per agevolare le major...del settore.
Infatti:
Caro bollette: svelati i veri costi dell’energia. - Roberta Ragni
I prezzi dei prodotti energetici non dicono tutto circa i costi che le imprese, e i cittadini, devono pagare per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Il dossier presentato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile nel corso del Convegno “I Costi dell’ Energia in Italia”, organizzato in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2013, propone per questo di passare da una analisi dei prezzi a una dei veri costi dell’energia, includendo ad esempio i sussidi che in Italia vengono pagati ai combustibili fossili.
Le agevolazioni fiscali di cui usufruiscono le fonti fossili, infatti, a differenze di quelli per le rinnovabili, non rientrano in bolletta e non contribuiscono a formare i prezzi dell’energia, anche se vengono comunque pagati attraverso la fiscalità generale. Questi sussidi non vengono monitorati dal Governo, nonostante siano ingenti: secondo l’OCSE sono 2,1 Mld€/anno su alcuni settore chiave, che salgono secondo il Fondo Monetario Internazionale a 5,3 Mld€/anno includendo altre voci tra cui alcune esternalità.
LE ESTERNALITA’ DELLE FOSSILI- E sono proprio le esternalità l’altra voce importante dei costi nascosti dell’energia, spiega la Fondazione guidata da Edo Ronchi.
Anche in questo caso non esistono studi ufficiali sull’argomento, ma uno studio condotto sulla Germania stima che l’inclusione dei costi esterni, a carico principalmente di nucleare e carbone, farebbe aumentare la bolletta energetica di 40 mld€, con un +40% per una famiglia tipo.
Il Dossier prende anche in esame l’incidenza degli incentivi alle rinnovabili sui prezzi e sui costi dell’energia in Italia analizzando i costi diretti, i costi e i benefici indiretti e le implicazioni sul piano strategico. Per quanto riguarda i costi diretti, gli incentivi alle rinnovabili del settore elettrico (che rappresentano la maggior parte degli incentivi) hanno raggiunto nel 2012 circa 10 milardi di Euro, il 16-17% della bolletta elettrica nazionale. E indovinate? Questi ultimi hanno inciso sull’aumento del prezzo del kWh degli ultimi anni solo per il 33%, mentre per il 57% questo è stato causato dall’aumento dei prezzi dei fossili.
I BENEFICI INDIRETTI DELLE RINNOVABILI- Sul piano dei costi e dei benefici indiretti il saldo economico è senz’ altro positivo. Tra i benefici da ascrivere alle rinnovabili c’è, infatti, la riduzione del prezzo medio orario dell’ energia elettrica (a maggio si è quasi dimezzato tra il 2006 e il 2012) e la creazione di ricchezza e occupazione nazionale (su 1000 euro spesi sulle rinnovabili ne rimangono in Italia 500-900, mentre su 1000 euro investiti sulla produzione elettrica da gas ne restano sul territorio nazionale 200, il resto va alle economie straniere). Per non parlare poi del lato ambientale: 70Mt di CO2 risparmiata ogni anno e un minore inquinamento atmosferico.
“Il settore energetico è nel pieno di una trasformazione epocale, e se come Paese non saremo in grado di comprenderne a pieno tutte le implicazioni e operare le scelte più giuste, rischieremo alla fine di pagare un conto molto alto. – afferma Andrea Barbabella, responsabile Energia per la Fondazione – Quello dei costi dell’energia è un tema strategico che va affrontato seriamente, anche perché tali costi sono molto probabilmente destinati a crescere e a incidere sempre di più sulla nostra economia. Guardare solo ai prezzi dei prodotti energetici è fuorviante, e i risultati di una analisi esaustiva sui veri costi dell’energia potrebbe fornire una rappresentazione molto diversa da quella usuale, con una situazione per l’Italia molto migliore di quanto generalmente si pensi“.
RIDURRE LA DIPENDENZA DALLE FOSSILI- Per Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, quello energetico “è uno dei settori produttivi più importanti a livello nazionale, con un giro d’affari, in crescita, attorno al 20% del PIL e quasi mezzo milione di posti di lavoro creati. Renderlo più efficiente dal punto di vista economico riducendo i costi dell’energia per il Paese richiederà, ad esempio, di intervenire sul mix energetico riducendo la dipendenza dai fossili che, negli ultimi vent’anni, è già costata al Paese 45 Mld€ in più, tutti soldi dati all’estero, e che se non affrontata potrebbe portare a un ulteriore aumento della fattura nazionale dell’import nei prossimi vent’anni da 3 a 12 Mld€“. Come si difenderanno ora i produttori di energia da fonti fossili?
Abu Omar, Lady chiede grazia a Napolitano: "Italia sapeva".
L'ex agente della Cia condannato per il sequestro dell'egiziano Abu Omar ha scritto una lettera al presidente della Repubblica chiamando in causa membri del governo italiano che avrebbero collaborato.
ROMA - Bob Lady, l'ex agente della Cia condannato per il sequestro dell'imam egiziano Abu Omar avvenuto a Milano nel febbraio 2003, ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedere la grazia.
A renderlo noto è stato ieri sera il corriere.it che ha ricevuto una copia della lettera inviata da Lady al capo dello Stato. Nella missiva, l'ex agente Cia chiama in causa "alti membri del governo italiano" che avrebbero collaborato con gli Usa.
Scrivendo al Quirinale, Lady sottolinea la sua azione antiterrorismo in collaborazione con le forze di polizia italiane e ricorda che "milioni di dollari" erano garantiti dagli Usa all'Italia per contrastare al Qaeda: cooperazione che ha permesso di "fermare molti piani terroristici".
L'attività, sottolinea l'ex agente Cia, era "agli ordini dei funzionari Usa" ma "in collaborazione con alti membri del governo italiano".
Sulla decisione di sottrarsi alla giustizia italiana, Lady si giustifica affermando che sarebbe stato altrimenti costretto a svelare importanti segreti: "Ho avuto accesso a informazioni confidenziali del governo italiano a seguito della mia attività di collaborazione con i servizi. Per montare una difesa adeguata avrei dovuto violare sia le leggi degli Stati Uniti che quelle dell'Italia. Non ero allora e non sono adesso disposto a farlo".
Chiedendo la grazia a Napolitano, l'ex agente Cia fa un parallelo con la vicenda dei marò in India: "Il rimedio che le chiedo" è lo stesso che l'Italia "sta sollecitando nel deplorevole caso dei fucilieri di Marina".
http://www.repubblica.it/esteri/2013/09/12/news/abu_omar_ex_agente_cia_bob_lady_chiede_grazia_a_napolitano_italia_sapeva-66349472/
Commento di Rita Pani:
[Ma dai! Vuol dire che il governo berlusconi era disonesto, e fece affari con gli americani per rapire un uomo in Italia e spedirlo alla tortura chissà dove? Non ci si crede!]
mercoledì 11 settembre 2013
Vittorio Feltri: “Salvate il soldato Silvio Berlusconi da questi schizofrenici del Pdl”. - Beatrice Borromeo
Così Vittorio Feltri, impietoso, spiega gli ultimi passi falsi del Pdl: gaffes di uomini maldestri che da anni sfruttano il capo e che anche oggi, mentre cala il sipario sul ventennio berlusconiano, si dimenano disordinatamente. Privi non solo di un piano, ma pure di un’idea: “Sa perché nessuno capisce la strategia del Pdl? Perché non c’è! E se c’è è scritta in cinese”.
Eppure Berlusconi paga caro i suoi avvocati e consiglieri.Ma è il comportamento del centrodestra in generale a essere schizofrenico. Da sempre. Non sono mai riusciti a legiferare in modo non dico intelligente, ma nemmeno conveniente.
Pensa alla legge Severino votata anche dal Pdl?Non solo: hanno pure avallato la legge che riguarda i minori, che poi è servita a condannare Berlusconi nel processo Ruby.
Persino l’affannata relazione di Augello in giunta, ha finito per essere controproducente.La verità è che non ci ho capito niente. Qualsiasi cosa facciano Augello o gli esponenti di maggior spicco, si fa per dire, del Pdl, è inutile. Qui non c’è piu niente da fare, la soluzione non c’è. Sono piccoli tentativi per allungare il brodo che non porteranno a nulla.
Le sono piaciuti gli striscioni nelle spiagge a sostegno di B.?Non so chi abbia ideato queste cose, ma non servono a niente. Proprio come le manifestazioni, o certe dichiarazioni esplosive. Bisogna realizzare che siamo di fronte a una condanna de-fi-ni-ti-va.
Hanno anche provato a umanizzarlo, con le foto abbracciato a Dudù il cane.Mah, non voglio fare il pesce in barile ma proprio non capisco come queste mosse possano giovare. Sarà che, da bergamasco, sono un po’ tardo: non afferro .
C‘è malafede o incompetenza?Il problema è che lui comunque non ascolta. Siamo al punto in cui ha ragione l’ultimo che parla. Berlusconi è in uno stato psicologico confusionale, ed è comprensibile. Un giorno sostiene una cosa e il giorno dopo un’altra: è proprio nel pallone. E non perché sia scemo, ma perché la situazione è talmente incasinata che non se ne esce.
Motivo in più perché qualcuno gli dia una mano.Solo che lui si circonda di accondiscendenti a sua disposizione a prescindere dal loro valore e dalla loro sincerità. Anche se alla fine gli stanno pure sulle balle.
Può sempre contare sui figli.Forse sì. Ma a parte loro c’è solo gente che gli vuole male, che pensa solo a se stessa e a spremerlo fino all’ultimo, a proprio esclusivo vantaggio. Oramai è tardi, non c’è più niente da fare. Doveva pensarci prima, ma troppa presunzione, dovuta anche ai suoi successi, ha creato un eccesso di fiducia. Che produce gran stupidaggini.
Però, ripeto, per svicolare da queste situazioni esistono i principi del foro.Io che non sono né avvocato né cancelliere gli ho detto subito l’unica via d’uscita:’Hai il passaporto,vattene’. Se deve fuggire un impiegato dell’Enel ha qualche difficoltà, ma un signore come lui avrebbe fatto la bella vita.
Se vuole scappare per la verità è ancora in tempo.Eh, ma senza passaporto non sarebbe carino.
Ma neanche col passaporto.Ma non sarebbe stato un reato.
Secondo lei c’è chi spera nell’uscita di scena del capo?Se il Pdl fosse un partito vero, organizzato, compatto, gli Alfano e i Lupi farebbero appello agli elettori: ‘Noi resisteremo, vi rappresenteremo’. Invece sono molto divisi e ciascuno pensa al proprio posticino. Si attaccano ancora a Berlusconi senza capire che ormai è fuori gioco.
E nessuno, magari sopravvalutandosi, pensa davvero di poterne prendere il posto?Sicuramente sì, però poi mi vengono in mente i volti dei cosiddetti personaggi di spicco e mi cascano le braccia.
Magari loro si guardano meno allo specchio.Non puoi impedire alla gente di sognare. Ma siamo in campo onirico.
L'economia si sta riprendendo o sta affondando? I gas li ha buttati Assad oppure no? E Casaleggio, è vero che a Cernobbio ha cacciato via giornalisti e fotografi? - Sergio Di Cori Modigliani
Parliamo di ciò che è accaduto a Gianroberto Casaleggio due giorni fa. L'imprenditore è andato a Cernobbio, presumo tutto contento perchè ci teneva a rappresentare un'idea diversa, da quella consueta, dell'italianità manageriale, spiegare che è possibile fornirne una interpretazione nuova e distinta. E' andata a finire che, a noi, è arrivata soprattutto la notizia della sua pretesa di parlare a porte chiuse senza la presenza di giornalisti nè di fotografi, non solo. Ci è stato comunicato che, nonostante il suo aplomb, ha manifestato un'ardente irritazione di fronte ai tweet che stava ricevendo. Nessuno, evidentemente, ha badato al Senso della sua argomentazione. Ci è stato solo offerto il film della sua aristocratica indignazione. E' stata messa in pratica la lezioncina macluhaniana, proprio le nozioni di base, della serie "il mezzo è il messaggio", ovvero: qualunque cosa venga detta è irrilevante perchè vale solo e soltanto il mio modo di diffonderla. Ciò che conta è la piattaforma della diffusione, non il valore di ciò che si sta diffondendo.
Casaleggio ha rilasciato una comunicazione ufficiale sull'episodio che è la seguente:
".... la fantasia al potere sembra essere la parola d'ordine di alcuni giornalisti. Io non ho vietato l'ingresso di fotografi o giornalisti in sala, non ne avevo comunque la facoltà, e non mi sono adirato per i tweet sul mio intervento, che peraltro non ho neppure letto, come riportato da alcuni favolisti".
Basterebbe leggere le dichiarazioni rilasciate ieri dai quattro uffici politici ufficiali più importanti per la nazione, per riuscire a comprendere le enormi difficoltà che comporta vivere in una società complicata come la nostra.
Mentre alle ore 13.30 il premier Enrico Letta dichiarava che il governo sta centrando gli obiettivi della ripresa, la recessione è stata battuta e l'ottimismo è di rigore "perchè sono finiti i tempi dei tagli e dell'austerità' e finalmente l'Italia investe nella cultura e nell'istruzione, a dimostrazione che la crisi è ormai superata e ne stiamo venendo fuori, alla stessa identica ora l'ufficio di presidenza dell'Istat, un luogo che diamo per scontato sia in grado di avere il polso della situazione, rilasciava una nota ufficiale di una trentina di righe in cui dichiarava che purtroppo i dati sulla nostra economia sono, in realtà, nettamente inferiori alle nostre aspettative e previsioni, ed è necessario correggere le stime al ribasso; quest'anno il pil nazionale subirà un nuovo arretramento nell'ordine del -2,1%, il peggior risultato dell'intera Unione Europea, di gran lunga più negativo alle attese. In aggiunta, poche ore più tardi, il Ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni ha dichiarato verso le ore 16: " La ripresa è già arrivata, e nell'ultimo semestre dell'anno finalmente ci avviamo verso dati positivi con un pil almeno al +0,8%". Due ore più tardi, a borse chiuse, il Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, commentava: la situazione finanziaria del sistema bancario italiano è in grave sofferenza, è' necessario mantenere i conti a posto e quindi bisogna attuare una stretta politica di rigore e di tagli.
Come si fa a decidere chi dei quattro ha ragione?
Come fa un cittadino comune a comprendere, orientarsi, sapere che cosa sta accadendo?
Non solo.
Può addirittura accadere che, in una stessa famiglia italiana, se un membro ascolta il telegiornale delle ore 13.30 viene a sapere che va tutto male ma se per caso un altro ascolta le parole di un importante ministro alle ore 14.30 gli arriva la comunicazione che va tutto bene. Come è possibile che ciò accada?
E'possibile. Anzi, è norma.
E' la caratteristica dei nostri tempi: il crollo dell'oggettività, la cancellazione del Senso.
Le informazioni sono ormai prive di alcun valore di riferimento perchè è possibile essere governati e amministrati da persone che dicono -contemporaneamente- che fa freddo e che fa caldo, che va tutto bene e che va tutto male. Se i destinatari di tali informazioni, invece di essere noi cittadini della specie umana, fossero dei cervelli elettronici, andrebbero in tilt; perchè un computer non contempla la possibilità di ricevere nello stesso tempo un "apri" e un "chiudi", oppure un "salva" e un "cancella".
E' la caratteristica dei nostri tempi: il crollo dell'oggettività, la cancellazione del Senso.
Le informazioni sono ormai prive di alcun valore di riferimento perchè è possibile essere governati e amministrati da persone che dicono -contemporaneamente- che fa freddo e che fa caldo, che va tutto bene e che va tutto male. Se i destinatari di tali informazioni, invece di essere noi cittadini della specie umana, fossero dei cervelli elettronici, andrebbero in tilt; perchè un computer non contempla la possibilità di ricevere nello stesso tempo un "apri" e un "chiudi", oppure un "salva" e un "cancella".
L'introduzione della virtualità e la diffusione di quella che il grande Zygmunt Bauman ha definito "la comunicazione liquida" comporta la presa d'atto che la realtà da lineare semplice è diventata intricata e soprattutto complessa.
Basta vedere ciò che sta accadendo in questi giorni convulsi in cui la classe politica italiana si azzuffa discutendo su ciò che hanno definito "le pregiudiziali della giunta del Senato" e nessuno neppure per caso o di passaggio ricorda che ci si sta occupando del fatto che un importante senatore e capo di un'organizzazione politica al governo è un condannato in via definitiva, quindi ogni punto di vista ha una sua nobiltà, ogni interpretazione può avere un suo valore, e la soggettività individuale prevale sul dato oggettivo. Alla fine non vincerà la Verità, il Diritto, la Giustizia, vincerà soltanto il più forte e il più brutale. Ma si è ottenuto che non si parla del "dato oggettivo" (un importante personalità politica legalmente definita delinquente) bensì di quello soggettivo.
Come per l'economia. Non contano le cifre, valgono di più le profezie del Mago Attel.
Come per la Syria. Che cosa sta accadendo in Syria.
Chi ha buttato il gas? C'è chi sostiene sia stato Assad. Chi sostiene siano stati i ribelli. Chi sostiene siano stati alcuni ribelli contrari e antagonisti ad altri ribelli, i quali -secondo alcuni siti- sono stati armati, equipaggiati, finanziati e sostenuti dai sionisti israeliani; secondo altri siti, invece, sono stati armati, equipaggiati, finanziati e sostenuti dai mussulmani jihaddisti qatarioti anti-sionisti; altri siti forniscono prove che sono stati i russi a farlo. Altri ancora che sono stati gli americani. E così via dicendo.
Frastornati da tutte queste prove, controprove, film, documenti, noi cittadini non possiamo che rimanere testimoni passivi in attesa che gli sceneggiatori decidano che tipo di film vogliono farci vedere.
Il fine di tutto ciò consiste nel riuscire a far applicare un principio elementare della comunicazione mediatica.
Abolire e abbattere prima il Senso. Dopodichè sostenere una qualunque ipotesi di distrazione alimentando la paura, l'insicurezza, il disagio. Quando tutti sono spaventati, tirare fuori dal cappello magico la soluzione, che viene presentata come lenimento e toccasana per far passare la paura. Tutto qui.
Personalmente ritengo che (quantomeno per ciò che riguarda la guerra in genere, ogni guerra, tutte le guerre, e quindi anche l'attuale conflitto in Syria) sia facile posizionarsi. Basta essere veri pacifisti e quindi essere, per principio, contro chiunque usi le armi come strumento di risoluzione di un conflitto. Anche se ci sta simpatico, se è dei nostri, se ci è affine, se ci è amico. Il pacifista ha un solo vero nemico: chi impugna le armi.
Per ciò che riguarda, invece, la nostra vita di cittadini spaesati e spaventati, penso che sia necessario riappropriarsi del Senso delle cose ritrovando la capacità di una insurrezione interiore soggettiva che finisce per coincidere con un dato oggettivo. E lì, pretendere che la selezione venga applicata discriminando tra chi accetta il dato oggettivo e chi, invece, non lo accetta. Attivarsi perchè vengano rispettati parametri condivisibili da una maggioranza e pretendere che vengano rispettati. Il semaforo all'incrocio è utile perchè aiuta la viabilità dei veicoli e soprattutto salvaguarda l'incolumità collettiva. Chi non si ferma davanti al rosso diventa oggettivamente un nemico della società. Se poi vuol far prevalere la sua interpretazione soggettiva "perchè aveva fretta", dovrà pagare in maniera molto salata la sua scelta narcisista.
Poichè siamo nelle mani di chi ci vuole annebbiare, bisogna attivarsi da soli.
Quindi: hanno ragione Saccomanni e Letta oppure, invece, è come sostengono Visco e l'Istat?
I dati possono essere verificati con facilità da chiunque per conto proprio. E' il bello della rete. Ma una volta acquisiti i dati, è necessario mettere in campo energia, passione, vigore, protesta, divulgare i fatti eliminando ogni discussione, polemica e alterco perchè esiste l'oggettività e va rispettata.
Il nuovo modello di quella che chiamo "la vita post-Maya" consiste nella pretesa da parte della cittadinanza di essere "soggetto perennemente vigile e attivo" imponendo a forza (ma non con la forza) il Valore del Dato Oggettivo. E lì inchiodare chiunque alle proprie responsabilità senza tentennamenti, mediazioni, patteggiamenti, perchè non esistono opzioni individuali e soggettive e le interpretazioni sono tutte equi-valenti. Ciò che conta sono i fatti.
E' necessario attenersi ai fatti tornando al valore degli eventi, dei dati, delle cifre.
Altrimenti non se ne esce.
Altrimenti non se ne esce.
Se la stampa o la televisione dà una notizia, non è detto che quella notizia corrisponda a un fatto vero.
Vale anche per la rete, si intende.
Anche per i siti, anche per i bloggers.
Se ne esce con un risveglio collettivo, nessuno escluso.
La Nuova Italia che vogliamo non abbisogna di dormienti.
Di drogati, ne abbiamo fin troppi.
Iscriviti a:
Post (Atom)