sabato 26 luglio 2014

Una risata li seppellirà. - Dario Fo

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"Quello che sta succedendo in questi giorni alla Camera ed in Senato è a dir poco grottesco, soprattutto l’agilità degli uomini di governo, che ad ogni costo vogliono arrivare a far accettare dal Parlamento leggi impossibili, per non dire indegne. 

Questa situazione sta assomigliando sempre più ad una farsa di Aristofane, Antifane o di Menandro, dove logica e ragione vengono buttate a sguazzare nel lerciume delle cloache. 

C’è di che sghignazzare ad ogni sortita del gruppo governativo fino allo scompiscio. 


Ma come diceva Mirone di Corinto, per intendere la comicità di un gesto folle della politica bisogna essere informati e saper leggere l’assurdo becero che sta dentro ogni programma esposto a comando dal nocchiero che spinge la barra del timone.

“Il riso abbonda sulle labbra degli stolti”, diceva un saggio del Senato romano. 


Mai sentenza più falsa e cialtrona fu pronunciata al mondo. 

Infatti gli stolti non ridono. Restano attoniti davanti ad ogni lazzo o battuta ironica, specie se sottile. Lo stolto ride solo se sollecitato da una situazione palesemente triviale, ovvia e scontata. Ascoltando un’ironia di gusto intelligente rimane immancabilmente allocchito.

È quello che succede oggi a una gran quantità di pubblico, ascoltando le capovolte acrobatiche messe in campo dai furbacchioni di potere. Non riescono a riconoscere l’inganno e la sfacciataggine ipocrita che i conducenti si stanno inventando per far passare quelle infamie ad ogni costo.


È il problema posto dall’opposizione con la valanga di emendamenti sulla riforma costituzionale che abolisce il Senato elettivo. E quindi si ricorre un’altra volta puntualmente alla ghigliottina. 

È un’invenzione paradossale, assurda. 
Qualcuno l’ha chiamata “oscena”. 
L’effetto equivale all’esplosione di una carica di tritolo che fa saltare in aria il pacco degli emendamenti, un bel botto e il problema sparisce all’istante. 

L’opposizione urla indignata e la maggioranza, stupita, ribatte: 
“Perché tanta caciara? Che c’è di strano?”. 
“Questa tagliola è un atto infame! Oltretutto incostituzionale!”. 
“Piano con le offese, noi agiamo nell’interesse, anzi, per volontà del popolo”.

E qui un pubblico degno di rispetto dovrebbe esplodere in una risata a sganascio, e urlare: “Ma quale popolo? L’avete un’altra volta imbesuito, messo con il sedere in umido quel popolo, costretto a guardare ma non reagire”.


Ormai aspettiamo di giorno in giorno l’apparire dell’uomo che s’affaccia solo al balcone per proporci finalmente il pensiero unico. 


Ma alla sua sortita non possiamo restare con la faccia attonita e indignata. 
Bisogna saperlo accogliere con una gran risata. 
Il riso si dovrebbe insegnare fin dalle scuole elementari. 
Spiegare ai bimbi che ridere significa intelligenza e conoscenza, che solo i popoli che ne fanno uso sono composti da gente civile.

Per la prima volta dopo tanto tempo, ecco che finalmente l’opposizione, formata anche da personaggi inconsueti in una protesta democratica, sale al Quirinale, chiedendo di poter parlare con il capo dello Stato, un uomo sempre disponibile (specie se deve incontrare gente che la pensa come lui) a dare buoni consigli, a commuoversi persino, davanti ai loro applausi e complimenti adulatori, fermando lacrime che gli rigano il viso. 

Ma davanti a questo gruppo di facinorosi no, il nostro beneamato presidente non può scendere per ascoltarli. “Sono lievemente indisposto” fa dire. 

Mi aspettavo una risata, ma siamo evidentemente fuori allenamento. Per intendere l’assurdo smaccato bisogna essersi preparati a interpretare ogni paradosso.
A 'sto punto avrei urlato di gioia, vedendo arrivare di fronte al parlamento un gruppo di ragazzi che spingono una ghigliottina a grandezza naturale, su ruote magari, al canto di 


Allons, enfants de la Patrie”.

È troppo presto. Per riscoprirci spiritosi abbiamo bisogno di entrare in partita.
Ma tornando ai temi della commedia satirica dobbiamo ammettere che ci si sta muovendo verso la nascita di una coppia di partiti gestiti smaccatamente da un giovane toscano dalla parola facile e da un condannato alla galera riabilitato. 

Quest’ultimo, poveretto, andava a ragazzine senza sapere che rischiava una condanna per prostituzione minorile. Un brav’uomo, candido, che pagava un numero enorme di Olgettine da spasso, alloggiandole in un residence a poca distanza da casa per averle sempre sottomano.
Questa strana coppia sta imponendo uomini scelti da loro, mossi come burattini, e minaccia di espellere chiunque si ponga in contrasto con la loro guida e soprattutto insulta e chiama rozzi mestatori coloro che fanno riferimento alla P2 a proposito del loro modo d’agire.


E, a 'sto punto, penso che imparare tutti ad emettere risate corali ben modulate sia importante, ma non basti. Davanti a questa vergognosa imposizione autoritaria dobbiamo apprendere insieme ad emettere in coro giganteschi pernacchi frastornanti, al punto di svegliare tutto il popolo dei dormienti avvolti nell’oblio".
Dario Fo


http://www.beppegrillo.it/2014/07/una_risata_li_s.html

Come l’Italia contribuisce ai raid israeliani. - Manlio Dinucci

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Mentre Washington dichiara che «Israele ha il diritto di difendersi dagli attacchi lanciati da una organizzazione terroristica di Gaza», assicurando però di lavorare sia con i palestinesi che con gli israeliani per descalare il conflitto, Bruxelles esprime «ferma condanna» per il lancio di razzi da Gaza su Israele e «deplorazione» per le vittime civili palestinesi provocate dai raid aerei effettuati «per ritorsione» da Israele. Stessa posizione di Roma, che insiste sulla necessità di «riprendere il filo del processo di pace». Per farlo, occorre però spezzare il filo del processo di guerra, in cui gli Stati uniti e le maggiori potenze europee svolgono un ruolo di primo piano.
I cacciabombardieri che martellano Gaza sono F-16 e F-15 forniti dagli Usa a Israele (oltre 300, più altri aerei ed elicotteri da guerra), insieme a migliaia di missili e bombe a guida satellitare e laser. Come documenta il Servizio di ricerca del Congresso Usa (11 aprile 2014), Washington si è impegnato a fornire a Israele, nel 2009-2018, un aiuto militare di 30 miliardi di dollari, cui l’amministrazione Obama ha aggiunto nel 2014 oltre mezzo miliardo per lo sviluppo di sistemi anti-razzi e anti-missili. Israele dispone a Washington di una sorta di cassa continua per l’acquisto di armi statunitensi, tra cui sono previsti 19 F-35 del costo di 2,7 miliardi. Può inoltre usare, in caso di necessità, le potenti armi stoccate nel «Deposito Usa di emergenza in Israele». Al confronto, l’armamento palestinese equivale a quello di chi, inquadrato da un tiratore scelto nel mirino telescopico di un fucile di precisione, cerca di difendersi lanciandogli il razzo di un fuoco artificiale.
Un consistente aiuto militare a Israele viene anche dalle maggiori potenze europee. La Germania gli ha fornito 5 sottomarini Dolphin (di cui due regalati) e tra poco ne consegnerà un sesto. I sottomarini sono stati modificati per lanciare missili da crociera nucleari a lungo raggio, i Popeye Turboderivati da quelli Usa, che possono colpire un obiettivo a 1500 km. L’Italia sta fornendo a Israele i primi dei 30 velivoli M-346 da addestramento avanzato, costruiti da Alenia Aermacchi (Finmeccanica), che possono essere usati anche come caccia per l’attacco al suolo in operazioni belliche reali.
La fornitura dei caccia M-346 costituisce solo una piccola parte della cooperazione militare italo-israeliana, istituzionalizzata dalla Legge n. 94 del 17 maggio 2005. Essa coinvolge le forze armate e l’industria militare del nostro paese in attività di cui nessuno (neppure in parlamento) viene messo a conoscenza. La legge stabilisce infatti che tali attività sono «soggette all’accordo sulla sicurezza» e quindi segrete. Poiché Israele possiede armi nucleari, alte tecnologie italiane possono essere segretamente utilizzate per potenziare le capacità di attacco dei vettori nucleari israeliani. Possono essere anche usate per rendere ancora più letali le armi «convenzionali» usate dalla forze armate israeliane contro i palestinesi.
La cooperazione militare italo-israeliana si è intensificata quando il 2 dicembre 2008, tre settimane prima dell’operazione israeliana «Piombo fuso» a Gaza, la Nato ha ratificato il «Programma di cooperazione individuale» con Israele. Esso comprende: scambio di informazioni tra i servizi di intelligence, connessione di Israele al sistema elettronico Nato, cooperazione nel settore degli armamenti, aumento delle esercitazioni militari congiunte.
In tale quadro rientra la «Blue Flag», la più grande esercitazione di guerra aerea mai svoltasi in Israele, cui hanno partecipato nel novembre 2013 Stati uniti, Italia e Grecia. La «Blue Flag» è servita a integrare nella Nato le forze aeree israeliane, che avevano prima effettuato esercitazioni congiunte solo con singoli paesi dell’Alleanza, come quelle a Decimomannu con l’aeronautica italiana. Le forze aeree israeliane, sottolinea il generale Amikam Norkin, stanno sperimentando nuove procedure per potenziare la propria capacità, «accrescendo di dieci volte il numero di obiettivi che vengono individuati e distrutti». Ciò che sta facendo in questo momento a Gaza, grazie anche al contributo italiano.

http://www.voltairenet.org/article184728.html

Stop norma anatocismo e sblocco risorse Ilva: sì del Senato a fiducia su ddl competitività.

      
C   A   O   S  = Patto del Nazareno

Primo via libera al decreto legge competitività, che ha ottenuto il l'ok del Senato passa ora alla Camera per la seconda lettura. Il governo ha posto la fiducia sul provvedimento che ha ottenuto 159 voti favorevoli e un voto contrario.
Tra le novità più importanti introdotte nel primo passaggio parlamentare ci sono la cancellazione delle norme sull'anatocismo, lo sblocco delle risorse necessarie all'Ilva, l'introduzione della doppia soglia Opa.

ANATOCISMO: Salta la norma che reintroduceva l'applicazione degli interessi sugli interessi, applicata dalle banche sui clienti che vanno in rosso. L'articolo 31 è stato cancellato dal provvedimento.


ILVA: Il decreto legge approvato dal Cdm lo scorso 11 luglio, con il pacchetto di interventi ambientali per l'Ilva, viene inserito nel dl competitività. Arriva inoltre il subcommissario per il piano di risanamento ambientale dell'Ilva, e vengono sbloccate le risorse sequestrate alla famiglia Riva (che dovranno essere utilizzate per l'azienda).

OPA: E' introdotta la doppia soglia, per l'offerta pubblica di acquisto. Per le società quotate, escluse le pmi, viene fissato il tetto del 25% che si aggiunge a quello già esistente, del 30%. L'opa dovrà essere lanciata nel caso in cui, acquisendo il 25% delle azioni della società, si diventi socio di maggioranza.


RIFIUTI LAZIO: poteri speciali, per affrontare l'emergenza rifiuti, al presidente della regione Lazio e ai sindaci. La norma prevede la possibilità di ''adottare ordinanze contingibili e urgenti'', con le quali il presidente della regione e i sindaci dei comuni ''possono disporre forme, anche speciali, di gestione dei rifiuti''.

INCENTIVI FOTOVOLTAICO: Via libera alla modifiche della norma, contenute nel decreto legge competitività, che introduce incentivi per gli impianti fotovoltaici. La nuova formulazione prevede diverse opzioni per poter usufruire dei bonus, che potranno essere scelte dalle aziende.



POSTE: Arrivano 535 milioni di euro per Poste, nel 2014; le risorse vengono stanziate per ''dare attuazione alla sentenza del tribunale dell'Unione europea in materia di aiuti di Stato''.

SISTRI: La gestione del Sistri, affidata a Selex, viene prorogata fino al 31 dicembre 2015. Dall'anno successivo partirà in nuovo progetto e il nuovo gestore, che sarà stabilito attraverso la procedura di gara che partirà il 30 giugno 2015.

TETTO MANAGER: Vengono esclusi dall'applicazione del tetto agli stipendi i manager delle ''società quotate e quelle emittenti strumenti finanziari quotati o che rilasciano titoli scambiati nei mercati regolamentati".

CDP: La Cassa depositi e prestiti viene equiparata alle banche, nel trattamento fiscale. Sarà quindi applicata l'addizionale Ires dell'8,5%.

BUSTE PLASTICA: Multe in arrivo, dalla fine di agosto, per chi commercializza sacchetti di plastica non biodegradabili. La sanzione pecuniaria varia da 2.500 a 25.000 euro (e si moltiplica in caso di quantità ingenti).

PEDAGGIO TRENI: i costi derivanti dalla cancellazione della tariffa energetica agevolata, per le società che utilizzano la rete ferroviaria, potranno essere 'scaricati' sui pedaggi (escluso il universale) in modo graduale. L'adeguamento dei pedaggi dovrà avvenire in tre anni.

CONDHOTEL: Il 'condhotel' arriva in Italia, abitazioni in condominio dove sarà possibile usufruire dei servizi tipici dell'hotel. Prima però dovranno essere definite le condizioni di esercizio. ''Al fine di favorire investimento volti a favorire la riqualificazione degli esercizi alberghieri esistenti'', si legge nella proposta di modifica, lo Stato insieme agli enti locali ''dovranno definire le condizioni di esercizio del 'condhotel'''.

DEBITI PA: Viene prorogato al 31 ottobre di quest'anno il termine entro cui le imprese potranno presentare le domande di cessione dei crediti, vantati nei confronti delle pubbliche amministrazioni, per ottenere la garanzia dal parte dello Stato. Il termine viene fatto slittare di circa 2 mesi.

SUPER-ACE: Anche le società quotate in ''sistemi laterali di negoziazione'' potranno accedere alla super-Ace (l'attestato di certificazione energetica).

SGR IMMOBILIARI: Le sgr immobiliari potranno prorogare, per massimo due anni, il termine di durata dei fondi immobiliari quotati che gestiscono.

NUOVA SABATINI: Accelerano le modalità di accesso alla 'nuova Sabatini', che prevede lo stanziamento di incentivi per le pmi che ammodernano l'apparato produttivo.

GARE GAS: Arrivano nuove regole per le gare del gas naturale, che puntano a dare maggiore chiarezza e certezza. In particolare vengono fissate le modalità per stabilire la data di validità degli accordi e il valore dei rimborsi dovuti, da parte degli enti locali, al gestore uscente.

Sformato di riso e melanzane: Ricetta Palermitana. - Viola Dante

sformato melanzane

Siete in vena di un primo piatto sfizioso e diverso dalla solita pasta?
Provate questo sformato di riso e melanzane. E' una sorta di parmigiana.
Il sapore è delizioso. 
Gli ingredienti per 4 persone sono: 
350 grammi di riso arborio;
1,5 kg pomodoro per salsa;
quattro melanzane del tipo nostrale;
un ciuffo di prezzemolo;
qualche foglia di basilico;
due cipolle;
caciocavallo semistagionato grattugiato q.b.;
olio extravergine d’oliva;
poco burro;
sale e pepe q.b.;
1,5 litri di brodo vegetale;
vino bianco per sfumare il riso; 
Procedura da seguire. 
Iniziate con il pulire le cipolle. Prendetene una e trituratela. Quindi soffriggetela in olio caldo e poi aggiungete alla cottura del prezzemolo tritato finemente e delle foglie di basilico fatte a pezzi con le mani.
Successivamente aggiungete il pomodoro ed aggiustate il sapore con un po' di sale, pepe e zucchero. Fate cuocere tanto quanto basti ad allontanare molta dell'acqua di vegetazione e poi passate il tutto nel passa pomodoro.
(Mi raccomando) la salsa che ne risulterà dovrà essere piuttosto liquida. 
Ora è la volta di dedicarsi alle melanzane.
Fatele a fette lunghe (proprio come fareste per la parmigiana) e friggetele in abbondante olio. Poi mettete su carta assorbente. 
Nel frattempo preparate il brodo vegetale, mettendo una cipolla triturata nel tegame e facendola soffriggere con un po' di olio di oliva e del burro. Successivamente fate rosolare all'interno del tegame il riso per qualche minuto.
Sfumate con del vino bianco e aggiungete qualche mestolo di brodo vegetale bollente.
Aggiungetene poco alla volta fino alla cottura del riso. 
Quando il riso sarà pronto, ungete con dell'olio il fondo ed i bordi di una pirofila.
Sul fondo componete uno strato di melanzane fritte.
Poi coprite con uno strato di riso e ricoprite con la salsa di pomodoro.
In fine spolverate con del caciocavallo grattugiato.
Continuate così, formando vari strati. In tutti i casi ricordatevi di terminare con uno strato di melanzane. 
Una volta fatto mettete in forno pre-riscaldato a 180 gradi per circa 20 minuti.

venerdì 25 luglio 2014

Andrea Scanzi - P.U.C.



Devo confessarlo: la violenza antidemocratica del Puc, il Partito Unico Carnivoro, mi terrorizza. 
E mi terrorizza persino più del ventennio berlusconiano, sia perché la classe dirigente renziana è perfino peggiore di quella berlusconiana (una Boschi vale sì e no un quinto della Carfagna, una Picierno vale sì e no un decimo della Biancofiore) e sia perché i media sono quasi tutti impegnati a celebrare il renzismo. 
Se Berlusconi - che c'è anche adesso e detta la linea, ma non è ufficialmente al governo - avesse provato a fare anche solo la metà di quello che sta facendo Renzi, sventrando Costituzione e giustizia, l'informazione "de sinistra" si sarebbe sgolata gridando alla deriva autoritaria. 
Invece adesso son quasi tutti lì, chini e proni, a santificare questa mandria rancorosa e querula di ex paninari impreparati, finto-buonisti e arroganti. 

E gli unici che dissentono, a partire da quei rompicoglioni del Fatto, sono "gufi e rosiconi" (persino il lessico utilizzato dai renziani è desolante, infantile e intellettualmente stimolante come un reading di Moccia dentro un ascensore)

Non sono stupito, perché conosco Renzi e renzismo, ma sapere che stai per schiantarti non rende meno doloroso lo schianto. 
E' una situazione oggettivamente tremenda e l'opposizione, oltre che isolata, è pure osteggiata da quasi tutti: chi difende la Costituzione è tratteggiato come eversivo e chi fa scempio di qualsiasi regola minima democratica è dipinto come "espressione del cambiamento" buono e giusto. 
E' tutto capovolto. 
Siamo messi male, anzi malissimo. 
Oltretutto Renzi sa bene che, se le riforme saltano, lui va subito alle elezioni (la sua vera mira), sbanca superando il 40% - l'Italia è questa e questo vuole - e a quel punto fa definitivamente il gran cazzo che gli pare. Persino più di adesso. Inutile nasconderlo: ci si sente impotenti e interamente alla mercé di questi efferati dilettanti al potere. 
Copritevi bene: il peggio deve ancora venire (semi-cit). 
E, se ce la fate, non mollate: è esattamente quello che vogliono.



https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=921445811205081&id=226105204072482

Palermo - Giardini della Zisa, inaugurata la "Casa del Gusto".

Un momento dell'inaugurazione della "Casa del Sapori"
Giardini della Zisa, inaugurata la "Casa del Gusto"
Un momento dell'inaugurazione della "Casa del Sapori"


Giardini della Zisa, inaugurata la "Casa del Gusto"
E' stata inaugurata ai Giardini della Zisa la prima “Casa dei Sapori”, frutto della collaborazione tra Acli Terra Sicilia e Comune di Palermo
Si tratta del primo dei nove punti vendita previsti in tutte le province siciliane, dove sarà possibile acquistare i prodotti di aziende agroalimentari della regione, selezionate da Acli Terra Sicilia. Una saletta multimediale, offre anche la possibilità di degustazioni e momenti informativi per rendere più efficace l’incontro tra le famiglie e le imprese agroalimentari siciliane.                              
All'inaugurazione, tra gli altri, era presente il sindaco Leoluca Orlando, oltre a Nicola Perricone, vicepresidente nazionale vicario e presidente regionale di Acli Terra, Michele Zannini, presidente nazionale di Acli Terra, Santino Scirè, vicepresidente nazionale e presidente regionale delle Acli, e Ignazio Beninati, presidente delle Acli di Palermo.
“Questa nuova realtà può anche essere un consiglio per gli acquisti per chi vive in città - ha detto Orlando -, un ulteriore modo di avvicinare l’agricoltura al centro urbano, così come sono gli orti urbani e come saranno gli spazi urbani confiscati che affideremo a fini agricoli. A conferma della dimensione internazionale che può avere la nostra produzione agricola di qualità nella dieta mediterranea, non è un caso che la sede della Casa dei Sapori si trovi proprio accanto a quella che abbiamo assegnata alla Casa dei Popoli, frequentata da bambini che vengono da alcune delle 140 nazionalità che vivono a Palermo".
Leoluca Orlando, anche come presidente di Anci Sicilia, ha concluso  confermando che è stato “Organizzato un Comitato per presentarci ad Expo 2015 con l’agroalimentare siciliano, includendo Acli Terra Sicilia nel tavolo nazionale”.
“Il progetto nasce con l’obiettivo di avvicinare l’agricoltura alla città” - ha affermato Nicola Perricone -. La Casa dei Sapori non rimane solo un punto vendita ma diventa anche un luogo culturale che avrà alla base i prodotti di qualità della Dieta mediterranea”.
Tutti i prodotti presenti all’interno del punto vendita hanno infatti il “bollino d’oro” dell’Associazione produttori multifiliera di Acli Terra Sicilia, che ne assicura la provenienza siciliana e la qualità della materia prima e del processo di produzione e trasformazione. “È un primo tassello per prepararci alla Prima fiera internazionale della Dieta mediterranea che realizzeremo a Palermo prima di Expo 2015”, ha concluso il vicepresidente nazionale vicario e presidente regionale di Acli Terra.


http://www.palermotoday.it/cronaca/giardini-zisa-casa-dei-sapori.html

Berlusconi: ‘Non m’importa del Senato, accordo con Renzi è su Italicum e giustizia’. - Fabrizio d'Esposito

La fidanzata, il boss e la politica badante

L'ex Cavaliere parla a cena con i suoi in un ristorante nel centro di Roma e conferma che nel patto segreto del Nazareno c'è la riforma del sistema giudiziario sulla quale sta lavorando il "tavolo Ghedini". Altro punto è l'accordo sul prossimo presidente della Repubblica.
Incipit: “Ma cosa volete che m’importi del Senato, quella è una cosa di Renzi, io il patto del Nazareno l’ho fatto per la giustizia e la legge elettorale. Se non c’è l’Italicum con i nominati io come vi riporto alla Camera?”. Risata generale di sollievo, anche un po’ ruffiana. Così parlò Silvio Berlusconi a tavola, l’altra sera in un ristorante nel centro di Roma. Dal Condannato l’ennesima conferma che nel patto segreto del Nazareno c’è anche la riforma della giustizia da fare insieme al Pd di Matteo Renzi. È il terzo decisivo step previsto da un testo scritto e firmato dai due contraenti, lo Spregiudicato “Matteo” e il Pregiudicato “Silvio”.

          

Sceneggiata al ristorante contro le “maldicenze”. 

Da buona napoletana del popolo, di Fuorigrotta per la precisione, il quartiere dello stadio San Paolo, Francesca Pascale ha organizzato mercoledì sera una sceneggiata in piena regola per smentire le tante e vere voci sui suoi continui litigi con il “fidanzato” malato di satiriasi. Un classico della tradizione del sud. L’ostentazione in pubblico per sopire e troncare le “maldicenze”. A dare l’ ultima scossa al traballante rapporto di coppia, dopo le anticipazioni del Fatto, è stata una trasmissione radiofonica di Radio24, La Zanzara, che ha riferito di una “rottura certa”. Di qui l’esigenza di mettere in moto la propaganda del nuovo pink tank berlusconiano (in origine fu Alfonso Signorini) con a capo la stessa Pascale e la Badante Mariarosaria Rossi, sua corregionale. Le due, di solito, s’improvvisano pure detective, modello Sherlock Holmes & dottor Watson, per individuare e cacciare la talpa.

“Che volete m’importi di Palazzo Madama”. 
Stavolta a finire nella lista nera, per le ultime indiscrezioni, è il medico personale di B., il professore Alberto Zangrillo, altra vittima illustre del cerchio magico che circonda il Condannato e che conta, oltre le due detective, il barboncino Dudù e il consigliere pacioccone Giovanni Toti. A tavola i due “fidanzatini” e la Badante non erano soli. Con loro un piccolo corteo formato da: l’ex ministra Mariastella Gelmini, l’ex deputata Melania Rizzoli, i senatori Maria Rizzotti e Andrea Mandelli, il già citato Toti. E proprio quest’ultimo ha dato la stura a un lungo monologo del Condannato che via via è diventato una vera apologia del renzismo. Ha obiettato Toti: “Presidente così Renzi non lo fermiamo più. Sta occupando tutto, mettendo i suoi in ogni posto…”. B. lo ha stoppato e ha iniziato questa analisi che il Fatto riporta in maniera testuale: Renzi è un fuoriclasse, un grande comunicatore , è determinato, è cattivo. Con me ha preso degli impegni precisi. A me del Senato non importa nulla, lui si è impegnato con me sull’Italicum e sulla giustizia. E a me questo interessa. Sulla giustizia faremo insieme quello che io da solo non sono riuscito a fare. In ogni caso lo staneremo in autunno, sull’economia. Renzi non ha alternative a una manovra complessiva da trenta miliardi euro, Dove li prende i soldi? Deve mettere per forza le mani nelle tasche degli italiani, vedrete ci sarà il prelievo forzoso sui conti correnti”.
    
Rizzoli,                                                          Rizzotto,                                                       Gelmini
Il “tavolo Ghedini” e le trattativa globale. 
Sulla giustizia, il patto del Nazareno avrebbe da tempo insediato un tavolo “riservato” in merito. Dentro Forza Italia lo chiamano “il tavolo Ghedini”, dal nome del legale di Berlusconi che ha storicamente in mano i dossier più sensibili in materia. Ed è da questo tavolo che è nata un mese fa la voce di un tandem Ghedini-Violante per la Consulta, di nomina parlamentare e bipartisan. L’ipotesi è tramontata e adesso il nome su cui puntano gli azzurri è quello di Donato Bruno, senatore di origine previtiana. Un altro punto del patto prevede infine la condivisione del prossimo presidente della Repubblica: nel 2015 quando probabilmente Napolitano lascerà, alla fine del semestre europeo a guida italiana.Un berlusconiano “nazareno” la mette così: “L’accordo è su una donna. Il diritto di scelta è di Renzi poi toccherà a Berlusconi rispondere”. Di qui le voci circolate negli ultimi tempi su Roberta Pinotti, ministro della Difesa di matrice diessina ma diventata renziana di strettissima osservanza.
     
Ghedini,                                                  Bruno,                                                           Pinotta
La minaccia del voto. Gli sms di Renzi a Romani. 
Sul caos del Senato, nonostante le drammatiche evoluzioni, Berlusconi a tavola non si è dato molto pensiero: “Vedrete che la riforma passerà perché nessuno vuole andare alle elezioni anticipate”. In realtà, qualche preoccupazione in Forza Italia c’è. Ieri Denis Verdini, ultrà renzusconiano e custode del patto, ha messo in giro una voce per drammatizzare i toni: “Matteo quando è andato al Quirinale aveva la lettera di dimissioni in tasca”. E lo stesso premier ha reiterato le minacce con un sms duro a Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama: “O ci appoggiate o andiamo al voto”. Riuscirà il patto a circumnavigare l’abolizione di Palazza Madama? Un anti-renziano come Renato Brunetta traduce l’ira del premier come un azzardo: “L’arma del voto è spuntata perché Napolitano non scioglierà mai le Camere adesso”. La verità è che la “ciccia” per gli azzurri sta nella tenuta prossima dell’Italicum. È lì che la partita rischia di complicarsi.
      
Verdini,                                                          Romani,                                                 Brunetta
Il divieto di espatrio: no a Provenza (e Sardegna). 
Per il Condannato sarà un’estate lungo l’asse Roma-Milano-Cesano Boscone. Con i servizi sociali da svolgere, all’ex Cavaliere è stato rinnovato il divieto di espatrio (voleva andare in Provenza da una figlia). No anche a un soggiorno nella reggia di Villa La Certosa, in Sardegna, altra storica location del bunga bunga. Berlusconi si dividerà tra Palazzo Grazioli e Arcore, blindato e ingabbiato dal cerchio magico. Quanto durerà? L’unico motivo di sollievo è il patto con Renzi, più forte dopo l’assoluzione per Ruby. Ieri si è concesso finanche un colloquio con Raffaele Fitto, a capo dell’opposizione interna di FI. Gli ha detto no su tutto: primarie e organizzazione del partito. Ma se non altro i due si sono parlati dopo tanto tempo. C’è chi si accontenta di poco.
  
Servizi sociali,                                                 villa Certosa,                                                    Fitto