venerdì 28 ottobre 2016

La storia geologica d'Italia e dei suoi oceani.



I continenti si muovono da sempre, lentamente, inesorabilmente, in modo impercettibile ai sensi umani, spinti dalle potenti  forze interne del pianeta generate dai moti convettivi del mantello terrestre.
Nel corso di decine o centinaia di milioni di anni queste forze hanno cambiato più volte la geografia del nostro pianeta. Se potessimo viaggiare nel passato, procedendo verso le epoche più remote, ci stupiremmo nel trovare un pianeta tanto diverso da quello attuale.
L'Italia non è certo sfuggita all'evoluzione geologica: contesa e poi schiacciata tra Africa ed Europa, ha visto nascere e morire mari e oceani che hanno lasciato tracce nelle rocce della penisola.

Dalle testimonianze degli antichi  mari e oceani partiremo per ricostruire la storia geologica della penisola e la formazione delle Alpi e degli Appennini, in un viaggio che è durato 250 milioni di anni e che iniziò quando l’Italia non c’era.


Prologo:i grandi cambiamenti del Triassico.

Pangea Triassica


  • PERMIANO-TRIASSICO 300-250 Ma
  •  
  • scala del tempo.
La geografia del Permiano (300 Ma) è incredibilmente semplice: un unico super continente che costituirà il prologo alla storia geologica del pianeta.
Imponenti movimenti e scontri continentali avevano "assemblato" il megacontinente Pangea, attorno al quale si estendeva un grande oceano, la Pantalassa, che formava ad est il grande golfo della Tetide. Il clima interno era caldo e arido dato che il mare non poteva penetrarvi con la sua azione mitigatrice.
Il Triassico (250 Ma) che cominciò con una grande estinzione di massa, fu l’epoca nella quale si avviarono i grandi cambiamenti geografici ed evolutivi  del pianeta terra: iniziò l’era dei rettili e la disintegrazione della Pangea.
Circa 228 milioni di anni fa (Triassico sup.)  il centro della Pangea si lacerò (rift continentale) e venne invaso dalle acque oceaniche. Due supercontinenti, Gondwana (alla quale apparteneva l'odierna Africa) ed Eurasia ( della quale facevano parte Europa e Asia), cominciarono a separarsi.


Proprio lungo la linea di separazione della Pangea iniziò la storia della futura Italia. E’ qui che si trovava Adria,  una propaggine del Nord Africa occupata interamente dalla Tetide che sarà teatro della nascita del mediteranno e della penisola italiana.

La Tetide: quando l'Italia non c'era.

Italia nel Triassico

Ecco un dettaglio del golfo della Tetide con in evidenza l'Adria, all' epoca nella quale si trovava a contatto con l'Europa e l'Asia.
L' Italia, o meglio ciò che diverrà il nostro territorio, si trovava su Adria e sui suoi margini a contatto con la zolla africana ed europea. Era sommersa da un mare epicontinentale, cioè un mare basso, contornato da basse piane costiere periodicamente invase dalle maree.
Si possono scorgere i profili della Sicilia, e del blocco Sardo-Corso evidenziati in verde.
Le uniche zone emerse, con aride pianure e brulli rilievi, erano una piccola parte della Toscana e la Sardegna che si trovava sulla costa del continente europeo, per il resto scogliere e atolli corallini, piane di marea, paludi salmastre.
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mercoledì 26 ottobre 2016

Costituzione, art. 1



Risultati immagini per politici corrotti

Ripetiamo in coro:
l'Italia è una repubblica oligarchica fondata sulla corruzione. La sovranita` appartiene a pochi elementi senza scrupoli che la esercitano al di fuori delle forme e dei limiti della Costituzione da loro disattesa e variata in conformità ai loro interessi.

Cetta

Corruzione in Grandi Opere e Terzo Valico, decine di arresti in tutta Italia.



Operazione dei Carabinieri di Roma in varie regioni nei confronti di 21 persone per le Grandi Opere. In un'altra inchiesta, ma collegata alla prima, 14 ordinanze cautelari per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano.


Decine di arresti in tutta Italia  per corruzione in due distinte inchieste sulle Grandi Opere e sul Terzo Valico ferroviario. Quattro le persone arrestate che legano le due operazioni rispettivamente quella dei Carabinieri di Roma e quella della Guardia di Finanza di Genova. L'indagine dei Carabinieri nasce da uno stralcio dell'inchiesta su Mafia Capitale e riguarda appunto anche quattro soggetti che avrebbero avuto a che fare con i lavori del Tav ligure e che sono anche destinatari del provvedimento della procura di Genova nell'inchiesta sul Terzo valico. 
La consegna di una tangente è stata documentata dagli investigatori della Guardia di Finanza all'interno di alcuni uffici del Consorzio Cociv, un colosso di cui fanno parte Salini Impregilo, Condotte e Civ che sta realizzando i sei lotti della linea ad Alta Velocità Genova-Milano. Lo scambio della 'bustarella' avviene tra un dirigente generale del Consorzio e un imprenditore: le immagini delle telecamere nascoste posizionate dagli uomini della Guardia di Finanza riprendono infatti in un primo momento un soggetto che oscura l'ufficio abbassando le tapparella; successivamente si vede una seconda persona che consegna la 'bustarella'. I due parlano per qualche minuto dopodiché, secondo gli investigatori, il secondo soggetto si allontana e il primo conta il denaro contenuto all'interno della
L'OPERAZIONE DELLA GDF SUL TERZO VALICO - La Guardia di Finanza sta eseguendo 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di imprenditori e dirigenti, coinvolti nei lavori per la costruzione del Terzo Valico ferroviario Genova-Milano. Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, concussione e turbativa d'asta.
La linea ad alta velocità denominata "Terzo Valico di Giovi" è stata definita di "interesse strategico nazionale": collegherà Genova a Milano e dovrebbe essere pronta per il 2021. Il Tav ligure è un'opera che vale 6,2 miliardi e ha l'obiettivo di potenziare i collegamenti del sistema portuale della Liguria con le principali linee ferroviarie del nord Italia e il resto d'Europa. Si sviluppa lungo 53 chilometri, di cui 37 in galleria. Il Cipe ha fissato un limite di spesa di 6,2 miliardi per il consorzio Cociv - un colosso di cui fanno parte Salini Impregilo, Condotte e Civ - che dovrà realizzare i sei lotti.
Oltre alle misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Genova, gli uomini della Guardia di Finanza stanno eseguendo alcune decine di perquisizioni in diverse regioni italiane. Complessivamente, secondo quanto si apprende, sarebbero oltre 20 gli indagati.
Gli indagati nell'inchiesta, nei vari ruoli ricoperti negli anni, avrebbero compiuto una serie di atti di corruzione, concussione e turbativa d'asta in relazione all'aggiudicazione di commesse per un valore di 324 milioni.
Nei mesi scorsi, l'indagine di Genova si è incrociata con un'analoga attività avviata dai Carabinieri del comando provinciale di Roma su input della procura della Capitale: l'inchiesta è così proseguita con una collaborazione sia a livello investigativo che giudiziario. E dall'attività investigativa è emerso che ad alcuni dirigenti cui spettava seguire lo svolgimento delle gare indette dal general contractor, per pilotare l'assegnazione dei lotti ad alcune società ed escluderne altre, hanno fatto in modo, in alcuni casi, che offerte 'anomale' divenissero regolari e, in altri, hanno utilizzato dei 'concorrenti di comodo' che in realtà non erano minimamente interessati all'aggiudicazione della gara, per indirizzare direttamente l'assegnazione all'unico concorrente interessato. Almeno in occasione di una turbativa, gli investigatori della Guardia di Finanza hanno documentato il pagamento di una tangente. I militari delle Fiamme Gialle stanno eseguendo una serie di perquisizioni finalizzate all'acquisizione di diversa documentazione in Liguria, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Molise e Campania.
L'OPERAZIONE DEI CARABINIERI SUGLI APPALTI NELLE GRANDI OPERE - I carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno eseguendo misure cautelari in diverse regioni nei confronti di 21 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione e tentata estorsione. Gli investigatori ipotizzano un'associazione per delinquere che ha compiuto condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nei lavori di una tratta della TAV Milano-Genova; 6° Macrolotto dell'A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa. 
L'attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Roma, è denominata "Amalgama" e ha fatto scattare arresti nel Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria. L'indagine avrebbe ricostruito condotte illecite di un gruppo di persone costituito, organizzato e promosso dalla persona che, fino al 2015, è stato il direttore dei lavori nell'ambito delle tre opere pubbliche interessate e dal suo socio di fatto, un imprenditore calabrese del ramo delle costruzioni stradali, che si è avvalso del contributo di altre 9 persone, tra le quali anche alcuni funzionari del consorzio COCIV. Gli investigatori ipotizzano un'associazione a delinquere finalizzata a compiere condotte corruttive per ottenere contratti di subappalto nell'ambito dei lavori per la realizzazione della tratta TAV "A.V./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi" (Alta Velocità Milano-Genova); 6° Macrolotto dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della PEOPLE MOVER di Pisa.

martedì 25 ottobre 2016

Costi della politica, ecco la proposta M5s sul taglio dell'indennità.

Costi politica, ecco la proposta M5s sul taglio dell'indennità © ANSA
Costi politica, ecco la proposta M5s sul taglio dell'indennità


Giù stipendi, più trasparenza. Limiti anche ai consiglieri regionali.


Un taglio delle indennità base dei parlamentari dagli attuali circa 5 mila euro netti (circa 10 mila lordi) mensili a 5 mila euro lordi, con un drastico taglio degli altri benefit riconosciuti, come l'eliminazione delle indennità aggiuntive previste per i parlamentari che svolgono altri incarichi interni alle Camere di appartenenza.
E' la proposta di legge sul taglio dei costi della politica che il M5s porta in Aula e che prevede anche un intervento sugli 'stipendi' dei componenti delle assemblee o dei consigli delle Regioni a statuto ordinario e speciale nonché delle province autonome di Trento e di Bolzano che non potranno avere assegni superiori a quelli stabiliti per i parlamentari. E poi interventi sulla diaria, ora sostanzialmente forfettaria, per ricondurla alla sua natura di rimborso spese, limitandola ai soli parlamentari non residenti a Roma e solo per le spese effettivamente sostenute e documentate con un limite massimo di 3.500 euro. Da documentare anche le spese per il cosiddetto esercizio di mandato e per i collaboratori. La proposta a firma Roberta Lombardi propone infine di abolire l'assegno di fine mandato e di uniformarlo al Tfr previsto per gli altri lavoratori dipendenti e di recepire a livello legislativo le delibere interne per il superamento dell'istituto del vitalizio.
Molte, infine, le voci al capitolo "trasparenza": i cinque stelle chiedono di rendere consultabile sul sito della Camera di appartenenza il rendiconto delle spese dei parlamentari anche tramite l'estratto conto della carta di credito emessa per i pagamenti di alloggio, viaggi e soggiorni. La proposta Lombardi prevede, di contro, l'estensione ai parlamentari della disciplina sui congedi parlamentari. Quella dei 5 Stelle non è la sola proposta di legge depositata alla Camera per intervenire sul trattamento economico dei parlamentari.
C'è quella delle deputate Pd Donata Lenzi e Sesa Amici su indennità e di rimborso spese, quella di Roberto Capelli (Des-Cd) sulle indennità aggiuntive, quella di Guglielmo Vaccaro (Misto) e quella a suo tempo presentata da Paolo Vitelli (Sc). Tutte riducono l'importo delle indennità, sostituendo l'attuale parametro di riferimento, ossia il trattamento complessivo annuo lordo di presidente di Sezione della Corte di cassazione, con un trattamento economico di altri soggetti: parlamentare europeo nella proposta Vaccaro; sindaco di comune capoluogo di regione con più di 250.000 nella proposta Lenzi-Amici; professore universitario per quella Vitelli. Tutte le proposte prevedono poi il principio del rimborso delle spese effettivamente sostenute invece del rimborso forfetario. 

sabato 22 ottobre 2016

Fisco, peso reale delle tasse sugli italiani è al 49%.

Fisco, peso reale delle tasse sugli italiani è al 49%

Sui contribuenti italiani fedeli al fisco grava una pressione fiscale 'reale' che, per l'anno in corso, si attesta al 49 per cento: 6,4 punti in più rispetto a quella ufficiale. E' quanto stima l’Ufficio studi della Cgia.

Chi fa impresa, ad esempio, e si trova a subire un aggravio fiscale che sfiora il 50 per cento fa fatica a reggersi in piedi" afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia, Paolo Zabeo. "Sebbene il Governo Renzi abbia previsto nella nuova legge di Bilancio tutta una serie di misure che vanno nella direzione auspicata, il peso delle tasse -avverte- rimane ancora eccessivo e del tutto ingiustificato rispetto alla qualità e alla quantità dei servizi pubblici erogati".

La Cgia, che da anni fa un monitoraggio attento sull’andamento della pressione fiscale 'reale', è giunta a questo risultato ricordando che "il nostro Pil nazionale include anche l’economia non osservata ascrivibile alle attività irregolari che, non essendo conosciute al fisco, almeno in linea teorica non versano né tasse né contributi".

Secondo l’Istat, infatti, nel 2014 l’economia non osservata ammontava a 211,3 miliardi di euro (pari al 13 per cento del Pil): di questi, quasi 194,5 miliardi erano attribuibili al sommerso economico e gli altri 16,8 alle attività illegali. In questa nuova metodologia di calcolo, comunque, non viene inclusa tutta l’economia criminale, ma solo quelle attività che si compiono attraverso uno scambio volontario tra soggetti economici (come il traffico di sostanze stupefacenti, la prostituzione e il contrabbando di sigarette).
"E' evidente - afferma il segretario della Cgia, Renato Mason - che con un peso fiscale simile sarà difficile trovare lo slancio per ridare fiato all'economia del Paese, in una fase dove la crescita rimane ancora molto debole e incerta".

venerdì 21 ottobre 2016

Caso Saguto, la Finanza sequestra i beni all'ex magistrato antimafia. - Salvo Palazzolo

Caso Saguto, la Finanza sequestra i beni all'ex magistrato antimafia

Provvedimento urgente dei pm di Caltanissetta anche per l'avvocato Cappellano Seminara e per altri cinque indagati. Il sequestro ammonta a 900 mila euro in totale.

Per anni, ha firmato sequestri contro i boss. Adesso, un provvedimento di sequestro colpisce il suo patrimonio. Secondo la procura di Caltanissetta e il nucleo di polizia tributaria di Palermo, Silvana Saguto, l'ex presidente della sezione Misura di prevenzione del capoluogo siciliano, avrebbe gestito in maniera allegra i beni sottratti alla mafia. Con la complicità dell'avvocato Gaetano Cappellano Seminara, diventato nel giro di pochi anni il ras delle amministrazioni giudiziarie: anche per lui è scattato un sequestro di beni. Un decreto urgente è stato firnato dal sostituto procuratore di Caltanissetta Cristina Lucchini, dagli aggiunti Lia Sava e Gabriele Paci, dal procuratore capo Amedeo Bertone. Sequestro di beni anche per altri cinque amministratori giudiziari del cerchio magico della Saguto. Sono Carmelo Provenzano, Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra. Sequestrati beni per 900 mila euro in totale. Sigilli per conti bancari, beni immobili e quote societarie fino a coprire “il prezzo e il prodotto di delitti di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio”. Sono venti gli indagati.

Gli investigatori del nucleo di polizia tributaria di Palermo, guidati dal colonnello Francesco Mazzotta, hanno ricostruito la rete di relazioni che legava l'ex presidente delle Misure di prevenzione ai professionisti nominati. Cappellano Seminara avrebbe anche offerto somme di denaro al giudice, che teneva un tenore di vita altissimo e spesso era indebitato. Per questa ragione Cappellano e Saguto sono accusati anche di concorso in corruzione.

L'anno scorso erano scattate le perquisizioni e gli avvisi di garanzia. Erano già emersi ripetuti incarichi offerti dal legale al marito di Saguto, l'ingegnere Lorenzo Caramma. Incarichi per 750 mila euro. In questi mesi la procura nissena e il gruppo Tutela spesa pubblica del nucleo di polizia tributaria hanno esaminato una gran mole di documentazione, anche bancaria. Hanno interrogato più di 100 persone. Le intercettazioni telefoniche e ambientali hanno poi offerto un quadro desolante di rapporti equivoci e complicità, all'ombra dell'antimafia.


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2016/10/20/news/caso_saguto_la_finanza_sequestra_i_beni_al_giudice_simbolo_dell_antimafia-150179938/

Cappellano e i soldi nel trolley Un architetto 'inguaia' la Saguto. - Riccardo Lo Verso

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Silvana Saguto

L'amministratore giudiziario, una sera di giugno, avrebbe portato il denaro a casa del magistrato.

PALERMO - Per mesi è stato uno dei punti più controversi dell'indagine. Pubblici ministeri e finanzieri non hanno dubbi: Gaetano Cappellano Seminara, una sera di fine giugno dell'anno scorso, ha consegnato ventimila euro in contanti dentro una valigia a Silvana Saguto.

Gli uomini della Polizia tributaria sono giunti a questa conclusione incrociando conversazioni telefoniche e dati bancari. Poi, è arrivata una conferma inaspettata da un testimone che ha cambiato versione. Altro che documenti, dentro il trolley c'erano soldi. E adesso si scava a ritroso nei conti correnti di Silvana Saguto e Lorenzo Caramma per trovare altri anomali passaggi di denaro.

Non solo incarichi in cambio di consulenze per il marito, ma anche banconote per dare respiro alla famiglia del magistrato che, dicono gli investigatori, spendeva troppo. Cappellano Seminara avrebbe affidato una raffica di consulenze all'ingegnere Caramma. Consulenze che dal 2006 al 2015 hanno consentito al professionista di incassare parcelle per 750 mila euro. Ad un certo punto, però, la crisi finanziaria della famiglia Saguto li avrebbe spinti a commettere un passo falso.

Tra il 2007 e il 2015 sui conti correnti dei coniugi Caramma-Saguto sono state registrate uscite per tre milioni e 154 mila euro, di cui 450 mila euro per pagare mutui e finanziamenti, 40 mila euro trasferiti dai genitori e 140 mila euro versati in contanti. Nello stesso periodo Caramma ha fatturato parcelle per un milione e 200 mila euro. Soldi che non bastano a giustificare le uscite, anche sommandoli allo stipendio percepito dalla moglie magistrato: 5.500 euro al mese.

I finanzieri si sono concentrati su quattro versamenti eseguiti tra il 1 e il 7 luglio 2015 per un importo complessivo di 9 mila e 500 euro. Secondo l'accusa, sarebbero parte dei 20 mila euro che Cappellano Seminara avrebbe consegnato al magistrato dentro una valigia la sera del 30 giugno 2015.

A partire dal 10 giugno  il magistrato e il marito iniziano a mostrare segni di insofferenza. I conti sono in rosso. “Vabbè non vieni pagato, ti campo io come ti ho campato finora. Farai qualche sacrificetto e tiriamo Elio, come stiamo facendo tutti, speriamo che arrivino le cose che devono arrivare”, dice il magistrato al figlio Elio.

L'11 giugno Saguto parla con Cappellano Seminara: “Quei documenti non sono arrivati... è passato un mare di tempo e siamo un poco persi”. Nel frattempo il figlio Elio incalzava, gli servivano i soldi per pagare l'affitto. “Non ho niente da dire a papà, io con altri devo parlare”, le risponde la madre che il 12 giugno chiede all'amministratore giudiziario: “Ascolta, tu le hai guardate quelle cose, quei documenti?”; “Li sto preparando”.

Il 15 giugno la situazione precipita. “Sono disperata, anche se tu mi paghi una tranche da 8.500 per il calcestruzzo io non ho più soldi”. Il 28 giugno la banca, nonostante il deficit, paga lo stesso il conto dell'American Express. Si scende sotto di altri 8 mila, ma “è un miracolo del cielo”. Due giorni dopo la doccia fredda: la banca inizia a pressare, serve un versamento.

Alle 22.35 del 30 giugno Cappellano Seminara arriva con un trolley in via De Cosmi a casa della Saguto. L'1, il 2 e il 7 luglio Lorenzo Caramma versa con il bancomat sul conto aperto a Banca Nuova 8 mila euro in e 1.500 sul conto Unicredit.

Un passo indietro, il 30 giugno entra in gioco un altro personaggio. È un architetto, Giuseppe Caronia,che ha fatto dei progetti per Cappellano Seminara. Ai finanzieri all'inizio dice di avere consegnato davvero dei documenti all'amministratore, anche se le sue dichiarazioni non convincono. A metà settembre del 2015 torna a parlare con gli investigatori. “Rettifica” i suoi precedenti ricordi. Allora era “confuso e frastornato”, ma adesso vuole dire che lui è “estraneo ai fatti”. Lo scandalo giudiziario è esploso. L'ufficio dell'ex presidente è già stato perquisito. E l'architetto spiega che “i documenti” altro non erano somme di denaro. Li ha consegnati a Cappellano Seminara che lo aspettava a bordo della sua Mercedes bianca a piazza Sturzo. Ventimila euro, in banconote da 50 euro, dentro una busta di plastica.


http://livesicilia.it/2016/10/21/cappellano-seminara-soldi-saguto-trolley-corruzione-scandalo-palermo_793575/

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http://livesicilia.it/2016/10/21/cosi-e-stabilito-e-cosi-si-fa-saguto-virga-e-lex-prefetto_793592/