Credevo di averle sentite tutte, direbbe Grillo, ma ecco là che spunta il nuovo tormentone dell'estate: riabilitiamo Berlusconi. Che farebbe anche ridere se non fosse che i parlamentari di Forza Italia abbiano bloccato i lavori in Aula e stiano chiedendo a gran voce l'istituzione di una Commissione che indaghi sulle “ingiustizie subite”.
Farebbe ridere, perché sarebbe come se Dante Alighieri avesse messo il conte Ugolino in Paradiso. O come se la DEA avesse dato una medaglia al merito a Pablo Escobar. Saremmo oltre i confini dell'assurdo. E invece, questa è l'Italia, Paese in cui un imprenditore che ha finanziato Cosa nostra può aspirare alla carica più alta dello Stato. Con il rischio di arrivarci sul serio.
Ma vediamolo il curriculum di questo perseguitato politico, braccato dalle sentenze, vittima di anni di soprusi da parte di giudici politicizzati che puntano ovunque come funghi.
Berlusconi è stato imputato per falsa testimonianza sulla loggia massonica P2 – tessera 1816 – salvo poi farla franca per “avvenuta amnistia”. Gli hanno cioè estinto il reato. Il complotto ha inizio.
Per le mazzette alla Guardia di Finanza è stato condannato in primo grado, poi assolto in Cassazione perché aveva corrotto il testimone chiave David Mills. Shhh.
Per i finanziamenti illeciti al PSI di Craxi (processo All Iberian), per le tangenti pagate a Mills per mentire ai processi in cui era imputato, per il Lodo Mondadori, per i reati di rivelazione di segreto d'ufficio e ricettazione relative all'inchiesta su Bnl-Unipol – per i quali era stato condannato a risarcire 80mila euro all'onorevole Fassino – e ancora per una serie di altri reati non è stato assolto, ma è riuscito ad evitare le condanne per “avvenuta prescrizione”. Salvo.
Per decine di illeciti di falso in bilancio si è fatto depenalizzare il reato, evitando così altre grane giudiziarie. Salvo ancora.
Nel processo SME-Ariosto, dove era imputato per corruzione ai fini della mancata vendita del comparto agricolo SME alla CIR di De Benedetti e per aver corrotto il giudice Renato Squillante, è stato assolto perché l'intervento del lodo Schifani, che ha sospeso i procedimenti per le alte cariche dello Stato (quindi Berlusconi), ha fatto sì che la posizione dell'imputato venisse stralciata in un processo parallelo a quello principale.
Per aver “comprato” il senatore Randazzo, la sua posizione venne incredibilmente archiviata con la motivazione che “non è questa (un'aula di tribunale) la sede per indagare le motivazioni” di tale atto. Salvo di nuovo.
Per aver portato su aerei di Stato – e quindi a spese degli Italiani – ballerine e menestrelli (abuso d'ufficio) la sua posizione è stata archiviata perché sui voli di Stato era sempre presente anche l'imputato. Ergo, le ballerine e i menestrelli erano agenti sotto copertura in missione per riservatissime questioni di sicurezza nazionale.
Per i reati di concussione e prostituzione minorile nel caso Ruby, Berlusconi è stato condannato in primo grado, poi assolto in Cassazione. La sentenza ha dimostrato provato il reato di prostituzione, ma non vi era l'assoluta certezza che Berlusconi fosse a conoscenza dell'età di Ruby. La famosa nipote di Mubarak. Per le pressioni sulla polizia, invece, la legge Severino è intervenuta a modificare il reato di concussione. Salvissimo.
Nel processo Mediaset, quello che si vorrebbe azzerare, Berlusconi era imputato per falso in bilancio, appropriazione indebita e frode fiscale. Malgrado le richieste della difesa per prendere tempo, malgrado il lodo Alfano, le raccomandazioni di Napolitano e gli scioperi in Parlamento – quando si sente braccato un animale come Berlusconi la butta sempre in caciara – il più grande perseguitato politico della storia è stato condannato in primo grado, in Appello e in Cassazione da un totale di 12 giudici diversi per aver frodato la bellezza di 368 milioni di dollari. Rileggere le sentenze per credere.
Uno dei giudici, Amedeo Franco – guarda caso deceduto – ha pensato bene di andare a casa dell'imputato e dirgli di non essere d'accordo con la sentenza e con “un verdetto guidato dall'alto” (più alto di Berlusconi e Napolitano?). Ma lo stesso giudice non si è mai opposto alla sentenza e ha firmato le 207 pagine motivazione. Che, per inciso, non parlano di aria fritta ma di fatti accertati e dimostrati.
Però Berlusconi è un perseguitato politico, va compreso.
Lui che, poverino, ha finanziato Cosa nostra, “assoldato” lo stalliere Vittorio Mangano e intrattenuto rapporti con la mafia per il tramite di Marcello Dell'Utri. Lui, che ha sentito tuonare il proprio nome dalle aule del tribunale di Reggio Calabria, dove è in corso il processo che vede imputati Giuseppe Graviano e Rocco Santo Filippone.
Quello stesso Giuseppe Graviano che nel gennaio del 1994, prima del fallito attentato all'Olimpico, avrebbe fatto a Spatuzza il nome proprio di Berlusconi (“ci hanno messo il Paese in mano”). Lo stesso Graviano che, dopo anni di silenzio, ha deciso di mandare segnali inequivocabili ed inquietanti, parlando dell'ex premier come di un socio infedele che Cosa nostra ha supportato nella sua “discesa in campo” - che l'imputato conosceva dal 1992 – e che ha costruito il suo impero con i soldi delle mafie. Parole forti, che potrebbero aprire scenari sconvolgenti.
Sarà per questo che l'audio “incriminato” è venuto fuori proprio ora? Qualcuno dice che c'entri la sua nomina a senatore a vita, qualcun altro che il Cavaliere si stia proiettando verso il Quirinale.
Ma siamo davvero sicuri che non abbia niente a che fare con il processo che si sta celebrando a Reggio Calabria? Coincidenze, probabilmente. Dopotutto, Silvio Berlusconi è un perseguitato politico.
E per lui, Giustizia deve essere fatta.