mercoledì 12 maggio 2021

Il governo scarica Mancini: “No incontri politici-007”. - Alessandro Mantovani

 

La prossima volta che vorrà regalare a Matteo Renzi i “babbi” di cioccolato della sua Romagna, Marco Mancini dovrà farsi autorizzare dal direttore del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza (Dis), l’organo di coordinamento dei Servizi di cui è caporeparto. A seguito dell’incontro Renzi-Mancini in autogrill, immortalato dalla professoressa che ha girato le immagini a Report, il sottosegretario delegato ai Servizi Franco Gabrielli ha richiamato i direttori del Dis, dell’Aise e dell’Aisi al principio che gli appartenenti all’intelligence possono incontrare parlamentari, giornalisti, magistrati e altre categorie “sensibili” solo per motivi di servizio e con la preventiva autorizzazione del vertice dell’agenzia a cui appartengono.

A Palazzo Chigi ritengono che questa regola rientrasse già nell’obbligo di riservatezza. Però ieri il capo del Dis Gennaro Vecchione, sentito dal comitato parlamentare di controllo sui Servizi (Copasir), avrebbe detto di non essere stato informato da Mancini e che un obbligo specifico non c’era. Ora c’è. Vecchione ha sostanzialmente difeso Mancini. Il governo invece intende evitare che le relazioni tra gli appartenenti ai Servizi e i politici conducano a impropri do ut des. Il Copasir potrebbe convocare Renzi e Mancini. I due si sono incontrati altre volte in passato, l’ha detto il capo di Italia Viva.

La direttiva di Gabrielli è la prima conseguenza del polverone sollevato dalle foto del tête-à-tête, risalenti al 23 dicembre scorso e cioè all’inizio della crisi del governo Conte-2 apertasi anche sulla delega ai Servizi, mentre si discutevano le nomine dei vicedirettori dell’intelligence e Mancini aspirava a un incarico che poi non ha avuto. Secondo fonti qualificate il dirigente del Dis cercava il sostegno di Renzi, ma nessuno ha ascoltato il dialogo. Tranne il saluto a distanza: secondo la professoressa, che non l’ha registrato, Renzi avrebbe detto “sai dove trovarmi” e Mancini “a disposizione”, espressione tipica dei militari. Ex sottufficiale dei carabinieri di riconosciute capacità, Mancini è da decenni nei Servizi ed è stato protagonista di vicende note, dai sequestri di italiani in Medio Oriente all’inchiesta sul rapimento di Abu Omar da parte della Cia e allo spionaggio alla Telecom, da cui è sempre uscito pulito anche grazie al segreto di Stato. Era al Sismi nei primi anni Duemila con Nicolò Pollari, dove c’era Nicola Calipari che si fece uccidere a Baghdad per riportare a casa Giuliana Sgrena del manifesto, ma anche Pio Pompa che faceva dossier su politici, imprenditori e giornalisti. L’impressione è che il suo incarico sia a rischio.

IlFQ

SERVIZI SEGRETI E REPORT. CONTE DÀ UNA LEZIONE A RENZI .

 

Chiede Padellaro:

"Quell’incontro avviene nel momento in cui la pressione di Renzi
sulla sua persona come presidente del Consiglio perché ceda le deleghe dei servizi segreti è al momento più alto.
Qual è la sua valutazione?”,
“Io credo che qualsiasi rappresentante delle istituzioni,
un segretario di partito in questo caso, debba rispondere del suo operato in modo trasparente
Quindi Renzi fa gli incontri che ritiene e anche si vanta degli incontri che fa, però è giusto che risponda in tutte le sedi istituzionali del perché e per come si ritrovi in un’area di servizio con un uomo dell’intelligence con cui lui non avrebbe ragioni istituzionali per avere rapporti”.
Già, perché un conto è essere semplici senatori e un conto è essere il presidente del Consiglio e avere quindi come ruolo ufficiale quello di capo dell’intelligence.
"Diciamo che quando ho incontrato io Mancini non ricordo di averlo incontrato in un autogrill, ma nella sede istituzionale propria
Avendo avuto responsabilità istituzionali e avendo rispetto delle istituzioni nel mio ruolo di presidente del Consiglio non ho voluto far polemiche.
Se sono stato sobrio, lo voglio dire a tutti i cittadini italiani: mi avete visto molto sobrio e non accettar polemiche perché con una forza che è in maggioranza, ma per due mesi con tutti i suoi esponenti è andata in tv, nei giornali, ecc, io ho pensato che ai cittadini in quel momento le polemiche non interessassero per questo non ho ceduto:
non per debolezza, ma perché ritenevo davvero di rimanere concentrato su quelli che erano i problemi.
Vedo invece che il senatore Renzi, e in questo un po’ lo invidio, è molto più versatile di me perché la mattina ce lo ritroviamo in Arabia a decantare il neorinascimento, spazzando via con un sol colpo tutta la tradizione neorinascimentale italiana, tra l’altro proprio fiorentina,
poi lo vediamo il pomeriggio fermarsi in autogrill,
poi lo vediamo in tutte le tv e in tutte le interviste.
Io so fare solo una cosa, sono meno versatile, so lavorare per gli italiani“.
IO SONO Populista

postato da Mara Colasanti su fb

martedì 11 maggio 2021

Appello a metà e priorità reati La Cartabia copia le leggi di B. - Antonella Mascali

 

Ancien Régime - Il ministero rispolvera due vecchie proposte di Silvio: niente ricorsi per i pm e gerarchia delle indagini stabilita dal Parlamento.

Tutti in attesa della proposta della commissione ministeriale della Guardasigilli Marta Cartabia sulla prescrizione, croce di tutti i governi, ma ci sono altre due proposte ben più dirompenti, che faranno scontrare ancora di più i partiti di maggioranza: il Parlamento potrebbe indicare ogni anno le priorità su cui devono lavorare i pm, cioè sarebbe la politica a dettare la linea ai magistrati, il sogno di Silvio Berlusconi; potrebbe cambiare anche la natura dei processi d’appello con una rivisitazione, più articolata, della legge Pecorella, che fu bocciata dalla Corte costituzionale nel 2006.

La riforma Bonafede viene così smontata dalla proposte della commissione istituita dalla ministra Marta Cartabia in via Arenula e presieduta da un ex presidente della Corte costituzionale, come lei, Giorgio Lattanzi.

“Ci sono più opzioni – ha detto più volte ieri, la ministra al vertice con i capigruppo in commissione Giustizia della Camera – voglio poi sapere da voi cosa ne pensate”. La sintesi del governo dovrebbe arrivare settimana prossima. Ma la ministra, che non vuole la palude parlamentare per via della maggioranza fatta da separati in casa, ieri ha lanciato più avvertimenti, brandendo il rischio che l’Italia perda tutti i soldi del Recovery, “non solo i 2,7 miliardi del Pnrr destinati alla giustizia, ma i 191 miliardi destinati a tutta la rinascita economica e sociale italiana”.

Per l’Europa è prioritaria la riforma della giustizia civile, ma anche la lotta alla corruzione con una legge, la Bonafede, apprezzata da Bruxelles. La Commissione Ue, però, chiede anche tempi più rapidi dei processi penali, previsti già dalla riforma Bonafede, ora messa all’angolo su punti cruciali come prescrizione e Appello.

“In cinque anni dobbiamo ridurre del 40% i tempi dei giudizi civili – ha detto Cartabia – e del 25% dei giudizi penali”, poi intima: “Chi si sottrae al cambiamento si dovrà assumere la responsabilità di mancare una occasione così decisiva per tutti”. Ed eccole le proposte della commissione Lattanzi.

Prescrizione. Via la legge Bonafede che blocca la prescrizione dopo la sentenza di primo grado. Via anche la proposta approvata dal governo Conte, ora in Parlamento, il cosiddetto lodo Conte-2, di Federico Conte di Leu, che prevede il doppio binario, ovvero prescrizione bloccata in primo grado solo se l’imputato è condannato. Invece, secondo la prima proposta della commissione ministeriale, il blocco della prescrizione si lega ai tempi processuali prestabiliti, sulla scia della passata legge Orlando: prescrizione sospesa per 2 anni in primo grado, per un anno in Appello e in Cassazione. Se i tempi non vengono rispettati la prescrizione riprende dall’inizio. La seconda opzione incide sui tempi del processo, che se sforati lo fanno andare al macero: se il processo dura più di 4 anni in primo grado, 3 in Appello e 2 in Cassazione c’è l’improcedibilità. Si ipotizza, inoltre, lo sconto della pena per irragionevole durata del processo o l’ineseguibilità della pena se i tempi sono particolarmente lunghi.

Pecorella allargata. Il pm non potrà appellare né le sentenze di assoluzione, come stabiliva la legge dell’ex avvocato di Berlusconi, Gaetano Pecorella, ma neppure quelle di condanna. Ci sono dei limiti anche per gli avvocati: l’imputato condannato potrà fare appello, ma solo per motivi “stringenti”, che rientrano nell’elenco previsto dal codice e che ieri non sono stati indicati. Il pm può, comunque, fare ricorso in Cassazione, giudice di legittimità, e se il ricorso viene accolto si torna all’Appello. In sostanza, è stato spiegato ieri, l’Appello diventerebbe “non un nuovo giudizio”, ma “una revisione critica della sentenza”, come chiesto nel 2016 dalla Sezioni Unite della Cassazione, di cui Lattanzi ha fatto parte.

Le reazioni. La proposta piace molto a FI, che parla di norma “assolutamente ragionevole” con Pierantonio Zanettin, e anche a Enrico Costa di Azione, ma non al M5S che, per esempio, per disincentivare gli Appelli pensa di prevedere quanto ora è vietato: il possibile aumento della pena per l’imputato ricorrente. Delle proposte della commissione è contento pure il Pd, con il capogruppo Alfredo Bazoli: “Condividiamo anzitutto la convinzione che la riforma vada fatta ora e nelle proposte illustrate troviamo il respiro di una riforma equilibrata”. Se si aggiunge la mossa di Matteo Salvini di voler fare un referendum sui magistrati, il M5S può ritrovarsi cacciato in un angolo da solo.

IlFQ

Scene da un manicomio. - Marco Travaglio

 

Elon Musk, che è un genio, ammette: “A volte dico cose strane”. Qui di geni se ne vedono pochi, infatti molti dicono cose strane, ma nessuno lo ammette. Domenica, alla solita fiera del mitomane su La7, si processava Davigo, cioè l’unico non indagato del caso Amara; poi si intervistavano dei passanti per sapere se la ragazza che accusa di stupro Grillo jr. è attendibile. Mancava solo la domanda: volete libero Gesù o Barabba? Del resto, da quando Report ha mostrato l’Innominabile all’area di Servizi con una spia (e che spia), chi deve giustificarsi non sono i due nelle foto, ma Report. Intanto i giornaloni menano scandalo perché Conte, nuovo leader 5Stelle, appoggia la Raggi, cioè la candidata 5Stelle. Il ridicolo stupore deriva da un curioso concetto di alleanza alle Comunali: il Pd mette i candidati e il M5S porta i voti. Più che un’alleanza, un’annessione. A completare il nonsense c’è pure Calenda: si fa eleggere nel Pd alle Europee, molla il Pd per farsi un partito, appoggia candidati renziani per far perdere le Regionali al Pd (invano), si candida a Roma per far perdere il Pd e ora si straccia le vesti perché i 5Stelle (che lui insulta da sempre) ricandidano la loro sindaca, come fa il Pd a Milano con Sala. E ora accusa il Pd di essersi fatto “scegliere il candidato dai grillini” (Gualtieri, scelto da Letta contro i grillini) e Conte di un fantomatico “voltafaccia” (perché non s’è fatto scegliere il candidato dal Pd o da Calenda).

Chi non avesse ancora riso abbastanza non deve perdersi Repubblica: “Sulla durata dei processi il governo si gioca il Recovery. Ma la maggioranza è spaccata”. Oh bella, e il giornale che più ha tifato per questa cosiddetta maggioranza che s’aspettava? Prima ammucchi gl’incensurati 5Stelle che vogliono sveltire i processi (infatti han bloccato la prescrizione) con B. (un pregiudicato che campa da una vita sui processi eterni), Salvini (pluri-imputato che non vuole farsi processare) e l’Innominabile (indagato come tutta la sua famiglia: padre, madre, cognato e ora pure la sorella), poi ti meravigli se sulla giustizia litigano? Ultima perla: pare che la Cartabia Copiativa voglia abolire il processo d’appello, ma solo sulle assoluzioni. Strano: da ex presidente, dovrebbe sapere che la Consulta nel 2007 dichiarò incostituzionale una legge identica, la Pecorella, per violazione della parità delle parti (art. 111). Se l’imputato può appellare una condanna, il pm può appellare un’assoluzione. Infatti l’appello serve a correggere eventuali errori giudiziari commessi in primo grado. Che sono di due tipi: le condanne degli innocenti e le assoluzioni dei colpevoli. Quindi, signore e signori, piantatela di dire cose strane. Tanto nessuno vi scambierà mai per dei geni. Neppure per sbaglio.

IlFQ

lunedì 10 maggio 2021

La sai l’ultima? - Tommaso Rodano

 

Guerre agricole, bombe anomale, pappagalli costituiti, parenti serpenti, cinghiali d’affezione, felini dall’oltretomba e influencer eclettici. 

Belgio - Un contadino locale sposta di 2,29 metri il confine con la Francia per passare col trattore

Risiko è tra noi. La scorsa settimana il Belgio è avanzato di un paio di metri all’interno del territorio francese. Il merito non è degli eserciti ma di un contadino locale: infastidito dalla pietra di confine proprio in mezzo al percorso del suo trattore, l’ha presa e spostata di 2,29 metri rispetto alla posizione originaria. Come scrive la Bbc, ad accorgersi dello spostamento dei confini è stato un appassionato di storia locale, durante una passeggiata. Prima che diventi un caso diplomatico – si legge sull’Huffington Post – “le autorità del Belgio stanno cercando di contattare l’agricoltore per chiedergli di riportare la pietra nella sua posizione originale. Se ciò non dovesse accadere, il caso potrebbe finire nelle mani del ministero degli Esteri belga, che dovrebbe convocare una commissione di frontiera franco-belga, ormai inattiva dal 1930”. La cartina d’Europa è nelle mani di un agricoltore belga e delle traiettorie del suo trattore.

Taranto - Volatili in fuga: il pappagallo Pedro scappato dalla voliera si consegna a una volante della polizia

Il titolo di questa notizia è un po’ enfatico ma molto efficace: “Pappagallo in fuga si consegna alla Polizia”. Succede a Taranto e lo scrive Leggo. Anche se la realtà è un po’ meno pittoresca di come sembra: “Ha spiccato il volo per respirare un po’ di libertà. Poi però ha deciso di fermarsi ed è atterrato proprio su una volante della Polizia di Taranto. Protagonista della curiosa vicenda il pappagallo Pedro, splendido esemplare di razza esotica regolarmente custodito da un tarantino residente del rione Paolo VI. Gli agenti hanno quindi ‘catturato’ il pappagallo, anche se in realtà è come se si fosse ‘consegnato’, e poco dopo lo hanno riconsegnato al legittimo proprietario”. Pare che Pedro sia famoso nel quartiere e altrettanto note siano i suoi brevi tentativi di evasione dalla voliera. Alla fine però torna sempre a casa: anche stavolta quando gli agenti l’hanno ricondotto al domicilio è subito volato sul braccio del suo padrone.

Roma - Due arresti tra i “Diabolik”: il fratello chiama il 112 ma si fa trovare dai sanitari con una pistola addosso

Giornataccia per la famiglia Diabolik. Non parliamo dell’(anti)eroe mascherato ma dei meno affascinanti Piscitelli, congiunti del noto ultras della Lazio ucciso nel 2019 per questioni di malavita. I parenti a quanto pare operano nello stesso ramo d’azienda e in un giorno ne sono stati arrestati due. Il fratello, ironia della sorte, si è fregato da solo chiamando il 112. Il personale dell’ambulanza che l’ha soccorso gli ha trovato addosso una pistola e ha avvertito i carabinieri. Inutile il tentativo maldestro di gettare l’arma in una siepe: per Diabolik junior “è scattato l’arresto per detenzione e porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo e ricettazione – scrive Roma Today – visto che dagli accertamenti è emerso che della pistola, una Beretta, era intestata a una persona deceduta”. Il giovedì da leoni dei Diabolik si è concluso con la notizia dell’arresto del nipote di Fabrizio Piscitelli: il 22 Nicolò è stato arrestato a Tor Bella Monaca per spaccio di droga.

CilentoIncidenti domestici: “Spara al cinghiale ma è la moglie, una 64enne finisce in ospedale”

Un altro titolo memorabile ci viene regalato dal Corriere del Cilento: “Spara al cinghiale ma è la moglie: 64enne in ospedale”. Con sei parole strette strette si apre un piccolo mondo stupefacente e becero; una frase capace di offendere con naturalezza sensibilità multiple, dagli animalisti alle femministe. Urge sottolineare che la signora sta abbastanza bene. La cronaca dell’episodio è meno brillante della titolazione: “Spara alla moglie con un fucile da caccia, ferendola a una spalla, pensando che fosse un cinghiale. L’incidente è accaduto ieri sera a Giungatelle, frazione di Montecorice. La donna, 64 anni, soccorsa da un’ambulanza della Misericordia di Ascea, è stata trasportata all’ ospedale di Vallo della Lucania, ma le sue condizioni di salute non sono gravi. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo, 70 anni, ha sparato involontariamente con un fucile alla moglie, pensando che si trattasse di un cinghiale, che già da tempo rappresentava una minaccia per il loro orto”.

Germania - Scatta l’allarme per una bomba abbandonata nel bosco. Gli artificieri “disinnescano” un sex toy

Scambiare un dildo per arsenale bellico inesploso: fatto. In Baviera gli artificieri sono stati allertati dalle preoccupate e preoccupanti segnalazioni di alcuni campeggiatori, convinti di aver visto una granata abbandonata in un boschetto nei pressi della città di Passau. Non era una bomba ma degli inoffensivi sex toys. Lo racconta Today: “L’oggetto, di gomma, era contenuto dentro una busta di plastica trasparente, come raccontato in un comunicato stampa della polizia di Hauzenberg diffuso dai media tedeschi. ‘Dopo un attento esame del contenuto della borsa, gli agenti si sono subito resi conto che si trattava di un oggetto di gomma. La borsa è stata svuotata e il contenuto è stato esaminato. Si sono scoperti un tubicino vuoto di lubrificante, due preservativi inutilizzati e un cavo Usb. Gli agenti hanno poi approfondito le ricerche, trovando sul web dei sex toy a forma di bomba a mano. I giocattoli sono stati smaltiti dalla polizia, ma come siano arrivati nel bosco e chi ce li abbia portati rimane ancora un mistero”.

Giappone - La motociclista-influencer con 24mila follower è in realtà un uomo di 50 anni con la parrucca e i filtri FaceApp

Notizie che lasciano perplessi dal Giappone: un’avvenente motociclista-influencer con 24mila follower su Twitter si è rivelata essere un uomo di 50 anni che si mascherava con i filtri di FaceApp. La centaura aveva fatto sognare il suo pubblico con i lunghi capelli lisci, il sorriso brillante e le pose plastiche su una Yamaha da corsa. Il risveglio è stato violento: la bella motociclista era un 50enne con una parrucca e un sacco di tempo da perdere. “A scoprirlo – racconta il sito Meteoweek – sono stati alcuni utenti insospettiti dai riflessi negli specchietti della moto: le forme del viso non combaciavano con quelle della ragazza”. Il caso si è ingrossato: “Gli indizi raccolti su Twitter hanno portato anche un’emittente televisiva giapponese ad indagare. Di fronte all’evidenza, l’uomo ha quindi accettato di svelare la propria identità in tv”. Si è spiegato così: “Nessuno vuole vedere un vecchio zio sui social, così mi sono trasformato in una bellissima ragazza”. Signore, lei ha una personalità disturbante.

Usa - Il gatto-zombie seppellito dai suoi padroni “resuscita” dopo 5 giorni e viene adottato da una nuova famiglia

Gatti zombie ne abbiamo? Ma certo: basta chiedere alla Zampa.it, il sito sugli animali della Stampa.it. Questa settimana ci regala la storia pulp, molto pulp, del gatto Bart, “tornato a casa 5 giorni dopo il suo funerale”. I padroni, un po’ troppo ansiosi di constatarne il decesso dopo che era stato investito da un auto, l’avevano seppellito prima che esaurisse le proverbiali sette vite. La povera bestia era svenuta e ridotta male, ma tutt’altro che pronta ad arrendersi: Bart si è “disseppellito” da solo ed è tornato a casa sulle sue zampe. Correva l’anno 2015. Ne è scaturita una controversia: “L’Humane Society di Tampa Bay, dove il gatto redivivo è stato portato per essere curato, non ha voluto restituirlo ai proprietari per delle ‘circostanze’ legate alle ferite”. Dopo 20 mesi di battaglia legale Bart è stato dato in adozione a un’altra famiglia, probabilmente più compassionevole e meno incline a dichiararlo stecchito. Sei anni dopo le sue esequie, il gattone ha perso un occhio ma guadagnato diversi chili: se la passa più che bene.

IlFQ

007, Report sbugiarda Renzi. E Iv dà la caccia alle fonti Rai. - Alessandro Mantovani

 

Dossier falso - Documenti che diffamano il programma di Rai Tre spediti ai giornali. Il contenuto in un’interrogazione del deputato Nobili.

Questa sera Report manda in onda, coperto, il padre di quella che i renziani chiamano “la professoressa bionica”, la testimone dell’ormai noto e discusso incontro del 23 dicembre 2020 all’autogrill tra il capo di Italia Viva e il dirigente dei Servizi segreti Marco Mancini, che aspirava a una promozione. L’anziano signore è costretto a spiegare che soffre “di una patologia che mi obbliga ad assumere dei farmaci abbastanza potenti per una leucemia mieloidecronica (…) Questi farmaci producono questi effetti (…) attacchi ripetuti per cui sono stato costretto a entrare e uscire dal bagno diverse volte…”. E questo per giustificare che la figlia, insegnante, si sia trattenuta nel parcheggio dell’autogrill di Fiano Romano durante i circa 40 minuti del colloquio tra Matteo Renzi e Mancini, abbia scattato alcune foto – che ha spedito subito al Fatto, purtroppo non le abbiamo viste – e girato un video di 28 secondi.

Ma soprattutto Report prova a ricostruire il dossier che gira da tre mesi e ora è finito in un’interrogazione del renziano Luciano Nobili contro la trasmissione di Sigfrido Ranucci, annunciata dallo stesso Renzi mentre spiegava di Mancini. Parla di una fattura da 45mila euro che la Rai avrebbe pagato a una società lussemburghese in relazione a un imprecisato aiuto che un ex manager di Finmeccanica, Francesco Maria Tuccillo, avrebbe dato a Report per il servizio di novembre 2020 su Alitalia e Piaggio Aerospace, che coinvolgeva Renzi. La fattura non si trova, Nobili non ce l’ha e a Report dice “non avete solo voi quelle informazioni, ce le abbiamo anche noi le informazioni”, accenna a “fonti giornalistiche stanche del fatto che la Rai ricorra a professionalità esterne”, a “dipendenti Rai”.

Il problema è che sa di Tuccillo, mai andato in onda. “Non è una nostra fonte” ma “l’abbiamo incontrato, una sola volta”, racconta Ranucci. “Che Nobili ne fosse a conoscenza – osserva – è un fatto gravissimo, per la libertà di stampa ma anche per il funzionamento democratico di un Paese”. Ranucci ricorda che Tuccillo “è stato tra i manager di Piaggio Aerospace che più si sono opposti al nuovo management filoarabo, sponsorizzato dal governo Renzi. Fu proprio Renzi che aprì le porte di un’azienda strategica per la sicurezza del Paese come Piaggio Aerspace, che produce tecnologia militare, agli Emirati Arabi. (…) Inolte Tuccillo aveva contribuito a catturare Roberto Vito Palazzolo, in arte Roberto Von Palace, il boss su cui aveva indagato Falcone e che da latitante in Sudafrica riciclava i soldi di Cosa nostra e avrebbe aiutato Finmeccanica a vendere gli elicotteri”. Anche Tuccillo nega. La società lussemburghese dice di non conoscerlo.

Le fonti dei giornalisti sono protette dalla legge sul segreto professionale, infatti ci allarmiamo se sono esposte a perquisizioni e intercettazioni e a maggior ragione se finiscono nel mirino di un partito che gioca alla controinformazione sui giornalisti sgraditi. Sarebbe inquietante se la magistratura cedesse alla richiesta di Renzi di perquisire l’insegnante perché sostiene di essere stato “intercettato”, quando al più è stato filmato per 28 secondi in luogo aperto al pubblico, senza captare una parola. Sarebbe un’intimidazione per chiunque accetti di parlare riservatamente con un giornalista.

Infatti Franco Bechis, direttore del Tempo e Augusto Minzolini, oggi editorialista del Giornale, non risulta abbiano denunciato chi, tre mesi fa, consegnò loro il dossier finito poi ai detective di Italia Viva. Entrambi spiegano a Report di averlo ritenuto falso, ma ne usarono una parte su Rocco Casalino: si parlava di mail tra l’ex portavoce di Giuseppe Conte e Ranucci, chiamato “un conduttore Rai”, a proposito di contenuti da mandare in onda. Entrambi hanno smentito, nessuno mostra le mail.

L’incontro tra Renzi e Mancini non è uno scandalo in sé ma è una notizia, se non altro per la location autostradale; la concomitanza con la crisi del governo Conte 2 che si consumava anche sul tema della delega ai Servizi tenuta per sé dall’ex presidente del Consiglio; la figura di un dirigente dell’intelligence passato indenne per vicende oscure (Abu Omar, lo spionaggio Telekom) anche grazie al segreto di Stato, con un’ampia rete di relazioni e in conflitto con altri settori degli apparati, che aspirava a una vicedirezione e non l’ha avuta. Infatti il Comitato parlamentare di controllo sui Servizi sentirà Gennaro Vecchione, capo del Dis e di Mancini. È ben più scandaloso che Renzi reagisca con un’interrogazione basata sul dossier falso che qualcuno ha fatto arrivare a tre giornali e a Italia Viva.

IlFQ

Ma mi faccia il piacere. - Marco Travaglio

 

Dice a noi? “Mattarella: fare piena luce sugli anni di piombo” (Repubblica, 9.5). Mo’ me lo segno.

Come s’offre. “Recovery buono finché c’è Draghi” (Carlo Cottarelli, Stampa, 3.5). E finché Cottarelli è consulente del governo Draghi.

Fatturato giudiziario. “I tribunali come aziende, ecco il piano: è l’ora di manager e premi di produttività” (Cottarelli, Stampa, 7.5). Previsto anche il cottimo sulle condanne.

Forchettoni. “Così Letta, Conte e Di Maio imbavagliano il popolo italiano” (Roberto Formigoni, pregiudicato per corruzione, Libero, 9.5). Certo, come no, intanto tu sgancia la refurtiva.

Ah Sudamerica. “Macelleria Report. L’agguato della Rai a Renzi: roba da America Latina anni 70” (Piero Sansonetti, Riformista, 5.5). Ma un senatore che incontra una spia all’autogrill non s’era mai visto neppure in Sudamerica. Fortuna per Samsonite che i continenti non possono querelare.

Procreare, ma perché? “E perché Berlusconi dovrebbe essere escluso dalla corsa al Colle? Ha tutte le carte in regola, è un grande uomo di sport e un grande imprenditore: ha dato prestigio al Paese a livello internazionale…” (Antonio Tajani, vicepresidente FI, 29.4). “Una famiglia senza figli non esiste, la famiglia va difesa” (Tajani, 7.5). L’idea è la madre dei cretini sempre incinta.

Chiamate l’esorcista. “Ponte sullo Stretto pronto in 10 anni, diventerà il simbolo della ripartenza. Sarà a tre campate e ci passerà la ferrovia. Si tratta di un progetto nazionale che riguarda tutta Italia, non solo il Sud: saremo il collegamento tra Europa e Africa” (Giancarlo Cancelleri, viceministro M5S Trasporti, Stampa, 9.5). Cavaliere, è lei?

Transizione enologica. “Bruxelles approva il Recovery italiano” (Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica, Stampa, 5.1). Il vino è buono: l’ha detto l’oste.

Il giureconsulto. “Con Pd e M5S nessuna riforma della giustizia in questo Parlamento” (Matteo Salvini, segretario Lega, 7.5). Per riformarla, devi essere perlomeno imputato.

Faraon de’ Faraoni. “Ma come si può considerare i sondaggi credibili quando uno trasmesso da La7 dice che Iv è all’1,7% e un altro trasmesso dalla Rai dice che è al 4.5%?” (Davide Faraone, capogruppo Iv Dubbio, 5.5). Stai sereno, quello giusto è il primo.

La prova regina. “Andrea, compagno di scuola della ragazza: ‘Grillo e gli amici non mi piacevano’” (Repubblica, 7.5).

“Dopo la notte in casa Grillo, Silvia era stordita e poco lucida”. “Sembrava confusa, non riuscì a finire la lezione. Mi è parsa timida” (Francesca, istruttrice di kite surf, Repubblica e Corriere della sera, 9.5). Inutile fare il processo: è già stupro sicuro.

Il suo nome è Nessuno. “Qui non sono nessuno: non posso firmare un pezzo di carta nè stanziare un euro. Dovrei stare all’ultimo piano di Palazzo Lombardia a dire cosa mi sembra giusto o sbagliato. Invece sono qui a incastrare numeri” (Guido Bertolaso, Corriere della sera, 23.3). “Ora la locomotiva sui vaccini è la Lombardia” (Bertolaso, Corriere della sera, 4.5). Per forza: lui non contava nulla.

Col permesso de li superiori. “Informazione più affidabile se si investe nel suo futuro. Oggi è la Giornata della libertà di stampa. Lo Stato deve supportare l’editoria di qualità. L’occasione del Recovery Plan” (Messaggero, 3.5). La famosa stampa libera col cappello in mano sotto palazzo Chigi.

La sua Africa. “Non mi candiderò a Roma. Penso a una campagna vaccinale da organizzare in Africa” (Bertolaso, ibidem). Con tutti i guai che ha l’Africa, le manca solo quello.

Il tutore dell’ordine. “Tomaso Montanari è molto invitato nei talk in quota ‘anti-Draghi’… Ordinaria commedia tv” (Aldo Grasso, Corriere della sera, 9.5). In effetti, che esista ancora qualcuno che non lecca culi, è una vera tragedia.

Slurp/1. “Billy Berlusconi, lo scienziato partito da un garage di Genova. L’operoso figlio di Paolo. Il nipote di Silvio, 39, anni. Ha creato dal nulla la fabbrica degli ‘avatar’ dove duplica gli esseri umani generando il loro doppione digitale” (Tiziana Lapelosa, Libero, 1.5). Avevamo il nuovo Einstein in casa e nessuno ci diceva niente.

Slurp/2. “Sospetto che Draghi soffra il disagio dell’abbondanza e non sia così contento di sé come gli italiani lo sono di lui” (Francesco Merlo, Repubblica, 8.5). Quindi dev’essere contentissimo.

Il titolo della settimana/1. “La speranza di Bruxelles: ‘Draghi premier fino al 2023’” (Claudio Tito, Repubblica, 3.5). Il tempo di abolire le elezioni, poi può pure continuare.

Il titolo della settimana/2. “Lezione sugli intellettuali di destra. Scanzi scorda D’Annunzio, Pirandello, Prezzolini e tanti altri” (Renato Farina, Libero, 6.5). Infatti parlava di quelli vivi, tipo te.

Il titolo della settimana/3. “A che serve punire dopo 40 anni?” (Tiziana Maiolo, Riformista, 5.5). A metter dentro gli assassini latitanti per 40 anni.

Il titolo della settimana/4. “L’ergastolo implacabile. Certezza della pena non significa buttare la chiave” (Adriano Sofri, Foglio, 8.5). Non prima di averla usata per chiudere la cella.

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