domenica 26 febbraio 2023

Odio agli USA - Viviana Vivarelli

 

Naturalmente i governi USA, soprattutto da 70 anni a questa parte, sono odiati dalla maggior parte degli abitanti di questo pianeta. È la conseguenza totalmente fisiologica e automatica di una scellerata politica estera, la legittima reazione del mondo, dopo che questi governi, repubblicani o democratici, hanno iniziato guerre aggressive, distrutto paesi, storpiato democrazie, fatto milioni di morti, affossato l'economia, creato una proliferazione selvaggia di armi micidiali, distrutto il pianeta, annientato qualsiasi tentativo di porre un ordine giuridico internazionale.

Che dopo questa politica folle e sanguinaria riscuotessero anche ammirazione e consenso sarebbe grottesco.
L'ammirazione è rilasciata a pochi fanatici neocons, incapaci del resto di controbattere anche una sola delle gravissime accuse loro rivolte e capaci di rispondere solo con insulti.
Gli States sono ormai troppo lontani da quella Costituzione ideale che era ispirata ai principi di Voltaire e di Locke.
Che i governi siano repubblicani o democratici, Clinton o Bush, Trump o Biden, non cambia la sostanza di una alternanza al potere riguardante solo grandi gruppi capitalistici ed è finalizzata solo a difendere i loro interessi, al punto che gli USA non sono visti più nel mondo come un esempio di democrazia ma sono definiti una 'dittatura imprenditoriale'..
Il peggio è che, mentre le dittature di stampo comunista o fascista producevano le loro efferatezze sulla pelle dei propri cittadini o su gruppi interni (vd. i cittadini sovietici o coreani, i Ceceni, i Curdi, gli indios, i tibetani), la dittatura imprenditoriale statunitense impone il dominio della sua feroce ideologia a tutto il mondo, attraverso il neoliberismo, ovvero l'impero delle multinazionali.
L'attacco ai governi americani e alle loro efferatezze diventa necessariamente attacco al neoliberismo e alle sue perversioni. E anche qui non riusciamo a leggere una argomentazione razionale che dica il contrario.
Gli americani al potere non sono "quei bravi ragazzi" che appaiono nei loro film propagandistici.
I governi USA sono diventati progressivamente la peggiore minaccia del pianeta, ma eludere le cause che hanno portato all'immensa ondata di odio contro di loro non scalfisce i fatti e i fatti dicono: menzogna, aggressione e morte.
Credere davvero, come i neocon vorrebbero, che tutto cominci dal World Trade Center, negando 70 anni di efferatezze e soprusi, è di una pochezza spaventosa.
Ma i neoliberisti oppongono a 70 anni di violenze inenarrabili "l'invidia". E questa è la motivazione più grottesca. Sarebbe come dire che Stalin o Hitler avevano suscitato un violento odio nei propri confronti per "invidia".
Del resto è la grossolana tesi che i cloni di quelli che vorrebbero essere i padroni del mondo si affannano a ripetere.
Da un discorso di Bush:
“Sono molto confuso di fronte ai malintesi che esistono verso il nostro Paese e di fronte al fatto che la gente ci possa odiare… Semplicemente non riesco a credervi, perchè io so quanto siamo buoni. Dobbiamo fare un lavoro migliore di presentazione del nostro Paese al mondo. Per esempio, dobbiamo spiegare meglio alle popolazioni del Medio Oriente che stiamo soltanto lottando contro il male, non contro di loro. Noi siamo il paese più pacifico della Terra. Esercitiamo il potere senza conquiste e facciamo sacrifici per la libertà di stranieri sconosciuti. Gli americani sono un popolo libero, che sa che la libertà costituisce il diritto e il futuro di ogni nazione. Questa nazione combatte contro la propria volontà, noi cerchiamo la pace; lottiamo per la pace; a volte la pace deve essere difesa.
Ti ringraziamo, Signore, perchè non siamo come gli altri popoli, terroristi e senza libero mercato…(sic) I terroristi odiano la nostra libertà. Sono così cattivi da odiare il bene perchè è bene. Questa è una lotta colossale tra il bene e il male ma nessuno si inganni: il bene vincerà. I terroristi odiano il fatto che siamo liberi di adorare Dio come ci pare. Essi sono l’asse del male".
Parole di Bush:
“Ho ascoltato la chiamata divina. Dobbiamo ricordare la nostra vocazione, come nazione benedetta, a creare un mondo migliore e a sconfiggere i disegni dei malvagi. La libertà non è un dono degli USA al mondo, è un dono di Dio a tutta l’umanità. Per questo, la nazione che incarna la libertà deve portare questo dono divino ad ogni essere umano, in tutto il mondo. La nostra nazione è stata scelta da Dio e incaricata dalla storia per essere un modello di giustizia nel mondo”.
E infatti che modello siano lo abbiamo visto.


Viviana Vivarelli - domenica 26 febbraio 2023 h7.30

https://www.facebook.com/VivianaVivarelliViola

venerdì 24 febbraio 2023

Fascisti nell'animo! - Angelo Rinascente Maragliano

 

Solo la destra nazista di Zelensky li supera, ma perché è in guerra e nessuno lo controlla.

TV ostili chiuse, giornalisti licenziati e oppositori arrestati, elenchi di proscrizioni, minacce, liste nere: chi vuol dire la verità sui reali motivi della guerra in Ucraina, viene tacitato, licenziato e perseguitato.
Ma in Italia? Che succede nel nostro Paese? Il governo tollera le aggressioni fasciste agli studenti fiorentini e il ministro dell'istruzione redarguisce la preside di quella scuola che scrive una lettera agli studenti perché siano attenti alla recrudescenza fascista.
E dire che abbiamo una Costituzione anti fascista ma, purtroppo, abbiamo un presidente della Repubblica "distratto" sul rispetto della Costituzione, ma molto attento a difendere la Meloni quando un paio di anni fa un prof la offendeva.
Forse che la Meloni valga più della COSTITUZIONE? Non saprei.
Forse è un patrimonio americano da tutelare perché esegue gli ordini USA e Nato alla perfezione.
Ma stiamo rischiando, amici miei.
Il ventennio di Mussolini iniziò così, come il nazismo in Germania.

Foto Pixabay

giovedì 23 febbraio 2023

LA MELONI SERVA DI ZELENSKY - Viviana Vivarelli.

 

Io non ho mai parlato bene di Berlusconi. Nei 1800 numeri del quotidiano on line che ho tenuto nel web per molti anni, mai una volta ho preso le sue difese e ho sempre denunciato i suoi reati e le sue presunte assoluzioni.

Ciò non toglie che non posso accettare che un omuncolo come Zelensky attacchi Berlusconi, che è il capo di un partito europeo, per aver detto quello che per ogni persona di buon senso è la verità:
«... bastava che Zelensky] cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe avvenuto. Io giudico molto, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore».
Credo che ognuno abbia il diritto di esprimere le proprie opinioni. Ma per Zelensky no. Tutti devono ossequiarlo come fosse un dio in Terra. La sua megalomania non sopporta critiche, nemmeno dal capo di un partito come Berlusconi.
Non gli basta aver messo fuori legge gli 11 partiti dell'opposizione. Non gli basta aver chiuso le chiese ortodosse perché il patriarca Kirill è putiniano. Non gli basta aver schiacciato l'autodeterminazione di due Province, appiattendo ogni diritto nazionalista sotto i suoi ordini. Non gli basta aver vietato la lingua russa e aver represso la cultura russa. Non gli basta aver comandato il pensiero unico in Ucraina come nella peggior dittatura e negare ogni evidenza con una faccia di tolla incredibile. Non gli basta aver infarcito ogni resoconto di questa guerra di balle gigantesche che i giornalisti servi hanno fedelmente riportato. Ora vuole comandare anche la libera opinione del capo di un partito di un altro Paese. Vuole comandare in casa nostra. Vuole vietare che si dica quello che tutti sanno ma che nessuno ha il coraggio di dire, la verità storica innegabile che il padrone americano ha comandato come unica verità raccontabile.
E davanti a questo insulto politico che offende il primo alleato della Meloni, questa che fa? Ridacchia, ossequia, minimizza. Offende anche lei Berlusconi, come fosse l'ultima delle sciacquette! Bella figura davvero per un capo di Governo e per i deficienti che la seguono!

Le sei domande che vogliamo fare a Zelensky. - Marco Travaglio

 

👉 Come può pensare Zelensky di entrare nell’Ue tenendo fuorilegge gli 11 partiti di opposizione?

👉 A giorni alterni ci comunica un esito diverso del conflitto. Come stanno effettivamente le cose?

👉 Perché Kiev vieta a 8 reporter italiani di fare il loro lavoro in Donbass?

👉 Il Pentagono accusa il suo governo di aver ucciso con un’autobomba Darya Dugina: che c’entra quell’atto terroristico col diritto all’autodifesa?

👉 Perché, pur sapendo per primo che il missile caduto in Polonia era ucraino, ripeté per tre giorni che era russo?

👉 Perché dal 4 ottobre ha vietato per decreto ogni negoziato con Putin? E dopo quanti morti (siamo a 300 mila) deciderà di riparlarne?
A queste domande, vorremmo volentieri sentire le risposte.

mercoledì 22 febbraio 2023

Manuela Toto

 

Si salveranno solo i flessibili

e i diversamente agili,
quelli con le prospettive
e i pensieri ampi.
Si salveranno
quelli che sbagliano in fretta
e fanno delle cadute
slanci,
i domatori del pessimismo,
i navigatori disancorati
e gli apprendisti stregoni in generale.
Si salverà
chi accorda il respiro e i pensieri
al presente,
chi ascolta fino in fondo
prima di parlare,
chi sa che l’acqua arriva sempre al mare
e non impreca contro il buio,
ma si fida del tunnel,
perché sa che la luce
non va cercata fuori
ma accesa dentro.

Manuela Toto

Immagine: Opera di Jiang Caiping 

sabato 18 febbraio 2023

COSA CI RENDE UMANI.

 

Quando possiamo definirci civili? Cosa sancisce, secondo voi, l'inizio della civiltà umana?
Prima di leggere, fermati un attimo e pensaci.
Durante una lezione tenuta dall'antropologa Margaret Mead, un suo studente le chiese quale fosse secondo lei il primo segno di civiltà di una cultura. Il ragazzo, così come i suoi colleghi, si aspettavano che menzionasse le armi, le pentole o le macine di pietra, tutte cose relative alla prima sopravvivenza.
E invece, Margaret Mead, diede una risposta inaspettata, che sicuramente ha aperto tutta una serie di riflessioni che si protraggono fino a oggi. L'antropologa, infatti, rispose che il primo segno di civiltà di una cultura era un femore rotto, guarito poi grazie alla presenza degli altri.
L'insegnante, per spiegare la sua teoria, fece un paragone con il regno animale. Quando un lupo, o qualsiasi altro animale, si rompe una gamba, muore. Le possibilità che sopravviva affinché l’osso guarisca da solo sono improbabili. Non può andare al fiume a bere o girovagare per cercare da mangiare. È immobile e in balia del destino, probabilmente diventerà il cibo di altri predatori.
Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi.
Scheletri con i femori fratturati risalgono fino a 15 mila anni fa e suggeriscono che non solo le persone con il femore rotto sono sopravvissute all’infortunio, ma che altre, forse amici o famiglia hanno probabilmente rischiato la vita per proteggerli per prendersi cura dei loro bisogni.
Per Margaret Med: "Il primo passo verso la civiltà è un atto di compassione umana e diventa il fondamento di tutte le grandi conquiste dell” umanità. Aiutare qualcun altro in difficoltà è dove inizia la civiltà".
Cosa ne pensi?

Articolo scritto da Nuovi Mondi - Astronomia e Scienza

Segui different. se sei appassionato di scienza e divulgazione.

Fonte: "A Healed Leg Bone – The Sign of a Civilized Society Margaret Mead", TWC, 2013
Credits photo: American Museum of Natural History - Margaret Mead, ritagliata e ridimensionata, 4000x2000px, Public Domain Mark 1.0; Yale University - Jeffrey Oak, ritagliata e ridimensionata, 4000x2000px, Yale University License.

https://www.facebook.com/differentofficialpage/photos/a.299762250185962/2422974831198016



venerdì 17 febbraio 2023

SU ZELENSKY BERLUSCONI DICHIARA CIÒ CHE LA SINISTRA TACE. - Massimo Fini - giornalista e scrittore - 14-2-2023

 

Non userò per Berlusconi il detto che anche un orologio rotto segna l’ora giusta almeno due volte al giorno. Perché Berlusconi è rotto fisicamente, nonostante i miracoli di Zangrillo, ma non mentalmente e le sue uscite, anche le più clamorose, anzi soprattutto le più clamorose, hanno sempre un senso. Con le sue dichiarazioni di domenica, nella giornata del silenzio elettorale, ma l’ex Cav se ne fotte di queste convenzioni come si è sempre fottuto di tutto, Berlusconi ha avuto il coraggio di affermare, da una posizione comunque apicale e quindi particolarmente esposta alle accuse dei sepolcri imbiancati della sinistra, ciò che la maggioranza degli italiani pensa (il 68 percento stando ai sondaggi) ma non osa dire. Rivediamo allora interamente queste dichiarazioni riferite a Zelensky ma non solo:

“Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto. Quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore… Io a parlare con Zelensky, se fossi stato il Presidente del Consiglio, non ci sarei mai andato, perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili.”

Rivolto poi a Joe Biden ha detto:

“Per arrivare alla pace, il signor Presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l’Ucraina…bisogna che tu domani ordini il cessate il fuoco anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi. Solo questo potrebbe convincerlo ad arrivare a un cessate il fuoco.”

Che la guerra Russia-Ucraina non sia iniziata il 24 febbraio del 2022 ma nel 2014 con l’annessione della Crimea e in seguito con la violenta repressione da parte dell’Ucraina della popolazione russofona del Donbass, (circa il 38 percento) dettaglio quest’ultimo su cui i nostri “giornaloni”, per dirla alla Travaglio, hanno agilmente sorvolato, è vero.

È curioso e interessante che Berlusconi si sia messo in rotta di collisione con gli americani che sono da sempre il suo punto di riferimento culturale e politico. Berlusconi è sempre stato un ‘atlantista’ doc.

Perché queste dichiarazioni così rischiose? Per dare una mano al candidato del centro destra, Attilio Fontana, alle regionali lombarde? È poco probabile, il rischio non valeva la candela. Lo ha fatto per mettere in difficoltà Meloni? È possibile. Lo ha fatto per far cadere il governo? Impossibile, perché se si facessero nuove elezioni Forza Italia, già ridotta al 7 o all’8 percento, sparirebbe dalle mappe geografiche della politica italiana.

Non privo di interesse è l’appellativo “questo signore” appioppato a Zelensky. È probabile che Berlusconi, abituato nella sua vita ad avere una posizione dominante e ora messo un po’ da parte, provi rabbia e sia roso dall’invidia (l’invidia è un suo tema dominante, l’ex Cav pensa che tutti lo invidino, cioè in termini psicanalitici “proietta la sua ombra”) nel vedere quest’uomo senza qualità spadroneggiare in mezzo mondo. Del resto oltre a una questione ucraina dove è giusto stare oggi dalla parte degli ucraini, gli aggrediti, c’è una questione Zelensky molto personale e di tutt’altra natura. Quest’uomo, che scula dappertutto, che è presente ovunque, è venuto ad uggia anche a chi sta dalla parte dell’Ucraina. Per quanto riguarda il nostro paese sono intollerabili le continue intromissioni nella vita culturale italiana. Si è cominciato con il ‘caso’ Boris Gudonov dove si voleva impedire agli artisti russi di partecipare a quest’opera, in pratica eliminandola dal cartellone della Scala. Importante in quell’occasione è stata la presenza alla prima del nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che non era scontata, come a dire che la Scala, il massimo teatro operistico del mondo, è italiana e non ucraina. E si è andati avanti con altre intrusioni questa volta vincenti. In una lettera al Fatto esponenti del Donbass hanno ricordato che l’ambasciatore Melnyk ha ordinato ai sindaci di Bergamo e Brescia la cancellazione del concerto del pianista russo Denis Matsuev, ottenendola. In precedenza era stato annullato il concerto di Valentina Lisitsa e il balletto di Sergei Polunin. Rivolta a Giorgia Meloni la lettera concludeva così: ci chiediamo chi comanda in Italia? Lei o l’ambasciatore ucraino che rappresenta Zelensky?

Molto sgradevole, fino allo sgarbo, è stato il comportamento di Zelensky nei confronti di Giorgia Meloni. È vero che la settimana scorsa Macron e Scholz non avevano invitato a una cena con Zelensky la nostra Presidente del Consiglio, ma Zelensky avrebbe dovuto avere la buona grazia di pretendere la presenza anche di Giorgia Meloni. In fondo all’Ucraina abbiamo dato un miliardo di euro che servirebbero molto alla nostra economia disastrata.

In quanto alla sinistra, o cosiddetta tale, ha dimostrato ancora una volta la propria inconsistenza. Si potrebbe dire che Berlusconi l’ha battuta sul tempo, captando la sensibilità e gli umori della maggioranza della nostra popolazione. Ma non sarebbe esatto. È dal quel dì che la sinistra non capisce più l’elettorato, probabilmente nemmeno il proprio.

Di Massimo Fini

https://comedonchisciotte.org/su-zelensky-berlusconi-dichiara-cio-che-la-sinistra-tace/