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venerdì 16 febbraio 2024
L'uomo Urfa.
Nushabad, città sotterranea rifugio contro gli invasori.
Ci sono molti misteri sulla nostra antichità che ancora non conosciamo. Uno dei principali enigmi è legato a una città sotterranea scoperta in Iran.
Un team di archeologi ha scoperto un’antica città sotterranea nel distretto di Salahebad, Hemadan, in Iran.
Secondo il portale di notizie Payvand, questa scoperta svela ancora una volta la controversia sulle città sotterranee che potrebbero portare a un mondo sconosciuto sotto i nostri piedi.
Città sotterranea in Iran.
Secondo i risultati ottenuti dagli esperti, questo luogo ha circa 800 anni ed è stato costruito nel XIII secolo. Anche se è stato scoperto solo circa 3 anni fa.
Il funzionario provinciale del turismo, Ahmad Torabi, ha spiegato che la scoperta è stata fatta tre anni fa nel distretto di Salehabad, nella provincia occidentale di Hamadan. Sebbene lo stesso non sia stato reso pubblico all’epoca per evitare servizi prima che gli studi potessero iniziare.
“Nel momento in cui i soldati russi hanno attraversato l’area (durante la seconda guerra mondiale), gli uomini della regione hanno nascosto le loro famiglie in questa città sotterranea in modo che nessuno si accorgesse della loro presenza“.
Questa è già la terza città sotterranea scoperta nella provincia di Hamedan, dopo Samen e Arzanfud. Queste misteriose città sono attribuite ai tempi dei Medi, dal 678 al 549 circa a.C., secondo gli archeologi.
Molti misteri poche risposte.
Gli esperti hanno anche sottolineato che l’esistenza di questa città sotterranea è nota fin dalla seconda guerra mondiale. Quando gli uomini della regione lo usavano per nascondere le loro famiglie in modo che i soldati stranieri non potessero trovarle.
Va notato che Hamadan è una delle regioni più antiche di tutto l’Iran e fa parte dell’antica Ecbatana. Nell’ottobre 2018 è stata organizzata la terza Conferenza Internazionale sull’Architettura Trogloditica.
Decine di esperti, ricercatori e accademici hanno discusso di architettura, cultura e tecnologia del territorio.
Questa città sotterranea si unisce alle centinaia che sono state trovate nel corso della storia. Qualcosa che supporta la teoria secondo cui esiste una vasta rete di tunnel che si collegano in tutto il mondo.
Questa regione è la posizione di numerosi teschi e scheletri umani che gli esperti hanno trovato. In questo modo, misteri e segreti continuano ad accumularsi nella regione: cosa può nascondersi sotto le terre dell’Iran che non conosciamo?
Scavo. Si rimuove il terreno di superficie. Emergono mega-strutture. Gli archeologi: “Sono romane”. L’umbilicus. La scoperta.
I resti architettonici di una possente base militare romana di 1.800 anni fa, sono stati scoperti in un recente scavo condotto dall’Autorità per le antichità israeliane ai piedi di Tel Megiddo, vicino all’antico villaggio di Kfar Othnay (greco: Capercotnai). Le strutture portate alla luce appartenevano al comando della Legio VI Ferrata, così chiamata per le armature e per le protezioni pesanti che portavano i soldati. Un’unità militare corrazzata.
Lo scavo è stato diretto da Yotam Tepper e Barak Tzin e finanziato dalla Netivei Israel National Infrastructure Company. Nel corso dell’indagine archeologica sono stati scoperti estesi e impressionanti resti architettonici della via Pretoria (strada principale del campo), oltre a un podio a forma semicircolare e aree pavimentate in pietra che facevano parte di un grande edificio pubblico monumentale.
Quella della VI Legione è l’unica base militare romana di queste dimensioni che è stata localizzata e scoperta in Israele. Una cittadella militare costruita come una “piccola Roma”.
“Il campo della VI Legio romana fu una base militare permanente per oltre 5.000 soldati romani per più di 180 anni, dal 117-120 al 300 circa”- afferma il dottor Yotam Tepper, direttore degli scavi per conto dell’Autorità di Antichità Israel. “Due strade principali si incrociano al centro del campo. Una ha 550 metri di lunghezza, l’altra, che segna la larghezza del campo stesso è di 350 metri. All’incontro tra le due strade sono stati eretti gli edifici di comando (e fu stabilito l’umbilicus, ndr.)-. Fu da questo punto base che tutte le distanze lungo le strade imperiali romane – fino alle principali città del nord del paese – furono misurate e segnate con pietre miliari. Gli antichi resti dell’edificio non furono conservati in altezza, poiché la maggior parte delle pietre da costruzione furono rimosse, nel corso del tempo, per essere riutilizzate in progetti edilizi realizzati durante il periodo bizantino e primo islamico. ”
Il Dr. Tepper ha sottolineato che la scoperta della base legionaria non è stata accidentale, poiché nell’ultimo decennio sono stati condotti sondaggi e sei stagioni di scavi archeologici nell’ambito di un progetto di ricerca geografico-storica congiunto diretto dal Dr. Tepper e dal Dr. Matthew J. Adams, nell’ambito del Jezreel Valley Research Project (JVRP), realizzato per conto dell’Albright Institute of Archaeology di Gerusalemme.
Sondaggi preliminari dell’area del campo hanno indicato che l’intera base romana e tutti i suoi componenti erano alla base degli attuali campi di grano del Kibbutz Megiddo. “Il contributo unico dei risultati di questo progetto di ricerca risiede nella rarità di tali scoperte archeologiche” – afferma Tepper. – Ciò che è stato portato alla luce è notevole. Fino ad oggi i campi militari romani conosciuti in Israele sono campi d’assedio temporanei o piccoli accampamenti di divisioni ausiliarie. Nessuno è paragonabile all’intero complesso della base legionaria. Fonti storiche e alcune informazioni parziali indicano l’esistenza di una base legionaria romana permanente della X Legione Fratensis a Gerusalemme, ma il campo rimane da scoprire.”
Nello scavo sono state portate alla luce monete, parti di armi, frammenti di ceramica e frammenti di vetro. E tegole, trovate in quantità enormi.
“Le tegole del tetto, alcune delle quali recano i timbri della VI Legione, furono utilizzate per vari scopi. Oltre che per i tetti esse furono usate per la pavimentazione delle stanze e per il rivestimento di pareti. La tecnologia e il know-how, le tecniche di costruzione e le armi che la Legione ha portato con sé dal paese natale sono testimonianza delle peculiarità dell’esercito romano.”
Secondo Eli Escusido, direttore dell’Autorità Israel Antichities, “la vicinanza della base legionaria romana al Parco Nazionale di Megiddo, riconosciuto patrimonio dell’umanità, e anche a una delle prime sale di preghiera cristiane conosciute al mondo, scoperta dall’Autorità israeliana per le Antichità all’interno del complesso della prigione di Megiddo, offre il potenziale per migliorare l’esperienza turistica in questa posizione centrale all’ingresso della Galilea”.
La Legio VI Ferrata – che dal 193 d.C. fu chiamata Legio VI Ferrata Fidelis Constans Felix – aveva radici antiche. Fu adunata nell’agosto del 47 a.C. da Cesare, nelle province della Gallia Cisalpina e dell’Illirico. Deve il suo nome al pesante armamento metallico dei soldati, e – nell’estensione più tarda del suo nome stesso – alla fedeltà verso l’imperatore Settimio Severo. La legione aveva come simbolo un toro, non disgiunto dalla presenza dell’effigie della Lupa Capitolina.
La VI Ferrata aveva svolto un ruolo notevolissimo nella battaglia di Zela (47 a.C.), in Turchia combattuta contro Farnace II, figlio di Mitridate VI re del Ponto, che era dilagato in Armenia, manifestando altre mire espansionistiche. La Legio si scontrò anche con i soldati di Pompeo in Hispania, poi fu al seguito di Marco Antonio e definitivamente nell’esercito di Augusto, con base in Siria.
Nel 35 d.C. aveva varcato il fiume Eufrate e si era poi mossa poi contro i Giudei che avevano rifiutato di collocare l’immagine di Caligola nel Tempio di Gerusalemme. Dal 58 al 60 la Legio VI Ferrata seguì Corbulone in Armenia per arginare la minaccia partica; nel 67 fu accorpata all’esercito con cui Cestio Gallo mosse contro i Giudei insieme alla Legio XII Fulminata.
Nel 72 ebbe parte predominante nell’invasione del regno della Commagene. Con Traiano mosse contro i Parti a nel 105 conquistò la nuova provincia d’Arabia, posta tra il fiume Giordano ed il Mar Morto, area importantissima per i commerci con la Persia, l’India ed altri ricchi centri quali Petra e Bosra.
Adriano la spostò dislocandola in Palestina per combattere la terza guerra giudaica, che ebbe fine nel 135, con la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte della Legione. Nel 193 VI Ferrata si dimostrò favorevole a Settimio Severo contro Pescennio Nigro a per tale motivo fu chiamata Fidelis Constans. Alla fine del III secolo le notizie relative alla legio diminuiscono drasticamente, e alcuni studiosi avevano ipotizzato il suo scioglimento o la distruzione in combattimento, anche se studi recenti paiono avere identificato tracce della sua sussistenza ancora nel 303/304, presso la fortezza legionaria di Udruh, non lontano da Petra.
Amore e Psiche. - Guendalina Middei
Vi siete mai chiesti il significato di quest’incredibile scultura? Amore e Psiche di Canova è una delle sculture più famose al mondo, e nasconde una storia straordinaria, se la osservate con attenzione.
Chi sono Amore e Psiche? Due innamorati che non sono liberi di amarsi, lui è il Dio Amore, lei una donna mortale, ma la gelosia di Venere si frappone tra loro e vengono separati. A un certo punto Psiche scende negli inferi e cade in un sonno profondo, simile alla morte. Ma Amore, che nel frattempo l’aveva cercata per mari e per monti, la risveglia dalla morte e le rende immortale.
Ecco, Canova vi mostra il momento più intenso della storia: quello in cui Amore risveglia Psiche dal sonno incantato. Vi mostra l’attimo che precede il bacio dei due innamorati. Per la prima volta i due amanti possono finalmente guardarsi negli occhi: Psiche è distesa su un materasso marmoreo, la testa abbandonata all’indietro, gli occhi socchiusi, le loro labbra sono sul punto di sfiorarsi. C’è tenerezza, attesa, desiderio nel loro sguardo. Sembrano quasi vivi. Nel tocco delle loro mani che si sfiorano il marmo diviene carne.
Se però osservate con più attenzione, noterete che i corpi di Psiche e di Amore si incrociano fino a formare una X. Le braccia di Psiche formano un cerchio attorno al volto di Amore. Perché? Perché la X e il cerchio erano un simbolo di completezza nel mondo antico. Ricordate il mito dell’Androgino di Platone? Gli esseri umani in origine erano degli esseri perfetti: avevano due teste, quattro braccia, quattro gambe. Erano talmente potenti che gli Dèi si preoccuparono e li tagliarono in due. Da allora gli uomini vagano sulla terra in cerca della propria metà perduta.
Ma questa scultura non raffigura soltanto, come molti credono, la riunione di due innamorati, ma vi parla di una rinascita, del risveglio dell’anima dalla morte! La parola Psiche in greco significa letteralmente soffio vitale, «anima». Il risveglio di Psiche è il simbolo della rinascita alla quale l’anima, dopo aver attraversato la sofferenza (simboleggiata dagli inferi), può aspirare. E cosa salva Psiche dal suo sonno di morte? Il bacio di Amore. Perché «forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi la passione».
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X Se vi piace ciò che pubblico, potete trovarmi anche su Instagram, dove vi parlerò dei grandi classici, mi trovate a questo link: https://www.instagram.com/ilprofessorx
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giovedì 15 febbraio 2024
Dal papiro Chester Beatty I
Il mistero dei giganteschi crateri scoperti in Siberia: di che si tratta? - Valerio Novara
Gli scienziati stanno indagando su alcuni giganteschi crateri coperti di permafrost, in Siberia. Ecco cosa hanno scoperto.
Otto giganteschi crateri profondi 50 metri nel permafrost siberiano hanno sconcertato gli scienziati sin dalla loro scoperta, più di dieci anni fa. Una nuova teoria potrebbe finalmente spiegare come si sono formati. I crateri si trovano nelle penisole russe di Yamal e Gydan e non ne esistono altri come questi nell’Artico. Nel corso degli anni i ricercatori hanno proposto diverse spiegazioni, dagli impatti dei meteoriti alle esplosioni di gas naturale.
Una recente teoria suggerisce che i crateri si siano formati dove un tempo c’erano laghi che ribollivano di gas naturale proveniente dal permafrost sottostante. Questi laghi potrebbero essersi poi prosciugati, esponendo il terreno a temperature gelide che hanno letteralmente sigillato la fuoriuscita di gas. Il conseguente accumulo di gas nel permafrost potrebbe essere stato poi rilasciato attraverso esplosioni che hanno successivamente creato questi giganteschi crateri.
Cosa hanno scoperto gli scienziati.
Il permafrost, cioè lo strato di terreno perennemente gelato che si trova anche nelle penisole di Yamal e Gydan, varia nel suo spessore: da pochi metri a quasi mezzo chilometro. Probabilmente il suolo si congelò più di 40mila anni fa, imprigionando antichi sedimenti marini ricchi di metano che gradualmente si trasformarono in gigantesche riserve di gas naturale. Queste riserve producono calore, che scioglie il permafrost dal basso, lasciando sacche di gas alla base.
Anche il permafrost si sta sciogliendo.
Anche il permafrost in Russia si sta sciogliendo a causa del cambiamento climatico. Nei luoghi in cui è già sottile, lo scioglimento di entrambe le estremità e la pressione del gas potrebbero anche causare il collasso dello strato di permafrost rimanente, innescando future esplosioni. Questo “effetto champagne” spiegherebbe la presenza di crateri più piccoli attorno agli otto crateri scoperti, poiché enormi pezzi di ghiaccio espulsi dalle esplosioni hanno ammaccato il terreno. Il rilascio di gas naturale e metano durante queste esplosioni potrebbe attivare un pericoloso circolo vizioso climatico se le temperature globali continuassero ad aumentare e se si accelerasse lo scioglimento del permafrost.